domenica 4 dicembre 2011

(Mt 9,35-10,1.6-8) Vedendo le folle, ne sentì compassione.

VANGELO 
(Mt 9,35-10,1.6-8) Vedendo le folle, ne sentì compassione.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore.  Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. 
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».

Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Gesù mio, che ci hai promesso il tuo Santo Spirito, fa che possiamo essere fedeli nella preghiera e sinceri nel cuore per non contristarvi mai. Concedici di capire le tue sante parole e di saperle esprimere prima di tutto con la nostra vita, per saper seguire ed indicare solo le tue orme nel nostro cammino.

In questa pagina notiamo il parallelismo con quella di Luca, che discepolo di Paolo che era in prigione, come Matteo, mette in risalto quello che era il compito affidato ai discepoli: guidare il suo gregge.E’ chiaramente Gesù il Buon Pastore per eccellenza, ma affidando ai discepoli il compito di guidare il suo gregge noi vediamo che per prima cosa raccomanda la preghiera per la sua chiesa, per i pastori. La preghiera è fondamentale perché crea quel legame profondo tra gli uomini e Dio, come se avessimo un lume accanto e lo accendessimo, allora potremo alla luce dello Spirito Santo vivere in comunione con Gesù Cristo. Ma se teniamo il lume spento, non alimentiamo la nostra fede, se vogliamo decidere di andare avanti da soli, inciamperemo molto presto.
Qualcuno potrebbe pensare che una persona non può pregare in continuazione, che non sarebbe vita, perché spesso ci pensa alla preghiera in maniera errata, come ad un obbligo da adempiere, e forse all’inizio è un po’ così per molti, ma pian piano, con il Suo Santo aiuto, si riesce ad entrare veramente in comunione, a vivere sentendo che il Signore è al nostro fianco, che ci guida e ci assiste in ogni nostra esigenza.
E’ il Signore che ci viene incontro, ma ci chiede di fare dei passi ben precisi verso di Lui, ed uno di questi è quello di conoscerlo veramente; di capire attraverso le sue parole, quello che è giusto e quello che è sbagliato ai suoi occhi, ma più di tutto, per il nostro bene, perché su una cosa non dobbiamo mai avere dubbi, anche nelle varie prove che si succedono nella nostra vita, ed è che Dio ci ama.
La sua presenza assidua, ci guarirà dall’insoddisfazione, dalla cattiveria, dall’egoismo, dalla paura di perderci e, finalmente, potremo riuscire a sentirci fratelli di tutti nel mondo, figli di uno stesso Padre, membra del corpo di Cristo.
Quando Gesù passa nella nostra vita, ci guarisce e niente è più come prima, per questa grazia che abbiamo ricevuto, dobbiamo dare testimonianza, perché come Gesù, dobbiamo provare amore e compassione, per le altre pecore sperdute del gregge, e non sentirci salvi e giusti, fregandocene degli altri o giudicandoli.
E’ facile smarrire la via, il nostro nemico è molto astuto, ci abbaglia con il suo mondo di lustrini appariscenti e illudendoci, non ci permette di riconoscere i fratelli più piccoli e bisognosi.
In questo avvento, perché Gesù trovi veramente un posto nel nostro cuore, apriamolo a Lui, e lasciamoci trasformare. E’ un Natale di crisi per molti, facciamo che sia anche un Natale d’amore.

(Mc 1,1-8) Raddrizzate le vie del Signore.

VANGELO
 (Mc 1,1-8) Raddrizzate le vie del Signore.
+ Dal Vangelo secondo Marco

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. 
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Dio dei viventi, suscita in noi il desiderio di una vera conversione, perché rinnovati dal tuo Santo Spirito sappiamo attuare in ogni rapporto umano la giustizia, la mitezza e la pace, che l’incarnazione del tuo Verbo ha fatto germogliare sulla nostra terra. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo ti supplichiamo: illuminaci!

La figura di Giovanni Battista, in questo brano, mi fa impazzire…. è proprio forte!
E’ un uomo vestito di pelle di cammello, un po’ come se fosse il primo saio della storia, vestito di niente, che si ciba di quello che la natura gli mette a disposizione, ed ha dentro di se un coraggio da leone.
Non ha paura di urtare la sensibilità dei potenti, né di dire quello che pensa e forse questo è talmente reale e moderno, che mi fa pensare a tanti personaggi che oggi criticano fortemente un certo tipo di Chiesa, proprio come lui stesso faceva.
Eppure c’è in questo suo ardire, una leggera stonatura rispetto a quello che poi sarà invece, il carattere Messianico di Cristo; perché è evidente che Gesù aprirà a tutti questa porta per il regno dei cieli e nelle sue parole è più presente il perdono della condanna.
Certamente c’invita alla vera conversione, non ad un cambiamento pro forma, ma al taglio radicale delle cattive abitudini e di tutti quegli atteggiamenti che sono contrari agli insegnamenti divini, compresi la condanna e l’incapacità di perdonare. Convertitevi e credete alla parola del Signore, ci dice Giovanni e ci avverte che il regno dei cieli è vicino, e non stava sbagliando i tempi, voleva solo ricordarci che abbiamo solo questa vita per farlo. Convertitevi per permettere a Gesù di entrare nella vostra vita e di battezzarvi con lo Spirito Santo.

(Lc 5,17-26) Oggi abbiamo visto cose prodigiose

VANGELO 
(Lc 5,17-26) Oggi abbiamo visto cose prodigiose.
Dal Vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. 
Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. 
Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». 
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. 
Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

Parola del Signore
- LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami mio Signore, con l'effusione del Tuo Santo Spirito, a leggere la Tua parola per trasmetterla, contemplando le Tue intenzioni, per il nostro Signor Gesù Cristo.

Con questo brano del Vangelo, Gesù c’insegna che la fede è qualcosa che va oltre le barriere e gli impedimenti, che se uno vuole conoscere veramente il Signore, non ci sono impedimenti che tengano.
In questa narrazione troviamo Gesù nel tempio,  attorniato dai dottori della legge, che insegna e molti venivano da tutti i territori vicini, per conoscerlo, ascoltarlo ed essere guariti.
Alcuni uomini cercano di portare un paralitico da Gesù, ma la folla glielo impedisce, perché tutti vogliono essere lì, tutti fanno a gomitate per assistere. Sì per assistere, ma quanti tra loro hanno capito chi era Gesù?  Molti si avvicinavano, ancora oggi lo fanno, a Gesù come ad un maghetto che con un colpo di bacchetta magica può fare la magia.

