venerdì 21 giugno 2013

(Mt 6,24-34) Non preoccupatevi del domani

VANGELO
 (Mt 6,24-34) Non preoccupatevi del domani.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’ uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Grazie o Gesù delle tue sante parole, grazie di ogni respiro che hai emesso per noi, concedimi di respirare del tuo respiro e di vivere di Te.  

Non si può servire Dio se la ricchezza diventa il nostro Dio. Questo deve essere ben vivo nel nostro cuore e nella nostra mente, se vogliamo salvare la nostra anima, se non vogliamo fare scelte sbagliate. 
Spesso ci occupiamo più del nostro corpo che della nostra anima, come se le due cose fossero scollegate, ma non ci rendiamo conto che separando l’una dall’ altra, noi ci separiamo dal creatore, ci allontaniamo da Dio.
Matteo mette in risalto le parole di Gesù con le quali ci dice con una chiarezza sconcertante, che nella vita è una questione di scelta d’appartenenza.
Non si può vivere nel mondo ed essere del mondo e allo stesso tempo servire Dio.
Appartenere a Dio vuol dire confidare che da Lui ti verrà tutto quello che ti serve per vivere.
Molte persone appena perdono le loro sicurezze terrene si preoccupano e disperano, e questo, anche se umanamente è comprensibile, è segno che non è nel Signore che confidano. 
Penso agli apostoli che sulla barca, in mezzo alla tempesta avevano paura, ma appena anno invocato il nome di Gesù, hanno visto con loro stupore che comandò alle acque di calmarsi e queste si calmarono.
Abbiamo visto come con pochi pani e pochi pesci, sfamò una moltitudine di gente e ne avanzò.
Abbiamo visto che resuscitò i morti.
Di Dio noi abbiamo attraverso Gesù una rivelazione d’onnipotenza senza pari, ma non ci rivolgiamo a Lui se non in caso d’estrema necessità, e spesso, troppo spesso, lo consideriamo un talismano, un banco dei pegni, al quale dire una preghierina con la speranza di ottenere tutto e subito.
Crediamo di valere solo in base a quello che abbiamo, alla posizione sociale, al nostro aspetto fisico, ma forse questo è vero solo perché anche noi giudichiamo gli altri da questo.
Agli occhi del Signore invece contano le nostre piccole opere buone, la nostra mano tesa verso i fratelli più bisognosi, il nostro amore per lui, per la nostra famiglia; l’amore che riusciamo a dare è più importante di tutto quello che possiamo avere.
Nella vita passiamo molti esami, qualcuno riusciamo anche a truccarlo, con l’aiuto di altri uomini corruttibili…. ma quando passeremo il nostro ultimo esame, non potremo barare, ne comperarne l’ esito.

giovedì 20 giugno 2013

(Mt 6,19-23) Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.

VANGELO 
(Mt 6,19-23) Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

Parola del Signore

(Mt 6,19-23) Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

SPIRITO SANTO,DEL DIO UNO E TRINO,CONCEDIMI LA LUCE DELLA SAPIENZA,PER VIVE RE NELLA LUCE ED ESSERE LUCE RIFLESSA DEL NOSTRO SIGNORE.  AMEN.

L'uomo vive la sua vita, per realizzarsi, per conquistare un posto nella società, e per potersi permettere di comperare agi e comodità per vivere meglio, meno faticosamente, e con più prestigio.
Per fare questo spesso è costretto a lavorare sempre di più, e diventa schiavo del benessere acquisito.
E' giusto che vivendo, cerchi di vivere comodo, ma è giusto sacrificare la vita, spendere tutte le proprie forze per correre sempre dietro a qualcosa di materiale?
Vediamo che nella società moderna si sono persi molti valori, ed anche molti sentimenti. Diciamo di amare i nostri figli, e per questo cerchiamo di dar loro tutto quello che possiamo, ma non abbiamo più tempo per giocare con loro, per parlare dei loro problemi, e così li facciamo crescere davanti al televisore, ai giochi elettronici, o al computer. Viviamo nelle stesse case, ma mentre comunichiamo attraverso internet col mondo, non riusciamo più a comunicare tra di noi.
Viviamo con tutto il nostro corpo, lo riempiamo di sensazioni, ma non riusciamo più a far vivere il nostro cuore, siamo schiavi di quello che possediamo e desideriamo sempre di più.
In questo brano del vangelo vediamo che Gesù ci mette davanti ancora una volta ad una scelta, vedere le cose con l'occhio cattivo, simbolo dell'invidia, dell'avarizia, dell' egoismo che rifiuta la luce della rivelazione di Gesù e rimane opaco e non permette di vedere bene dove stiamo andando.  
 Possiamo anche cadere camminando nelle tenebre. L'occhio buono invece, è quello che vive alla luce della rivelazione di Gesù amore,  che vive per essere illuminato dall' amore di Dio e per riflettere lo stesso amore ai fratelli. La luce che ne deriva deve essere guida anche per chi vive nelle tenebre, per cui non c'è posto per l'egoismo e l'invidia, ne per l'avarizia e il rancore, ma solo per l' amore e la comprensione.
Il Signore ci ha amato fino all'inverosimile,e questo ha fatto di noi dei figli ,a cui è riservata l' eredità del regno dei cieli. Guardiamo bene dentro di noi,troviamo la luce del cuore e chiediamo al Signore di guidarci verso casa.

