venerdì 5 maggio 2017

(Gv 6,60-69) Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.







VANGELO DI SABATO 6 MAGGIO 2017
(Gv 6,60-69) Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Parola del Signore








LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e degnami del tuo aiuto, vieni per dare un senso all’ amore di Dio, che si fa parola in Gesù Cristo nostro Signore, verbo incarnato, morto e risorto per noi, e fa che grazie al Tuo immenso aiuto, in noi possa morire l’uomo vecchio, pieno di difetti e attaccato alle cose terrene, e rinascere l’uomo nuovo, più conforme al figlio che Dio vorrebbe veder nascere in noi, che porta in se il seme di Dio.
Gesù è mandato da Dio, ed è Dio, per questo conosce il pensiero dei suoi discepoli, ed anche la sorte che lo attende; sa anche che l’ intelletto dei suoi uomini non riesce ancora a concepire un pensiero basato sulla fede nello Spirito Santo, è come chiedere qualcosa a qualcuno che non è ancora pronto, ne è stato dotato dei mezzi necessari. Eppure Pietro, con tutti i suoi dubbi e le sue indecisioni, capisce che è quella di Cristo la strada da seguire, che non ce ne sono altre … Possiamo insieme con lui dire: - Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna, e noi ti riconosciamo come il Signore della nostra vita, tu sei colui che Dio ci ha mandato per la nostra salvezza, colui le cui orme devono ripercorrere se vogliamo salvarci, se vogliamo che la nostra vita sulla terra abbia un senso e non sia abbandonata all’ effimero piacere che è dettato solo da cose terrene e carnali, che allontana dalla fonte dello Spirito Divino.

giovedì 4 maggio 2017

(Gv 6,52-59) La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

VANGELO
(Gv 6,52-59) La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ascolta Signore la mia preghiera, fammi conoscere il tuo volere, fa che attraverso il tuo Santo Spirito, io sappia come agire, per essere in perfetta comunione con te, come sentirmi carne della tua carne, sangue del tuo sangue.


Gesù continua a parlare con i Giudei, e rincara la dose, - chi non mangia la mia carne e non beve il mio sangue, non ha in se la vita…-chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna…- chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me ed io in lui - … Lo dice in tutti i modi, ma i Giudei si mettono a discutere aspramente tra di loro.
Eppure Gesù era lì, insieme a loro, non potevano mettersi ai suoi piedi e parlare con Lui, chiedere a Lui stesso di fargli capire quello che non riuscivano interpretare? Perché stavano lì a discutere tra di loro? Perché non volevano capire, ma solo contestare e rifiutare.
Quante volte non capiamo i progetti di Dio su di noi, ed ecco che subito ci mettiamo a dire tutto quello che non va, perché proprio a noi, che cosa abbiamo fatto di male, e parliamo… continuiamo a discutere, ma non ci mettiamo ai suoi piedi per parlare con Lui.
Io non so Signore cosa vuoi da me, aiutami a capire, manda su di me il tuo Spirito e fammi trascinare dove tu vuoi che vada, fammi capire la tua parola, quella che oggi tu hai per me. Io sono qui, voglio fare un unico corpo con te, voglio amarti come tu mi ami, voglio sentirti carne della mia carne ed essere così unita a te da sentirmi al sicuro tra le tue braccia, dal sentire che sei tu che vivi la mia vita, perché solo a te io la voglio affidare. Tu unica via che porta al Padre nostro che è nei cieli dammi la tua mano, ed io ti seguirò?
CORRISPONDENZA NE "L'Evangelo come mi è stato rivelato" di MARIA VALTORTA
http://www.scrittivaltorta.altervista.org/05/05354.pdf

mercoledì 3 maggio 2017

(Gv 6,44-51) Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

VANGELO
(Gv 6,44-51) Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Parola del Signore







LA MIA RIFLESSIONE PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e conducimi nella parola spezzata per noi, fa che io sappia coglierne ogni briciola e nulla vada perduto.
Gesù torna a spiegarci queste parole, torna a parlarci dellla relazione che intercorre tra lui e Dio. Anche noi facciamo parte di questa relazione, di questo progetto di Dio, che si rivela in Cristo e si realizza nel momento in cui aderiamo a voler realizzare questo incontro. Gesù è ogni giorno sull’altare e si fa per noi parola e pane.... ma noi dove siamo? Molti di noi rifiutano questo incontro, pensando che sono solo cose per illusi. Altri pur credendo “ a modo loro ”, hanno cose che li attraggono di più. Altri ancora invece , si recano all’incontro con il Signore, ma pochi sono quelli che ne escono completati, che riescono a vivere quell’incontro come qualcosa che li rende più ricchi. La distanza sta nella differenza che c’è tra la vita e la morte! Viviamo credendo che questa vita mortale sia tutto ciò che ci riguarda e tralasciamo il vero senso della nostra vita , che è prettamente spirituale e ci fa vivere come parte di questo progetto, incollati a Gesù, consapevoli che quella parola, quel pane, ci stanno cambiando da dentro, ci fanno vivere in modo diverso. Un giorno mi dissero che se cerchiamo di piacere alla gente, difficilmente potremo piacere al Signore, ed ogni giorno mi chiedo se uscendo dalla chiesa sono ancora Chiesa o se la parte più importante l’ho lasciata dietro di me e non la rendo presente . Dio si è annullato per me, ma io che senza Dio non sono nulla, non riesco mai a rinunciare a me per appartenere a Lui.

martedì 2 maggio 2017

(Gv 14,6-14) Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?