Da una parte ci siamo noi, che siamo increduli e non riusciamo a comprendere il senso della venuta di Gesù sulla terra; ci aspettiamo chissà quale cambiamento,  solo assistendo.
Dall'altra parte c'è Gesù, pronto per noi, subito disposto a perdonarci i peccati e a sanare le ferite della nostra anima. Riconosciamo d’essere paralitici e d’avere bisogno di lui, di non saper camminare da soli. Dobbiamo riuscire a capire che solo vivendo le leggi dell’amore e del perdono che Lui c’insegna vedremo grandi miracoli; come la fede ci farà correre incontro al Signore e poi a portare la testimonianza del suo amore ai fratelli......
Possiamo scegliere d’essere lo spettatore egoista che non fa passare il povero paralitico, o d’essere l’amico che l’aiuta a passare attraverso la folla; di essere dei contestatori o di lodare il Signore, possiamo anche continuare ad aspettare di riconoscere Gesù come il nostro Salvatore, ma allora non vedremo mai le meraviglie di cui Dio è capace e quello che più conta è che non sapremo mai che anche attraverso noi il Signore compie meraviglie.

IL ROSARIO PREGATO DAI BAMBINI******MISTERI DOLOROSI ******

IL ROSARIO PREGATO DAI BAMBINI******MISTERI DOLOROSI ******


IL ROSARIO PREGATO DAI BAMBINI
UN MAZZO DI ROSE
Il rosario è composto da tante preghiere rivolte a Maria, la mamma di Gesù. Ogni preghiera ricorda un fatto della vita di Gesù o di Maria. Questi fatti sono chiamati misteri, non perché siano difficili da capi­re, ma perché sono il segno, la prova dell'amore di Ge­sù e di Maria per noi. Pregando quei fatti, dobbiamo scoprire il mistero di questo grande amore. Nella vita di Gesù e di Maria vi sono episodi belli che hanno procurato a Maria tanta gioia, tanto gaudio: sono i misteri gaudiosi. Vi sono episodi che mostrano la cattiveria degli uo­mini verso Gesù, episodi che hanno fatto soffrire Maria: sono i misteri dolorosi. Infine vi sono episodi che ricordano la felicità, la gloria che Dio ha concesso a Maria e a Gesù: sono i mi­steri gloriosi. Pregando questi misteri noi rendiamo omaggio a Maria. E come se le offrissimo un mazzo di rose. Le rose sono fiori bellissimi, però hanno le spine. I petali delle rose rappresentano i momenti gaudiosi e gloriosi della vita di Gesù e di Maria; le spine, i momenti dolorosi. Non vogliamo offrire a Maria le spine. Esse ci ri­cordano che non dobbiamo mai far soffrire Maria e Ge­sù con la nostra cattiveria. Offrendo questo mazzo di rose a Maria, vogliamo rivivere, con lei e con Gesù, i momenti felici o tristi del­la loro vita. Possiamo incominciare il rosario pregando il Padre nostro, poi ad ogni mistero possiamo recitare un'Ave Maria, o il Gloria al Padre. Basta anche meditare un solo mistero. L'importante è pregare con il cuore. Alla fine possiamo recitare una Salve, o Regina, o le invoca­zioni a Maria. Ad ogni mistero chiediamo alla Madonna di aiutare qualche persona che soffre, che piange, che ci vuole be­ne. Possiamo pregare per i bambini che muoiono di fa­me, per i malati, gli handicappati, i poveri, gli anziani. Possiamo pregare per il papa, per i vescovi, i sacerdoti, le suore, i missionari, i nostri insegnanti, i nostri genito­ri, i nostri nonni. Tutti abbiamo bisogno dell'aiuto di Maria che è la mamma di ogni uomo. Maria ci ascolta sempre, perché ci vuole bene come ha voluto bene a suo figlio Gesù.
Padre nostro,che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frut­to del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Co­me era nel principio ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Salve, o Regina, madre di misericordia; vita, dolcez­za e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva: a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.


INVOCAZIONI A MARIA

Maria, mamma di Gesù, prega per noi tuo Figlio benedetto.
Maria, mamma di tutti i bambini del mondo, ricordati di noi e accoglici fra le tue braccia.
Maria, che sei senza peccato, perdona la nostra cattiveria.
Maria, che hai tanto sofferto, aiuta e conforta quelli che sono nel dolore.
Maria, regina degli angeli e dei santi, proteggimi da tutti i pericoli.
Maria, regina della pace, fa smettere le guerre che insanguinano la terra.
Maria, madre dolcissima, resta vicina a noi nell'ora della nostra morte.
Maria, nostra gioia, portaci in cielo accanto a te e a Gesù.

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MISTERI DOLOROSI

1. GESU’ PREGA NELL’ORTO DEGLI ULIVI






Fino all'età di trenta anni Gesù rimane a Nazaret. Dopo la morte di Giuseppe lavora come falegna­me. Poi lascia la mamma per compiere la missio­ne che il Padre celeste gli ha affidato. Per tre anni, insieme con gli apostoli, percorre le strade della Palestina. Insegna agli uomini che Dio è un Padre buono, guarisce i malati, concede il perdono ai peccatori, conforta i poveri, fa amicizia con i bambini, rimprovera i ricchi sicuri di sé, smaschera gli ipocriti. Le persone ricche e potenti lo temono. I poveri e i piccoli gli vogliono bene. Le autorità ebraiche e i sacerdoti del tempio sono preoccupati. Non capiscono che Gesù è il Salvatore pro­messo dai profeti. Pensano che sia un bestemmiatore, un imbroglione. Cercano di catturarlo per ucciderlo. Ma hanno paura della gente che vuole bene a Gesù. Allora, di nascosto, si accordano con un apostolo, Giuda Isca­riota, perché consegni Gesù nelle loro mani. Giunge l'ora per Gesù di offrire volontariamente la propria vita per cancellare i peccati degli uomini. La vi­gilia della sua passione, dopo aver cenato con gli aposto­li, si reca in un orto vicino a Gerusalemme. E’ notte. Gli apostoli che lo accompagnano si addormentano sotto gli ulivi. Gesù è molto triste. Pensa a Giuda che lo tradisce. Pensa agli apostoli che dormono indifferenti. Pensa alle sofferenze che lo aspettano. Si inginocchia e, con la fronte sulla nuda terra, invoca Dio:  - Padre, aiutami in quest'ora. Arriva Giuda con un gruppo di soldati mandati dai sacerdoti del tempio. Sono armati di spade e bastoni co­me se Gesù fosse un brigante. Lo catturano e gli legano le mani dietro la schiena. Gli apostoli si svegliano, sba­digliano, poi spaventati scappano via. Abbandonano il loro amico e maestro nelle mani dei malfattori.



