domenica 3 febbraio 2013

(Mc 5,1-20) Esci, spirito impuro, da quest’uomo.


VANGELO 
(Mc 5,1-20) Esci, spirito impuro, da quest’uomo.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

Parola del Signore
(Mc 5,1-20) Esci, spirito impuro, da quest’uomo.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
 Vieni, o Spirito di Consiglio e di Fortezza, e rendici coraggiosi testimoni del Vangelo ricevuto.  Fa che tutto quello che è mio non conti più nulla e quello che viene da Dio s’ impossessi della mia mente e del mio cuore.

Questa scena descritta da Marco, ci racconta il seguito della scena precedente, quando Gesù sulla barca con i discepoli, calma la tempesta. Eccoli, finalmente sull’ altra riva, che è descritta piena di sepolcri tra i quali si aggira un uomo posseduto dagli spiriti impuri. Una terra di morti e spiriti immondi, che avevano provato a contrastare l’arrivo di Gesù su quella spiaggia, provocando la tempesta, perché sapevano che con il suo arrivo sarebbero dovuti andare altrove.
Proviamo a mettere in relazione questo posto così inospitale, con qualcosa che invece conosciamo bene, tipo la nostra vita, la nostra cerchia d’amicizie, le nostre serate passate cercando di divertirci ad ogni costo, i nostri giri tra lazzi e vizi.  Quell’ essere indemoniato gridava e si percuoteva con delle pietre, perché è così che il diavolo agisce; ti fa fare cose che ti fanno del male, ti fa compiere azioni distruttive perché il suo godimento e vederti schiavo dei tuoi peccati, dei tuoi vizi.
Appena vede Gesù, lo riconosce e si getta ai suoi piedi, pregandolo di non scacciarlo da lì. Non pensate ad un diavolo poverino che può far pena, ma piuttosto alla falsità con la quale si pone. Non sta cercando com’ essere umano di sopravvivere, ma com’ essere diabolico, di continuare a colpire, di fare del male   all’ uomo per colpire Dio e quello che succede dopo, ci deve far riflettere e non poco, sulla capacità del male di insinuarsi nella nostra vita.
Infatti, non è un solo spirito maligno, ma addirittura una legione di diavoli che si schiera davanti a Gesù, i quali, non potendo lottare contro di lui, lo implorarono di mandarli nei corpi d’alcuni porci che erano lì vicino.
Questo chiedere a Gesù il permesso per entrare in quei corpi mi porta a considerare che Dio permette le prove e per quanto scomodo sia dire questo, mi sembra e non solo in base a questa scrittura, ma anche ad altri passi della Bibbia, come il libro di Giobbe che io leggo ogni giorno, che questa sia una realtà con la quale dobbiamo fare i conti. Così fece e subito i porci si buttarono in mare e perirono.
Ed ecco che gli abitanti dell’ isola, avvisati dai mandriani, accorsero per vedere quello che era successo, e non ne furono per nulla felici, anzi, in un mondo in cui tutto è basato sugli interessi, quei maiali rappresentavano la ricchezza, ed allora, della salvezza di quell’ uomo non interessa a nessuno.
Gesù non riceve ringraziamenti e tutti gli chiedono di andarsene, perché non accettano la perdita dei loro averi . Nessuno è disposto a perdere le cose alle quali tiene, gli interessi valgono più della vita umana e questa è, purtroppo la vita di tutti i giorni. La triste realtà con la quale ci scontriamo nel mondo d’oggi, ma che a quanto pare, di sempre!



sabato 2 febbraio 2013

(Lc 4,21-30) Gesù come Elia ed Eliseo è mandato non per i soli Giudei.


VANGELO
(Lc 4,21-30) Gesù come Elia ed Eliseo è mandato non per i soli Giudei.
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Parola del Signore
(Lc 4,21-30) Gesù come Elia ed Eliseo è mandato non per i soli Giudei.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

O Signore, tienimi accanto, entrami dentro il cuore e porta la luce della tua parola, perchè anch' io possa vedere ,le meraiglie del tuo amore.A volte mi addolora vedere quante persone ancora dubitano, quante dicono di non credere, o quante dicono di credere,ma si comportano nella realtà come se Gesù non avesse mai  parlato.Le sue parole risuonano nella sinagoga, oggi nella Chiesa, eppure sembra che in pochi le ascoltino per farle proprie e metterle in pratica.Sono più le lotte, i diverbi, le dispute che si propagano nelle comunità cristiane, che l' amore, la misericordia e la carità.  Vediamo persone che sembrano non aver capito nulla di Cristo, eppure si arrogano il diritto di criticare e giudicare gli altri. Vediamo altre persone, miti ed umili di cuore, che servono in silenzio, senza vantarsi di fare in continuazione. Gesù è venuto, ha parlato e molti, che si sentono i primi nel tempio, continuano a seminare zizzania.Preghiamo per noi e per loro,per non lasciare che queste cose ci coinvolgano,ma lasciamoci penetrare fino in fondo dalla parola di Gesù; ne va la nostra salvezza!

venerdì 1 febbraio 2013

(Lc 2,22-40) I miei occhi hanno visto la tua salvezza.