VANGELO
(Gv 14,6-14) Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e aiutami a leggere tra le righe, le intenzioni che il Signore ha per ognuno di noi, aiutami a far si che la tua parola si agganci nella nostra mente, ed azioni tutto il nostro essere, per vivere in comunione con il Cristo, che è l'Unica via, l' Unica verità, l' unica vita! Oggi la chiesa ci invita a ricordare gli apostoli Giacomo e Filippo e lo fa proponendoci due letture che meritano tutta la nostra attenzione. La 1° lettera di Paolo ai Corinzi, annuncia che il Signore dopo la sua morte, apparve risorto ai suoi discepoli e nel Vangelo di Giovanni, veniamo esortati a credere che tutto quello che Gesù ha fatto, quello che ha detto, non è stata un'effimera illusione creata dal bisogno di credere in qualcosa o in qualcuno, ma una straordinaria realtà che non finiremo mai di scoprire. Da quanto tempo sentiamo parlare di Gesù? Da quanto tempo abbiamo stabilito questo contatto... e ancora non riusciamo a conoscerlo veramente! Essere discepoli sembrava facile, sicuramente per un pò i primi discepoli, pensavano di aver trovato un condottiero che li conducesse alla gloria, ma presto hanno capito che quell' uomo che parlava con autorità e attraeva le folle, non era un abile condottiero, ma un umile uomo proprio quanto il bambino nato in una stalla. La sua famiglia terrena, santa, ma modesta, aveva impresso in lui i segni della umiltà, dell' obbedienza, e questo che sembrava un segno di debolezza è invece la forza dell' amore. Credere in Gesù significa anche riconoscersi in lui, nelle sue opere e nelle sue azioni, perché tutto quello che faremo nel suo nome, sarà benedetto da Dio. Questa è una cosa fondamentale della nostra fede religiosa, credere che Gesù è il Figlio di Dio, mandato dal Padre, per tracciare quella via che dobbiamo seguire, per avere la vita eterna nella casa del Padre. In questo brano, come negli ultimi che abbiamo letto, Gesù torna a sottolineare la sua unicità col Padre, quindi non ci soffermeremo a ripetere le stesse cose, ma voglio invece sottolineare come stare in comunione con Gesù significa stare in comunione col Padre. È Gesù stesso che lo afferma e ci dice che attraverso questa comunione il Padre compie le sue opere, ma quello che mi colpisce è che ci dice che chiunque entrerà in questa comunione, farà opere altrettanto grandi. Quindi Gesù ci spinge a considerarci importanti agli occhi di Dio, perché credendo in Lui, crederemo in colui che l’ ha mandato, e qualunque cosa chiederemo nel suo nome ci verrà concessa. Sono parole importanti, e poiché sappiamo che le parole di Gesù sono verità, non vedo perché dovremmo credere solo in parte alle sue parole…Quando pensiamo che Gesù ha dato la vita per noi, dovremmo accompagnare questo pensiero alla consapevolezza che in Gesù c’è il Padre ed il suo immenso amore.Questo è importante perché credendo in questo, noi affidiamo le nostre certezze a Dio.
Dimentichiamo forse che gli apostoli compivano miracoli nel suo nome…
e i Santi, ancora oggi persone che erano esattamente come noi, ma che da noi differenziavano per la grande fede e l’ abbandono alla volontà di Dio. Abbiamo tanti esempi da imitare, tocca cominciare a fare sul serio, non credete?

lunedì 1 maggio 2017

(Gv 6,30-35) Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.

VANGELO
(Gv 6,30-35) Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Parola del Signore 



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Spirito di verità Forma in me un' anima innamorata della verità, di tutta la verità, della verità infinita.
Leggendo la pagina di oggi vedo che ancora i giudei cercavano segni, come quelli dati da Mosè, e non si rendevano conto che la loro ottusità gli impediva di capire che dovevano andare oltre quello che vedevano, quello che era tangibile. Vedevano Mosè e si fermavano a lui, non come strumento di Dio, ma come autore delle opere di Dio.
Mosè, ispirato patriarca li aveva salvati e portati fuori dall’ Egitto, dove erano tenuti schiavi, e saziati con la manna caduta dal cielo, e come allora dovevano rendere grazie a Dio, oggi devono vedere a Gesù come il pane vivo mandato da Dio, quel pane che è verità e che sazierà la loro fame e sete di salvezza, ma neanche questo gli riesce bene, e come meravigliarsi, se neanche gli apostoli, che pur avevano vissuto in stretto contatto con Gesù, avevano compreso!
Dacci Signore questo pane … diciamolo anche noi, ma non facciamo come loro, ascoltiamo la parola che Lui ci dà, perché la sua parola è verità e per noi è l’unica possibilità di vita eterna. Ascoltiamo e non facciamo che appena usciti dalla chiesa, ce ne siamo già dimenticati. Alla mensa del Signore, non andiamo come pavoni che fanno la ruota, in fretta, pensando agli impegni di dopo, ma mettiamoci davanti al Signore, desiderosi di essere sfamati, non con la presunzione di sapere, perché altrimenti non saremo capaci di ascoltare quello che Gesù ci dice e continueremmo a parlargli sopra.
La celebrazione Eucaristica è un momento in cui ci si riunisce intorno a Gesù, che si fa pane per noi, che spezza il pane con noi. Questa è la cosa più grande! Non si va a messa per il sacerdote, che come Mosè, è soltanto un mezzo di Dio. C'è un segno più grande di tutti sull'altare, un miracolo Eucaristico che si celebra sugli altari di tutto il mondo, c' è Dio che nelle specie del pane viene per dare nutrimento duraturo alla nostra anima, come venne nella specie di uomo per dare a tutti gli uomini la salvezza eterna!
Se smettessimo di chiedere segni e cominciassimo a dargli i segni della nostra fede, come sarebbe felice il nostro povero Gesù!

domenica 30 aprile 2017

(Mt 13,54-58) Non è costui il figlio del falegname?

VANGELO
(Mt 13,54-58) Non è costui il figlio del falegname?
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Parola del Signore






LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Grazie O Spirito Santo di essere sempre così presente nella mia vita, di vivere costantemente nel mio cuore e accorrere al mio richiamo. Sei luce che spacca le tenebre, in ogni occasione, sei voce che grida nel deserto, la voce del Signore mio, sei l’ impronta che Dio pone davanti a me perché ci metta il mio piede. Nulla ti è oscuro e nulla tu mi neghi. Ti adoro mio Signore che nella SS. Trinità, ci riempi della tua misericordia.


