sabato 11 giugno 2016

(Lc 7,36-8,3) Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.

VANGELO
(Lc 7,36-8,3) Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Parola del Signore.






LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Dio, che non ti stanchi mai di usarci misericordia, donaci un cuore penitente e fedele che sappia corrispondere al tuo amore di Padre, perché diffondiamo lungo le strade del mondo il messaggio evangelico di riconciliazione e di pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Una donna entra nella stanza. Tutti la guardano e la giudicano, pieni di preconcetti. Solo Gesù non la sta giudicando, perché lui non vede la peccatrice, ma la donna che ha molto amato, che ama…
Gesù va dritto al cuore, vede questa donna che piange e che si getta ai suoi piedi, non sa neanche chiedere perdono, sta lì muta e piangente, con i suoi profumi, che esalano, come la sua anima è lì, che esala al Signore la sua preghiera.
Gesù mette ancora una volta al centro l’ amore, quando uno ama è più importante di tutto, e ogni cosa può essere perdonata in nome dell’ amore.
La parabola dei due debitori a cui veniva condonato il debito, serve a Gesù per spiegare che non fa differenza se il debito è poco o tanto per il creditore, ma è la risposta che è diversa, a chi è condonato di più, sarà più riconoscente.
Quanto dobbiamo essere riconoscenti noi che siamo peccatori a Gesù che ci ha perdonato prima ancora che gli chiedessimo perdono?
Quanto vorrei mio Signore lavare i tuoi piedi insanguinati dai miei peccati con le lacrime del mio pentimento… ma forse non sono capace neanche di questo amore mio, non sono neanche cosciente di quanto ho peccato, nè di quanto continuo a peccare. Perdonami, tu che sai leggere il mio cuore, fa che a Te esali il mio pentimento come profumo, sopra alle brutture della mia misera vita.
E qui mi insegni che: “ beati i miseri “ è anche comprendere la nostra miseria di essere peccatori e di non essere degni neanche di chiedere perdono, ma che il Tuo amore è più grande dei nostri peccati.
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venerdì 10 giugno 2016

(Mt 10,7-13) Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

VANGELO
Dal Vangelo secondo Matteo

(Mt 10,7-13) Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».

Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Spirito Santo, vieni con la tua luce ad illuminare la mia piccola mente con la tua parola, donami la sapienza per capire e la forza per viverla, per Cristo, nostro Signore che ti ha inviato in nostro eterno aiuto.
Nel Vangelo Matteo ci racconta con quali parole Gesù affidò loro la missione di andare tra le genti ed avvertire tutti quelli che incontravano che la venuta del regno di Dio era vicina.
La salvezza era lì, a portata di mano, tutta in quell’ uomo che era venuto sulla terra per portare il messaggio del Padre; quell’ uomo che era Dio stesso, che proprio per questo suo immenso amore per i suoi figli, scende sulla terra e si incarna nel seno della Vergine Maria.
Le istruzioni per gli apostoli sono chiare, tutte racchiuse in una frase se vogliamo, che è la frase con la quale viene sottolineato il vangelo di oggi: ” gratuitamente avete ricevuto, e gratuitamente date ”.
Il segno che si è uomini mandati dal Signore è nella predicazione, nella guarigione, nell’ aiuto, nell’ accoglienza degli emarginati e nella fiducia che sarà Dio stesso a provvedere che si vada avanti nel cammino, proprio come operai nella vigna che sanno che il loro Signore li sosterrà nel lavoro.
Il messaggio di Gesù è chiaro, comunione con Dio = condivisione con i fratelli. Una frase che mi colpisce è l’ultima, portate la pace e se quella casa non ne è degna ritorni a voi; doniamo sempre la nostra pace, perché a noi tornerà quello che doniamo e anche se non tutti saranno disposti all’ accoglienza, questo non deve turbare la nostra pace.
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Concordanza con “ l’evangelo come mi è stato rivelato di Maria Valtorta “
http://scrittivaltorta.altervista.org/04/04265.pdf
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giovedì 9 giugno 2016

Scelgo di essere di buon umore

SCELGO DI ESSERE DI BUON UMORE

(una pagina di vita)