mercoledì 19 giugno 2013

(Mt 6,7-15) Voi dunque pregate così.

VANGELO
 (Mt 6,7-15) Voi dunque pregate così.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome, 
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti 
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione, 
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Parola del Signore

(Mt 6,7-15) Voi dunque pregate così.

LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 
Aiutami o Spirito di Dio a sentire e a far comprendere il valore della preghiera.

A volte siamo confusi da mille parole, e ci rispondono mille silenzi …. nessuno di noi è in grado di dire quale sia la preghiera, come si deve pregare, in tanti provano a spiegarlo, ma è una cosa talmente personale, talmente intima , che nessuno vi potrà mai spiegare cosa sentirete. 
Gesù ci indica una preghiera molto semplice se ci pensate bene, una preghiera che non è fatta di parole, ma di fatti, pensate che san Francesco si fermò alla parola PADRE per un’infinità di tempo. Con questo non vuole certo dirci di non pregare con altre preghiere né di non usare parole nostre, ma ci chiede di non parlare a vuoto come i pagani, come chi non crede in quello che dice. 
Dio ci è PADRE: credere questo vuol dire avere fede in Dio…  fede = fiducia, capito bene? Dio può tutto,  ci ama tutti ed è un PADRE GIUSTO…. pensate anche voi che cosa è per me DIO PADRE NOSTRO….. Perché lo collochiamo nei cieli? Primo perché ce lo dice Gesù Cristo, poi perché il suo regno va oltre i confini della nostra terra, DIO HA CREATO L’UNIVERSO INTERO, spazio infinito che noi non capiremo mai fino a che siamo legati a questa terra. Santificare il suo nome, venerare Dio, adorare Dio, rendere grazie a Dio, a Lui tutto dobbiamo, dalla creazione alla salvezza ed aspettare glorificandolo che siamo accolti nel suo regno. Quindi la vita va oltre questa terra…dobbiamo crederci, e se chiediamo a Dio una fede viva, una fede pura, se abbandoniamo a lui la nostra anima…anche noi avremo questa certezza. Sia fatta la tua volontà…e qui la cosa comincia a diventare tosta….in genere la nostra preghiera invoca Dio di fare la nostra volontà….non che non sia giusto pregare per essere aiutati, anzi, spesso quando la nostra preghiera è serena, convinta e fiduciosa, quello che chiediamo ci viene accordato. A volte però, questo può non succedere, e magari una persona che amiamo tanto, viene a mancare ugualmente, nonostante tutte le nostre preghiere…accorate e sincere…Vuol dire che Dio non ci ama? No certamente no, ma dobbiamo accettare che i disegni di Dio, possono non essere i nostri. Ci sarà un motivo, che noi ora non possiamo capire, anche questo in fondo fa parte del ciclo della vita terrena, e questo è affidare a Dio anche quello che non capiamo. Chiediamo il pane quotidiano…contribuiamo a far si che tutti abbiano il loro?…noi chiediamo per oggi, ma riceviamo in abbondanza, e se invece di pensare solo a noi ci preoccupassimo anche di aiutare gli altri? Noi potremmo essere la divina provvidenza di molte bocche, la medicina di molte malattie, ma spesso il nostro egoismo ci chiude gli occhi sulla fame degli altri….. Chiediamo il pane e Dio ci da il pane…anche la sua parola è pane…ce ne cibiamo? Il suo corpo è pane…ce ne ricordiamo solo alla domenica? E come andiamo a ricevere il corpo di Gesù? -Rimetti a noi i nostri debiti -. .e fino qui ok, ma poi aggiunge Gesù:-come noi li rimettiamo ai nostri debitori…-non è che stiamo suggerendo a Dio come perdonarci, ma gli diciamo espressamente che ci deve giudicare in base a come noi ci comporteremo con gli altri, con il nostro prossimo, in base a quanto noi saremo capaci di perdonare. Io lessi una volta una frase che mi è rimasta stampata in testa…il perdono è un ponte sul quale dovrai passare anche tu…riflettiamo su quanto noi siamo veramente capaci di comprensione e perdono, su quanto siamo capaci di amare. E quando chiediamo di non essere tentati perché lo facciamo se ci sentiamo così forti? Forse perché di fronte alle tentazioni scopriamo tutta la nostra debolezza? Noi senza Dio non siamo nulla, né capaci di nulla, tutto quello che siamo lo dobbiamo a Dio, se siamo capaci di atti eroici, di grandi azioni e anche solo di piccoli sacrifici…è Dio che opera in noi. Ma sulla terra c’è anche il male, c’è anche il principe del male, che lo vogliamo credere o no, c’è e a volte, siamo più attaccati a questa bestia di quanto siamo attaccati a Dio. Basterebbe gridare salvami Signore mio, andare a confessarci …ma che scherziamo…un sacerdote? Un peccatore come me? E perché devo andare a raccontare i fatti miei ad un prete…boni quelli…..e allora come pensare di essere ascoltati da Dio se siamo i primi a mettere dei limiti al suo amore misericordioso. Satana odia i sacerdoti più di ogni altra cosa, li tenta e li distrugge con il nostro aiuto…con le nostre chiacchiere vane, se parlassimo di meno e pregassimo di più per loro ,vedremmo il potere salvifico della preghiera, frutto d’amore ,legame tra Dio e noi. Proviamo ora a pregare…..

