venerdì 16 maggio 2014

Gv 14,7-14 Chi ha visto me, ha visto il Padre.

 VANGELO
Gv 14,7-14 Chi ha visto me, ha visto il Padre.
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o Spirito Di Dio ad insegnarmi quello che è giusto che io oggi sappia, Tu che sai dosare per me la sapienza il dolore e l' amore, tu che sai quello che è giusto per me. Grazie di assistermi.

Torniamo su questa pagina, vista da pochi giorni, ma cerchiamo di vederla con occhi diversi,con gli occhi di Gesù.
Poveri discepoli, con i loro occhi umani, guardano senza riconoscere, che quello che opera, lo fa nel nome del Padre! 
Come può uno agire per conto di un altro, ancora non riescono a comprenderlo perchè non sanno ancora cercarlo; lo hanno di fronte, si sta rivelando a loro, ma non riescono a capirlo, perchè manca ancora la luce dello Spirito Santo, che Gesù prometterà da lì a poco.
Eppure Gesù dice una cosa  che dovrebbe togliere loro ogni dubbio, gli chiede di credere a lui, alle sue opere, perchè questo gli permetterà di compiere le stesse opere.
Possono quindi gli apostoli compiere miracoli se mettono tutta la loro fiducia in Cristo e in questo si riconosceranno figli dello stesso Padre, figli di Dio.
La carne resta carne, ma lo spirito si eleva dalla sua condizione terrena e agendo con Cristo agisce nel nome di Dio.
Sembra complicato,ma alla fin fine, è così semplice che basta un atto di fede per entrare nel mistero.
Conoscere nella Bibbia  vuol dire entrare in intimità, capirsi, viversi; quanto sappiamo vivere seguendo Gesù, tanto vivremo nel Padre


giovedì 15 maggio 2014

(Gv 14,1-6) Io sono la via, la verità e la vita.

VANGELO
  (Gv 14,1-6) Io sono la via, la verità e la vita.
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e portami alla Via che conduce alla Verità. Fammi essere nel cuore di Cristo, dove non farò domande e non ci sarà bisogno di parole.
"Non sia turbato il vostro cuore!"  Facile a dirsi amore mio, turbato dalla paura di vederti soffrire, di vederti oltraggiato... I discepoli chiedevano sempre qualcosa che non riuscivano a comprendere,e facevano bene a parlarne con Te, perchè solo Tu puoi rispondere la verità, ma per alcune cose, nessuno è mai pronto.Io ti chiedo solo un dono: dammi la fede, perchè la mia non basta mai, perchè non riesco a lasciarmi andare, a farmi trasportare da Te.Tu ci spingi a lasciare tutto ed a sentirci partecipi di questo grande progetto che è il progetto di Dio per noi, su di noi, con noi.Quanto vorrei Signore mio, saper volare con te,  oltre la terra, oltre la mia piccola mente umana, ma non lo so fare, resto aggrappata a mille pesi, a tanta zavorra che mi trattiene, e ti chiedo con tutto il cuore, tu che puoi, rendimi libera!Io credo che Tu hai parole vere, che sei venuto fin sulla terra, fin nella tua santa umanità, per insegnarci a vivere di Te, per insegnarci a morire a noi stessi e alle nostre identità terrene.Noi così convinti che per  essere qualcuno dobbiamo avere un nome, essere unici, e cerchiamo ogni giorno di affermare noi stessi.Noi che probabilmente sbagliamo sempre tutto, perchè penso a quando cambiasti il nome di Simone in  Cefa (pietra) gli indicasti la sua missione, la prima pietra della tua Chiesa, che ti riconobbe come  "il Cristo, il figlio del Dio vivente" non per opera della carne, ma dello Spirito.
Chi vede Te vede il Padre ed io Credo che sia così per questo invoco il tuo aiuto,ti prego di non lasciarmi mai sola nella tentazione di seguire il mondo,ma di stringere forte la mia mano nella tua e di condurmi passo passo, verso casa, perchè so che i miei passi non potrebbero avere una guida migliore.


mercoledì 14 maggio 2014

( Gv 13,16-20 )Chi accoglie colui che manderò, accoglie me.