Robert è il tipo di persona che è sempre di buon umore e ha sempre qualcosa di positivo da dire. Quando qualcuno gli chiede come va, lui risponde: “Se andasse meglio di così, sarei due persone!”.
E’ un ottimista. Se un collega ha un giorno no, Robert tiene sempre a fargli vedere il lato positivo della situazione.
Vederlo mi incuriosiva e così un giorno gli chiesi: “Io non capisco, come è possibile essere ottimisti ogni giorno. Come fai?”. Robert mi rispose: “Ogni giorno mi sveglio e mi dico: oggi avrò due possibilità; posso scegliere di essere di buon umore o posso scegliere di essere di cattivo umore. E scelgo di esser di buon umore. Quando qualcosa di brutto mi succede, io posso scegliere di essere una vittima o di imparare da ciò. E scelgo di imparare da ciò. Qualche volta qualcuno viene da me a lamentarsi di qualcosa; io posso scegliere di accettare le lamentele o posso scegliere di aiutarlo a vedere il lato positivo della vita. Ed io scelgo il lato positivo della vita”.
“Ma non è sempre così facile”, gli dissi.
“Sì che lo è”, disse Robert “La vita è tutta una questione di scelte. Sta a te scegliere come reagire alle situazioni, sta a te decidere come lasciare che gli altri influenzino il tuo umore. Tu scegli se esser di buon umore o di cattivo umore. Alla fine sei tu a decidere come vivere la tua vita”.
Dopo quella conversazione ci perdemmo di vista perché io cambiai lavoro, ma spesso mi ritrovai a pensare alle sue parole, quando dovevo fare una scelta nella mia vita.
Poi seppi che Robert aveva avuto un brutto incidente sul lavoro: era caduto da 18 metri di altezza, e dopo venti ore di sala operatoria fu rilasciato dall’ospedale con una piastra d’acciaio nella schiena. Andai a trovarlo e gli chiesi come si sentisse. “Se stessi meglio sarei due persone”, mi rispose “Vuoi per caso vedere le mie cicatrici?”.
“Ma come fai – gli chiesi – ad essere così positivo dopo quello che ti è successo?”. “Mentre stavo cadendo, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la mia bambina. Poi mentre giacevo per terra, mi sono detto che potevo scegliere di vivere o di morire. Ed ho scelto di vivere”.
“Ma non hai avuto paura?”.
«Sì, quando mi hanno portato all’ospedale ed ho visto l’espressione sul viso dei dottori, ho avuto paura, perché era come se guardassero un uomo morto. Poi un’infermiera mi ha chiesto se avessi allergie, ed io risposi: sì. Tutti mi guardarono ed io urlai: “Sono allergico alla forza di gravità!”. Tutti scoppiarono a ridere, ed io dissi: “Ed ora operatemi da uomo vivo, non come se fossi già morto”».
Robert mi ha insegnato che ogni giorno abbiamo la possibilità di scegliere di viver la vita pienamente. Quindi è inutile preoccuparsi sempre per il domani, perché ogni giorno ha i suoi problemi, e domani penseremo ai problemi di domani. Dopo tutto, oggi è il domani di cui ti preoccupavi ieri.
Il Tisbita


Scelgo di essere di buon umore

(Mt 5,27-32) Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio.