martedì 18 giugno 2013

(Mt 6,1-6.16-18) Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

VANGELO 
(Mt 6,1-6.16-18) Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. 
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Parola del Signore

(Mt 6,1-6.16-18) Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di illuminarmi con la tua sapienza, di benedirmi con il Tuo amore e di non farmi mancare mai il tuo appoggio. Per Cristo nostro Signore.

L’ arte dell’apparire non è dei figli di Dio, ma piuttosto lo è quella del silenzio, del fare senza voler ricevere niente in cambio, quella del perdonare anche chi offende.  Essere Cristiani, diventa sempre più faticoso, Gesù scava sempre più dentro di noi, per fare piazza pulita di quello che può deviare la nostra spiritualità,  la nostra condotta, che deve essere veramente sincera per arrivare all’ essenza della fede.
Il vero credente non fa di tutto per sembrare buono, ma è buono… ed è buono perché ama il suo Dio ed il suo prossimo.  Se noi viviamo in una famiglia unita e ci vogliamo bene, ci aiutiamo gli uni con gli altri; se vediamo che nostra Madre o nostro Padre sono preoccupati,  addolorati per il comportamento dei nostri fratelli, cerchiamo di parlare con loro, di fargli capire dove sbagliano, non li cacciamo da casa e non chiediamo di chiuderli fuori; se a nostro fratello serve aiuto, non stiamo neanche ad aspettare che lo chieda, ma senza voler sembrare più in gamba, solo perché abbiamo di più, lo aiutiamo.
Purtroppo tanti nostri atteggiamenti sono sbagliati, perché mentre con una mano aiutiamo, con l’altra pretendiamo di avere riconoscimenti per il nostro gesto.
Come possiamo pensare di fare parte della stessa famiglia, di essere legati all’ amore di Dio, che ha dato la vita per noi e non ci chiede altro che amore.
Lui è stato martoriato, in silenzio, è morto su una croce di legno ruvida che graffiava il suo corpo piagato, e chi lo avrebbe mai sospettato che da duemila anni ancora nessuno riesca a dimenticare quel gesto.
La piccola Teresa Madre di Calcutta, per fare un esempio fra tanti, non cercava gli onori, anzi, era là tra i poveri, i lebbrosi e gli emarginati e cercava solo di alleviare le loro ferite, ma più di tutto, cercava di abbracciare i suoi ammalati, molti dei quali in fin di vita, per non farli sentire soli nel momento del trapasso.
Quello che lei iniziò a fare non aveva evidentemente lo scopo di farla apparire, anzi, gli unici che la avvicinavano erano proprio loro, gli ultimi del mondo, ma il Signore guardava la piccola madre, ed aveva in serbo per lei grandi cose  e così, lei che non fece nulla per apparire, divenne nel mondo l’ immagine stessa della carità.
Fa o Signore, che possiamo somigliare sempre più alla piccola Madre Teresa, che sappiamo come lei riconoscerti nel fratello bisognoso, di un sorriso, di una parola, di un aiuto… fa che possiamo essere le tue mani ed il tuo cuore, belli, puri e mai vanitosi, perché tutto quello che ci viene da te viene direttamente dal cuore.