VANGELO
( Gv 13,16-20 )Chi accoglie colui che manderò, accoglie me.
Dal Vangelo secondo Giovanni
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami mio Signore a comprendere le tue parole, perché io mai possa allontanarmi da te e dai tuoi insegnamenti, perché mai io possa far prevalere il mio io sul volere del mio Dio.
Gesù ha appena lavato i piedi ai suoi discepoli e questi ancora si sentono confusi da questo gesto.
C’ è tutta l’ umiltà di che non si pone al comando, ma al servizio, così difficile da attuare in un mondo come il nostro, in cui la voglia di prevalere la fa da padrona.
Ma Gesù rivela che tutto quello che Lui fa, lo fa per obbedire al Padre e che se veramente vogliamo seguirlo, dobbiamo seguirlo in tutto, anche in questa umiltà e fedeltà al disegno di Dio.
Troppo spesso vogliamo essere i protagonisti della storia che viviamo e cerchiamo di far prevalere le nostre idee e siamo talmente abituati a farlo che lo facciamo anche con Dio, mettendolo al nostro servizio e non servendolo.
Dio si rivela in Gesù e noi possiamo decidere liberamente se seguirlo o no, ma come si può resistere a un tale amore, di chi sa che sta per morire per noi e si preoccupa di amarci fino all’ultimo gesto.
- "Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica" -
Gesù aggiunge ancora questa beatitudine alle altre più conosciute ed in questa le racchiude tutte, perchè il senso di tutto il suo messaggio è che è pienamente beato chi fa della sua vita un cammino dentro alla volontà del Padre.
Questo cammino lui lo sta facendo e lava i loro piedi, anche se in mezzo a loro c'è anche Giuda, che di lì a poco lo avrebbe tradito.
Non prova rabbia, ma dolore, perchè non cerca vendetta, ma offre giustizia.
A volte mettiamo tanto impegno per convertirci e per convertire, ma come a Gesù è successo, può succedere anche a noi di restare delusi, di fallire, ma questi fallimenti, non devono scoraggiarci nè fermarci.
Un vecchio detto dice :"finchè c'è vita c'è speranza" e Gesù è il più grande e meraviglioso maestro in questo, perchè supera sempre i nostri limiti con il suo immenso amore.
Essere seguace di Cristo, comporta spesso delle scelte che sono messe in discussione da chi ci circonda, da chi si sente parte del mondo e tende a farci vivere come se un cristiano stesse fuori posto su questa terra.
D’ altra parte anche Gesù, non è che ha avuto la vita facile sulla terra, faceva del bene ed era odiato, tanto che lo hanno crocefisso; perché in un mondo dove c’è la gara al successo, alla ricchezza, uno che si definisce re e viene per servire, per gli emarginati, per gli ultimi, non è compreso.
Gesù ci dice di prepararci all’ ostilità della gente, e ci dice anche un’altra cosa molto importante, ci spiega il motivo per cui il mondo ci odia, perché Lui ci ha scelto dal mondo. Spesso avvertiamo anche noi piccoli discepoli senza alcuna preparazione teologica, la grande grazia che il Signore ci ha fatto, chiamandoci alla conversione, e ripensando a quando eravamo lontani da Dio ed alla sua parola, avvertiamo lo stesso senso di disprezzo che prima noi nutrivamo verso chi era più dentro di noi, nelle cose di Dio.
Quel disprezzo era molto simile alla rabbia, quella rabbia che provavamo verso chi secondo noi, era stupido a perdersi tante cose belle della vita, e visto che ci guardava compassionevoli, li attaccavamo e ne dicevamo di tutti i colori contro di loro.
La calunnia era la nostra forma preferita, poi c’erano tutta una serie di tentativi di sfuggire all’ amore puro e a cercare la trasgressione, e questo è bene ricordarlo, perché quando vediamo qualcuno che riteniamo un gran peccatore, o un blasfemo, dobbiamo ricordarci di quando anche noi eravamo lontani.