O Maria, sei stata vicina a Gesù nei momenti più importanti della sua vita, quelli belli e quelli brutti. Con il cuore e con la mente sei stata sempre vicina a lui. Hai sofferto nel silenzio, senza lamentarti. Fa’ che io non abbandoni mai il mio amico Gesù. Fa’ che non lo tradisca mai e non mi vergogni di lui. Fa’ che io sopporti il dolore e la solitudine con coraggio. 


2. GESU’ E’ FRUSTATO DAI SOLDATI ROMANI








Gesù viene condotto davanti ai sacerdoti del tem­pio e alle autorità ebraiche, radunate in casa di Caifa che è il loro capo. Le autorità stanno se­dute in cerchio. Hanno la faccia molto seria. Si lisciano nervosamente le barbe bianche. Hanno già deciso di condannare a morte Gesù. Studiano ora qualche scusa per giustificare la loro sentenza. Caifa si alza in piedi e chiede a Gesù:    - Sei tu il Figlio di Dio benedetto? Gesù fissa Caifa negli occhi e risponde a voce ferma: - Io lo sono! I capi ebrei si tappano le orecchie scandalizzati. Caifa, rosso in faccia, per dimostrare che è molto arrab­biato, si strappa un lembo del mantello che lo ricopre. Poi, rivolto ai sacerdoti, grida con voce stridula: - Avete sentito? Avete sentito, vero? Ha bestem­miato! Dio non può avere figli! Non abbiamo bisogno di altre prove! Quest' uomo è colpevole! Deve morire! I capi ebrei potevano condannare a morte, ma solo il rappresentante dell'imperatore, il procuratore roma­no, poteva far eseguire la sentenza. Gesù viene portato da Ponzio Pilato, procuratore in quegli anni. Sta per spuntare l'alba. Pilato è costretto ad alzarsi da letto. Ha fatto un brutto sogno. E’ ancora mezzo ad­dormentato. E’ seccato e annoiato per quel contrattempo. I nemici di Gesù sussurrano in un orecchio a Pilato: - Condanna quest'uomo. Si è vantato di essere il re dei giudei. Pilato si stropiccia gli occhi e chiede a Gesù:  - Sei il re dei giudei? Gesù tace. Molta gente si è radunata davanti al pa­lazzo di Pilato sobillata dai sacerdoti. Pilato non ha mo­tivi per condannare Gesù. La gente dalla piazza grida:  - Crocifiggi Gesù! Sperando di commuovere la folla, Pilato fa frustare Gesù dai suoi soldati.


O Maria, la gente che Gesù aveva aiutato, ora grida contro di lui, Gesù non ha fatto nulla di male, ma accetta di essere frustato per farci capire quanto siamo cattivi e ingiusti. Per farci capire la sua pazienza e il suo amore. O Maria, domanda perdono per noi a tuo figlio. Fa’ che siamo sempre riconoscenti a chi ci fa del bene.

  
3. GESU’ E’ CONDANNATO A MORTE E CORONATO DI SPINE






Dopo averlo fatto flagellare, Pilato presenta Gesù alla folla e dice: - Ecco l'uomo! Volete ancora che lo condanni a morte? Ha già sofferto abbastanza... Ma la folla grida: - Condannalo a morte! Altrimenti non sei amico dell'imperatore!
Pilato alza il braccio per far tacere la gente. Si fa portare un catino di acqua. Si lava simbolicamente la punta delle dita e dice con una smorfia: - Io sono innocente del sangue di questo giusto. Poi consegna Gesù ai soldati perché eseguano la sentenza. Prima di condurre il condannato a morte sul Calvario per crocifiggerlo, i soldati vogliono divertirsi un po'. Non sanno mai come passare il tempo. Sono an­noiati. Inventano un gioco. Un soldato mette indosso a Gesù il proprio mantel­lo rosso. Un altro gli infila tra le mani una canna come se fosse uno scettro. Un altro, badando bene a non pun­gersi le dita, intreccia una corona di spine e la calca sulla testa di Gesù. Tutti fanno finta di inginocchiarsi e di chinarsi da- vanti a Gesù e dicono con sorrisi di scherno: - Salve, o re dei giudei! E gli danno schiaffi e pugni e gli sputano in faccia. Per loro Gesù è come se fosse già morto. Gesù chiude gli occhi e non si lamenta. Ha il volto coperto di sputi e di sangue, ma sembra lo stesso un vero re. I soldati si stancano di questo gioco crudele. Tolgo­no il mantello a Gesù e gli sciolgono le mani. Poi lo por­tano nel cortile e gli caricano sulle spalle la croce. La co­rona di spine però non la tolgono per non perdere altro tempo. Adesso hanno fretta. Maria è in mezzo alla folla nella piazza. Ma non può fare niente per Gesù. E nessu­no del resto le dà retta.


O Maria, vorrei confortarti. Vorrei farti dimenticare la crudeltà della folla e dei soldati romani. Riconosco che Gesù è il re del mondo e lo adoro. Voglio che regni sempre nel mio cuore. Prego perché tutti facciana parte del suo regno d’amore, di giustizia e di pace.

