giovedì 23 marzo 2017

(Mc 12,28-34) Il Signore nostro Dio è l’unico Signore: lo amerai.

VANGELO
(Mc 12,28-34) Il Signore nostro Dio è l’unico Signore: lo amerai.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Di Dio, vieni in me e su di me, vieni a fare di me una tua cosa, a darmi il tuo alito di vita, la tua scienza e la sapienza. Vieni a prendere in me il posto che ti spetta, ed usami come più ti piace.
Tutto gira intorno all'amore, eppure il mondo sembra vada a tutt'altra parte...
Siamo abituati a vedere scribi e farisei che contestano Gesù, che cercano di tendergli trappole, spesso pieni di zelo, ma purtroppo, anche di superbia.
Stavolta però scopriamo uno di loro che riesce ad ascoltare bene Gesù, uno che riesce a non mettere ostacoli tra lui e il Cristo, e per questo la grazia di Dio, riesce a toccarlo.
Tra noi e Dio, c'è sempre il nostro io... frase detta e ridetta, ma come si fa a impedire che questo accada?
Partiamo dal presupposto che per poterci mettere all'ascolto di Dio, non serve molto, ma una cosa è necessaria, la nostra disponibilità ad aprirci.
Gesù ci guarda e si china verso di noi, vede la nostra fragilità, ma non si ferma davanti a questo, perchè il suo scopo è guidarci verso il suo regno.
Come i farisei, volte le persone pensano che per avvicinarsi a Dio, occorra una preparazione dottrinale, una sapienza eccelsa, ma non è così; basta accettare di credere in Dio, mettersi al suo cospetto con umiltà e sincerità e allora sarà Dio stesso a prendersi cura di noi, a guidarci verso di Lui con un amore così grande da poterlo quasi toccare con mano.
Sta a noi lasciarci andare, lasciarci abbracciare da questo amore grande e farsi plasmare da Lui, con tranquillità e fiducia, tenendo presente che su questi due comandamenti si basa tutta la nostra fede e che questi sono quelli che ci debbono guidare.

mercoledì 22 marzo 2017

(Lc 11,14-23) Chi non è con me è contro di me.


VANGELO
 (Lc 11,14-23) Chi non è con me è contro di me.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
Parola del Signore.









LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Io voglio essere con Te Signore mio, aiutami, fa che il Tuo Santo Spirito, sia sempre su di me, perchè la mia scelta di vita sia una sola e per sempre, con te, per te e da te mi venga ogni cosa, ti amo Gesù e ti desidero nell'anima mia. Amen.
Nel brano di oggi, Luca ci parla di un diavolo che aveva reso un uomo muto, impossessandosi di lui; per un attimo riflettiamo su questo. La parola, dono di Dio, che ci viene tolta da satana... sembra una cosa dell' altro mondo? No amici, troppo spesso neanche ce ne accorgiamo, ma è così, i figli non parlano con i genitori, non gli comunicano i loro pensieri, i loro problemi... si isolano.. e comincia così una specie di mutismo parlato, fatto di frivolezze e bugie, e nessuno legge tra le righe le cose non dette! E gli anziani? Le loro paure? Le loro piccole manie di una vita? Dove sta scritto che un anziano dovrebbe stare fermo lì e non rompere, non parlare, non ripetere sempre le stesse cose, magari per colpa dell'alzheimer. Per non parlare poi dei rapporti tra coniugi, che iniziano quasi sempre con la condivisone di tutto e finiscono con la spartizione di quello che resta tra le macerie di un campo di battaglia. Voler pregare e non riuscirci...tra i banchi della chiesa fare scena muta, vergognarsi di mettersi in ginocchio ed essere disturbati durante la messa. La nostra scelta deve essere definitiva, e verso Dio, perchè tutto quello che non viene da Dio, ci allontana da Lui. Ora torniamo al Vangelo, e vediamo che le folle furono prese da stupore, ma qualcuno tra loro, cercava di attirare l'attenzione non su quello che avevano visto operare da Gesù, ma cercavano di spostarla altrove, cercavano di insinuare dei dubbi. È satana che torna alla carica, dopo aver tentato Gesù nel deserto, ora tenta gli uomini, gli fa chiedere segni; lo stesso che aveva fatto con Gesù, ma Gesù aveva risposto a tono, e noi dobbiamo fare altrettanto, se vogliamo fare questa scelta definitiva. Va indietro satana, tu e tutte le tue lusinghe, tu e tutti i tuoi trucchi, le tue domande, i dubbi che mi insinui nella mente, tu e tutte le divisioni che crei. Va via satana dal mio mondo, vai via con la tua corruzione, con la tua malafede, con la tua ingiustizia e la tua sete di potere. Io non voglio essere tua schiava, non voglio vincere a tutti i costi in una discussione, ma voglio parlare, anche con il mio nemico, perchè è mio fratello. Io non voglio trincerarmi dietro uno schieramento e fare guerra agli altri, non voglio giudicare, perchè tutti abbiamo le nostre colpe. Satana è paragonato ad un uomo forte "bene armato che fa la guardia al suo palazzo". Tuttavia, Gesù si mostra più forte di lui", perché lo vince "con il dito di Dio", con la sua forza divina, vale a dire con lo Spirito Santo. Egli gli toglie le armi e gli strappa il bottino. È il segno che il regno di Dio è venuto sulla terra e che la lotta tra il bene ed il male in noi stessi richiedono una scelta, coloro che hanno reclamato da Gesù un segno, ecco che ce l' hanno. Non ne verranno dati loro altri. Scoprendo i loro pensieri perversi, Gesù mostra loro che sono sotto l'influenza dello spirito malvagio. Poiché noi ci troviamo in mezzo a questa lotta, c’è impossibile una posizione neutrale: ognuno deve pronunciarsi pro o contro. Chi in questa lotta non è con lui, è con Satana, ricordiamo le parole di Gesù: -o Dio o mammona.- Gesù sa che gli uomini si fanno facilmente influenzare e che satana non li lascerà certo in pace, ma che in questa lotta farà di tutto per strapparli al Padre, per questo ci consiglia d’essere saldi nella fede e di difenderci dagli attacchi del maligno, fortificando le nostre difese con la preghiera e stando in guardia, esercitando la nostra mente alla parola del Signore, ma anche ad un colloquio diretto e continuo con la confessione. La ricerca della perfezione spirituale, non è una forma di presunzione, ma, per come la vedo io, una questione d’umiltà; perché penso che poiché siamo ancora molto lontani da Gesù, che deve essere il nostro parametro di misura, abbiamo bisogno continuamente di confrontarci con la parola per non cadere nei trabocchetti del perfido. Non credere che satana esiste, è già essere caduti in trappola, è già avere fatto la propria scelta, è già negare la parola di Gesù, perché è lui stesso che ce ne parla, e purtroppo fratelli miei, molti sono quelli che ci sono caduti, diffidate anche di chi nella chiesa stessa, non crede che esista satana, e rendetevi conto che molti di questi sapientoni, poi sono gli stessi che invece lo vedono da tutte le parti in cui la Madonna appare…..