VANGELO DI VENERDì 10 GIUGNO 2016
(Mt 5,27-32) Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Oggi vorrei Signore, riuscire a ripartire con Te e per Te.
Il rientro a casa dopo che per tre mesi ho stravolto le mie abitudini,mi porta a pensare a quanto questo è stato utile alla mia anima.
Cosa mi costringe a riflette su questo alla luce della parola di oggi è la schiettezza con la quale Gesù mi parla dalle pagine del Vangelo.
Dio non si accontenta di avere le briciole del nostro amore, vuole che decidiamo per donarci completamente a Lui.
La nostra scelta non può essere sempre fatta solo in base a quello che ci conviene, a quello che ci riesce più facile.
Spesso ascoltiamo la parola di Dio e poi pensiamo che in fondo non ci riguarda, perché non dobbiamo diventare santi, perché non siamo in grado di vincere tutti i nostri vizietti e abitudini. Perché dovremmo cambiare, in fondo non facciamo niente di male,non uccidiamo nessuno, se ci siamo lasciati con la moglie o il marito, era perché era impossibile sopportarci, e se a volte facciamo cattivi pensieri sulle donne degli altri, che male c'è, guarda come vanno in giro... con tutto di fuori!!!
Tra le varie cose in cui siamo maestri c’è il giudizio, che sempre è lacerante... che sempre ferisce! Ma c’è un altro modo per dire le cose quando, per quanto ci costi, abbiamo il dovere di dirle?
Una madre non fa forse un urlo al figlio che sta per rovesciarsi addosso dell’acqua bollente? Lo spaventerà a tal punto che ne resterà scioccato e lo ricorderà ogni volta che si riavvicinerà alla pentola sul fuoco.
Oggi purtroppo per buonismo o per evitare discussioni oppure per lasciarsi la possibilità di dialogo, siamo spesso silenziosi; tacciamo su cose importanti che invece andrebbero urlate se volessimo veramente la salvezza dei nostri fratelli.
Credetemi, non voglio fare il solito discorso condito dal bigottismo più sfrenato, ma il silenzio non aiuta nessuno, né possiamo affidare tutto alla misericordia di Dio, perché tacere ci rende complici nel peccato medesimo. So benissimo quanto sia invitante il peccato, apposta si chiama "tentazione", ma quello che invece voglio ricordare con voi, è che si può vincere sul peccato e ci si può sentire ancora più appagati che nel commetterlo.
La pace che il Signore ci offre, vale molto più di tante inutili lotte con noi stessi; decidere per Dio significa vincere sul peccato, chiedere a Gesù di assisterci, e di perdonarci se non riusciamo ad essere migliori,ma di darci la forza di insistere, perché non possiamo sempre rimanere a metà, tra bene e male, tra Dio e mammona, tra cielo e terra. Non importa cosa abbiamo fatto fino ad oggi,è quello che decidiamo di fare ogni giorno che ci cambia la vita.
San Paolo uccideva i cristiani, ma divenne uno degli apostoli più grandi di Gesù; Sant'Agostino lottava per non lasciarsi andare all'amore di Dio.... poi scelse per Dio ed abbandonò la sua vita dissoluta.
Sono le scelte definitive che danno un senso alla vita, non il sopravvivere a noi stessi.
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mercoledì 8 giugno 2016

(Mt 5,20-26) Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.