Seguire Gesù. Sappiamo quanto è difficile essere onesti, quanto ci costa essere cristiani, vincere la tentazione di fare come tutti, come è difficile essere compresi e non trattati da poveri dementi per questa nostra fede.
A Gesù stesso fu riservato questo trattamento, figuriamoci a noi, non ci saranno certo belle parole e complimenti, anzi, a volte anche tra chi ha fede tra chi vive nella stessa comunità Cristiana, ci saranno incomprensioni.
Pensate che Gesù, che non aveva colpe, non aveva mai dato scandalo con i suoi comportamenti, non aveva mai fatto del male a nessuno, lo hanno oltraggiato, fustigato, sbeffeggiato ed ucciso. Noi spesso ci lamentiamo dei nostri problemi, dei disagi e delle incomprensioni ; speriamo di essere trattati meno duramente amici miei, noi che siamo anche peccatori….
Gli uomini hanno molta più memoria dei peccati altrui che dei propri. Una frase in questa pagina di Vangelo, mi porta a invitarvi, e a rinnovare a me stessa l’ invito a credere e a fare veramente posto alla parola di Dio nel nostro cuore:- E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. -Proprio le persone per cui Gesù era venuto, per coloro che presiedevano il culto nel tempio, non riescono ad accettare di aprire il cuore e la mente al Cristo.
Era entrato lì appena dodicenne e i dottori del tempio si erano meravigliati di tanta sapienza. Ora però Gesù non si limitava a dire loro quello che era giusto secondo il volere di Dio, non si fermava alla teoria, ma era passato alla pratica, e li spingeva alla pratica nel nome di Dio. La legge di Dio non è solo una legge scritta da imparare a memoria e decantare, ma è adesione alla parola e alla persona che è la parola stessa.
"In principio era il verbo,il verbo era presso Dio,il verbo era Dio" Gv 1,1
Ma quando uno non vuole aprire il suo cuore,non permette che il Signore apra la sua mente; tutti coloro che si oppongono a Dio, che gli parlano sopra, non ascoltano la sua voce e si fermano ai loro pre-giudizi. Proprio così fecero i cosiddetti sapienti, che videro in Gesù, solo il figlio del falegname e non riuscirono ad andare oltre.
Oggi mi chiedo e vi invito a porvi la stessa domanda: che cosa è cambiato in me da quando Gesù è entrato nella mia vita? Quanto riesco a lavorare su me stessa per far si che la sua parola sia aderente con la mia vita? Comprendo che le parole di Gesù mi riguardano personalmente?
Lasciamo che Gesù entri con tutto il suo ESSERE nel nostro cuore, facciamogli tutto il posto che riusciamo a fargli con la nostra disponibilità a fidarci di lui ed affidarci a Lui, non cerchiamo di voler fare, capire, agitarci come Marta, ma restiamo in ascolto di quello che lui ci indicherà con la sua parola…facciamogli posto nel cuore e nella mente e allora si che vedremo grandi prodigi, senza dover andare troppo lontano a cercare, ma ripartendo da dentro il nostro cuore.
Potremo allora dire anche noi, ti cercavo fuori e ti ho trovato dentro di me, come ha detto Sant’Agostino :" tardi t'amai "

sabato 29 aprile 2017

(Lc 24,13-35) Lo riconobbero nello spezzare il pane.

VANGELO DI DOMENICA 30 APRILE 2017
(Lc 24,13-35) Lo riconobbero nello spezzare il pane.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Parola del Signore  


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Vieni o Santo Spirito e donaci di conoscere Gesù in Spirito e Verità. Fa che possiamo sentirlo sempre vicino a noi, che sappiamo farci guidare dalla sua parola perchè è l’ unico che ha fatto ogni cosa per il nostro bene!
Riprendiamo questo brano che abbiamo già incontrato una decina di giorni fa, e torniamo ad analizzarlo perchè ci sorprenda con un nuovo messaggio dello Spirito di Dio.
I due discepoli stanno attraversando un brutto momento, non credono più in niente di tutto quello che li aveva sostenuti prima della morte di Gesù.
Le donne raccontano di averlo veduto risorto... i discepoli di averlo toccato ... ma loro
avevano perso ogni speranza, loro erano fermi nella triste certezza che tutto era inutile, che la liberazione sperata non sarebbe mai giunta da Gesù, che la croce era il segno della sconfitta.
In questo stato d’animo non riescono ad andare oltre, ma Gesù si avvicina a loro, gli parla, cerca di dare una nuova chiave di lettura degli eventi, perchè possano rileggerli alla luce dello Spirito.
Ecco il passo da fare, quell’andare più in là del visibile, del corporeo, quel saper vivere dello Spirito di Dio.
“Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.” prendiamo questa frase come Luca ce la porge e leggiamola con altri occhi:” quando pensavano di aver compreso ciò che era successo, che Gesù ormai fosse lontano da loro...”
Gesù ancora una volta sconvolge il loro modo di leggere la storia e li meraviglia con la sua presenza.
Non li ha lasciati; non ci ha lasciati, ma è pronto a fermarsi con noi, a riscrivere insieme a noi la storia della nostra vita.
Quella parola che faceva fremere il cuore dei due discepoli di Emmaus, fa fremere ancora oggi i nostri cuori, è viva ed efficace se riusciamo non soltanto a leggerla, ma a farci trasformare da essa.
Provate ad andare ad Adorare Gesù Eucarestia... provate lasciare che vi guidi lo Spirito... provate per scoprire come in ogni riga, in ogni palpito del nostro cuore, potrete riconoscere la presenza del Signore!

venerdì 28 aprile 2017

(Mt 11,25-30) Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

VANGELO
(Mt 11,25-30) Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».


Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Amore Eterno, che da sempre mi amasti e sempre mi amerai; vivi nel mio cuore scacciando da quello che è il tuo posto, tutto quello che è gramigna ai tuoi occhi. Tu che hai scelto nel tuo immenso amore di darci prova della più grande umiltà perdonaci le nostre continue infedeltà e le nostre incertezze ed aiutaci a fare la Tua volontà.
I piccoli di Dio sono secondo me tutti coloro che si affidano semplicemente per quello che sono,con i loro difetti,le loro paure,e la loro voglia di diventare come Dio vuole.
Per farlo abbiamo bisogno di riconoscerci indegni di tanto amore e tante grazie,perché solo capendo che tutto quello che c’è di buono in noi viene da Dio,sapremo metterci davanti a Lui con il cuore sincero. A volte credersi arrivati,perfetti,porta a sentirsi superiori agli altri….Questo è il primo segno di trovarsi su una strada sbagliata. I piccoli che Dio ama,sono quelli che sanno di essere nulla senza di Lui e di ricevere tutto per grazia.- Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero.-Solo amando si sopporta il peso delle difficoltà e delle malattie,solo amando le disgrazie,diventano grazie che Gesù ci fa dono di condividere con noi.Lui ha preso la nostra croce per amore, è inchiodato per amore,si fa pane per restare con noi per amore…e noi? Che aspettiamo amici a diventare un tutt’uno tra noi e con Cristo?
Lui sì che sa amare e perdonare, non ci sono regole da imparare, né riti da eseguire, non è importante essere ebrei, circoncisi, preti o monache, quello che conta è diventare suoi, amarlo e accettare di amare in quel modo sublime, assurdo si, ma trascinante, che non si ferma a riflettere, a guardare se l’ oggetto del suo amore, merita o no…. Ama e basta, ama anche il dolore che gli dai, come una madre ed un padre insieme, che amano il figlio che li trascura, li ferisce, che bramano un suo sguardo, una sua carezza, che aspettano solo di vederlo tornare sano e salvo per stare bene, che sono in ansia se è lontano…L’ amore di Dio è quello di tutte le madri e i padri del mondo e tanto, tanto di più……

giovedì 27 aprile 2017

(Gv 6,1-15) Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti, quanto ne volevano.

VANGELO DI VENERDì 28 APRILE 2017
(Gv 6,1-15) Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti, quanto ne volevano.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.


Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.


Parola del Signore 






LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, ad accendere la luce della mente, ad aprire le orecchie al verbo del Signore, a guidare il mio cuore verso la strada che lui ci ha indicato e percorso prima di noi.


Nella prima lettura, ci troviamo a vedere come anche chi dice di non credere comincia ad avere dubbi. I farisei ed i giudei, avevano già risolto il problema di chi si trascinava dietro le folle, come avevano fatto con Gesù, uccidendolo, e i loro discepoli si erano dispersi, ma stavolta era diverso, questi discepoli non si disperdevano, continuavano a predicare nel nome di Gesù, e se fossero stati veramente mandati da Dio ? Li fecero frustare e loro ne furono felici perché venivano colpiti per testimoniare come Gesù, e si sentivano conformi a lui.
Dal vangelo vediamo che cosa significa essere conformi a Gesù, vuol dire essere in comunione con i fratelli, affidare a Gesù anche la nostra materialità, i nostri bisogni fisici, condividere con gli altri, e collaborare con Gesù. Il miracolo che compie il Signore è il simbolo di come sia possibile sfamare tutti condividendo in nome dell' amore. Questa sembra che sia oggi la cosa più difficile, dire al Signore Gesù:- io ho solo questo, come posso aiutarti a sfamare il mondo intero?- Dire a Gesù: - Usami, fai Tu di me strumento delle tue mani. Dire:- Padre ho fame aiutami, ho fame di Te, abbracciami. Ho fame di giustizia, fammi essere giusto per primo; ho fame d' amore, fammi amare come tu ami i miei fratelli.-Abbiamo fame Signore, tu ci hai detto di chiedere a te ogni cosa, ci hai detto che se anche il padre che abbiamo sulla terra al posto del pane ci può dare un sasso, Tu non lo faresti mai, e noi ti crediamo Padre.
L’ amore non ha limiti, i limiti sono nell’ uomo, nel nostro modo di amare e di donarci.A volte diciamo di non aver tempo per pregare, per aiutare, per dedicarci alle opere di carità … questo ci deve far capire che siamo ancora troppo lontani dal Signore, troppo attaccati alla nostra umanità, perché Gesù, ci spinge a provare ad andare oltre i nostri limiti, oltre quello che pensiamo di poter fare, ci spinge ad essere comunione, ad essere testimoni della sua presenza nel mondo e dentro di noi.

mercoledì 26 aprile 2017

(Gv 3,31-36) Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.

VANGELO
(Gv 3,31-36) Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o santo Spirito, e manda a noi dal cielo, un raggio della tua luce …. che illumini la tua parola e la faccia riflettere nel mio cuore e nella mia mente.
Dall’ alto viene l’aiuto, la luce dello Spirito, l’ amore del Padre per tutti noi figli. Dall' alto viene Gesù, per tutti noi, se lo accettiamo, se lo riconosciamo. Purtroppo noi, spesso, non comprendiamo e ci limitiamo a rinunciare a quello che ci sfugge.
La nostra vita, come quella di Nicodemo, si basa su valori terreni che oserei definire “ terra terra” e che non tengono conto della spiritualità che è comunque insita in ognuno di noi, ma che troppo spesso viene soffocata dalla materialità.
Riuscire a considerare invece la parte spirituale la più importante nella nostra vita, apre un nuovo scenario.
Riceviamo la forza dallo Spirito Santo, e grazie a questa ci possiamo affidare completamente a Dio. Sarebbe una grande conquista se riuscissimo a mettere sempre in pratica l’ affidamento al Signore, anche se mi rendo conto che è questa la cosa più difficile; perché tutto è facile quando va tutto bene, ma nelle difficoltà, quando occorre tutto il nostro coraggio, per difendere le nostre scelte cristiane, allora si che abbiamo bisogno di tutti i doni dello Spirito Santo… chiediamo e ci sarà dato.
Io leggo spesso la vita dei santi e mi rendo conto, che passano attraverso enormi sofferenze, spirituali e corporali, e questo è permesso da Dio per poter partecipare al pagamento del riscatto che va a completare il sacrificio di Gesù Cristo, proprio come dice San Paolo che conferma tale compiutezza e ne specifica la portata: “Completo quello che manca alla passione di Cristo” (Col 1,24) e nello stesso San Paolo leggiamo: “Come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (Rm 5,19).
Gesù chiede ai suoi discepoli:
“Siete pronti a bere il calice che io berrò ?” (Mt 20,22)
" E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’ anima” (Mt 10,28).
“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,11-12)