VANGELO 
(Lc 2,22-40) I miei occhi hanno visto la tua salvezza.
+ Dal Vangelo secondo Luca

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servovada in pace, secondo la tua parola,perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,preparata da te davanti a tutti i popoli:luce per rivelarti alle gentie gloria del tuo popolo, Israele».Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Parola del Signore.

(Lc 2,22-40) I miei occhi hanno visto la tua salvezza.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio, vorrei tanto che questa quaresima significasse fra noi l' incontro magico della vera conoscenza del tuo amore. A volte ti sento così vicino, altre irraggiungibile, fa che il Tuo Spirito, resti su di me, in me e mi faccia vedere tutta la luce che emana da Te, che io mi lasci penetrare da essa. Per Cristo nostro Signore. Amen.

La presentazione di Gesù al tempio, atto dovuto che ci fa vedere come Maria e Giuseppe, pur essendo coscienti di essere cari al Signore, di essere stati scelti, per un compito, del quale ancora non comprendono bene il fine, non cercano di sfuggire le regole della legge giudaica, sotto alla quale sono cresciuti, ma anzi la onorano e in questo modo la fondono con la venuta del Messia.
E’ Gesù il tanto atteso, se ne accorge subito il vecchio Simeone che era un uomo saggio e giusto, ripieno di Spirito di Dio, che profetizzò alla Madre che per quel figlio avrebbe sofferto moltissimo e se ne accorse Anna,  una vecchia vedova che dedicava la sua vita al tempio. Quel bambino avrebbe salvato l’umanità, con il suo sacrificio sulla croce, ma avrebbe prima spiegato da allora e per sempre agli uomini come entrare nel regno di Dio.
Ci avrebbe dato tutte le armi e gli strumenti necessari per comprendere e solo chi voleva rimanere cieco e sordo, chi non cerca la salvezza, ma mette dei paletti alla conoscenza del Signore,non lo riconosce. Simeone e Anna che invece erano vigili e immersi nella preghiera,  mettevano Dio ed il suo tempio, la sua comunità al primo posto, non si lasciano sfuggire l’occasione di ammirarlo ed adorarlo.La Chiesa ci propone con le ceneri il richiamano il digiuno e la penitenza. È un gesto di umiltà e di realismo. Un digiuno finalizzato. "Non digiuniamo per la Pasqua, né per la croce, ma per i nostri peccati, perché stiamo per accedere ai misteri" (San Giovanni Crisostomo). Sant’Agostino: "Il digiuno veramente grande è l’astinenza dalle iniquità e dai piaceri illeciti del mondo; questo è il digiuno perfetto". La pratica del digiuno,non è un optional che abbellisce il nostro aspetto esteriore di bravi cristiani, anzi, deve essere concepita proprio nel senso opposto. Abbiamo spesso affermato, che quello che il Signore vuole da noi, è una vera fede, non fatta di apparenza e di esteriorità e quello che deve essere il nostro intento, è proprio entrare nella profondità della fede. Il digiuno serve per capire quanto siamo schiavi delle cose materiali, quanto quello che ci succede intorno in fondo non ci tocca l'anima perché non ci tocca personalmente. Non cerchiamo di sembrare migliori, cerchiamo di diventarlo, per noi stessi, per poter godere delle grazie che il Signore ci elargirà, solo in base a quanto noi ci affideremo a Lui. Viviamo questi 40 giorni in vera preparazione alla Pasqua, seguendo Gesù nel deserto, cercando di affrontare le tentazioni e di vincerle, provando ad entrare nel mistero della comunione con Cristo.
Non può essere una cosa che ci rattrista, ma anzi, se veramente si riesce a viverla con profondità, ci darà talmente tanto, che nessun sacrificio ci sembrerà tale. La gioia di avvicinare il nostro spirito al Signore, nel silenzio, nell'umiltà, nella verità; non come i farisei, solo per seguire le regole, ci potrà riempire di consapevolezza, ci potrà far capire quanto siamo fragili,perché senza la forza dello Spirito Santo noi non siamo niente. Il gesto che il sacerdote compie su di noi in chiesa di segnarci con le ceneri, serve a ricordare in modo provocatorio, che tutto quello che noi siamo appartiene a Dio, che il nostro corpo tornerà alla polvere,perché verrà consunto dalla morte, ma che la parte eterna di noi, vivrà con Cristo, la Pasqua della resurrezione. La nostra fede in Gesù è una fede nella speranza della vita eterna, che passa attraverso le tribolazioni della passione di Cristo, dovute al nostro rifiuto di riconoscerlo re della nostra vita, ed allora tutto quello che noi viviamo, lo possiamo vivere con Lui o senza di Lui, resta una nostra scelta fidarci o continuare a cercare di vivere senza ascoltare la sua parola, resta una scelta, ma spero che insieme potremo fare la scelta definitiva, quella che ci farà decidere per Cristo, attraverso il digiuno, (che la chiesa propone mercoledì delle ceneri e venerdì santo) la preghiera e la carità.