martedì 21 marzo 2017

(Mt 5,17-19) Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

VANGELO
 (Mt 5,17-19) Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o Santo Spirito, e parlami come Gesù mi parlerebbe oggi, parlami che io possa capire, che sappia spiegare, ma più di tutto, perché possa vivere questa parola. Gesù dice delle cose in questo brano, molto importanti, ci annuncia che è venuto con parole nuove, ma non per abolire la legge di Dio proclamata da Mosè e dai profeti, ma per portarla a compimento. Lui è infatti colui nel quale si compie la parola di Dio; Lui è quello che parla con autorità, perché è l'autore delle cose che racconta, Lui è colui che le vive in prima persona. Quello che porta Gesù, non è contro Dio, ma è l'azione di Dio che si compie in Lui; l’ amore di Dio, che s’ incarna e si fa olocausto fino alla morte in croce, per la nostra salvezza. Tutto è compiuto, dice Gesù, ora tocca a noi discepoli proseguire verso Dio Padre, dove Lui ci prepara il posto, ma per farlo dobbiamo seguire i suoi insegnamenti, ed elevare lo spirito al di sopra della carne. Quanti Santi prima di noi l’ hanno fatto, sono riusciti ad entrare talmente in comunione con Gesù Spirito da riuscire ad avere anche nel corpo i segni della passione di Cristo. Certo sarebbe bello diventare Santi …. Poter aiutare il Signore con grandi carismi a riportare le pecorelle smarrite all’ ovile, ma intanto accontentiamoci di entrare noi stessi in quest’ovile che è la casa del Padre, cerchiamo di vivere amando Dio ed il nostro prossimo e di fare cose sante nella semplicità di ogni giorno vissuto per fare la Sua volontà. Una cosa fondamentale è seguire la parola di Dio, leggerla, meditarla e non discostarsene mai, perché tutto passerà, ma la parola di Dio è un patto che vale per sempre, e che ci rende eredi del regno; non c'è bisogno di cercare altro. Ho scelto questa immagine, perché vediamo i piedi di Gesù poggiati sulla pietra, perché la Chiesa, costruita sulla pietra apostolica, rimane fondata sulla parola di Dio, e noi dobbiamo basarci su questa, che non viene abolita, ma riuscire a reinterpretarla esattamente come ha fatto Cristo, che ha posto l’amore e la misericordia di Dio, sopra a tutto. Non sono le parole che salvano, ma le opere di misericordia che dobbiamo riuscire a consegnare nelle mani del Signore, prima di tutto con l’esempio che sapremo dare ai nostri fanciulli. Questo è apostolato, non sapere formule a memoria!....

lunedì 20 marzo 2017

(Mt 18,21-35) Se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello, il Padre non vi perdonerà.

VANGELO
(Mt 18,21-35) Se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello, il Padre non vi perdonerà.


+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».


Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA


Ti imploro O Spirito di Dio, aiutami a far entrare la tua parola perfettamente nel mio cuore; a comprendere bene come e perchè perdonare; dammi la forza di farlo secondo il tuo divin volere, perchè io da sola ,non posso neanche capire cosa è veramente il perdono.
Non voglio soffermarmi a spiegare la pagina del Vangelo, perchè è di una semplicità disarmante, infatti tutti capiamo che dovremmo perdonare, ma non ci impegniamo mai abbastanza.
Perdonare è troppo importante e Gesù vuole che proviamo a dare il massimo, perchè solo dando si riceve. È qualcosa che si acquista con la stessa moneta e tutti ne abbiamo un bisogno immenso.Cosa ci impedisce di perdonare? La risposta che viene subito alla mente, è l'offesa ricevuta, ma non dipende da questo, dipende solo da quanto il nostro cuore riesce ad aprirsi all'altro, perchè non c'è perdono senza amore e viceversa.Si dice che se non riusciamo a perdonare noi stessi, non sapremo perdonare l'altro. Io non so quanto questo sia vero, ma cercando di basarmi su questo, quando sono in difficoltà nel perdonare, comincio con il perdonare me stessa per non saperlo fare.La nostra umanità non parla per testi filosofici, ma per istinto e spesso questo prevale anche sulle buone intenzioni.Si impara a perdonare, imparando a chiedere perdono anche se pensiamo di avere ragione, che poi è molto più facile che farlo quando siamo in torto. Chiedere perdono non vuol dire umiliarsi, ma voler fare prevalere la pace, e si acquista una consapevolezza della bellezza di questo senso di pace, a poco a poco. Perdonare è un' arte come dice Jean Monbourquette in un suo libro molto bello, e non si può credere che basti la volontà di farlo per riuscire, perchè ci si esercita come si impara a suonare uno strumento, e se vogliamo che esca della buona musica, dobbiamo mettercela tutta. Non si può pensare di voler perdonare ad ogni costo, perchè è un'arte difficile, ma come dico spesso ai bambini, quando non arriviamo a qualcosa, possiamo usare uno sgabello, ossia un trucchetto.Io ne ho uno che vi voglio svelare: quando non riesco a perdonare una persona chiedo a Gesù di perdonarla per me, con il Suo perdono che è perfetto e di perdonarmi se non riesco a fare di più. Mi impegno a pregare per quella persona ogni giorno, affidando al Signore la situazione, fino a che non svanirà ogni minima traccia di risentimento."Vogliamo essere soddisfatti per un istante? Vendichiamoci. Vogliamo essere felici sempre? Perdoniamo" (H. Lacordaire) o meglio “Impariamo a perdonare”

domenica 19 marzo 2017

(Mt 1,16.18-21.24) Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

VANGELO


+ Dal Vangelo secondo Matteo


Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.


Parola del Signore.


oppure (Lc 2,41-51 - Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo):


Dal Vangelo secondo Luca


I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso.


Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni su di me o Santo spirito di Dio e illuminami con la Tua sapienza. Fa che quello che Tu mi vuoi far conoscere, fluisca generosamente in me direttamente dal Tuo cuore.
Povero uomo Giuseppe direbbero alcuni, ed anche io per un certo periodo ho pensato a lui come ad un povero credente sfortunato, cui era stato tolto tutto quello che aveva ed in cui credeva.
Poi ho cercato di capire e di conoscerlo meglio, attraverso le scritture ed ho scoperto che non parla mai, ma in silenzio agisce.
Gli angeli intervengono nella sua vita e lui obbedisce, per questo gli appellativi con i quali è definito sono di uomo giusto, mite, obbediente. I vangeli apocrifi forniscono altre notizie, che tuttavia sono generalmente ritenute leggendarie. Secondo il Protovangelo di Giacomo, Giuseppe era molto anziano quando sposò Maria, e fu scelto tra gli altri pretendenti perché il suo bastone, posto fra gli altri sull'altare, fiorì miracolosamente. Per questo motivo, san Giuseppe è tradizionalmente raffigurato con Gesù bambino in braccio e con in mano un bastone dal quale sbocciano dei fiori (generalmente un giglio bianco).
" Uomo obbediente " Nei Vangeli non è riportata alcuna parola di Giuseppe; sono riportate solamente le sue azioni. E queste sono compiute in obbedienza a Dio. Conosciuto il volere di Dio attraverso un sogno, Giuseppe si appresta ad eseguirlo. E così sposa Maria anche se lei aspetta un figlio che non è suo; fugge in Egitto con Maria ed il bambino Gesù per sfuggire alla persecuzione di Erode; torna a Nazaret solo alla morte di quest'ultimo.
" Uomo giusto " L'evangelista Matteo parla di Giuseppe come uomo « giusto ». Il termine non significa soltanto correttezza, fare ciò che è dovuto e che noi diciamo giusto. In senso biblico, « giusto » è il timorato di Dio, l' obbediente ai suoi progetti. Giuseppe è giusto perché cerca di adeguarsi al piano di Dio nella vita di Maria. Non rinuncia al suo amore per Maria, glielo dichiara anzi, « prendendola con sé ». In ogni vocazione che si rispetti, alla chiamata Dio ci lascia sempre rispondere in libertà, giacché il Signore non violenta mai l’ intimità delle sue creature né mai interferisce sul loro libero arbitrio.
Giuseppe allora può accettare o no. Per amore di Maria accetta, nelle Scritture leggiamo che “ fece come l’ Angelo del Signore gli aveva ordinato, e prese sua moglie con sé ” .
Egli ubbidì prontamente all’Angelo e in questo modo disse il suo sì all’opera della redenzione. Perciò quando noi guardiamo al sì di Maria dobbiamo anche pensare al sì di Giuseppe al progetto di Dio. Forzando ogni prudenza terrena, e andando al di là delle convenzioni sociali e dei costumi del suo tempo, egli seppe far vincere l’ amore, mostrandosi accogliente verso il mistero dell’ Incarnazione del Verbo. Nella schiera dei suoi fedeli il primo in ordine di tempo oltre che di grandezza è lui: San Giuseppe è senza ombra di dubbio il primo devoto di Maria. Una volta conosciuta la sua missione, si consacrò a lei con tutte le sue forze. Fu sposo, custode, discepolo, guida e sostegno: tutto di Maria. Ecco che visto sotto quest’aspetto, ci accorgiamo che a Giuseppe non fu tolto niente, ma anzi fu dato di partecipare al progetto di Dio come custode di Maria e di Gesù.Per andare invece alla seconda pagina del vangelo, quella di Luca, mi piace pensare alla vita quotidiana della Santa Famiglia, Gesù aveva oramai 12 anni, cioè era nell’anno in cui sarebbe diventato adulto, l’anno in cui si diventava Bar-Mitzwa, Figlio della Legge, del precetto. Lo studio della Legge era oramai per lui un obbligo. La vita spirituale si legava a quella sociale, come per tutti i giudei. Leggendo" Il vangelo come mi è stato rivelato",di Maria Valtorta, vivo la scena e ammutolisco davanti alla sapienza di Gesù, che ogni volta che nomina il nome del Signore, si inchina devotamente. E' sotto esame dei sacerdoti del tempio e questi restano colpiti e gli chiedono chi gli ha insegnato così bene:-Tu fai onore al tuo maestro....- La sapienza di Dio era raccolta nel suo cuore giusto-Ma sentilo, te felice padre di tal figlio-Giuseppe in fondo alla sale,sorride e s'inchina.

sabato 18 marzo 2017

(Gv 4,5-42) Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.

VANGELO
(Gv 4,5-42) Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Parola del Signore.





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA


O Signore, che mi chiedi di dare da bere a chi è assetato della Tua parola, ti prego, usami, anche se sono indegna, se sono solo un otre pieno di buchi che disperde le grazie che concedi, ti prego, usami e fa che nulla della tua parola vada perso, fa che possa scorrere lì dove Tu vuoi portarla.
Prima di pregare su questo brano, pensavo a cosa avrei potuto dirvi a questo proposito. Grande errore, io non devo dirvi, ma lasciare che sia lo Spirito Santo che vi dice qualcosa attraverso la mia riflessione e quindi per prima, insieme a voi, mi metto all’ascolto.
Una donna vede uno straniero avvicinarsi al pozzo e prima di dargli da bere, lo studia, lo interroga e lo classifica. Non vede quasi l’ uomo e non riconosce in lui Gesù, lo tratta con sufficienza e quasi lo sfida; come avrebbe potuto quell’uomo straniero prendere acqua dal pozzo senza secchio? Povera stolta che non si avvede di quanto è potente la grazia di Dio, che non ha bisogno dei nostri mezzucci, ma che si disperde a fiumi e ci inonda, che ha bisogno solo del nostro assenso per essere raccolta.
L’acqua come fonte di vita, che rigenera, che fa germogliare, nutre, leviga scorrendo come sui sassi dei torrenti, trasporta… oppure immobile ristagna e imputridisce.
Gesù parla alla donna con naturalezza, ma anche ai suoi discepoli questo sembra strano, perché anche per loro la samaritana era una straniera, una diversa da loro e si meravigliano di questo Gesù così che rompe gli schemi fissati dalla differenza. Troppo spesso usiamo le parole uguaglianza, solidarietà, antirazzismo, a sproposito; perché in teoria siamo aperti a tutti,ma in pratica tendiamo a privatizzare quello che consideriamo nostro, fregandocene dei diritti degli altri di avere quello che noi abbiamo, anzi, spesso speculiamo sui loro bisogni. Quando gli altri lo fanno con noi la chiamiamo speculazione ( vedi petrolio, energia,acqua, ) ma non ci avvediamo di farlo a nostra volta.
Rifletto su quanto sia importante ricordare le parole di Gesù per essere degni di essere chiamati figli, gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date, La grazia è dono che si riceve e rimane grazia perché è dono ricevuto che si restituisce, facendo ritorno al vuoto, alla gratuità. Se invece accumuliamo senza restituire diventa attaccamento e la grazia imputridisce. Davanti a Gesù noi siamo come la samaritana, che si attesta nella sua posizione senza vedere quanto è in peccato, che si preoccupa di non dare, ma riceve a piene mani dal Signore.Un particolare però mi ha colpito più di tutti, è l'orario in cui questo incontro avviene, l'ora in cui la samaritana esce per non incontrare nessuno al pozzo, col sole alto. Le altre donne sono intente nelle faccende di casa e gli uomini al lavoro. penso quanto ci somiglia questa donna che non vuole correre il rischio di essere vista, giudicata; non vuole sentirsi dire nulla sul suo modo di vivere, non ha il coraggio di uscire alla luce, perché troppi sarebbero i lati oscuri che verrebbero fuori, ma Gesù non vuole portarci alla luce per svergognarci, infatti intorno non c'è nessuno, ma perché possiamo decidere senza aspettare di essere perfetti, e testimoniare alla luce che tutti, anche i peccatori come noi, possono rinascere in Spirito e Verità.

venerdì 17 marzo 2017

(Lc 15,1-3.11-32) Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.

VANGELO


(Lc 15,1-3.11-32) Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola:
«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Parola del Signore








LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Spirito d'amore,fammi riconoscere il vero volto dell'amore che Dio vuole farci comprendere in questo brano del vangelo,in ogni sua più piccola sfaccettatura.
Comincerò col leggere insieme a voi, tra le righe, l'amore del Padre.Un padre che ha lavorato sodo per non far mancare niente ai figli, che li ha educati al lavoro, alla responsabilità, ha fatto questo con tutti e due, ma all'improvviso, uno di loro, stanco e con una irrefrenabile voglia di ribellarsi al padre, decide che vuole partire, vuole andare lontano per avere tutto quello che il padre per buon senso gli negava. Il padre con il cuore infranto,non può trattenerlo,e così gli dà la sua parte di eredità e lui va. All'inizio,non si rende conto dell'errore fatto,gode di tutto quello che vuole,ma dopo un po' si rende conto che tutto quello che ora ha,non gli ha dato la felicità,ma anzi,ha ancora di meno di quello che aveva quando si sentiva sottomesso al padre,infatti nel vangelo Luca ci parla di una grave carestia in quel paese,facile da rapportare alla tristezza del suo cuore.Non aveva conquistato nulla ed aveva perso anche quello che aveva...ripensava alla sua casa,dove tutti potevano godere dei beni e dell'amore del padre,persino l'ultimo dei suoi servi,e lui se n'era andato per rincorrere cosa?Si era perduto!Ecco la nuda e cruda verità,si sentiva perduto e disperato e con fatica,perchè era molto orgoglioso,decide di tornare dal padre. Chissà cosa pensava ,chissà come sarebbe stato accolto,certamente non si sentiva degno,ma avrebbe trovato le parole per chiedere scusa? Quanti pensieri prima di incamminarsi,quanto tempo perso in inutili elucubrazioni...Appena il padre lo vede da lontano gli corse incontro e lo abbracciò, lo strinse forte e ordinò ai suoi servi di portare il vestito più bello, l'anello e i calzari e gli restituisce la sua dignità di uomo e di figlio, e così anche il figlio ingrato capisce quanto è grande la gioia del padre per il suo ritorno, quanto è grande il suo amore! Ed ora passiamo all'altro figlio, quello che aveva sempre fatto il volere del padre, quello che gli era stato sempre vicino....cosa succede in lui? Non gli sembra giusto che per il padre questo ritorno sia motivo di gioia, non accetta che sia messo sul suo stesso piano, forse invidia, forse rabbia, o forse solo dolore, ma qualcosa lo spinge a voler giudicare il modo di agire del padre, addirittura criticarlo...quante volte noi ci mettiamo in questa condizione? Ecco quello che per me è un punto fondamentale di questo brano del vangelo,il punto in cui la mia riflessione,mi ha portato a capire che noi troppo spesso giudichiamo,condanniamo e vogliamo decidere chi fa il bene e chi il male, dimenticando troppo spesso che Dio non la pensa come noi, ma noi dobbiamo pensare come lui!

giovedì 16 marzo 2017

(Mt 21,33-43.45) Costui è l’erede. Su, uccidiamolo

VANGELO
(Mt 21,33-43.45) Costui è l’erede. Su, uccidiamolo!
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.
Parola del Signore 



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Spirito di Dio, insegnami a stare in ascolto della tua parola, per comprendere l’ essenza del tuo messaggio e saperlo rendere attuale nella mia vita.
Ancora una parabola sulla vigna, ma questa volta, vediamo che il padrone della vigna, la lascia in mano ai contadini perché la coltivino. Ma questi non vogliono dare al Signore il raccolto, non vogliono riconoscerlo come padrone, né tanto meno riconoscere il Figlio come padrone, per questo decidono di ucciderlo.
Questo è quello che l’uomo fa quando diventa superbo e vuole fare a meno di Dio, vuole guidare la propria vita, senza riconoscerla come un dono, perdendo di vista che quella vigna è già sua, che non ha bisogno di uccidere e rubare niente, perché tutto quello che è del Padre, è dei figli.
Ma Gesù che è stato ucciso, è diventato la pietra su cui poggia la Chiesa; questa chiesa che spesso noi non vediamo come la nostra casa, ma come un’ istituzione che ci è estranea, come un regno di pochi. Questa Chiesa che alcuni credono di loro proprietà, e che altri non accettano…
Quanta competizione, quanto cercare di mettersi in mostra, quanto guardare i propri interessi. Che c’entra tutto questo con Gesù? Che ha a che fare con la mitezza ed il coraggio di Maria? Non è stando ai primi posti che si fa la volontà di Dio, ma anzi, Gesù ci diffida dal farlo, ci invita ad essere servitori per essere eredi del regno.
Chi è stato chiamato a coltivare la vigna, lo fa nel nome di Dio, o lo fa nel suo interesse? Lavora su se stesso per poter portare frutti al regno di Dio, con la parola e l’esempio? Ognuno di noi dovrebbe farsi un esame di coscienza per scoprire come ci comportiamo, per capire se questo atteggiamento del" tutto ci è dovuto" ci appartiene e, fino a che punto, vogliamo continuare a rifiutare di essere partecipi eredi con Cristo, del regno dei cieli. Cos’ altro deve fare Dio per farci comprendere quanto è grande il suo amore più che dare la vita del suo Figlio per la nostra redenzione?

mercoledì 15 marzo 2017

(Lc 16,19-31)Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

VANGELO 
(Lc 16,19-31)Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
 Vieni o Santo spirito e aiutami a capire il desiderio di Dio, aiutami a non sbagliare strada e a non perdermi nelle tentazioni della vita, aiutami a seguire solo i lumini che portano al regno di Dio e a non farmi abbagliare dalle luci sfavillanti del mondo che illude. Quante volte Gli apostoli ci hanno riportato le parole di Gesù che dicevano di non cercare le ricchezze nel mondo. Sembrano un poco discorsi per stolti, come si fa a non esserne attirati, tutto è così sfavillante, basta un pochino di corruzione, bastano le amicizie giuste, uno scambio di voti, e si aprono tante possibilità, che chi è” fuori dal giro” se le scorda. Bei vestiti, cene e feste, e il mondo cammina in quel senso, senza curarsi dei poveri cui manca tutto, degli ammalati che sono soli e abbandonati alle loro famiglie spesso in gran difficoltà. Un terzo del mondo ha fame, ma noi non vogliamo saperlo, tanto che possiamo fare? Ancora queste faccine di bambini denutriti e pieni di mosche mentre stiamo mangiando? Che schifo! Ma se non ci sono i soldi per nutrirli perché fanno i figli? Ed una parte di mondo soffre ed è costretta dal nostro egoismo a soffrire anche in silenzio, per non darci fastidio. Dov’ è Gesù? Perché Dio non interviene? Gesù è proprio lì che puoi trovarlo, lì dove noi non vogliamo guardare, tra gli ultimi della terra, là dove il dolore non ha voce, dove si muore in silenzio. Andando a fare una passeggiata nei centri commerciali, vediamo i nostri bambini fare i capricci in continuazione per l’ultimo gioco alla moda, per lo zainetto firmato, e per tutte quelle cose che vogliono avere, e per quanto in difficoltà, i genitori oggi non sono capaci di negargli niente. Stiamo creando dei mostri d’ egoismo, potremmo insegnare loro che con i soldi di un gelato, potremmo adottare un bambino a distanza e garantirgli il diritto di mangiare e studiare, ma non siamo capaci di dirglielo, perché preferiamo non sapere, non vederlo! Non domandiamo allora dov’è Gesù, perché Dio non fa niente… noi siamo le mani e gli occhi di Dio, quello che faremo al più piccolo dei nostri fratelli ci sarà restituito da Gesù. Decidiamo finché siamo in vita di fare qualcosa per gli altri e per la nostra anima, perché verrà per tutti il giorno in cui dovremo rendere conto di quello che NON ABBIAMO FATTO.

martedì 14 marzo 2017

(Mt 20,17-28) Lo condanneranno a morte.