martedì 25 aprile 2017

(Gv 3,16-21) Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

VANGELO
(Gv 3,16-21) Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito,e assistimi con la tua sapienza,lascia che io possa lasciarmi andare veramente alla volontà di Dio,che con cuore sincero,impari da te e da Maria tutto quello che devo ancora imparare per essere come Dio mi vuole.
Con questa pagina del vangelo, torniamo al discorso che Gesù fa a Nicodemo, per fargli capire cosa significa rinascere dall'alto. Gli spiega che solo un amore immenso per gli uomini poteva portare Dio a sacrificare la vita del suo figlio prediletto, in cambio di quella nostra, che pazzi, incoscienti e ingrati, continuiamo a vivere nelle tenebre senza non solo non apprezzare questo gesto, ma addirittura vanificandolo.
Cerchiamo di capire qual è il discorso che Gesù ci fa quando parla di luce e di tenebre ed anche in maniera semplice, ma facciamolo una volta per tutte, altrimenti non usciremo mai da questo tunnel.
Noi non siamo santi, e questo è certo, ma forse pensiamo di essere abbastanza bravi, di piacere al Signore, ma questo amici miei, non è vero....
Mi dispiace dover dire questo, e tanto di più mi dispiace sapere che neanche io che vi parlo e che credo di aver compreso almeno in parte cosa vuole il Signore da noi, sono esonerata da questo fatto.
Gesù non ama le mezze misure, ci ha sempre detto di fare una scelta tra Dio e mammona, ma nessuno di noi, riesce mai a dare un taglio netto alla sete di potere, al desiderio del denaro, e addirittura alla superstizione, perché magari credendo di non fare niente di male, leggiamo l'oroscopo....non ci crediamo?
allora perché lo leggiamo? C'è sempre qualcosa che ci impedisce di andare fino in fondo.
E se un fratello ci offende e ci fa del male, qual'è la nostra reazione? Bhè a dirla tutta, nella migliore delle ipotesi, lo cancelliamo dalla nostra vita ed in questo gesto, che sembra innocuo, o in ogni caso il minore dei mali, noi invece ci mettiamo allo stesso livello di peccatori, di chi ci ha offeso. Pensiamo se Gesù sulla croce ha detto qualche parola contro i suoi carnefici, o se in tutta la vita, ha risposto al male che gli è stato fatto, alle offese ricevute, con rancore o altre offese. E se noi dobbiamo seguire la strada maestra, ossia la via del maestro, la dobbiamo percorrere fino in fondo.

lunedì 24 aprile 2017

(Mc 16,15-20) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

VANGELO
(Mc 16,15-20) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.


+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
CREDO SIGNORE, AIUTAMI A CREDERE!
Oggi vorrei fermarmi con voi alle parole di questa preghiera che mi è sgorgata dal cuore: Credo Signore..... per tua grazia, per tuo dono, io oggi posso affermare di credere.
Credo in tutto quello che la tua Chiesa mi ha insegnato, nonostante l’ umana fragilità degli uomini di Chiesa e la mia.
Marco è duro, ma realista, e ci spinge a leggere le parole di Gesù in tutta la loro franchezza, perchè sono parole che se non riusciamo a tradurre in realtà, ci lasceranno fuori dalla porta.
Quella porta che possiamo senza timore di sbagliare, dire che è Gesù!
Non era la presenza di Gesù che cambiò gli uomini, perchè molti restarono uguali a ciò che erano prima di incontrarlo; ma quelli che credettero in lui, quelli che gli permisero di cambiare la loro vita, furono battezzati e furono salvati.
Solo chi crede veramente, riesce ad evangelizzare, perchè non proclama delle aride teorie, ma trasmettette la gioia del Vangelo ricevuto.
La fede è un grande dono che si riceve nel battesimo, è una grazia che ci viene donata, che resta chiusa in uno scrigno fino a che non decidiamo di affidare la nostra vita a Dio.
I segni che sapremo vedere, che sapremo vivere, saranno la dimostrazione che Dio è veramente entrato a far parte della nostra vita, che siamo cambiati e rinati, che ora viviamo da risorti ed il peccato non regna più nei nostri cuori; questa gioia è quella che potremo annunziare, anche se indegni, ma consapevoli di essere salvati per amore.

domenica 23 aprile 2017

(Gv 3,1-8) Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio.