lunedì 17 giugno 2013

http://www.santuarimariani.org/r-suor-maria-laura-m/10-smlaura-mainetti-tudevi-.htm
“TU DEVI FARE QUALCOSA DI BELLO PER GLI ALTRI”
  (a cura della Congregazione "Figlie della Croce")

Suor Maria Laura è stata uccisa con 19 coltellate la sera del 6 giugno del 2000.
Con un tranello, combinato per telefono, tre ragazze con la scusa che una di loro era in pericolo e aveva urgente bisogno di aiuto, l'hanno convinta a uscire di sera, l'hanno attirata in Via Poiatengo e l'hanno accoltellata.
Chi era Suor Maria Laura?
Maria Laura era il nome da suora. Il suo nome di battesimo era Teresina.
I suoi genitori, Stefano Mainetti e Marcellina Gusmeroli, erano di Tartano (SO)  e facevano i contadiniNel 1931 lasciarono Tartano e vennero ad abitare a Colico.
Nel 1939, all'età di appena 31 anni, Mamma Marcellina morì dopo aver dato alla luce la decima dei suoi figli, precisamente Teresina. La piccola veniva così ad aggiungersi ad altri  5 fratelli e una sorella, poiché tre erano già morti.
La mamma, morendo, lasciò Romilda, la maggiore, che contava 12 anni e Teresina, l'ultima, 12 giorni.
Con tutta la sua buona volontà, Romilda non era in grado di occuparsi anche della piccola, così fu portata a Tartano da una zia.
A 3 mesi una signora di Colico si offrì di prenderla in casa sua.
Nel 1940 il papà si risposò e Teresina, all'età di 8 mesi, potè rientrare in famiglia. Da quel momento fu Romilda ad occuparsi di lei, perché la seconda mamma, che pur le voleva bene, dovette ben presto dedicarsi ai suoi figli che nacquero, anno dopo anno, in numero di sette.
Teresina si rivelò subito molto gracile, tanto più che non trovavano il latte che le andasse bene. Alla fine provarono quello di capra e questo, con soddisfazione di tutti, funzionò. Così Teresina fu allevata col latte di capra.
Nel frattempo era scoppiata la guerra e le condizioni economiche della famiglia diventarono precarie: lavorava solo il papà e le bocche da sfamare erano tante.
II fratello Amedeo, il confidente di Teresina dopo Romilda, dice di lei: "Sentendola spesso piangere, speravo che morisse, così a tavola ci sarebbe stato un piatto in meno da riempire".
Ma la Provvidenza aveva disposto diversamente.
Col tempo si rinforzò e divenne grande, curata e protetta soprattuto dalla sorella maggiore. Anche gli altri le volevano bene, perché era sempre contenta e sorridente.
"Io non ricordo, dice Amedeo, d'aver ricevuto da lei il più piccolo sgarbo o la più piccola offesa. Era molto sensibile e timida e, se per caso il papà alzava la voce con noi o la rimproverava per qualche sbaglio, non rispondeva e non si difendeva, ma si appartava un momento a piangere , per poi ritornare a sorridere come se nulla fosse accaduto."
Il padre era molto severo e imponeva ai figli di andare a Messa tutte le mattine prima di recarsi a scuola. Teresina non frequentò la Scuola Materna, ma all'età di sei anni cominciò la scuola elementare. Anche lei, ogni mattina, doveva assistere alla Messa coi fratelli all'Istituto S. Cuore di Colico, che ospitava una trentina di Seminaristi, alcuni Preti e anche quattro Suore "Figlie della Croce."
La Superiora, Suor M. Amelia, era molto amica della mamma Marcellina e quando questa morì, rimase molta affezionata a tutti , ma specialmente a Teresina.
"Sono convinto, dice ancora Amedeo, che sono state le preghiere di mia mamma e di Suor M. Amelia a far sì che Teresina, dopo le elementari, scegliesse di andare a Parma nell'Istituto delle Figlie della Croce, per frequentarvi le Scuole Medie e le Magistrali".
"Durante le vacanze estive ci trovavamo tutti insieme in famiglia e io ricordo benissimo, racconta ancora Amedeo, che ogni anno la trovavo più buona e generosa.
Avevo scoperto che teneva un diario sul quale scriveva tutti i giorni il suo cammino spirituale. Un giorno, spinto dalla curiosità, approfittai della sua assenza, lo presi e lo lessi. Con meraviglia scoprii chesi impegnava quotidianamente in fioretti, rinunce, gesti di generosità e pratiche spirituali. Da quel momento la stimai ancor più e cominciai a provare per lei una santa invidia".
Verso la fine delle Magistrali comunicò alla famiglia la sua decisione: voleva farsi Suora! Prima però doveva sottoporsi ad una visita medica per accertarsi che fosse in buona salute. Il responso non si fece attendere e Teresina, piangendo, confidò al fratello che le sue Suore di Parma non l’avrebbero mai accettata, perché le avevano riscontrato dei focolai di tubercolosi. Aggiunse però che doveva sottoporsi a un'altra visita, con analisi più accurate.. "Tu prega, disse al fratello, il Signore farà il resto".
Era molto debole, mangiava pochissimo e non si capiva come facesse a stare in piedi.
Due mesi dopo, tutta contenta ed entusiasta, abbracciò il fratello e gli disse che non avevano più trovato tracce di tubercolosi. Il Signore l'aveva esaudita e poteva finalmente coronare il suo sogno!
Fu allora che Amedeo fece con lei un patto: pregare un’ Ave Maria, tutti i giorni, l'uno per l'altra.
Fin da piccola, Teresina dimostrò una grande sensibilità verso i sofferenti. Alla   signora Lilia, una sua vicina di casa, era morta la figlia unica, Laura, che aveva la sua stessa età e Teresina andava a trovarla per farle compagnia e consolarla. Tra loro nacque un rapporto molto bello e affettuoso, tanto che la signora avrebbe voluto adottarla, ma il papà non volle staccarsi da lei, adducendo comescusa che lui non vendeva i suoi figli.
Diventata Suora, Teresina volle chiamarsi Suor Maria Laura per riconoscenza alla signora Lilia e in ricordo di Laura.
Vicino a casa sua abitava anche una ragazza poliomielitica. Andava sempre a trovarla e continuò a farlo anche da Suora.
In casa e a scuola si faceva notare per la sua prontezza nell'obbedire, per la sua docilità e timidezza.
Aveva appena 10 anni quando Romilda si sposò con un giovane non troppo gradito al padre. Teresina ebbe la proibizione di andarla a trovare. Allora, passando davanti alla casa della sorella , si avvicinava alla finestra e la salutava con la mano. Confiderà più tardi a Romilda: "Quanto ho pianto per quella privazione"!
Quando disse ai fratelli che voleva farsi suora, questi provarono a farle cambiare idea  raccontandole  un sacco di fandonie... Ma lei fu irremovibile e non si lasciò influenzare, disse :"Le vostre sono tutte frottole e io mi farò suora."