VANGELO
(Mt 5,20-26) Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Spirito Santo, di non mancarmi mai, mentre cerco di scrivere questa mia riflessione alla tua parola, perché voglio esserti fedele e togliere da me tutto quello che non è tuo. Te lo chiedo per nostro Signore Gesù Cristo. Amen.
La pace, occasione di crearla, occasione per imparare a viverla. Il mondo fuori grida le sue battaglie, alza la voce sui deboli e usa la prepotenza per affermare le sue ragioni. È così difficile vivere la pace! Basta accendere la tv e la violenza varca la porta, riempie la casa ed ho voglia di piangere! Tutti arrabbiati, tutti nervosi, pronti a saltarci addosso per nulla, pronti a reagire per non farci schiacciare... E ci definiamo Cristiani... Ma come? Ma quando ? Presi a vivere di corsa, ad afferrare tutto quello che capita, a non voler rinunciare a nulla... Tutto è così fallace in questo mondo, ma noi siamo presi a viverlo da non saper vedere altro. Ecco che allora le parole di Gesù fanno male, suonano forte nel mio cuore e mi fanno capire che per seguire Gesù, non è questa certo la strada... Convertirci, ricominciare nonostante i nostri fallimenti e cercare di capire che
l' unica vera via è quella dell' amore, non ce ne sono altre. Forse non abbiamo ancora capito quale dono ci fa Gesù, con quanto amore ci guarda, ci implora di amare e di amarlo. Stamattina riflettevo con un sacerdote, di quanto mi dia fastidio vedere che tutti si rivolgono agli altri con superiorità, che tutti si innalzano sugli altari ed ogni volta cercano di insegnare ad un altro come deve vivere, come pregare, come fare questo, come fare quello! Siamo prigionieri delle parole, dei preconcetti e della nostra superbia; tutti ci sentiamo così giusti da poter dire agli altri come agire, ma non è altro che la nostra superbia che parla, ecco perché poi non sappiamo accettare un consiglio e diventiamo permalosi, non riusciamo ad ascoltare neanche i consigli di Dio, pensando che ci vuole obbligare ad essere diversi da quello che siamo, e non che ci guida per il nostro bene! Ti prego Signore perdonaci, liberaci da tutte le nostre catene, insegnaci a vivere la gioia dell' amore, Tu che ti sei speso tutto per noi, insegnaci a donarci perché nello scoprire l'amore , possiamo imparare a seguirti davvero! Abbiamo già visto come gli uomini, adattino le leggi a loro piacimento, anche gli uomini di chiesa, quindi non dobbiamo essere come loro, (spesso falsi e ipocriti) ma migliori e non ci dobbiamo fermare alle apparenze ma andare nella profondità delle cose; dobbiamo cercare in verità, nel nostro rapporto con Dio le risposte che ci servono, perché noi in coscienza sappiamo qual è la verità. Quando Gesù dice che non è venuto per abolire la legge di Dio, ma per darne compimento, intende dire che non è sufficiente dire: io non uccido per essere a posto. La legge di Dio, non deve essere vista come un insieme di regole, da rispettare alla lettera, ma come un modo di vivere che mette tutto sotto alla lente d'ingrandimento dell'amore. Non fare del male agli altri, perché sono i nostri fratelli e quindi come il nostro padre terreno ci chiede di non litigare con i nostri fratelli di sangue, così il nostro padre celeste ci esorta ad andare d’accordo con tutti i nostri fratelli spirituali. Non ci dice di guardare chi ha torto o chi ha ragione, ma di fare pace; di tendere in ogni caso la mano verso gli altri, di non ferire nessuno con le nostre parole ed i nostri comportamenti, perché anche questo è male. Ci esorta a migliorare ed a cambiare seriamente il nostro atteggiamento per cercare la salvezza attraverso il rispetto della legge morale dettata da un vero amore, verso tutti, in particolar modo, verso quei fratelli che sentiamo più lontani, più difficili da raggiungere, più difficili da amare. A questo proposito vorrei aggiungere che là dove non riusciamo da soli a farlo, non dobbiamo arrenderci, ma con il cuore veramente sincero, possiamo chiedere al Signore di donarci la forza del SUO amore perché sinceramente aderiamo al Suo progetto d’amore. Spesso non è facile, con tutta la cattiveria che si vede intorno a noi, riuscire ad amare e a perdonare chi ci fa del male o fa del male ad un nostro famigliare, ma dobbiamo riuscire a farlo, perché il rancore, è un tarlo che distrugge quel ponte che ci lega a Dio, e sul quale anche noi dovremo passare un giorno per essere perdonati e poter entrare nel regno dei cieli. Impariamo dunque ad amare come ci ha amato Gesù, a mettere le ali al nostro amore per farlo volare al di sopra delle divisioni, delle guerre, delle diverse etnie, religioni, differenze politiche; impariamo a perdonare, perché il perdono deve nascere da dentro al nostro cuore e non dipendere dalla gravità della cattiva azione subita. Prima di presentarsi in chiesa, a celebrare con il sacerdote la messa, è giusto presentarsi davanti a Dio, chiedere perdono delle nostre mancanze, ma in modo veramente sincero, con il cuore contrito e il desiderio di non ripetere i nostri errori, ma ancor di più, con la voglia di stare in pace con tutti, quindi cercare di rappacificarsi con i fratelli con cui abbiamo discusso e perdonare chi ci ha ferito. Benediciamo chi ci maledice e perdoniamo chi ci fa del male. Tutto quello che non riusciremo a perdonare non ci sarà perdonato, siamo quindi noi gli artefici del nostro destino, perché secondo come vivremo saremo alla fine giudicati da Gesù.
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martedì 7 giugno 2016

(Mt 5,17-19) Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.

VANGELO
(Mt 5,17-19) Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e parlami come Gesù mi parlerebbe oggi, parlami che io possa capire, che sappia spiegare, ma più di tutto, perché possa vivere questa parola.


Gesù dice delle cose in questo brano, molto importanti, ci annuncia che è venuto con parole nuove, ma non per abolire la legge di Dio proclamata da Mosè e dai profeti, ma per portarla a compimento. Infatti, quello che porta Gesù,non è contro Dio, ma è l’ amore di Dio, che s’ incarna e si fa olocausto fino alla morte in croce, per la nostra salvezza. Tutto è compiuto, dice Gesù, ora tocca a noi discepoli proseguire verso Dio Padre, dove Lui ci prepara il posto,ma per farlo dobbiamo seguire i suoi insegnamenti, ed elevare lo spirito al disopra della carne.
Quanti Santi prima di noi l’ hanno fatto, sono riusciti ad entrare talmente in comunione con Gesù Spirito da riuscire ad avere anche nel corpo i segni della passione di Cristo.
Certo sarebbe bello diventare Santi…. Poter aiutare il Signore con grande carisma, tanto da sapere riportare le pecorelle smarrite all’ ovile, ma intanto accontentiamoci di entrare noi stessi in quest’ ovile che è la casa del Padre, cerchiamo di vivere amando Dio ed il nostro prossimo.
Una cosa che in questi giorni mi colpisce molto, è come ci si senta ricordare da queste pagine di vangelo che scorriamo, che il Signore chiama ognuno di noi a muoverci, a fare, a camminare, prima dentro di noi, poi verso di lui e verso i fratelli.
Fare comunione!
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lunedì 6 giugno 2016

(Mt 5,13-16) Voi siete la luce del mondo.