VANGELO
(Gv 3,1-8) Se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
Vieni Spirito del Padre ad insegnarmi come capire ,come leggere tra le parole ,quello che la Parola vuol farmi comprendere,per poter adorare veramente il mio Dio in Spirito e Verità.Grazie , Amen.
Nicodemo era un giudeo, fariseo,una persona importante tra i capi dei giudei, dottore della legge, e questo ci fa subito pensare alla frase che Gesù disse al suo gruppo:" Ipocriti! Bene profetò di voi Isaia, quando disse: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me; è vano il culto che essi mi rendono, impartendo insegnamenti che sono precetti di uomini” (Mt 15,7).Per questo forse va di notte da Gesù, per non essere visto; vorrebbe sapere, poter essere certo, prima di decidere se dar retta a quest'uomo che però, è innegabile, ha qualcosa in se di Divino, lo si vede dalle opere che compie.Ma purtroppo a volte, neanche l'evidenza sembra bastare per convincerci, perchè non riusciamo a lasciare a terra i nostri preconcetti e non sappiamo elevare il nostro spirito.Eppure siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, ci ha fatto poco meno degli angeli, come canta il salmo 8, ma sembra che non riusciamo a prenderne coscienza. Rinascere dall'alto vuol dire morire a se stessi e nascere in acqua e spirito; l'aqua rappresenta il battesimo che ci da la vita di figli, e Gesù ci invita a vivere nell'amore per Lui e con Lui sempre presente nel nostro cuore: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23)Gesù parla a Nicodemo, con tenerezza lo spinge a lasciare le sue idee terrene su come e dove adorare Dio.Lo farà anche con la samaritana,la donna che incontrerà al pozzo. Infatti i giudei pensavano che Dio era da adorare nel tempio di Gerusalemme e i samaritani invece sul loro monte, il Garizim; ma gesù ci fa capire che non è un luogo fisico,ma adorare in spirito e verità vuol dire adorare Dio con tutto il cuore,vivere con Lui un rapporto vero, non solo con le labbra, ma modificando totalmente il nostro modo di vivere. L'atteggiamento del Cristiano non sarà quindi solo preghiera nel tempio, ma diventare noi stessi tempio di Dio, ascoltando e vivendo la parola. Gesù è il mezzo attraverso il quale siamo stati salvati, colui che ha dato la vita per noi, è la parola eterna che ci apre le porte del regno.Come ci ripete il Papa,amiamo la parola, amiamo il Vangelo e soprattutto, amiamo il Signore veramante e non solo con le labbra.Nelle litanie del rosario ce n'è una che in particolare mi fa commuovere,quando definiamo la Madonna,"dimora consacrata a Dio", ci pensate mai a quanto sarebbe bello vivere il nostro battesimo come l'ha vissuto Maria! Se vogliamo pregare veramente come Gesù ci ha insegnato, dobbiamo ricordare queste Sue importanti parole: “Quando pregate, non siate come gli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per farsi notare dagli uomini. …Ma tu, quando vuoi pregare, entra nella tua camera, serratone l’uscio, prega il Padre tuo che sta nel segreto, e il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. Pregando, poi, non sprecate parole come i gentili, i quali credono di essere esauditi per la loro verbosità. Non vi fate simili a loro, poiché il Padre vostro conosce le vostre necessità ancor prima che gliene facciate richiesta” (Mt 6,5).

venerdì 21 aprile 2017

(Gv 20,19-31) Otto giorni dopo venne Gesù.



VANGELO
(Gv 20,19-31) Otto giorni dopo venne Gesù.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Signore di soffiare anche su di me il tuo Spirito, per darmi la conoscenza sempre del tuo volere che debbo e voglio fare e per il quale chiedo a te tutto l' aiuto necessario.
Notiamo come nel vedere Gesù i discepoli gioiscono increduli. Cominciamo con il notare che è sera, come ad indicare che il sole è sceso, la speranza sta per lasciare il posto alla notte, al buio.
Le porte erano chiuse per paura dei giudei, e noi sappiamo che la paura spesso impedisce di ragionare, di vedere, di camminare; la paura ci blocca e ci rende inermi. Per paura Pietro lo aveva rinnegato, gli altri erano fuggiti... solo Giovanni era rimasto accanto a Maria in quel dolore.
Eppure Gesù non li rimprovera per questo, gli mostra le ferite per fargli vedere che è proprio lui, quello che è salito sulla croce, e ha vinto la morte.
È normale che qualcuno abbia dei dubbi, Tommaso che non era presente, resta sbigottito, incredulo, ma disponibile a ricredersi.
La nostra umanità ci porta a credere solo a quello che possiamo vedere, anche se con Gesù ormai abbiamo capito che non può bastare. Ha compiuto miracoli davanti ai loro occhi, è entrato in una casa con le porte chiuse, ma è proprio Lui? Nulla lo può dividere da noi, perché il suo amore lo spinge a cercarci sempre e a darci tutto di se, così come fa con gli apostoli, ai quali dona lo Spirito Santo. Chi fa l’esperienza di Gesù nella propria vita, non ha più dubbi, e non serve che lo veda fisicamente o no, anzi proprio perché si fida della sua parola, riesce a sentire la sua azione tramite lo Spirito Santo. Nel dolore spesso ci sentiamo distrutti sia fisicamente sia moralmente, ma quando chiediamo al Signore aiuto, vediamo che siamo subito alleviati dalla cosa più atroce del dolore, la disperazione. È importante stare vicini a chi soffre, per un motivo o per l’altro, perché noi possiamo essere la parola che Gesù vuole dire, la mano di Gesù che sa accarezzare, noi possiamo essere la testimonianza che Gesù non abbandona i suoi figli, perché seguire il Signore vuol dire amare il nostro prossimo come Dio ama noi.
Amore è la parola d’ordine per entrare nella famiglia celeste, e per tornare nella casa del Padre, dove Gesù è andato a preparare un posto.

(Mc 16,9-15) Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo.

VANGELO
(Mc 16,9-15) Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo.


+ Dal Vangelo secondo Marco


Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, conducimi verso la luce, e fa che la mia parola sia conforme alla Tua.
Maria di Magdala capisce che cosa vuol dire passare da una vita di peccato alla redenzione; fa l'esperienza del passaggio e del risorto, è ormai proiettata verso la santità e questo neanche i discepoli riescono a capirla del tutto, tanto che non le credono. A volte penso a Maria di Magdala e alla confusione che ancora oggi si fa e non è mai stata chiarita del tutto sulla sua persona, alcuni dicono che lei e la Maddalena erano due persone diverse, altri che fosse la stessa persona, perchè credo che il fatto che una donna in qualche modo venisse messa da Gesù al pari loro, in fondo, non sia mai andato tanto giù agli uomini dell'epoca.
Gesù è così, non eleva in base al sesso o alla posizione, ma in base a quanto si aderisce al suo progetto di salvezza. La Maddalena è sempre stata giudicata per ciò che di peccaminoso aveva compiuto, persino la sorella Marta la critica anche se la sua intenzione era solo mettersi all'ascolto di Gesù; questo per me rappresenta il nostro umano e fallace modo di vedere. Amo questa figura forse più di ogni altra nei Vangeli, la unisco alla figura di Giovanni evangelista, che vive come lei l'amore puro verso il Signore Gesù. La frase "vai e non peccare più" è uno stile di vita che la donna sceglie di seguire e ce la mette tutta ....dagli scritti della Valtorta,vi invito a leggere : http://www.scrittivaltorta.altervista.org/testi/conversione_di_maria_maddalena.pdf
Il messaggio di Gesù non può essere fermato dal pregiudizio degli uomini, per questo Gesù torna a farsi vedere anche da loro, anche dai più increduli... perchè tutti possiamo fare l'esperienza della Pasqua e del risorto, e lo possiamo testimoniare con la nostra conversione e con la nostra vita, come la Maddalena.
Non importa se per gli uomini conterà sempre di più il nostro passato, quello che conta è il giudizio di Dio.