giovedì 31 gennaio 2013

(Mc 4,26-34) L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.


VANGELO 
(Mc 4,26-34) L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva : «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio, datore dello Spirito Santo, aiutami a capire e attuare nella mia vita, quello che tu mi insegni col vangelo. Amen

Gesù, si esprime con parabole, non perché ci vuole complicare la vita, ma per semplificarcela. Tutto quello che lui insegna, è nuovo agli occhi dei suoi discepoli e della gente che lo ascolta, eppure ci parla di una legge antica, nata con la fede in un unico Dio, la fede dei patriarchi.  Non è che ci volesse insegnare una nuova religione, ma sembra tutto così nuovo, perché è con la sua venuta che ha fatto nuove tutte le cose.
E’ il maestro che ci parla, che ci guida con amore verso la comprensione delle sue parole, che ci prende per mano e ci conduce nel regno di Dio. Nella prima parabola, ci tranquillizza parlando del seme che cresce e germoglia pur senza il controllo del contadino e lo fa perché vuole che non ci affanniamo a pensare a ragionare, a cercare di voler essere noi che mettiamo a frutto i suoi insegnamenti, ma verrà tutto naturalmente, noi dobbiamo solo essere terra buona dove far seminare la sua parola, il resto verrà con i tempi ed i modi che al Signore piaceranno, senza voler essere noi a guidare, ma affidandoci a Lui.
Non preoccupiamoci dunque della nostra piccolezza, del nostro essere ignoranti e miseri, ma diamo al Signore la possibilità di far crescere in noi una grande fede e vedremo meraviglie.
Quello che conta, non è chi siamo, ma quanto siamo disposti a far posto al Signore nella nostra vita. Sarà questo che ci farà crescere nella fede e trasformerà la nostra vita in un turbine di emozioni e di amore e migliorerà non solo noi, ma anche quella delle persone che verranno in contatto con noi,  perché la fede vera,ha una luce particolare, che attira chi la intravede nelle nostre parole e nelle nostre azioni.

mercoledì 30 gennaio 2013

(Mc 4,21-25) La lampada viene per essere messa sul candelabro. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.


VANGELO
 (Mc 4,21-25) La lampada viene per essere messa sul candelabro. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva : «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio, luce della mia vita, fa che io possa saper attingere alla luce del tuo Spirito e sappia riflettere con le mie parole e la mia vita la tua luce. Per Cristo,nostro Signore. Amen!