VANGELO
(Mt 20,17-28) Lo condanneranno a morte.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
Ti prego Spirito Santo, di entrare nel mio cuore, per fare posto alla persona nuova che Gesù vuole per me. Te lo chiedo per poter vivere in comunione con Cristo nostro Signore. Amen. 
- Per chi è abituato a riflettere sulla parola, è facile incontrare le parole; vederle ondeggiare e farsi pressanti per distribuirsi ordinatamente, dando un senso a quello che il cuore e la mente cercano di coniugare. Sembrano note che cercano il loro posto in un pentagramma, ma per quanto io faccia, non oso servirmi delle parole, perchè l'unica cosa che desidero e so che è giusta, è SERVIRE LA PAROLA! Questo brano mette in risalto una cosa che io constato troppo spesso in noi, e che stona molto con quello che invece dovremmo fare. Non ascoltiamo! Gesù ha appena detto che che morirà e Salomè, la madre di Giacomo e Giovanni, moglie di Zebedeo, gli si avvicina per chiedere di favorire i figli con posti d'onore. Povera donna non sapeva neanche cosa chiedeva, nè forse si rese conto di quale fu la risposta di Gesù. Un po' come noi quando capiamo che seguire il Cristo, non sarà una passeggiata in pianura, ma ad ogni ostacolo, ad ogni sofferenza, siamo pronti a chiedere di esserne esonerati. Quando una persona soffre, continuamente, senza mai vedere la fine, pensa solo alla pesantezza del suo dolore ed è per questo che non riusciamo ad elevare la sofferenza al cielo, ma riusciamo solo a soccombere sotto al suo peso. Sant'Agostino nel commento al salmo 140, dice ad un certo punto: " Niente è più gradito del profumo del Signore. Di questo soave profumo olezzino tutti i credenti." Fa o Signore che il nostro desiderio sia quello di offrire con te, per rivivere di Te.

lunedì 13 marzo 2017

(Mt 23,1-12) Dicono e non fanno.

VANGELO
(Mt 23,1-12) Dicono e non fanno.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Spirito del Signore,stammi vicino, illumina il mio cuore con la parola di Dio, perchè io possa conoscerlo veramente e comprendere come onorarlo con la mia vita.
Quante volte ho riflettuto su questa parola di Dio, è così facile criticare i ministri di Dio, che ormai così fan tutti.
Noi discepoli infedeli, diamo la colpa a loro delle nostre mancanze, e loro danno la colpa a noi del nostro scarso rispetto per la parola di Dio, ma siamo gli uni, lo specchio degli altri.
In questo gioco al massacro, restiamo fermi senza fare passi avanti, e non riusciamo ad uscire per andare incontro a Dio.
La falsità è una dote che ci accomuna tutti; l'ipocrisia altrettanto, ma vediamo solo quella degli altri.
Ho paura del tempo che passa e vorrei saper fare di più, amare di più, pregare di più, perdonare di più....ma non mi sento mai degna, sempre troppa poca pazienza, insofferente alle provocazioni.
Vorrei essere capita, non interpretata, ma compresa nei miei gesti, nelle mie parole, nelle mie assenze e presenze, e soprattutto nei miei silenzi.
Ma Gesù ci ha avvertito, non dobbiamo cercare di piacere alla gente, o di piacere al parroco di turno, ma dobbiamo seguirlo su quella via che è spesso fatta di mortificazioni, di giudizi ingiusti, di chiacchiere cattive e, quello che conta, non è quanto ci sapremo far rispettare, ma quanto sapremo offrire tutta la nostra sofferenza a Dio, rinunciando al nostro orgoglio per amore Suo e dei fratelli, specialmente dei nostri nemici e di chi è lontano.

domenica 12 marzo 2017

(Lc 6,36-38) Perdonate e sarete perdonati.

VANGELO
(Lc 6,36-38) Perdonate e sarete perdonati.


+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».


Parola del Signore.



LAMIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Vieni o Santo Spirito e guidaci tra le parole, insegnaci a far si che il sogno di Dio su di noi, diventi realtà.
Qual’è la misura della misericordia? L'invito è a misurare con la stessa misura di Dio, ossia senza misura, all'infinito.
Oggi torna questo grande valore, che è la misericordia, che non vuol dire essere buoni, ma molto di più.
Per capirlo bisogna prima di tutto renderci conto che senza la misericordia del Padre, nessuno di noi sarebbe salvo; perchè la miseria del nostro animo, è talmente grande da non potersi mai plasmare abbastanza all’idea del bene di Dio.
Ci basta pochissimo per sentirci quasi santi, per guardare tutti dall’alto in basso, per pensare di non meritare quello che ci accade quando tutto non va secondo i nostri progetti; anche se in cuor nostro sappiamo di poter essere migliori e che troppe sono le tentazioni che ci vincono e poche le virtù che ci permettono di resistere.
A volte invece, il nostro sentirci colpevoli ci fa schierare dalla parte sbagliata e ci fa rinunciare alla salvezza, ma con Dio tutto è molto più semplice di come noi lo giudichiamo, tutto è dono, tutto è grazia infinita.
La liberazione nasce da un semplice riconoscimento di giustizia , il Dio che si manifesta in Gesù non è il Dio che guarda i meriti, non abbiamo nessun merito, non è un Dio che guarda le virtù, non abbiamo molte virtù, ma è il Dio che guarda i bisogni e le necessità, un Padre che concede la salvezza, non come un premio, ma come un regalo, così come fa Gesù.

sabato 11 marzo 2017

(Mt 17,1-9) Il suo volto brillò come il sole



VANGELO DI DOMENICA 12 MARZO 2017
(Mt 17,1-9) Il suo volto brillò come il sole
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni vicino a me o Santo Spirito, ed aiutami a comprendere il senso della lettura d’oggi, e saperla applicare alla mia vita.
In questo brano, Matteo ci porta con Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte Tabor.
Gli apostoli non comprendevano bene il perché di questa scelta di Gesù di sottoporsi volontariamente a tanta sofferenza, ricordiamo che Pietro che non voleva andare a Gerusalemme con Gesù, dopo che questi aveva detto a lui e agli altri, quello che l’aspettava e lo esortava a non sottoporsi a tale supplizio. Gesù allora propone ai suoi discepoli di salire sul monte e una volta giunti si misero a pregare. Non volle spiegare a parole, ma volle che potessero condividere con Lui quel momento di preghiera, per aiutarli a capire, gli mostra come questa accettazione poteva diventare la loro trasfigurazione. Notate la differenza tra il pregare di Gesù, che trasfigura davanti ai loro occhi, e quello assonnato degli apostoli. Apparve ai loro occhi, riflesso di luce e parlava con Mosè ed Elia era una visione meravigliosa che li fece restare svegli anche se cadevano dal sonno.Ad un tratto furono avvolti da una nube ed udirono una voce: -ecco il mio Figlio, l’eletto, ascoltatelo- La voce di Dio confermava quello che disse al battesimo nel Giordano, riporre la propria fede in Gesù Cristo Figlio di Dio, non è un optional, ma è un preciso comando di Dio stesso, e non riconoscerlo come tele vuol dire disobbedire a Dio, opporsi al volere di Dio. I discepoli erano colpiti da questa manifestazione di Gesù e vedere Elia e Mosè li aveva riempiti di una nuova consapevolezza, che ancora non comprendevano fino in fondo, ma che apriva il loro cuore alla speranza e faceva intravedere che la fede è andare oltre la nostra umanità, e che diventa un connubio con Dio. Dio aveva detto ascoltatelo e avevano visto i patriarchi defunti nella gloria con Gesù, avevano ancora tanta confusione e stettero tre giorni prima di capire bene il senso di quello che era successo, conservando tutte quelle cose in silenzio nel loro cuore.
Rispetto a questo brano io posso aggiungere, per esperienza, che quando il Signore ci concede una sua grazia, anche noi rimaniamo esterrefatti e stupiti, anche se non è la trasfigurazione, ma in ogni modo è sempre un qualcosa che ci lascia senza parole e senza spiegazione, allora anche se al momento non capiamo a fondo, non realizziamo subito il senso dell'accaduto, viene automatico restare tre giorni senza dire nulla e poi pian piano si riesce a mettere a fuoco quello che è successo.
Quanto sarebbe bello poter essere trasfigurati in Gesù, riuscire a fare della nostra preghiera e della nostra vita una ricerca intensa di comunione con il regno dei cieli, il nostro desiderio sarebbe legittimo, come lo è stato per gli apostoli, che hanno chiesto di poter fare tre capanne.
Legittimo voler restare con Gesù, ma ancora non era risorto dai morti, e gli chiese di tacere, fino a che tutto fosse compiuto; ed oggi che senso dare a queste parole?
Gesù è risorto, è con noi, possiamo vivere con lui la nostra esperienza di vita sulla terra, possiamo dimostrare di aver compreso almeno in parte il suo messaggio, possiamo chiedergli di trasformarci in uomini e donne nuove, ma per farlo, dobbiamo credere che Gesù è il figlio che Dio ci chiede di ascoltare ed affidarci a Lui.