martedì 13 maggio 2014

(Gv 15,9-17) Non vi chiamo più servi, ma amici

VANGELO
(Gv 15,9-17) Non vi chiamo più servi, ma amici
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri".
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni su di me o Santo Spirito, vieni a portare luce nel mio cuore perché la parola del Divin Maestro, mi si stampi indelebilmente nell’ anima e sia luce che guida i miei passi.
Questa pagina riassume quello che nei giorni scorsi Gesù ci ha insegnato, e allora ripetiamo la lezione con Lui.
Come il Padre ha amato me, io ho amato voi: quindi è il medesimo amore che lega il Padre al Figlio e Gesù a noi, un amore immenso che ha portato Dio a chiedere al suo figlio prediletto di scendere sulla terra e di soffrire in modo indicibile, fino alla morte in croce per salvare tutta l’umanità e Gesù lo ha fatto per noi e per il Padre, perché l’amore che li unisce è amore infinito, che li lega e ci lega a loro in maniera indissolubile.
Ora sta a noi cercare di imparare ad amare in questo modo indissolubile i nostri fratelli, ad amarci tra noi e a sentirci un tutt’uno con Loro.
Se seguiamo bene la lezione di Gesù, vediamo che da come parla, non dovrebbe essere poi così difficile, perché Lui ci sta trattando da amici e come il nostro migliore amico è pronto a condividere con noi quest’amore. Quindi come con gli amici più cari dividiamo tutto, anche con lui possiamo fare lo stesso, essere amici nel bene e nel male, nella gioia e nel pianto, ed essere sicuri che da parte sua non ci mancherà mai una spalla su cui piangere o una mano per rialzarci, che avrà sempre un buon consiglio da darci e che ci starà sempre vicino e inonderà con il suo Spirito Santo.
Non siamo noi che scegliamo di diventare Cristiani, ma siamo chiamati da Dio, al quale possiamo chiedere tutto nel nome di Gesù, e tutta la lezione si racchiude in un comandamento: amiamoci.
Non è facile se ci fermiamo al nostro modo d’amare, così imperfetto e così terreno, che spesso è frainteso anche da noi stessi, ma quando ci mettiamo nelle mani di Maria, vediamo che nel silenzio Lei stessa c’ istruisce e ci porta alla comprensione di questo sentimento.
Dare la vita per un altro, volere il suo bene sopra al nostro bene, anche se non solo spesso non si è ricambiati, ma addirittura si è offesi o peggio.
È in questi momenti che la nostra umanità è messa alla prova, ed una frase affiora sui bordi del cuore… ma chi ce lo fa fare?
Gesù l’ ha fatto e se noi vogliamo seguirlo, dobbiamo andare fino in fondo, anche se non comprendiamo, e se saremo umiliati e derisi…Gesù c’insegna e noi non dobbiamo avere paura di continuare ad amare, anzi, dobbiamo amare ancora di più chi non ci ama, perché forse attraverso il nostro amore riusciremo a rivelargli il volto di Gesù Cristo.
Voglio offrirti Gesù il mio amore per chi non ti ama, le mie lacrime per chi non ha capito, la mia vita per la sua. Amen.

lunedì 12 maggio 2014

(Gv 10,22-30) Io e il Padre siamo una cosa sola.

VANGELO
 (Gv 10,22-30) Io e il Padre siamo una cosa sola. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’ incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Parola del Signore

(Gv 10,22-30) Io e il Padre siamo una cosa sola.

LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

Vieni o Spirito Santo, assistimi, concedimi di comprendere, e di saper discernere la tua verità dalla mia mentalità terrena, fa che io sappia leggere solo le tue parole che scrivi nel mio cuore. Amen.

Nasce la prima chiesa dei “cristiani” ad Antiochia, in terra straniera e, invece nella sua terra Gesù non era riconosciuto.
Perché? Forse perché non basta essere vicini a Gesù, ascoltarlo, bisogna credere in lui, riconoscerlo come mandato dal Padre e quindi accettare di farsi guidare da lui, proprio come pecore docili che seguono il buon pastore.
Quante volte ci avviciniamo a Gesù per stare con lui? Per seguirlo? E quante volte invece cerchiamo solo di farci belli alla sua ombra… di dire io sono una brava persona perché credo, perché vado in Chiesa, perché faccio parte di questa o quella comunità…  e questo non fa di noi dei buoni cristiani, o almeno non solo questo.
Come riconosciamo che Gesù si distingue dagli altri pastori perché ha parole di verità e di vita eterna, noi dobbiamo distinguerci per come viviamo la nostra fede. Penso sempre a San (Padre) Pio, che dicevano, si confessasse tutti i giorni, e che si dichiarava umilmente peccatore, e poi vedo noi credenti, tutti presi ad evangelizzare gli altri (io per prima) tutti ad insegnare e troppo spesso ad apparire migliori di quello che siamo. È così bello amici, quando la sera, facendo un esame di coscienza in modo serio, chiediamo perdono di tutto quello che avremmo potuto fare meglio, di quello che abbiamo sbagliato, magari per distrazione, non per cattiveria, e ci sentiamo poi in pace con Dio, come quando dopo aver fatto involontariamente uno sgarbo ad un’amica, chiediamo scusa e facciamo pace, vincendo sulle incomprensioni e sullo stupido orgoglio. A me succede spesso, perché non sono perfetta, e sono felice di saperlo, perché almeno ho qualcosa di serio su cui lavorare, per essere migliore e per rendere grazie al Signore di tutte le grazie che Lui mi ha concesso.