Bellissimo questo brano, oserei dire .... illuminante!
E cosa c' è di più illuminante della parola Di Dio, della luce dello Spirito che ci parla ogni giorno da sempre. Vivere il vangelo, vivere la parola, ci portano a vedere tutto con occhi diversi, con gli occhi dell' amore, perchè è Gesù che per primo ci ha amato, talmente tanto da riuscire a trasmettere quell' amore anche a noi.
Se questa trasmissione non avviene, vuol dire che c'è ancora in noi qualcosa del vecchio uomo che non vuole andare via, forse qualche piccolissima cosa che non riusciamo ad individuare, ed ecco che non ci sentiamo degni abbastanza per poter manifestare la nostra fede .... la teniamo nascosta, come una lampada tenuta spenta.
Amici miei, nessuno è perfetto, e come si dice a Roma, nessuno nasce imparato, quella lampada dobbiamo tenerla davanti a noi , perchè prima di tutto illumini il nostro cammino, in maniera che ci faccia vedere per primi i nostri errori, il nostro peccato.Una volta individuato, estirpiamolo con l' aiuto del Signore, con la preghiera a Lui e con la nostra volontà di essere migliori,  allora daremo il buon esempio, saremo coerenti con le nostre parole. Se qualcuno ci muove delle critiche, non ci arrabbiamo, ma valutiamo bene, perchè può darsi che abbia un filo di ragione; io adoro chi mi riprende quando sbaglio, se anche non lo facesse con amore, sta sicuramente facendo il mio bene, mi fa vedere le cose dal suo punto di vista, e liberato il cuore, alla luce, posso vedere se c' è un fondo di verità al quale attingere per migliorare.
La parola del Signore ci faccia arrivare ad essere migliori, ad amare anche il nostro errore perchè ci fa crescere, ed allora saremo sempre più lucenti, sempre un pochino di più, fino a riflettere la luce del Signore. La fede è un dono meraviglioso, è la nostra lampada, non teniamola nascosta in casa, usciamo fuori, dove anche un cerino può indicare la strada nel buio di chi è lontano e disperato.

martedì 29 gennaio 2013

(Mc 4,1-20) Il seminatore uscì a seminare.


VANGELO
 (Mc 4,1-20) Il seminatore uscì a seminare.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

Parola del Signore
(Mc 4,1-20) Il seminatore uscì a seminare.( Mercoledi 30 Gennaio )


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Spirito Santo, penetra nel mio piccolo cuore e riempilo di sapienza divina, fammi comprendere, attuare e vivere la tua parola; sii tu la mia vita in me.  Grazie. Amen.

La parabola che Gesù ci offre oggi da ascoltare, è proprio rivolta a noi.
Siamo noi quel popolo che sta ascoltando la parola del Signore, seduto sulla barca, egli è lì, ci sta spiegando che la sua missione è quella di farci capire che l’ amore deve venire prima di tutto. Ce lo sta dicendo in tutti i modi, e ce lo ripete da 2000 anni, su quello che egli ha fatto per noi, basata la nostra salvezza,e noi?
Noi siamo terra arida su cui il seme della sua parola muore o siamo terra morbida su cui riesce a germogliare? Ci facciamo distrarre dalle mille cose,per cui tutto quello che sentiamo,  ci sfiora appena?Oppure ancora, crediamo di aver capito tutto e alla prima difficoltà ci tiriamo subito indietro?
Molti si fermano vicino a Gesù e lo ascoltano. alcuni lo seguono per un po', ricalcano le sue orme. Le difficoltà non mancano alcuni  continuano a stare lì, aggrappati a quella parola di salvezza, e non si scoraggiano.Forse troppo pochi, forse più di quello che sembra, o forse meno di quello che sembra… sapete perché uso questo “sembra”, perché nessuno di noi può sapere chi veramente segue Gesù nel suo cammino, nessuno di noi comprende quello che è eramente nel cuore dell'uomo e tanto meno il disegno di Dio per ognuno di noi.Ho sempre in mente le parole di Gesù: " Padre ,perdona loro ,perchè non sanno quello che fanno! " Questa frase mi fa comprendere che noi non possiamo capire il ero senso delle cose, ci fermiamo alle apparenze e allora penso che tutti dovremmo provare a percorrere la nostra strada, e se capita, potremmo dare una mano a chi ci è accanto, pensando solo a seminare in abbondanza,senza curarci del raccolto.Chissà, magari  quel seme cresce nel cuore del nostro fratello, ma se lo vediamo soffocare da incertezze  e pregiudizi, preghiamo perché la nostra azione non termina lì, ma continua con la preghiera perchè lo Spirito del Signore agisca su di lui e lo aiuti a liberarsi. Chi ha ricevuto il dono della fede, non si senta superiore agli altri, ma servo degli altri, altrimenti, non sta seguendo Gesù, ma sta camminando per conto suo.Vivere la fede vuol dire anche vivere il perdono, non giudicare, non escludere, non condannare, amare tutti i fratelli, anche quelli che ci fanno del male.Lo so che è difficile, che inciampiamo in continuazione su noi stessi, sui nostri peccati e sulla nostra superbia che non ci fa vedere dove sbagliamo noi, ma che mette ben in risalto i difetti degli altri.Preghiamo per restare con i piedi ben piantati per terra, per sprofondare nelle impronte di Gesù, e non lamentiamoci sempre di non essere capiti, di essere feriti, ma ringraziamo il cielo di queste opportunità che ci faranno crescere in umiltà e grazia.

lunedì 28 gennaio 2013

(Mc 3,31-35) Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre.