venerdì 10 marzo 2017

(Mt 5,43-48) Siate perfetti come il Padre vostro celeste.

VANGELO DI SABATO 11 MARZO 2017
(Mt 5,43-48) Siate perfetti come il Padre vostro celeste.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Dio, fortezza di chi spera in Te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
La logica che ci lega alla terra è fatta di simpatie e di antipatie, di cose belle e cose brutte, di odio e di amore. Tutti siamo capaci di provare dei sentimenti, anche gli animali, che sicuramente sono migliori di noi anche in questo.
In genere i nostri sentimenti debbono essere corrisposti, ricambiati, perché non siamo proprio abituati a dare gratuitamente e siamo più inclini all’ indifferenza e al rancore che all’ amore.
Ma noi non siamo solo uomini, siamo anche Cristiani e nella logica di Cristo,
l’ amore supera i nostri limiti. Ama il tuo nemico, perché Dio lo ama, è tuo fratello.
Se ami Dio, se vuoi condividere con lui il sogno, non puoi essere tu a decidere chi amare, devi fidarti di Dio. Io sono sicura che molte persone che per noi non hanno speranza, saranno invece davanti a noi sulla via del paradiso.
Il Signore sa come e quando chiamarci, ricordate la frase: “ non siete voi che avete scelto me, ma io che ho scelto voi “? Poi si, è vero, abbiamo il libero arbitrio; la scelta è la nostra, se dire si o no a quella chiamata, ma come con Paolo, così fa con tutti noi, sono solo i tempi ed i modi che differenziano.
Gesù ci invita ad amare, sempre e nonostante tutto, perché è da questo che si riconosce il Cristiano, anche i pagani sanno amare chi li ama, ma il Cristiano deve tendere ad amare anche il suo nemico.
Abbiamo tanti esempi di gente che ha saputo amare e perdonare come ha fatto Gesù; un esempio è suor Maria Laura Mainetti, la suora uccisa a Chiavenna da tre ragazze, che hanno dichiarato al processo, che mentre la colpivano, chiedeva a Dio di perdonarle.
Dal gesto insano di tre ragazze, all’ amore incondizionato della piccola suora, e da allora, tanti piccoli fiori sono fioriti da quel seme d’amore. I disegni del Signore non sono i nostri, ma noi possiamo farne parte nel bene o nel male. Satana propone ma Dio con il nostro aiuto Dispone!

giovedì 9 marzo 2017

(Mt 5,20-26) Va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello.

VANGELO
(Mt 5,20-26) Va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Parola del Signore. 



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami o Santo Spirito a recepire con quanto amore Gesù ci invita alla pace, ci guida a capire che non è seguendo una legge che si conquista la pace, ma vivendo l'amore si costruisce.
Quaresima e pace, occasione di crearla, occasione per imparare a viverla. Il mondo fuori grida le sue battaglie, alza la voce sui deboli e usa la prepotenza per affermare le sue ragioni. È così difficile vivere la pace! Basta accendere la tv e la violenza varca la porta, riempie la casa ed ho voglia di piangere! Tutti arrabbiati, tutti nervosi, pronti a saltarci addosso per nulla, pronti a reagire per non farci schiacciare... E ci definiamo Cristiani... Ma come? Ma quando ? Presi a vivere di corsa, ad afferrare tutto quello che capita, a non voler rinunciare a nulla... Tutto è così fallace in questo mondo, ma noi siamo presi a viverlo da non saper vedere altro. Ecco che allora le parole di Gesù fanno male, suonano forte nel mio cuore e mi fanno capire che per seguire Gesù, non è questa certo la strada... Convertirci, ricominciare nonostante i nostri fallimenti e cercare di capire che l' unica vera via è quella dell' amore, non ce ne sono altre. Forse non abbiamo ancora capito quale dono ci fa Gesù, con quanto amore ci guarda, ci implora di amare e di amarlo. Un giorno riflettevo con un sacerdote, di quanto mi dia fastidio vedere che tutti si rivolgono agli altri con superiorità, che tutti si innalzano sugli altari ed ogni volta cercano di insegnare ad un altro come deve vivere, come pregare, come fare questo, come fare quello! Siamo prigionieri delle parole, dei preconcetti e della nostra superbia; tutti ci sentiamo così giusti da poter dire agli altri come agire, ma non è altro che la nostra superbia che parla, ecco perchè poi non sappiamo accettare un consiglio e diventiamo permalosi, non riusciamo ad ascoltare neanche i consigli di Dio, pensando che ci vuole obbligare ad essere diversi da quello che siamo, e non che ci guida per il nostro bene! Ti prego Signore perdonaci, liberaci da tutte le nostre catene, insegnaci a vivere la gioia dell' amore, Tu che ti sei speso tutto per noi, insegnaci a donarci perchè nello scoprire l'amore, possiamo imparare a seguirti davvero!

mercoledì 8 marzo 2017

(Mt 7,7-12) Chiunque chiede, riceve.

VANGELO DI GIOVEDì 9 MARZO 2017
(Mt 7,7-12) Chiunque chiede, riceve.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».
Parola del Signore  

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ispirami o Dio, attraverso lo Spirito Santo, quale strada deve seguire il mio cuore per percorrere le Tue vie, senza timore di sbagliare e di ascoltare falsi profeti.
Dopo averci insegnato a pregare, Gesù ci fa conoscere la meravigliosa bontà e disposizione del Padre.
Per farlo ci fa il paragone con il nostro padre terreno, che si presume ci ami al di sopra di tutto, ma come noi non è perfetto nell'amore come Dio.
“ Chiedi e ti sarà dato, bussa e ti sarà aperto” sono le parole con le quali Gesù ci dice che se ci rivolgiamo a Dio con tutto il cuore, e con una vera disposizione a seguire le sue vie, a conoscerlo, Egli ci darà tutto quello che chiediamo, perché non aspetta altro che la nostra conversione a Lui e alla sua parola. Ora si tratta di capire qual' è la giusta disposizione per porci davanti a Lui, e sicuramente non è quella di pretendere già di sapere quali sono le cose giuste per noi, quindi accettiamo la sua volontà e cerchiamo di comprendere che se il Signore permette determinate cose e situazioni, lo fa per il nostro bene, perché sa qual' è il nostro bene, e quello di tutta l'umanità, poiché Lui è l'unica via per la nostra salvezza.
Un' altra cosa che possiamo notare e come in questo brano Gesù ci parli di quello che negli uomini è la normalità, invece per Dio può essere la risposta del mondo al nostro bisogno di aiuto. Avere gli uomini per amici, non è che sia sbagliato, assolutamente, non è questo che ci vuole dire Gesù, ma ci avverte che gli uomini sono un pochino egoisti, e non è che abbiano a cuore il nostro benessere, ma pensano molto più al loro. Dio invece ci ama e sa che cosa è meglio per noi, perciò quando preghiamo, e facciamolo spesso, anche per le piccole cose, non chiediamogli di accontentarci, ma di fare quello che è meglio per noi, e fidiamoci, Lui sa quello che fa! Gesù ci sprona a fidarci di Dio anche nel dare, non solo nel chiedere, perché la legge di Dio è giusta in tutto, e in proporzione a quello che sapremo dare, potremo ricevere.

martedì 7 marzo 2017

(Lc 11,29-32) A questa generazione non sarà dato che il segno di Giona.