VANGELO
(Mt 5,13-16) Voi siete la luce del mondo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».


Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami o Santo Spirito, a leggere la tua parola e a viverla per prima, per non dispiacere al mio Signore; fammela comprendere con la tua sapienza e togli tutto quello che è mio.
-Voi siete il sale della terra-
Le parole di Gesù ai suoi discepoli, hanno per me il sapore di un invito ad agire, ma non solo a muoversi verso Gesù, ma anche verso i nostri fratelli, perché a che serve riconoscere in Gesù il Salvatore, il Messia se poi non lo annunciamo?
L’esempio del sale che da sapore alle nostre pietanze, ci da l’idea di come l’annuncio del vangelo da sapore alla nostra vita, di come aver trovato Gesù abbia cambiato in maniera decisiva tutto quello che ci circonda, anche le più piccole azioni.
Questo modo di vivere, con Gesù nel cuore, non può passare inosservato a chi ti è accanto, perché quando ami il tuo prossimo, aiuti, sostieni, ascolti e parli con le persone di questo gran miracolo d’amore che t’infiamma il cuore.
La luce della fede splende nel tuo sguardo, nelle tue parole e quest’amore che ti lega a Dio e agli uomini da valore alla tua vita e da gloria a Dio.Vivi da innamorata, perché è questo che ti rende viva, avere uno scopo, che infiamma il cuore; è la condivisione con Gesù che da sapore al nostro vivere da cristiani; è il sapore di Cristo che entra a far parte di noi, che ci porta ad avere un’altra visione che va oltre la sofferenza, oltre la morte, oltre il male. A volte mi guardo indietro e vedo come grazie all’ aiuto di Dio, ho superato delle fasi della mia vita incredibilmente difficili e questo mi da la certezza che non sono mai stata da sola, ma che sempre Gesù ha condiviso con me questi momenti, altrimenti non si spiegherebbe il non essere crollata sotto al peso delle croci che si sono susseguite. La fede è fidarsi, vivere insieme, aiutarsi a vicenda, rispecchiare la stessa luce, altrimenti non ha senso….Non trasmetto speranza se non spero per prima, né posso far vedere la bellezza dell’abbraccio del Signore se non ne sono affascinata. Penso che siamo dei contenitori che trasmettono quello che hanno dentro
Sia che siamo freddi, tiepidi o bollenti, che facciamo luce per quanto sappiamo vedere, altrimenti, possiamo anche vivere, ma di vivo non abbiamo niente.
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domenica 5 giugno 2016

(Mt 5,1-12) Beati i poveri in spirito.

VANGELO DI LUNEDì 6 GIUGNO 2016
(Mt 5,1-12) Beati i poveri in spirito.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».


Parola del Signore .



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA


Ti prego o Spirito Santo, stammi vicino, fin dentro il cuore e insegnami Gesù; dammi la chiave per aprire alla comprensione la mia mente, perché tutto quello che vuoi che io capisca possa entrare in questo mio cervellino striminzito.