VANGELO
 (Mc 3,31-35) Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre.
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidami nella riflessione di questo brano  di Vangelo, fa che io possa viverlo insieme a Te ed a Gesù,nell'intensità di queste poche righe piene di significati.
Gesù era talmente preso dalla sua missione che Lui e i suoi discepoli  non riuscivano neanche a mangiare.
Immaginate Maria poverina che dal momento della sua nascita si chiedeva che cosa sarebbe stato di lui!
Essere la madre di Gesù, certamente non è stato un compito facile, gli scribi dicevano che era indemoniato, gli altri che era pazzo perché si dava anima e corpo al popolo e non si preoccupava di lui stesso, ma la risposta che Gesù dà è sicuramente quella di chi sa perfettamente quello che sta facendo. Dopo le nozze di Canan, in cui Gesù chiamò sua madre donna, oggi ancora di più,con le sue parole compie un gesto importantissimo, inserendo se stesso nella nuova famiglia umana.Tutti, ma proprio tutti quelli che fanno la volontà di Dio, sono suoi fratelli.Per i contestatori queste righe spesso vengono  contestate ,asserendo  che la Scrittura parla di fratelli e di sorelle di Gesù [Mc 3,31-35; Mc 6,3; 1Cor 9,5; Gal 1,19]. La Chiesa ha sempre ritenuto che tali passi non indichino altri figli della Vergine Maria: infatti Giacomo e Giuseppe, “fratelli di Gesù” (Mt 13,55) sono i figli di una Maria discepola di Cristo [Mt 27,56], la quale è designata in modo significativo come “l'altra Maria” (Mt 28,1). Si tratta di parenti prossimi di Gesù, e nell'ebraico non si usano parole come le nostre per indicare fratello o cugino,ma un'unica parola che ha lo stesso senso. 
Per Gesù  è un impegno sottomettersi completamente alla volontà del Padre, e così è per sua Madre dal momento del suo Si; come deve essere così per tutti quelli che scelgono di appartenere a questo miracolo d’ amore che è la famiglia di Dio.
 Non  stato facile per loro e ancor più difficile è per noi, che non riusciamo a mettere Dio al primo posto nella nostra vita, ma questo è il cammino che dobbiamo cercare di fare, quello in cui Gesù e Maria ci guidano.

domenica 27 gennaio 2013

Preghiera per noi

Stasera voglio fare un'unica preghiera per noi tutti che siamo Chiesa.
Dio non ci vuole separati,divisi,rancorosi,superbi,ma ci vuole uniti in nome dell'amore.
Lo stesso amore per cui siamo stati creati,senza fermarci a giudicarci gli uni con gli altri,e tanto meno a condannarci, perchè non spetta a noi il giudizio.
Se tutti gli uomini agissero nell' interesse dell' amore,nel nome di Dio,vivremmo in pace ed armonia.
Il nostro nemico non è l'uomo che la pensa diversamente da noi, il nostro nemico è il male che prende il sopravvento sulla nostra debolezza e fragilità.
Per questo voglio pregare perchè si abbattano tra gli uomini tutti i muri della diffidenza e dell'odio e si ergano muri in difesa contro il male.
Maria ,Madre di Gesù e Madre nostra,noi siamo piccole creature fragili e insensate. Intercedi per noi presso tuo Figlio e presso Dio,perchè l'azione dello Spirito Santo ci riunisca tutti in un solo corpo e in un solo spirito,difendeteci dal maligno che crea divisioni sfruttando le nostre debolezze,rendeteci saldi nella fede e ferventi nella preghiera.
Fa o Maria che la nostra vita diventi simile alla tua,impastata di preghiera e di mitezza.

(Mc 3,22-30) Satana è finito.


VANGELO
 (Mc 3,22-30) Satana è finito.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».

Parola del Signore

(Mc 3,22-30) Satana è finito.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni  o Santo Spirito a far luce nella nostra vita, fa che la parola di Dio ci unisca e che non la usiamo per dividerci. Fa che lasciamo a Te il giudizio e che pensiamo solo a portar frutti alla Tua mensa.