VANGELO
(Lc 11,29-32) A questa generazione non sarà dato che il segno di Giona.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Parola del Signore  

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito di Dio, ad indicarmi i segni che contano per il mio Signore; a dirmi cosa è giusto che veda e che faccia per non sbagliare ai Suoi occhi, perché solo questo io voglio.
In primo luogo, mettiamoci di fronte a Gesù con tutti i nostri difetti, ritrovandoci purtroppo, insieme a quelle persone che seguivano Gesù in cerca di segni e non per ascoltare la sua parola e metterla in pratica.
Facendo questo invece, potremmo vedere i segni dentro di noi e sarebbero dei segni di quanto Dio può operare in ogni uomo che segue la sua parola con fede. Giona ragiona con il suo cervello e mette in dubbio quello che Dio gli chiede di fare, non ha fede, ma poi, viste le conseguenze del suo rifiuto al Signore, si pente e ammette la sua colpa.
L'ammissione della colpa davanti agli uomini, non ottiene lo stesso risultato che la richiesta di perdono davanti a Dio, perché gli uomini lo buttano in mare per salvarsi, ma il Signore gli concede ancora la possibilità di redimersi e dopo tre giorni lo fa ritrovare sulla spiaggia.
Compie la sua missione e nonostante il suo pensiero negativo, il popolo di Ninive si converte; ma lui ancora non ha capito e vorrebbe che Dio punisse quel popolo… dimenticando che anche lui aveva disobbedito a Dio, e che anche lui allora era degno di essere punito.
Dio ama il suo popolo, i suoi figli, non cerca vendetta né cieca obbedienza, ma come un Padre misericordioso, invia suo Figlio tra noi per aiutarci a comprendere il senso del suo amore.
Se non crediamo che il Cristo sia la più alta espressione dell’amore di Dio e non seguiamo la sua parola, non ha senso che cerchiamo dei segni di prodigio negli avvenimenti che ci circondano, perché il prodigio che conta per il Signore è la conversione di tutti i suoi figli alla sua parola, perché attraverso i suoi insegnamenti riusciamo a passare per quella porta stretta che ci fa entrare nel regno dei cieli, già da questa terra.
Seguiamo la parola di Gesù, ascoltiamola con il cuore e cerchiamo di farla entrare in noi con avidità, perché diventi l’ unica strada da percorrere.
Non giriamo la testa in cerca di segni, perché da soli non saremmo neanche in grado di riconoscere il vero dal falso, e solo grazie all’ azione dello Spirito Santo, e per grazia di Dio, possiamo farlo.

lunedì 6 marzo 2017

(Mt 6,7-15) Voi dunque pregate così.

VANGELO
(Mt 6,7-15) Voi dunque pregate così.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidami per capire le meravigliose parole di Gesù.
Credo che sul Padre Nostro, la preghiera che Gesù ci ha insegnato, si sia detto e spiegato tutto; quindi non mi soffermerò ancora una volta a riflettere sulle parole della preghiera, ma cercherò di trovare il senso che ha questo discorso di Gesù, aiutata dalle indicazioni che la Chiesa ci da, unendo questa lettura alle altre di oggi. Perchè la preghiera sia efficace, non servono le parole, ma quanto ci lasciamo trasformare dalla preghiera stessa. Le parole possono essere anche belle, ma vane se non sono accompagnate da intenzioni sincere e dal desiderio di un vero colloquio, senza finzioni, con il nostro Dio. Nessun cammino porta lontano se gira intorno a se stesso; infatti a volte parliamo di amore, ma non riusciamo ad amare; parliamo di perdono, ma non proviamo neanche a perdonare. Nelle parole che Gesù ci insegna è scritta la nostra salvezza o la nostra condonna, perchè senza giri di parole ci dice : -Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.- Quindi non sprechiamo parole, ma cerchiamo di disporre prima tutto perchè le nostre parole possano essere prese sul serio da Dio. Il perdono che desideriamo per noi, dobbiamo desiderarlo anche per i fratelli, erchè,per quanto possiamo fare,è comunque un perdono al quale non avremmo diritto, ma che ci viene concesso per la grande misericordia del nostro Padre. Un bel fioretto sarebbe imparare a non giudicare e non condannare nessuno, ma dire una preghiera per chiedere perdono per coloro che sono lontani “secondo noi” dal cammino di conversione, tenendo presente che noi per primi, siamo ancora in cammino, e purtroppo, spesso giriamo a vuoto.

domenica 5 marzo 2017

(Mt 25,31-46) Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.

VANGELO
(Mt 25,31-46) Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
A Te o Santo Spirito mi rivolgo per capire quello che non posso capire, aiutami, secondo quello che tu ritieni giusto.
Leggendo questo brano non possiamo restare indifferenti pensando, come davanti a certe parabole, che Gesù parli in modo troppo semplice,di cose veramente difficili da attuare, come perdonare ed amare i propri nemici, tanto per fare un esempio.
Una vita non basta per imparare a vivere da cristiani, ma la nostra aspirazione dovrebbe essere quella di vivere imitando Cristo, quella di vivere già sulla terra da Santi, come il Santo di Dio, ma poiché il divario è troppo, spesso rinunciamo. Quello che però riusciamo a percepire è che la nostra vita da cristiani non finisce qui, non si ferma con la morte del corpo come un qualsiasi ingranaggio che si rompe e che si butta, ma ha in se qualcosa di più, qualcosa di santo, di divino, che ci permette di passare oltre. Quello che il Signore ci fa oggi , non è una proposta, ma un avvertimento.
Un avvertimento è un messaggio che ci avverte di un pericolo vero, che incombe, ed in questo caso quello che incombe è il giudizio finale che, sia che crediamo o no, toccherà a tutti. Come dico io, quando passeremo alla cassa a pagare il conto, non ci saranno sconti, non potremo dire nulla in nostra discolpa, che possa cambiare le cose, perchè saremo davanti al Signore che conosce ogni cosa, e credo che allora avremo anche una piena coscienza del peccato.
Io penso che quando l' anima, si sarà staccata dal corpo, perderà quella terrena incoscienza, perdendo la parte mortale contaminata dal peccato di superbia, e si riconoscerà in tutta la sua innocenza, tanto che ogni peccato sarà come una macchia enorme sull' abito candido e sarà visibile anche a noi.
L’immortalità è stato sempre il sogno degli uomini, ma non è di questa immortalità che Gesù ci parla, ma dell’ immortalità dell’ anima e ci promette cieli nuovi e terra nuova, perché tutti quelli che muoiono in Adamo possano rinascere in Gesù ed in Lui risorgere.
Farci troppe domande non serve, bisogna imparare a conoscere Gesù Cristo, ascoltare la sua parola, e solo così potremo imparare a fidarci di Lui, perché senza fede, potremmo parlare di tante forme di vita, ma non potremmo mai comprendere il mistero dell’ eternità che ci dona solo Dio.
Però Gesù parla chiaramente anche di premio e di pena ed è chiaro che un Dio giusto, darà una pena giusta. Pertanto a colui che pecca mortalmente è dovuta la pena di essere totalmente escluso dal conseguire l’ ultimo fine.

sabato 4 marzo 2017

(Mt 4,1-11) Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.