domenica 11 maggio 2014

Gv 10,11-18 Il buon pastore dà la vita per le pecore.

VANGELO
 Gv 10,11-18 Il buon pastore dà la vita per le pecore.
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario - che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito di starmi vicino e di portare la mia mente dove il Signore vuole.Perdona le mie imperfezioni e trasformami per sempre, tienimi lontano dai pericoli e dalle tentazioni, perché sono fragile e manda schiere di angeli a proteggermi. Ti prego, assistimi sempre.

A volte ci lasciamo condurre senza guardare bene chi stiamo seguendo. Molti sono quelli che si ergono a condottieri, a pastori, a guide del popolo, da sempre. Voglio approfittare del fatto che anche in questo vangelo è ripresa la parabola del buon pastore e la parola “conoscere” per riportare anche a voi alcuni pensieri. È questo “conoscere” di Gesù, questo entrare in confidenza, in comunione, che ci porta a vivere per fare della nostra e della sua vita, la stessa cosa. Nella Bibbia il termine conoscere significa conoscere in profondità. Conoscere non è informarsi, bensì aprirsi all’altro, alla comprensione, non rimanere alla superficie. Perché ciò avvenga è necessario l’ascolto dell’altro. L’altro si manifesta a noi se, come Dio, ci ritiriamo permettendogli di farsi conoscere per ciò che è, senza timore di giudizi, sicuro di essere ascoltato. Il CONOSCERE unito all'ASCOLTARE diviene CONTEMPLARE. Conoscere + ascoltare + contemplare = vivere in comunione.
Solo così saremo sicuri di capire da che parte stiamo andando,che stiamo seguendo, e non con un distratto ascolto della parola di Dio.
A nostra volta potremo riferire le parole di Gesù e non le nostre, sapendo che Lui è il pastore e noi solo il suo gregge che risponde al Suo richiamo.
Quello che mette in risalto Giovanni in questa pagina, è come il Buon Pastore è pronto a dare la vita per le sue pecore, cosa che assolutamente è impensabile per i falsi pastori, che vengono per rubare la vita delle pecore e non per donare la loro in cambio della loro salvezza.Pensando alle parole del Papa Francesco,vediamo che se uno vuole essere pastore,non può essere mercenario!!Ora vorrei lasciare un attimo il pastore ed entrare in un centro commerciale...un bambino piange, si è perduto!Una mamma lo vede e gli si avvicina, lo accompagna al centro direzionale, dove mandano con l' altoparlante, un messaggio per la mamma del bambino e finalmente si riabbracciano.Se sanno fare così anche le mamme terrene, figuriamoci la nostra mamma celeste, che invocheremo per chi si è perduto!Ricordate che nessun cuore è troppo duro da non poter essere penetrato dall'amore... e che forse qualcuno non è stato amato abbastanza....Amiamo i fratelli lontani, perchè nessuno sia perduto!

sabato 10 maggio 2014

(Gv 10,1-10) Io sono la porta delle pecore.

VANGELO 
 (Gv 10,1-10) Io sono la porta delle pecore. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 

Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 

Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 

Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni O Spirito Santo, perché siamo stati battezzati nel nome di Cristo Gesù. Vieni fuoco d’amore e guida la nostra vita attraverso la porta che ci condurrà direttamente nella casa del Padre, perché noi seguiremo il pastore buono che ci ha inviato.