Pregare per l’unità dei cristiani,  può anche sembrare inutile; sembra quasi che non ci sia popolo più diviso del popolo di Dio. Difficile accettare di riconoscere Gesù come il re della nostra vita, non ci porta al potere, anzi , ci insegna a non fare del potere il nostro dio; non ci porta alla pace, perché ci sentiamo sempre messi in discussione da tutti; eppure Gesù è l’unico che ci porta a Dio.
Se potessimo immaginarci come atleti che camminano verso la stessa meta, ci troveremmo a farci gli sgambetti uno con l’altro, a indicarci sbagliando la strada o la scorciatoia per arrivare, ci fermeremmo a discutere, invece di aiutarci l’un l’altro ad andare dritti verso la meta.
L’uomo divide, ma Gesù ci vuole tutti riuniti sotto a quella croce, tutti amati, tutti perdonati.
Non viene da Dio la divisione, ma spetta a Gesù il giudizio, e non a noi che invece ci diamo più da fare per giudicare e condannare che per pregare.
Già dai primi discepoli c’erano incomprensioni, ricordiamo il passo :
La divisione nasce dal voler parlare per se e non per Cristo, nel voler agire in Suo nome e non far agire lo Spirito Santo,quando anziché lasciarci guidare dalla parola di Dio, seguiamo il nostro egoismo ed il nostro orgoglio.  La condivisione della stessa fede e dello stesso amore, crea comunione, amicizia e vera gioia.
Una  fede forte in Cristo, sarà sempre rafforzata dall’unione nello stesso Spirito, negare beffardamente la verità, è negare lo Spirito Stesso.

sabato 26 gennaio 2013

(Lc 1,1-4; 4,14-21) Oggi si è compiuta questa Scrittura.


VANGELO
 (Lc 1,1-4; 4,14-21) Oggi si è compiuta questa Scrittura.
Dal Vangelo secondo Luca

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:«Lo Spirito del Signore è sopra di me;per questo mi ha consacrato con l’unzionee mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,a proclamare ai prigionieri la liberazionee ai ciechi la vista;a rimettere in libertà gli oppressie proclamare l’anno di grazia del Signore».Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». 

Parola del Signore

(Lc 1,1-4; 4,14-21) Oggi si è compiuta questa Scrittura.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA

Ti prego Signore, aiutami a leggerti sulle labbra del cuore, ad entrare in comunione con Te grazie allo Spirito Santo, a farmi abbracciare da te e a restituire questo abbraccio.

In questo brano è Luca che ci parla di Gesù; lui che non l’ ha conosciuto, ma ne ha solo sentito parlare, eppure è rimasto talmente sconvolto da questa conoscenza che ha deciso di indagare, di scoprire chi è veramente Gesù ed è andato ad interrogare coloro che lo avevano conosciuto. Quello che gli viene raccontato e che ci riporta è un episodio, che può sembrare a prima vista insignificante, ma è giusto fare un  paragone con la prima lettura . Esdra, srotola le letture e celebra Dio, con tutti i devoti e le persone che sapevano intendere, egli che stava su di una tribuna costruita apposta per lui e benediva il Signore.Ci viene fatto notare come il giorno del Signore fosse realmente celebrato da tutto il popolo , che si prostrava a terra e ringraziava  "Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge."  
Gesù invece entrò nella sinagoga, e preso il rotolo delle scritture, lesse e , sicuramente non a caso, questa lettura:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’ anno di grazia del Signore».
Era il suo modo di presentarsi,senza indugi,e sicuro di se disse mentre gli occhi di tutti erano fissi su di lui
«Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Gesù era ed è così, non conosce mezze misure, ci viene incontro, ma non ci dice quello che ci può fare più comodo, ci dice quello che è perché è con lui che si compie la promessa della sacra scrittura.
Gesù non è uno che perde tempo in cerimoniali, ma si muove, è azione, è parola che penetra nella nostra vita e la cambia, senza tanti ragionamenti, ci chiede di seguirlo e di avere fiducia in lui e di muoverci con lui. La seconda lettura ci esorta a non fossilizzarci sulle nostre diversità, nè sulle mancanze di qualcuno, ma di unire con spirito di comunione, tutti i nostri sforzi per essere eramente un unico corpo in Cristo. Se i membri di una Chiesa seguono veramente la parola di Dio e la fanno propria, quello che ne risulta è gradevole agli occhi e al cuore, ma se ognuno pensa a criticare quello che gli altri fanno o non fanno, non c' è altro che confusione e disarmonia. Se siamo Chiesa, non significa che siamo perfetti, ma che tra noi c'è  Gesù Cristo.  Stiamo ben attenti a non occuparci troppo di noi stessi e di come appariamo, ma di vedere come gli altri riescono a riconoscere attraverso di noi , l' azione dello Spirito Santo e dell' amore di Dio.

venerdì 25 gennaio 2013

(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.