giovedì 20 aprile 2017

(Gv 21,1-14) Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.

VANGELO
(Gv 21,1-14) Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Parola del Signore.





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore Gesù, vieni con il tuo Santo Spirito, a d illuminare la mia vita, la mia lettura, la mia riflessione ed il mio cammino, perché tutto sia secondo i tuoi insegnamenti.
I discepoli avevano ripreso la vita di tutti i giorni, erano impegnati nella pesca, ma senza frutto. Ancora non avevano compreso a pieno il messaggio Messianico e pensavano di staccare la loro vita terrena da Gesù. Sì certo, potevano farlo, erano liberi, ma avevano conosciuto Gesù, avevano vissuto con lui un rapporto vero ed ora il vuoto, la delusione, si facevano pesanti, e tornare alla normalità, come se niente fosse, era difficile. Ecco allora che Gesù interviene ancora nella loro vita, gli conferma che Lui non è stato l’avventura di un momento, ma l’ avvento di tutta una vita. Ancora una volta è Gesù che gli va incontro e si fa riconoscere, è lui che gli dice dove gettare la rete, e solo ascoltando la sua parola, la pesca diventa fruttuosa. Gesù non è uscito dal mondo, non è tutto finito lì con la sua morte, ma anzi è da lì che tutto è ricominciato. Gesù è vivo e vuole che ce ne ricordiamo sempre, che viviamo in comunione con lui, che ci affidiamo a Lui, e che c’ incontriamo con lui sempre anche nelle cose più pratiche della nostra vita. Lui non è il Signore ad ore, quello cui dedicare un’ora a settimana per la messa, o un' ora al giorno per la preghiera, Lui vuole la nostra adesione completa; non certo perché vuole essere servito e riverito da noi come molti scettici ci vogliono far pensare ma, al contrario, per servire e riverire noi.
Lui che si è fatto servo, che si è umiliato per noi, non sa veramente più come fare per farci capire che solo attraverso di Lui avremo la salvezza.
L’amore che prova per noi, lo porta a farsi ancora riconoscere, nonostante l’ indifferenza degli apostoli e nostra, e noi dobbiamo fare questo passo, senza più indugiare, dobbiamo mettere Gesù ed i suoi insegnamenti al primo posto nella nostra vita.
Gesù non è morto e basta, Gesù è risorto; è tra noi, e non possiamo fare come se nulla fosse.
Dio, ci ama tanto da dare la tua vita per salvare tutti noi suoi figli e tu hai accettato senza recriminare di offrirti per noi. Questo non riusciamo a farlo noi, non riusciamo ad amare come tu ci ami, insegnaci almeno a continuare a provare, anche contro le avversità, insegnaci ad amare i nostri fratelli ed in modo particolare i nostri nemici. Noi non siamo coraggiosi e spesso vorremmo vivere adeguandoci alle regole del mondo, molto più terrene che spirituali, ed è questo invece che dobbiamo imparare a scoprire, che la nostra anima può salvare il nostro corpo, se non vogliamo che il nostro corpo faccia perdere alla nostra anima la presenza di Dio.

mercoledì 19 aprile 2017

(Lc 24,35-48) Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.



VANGELO
(Lc 24,35-48) Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Di Dio, ti prego, a far luce nel mio cuore e nella mia mente, vieni a dirmi cosa vuoi che io comprenda, e dammi la capacità di trasmetterlo.

Non è un fantasma! Perchè non lo capivano? Avevano letto le scritture, avevano vissuto accanto a lui , ma non avevano ascoltato veramente, non avevano fatto loro il messaggio che Gesù aveva portato a loro, per loro e con loro... ed ora attraverso di loro voleva fosse trasmesso nel mondo.
Cristo vivo attraverso l'esperienza del risorto, non è un personaggio del passato, ma è colui che permette all'uomo nuovo, la donna nuova che vivono in noi, di ricominciare a vivere in Lui. Credo che Gesù può far questo per me? Che può farmi rinascere? Ascolto la sua parola? " Effetà apriti! " Viviamo la nostra nuova missione.
A volte penso che Dio poteva stupirci con "effetti speciali" tipo un grande personaggio che usciva da una nuvola di fumo, come il genio della lampada e forse avrebbe ottenuto di più la nostra attenzione!
Questa parola "ATTENZIONE" è quella sulla quale vorrei fermarmi.
La Bibbia è un libro che ho imparato a leggere con il cuore, ad amare e mi sembra a volte di vivere tra quei personaggi del passato, tra re e pastori, tra uomini e donne che cercano di vivere rispettando le leggi mosaiche, ed altri che cercano di usarle per i loro interessi.
Se scribi e farisei, dottori della legge e appartenenti alle varie tribù e sette, avessero prestato attenzione alla coerenza di Gesù, a come il suo sguardo era amorevole verso tutti, invece di sentirsi preoccupati di perdere il loro potere sul popolo, avrebbero potuto con la loro cultura, aiutare Gesù invece di contrapporsi a Lui.
Provare a capire, non chiudersi, imparare a dialogare anche con idee diverse, può arricchire sia gli uni che gli altri; ma l' uomo ha paura di concedere, come se donando perdesse qualcosa, perché è abituato a non voler perdere nulla, a non fare niente per niente.Dobbiamo imparare a prestare attenzione agli altri, ai loro bisogni, e non pensare che ci tolgono qualcosa, ma che possiamo scambiarci delle cose. L' amore di Dio dovrebbe riempirci il cuore e dovremmo averne in abbondanza da riversare, invece spesso siamo così chiusi da sembrare aridi ed egoisti, presuntuosi e prepotenti. Ci preoccupiamo della cattiveria altrui e perdiamo d' occhio la nostra. Facciamo attenzione!

martedì 18 aprile 2017

(Lc 24,13-35) Riconobbero Gesù nello spezzare il pane.