L’immagine che oggi ci si presenta è quella del pastore attraverso il quale si può entrare in Paradiso. 
Molti sono quelli che vogliono guidare la nostra vita, ci danno ” consigli ” pronti ad emarginarci se non facciamo parte della maggioranza, se non ci allineiamo.A Gesù non importa nulla di quelle che sono le nostre origini, ci conosce, sa che siamo nati dalle varie etnie e famiglie del mondo, sa che siamo umani, e solo umani, ed è per questo che si è fatto uomo, per essere come noi e mettersi al nostro livello, per dimostrare che anche se Lui è nato giudeo, la salvezza di cui è venuto a farci partecipi è per tutti quelli che crederanno in lui ed ascolteranno la sua parola. Capiamoci bene, ascoltare la sua parola significa anche metterla in pratica, farla diventare parte integrante della nostra vita, non certo ascoltare e poi fare tutto il contrario. Seguiamo docilmente il pastore buono, perché solo andando dietro a lui, impareremo la docilità, l’ umiltà, la forza di arrivare fino in fondo nel nostro cammino, fino alla porta del regno di Dio, seguendo quello che è stato prima di noi agnello immolato per amore nostro, tanto da essere l’unico degno di essere il conduttore di tutti noi al Padre.

venerdì 9 maggio 2014

(Gv 6,60-69) Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.

VANGELO
 (Gv 6,60-69) Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e degnami del tuo aiuto, vieni per dare un senso all’ amore di Dio, che si fa parola in Gesù Cristo nostro Signore, verbo incarnato, morto e risorto per noi, e fa che grazie al Tuo immenso aiuto, in noi possa morire l’uomo vecchio, pieno di difetti e attaccato alle cose terrene, e rinascere l’uomo nuovo, più conforme al figlio che Dio vorrebbe veder nascere in noi, che porta in se il seme di Dio.

Gesù è mandato da Dio, ed è Dio, per questo conosce il pensiero dei suoi discepoli, ed anche la sorte che lo attende; sa anche che l’ intelletto dei suoi uomini non riesce ancora a concepire un pensiero basato sulla fede nello Spirito Santo, è come chiedere qualcosa a qualcuno che non è ancora pronto, ne è stato dotato dei mezzi necessari. Eppure Pietro, con tutti i suoi dubbi e le sue indecisioni, capisce che è quella di Cristo la strada da seguire, che non ce ne sono altre … Possiamo insieme con lui dire: - Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna, e noi ti riconosciamo come il Signore della nostra vita, tu sei colui che Dio ci ha mandato per la nostra salvezza, colui le cui orme devono ripercorrere se vogliamo salvarci, se vogliamo che la nostra vita sulla terra abbia un senso e non sia abbandonata all’ effimero piacere che è dettato solo da cose terrene e carnali, che allontana dalla fonte dello Spirito Divino.


giovedì 8 maggio 2014

(Gv 6,52-59) La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

VANGELO 
(Gv 6,52-59) La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ascolta Signore la mia preghiera, fammi conoscere il tuo volere, fa che attraverso il tuo Santo Spirito, io sappia come agire, per essere in perfetta comunione con te, come sentirmi carne della tua carne, sangue del tuo sangue.

Gesù continua a parlare con i Giudei, e rincara la dose, - chi non mangia la mia carne e non beve il mio sangue, non ha in se la vita…-chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna…- chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me ed io in lui - … Lo dice in tutti i modi, ma i Giudei si mettono a discutere aspramente tra di loro.
Eppure Gesù era lì, insieme a loro, non potevano mettersi ai suoi piedi e parlare con Lui, chiedere a Lui stesso di fargli capire quello che non riuscivano interpretare? Perché stavano lì a discutere tra di loro? Perché non volevano capire, ma solo contestare e rifiutare.
Quante volte non capiamo i progetti di Dio su di noi, ed ecco che subito ci mettiamo a dire tutto quello che non va, perché proprio a noi, che cosa abbiamo fatto di male, e parliamo… continuiamo a discutere, ma non ci mettiamo ai suoi piedi per parlare con Lui.
Io non so Signore cosa vuoi da me, aiutami a capire, manda su di me il tuo Spirito e fammi trascinare dove tu vuoi che vada, fammi capire la tua parola, quella che oggi tu hai per me. Io sono qui, voglio fare un unico corpo con te, voglio amarti come tu mi ami, voglio sentirti carne della mia carne ed essere così unita a te da sentirmi al sicuro tra le tue braccia, dal sentire che sei tu che vivi la mia vita, perché solo a te io la voglio affidare. Tu unica via che porta al Padre nostro che è nei cieli dammi la tua mano,ed io ti seguirò?
Una piccola nota:per chi non conosce nulla sui miracoli Eucaristici,ne ho scelto uno che è senz'altro un segno per i dubbiosi.http://www.miracoloeucaristico.eu/
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Oggi invece delle riflessioni inserisco delle preghiere Eucaristiche che parlano per noi !su questo sito la possibilità di scaricare il libretto, CLICCANDO IN ALTO A SINISTRA SI PREGHIERE ALL'EUCARESTIA.
http://www.miracoloeucaristico.eu/