Teresina si fa Suora
Era ancora molto giovane quando un sacerdote, in confessione, le disse: "Tu devi fare qualcosa di bello per gli altri".
Quella frase la riempì di gioia.... Da quel momento pensò che doveva dare uno scopo alla sua vita e capì che le Suore del suo Collegio le offrivano questa possibilità.
Nell'agosto 1957, all'età di 18 anni e con altre 10 giovani ragazze come lei, iniziò il cammino di preparazione alla vita religiosa e , due anni dopo, Suor Maria Laura era pronta per la sua missione di Figlia della Croce.
Fu per molti anni insegnante elementare a Chiavenna, a Roma, a Parma. E' difficile dire quanti bambini e quante famiglie ha avvicinato e accompagnato   con bontà, pazienza e severità quando occorreva.
I suoi alunni la ricordano con profondo affetto e stima.
Nutriva una predilezione particolare per i giovani. Con loro si sentiva a suo agio e amava intrattenerli sia negli incontri di catechesi come negli incontri casuali.
Durante tutti gli anni della sua permanenza all'Istituto Immacolata di Chiavenna, si è occupata delle giovani Convittrici della Scuola Alberghiera e, negli ultimi anni, le fu affidata anche la responsabilità di Superiora.
Conservava sempre nel suo cuore il ricordo di quella confessione: "Tu devi fare qualcosa di bello per gli altri"!
Tutta la sua vita è stata spesa per gli altri, con particolare attenzione ai piccoli, ai poveri, agli ultimi.
Chi può dire quante cose belle ha realizzato? Non amava farsi pubblicità, parlare di sé, della sua famiglia, del suo lavoro, dei suoi progetti: si donava e basta!
Non era mai stanca... sempre pronta, sempre svelta, leggera, contenta.
Una Suora della comunità la ricorda così: "Era come una pallina che rimbalza da una parte all'altra della casa. La sua ombra ti seguiva ovunque... non facevi in tempo a vederla al primo piano che già la dovevi cercare al secondo".
La sua camera era tutta tappezzata di foglietti-promemoria sparsi un po' ovunque. Appena riceveva una telefonata o una richiesta, la scriveva, perché non voleva dimenticare niente e nessuno. Era solita dire che la memoria ormai cominciava a fare cilecca e bisognava prendere i mezzi per non dimenticare".
Un'altra Suora dice: "Passava tra la gente distribuendo saluti e sorrisi come una buona sorella che si interessa di tutti".
Era molto attenta ai poveri, non per mestiere ma per amore. In loro trovava la "perla preziosa" e dava tutto per averla.
Niente era banale per lei, tutto era amore.
Amava sostare in preghiera nella Cappella dell'Istituto e, quando le era possibile, partecipava con gioia alle celebrazioni in Parrocchia.
Se veniva a conoscenza di qualche ammalato in ospedale o nelle famiglie, si faceva un dovere di andarlo a visitare.
Era felice di essere Ministro Straordinario dell'Eucaristia e lo esercitava volentieri tutte le volte che si presentava l'occasione, sia distribuendo la Comunione in chiesa, sia portandola agli anziani e ammalati nelle case.
(Potrei continuare ancora a lungo, ma termino con questo ricordo) Due o tre giorni prima di morire, incontrando una Suora, esclamò: "Sono felice... Gesù è contento di me. Sì, ho ancora qualcosa da migliorare, ma sono contenta lo stesso".
A me e a voi consegno l’impegno che ha fatto scattare Teresina e che ha sempre avuto presente anche da Suora.
Oggi lei stessa lo ripete a ognuno di noi: "Tu devi fare qualcosa di bello per gli altri"!