Questa pagina è una delle più belle del vangelo... io la definisco quella dei comandamenti di chi vive la fede.
Quella dei comandamenti di Dio è una bellissima pagina in cui Lui ci detta delle regole per la nostra vita, dettate dall'amore che ha per noi, che come un Padre buono ha istituito perché non facessimo cose pericolose per la nostra vita e per la nostra serenità, ma quelle delle beatitudini sono una dichiarazione d' amore da parte nostra a Gesù e ai nostri fratelli. Infatti, anche se ad un primo sguardo può sembrare che dovremmo essere poveri, affamati e perseguitati per essere graditi a Dio, leggendo meglio vediamo è essere Cristiani che ci fa diventare beati. Essere Cristiani vuol dire appartenere a Cristo, condividere con Lui il progetto che Dio ha per noi, essere suoi amici e accettare come Lui il volere di Dio. Non è il potere e la gioia della terra che ci danno la beatitudine, perché tutto va bene fino a che non ci succede niente di spiacevole, poi che facciamo? Come accettare una malattia o una disgrazia quando il metro con il quale misuriamo la nostra beatitudine è così terreno? Si può farsene una ragione, o arrabbiarsi, ma niente è paragonabile a quando il metro con il quale misuriamo tutto è quello dell'amore di Dio.
Accettare la propria condizione ed offrire al Signore ogni cosa della nostra vita è una grande Grazia, vivere attimo dopo attimo in compagnia della nostra famiglia celeste ed affidare ogni cosa, anche la più piccola al Signore, è una dolcissima abitudine. I cristiani non sono dei pazzi, né dei masochisti, ma imparano ogni giorno di più ad amare i propri fratelli e questo è molto bello e dà gioia. Proprio nelle difficoltà affinano le loro qualità con l' aiuto di Dio e ricevono grazie su grazie.
Certo per qualcuno può suonare strano sentire che si considera una malattia come una GRAZIA e non una DISGRAZIA, ma certe cose ci sono e insegnano. Gira qui su fb un video di un certo Nick http://www.youtube.com/watch?v=z7TZ_Fq4fU0
ci sono cose che non si possono spiegare senza gli occhi della fede.... ditemi come qualcuno di noi avrebbe potuto convincere questo ragazzo a vivere la sua vita e a provare la gioia che lui prova nell'essere strumento di Dio se non Dio stesso.
Potrei portare mille altri esempi di persone che hanno saputo vincere il limite umano e sono riuscite ad andare oltre quello che è comprensibile ai più. Non vi nego che provo una sana invidia per chi riesce ad avvicinarsi alla figura del Cristo e ad abbracciare la croce in questo modo meraviglioso, mentre la maggior parte di noi prova solo dolore, stanchezza, e rifiuto per ogni minima cosa non gradita. Il nostro non accettare quello che Dio ci dona, solo perché non è quello che vorremmo, è un rifiuto di amarci e di scoprirci meravigliosi, così come lo siamo agli occhi di Dio. Ognuno di noi è un prodigio, un capolavoro d’amore che a volte sfugge ai nostri e agli altrui occhi distratti , ma il nostro metro di valutazione si ferma solo all’ apparenza; eppure in fondo in fondo, siamo poi talmente soddisfatti di noi che la cosa più difficile è cambiare, imparare a vivere da figli di Dio e non del mondo, in parole povere, convertirci.
Per capire meglio la distanza che ancora ci separa dalla vera fede, vi vorrei invitare a leggere qualcosa di Luisa Piccarretta, di cui ho trovato un volume in pdf a questo indirizzo: http://www.fiat-fiat-fiat.com/fiatpages/DIVINA%20VOLONTA-LIBRO%20DI%20CIELO.pdf
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sabato 4 giugno 2016

(Lc 7,11-17) Ragazzo, dico a te, alzati!

VANGELO
(Lc 7,11-17) Ragazzo, dico a te, alzati!
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego, o Santo Spirito, di essermi amico, compagno fedele, nonostante le mie infedeltà. Perfezionami, perché sono piena di mancanze, non guardare le mie colpe, ma la mia voglia di appartenerti veramente e per sempre. Fa che questo mio sogno, diventi realtà.
Mentre continua il peregrinare di Gesù, seguito dai discepoli, ecco che alle porte della citta di Nain, incontrano un funerale. C’era una madre che piangeva il figliolo morto, ed era un dolore che schiacciava la donna, che non aveva più altro motivo apparentemente per vivere, perché oltre al suo unico figlio, aveva perso già anche il marito.
Gesù passava di lì e si commosse davanti a tanto dolore! Vediamo ancora una volta, come successe con Lazzaro, che davanti alla morte e al dolore Gesù si commuove, che la fede deve superare il dolore attraverso la speranza della resurrezione.
Questo ragazzo può simboleggiare ognuno di noi, o dei nostri figli, morto alla vita eterna a causa del peccato.
Gesù va oltre la morte, perché il suo amore e la sua misericordia, lo legano alla nostra salvezza come un bene inscindibile, neanche la nostra adesione al peccato, ferma il suo perdono.
Questo brano mi porta, da mamma, a pensare a quanti nostri figli, si perdono per le strade del mondo, dietro a quelle luci che li attirano, dietro a quella che si spaccia per libertà, ma che è spesso una trappola mortale.
Quanti genitori perdono la speranza di vedere i loro figli tornare verso la retta via?
Quanti genitori potrebbero con la loro preghiera attirare sui figli la mano salvifica del Signore, ma non lo fanno, perché anche loro sono lontani dal Signore, oppure la loro fede è inconsapevole, tiepida, o addirittura inerte.
In questo li vedo che accompagnano i loro figli ormai morti alla grazia, e neanche si rendono conto della misericordia di Gesù.
Abbiamo visto la supplica del centurione pagano, ricordiamo quella della figlia del capo della sinagoga e quella delle sorelle di Lazzaro… di questa vedova non leggiamo la supplica, ma vediamo le lacrime di dolore, che commossero Gesù.
Credo che non servano parole per spiegare che la salvezza è una grazia che Gesù brama di concedere, perché la nostra vita è la sua gioia.
La madre gioisce per il ritorno in vita del figlio, come la Madonna, Madre della Chiesa, esulta per la conversione dei peccatori, figli strappati alla morte.
Non limitiamoci ad andare nei Santuari a fare i turisti, ma riportiamo con noi, impressi nel nostro cuore, i messaggi della Madonna.
Preghiera e digiuno per la salvezza dei peccatori, senza dimenticare MAI, che noi siamo tra questi, e che dobbiamo amare il nostro prossimo come Dio ci ama.
Santa Maria , Madre di Dio e Madre nostra,prega per NOI PECCATORI.
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venerdì 3 giugno 2016