PREGHIERE ALL’EUCARISTIA


Preghiera al Miracolo Eucaristico

Lode a te, o Cristo,
che con questo Miracolo Eucaristico
ci hai lasciato un segno di predilezione,
perché cresca la nostra fede
nella tua viva presenza
nel sacramento dell’Eucaristia.

Ti rendiamo grazie, Gesù,
per il prodigio della tua venuta
che sempre si ripresenta sulla mensa dell’altare.
Sei tu l’amico dei nostri giorni,
il pane del cammino, il vino della gioia,
il balsamo del dolore, il desiderio del nostro cuore.

Fa’, o Signore, che comunicando
al santo mistero del tuo corpo e sangue,
trasfigurati dall’amore,
possiamo essere per tutti i fratelli
epifania della tua altissima carità
e profezia del tuo Regno,
davanti al mondo del Terzo millennio.

Figlio del Dio vivente,
effondi su di noi la pienezza del tuo Spirito,
aprici il cammino verso il Padre,
per essere accolti
al termine del nostro pellegrinaggio,
nel grembo adorabile della Santa Trinità,
nostra beatitudine e nostra pace
per l’infinita distesa dei secoli.
Amen.


Adoriamo il Sacramento

Adoriamo il Sacramento
che Dio Padre ci donò
nuovo patto, nuovo rito
nella fede si compì.
Al mistero è fondamento
la parola di Gesù.

Gloria al Padre onnipotente,
gloria al Figlio redentore;
lode grande, sommo onore
all’eterna Carità.

Gloria immensa, eterno amore
alla santa Trinità.
Amen.


Donaci, o Signore

Donaci, o Signore
di sperimentare che l’Eucaristia
ci mette in comunione con Gesù.

Fa’ che l’Eucaristia sia davvero norma
della nostra fede e della nostra vita;
che nutrendoci di essa, possiamo
vivere la missione di testimoniare
al mondo il disegno di salvezza di Dio,
nell’attesa del ritorno del tuo Figlio.

Aiutaci ad apprezzare, mediante l’Eucaristia,
la comunione ecclesiale,
la comunione tra tutte le Chiese.
Aiutaci a sperimentare quell’unità
che l’Eucaristia realizza
nella Chiesa e grazie alla quale il mondo
può vedere la gloria del Signore.
Amen.
(Carlo M. Martini)

Ti rendiamo grazie

Ti rendiamo grazie, Signore Gesù Cristo,
che hai voluto confidare alla tua Chiesa
il memoriale della tua Pasqua.
Concedici, perciò,
di celebrare nella vita e nella storia
la memoria potente della tua passione
e della tua risurrezione
per il dono del tuo Spirito,
che compie nel tempo
la santa promessa.

E fa’ ancora
Che, uniti nello Spirito
dal mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue,
sappiamo vivere in comunione
e crescere in comunione,
dando ai nostri atti un respiro di Chiesa
secondo la missione
che tu affidi a ciascuno.
Amen.
(Bruno Forte)

O Gesù, Maestro

O Gesù, Maestro finivo,
ringrazio e benedico
il tuo cuore amorosissimo
per il gran dono dell’Eucaristia.

Il tuo amore ti fa dimorare
nel santo tabernacolo
rinnovare la tua passione
nella celebrazione eucaristica,
darti in cibo nella Comunione.

Che io ti conosca,
o Dio nascosto!
Concedimi di visitarti ogni giorno
in questo sacramento;
di comprendere e partecipare attivamente
alla celebrazione eucaristica,
di comunicarmi spesso
con fede e amore.
Amen.