  
4. GESU’ SALE AL CALVARIO PORTANDO LA CROCE






La crocifissione era la morte riservata agli schiavi, agli assassini, ai ladri. Assieme a Gesù vengono condotti al Calvario, per essere crocifissi, due ladri. La folla che si era radunata in piazza accompagna il corteo dei condannati. Fra la gente c'è anche Maria, la mamma di Gesù. E’ pallida e non ha più lacrime. Gio­vanni, l'unico apostolo che non è scappato, le sta vicino. Alcune donne buone e pie la sorreggono. Altre donne di Gerusalemme si lamentano e fingono di strapparsi i capelli. Il loro mestiere è di piangere a tutti i funerali. Gesù guarda la mamma. Vorrebbe consolarla, ma non trova le parole. Maria non ha neppure la forza di parlare. Vorrebbe solo togliere dalla testa del figlio quella corona di spine che deve fargli tanto male. Ma non può avvicinarsi troppo perché i soldati tengono la gente a una certa distanza. Gesù dice alle donne che si lamentano: - Non piangete sopra di me, ma sopra voi stesse e sopra i vostri figli. Gesù cade perché la croce gli scivola dalle spalle e la strada è piena di buche e di sassi. I soldati lo costringono a rialzarsi a furia di calci e colpi di frusta. Quando si accorgono che Gesù è troppo debole, obbligano un uomo, un certo Simone di Cirene, a portare la croce per un tratto di strada. Maria con lo sguardo ringrazia Simone. Vorrebbe gridare ai soldati:  - Non fate del male a Gesù! È buono! Io lo so... è mio figlio! Ma riesce appena a muovere le labbra e poi c'è troppa confusione. Il corteo arriva sulla cima del Calvario. I soldati for­mano un cerchio e tengono lontani i curiosi e le donne. Anche Maria e Giovanni devono stare dietro i soldati.


O Maria, la croce di Gesù rappresenta il peccato di tutti gli uomini. La mia cattiveria, il mio egoismo, la mia pigrizia pesano sulle spalle di tuo figlio e lo fanno cadere. Fa’ che io riconosca i miei peccati. Fa’ che io pianga sui miei peccati. Dammi la forza di rialzarmi dai miei peccati . Fa’ che la mia compassione per Gesù non sia finita.

  
5. GESU’ VIENE CROCIFISSO E MUORE







I soldati spogliano i tre condannati. Poi li distendono ognuno sopra la propria croce e inchiodano loro le mani e i piedi. Le tre croci vengono innalzate e piantate per terra. Sopra la croce di Gesù i soldati appendono un car­tello con la scritta: «Gesù di Nazaret, re dei giudei». I soldati hanno ancora voglia di scherzare e conti­nuano nel crudele gioco che hanno inventato. Ma Gesù, anche sulla croce, sembra un vero re. Ora i soldati lasciano che la gente si avvicini. Ma or­mai la folla è stanca e comincia ad annoiarsi. Lo spetta­colo è finito e molti tornano a casa. Maria, Giovanni e alcune pie donne rimangono sotto la croce di Gesù. Gesù vede la mamma e l'apostolo e dice:  - Donna, ecco tuo figlio. Poi dice a Giovanni:  - Ecco tua madre. Poi prega il Padre e dice: - Perdona quelli che mi hanno crocifisso. Verso le tre del pomeriggio nuvole oscure e minac­ciose hanno coperto il sole. Le croci, le facce della gen­te, le corazze dei soldati, le mura di Gerusalemme, tutto ha assunto un colore livido, violaceo. La terra trema co­me per un terremoto. Gesù dice: - Padre, nella tue mani affido la mia vita. Poi china la testa sulla spalla e muore. Un soldato, per essere sicuro che Gesù è proprio morto, gli trafigge il petto con la lancia. La sera dello stesso giorno, alcuni amici distaccano il corpo di Gesù dalla croce e lo mettono in un sepolcro nuovo, scavato nella roccia. Davanti all'entrata del se­polcro rotolano una grande pietra.



O Maria, sulla croce Gesù mi ha affidato a te. Insegnami a sacrificarmi per la gioia degli altri. Insegnami a pregare il Padre anche quando sono nel dolore. Insegnami a perdonare quelli che mi fanno del male.  

martedì 4 ottobre 2011

IL ROSARIO PREGATO DAI BAMBINI***MISTERI GLORIOSI ****


IL ROSARIO PREGATO DAI BAMBINI***MISTERI GLORIOSI ****

L ROSARIO PREGATO DAI BAMBINI
UN MAZZO DI ROSE
Il rosario è composto da tante preghiere rivolte a Maria, la mamma di Gesù. Ogni preghiera ricorda un fatto della vita di Gesù o di Maria. Questi fatti sono chiamati misteri, non perché siano difficili da capi­re, ma perché sono il segno, la prova dell'amore di Ge­sù e di Maria per noi. Pregando quei fatti, dobbiamo scoprire il mistero di questo grande amore. Nella vita di Gesù e di Maria vi sono episodi belli che hanno procurato a Maria tanta gioia, tanto gaudio: sono i misteri gaudiosi. Vi sono episodi che mostrano la cattiveria degli uo­mini verso Gesù, episodi che hanno fatto soffrire Maria: sono i misteri dolorosi. Infine vi sono episodi che ricordano la felicità, la gloria che Dio ha concesso a Maria e a Gesù: sono i mi­steri gloriosi. Pregando questi misteri noi rendiamo omaggio a Maria. E come se le offrissimo un mazzo di rose. Le rose sono fiori bellissimi, però hanno le spine. I petali delle rose rappresentano i momenti gaudiosi e gloriosi della vita di Gesù e di Maria; le spine, i momenti dolorosi. Non vogliamo offrire a Maria le spine. Esse ci ri­cordano che non dobbiamo mai far soffrire Maria e Ge­sù con la nostra cattiveria. Offrendo questo mazzo di rose a Maria, vogliamo rivivere, con lei e con Gesù, i momenti felici o tristi del­la loro vita. Possiamo incominciare il rosario pregando il Padre nostro, poi ad ogni mistero possiamo recitare un'Ave Maria, o il Gloria al Padre. Basta anche meditare un solo mistero. L'importante è pregare con il cuore. Alla fine possiamo recitare una Salve, o Regina, o le invoca­zioni a Maria. Ad ogni mistero chiediamo alla Madonna di aiutare qualche persona che soffre, che piange, che ci vuole be­ne. Possiamo pregare per i bambini che muoiono di fa­me, per i malati, gli handicappati, i poveri, gli anziani. Possiamo pregare per il papa, per i vescovi, i sacerdoti, le suore, i missionari, i nostri insegnanti, i nostri genito­ri, i nostri nonni. Tutti abbiamo bisogno dell'aiuto di Maria che è la mamma di ogni uomo. Maria ci ascolta sempre, perché ci vuole bene come ha voluto bene a suo figlio Gesù.
Padre nostro,che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frut­to del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Co­me era nel principio ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Salve, o Regina, madre di misericordia; vita, dolcez­za e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva: a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.