(Mt 5,43-48) Amate i vostri nemici.

VANGELO
 (Mt 5,43-48) Amate i vostri nemici.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Parola del Signore

(Mt 5,43-48) Amate i vostri nemici.

LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 
O Dio, fortezza di chi spera in Te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
 La logica che ci lega alla terra è fatta di simpatie e di antipatie, di cose belle e cose brutte, di odio e di amore.  Tutti siamo capaci di provare dei sentimenti, anche gli animali, che sicuramente sono migliori di noi anche in questo. In genere i nostri sentimenti debbono essere corrisposti, ricambiati, perché non siamo proprio abituati a dare gratuitamente, e siamo più inclini all’indifferenza e al rancore che all’amore. Ma noi non siamo solo uomini, siamo anche Cristiani e nella logica di Cristo, l’ amore supera i nostri limiti. 
Ama il tuo nemico, perché Dio lo ama, è tuo fratello.  Se ami Dio, se vuoi condividere con lui il sogno, non puoi essere tu a decidere chi amare, devi fidarti di Dio. Io sono sicura che molte persone che per noi non hanno speranza, saranno invece davanti a noi sulla via del paradiso. Il Signore sa come e quando chiamarci,  ricordate la frase: “ non siete voi che avete scelto me, ma io che ho scelto voi “? 
Poi si,  è vero,  abbiamo il libero arbitrio; la scelta è la nostra, se dire si o no a quella chiamata, ma come con Paolo, così fa con tutti noi, sono solo i tempi ed i modi che differenziano. 
Gesù ci invita ad amare, sempre e nonostante tutto, perché è da questo che si riconosce il Cristiano,  anche i pagani sanno amare chi li ama, ma il Cristiano deve tendere ad amare anche il suo nemico. Abbiamo tanti esempi di gente che ha saputo amare e perdonare come ha fatto Gesù ,un esempio è suor Maria Laura Mainetti.http://www.youtube.com/watch?v=aQB8Pl-CvCM
Dal gesto insano di tre ragazze, all’amore incondizionato della piccola suora, e da allora, tanti piccoli fiori sono fioriti da quel seme d’amore. I disegni del Signore non sono i nostri, ma noi possiamo farne parte nel bene o nel male. Satana propone ma Dio con il nostro aiuto Dispone!
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domenica 16 giugno 2013

Ricucire gli strappi non è un optional.