VANGELO
 (Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Parola del Signore
(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore Gesù, che hai aiutato l’ apostolo Luca a scrivere con tanto amore di Te attraverso lo Spirito Santo, aiuta anche me ti prego, fammi conoscere ogni minima cosa tu ritenga io debba conoscere, secondo la tua volontà. Grazie amen.

Non serve essere dotti, capaci o santi per servire il Signore, con queste parole Luca ci ricorda che quello che viene chiesto ad un discepolo, non è prendere, ma lasciare. Il discorso forse è un po’ forte, ma anche se non preso alla lettera, il senso è molto chiaro. Non attaccatevi a nulla di terreno, perché non vi serve ed anche per distinguerci dagli altri. Al tempo di Gesù, c’ erano diversi movimenti religiosi : esseni, farisei, zeloti. Anche loro cercavano un nuovo modo di convivere in comunità ed avevano i loro missionari. Ma costoro, quando andavano in missione, erano prevenuti. Portavano bastone e bisaccia per mettervi il proprio cibo. Non si fidavano del cibo che non sempre, secondo loro,  era “puro”. Al contrario degli altri missionari, i discepoli di Gesù ricevono raccomandazioni diverse che ci aiutano a capire i punti fondamentali della missione di annunciare la Buona Notizia. Gesù li obbliga a confidare nell’ ospitalità. Perché chi va senza niente, va perché confida nella gente e pensa che sarà ricevuto. Con questo atteggiamento loro criticano le leggi di esclusione, insegnate dalla religione ufficiale e mostrano, mediante una nuova pratica, che avevano altri criteri di comunità. Devono partecipare alla vita ed al lavoro della gente, e la gente li accoglierà nella sua comunità e condividerà con loro casa e cibo. Ciò significa che devono aver fiducia nella condivisione, spieghiamo ora la critica contro coloro che rifiutano il messaggio: scuotere la polvere dei piedi, come protesta contro di loro, perché non rifiutano solo qualcosa di nuovo. Sembra che Gesù, invece, inviti a scuotere qualcosa che i discepoli proveranno dentro di loro al momento del rifiuto. Vuole che escano da quella casa in pace, senza rancore, senza disprezzo, senza rimpianto, perché loro saranno stati portatori di relazione, di incontro, di Parola di salvezza. Il rifiuto è una chiusura di possibilità, ma non dovrà mettere in discussione la loro fede, il loro aver camminato a lungo in nome di questa e la loro testimonianza. Scuoteranno, allora, la polvere della delusione da sotto le scarpe, scuoteranno la polvere dell’ attaccamento e dell’ ostinazione, della stanchezza per non essere riuscita a trasmettere il tesoro che portano dentro, per riprendere, poi, il cammino con speranza e per essere nuovamente pronti a creare ponti di relazione, nel nome di Gesù, Ponte di relazione tra il Padre e l’umanità. Perché Gesù non manda ognuno per conto proprio? Li manda a coppie, perché nessuno può fare verità da solo. L’ andare è sempre dialogico, coniugato.  Andranno in due perché per l’ uno ci sarà, a fianco, sempre  l' altro a ricordargli la strada, quando la smarrirà, a difenderlo dal pericolo, a ricordargli l’ amore di Dio, quando non lo sentirà e a portarlo a discernimento sulla sua verità, quando sarà necessario. Il due della missione diventa, criterio, di verità. Non si fa Chiesa singolarmente.< Là dove due o tre di voi saranno riuniti nel mio nome, io sarò con loro>.. dice il Signore. Quando parliamo, parliamo per essere missionari di Cristo come Lui ci esorta a fare o siamo pieni di supponenza e cerchiamo solo di apparire? Vi prego riflettiamo  bene su questa domanda, perché troppo spesso, si trova gente (riferito a noi discepoli, sacerdoti, catechisti ecc.) che si erge sugli altari, dimenticando che Gesù invece scende in mezzo a noi.  Il popolo di Dio, ha bisogno della parola di Gesù, non delle nostre parole, per riempire il vuoto che ha dentro e se non gli facciamo il giusto spazio, possiamo soffocare la Sua voce!

giovedì 24 gennaio 2013

(Mc 16,15-18) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.