INVOCAZIONI A MARIA

Maria, mamma di Gesù, prega per noi tuo Figlio benedetto.
Maria, mamma di tutti i bambini del mondo, ricordati di noi e accoglici fra le tue braccia.
Maria, che sei senza peccato, perdona la nostra cattiveria.
Maria, che hai tanto sofferto, aiuta e conforta quelli che sono nel dolore.
Maria, regina degli angeli e dei santi, proteggimi da tutti i pericoli.
Maria, regina della pace, fa smettere le guerre che insanguinano la terra.
Maria, madre dolcissima, resta vicina a noi nell'ora della nostra morte.
Maria, nostra gioia, portaci in cielo accanto a te e a Gesù.

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 MISTERI GLORIOSI

1. GESU’ RISORGE E SI MOSTRA ALLE PIE DONNE

Gesù è posto frettolosamente nel sepolcro la se­ra del venerdì. Il sabato, giorno festivo per gli ebrei, non si potevano seppellire i morti. La domenica, allo spuntare del sole, alcune donne tornano al sepolcro. Portano oli aromatici per profuma­re il corpo del Signore. Lungo la strada si domandano: - Come faremo a togliere la pietra che chiude il sepolcro? Quando giungono, trovano il masso già rotolato via. Entrano nel sepolcro e vedono un giovane, seduto sulla destra, vestito di bianco. Il giovane dice: - Voi cercate Gesù di Nazaret, il crocifisso. È ri­sorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Andate a riferire questa notizia agli apostoli. La voce del giovane è dolce come una musica; ma le donne scappano via e non dicono niente a nessuno perché hanno paura. La mattina di quello stesso giorno un'altra donna, Maria di Magdala, si reca al sepolcro e lo trova vuoto. Allora si mette a piangere. Improvvisamente si volta indietro e vede Gesù, ma non lo riconosce. Gesù le do­manda: - Donna, perché piangi? Chi cerchi? Maria pensa che l'uomo sia il custode del sepolcro e gli dice: - Se hai portato via tu il Signore, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo. Gesù le dice:     - Maria! La donna allora lo riconosce, si getta ai suoi piedi e gli dice: - Maestro! Gesù le dice: - Non trattenermi. Va' dagli apostoli e annuncia loro che io salgo al Padre. Maria di Magdala corre subito dagli apostoli e dice loro:  - Ho visto il Signore!

O Maria, tu non sei andata al sepolcro. Sapevi che Gesù non poteva rimanere nella tomba. Dona a noi una fede salda nella resurrezione di Gesù. Dona a noi una speranza sicura nella nostra resurrezione. 

2. GESU’ SALE AL CIELO

Dopo la risurrezione Gesù appare anche agli apo­stoli, tappati in casa per paura. Gesù mangia e beve con loro, si lascia toccare le piaghe delle mani e dei piedi. Un giorno accompagna lungo la strada due discepo­li fino al villaggio di Emmaus. All'ora di cena i due di­scepoli riconoscono Gesù dal modo con il quale egli spezza il pane. Gesù si fa vedere dagli apostoli anche presso il lago di Genezaret e mangia con loro pesce abbrustolito sulla brace. Gesù si mostra agli apostoli e ai discepoli e man­gia con loro per convincerli che è veramente lui e non un fantasma. A loro volta gli apostoli dovevano convin­cere tutto il mondo della risurrezione di Gesù. Un giorno gli apostoli si trovano su un monte della Galilea, la regione della Palestina dove era Nazaret. Gesù appare per l'ultima volta, ma loro non sanno che è l'ultima volta. Subito si rallegrano. Alcuni si inginoc­chiano. Gesù dice: - Andate per il mondo e annunciate le cose che io ho detto. Battezzate tutti nel nome del Padre e del Fi­glio e dello Spirito Santo. Insegnate loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Io ora vado al Padre mio e Padre vostro. Gli apostoli diventano tristi perché Gesù sta per la­sciarli. Gesù dice: - Non siate tristi. Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo. Gesù alza le mani e li benedice. Mentre li benedice si stacca da terra e sale verso il cielo. Poi una nube lo sottrae ai loro sguardi. Gli apostoli fissano il cielo e han­no tanta voglia di piangere. Ed ecco due giovani vestiti di bianco si presentano a loro e dicono: - Perché continuate a guardare il cielo? Gesù è salito al Padre, ma un giorno ritornerà. La voce dei due giovani è dolce come una musica.

O Maria, Gesù non ci ha lasciato. Vive nel sacramento dell’Eucarestia. Ci parla dal suo Vangelo. E’ presente nei piccoli, nei poveri, negli infermi. E’ dentro ciascuno di noi. O Maria, aiutami a cogliere la presenza di tuo Figlio nel mondo. Fa’ che io, con la mia gioia, sappia essere un testimone convincente della risurrezione di Gesù. 
  
3. LO SPIRITO SANTO DISCENDE SU MARIA E GLI APOSTOLI

Gli apostoli non vanno subito per il mondo a pre­dicare e a battezzare. Se ne stanno nascosti nel­la casa dove Gesù aveva mangiato con loro l'ul­tima sera prima di essere catturato. Hanno paura di fare la stessa morte di Gesù. Con gli apostoli c'è anche Maria, la mamma di Ge­sù. Maria però non ha paura. Sta lì per confortare gli apostoli. Un giorno, mentre Maria e gli apostoli sono radu­nati in preghiera, viene all'improvviso dal cielo un ru­more, come di vento impetuoso. Ed ecco appaiono in alto delle lingue di fuoco che si dividono e si posano su ciascuno di essi. Quelle lingue di fuoco sono il segno del­lo Spirito Santo che è l'amore di Gesù e del Padre. Lo Spirito Santo fortifica gli apostoli e li rende co­raggiosi. Adesso sono sicuri che Gesù non li ha dimenti­cati. Sanno che Gesù è accanto al Padre nella gloria dei cieli. Ricordano tutte le parole di Gesù. Escono sulla strada e cominciano a predicare. Mol­ta gente aveva sentito quel rumore come di vento impe­tuoso e si era radunata davanti alla casa. Pietro, il capo degli apostoli, rivolgendosi al popolo, dice: - Gesù di Nazaret, che voi avete ucciso inchiodan­dolo alla croce, è risorto. Ora è in cielo assieme al Pa­dre. Ci ha inviato lo Spirito Santo come aveva promesso. La gente domanda agli apostoli: - Cosa dobbiamo fare? Gli apostoli rispondono: - Pentitevi dei vostri peccati e fatevi battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Quel giorno inizia la storia della chiesa. E’ il giorno di Pentecoste, la festa dello Spirito Santo, la festa del­l'amore.   