VANGELO
(Lc 24,13-35) Riconobbero Gesù nello spezzare il pane.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE

 PREGHIERA
 Vieni o Santo Spirito e insegnami a pensare come Te, insegnami a vivere con Te ed aiutami a guardare con Te questa pagina del Vangelo.
Solo ieri vedemmo che Maria di Magdala non riconobbe subito Gesù, oggi i due discepoli, che pur essendogli stati vicino se ne stanno andando da Gerusalemme confusi e tristi, ugualmente non lo riconobbero se non al momento di spezzare il pane. I limiti umani si incontrano con la potenza di Dio, ma quello che conta , ancora una volta, è spezzare le catene della mente ed aprire il cuore al Vangelo, che non è la parola degli uomini, ma è il miracolo di Dio fatto uomo. Così come gli ebrei non seppero riconoscere in Gesù il Messia, troppo spesso non sappiamo riconoscere Gesù nel povero, nell’inddigente, nell’emarginato.... troppo spesso ci viene chiesto di spezzare il nostro pane con chi non ha nulla, e noi pensiamo solo a tirare fuori tutte le scuse possibili per non farlo. All’inizio del nostro cammino ci siamo innamorati di Gesù, della sua bontà, del suo saperci spingere verso le cose giuste “Eppure ardeva in noi il nostro cuore mentre egli conversava lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?” Ma quando viviamo la delusione, l’abbandono, la tristezza, è così facile rinnegare Gesù... É così conveniente voler stare solo dalla parte dei vincenti. É nella comunione del suo amore, in quel condividere la croce, nello spezzare il pane e condividerlo con i fratelli che noi ritroviamo Gesù e che viviamo con Lui.

lunedì 17 aprile 2017

(Gv 20,11-18) Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.

VANGELO
(Gv 20,11-18) Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Parola del Signore 

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore Gesù e chiamaci per nome,perhè anche noi sappiamo riconoscere i Te il Cristo risorto
Maria di Magdala cerca Gesù e non vedendolo nella tomba, si chiede dove sia. Rimane lì, vicino al sepolcro e non riesce a muoversi. In questo io vedo l’immobilità dell’ essere umano che, attaccato agli schemi della terra, non riesce ad andare oltre. Il dolore e lo sconforto ci bloccano, là dove quel corpo non c’è più. Proprio in quel dolore, il Signore invia i suoi angeli ai quali chiedere aiuto, poi arriva e chiamandoci per nome come chi ci conosce profondamente, si fa riconoscere. Lui ci conosce e sa che staremmo immobili nel nostro dolore per questo ci spinge ad andare oltre la morte, per farci comprendere che la vita su questa terra non termina con la morte, ma come Lui, anche noi saliremo al Padre; è Gesù stesso che ce lo dice: ”PADRE MIO E PADRE NOSTRO - DIO MIO E DIO NOSTRO.” Invita Maria ad andare da quelli che Lui definisce i suoi fratelli, perché possa annunciare loro di averlo visto e quello che Lui aveva detto. Se riconosciamo in Gesù il nostro maestro, il nostro fratello e ci riconosciamo figli di Dio, non possiamo rimanere fermi davanti a una tomba vuota, ma annunciare a tutti i nostri fratelli che Cristo è vivo, è in mezzo a noi, che la sua morte non è un qualcosa che ci ha separato per sempre, ma anzi, è servita per permetterci di poter salire dopo di Lui al Paradiso, nella casa del Padre.

domenica 16 aprile 2017

(Mt 28,8-15) Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.

VANGELO
(Mt 28,8-15) Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.


+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Spirito Santo, che scendi su chi ti invoca con cuore puro e sincero, vieni a confortare il mio cuore, che sempre ti cerca per vivere con te, di te, nel nome di Cristo , Signore della mia vita.


Una bellissima pagina questa del Vangelo, una pagina che ci fa vedere come, alle donne, viene dato il compito di annunciare che Gesù è risorto; come queste donne che hanno seguito ed amato Gesù, che continuano a cercarlo con cuore sincero, egli si rivela.
A loro chiede di dire ai discepoli di tornare in Galilea, come per dire di tornare alle origini, lì dove tutto è cominciato, per ricominciare a vivere tutto quello che Gesù stesso ha insegnato, alla nuova luce della sua resurrezione.
Maria sotto la croce è stata nominata madre dell’umanità, e lei più di ogni altro ci guiderà alla scoperta di Gesù, morto e risorto per noi.
Le donne educatrici, le donne fedeli e devote, le donne che sanno stare in attesa, che sanno soffrire per dare la vita e che sanno che dopo la sofferenza del parto, avranno la gioia di stringere tra le braccia il loro bambino. A quelle donne oggi si chiede come allora, la testimonianza della bellezza di un amore che va oltre la sofferenza.
Troppo spesso capiamo solo dopo un dolore quanto è stato grande l’amore perduto, ma il messaggio che Gesù ci trasmette è quello di andare oltre la terrena umanità che ci tiene legati al dolore e di vedere oltre la vita, alla resurrezione dei morti, perché li ci ritroveremo tutti insieme.
Solo ora,che la Pasqua è stata vissuta tra donne possiamo chiederci che abbiamo saputo testimoniare ai nostri figli: se per noi è stato più importante l’Agnello di Dio che si è immolato per noi sulla croce, o la preparazione dell’agnello pasquale nel forno.