VANGELO 
(Mc 16,15-18) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio,tu sai come io amo la preghiera di colletta,e quella di oggi è veramente bella,lasciami pregare con queste parole:

O Dio, che hai illuminato tutte le genti con la parola dell’apostolo Paolo, concedi anche a noi, che oggi ricordiamo la sua conversione, di essere testimoni della tua verità e di camminare sempre nella via del Vangelo. Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

Oggi è un giorno speciale,ricordiamo la conversione di San Paolo,un episodio che  io amo particolarmente, perché la storia di Paolo è un po’ la mia storia e quella di molti di noi. Paolo di Tarso, era un acerrimo persecutore dei cristiani, e non gli passava neanche lontanamente per la testa di convertirsi al Cristianesimo, anzi, lui stesso aveva chiesto di poter andare a Damasco, per poter riportare a Gerusalemme in catene, i cristiani di lì. Ma aveva fatto male i suoi conti, quel Gesù che lui tanto perseguitava, era veramente il figlio di Dio e lo folgorò mentre si recava a Damasco e, davanti ai suoi soldati, gli fece udire la sua voce. Quanti di noi se ne stavano tranquilli nelle loro convinzioni, pensando di poter fare a meno del Signore nella propria vita, ma un giorno, mentre magari distrattamente ascoltavamo la messa, come è successo a me, o in qualunque altro momento, arriva la folgore. Quella frase che ci è entrata nella testa e ci ha spinto in avanti, ci ha tirato su da un buco nero da dove non vedevamo nulla e ci ha trascinato su, dove la luce del Signore ci ha portato a riconoscere in Gesù la nostra salvezza. 
Mi piacerebbe tanto che, se qualcuno che ha provato questa esperienza della conversione folgorante, come quella del nostro amico Paolo, ce ne parlasse, io dico sempre che la mia fu una conversione tra capo e collo che non mi ha più permesso di alzare la testa. Questo non significa essere arrivati,  ma solo essere partiti,  la scala per entrare in paradiso è ancora molto lunga.

mercoledì 23 gennaio 2013

(Mc 3,7-12) Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.


VANGELO 
(Mc 3,7-12) Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami mio Gesù ad accostarmi alla tua parola, a fermarmi accanto a Te, per ascoltarti, per farti penetrare la mia mente ed il mio cuore. Fa che dopo essere stata guarita da Te, io non mi volti dall’ altra parte e me ne vada, incurante di quanti hanno bisogno della tua parola.

In questa settimana in cui la Chiesa sollecita la preghiera per l’ unità dei cristiani, la parola di Dio che c’è proposta ci fa vedere come da ogni parte la gente è attirata dalla fama di Gesù. Per quanto l’ uomo possa dire e fare, per quanto la scienza faccia passi da gigante, resta nell’ aria, anche per chi non crede, che c’è qualcosa di più potente, di più alto, di meno tangibile forse, ma sicuramente c’è quel qualcosa in più in Gesù.
Questo attrae, ci accalchiamo confusamente intorno a lui, vogliamo essere salvati, ma siamo sbandati, prepotenti, egoisti; ci spingiamo per chiedere, ma dopo aver fatto questo incontro, cosa cambia in noi?
Penso in questo momento a tutti i cristiani che discutono tra loro per chi ha la giusta fede, la giusta chiesa, le giuste regole e mi domando da quale Gesù sono stati salvati!
Gesù non divideva chi lo cercava in gruppi, non escludeva nessuno, ma anzi, per parlare a tutti, saliva sulla barca dei discepoli mentre ancora oggi c'è chi cerca di schiacciarlo e non far ascoltare la sua voce.Significativo il fatto che sale sulla barca dei discepoli, quei discepoli sicuramente  imperfetti,ma che hanno risposto alla sua chiamata. 
Servire Gesù è anche questo, farlo salire sulla nostra barca, farlo mettere al timone e farci guidare, incuranti d’ogni avversità e di quello che può sembrare troppo difficile per noi. Non dobbiamo pensare di non saper fare o dire, ma dobbiamo agire nella consapevolezza che quello che per noi è impossibile, è possibile a Cristo e lasciare che sia Lui ad agire in noi.
Gli spiriti impuri, i demoni, hanno paura di Gesù, lo riconoscono e sanno che nel suo nome saranno scacciati; ricordiamo che il primo miracolo di Gesù è proprio quello di scacciare il demonio che si era impossessato di un uomo.
 Così, mentre i capi della sinagoga complottavano per zittire Gesù, per ucciderlo, con quelli che detenevano il potere, la povera gente cercava in lui conforto e consolazione. Noi pensiamo di aver bisogno di Gesù? Pensiamo di voler vivere con Lui, per essere suoi discepoli, salvati dalla sua parola? Pensiamo di lasciare a Lui il timone della nostra vita?
Se vogliamo tutto questo, se vogliamo appartenere a Cristo e con Cristo, preghiamo per l’unità dei cristiani, perché sicuramente questo è quello che Gesù vuole.