(Giacomo Alberione)

Ave, vero Corpo

Ave, vero Corpo
nato da Maria Vergine:
immolato sulla Croce per le nostre anime.
Dal costato perforato
acqua e sangue sgorgano.
Tu sei il cibo pregustato
Nell’istante ultimo.
O Gesù dolce! O Gesù, Figlio di Maria.
Amen.


O Gesù Eucaristico

O Gesù Eucaristico,
fa’ che tutti i popoli
servano liberamente te,
consapevoli che
servire Dio è regnare.

Il tuo sacramento, o Gesù,
sia luce alle menti,
forza alle volontà,
attraimento dei cuori.

Sia esso sostegno ai deboli,
conforto ai sofferenti,
viatico di salvezza ai morenti
e a tutti pegno di futura gloria.
Amen.

(Giovanni XXIII)

Tu, divino Viandante

Come i due discepoli del Vangelo,
imploriamo, Signore Gesù:
rimani con noi!
Tu, divino Viandante,
esperto delle nostre strade
e conoscitore del nostro cuore,
non lasciarci prigionieri
delle ombre della sera.

Sostienici nella stanchezza,
perdona i nostri peccati,
orienta i nostri passi
sulla via del bene.
Benedici i bambini, i giovani,
gli anziani, le famiglie,
in particolare i malati.
Benedici i sacerdoti
e le persone consacrate.
Benedici tutta l’umanità.

Nell’Eucaristia
ti sei fatto “farmaco d’immortalità”:
dacci il gusto di una vita piena,
che ci faccia camminare
su questa terra
come pellegrini fiduciosi e gioiosi,
guardando sempre
al traguardo della vita
che non ha fine.
Rimani con noi, Signore! Amen.

(Giovanni Paolo II)


Ti rendiamo grazie

Ti rendiamo grazie, Signore,
perché hai condiviso tutto con noi,
per averci dato tutto ciò che hai e che sei.
Tu, nel tuo amore,
in tutti i momenti della tua vita,
ci hai dimostrato totalmente questo amore.

Tu mi sei vicino con le tue parole
e con i tuoi esempi,
con la tua Provvidenza
e con le grazie di ogni istante.

Nella santa Eucaristia,
sei sempre davanti a me,
sempre con me, sotto i miei occhi,
e ogni giorno nelle mie mani,
sulle mie labbra quando unisci
il tuo Corpo al mio corpo.
Signore Gesù, come sei buono!
Fa’ che ti restituisca amore per amore.
Amen.

(Charles de Foucauld)

Ecco il pane degli angeli,

Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non va gettato ai cani.
Con i simboli è annunziato:
in Isacco dato a morte,
nell’agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.

Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici, difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei vivi.

Tu che tutto sai e puoi:
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi eredi
alla tavola del cielo,
nella gioia dei tuoi santi.
Amen

mercoledì 7 maggio 2014

8 maggio ( MADONNA DEL ROSARIO DI POMPEI )


(da recitarsi l'8 Maggio e la prima domenica di ottobre a mezzogiorno)
L'otto Maggio recitiamo la Supplica alla Madonna di Pompei,
la preghiera composta dal beato Bartolo Longo nel 1883.
Sono decine di migliaia i fedeli che ogni anno (in questo giorno e nella prima domenica di ottobre) si ritrovano a Pompei, in unione spirituale con i milioni di fedeli che in tutto il mondo recitano con fervore questa preghiera, per invocare grazie e protezione, in un crescendo di espressioni ardenti d'amore e di implorazione.
I. - O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl'idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.
Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull'Italia, sull'Europa, su tutta la Chiesa; e vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita. Vedete, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo ne circondano: quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli vostri, che costarono sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo Cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete, Regina di pace e di perdono.
Salve Regina.
II. - È vero, è vero che noi per primi, benché vostri figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordatevi che sulla vetta del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l'ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio, vi dichiarava Madre nostra,Madre dei peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!
Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l'Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.
Salve Regina.
III. - Che vi costa, o Maria, l'esaudirci? Che vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete coronata Regina alla destra del vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il vostro dominio si estende fino all'inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria.
Voi siete l'Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati ed immeritevolidella vostra protezione, diteci almeno a chi altri mai  dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli.
Ah, no! Il vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, vostri figli, perduti. Il Bambino che noi vediamo sulle vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella vostra mano, c'ispirano fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.
Salve Regina.
Chiediamo la benedizione a Maria.
Un'ultima grazia noi ora vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi l'amore vostro costante, e in modo speciale la vostra materna benedizione. No, non ci leveremo dai vostri piedi, non ci staccheremo dalle vostre ginocchia, finché non ci avrete benedetti.
Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice.
 Ai prischi allori della vostra Corona, agli antichi trionfi del vostroRosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società. Benedite il nostro Vescovo, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l'onore del vostro Santuario.
Benedite infine tutti gli Associati al vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la divozione al vostro Santo Rosario.
O Rosario benedetto di MariaCatena dolce che ci rannodi a Dio;Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d'inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell'ora di agonia; a te l'ultimo bacio della vita che si spegne. E l'ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.
Salve Regina.
(vero testo della Supplica scritta dal beato Bartolo Longo)