L'amore è qualcosa che si costruisce insieme all'altro,non è facile,ma quando si ama come vuole il Signore,ci si lascia guidare dalla sua voce e non da quella del rancore,del giudizio o della superbia.
Ricucire gli strappi non è un optional per il cristiano,ma è quella tela che se non si tenta almeno in tutti i modi possibili di ricucire,sarà quella con cui ci presenteremo davanti al Signore.
Fa o Amore Divino,che nel mio abito,quando sarò davanti a te,ci siano rammendi anche grossolani,anche imperfetti,ma fatti con amore e fatica,e non buchi e lacerazioni,con la scusa del "non sono capace".
Io so che non sono capace,per questo chiedo a te di aiutarmi!

(Mt 5,38-42) Io vi dico di non opporvi al malvagio.

VANGELO 
(Mt 5,38-42) Io vi dico di non opporvi al malvagio.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. 
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

Parola del Signore
(Mt 5,38-42) Io vi dico di non opporvi al malvagio.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
O Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, e col tuo Spirito illuminaci. 
Porgi l'altra guancia... non vendicarti, aiuta chi è in difficoltà, sopporta le ingiustizie con pazienza.... certo che poteva dire ancora Gesù. Certo che pretende veramente molto da noi! Eppure tutto ha una sua logica, solo che non è umana. Ma che potevamo aspettarci da chi ha per amore dato la sua vita per noi, da chi mette l'amore e l’obbedienza a Dio, al primo posto.... ma che ne sa Lui? 
Che ne sa di quando ti accusano di essere colpevole di un reato e non lo sei?... lo sa! 
Che ne sa di quando ti fanno un torto, ti tradiscono?... lo sa!
Che ne sa di quando ti schiaffeggiano e ti umiliano davanti a tutti?...... lo sa! 
Che ne sa di quando ti senti solo e tutti gli amici ti abbandonano?... lo sa! 
Gesù non parla per sentito dire, ha provato tutto sulla sua pelle, si è umiliato, fatto uomo per portarci nel suo regno, che è quello dell'amore incondizionato, dove c' è amore vero, per tutti gli uomini, e non ci può essere altro. 
Se negli uomini è insito il desiderio di prevalere, in Gesù quello di far prevalere e la cosa che deve essere prevalente è proprio l'amore. - Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno -   è stata la sua ultima preghiera.... 
Come poter seguire Gesù senza accettare di fare quello che lui ha fatto, non ha senso, perché non riusciremmo a fare molta strada, anzi ,rischieremmo di sbagliare completamente direzione, perché significherebbe mettere il proprio orgoglio davanti all’amore per Dio e per il prossimo.
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Concordanza con “ l’evangelo come mi è stato rivelato di Maria Valtorta “

sabato 15 giugno 2013

(Lc 7,36-8,3) Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.

VANGELO
 (Lc 7,36-8,3) Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». 
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Parola del Signore.

(Lc 7,36-8,3) Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.

LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 
O Dio, che non ti stanchi mai di usarci misericordia, donaci un cuore penitente e fedele che sappia corrispondere al tuo amore di Padre, perché diffondiamo lungo le strade del mondo il messaggio evangelico di riconciliazione e di pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo... 
Una donna entra nella stanza. Tutti la guardano e la giudicano, solo Gesù non la sta giudicando, perché lui non vede la peccatrice, ma la donna che ha molto amato, che ama…
Gesù va dritto al cuore,vede questa donna che piange e che si getta ai suoi piedi, non sa neanche chiedere perdono, sta lì muta e piangente, con i suoi profumi, che esalano, come la sua anima è lì, che esala al Signore la sua preghiera. Gesù mette ancora una volta al centro l’ amore, quando uno ama è più importante di tutto, e ogni cosa può essere perdonata in nome dell’ amore. La parabola dei due debitori a cui veniva condonato il debito, serve a Gesù per spiegare che non fa differenza se il debito è poco o tanto per il creditore, ma è la risposta che è diversa, a chi è condonato di più, sarà più riconoscente. Quanto dobbiamo essere riconoscenti noi che siamo peccatori a Gesù che ci ha perdonato prima ancora che gli chiedessimo perdono. Quanto vorrei mio Signore lavare i tuoi piedi insanguinati dai miei peccati con le lacrime del mio pentimento… ma forse non sono capace neanche di questo amore mio, non sono neanche cosciente di quanto ho peccato e, di  quanto continuo a peccare. Perdonami, tu che sai leggere il mio cuore, fa che a te esali il mio pentimento come profumo, sopra alle brutture del mio cuore.

venerdì 14 giugno 2013

(Mt 5,33-37) Io vi dico: non giurate affatto.

VANGELO 
(Mt 5,33-37) Io vi dico: non giurate affatto.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno».