(Lc 2,41-51) Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo.

VANGELO
(Lc 2,41-51) Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo.
+ Dal Vangelo secondo Luca


I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.


Parola del Signore .



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Spirito d’amore, abbracciami, e fammi comprendere il senso delle scritture, ma ancor di più che cosa tu vuoi che io comprenda, e sarò serena tra le tue braccia ad ascoltare la tua parola. Mi affido a te, illuminami!
Gesù cresce e dal fanciullo che era affidato alle cure di Maria e Giuseppe, sta diventando un uomo. Possibile che Gesù si perda? Che Maria e Giuseppe dimentichino questo loro figlio e se ne rendano conto solo a sera, quando la carovana aveva già percorso molta strada? Sì forse si, ma io ho sempre pensato che non doveva essere un bambino facile da crescere, eppure se guardiamo bene, ci vediamo il segno di quello che sarebbe accaduto qualche anno dopo. Maria e Giuseppe sono angosciati, preoccupati e oserei dire arrabbiati con Gesù, se non avessi imparato leggendo i vangeli che né Maria né Giuseppe non si fanno mai prendere dall’ ira. Forse cominciano a capire i poveri genitori di questo bambino così particolare, perché cresce in lui la consapevolezza di appartenere a Dio più che a loro, e anche se non riescono ad afferrare bene il senso della cosa, intuiscono che c’ è una verità che va oltre la loro comprensione. Riprendono il cammino cercando di essere guida di quel figlio che già non gli apparteneva più, e lui stava loro sottomesso.
Mi vengono in mente tante cose… che i figli sono prima di Dio e poi nostri, che la vita è dono di Dio, ce l’ affida per un tratto di strada, perché possiamo attraverso questa vita che ci affida, contemplare il suo amore.
Ancora un pensiero sulla parola sottomesso, che non significa privato della libertà di decidere, ma che accetta di essere guidato e protetto in questo tratto di vita nella famiglia umana, così come Dio vuole che la famiglia viva e si consolidi.
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giovedì 2 giugno 2016

(Lc 15,3-7) Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta.

VANGELO.
(Lc 15,3-7) Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta. 
 Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Mio Signore, di assistermi con la sapienza del tuo Santo Spirito, per capire le scritture e la forza per testimoniare la tua parola, perché in questi tempi difficili, nessuno possa restare privo della tua luce.
L’idea del buon pastore, che cerca le sue pecore ovunque disperse e le raduna in un unico gregge, è sicuramente una cosa che ci può dare un quadro molto reale della situazione che stiamo vivendo. Vediamo tutti i giorni intorno a noi persone in cerca di pace, esteriore ed interiore che si avvicinano a questo piccolo gregge di credenti che cammina compatto dietro ad un unico Pastore. Forse non saremo il gregge perfetto per un pastore, chi se la squaglia, chi si ferma, chi si distrae… ma il nostro è un pastore attento, sempre pronto ad intervenire quando ne abbiamo bisogno. É un po’ pazzo d’ amore il nostro pastore, corre dietro a quella che si è smarrita , cura quella ferita, sembra quasi che non possa fare a meno di nessuna delle sue pecore… e pensando a quello che ha detto al Padre”- non perderò nessuna di quelle che mi hai affidato”- Capiamo che la sua parola è ancora una volta verità.
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mercoledì 1 giugno 2016

(Mc 12,28-34) Non c’è altro comandamento più grande di questi.