 
LA BENEDIZIONE DI MARIA REGINA DEL ROSARIO DI POMPEI
da chiedersi nel principio ed al termine del LAVORO, nel levarci ed andare a letto, nell'entrare ed uscire di chiesa, di casa, e in tempo di tentazioni, dopo di aver recitato l'Ave Maria.
Regina del Rosario di Pompei, Gran Madre di Gesù e Madre mia, Benedici dal ciel l'anima mia.
In nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.
Così sia.
S. Alfonsò de' Liguori, così teneramente di­voto della Madonna, ricorreva a Lei spes­sissimo. Non faceva passare azione del giorno senza invocare Maria che anzi; potrebbe dirsi, la sua giornata era una invocazione continua alla Madonna. “Fortunale quelle operazioni, scrive il Santo Dottore, che sono chiuse tra due Ave Maria!”
Con le parole di un canto, quasi volendo interpretare il messaggio del Tuo gesto, così rispondiamo al tuo desiderio di Madre premurosa e sollecita:
 “La tua corona di rose vogliamo essere noi,
 una corona di figli tutti tuoi!
 La tua presenza nel mondo si compia attraverso di noi
come un canto di lode senza fine!”.
 
O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, ottienici dal tuo Gesù il dono dell’unità e della pace. Annodati gli uni agli altri come un'unica catena, vogliamo diffondere dappertutto il profumo della comunione fraterna. E sapendo che il camminare insieme è la nostra forza, vogliamo essere “la rete” della parabola evangelica con la quale Gesù ci chiama a diventare “pescatori di uomini” ma anche a catturare il male del mondo che intralcia l’avvento del Regno di Dio.
O Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara,

 o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti,

sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo.

Amen.
***
A chi i cuori? A Maria!

Un solo grido:

Viva Maria!

 

8 maggio





Madonna del Santissimo Sacramento
Madre del Verbo Incarnato, Vergine Immacolata, Tabernacolo vivo dell'Eterna Sapienza, Madonna del Santissimo Sacramento, chiedo umilmente che tu sia per sempre la mia Regina e mia Madre; mi pongo sotto la Tua speciale protezione e sotto la Tua direzione. Mi consacro a Gesù nel Santissimo Sacramento per Tua intercessione.
Ti cerco e mi unisco a Te, perché ho bisogno dell'amore, dell'aiuto, dell'esempio e della Tua grazia; so che quanto più ti amerò e Ti servirò,
tanto più amerò e servirò fedelmente Gesù; Madre mia e modello degli adoratori, solo Tu puoi insegnarmi come servire l'Eucaristia con amore e perfezione.
Maria! Madonna del Santissimo Sacramento! Presentami al Figlio, affinché io sia servo e perpetuo adoratore, dedito al servizio della glorificazione della Reale Presenza Eucaristica. Presenta a Gesù il mio spirito, cuore e corpo, tutto il mio essere, affinché d'ora in poi io appartenga interamente a Cristo, nel tempo e nell'eternità.
Madonna del Santissimo Sacramento, Madre e modello degli adoratori, prega per noi che ricorriamo
a Te. Amen.



(Estratto dal libro Nossa Senhora do
Santíssimo Sacramento - Um mês com Maria.
San Paolo: Factash Editrice, 2008.)

San Pietro Giuliano Eymard