O Maria, tu hai aiutato fin dall’inizio la Chiesa. Sei stata una mamma per gli apostoli. Hai insegnato loro a pregare. Rimani sempre accanto a noi. Aiutaci nei momenti di paura. Rendici coraggiosi come gli apostoli. 
  
4. MARIA E’ PORTATA IN CIELO ACCANTO A GESU’

Con la discesa dello Spirito Santo, la missione di Maria sulla terra è finita. Maria non vede l'ora di andare in cielo per stare accanto a Gesù. Ma­ria non ha nessun peccato. Il suo corpo, come quello di Gesù, non può essere sottoposto alla corruzione, non può diventare cenere. Subito dopo la morte, anche Maria risorge ed è portata, anima e corpo, in paradiso vicino al suo figlio benedetto. (...) Maria in cielo non si è dimenticata di noi. In para­diso tutti sono felici perché vedono Dio. Anche Maria è felice. Ma sa che noi sulla terra dobbiamo ancora soffri­re. Spesso la terra è come una valle oscura, senza fiori freschi e profumati, una valle di spine e di lacrime. Ma­ria non può abbandonarci. Anche noi siamo suoi figli. Dal cielo ci aspetta, ci tende le braccia, prega per noi il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Il cielo è la casa di Dio, la patria di tutti. Gesù e Maria sono già lassù. Noi ora siamo come in esilio sulla terra. Ma stiamo camminando verso il cielo. Maria è la stella del mattino che ci indica la strada. Con il suo aiuto siamo certi di arrivare alla patria celeste, alla casa del Padre. 

O Maria, tu sei in cielo la gioia degli angeli e dei santi. Non dimenticarti di noi. Sei la nostra guida. Chiamaci a te, attiraci a te. Mostraci la via sicura per giungere al cielo. Mostraci un giorno Gesù, il tuo Figlio benedetto.  
  
5. MARIA E’ MADRE DELLA CHIESA

Dopo il peccato dei primi uomini, Dio aveva fat­to una promessa: una donna avrebbe schiaccia­to il capo al serpente, simbolo del male. Quella donna è Maria. Alla fine dei tempi la promessa di Dio si avvererà. Nel cielo apparirà un segno grandioso: una donna vesti­ta di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Un altro segno apparirà nel cielo: un enorme drago rosso. Il grande drago, il serpente antico, si porrà davan­ti alla donna vestita di sole per travolgerla e divorarla. Ma sarà precipitato in una buia voragine. Il mondo finirà e tutti i buoni saranno condotti nel­la casa di Dio dove non vi sono lacrime, né dolore, né guerre, né ingiustizie, né povertà, né spine, né morte. L'umanità, salvata da Gesù con la sua morte e risurre­zione, formerà una sola famiglia. Già ora quelli che credono in Gesù formano una so­la famiglia: la chiesa. La chiesa è il popolo di Dio in cammino verso la patria del cielo, verso la città santa. Maria è la madre della chiesa. In questa famiglia il male, il peccato, la morte sono ancora presenti. Ma la vittoria finale sarà di Maria, la donna coronata di stelle. Le stelle rappresentano gli apostoli e anche ciascuno di noi. Noi daremo gloria a Maria, saremo i suoi gioielli più preziosi. L'amore farà sparire l'odio, il bene schiac­cerà il male, la pace sconfiggerà la guerra, la mitezza sa­rà più forte della violenza, la verità toglierà la maschera alla menzogna, la vita riderà della morte. Alla fine dei tempi, Gesù tornerà sulla terra come ha promesso. Dividerà i buoni dai cattivi, come il pasto­re divide le pecore dai capri. Poi i buoni entreranno per sempre nella gioia.
O Maria, tu sei la madre della Chiesa e sei anche la Regina del mondo. Come Madre ci ami teneramente. Come Regina tutto puoi. Aiutaci a sconfiggere il male che è dentro di noi. O madre dolcissima, non toglierci mai il tuo sorriso. 





IL ROSARIO PREGATO DAI BAMBINI ***** MISTERI GAUDIOSI *****


IL ROSARIO PREGATO DAI BAMBINI ***** MISTERI GAUDIOSI *****

L ROSARIO PREGATO DAI BAMBINI
UN MAZZO DI ROSE
Il rosario è composto da tante preghiere rivolte a Maria, la mamma di Gesù. Ogni preghiera ricorda un fatto della vita di Gesù o di Maria. Questi fatti sono chiamati misteri, non perché siano difficili da capi­re, ma perché sono il segno, la prova dell'amore di Ge­sù e di Maria per noi. Pregando quei fatti, dobbiamo scoprire il mistero di questo grande amore. Nella vita di Gesù e di Maria vi sono episodi belli che hanno procurato a Maria tanta gioia, tanto gaudio: sono i misteri gaudiosi. Vi sono episodi che mostrano la cattiveria degli uo­mini verso Gesù, episodi che hanno fatto soffrire Maria: sono i misteri dolorosi. Infine vi sono episodi che ricordano la felicità, la gloria che Dio ha concesso a Maria e a Gesù: sono i mi­steri gloriosi. Pregando questi misteri noi rendiamo omaggio a Maria. E come se le offrissimo un mazzo di rose. Le rose sono fiori bellissimi, però hanno le spine. I petali delle rose rappresentano i momenti gaudiosi e gloriosi della vita di Gesù e di Maria; le spine, i momenti dolorosi. Non vogliamo offrire a Maria le spine. Esse ci ri­cordano che non dobbiamo mai far soffrire Maria e Ge­sù con la nostra cattiveria. Offrendo questo mazzo di rose a Maria, vogliamo rivivere, con lei e con Gesù, i momenti felici o tristi del­la loro vita. Possiamo incominciare il rosario pregando il Padre nostro, poi ad ogni mistero possiamo recitare un'Ave Mariao il Gloria al PadreBasta anche meditare un solo mistero. L'importante è pregare con il cuore. Alla fine possiamo recitare una Salve, o Reginao le invoca­zioni a Maria. Ad ogni mistero chiediamo alla Madonna di aiutare qualche persona che soffre, che piange, che ci vuole be­ne. Possiamo pregare per i bambini che muoiono di fa­me, per i malati, gli handicappati, i poveri, gli anziani. Possiamo pregare per il papa, per i vescovi, i sacerdoti, le suore, i missionari, i nostri insegnanti, i nostri genito­ri, i nostri nonni. Tutti abbiamo bisogno dell'aiuto di Maria che è la mamma di ogni uomo. Maria ci ascolta sempre, perché ci vuole bene come ha voluto bene a suo figlio Gesù.
Padre nostro,che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Mariapiena di grazia, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frut­to del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Co­me era nel principio ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Salve, o Reginamadre di misericordia; vita, dolcez­za e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva: a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
INVOCAZIONI A MARIA