Parola del Signore

(Mt 5,33-37) Io vi dico: non giurate affatto.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito ed impregnami di umiltà, fammi conoscere la giustizia dei tuoi insegnamenti e fammela aderire al corpo come una seconda pelle.
Fa che quest' alleanza che faccio con te, sia sincera e duratura, e che mai io venga meno all'aderire ai tuoi comandamenti. Proteggimi dalla voglia di agire come io voglio e imprimimi in me l'azione del Tuo Santo pensiero.
Il nostro parlare sia si,si;no,no.
Ripetuto due volte perché al parlare corrisponda l'azione,che ad esso è legata.
Una delle più comuni accuse che si fa alle persone che frequentano le varie chiese,è proprio quella dell'incoerenza tra il dire ed il fare, ed è una critica che condivido in pieno, perché tutti parliamo bene,ma razzoliamo male.
Ogni giorno mi trovo a combattere con questa incoerenza che esce fuori in ogni occasione, noi spesso estrapoliamo dalla Bibbia quello che ci fa comodo ed omettiamo di ricordare quello che invece ci riesce poco e niente.
"Il di più viene dal maligno" tremenda affermazione,ma da prendere molto sul serio. Non si deve neanche cercare di alterare la verità per convincere o per convincerci che quello che diciamo è giusto,ma semplicemente attenerci ai fatti e alla parola di Dio.

(Mt 5,27-32) Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio.

VANGELO 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’ adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

Parola del Signore

(Mt 5,27-32) Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio.


LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA
Eccomi Signore, sono qui per conoscere le tue vie ed illuminarmi all'ascolto della tua parola. Fa che io  possa sempre seguirle con tutta me stessa.
 
Dio non si accontenta di avere le briciole del nostro amore, vuole che decidiamo per donarci completamente a Lui.
La nostra scelta non può essere sempre fatta solo in base a quello che ci conviene, a quello che ci riesce più facile.
Spesso ascoltiamo la parola di Dio e poi pensiamo che in fondo non ci riguarda, perché non dobbiamo diventare santi, perché non siamo in grado di vincere tutti i nostri vizietti e abitudini. Perché dovremmo cambiare, in fondo non facciamo niente di male,non uccidiamo nessuno, se ci siamo lasciati con la moglie o il marito, era perché era impossibile sopportarci, e se a volte facciamo cattivi pensieri sulle donne degli altri, che male c'è, guarda come vanno in giro...con tutto di fuori!!!
Giorni fa, mi è capitato di parlare con un vecchietto che andava spesso a prostitute, senza minimamente rendersi conto che faceva peccato. Lui pensava nella sua piccola testolina, che bastasse usare le dovute precauzioni per non prendere le malattie per stare al sicuro. Ho pregato con lui e gli ho spiegato che quelle donne che si prostituiscono, non sono degli oggetti che si possono usare, solo perché disponibili; che anche se Dio ha creato l' uomo e la donna,gli ha detto di unirsi per formare una famiglia, non per fare i loro comodi e dare libero sfogo ai loro istinti.Se prima fingeva di ignorarlo,ora non potrà più farlo.
Oggi purtroppo, siamo andati un po' troppo oltre nella ricerca della libertà, quanti Adamo ed Eva disobbedienti ci sono in noi, Dio solo lo sa; vedere alcune cose come permesse, come il male minore,ci porta spesso a sbagliare strada,e questo può andare bene per il nostro corpo,ma certamente non va bene per la nostra anima. Credetemi, non voglio fare il solito discorso condito dal  bigottismo più sfrenato, so benissimo quanto sia invitante il peccato,apposta si chiama "tentazione", ma quello che invece voglio ricordare con voi, è che si può vincere sul peccato e ci si può sentire ancora più appagati che nel commetterlo.
La pace che il Signore ci offre, vale molto più di tante inutili lotte con noi stessi; decidere per Dio significa vincere sul peccato, chiedere a Gesù di assisterci, e di perdonarci se non riusciamo ad essere migliori,ma di darci la forza di insistere, perché non possiamo sempre rimanere a metà,tra bene e male,tra Dio e mammona,tra cielo e terra. Non importa cosa abbiamo fatto fino ad oggi,è quello che decidiamo di fare ogni giorno che ci cambia la vita.
San Paolo uccideva i cristiani,ma divenne uno degli apostoli più grandi di Gesù; Sant'Agostino lottava per non lasciarsi andare all'amore di Dio....poi scelse per Dio ed abbandonò la sua vita dissoluta.
Sono le scelte definitive che danno un senso alla vita, non il sopravvivere a noi stessi.