VANGELO 
(Mt 4,1-11) Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato. 
Dal Vangelo secondo Matteo 
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Parola del Signore






LA MIA RIFLESSIONE 

PREGHIERA 
Vieni o Santo Spirito e guida i passi della mia anima tra i viali della tua parola, perchè possa coglierne i frutti. 

Due sono i personaggi, ma la posta in gioco è talmente importante che satana è disposto a concedere (a suo dire) tutto quanto è in suo possesso, per vincere su Gesù. Due sono i luoghi in cui Gesù venne condotto: il primo fu il deserto, da dove il diavolo dopo 40 giorni lo prese e cominciò a tentarlo. La cosa che io vedo, è che satana propone a Cristo di essere un Dio diverso da quello che è, e gli propone di essere un Dio che si mostra in tutta la sua potenza, che dimostra e quindi impone la sua presenza; un Dio che serve, come un maghetto, pronto a soddisfare ogni capriccio dell’ uomo, per piacere agli uomini. Ma non è questa la scelta! Gesù non accetterà i suggerimenti del demonio, e resisterà alle sue seduzioni, pur sapendo che quello che satana propone gli darebbe una maggiore stima nel mondo, perché gli esseri umani cercano proprio un Dio così, che usi tutti i suoi poteri al loro servizio. La corona che Gesù però, sceglie di portare, per la salvezza di tutti quelli che vengono sedotti dal male, è la corona di spine, quella della sofferenza, dell’amore; una corona che fa dubitare della sua potenza anche i discepoli più fedeli e che ancora oggi si chiedono, quando le cose vanno male: Dio dove sei?

venerdì 3 marzo 2017

(Lc 5,27-32) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.

VANGELO
(Lc 5,27-32) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.
+ Dal Vangelo secondo Luca.
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
Parola del Signore 



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di vivere nel mio cuore con la tua sapienza, di illuminarmi la mente ed il cuore, amore unico e perfetto.
Stupendo Gesù, che passa tra i peccatori e non vede il loro peccato, ma vede il fratello da salvare, è così che egli va davanti a Levi e lo chiama, e lui, che sembrava senza cuore, cede e lo segue. Ma la storia non finisce qui per far comprendere come il suo messaggio di salvezza sia per tutti, si reca con lui nella sua casa, e siede al tavolo con i suoi amici, anch’ essi considerati degli emarginati dai farisei e dagli scribi. Questo naturalmente è una provocazione per questi ultimi, ma Gesù spiega che non è venuto per i sani, ma per gli ammalati; non per i giusti, ma per i peccatori. Questa frase può significare forse che i farisei non avevano bisogno del Signore perché rispettavano la legge?Assolutamente no, perché già il fatto che facevano delle discriminazioni li rendeva ingiusti. Tutti siamo bisognosi della parola di Dio, tutti abbiamo un cammino da fare per raggiungere la santità, e nessuno di noi deve sentirsi migliore degli altri e già salvo, ma ricercare continuamente la perfezione attraverso la Sua parola, facendo continuamente un confronto con la nostra vita e la vita di Gesù, per cercare di non fare come i farisei, che a parole erano perfetti, ma nei fatti, non facevano altro che recintare e mettere dei paletti alla misericordia di Gesù.

giovedì 2 marzo 2017

(Mt 9,14-15) Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno.

VANGELO
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di rinnovare in questo periodo di quaresima, la mia fede, la mia anima ed il mio cuore, perché sempre fedele alla tua parola, possa seguire la via segnata per noi da Gesù.
Quanto è viva la nostra fede? Quanto in noi c'è la speranza? Il cristiano sa che al di là della morte del Signore, c'è la sua resurrezione e non dobbiamo interpretare questo periodo di quaresima come un periodo di tristezza, ma di conversione profonda, di impegno reale, di ricerca di comunione, di tenerezza. Fare Quaresima, non significa fare a meno, ma fare di più, fare meglio.
Incontro Gesù nel Getzemani e lo vedo triste, allora mi chiedo da dove viene questa tristezza. Gesù non ha altri interessi nel mondo che noi uomini, vederci voltare le spalle alla grazia lo rende triste, per cui la cosa che dobbiamo fare è accettare con slancio ogni grazia ci viene trasmessa. Percorriamo la via crucis e cerchiamo di lenire il suo dolore, non lo tradiamo, come ha fatto Giuda. Non siamo falsi, ma testimoni di una fede si faticosa, ma autentica. Viviamo da amici di Gesù, amici degli altri uomini, rinunciando a voler predominare su tutti. In questi momenti di angoscia per il mondo, comportiamoci da cristiani, accogliendo i fratelli in difficoltà e non sventolando ideologie politiche ed egoismi. Non facciamo di Cristo un re di burla, incoronandolo con bugie, dicendo di amarlo e dimostrandogli il contrario. Quella croce che Gesù ha abbracciato per noi grida al nostro dovere di prenderne coscienza, di cambiare atteggiamento .
Formiamo famiglie in cui si cantino inni alla vita, si percepisca il dono che ogni figlio rappresenta, e cerchiamo di trasmettergli questi valori, non di vestirli all'ultima moda. Sotto alla croce Maria ci insegna che l'amore non é fuggire la sofferenza, ma condividerla. La quaresima ci insegnerà che la fede non è teoria d'amore, ma pratica d'amare; è stare tutto il tempo che possiamo con Gesù, è tenerlo stretto e farci stringere al suo cuore, grondante d'amore per noi.

mercoledì 1 marzo 2017

(Lc 9,22-25) Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.



VANGELO
(Lc 9,22-25) Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami Signore a perdere la mia natura terrena per vivere sulla terra come Tu ci hai insegnato.
Siamo così impregnati del nostro fango, dal quale siamo stati tratti, che togliercelo di dosso è davvero difficile.
Anche chi ha scelto di seguire il Signore, non riesce a rinnegare e se stesso; purtroppo questo è spesso motivo di scandalo, anche se per i loro peccati sono molto più indulgenti che per i nostri.
Anziani e sacerdoti allora, come ora, più che seguire quello che fa Gesù, sono impegnati a rinnegarlo. Ogni volta che la decisione si fa difficile, ogni volta che c'è da fare uno sforzo, rinunciano più facilmente a seguirlo... e noi dietro a loro.
La nostra vita sempre sul bordo di un baratro, sempre in bilico tra bene e male e noi che non riusciamo mai a decidere definitivamente perchè spostiamo i confini secondo il nostro comodo.
Lasciamo che Cristo ci guarisca, lasciamo che ci rivesta d' amore ed usiamo tutta la nostra forza, per piegare le nostre ginocchia, per tacere pettegolezzi e giudizi, ed apriamo gli occhi del cuore a Lui ed a LUI SOLO. Amen .