Maria, mamma di Gesù, prega per noi tuo Figlio benedetto.
Maria, mamma di tutti i bambini del mondo, ricordati di noi e accoglici fra le tue braccia.
Maria, che sei senza peccato, perdona la nostra cattiveria.
Maria, che hai tanto sofferto, aiuta e conforta quelli che sono nel dolore.
Maria, regina degli angeli e dei santi, proteggimi da tutti i pericoli.
Maria, regina della pace, fa smettere le guerre che insanguinano la terra.
Maria, madre dolcissima, resta vicina a noi nell'ora della nostra morte.
Maria, nostra gioia, portaci in cielo accanto a te e a Gesù.


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MISTERI GAUDIOSI
  
1. MARIA RICEVE L’ANNUNCIO CHE SARA’ LA MAMMA DI GESU’

A Nazaret, un paesino della Palestina, vive una fanciulla di nome Maria. E buona e servizievo­le. Prega spesso il Signore. Come molti abitanti della Palestina, attende il Salvatore. Gli uomini, dopo la creazione, erano diventati cat­tivi, falsi, crudeli, violenti. Ma Dio aveva promesso, per bocca dei profeti, un Salvatore. Egli avrebbe insegnato agli uomini ad amarsi tra loro. Avrebbero portato nel mondo la pace e la giustizia. Avrebbe rivelato agli uomi­ni che in cielo c'è un Padre buono che li ama. Passa un lungo tempo e molti dimenticano la pro­messa di Dio. Maria, invece, la ricorda. Vi pensa quan­do va al pozzo ad attingere l'acqua. Vi pensa quando sta in casa a cucire. Ne parla con Giuseppe, suo fidanzato. Un giorno Maria sta meditando sulla promessa di Dio. Ed ecco sente una voce dolce come una musica che dice: - Ave, o Maria. Dio ti ha scelta per diventare la mamma del Salvatore.Maria rimane turbata: - Io sono piccola... povera... Come può Dio aver posato il suo sguardo sopra di me?  La voce risponde:  - Non temere, Maria. Dio ti ha eletta tra tutte le donne perché sei piccola e povera, ma piena di amore e di grazia. Il figlio che nascerà da te lo chiamerai Gesù.  Allora Maria dice: - Io sono la serva del Signore. Avvenga di me quello che hai detto.  E Maria subito sente che Gesù è già dentro di lei. Tutti i bambini, prima di nascere, stanno un po' di tem­po dentro la loro mamma, vicino al cuore.

O Maria, tu sapevi che Gesù non sarebbe stato accolto dagli uomini. Sapevi che avrebbe sofferto molto. Eppure hai detto sì a Dio. Fammi capire quello che Dio vuole da me. Dammi la forza di fare sempre la sua volontà. Dammi la gioia di servire il Signore. Fa' che Gesù abiti sempre dentro il mio cuore.
  
2. MARIA VA A TROVARE LA CUGINA ELISABETTA

Maria vorrebbe gridare a tutti la propria gioia. Ma è molto riservata e non rivela ad alcuno il segreto di quanto è avvenuto. Neppure a Giuseppe. Maria ha una cugina più anziana di lei: Elisabetta. Maria pensa:    - Andrò da Elisabetta e le racconterò tutto. Mette un po' di cibo dentro un fagottino e parte. La strada da Nazaret al paese di Elisabetta è lunga e fa­ticosa. Maria la percorre a piedi perché non possiede neppure un asinello. Finalmente arriva alla casa della cugina. Posa a ter­ra il fagottino. Elisabetta e Maria si abbracciano. Maria sta per parlare, ma Elisabetta capisce subito tutto e dice: - Tu sei benedetta tra tutte le donne e benedetto è il bambino che porti vicino al cuore. Io non sono de­gna che la madre del Salvatore venga a farmi visita. Beata te, o Maria, perché hai creduto alle parole di Dio. Maria, rossa per l'emozione, alza gli occhi al cielo. E stanca per il viaggio, ma è colma di gioia e canta: - La mia anima loda ed esalta il Signore. Egli ha posato i suoi occhi sopra di me, piccola e povera. Dio ha compiuto in me cose meravigliose. Il suo nome è santo. Rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili. Riempie di beni le mani degli affamati e rimanda i ricchi a mani vuote. Si è ricordato della promessa fatta per bocca dei profeti. Maria canta e la sua voce è dolce come una musica. Maria si ferma alcuni mesi da Elisabetta e l'aiuta nelle faccende di casa. Intanto Gesù cresce accanto al cuore della mamma. Ormai è giunta quasi l'ora della sua nascita. Allora Maria torna a Nazaret perché Giuseppe, suo fidanzato, non stia in pensiero.
Maria, tu hai portato Gesù a tutti noi. Anche in me Dio ha compiuto meraviglie. Mi ha dato la vita. Mi ha dato l'amore dei miei cari. Mi ricolma ogni giorno di beni. Fa' che sappia ringraziarlo con le tue stesse parole. Fa' che mai si inorgoglisca il mio cuore. Fa' che io rimanga piccolo, semplice e servizievole come te.

3. GESU’ NASCE NELLA GROTTA DI BETLEMME

Maria non ha bisogno di spiegare al fidanzato il segreto del bambino che porta dentro. Dio ri­vela a Giuseppe nel sonno che il figlio di Maria è Gesù, il Salvatore. Giuseppe sposa Maria e accetta di custodire e proteggere Gesù. Arriva un ordine dall'imperatore romano Augusto che comanda in Palestina. Tutti gli abitanti di quella re­gione devono recarsi al paese di origine per farsi contare. Giuseppe è nato a Betlemme, un villaggio distante circa 150 chilometri da Nazaret. Giuseppe è un buon falegname, ma è povero. Però ha risparmiato qualche soldo. Compra un vecchio asinello, vi fa salire Maria e, in­sieme, partono per Betlemme. Maria ha preparato delle fasce per avvolgere il bambino che sta per nascere. Quando giungono a Betlemme, Maria è affaticata e pallida. Anche Giuseppe è stanco. Anche l'asinello è sfi­nito. A Betlemme c'è tanta gente venuta per il censi­mento. Tutti gli alberghi sono occupati. Giuseppe, Ma­ria e l'asinello si rifugiano in una grotta dove c'è un bue e un po' di paglia. Maria si corica sulla paglia e riposa. Durante la notte nasce Gesù. In cielo si ode un coro che canta: - Gloria a Dio e pace agli uomini buoni. Il coro sembra un'orchestra di violini e di flauti. Maria avvolge Gesù nelle fasce e lo mette a dormire sul­la paglia. Arrivano alcuni pastorelli e portano a Gesù del lat­te e del formaggio. Camminano in punta di piedi e par­lano sottovoce per non svegliare il bambino. Anche le pecore non belano. Arrivano dei ricchi saggi sui loro cammelli. Adora­no il Salvatore. Maria e Giuseppe sono felici. Soprattut­to quando si guardano negli occhi e quando contempla­no il Figlio di Dio.
O Maria, anch'io, come i pastori e i magi, voglio dire a Gesù un grazie perché è venuto ad abitare in mezzo a noi. Voglio donargli il mio cuore. Fa', o Maria, che la pace regni nel mondo. Fa' che gli uomini smettano di odiarsi di uccidersi tra loro.

4. GESU’ VIENE PRESENTATO AL TEMPIO

Quando nasceva il primo bambino nelle famiglie ebree, quaranta giorni dopo la nascita, veniva portato al tempio di Gerusalemme e presentato ai sacerdoti. I genitori ringraziavano il Signore per il bambino e offrivano, come gesto di riconoscenza, un agnellino a Dio. Se erano poveri offrivano due tortore. Maria e Giuseppe portano Gesù al tempio. Da Be­tlemme a Gerusalemme la strada è breve. Davanti al tempio si vendono agnellini, colombe, tortore da offrire al Signore. Giuseppe non ha soldi sufficienti per acquistare un agnellino. Con i pochi spiccioli che ha compra due tor­torelle bianche. Nel tempio Maria e Giuseppe incontrano un sacer­dote molto vecchio, di nome Simeone. Egli supplicava Dio giorno e notte dicendo: - Non lasciarmi morire, o Signore, prima che io veda il Salvatore. Le lacrime gli scendevano sul volto pieno di rughe e gli bagnavano la barba bianca. A forza di piangere era diventato quasi cieco. Maria dice a Simeone: - Ti presento il mio bambino. Si chiama Gesù. Simeone subito capisce che Gesù è il Salvatore pro­messo dai profeti. Domanda a Maria:  - Per favore, mi lasci prendere il bambino? Maria gli consegna Gesù. Simeone lo tiene stretto stretto, senza però fargli male, poi dice: - Ora lascia, o Signore, che io muoia in pace, per­ché i miei occhi hanno visto il Salvatore. Le lacrime bagnano il volto e la barba di Simeone, ma queste sono lacrime di gioia.  
O Maria, anch’io vorrei tenere Gesù fra le mie braccia. Ma so che è vicino a me, dentro di me. Quando mi sento triste, o Maria, ricordami che Gesù mi ama. Quando mi sento solo, ricordami che Gesù è mio amico. Quando sono nel dolore, ricordami che Gesù mi porta allora lui in braccio.
  
5. MARIA E GIUSEOPPE RITROVANO GESU’ NEL TEMPIO

Intanto Erode, re di Gerusalemme, cercava il bam­bino per ucciderlo. In fretta Maria, Giuseppe e Ge­sù fuggono con l'asinello da Betlemme e si rifugiano in Egitto. Rimangono fino alla morte di Erode. Poi tor­nano a Nazaret. Gesù cresce, impara a camminare e a parlare. Ma­ria gli insegna le preghiere, Giuseppe a lavorare il legno. Quando Gesù compie dodici anni, i genitori lo por­tano in pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme. Dopo la visita, Maria e Giuseppe ripartono assieme agli altri pellegrini. Le donne camminavano separate dagli uomi­ni. I bambini potevano andare con la mamma o con il papà. Maria pensa che Gesù sia con Giuseppe o con i ra­gazzi della sua età. Giuseppe pensa che Gesù sia con Maria e le donne. Dopo un giorno di cammino le famiglie si riunisco­no. E Gesù non c'è. Subito Maria e Giuseppe tornano indietro correndo nella notte. Per tre giorni cercano Gesù per le strade e le piazze di Gerusalemme. Domandano notizie ai passanti, ai venditori di agnellini e di tortore. Finalmente trovano Gesù nel tempio. È seduto per terra in mezzo ad alcuni sacerdoti. Parla con loro delle cose di Dio e risponde al­le loro domande. I sacerdoti sono stupiti per la sua sapienza. Maria e Giuseppe, con il cuore che ancora batte forte forte, si avvicinano in punta di piedi. Maria prende Gesù per mano e gli dice, senza però arrabbiarsi:  - Gesù, perché ci hai fatto questo? Tuo padre e io siamo stati in ansia per causa tua. Gesù sorride alla mamma e risponde: Non sapevate che io mi devo occupare prima delle cose di Dio? Maria non capisce il significato di queste parole, ma le conserva nel cuore.

O Maria, qualche volta anch’io perdo di vista Gesù. Ma sono io che mi allontano da lui. Preferisco il gioco alla preghiera. Mi occupo di molte cose e trascuro le cose di Dio. Fa’ che metta al primo posto il Signore. Fa’ che rimanga sempre in ascolto della sua Parola. Fa’ che conservi la sua Parola nel mio cuore.