VANGELO 
(Mc 12,28-34) Non c’è altro comandamento più grande di questi. 
+ In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». 
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’  infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». 
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». 
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Parola del Signore 
LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA :

- Vieni o Spirito Di Dio, vieni in me e su di me, vieni a fare di me una tua cosa, a darmi il tuo alito di vita, la tua scienza e la sapienza. Vieni a prendere in me il posto che ti spetta, ed usami come più ti piace.

- Anche oggi Gesù ci da un insegnamento che sembra dire: " tutto gira intorno all'amore. "
Infatti alla domanda dello scriba risponde, come risponde a tutti noi, che due sono i comandamenti che bisogna osservare, quelli principali, che racchiudono tutti gli altri.
AMARE DIO con tutto il cuore, mettendolo quindi al di sopra di ogni altro amore, di ogni altra cosa e vivere per fare la sua volontà....
AMARE IL PROSSIMO come Dio stesso ci ama tutti e come vorremmo fosse fatto a noi.
A volte le persone pensano che per avvicinarsi a Dio, occorra una preparazione dottrinale, una sapienza eccelsa; non è così. Basta accettare di credere in Dio, mettersi al suo cospetto con umiltà e sincerità e allora sarà Dio stesso a prendersi cura di noi, a guidarci verso di Lui con un amore così grande da poterlo quasi toccare con mano.La fede è un dono che bisogna desiderare, chiedere, senza pregiudizi , senza mettere paletti, ammettendo la nostra incapacità di poter fare da soli, di poter credere con il ragionamento, ma di voler credere.
Sta a noi lasciarci andare, lasciarci abbracciare da questo amore grande e farsi plasmare da Lui, con tranquillità e fiducia, tenendo presente che su questi due comandamenti si basa tutta la nostra fede e che questi sono quelli che ci debbono guidare.

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martedì 31 maggio 2016

(Mc 12,18-27) Non è Dio dei morti, ma dei viventi!





VANGELO
(Mc 12,18-27) Non è Dio dei morti, ma dei viventi!
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Spirito Santo, di starmi vicino sempre, di imprimermi nel cuore la tua sapienza, il tuo amore, per poter essere il più possibile simile a quello che Il Signore vuole da me.
Leggendo questo brano, mi viene da sorridere, perché penso a quanto la nostra mente vorrebbe spaziare e non può. Non siamo in grado neanche di sapere cosa avverrà in questa vita di noi, e già vorremmo mettere i paletti anche nell’altra, in quella che ci aspetta nell’aldilà. I sadducei, che fra l’altro non credevano nella resurrezione, continuano a interrogare Gesù, sperando di coglierlo in fallo, ma quello che gli presentano è un quesito tutto terreno, che deriva da una antica legge di Mosè, che cercava di garantire la discendenza alle famiglie. Poiché loro non ci credevano, perché domandavano a Gesù proprio questa cosa sulla vita nell’aldilà.? Volevano mettere in discussione la veridicità di quello che diceva, avvalendosi delle sacre scritture? Poveri stolti… Gesù ribatte subito con la stessa scrittura dicendo loro : "Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio? Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli", e citando il libro di Mosè, (Esodo3,6), dove Dio si definisce Dio di Abramo di Isacco e Giacobbe, conclude: "Non è un Dio dei morti ma dei viventi". In queste parole evangeliche c'è come l'apertura di uno spiraglio sulla Gerusalemme del cielo: in essa i credenti, liberati dai vincoli della carne, vivranno "come angeli", ossia saranno animati dallo Spirito che è più forte della carne. Ma questa vita dei cieli inizia già da questa terra quando i credenti si lasciano guidare dalla parola del Signore che è seme di eternità e di incorruttibilità.
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lunedì 30 maggio 2016

(Lc 1,39-56) Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

VANGELO DI MARTEDì 31 MAGGIO 2016
(Lc 1,39-56) Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.


Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
dalla preghiera di Colletta
Dio onnipotente ed eterno, che nel tuo disegno di amore hai ispirato alla beata Vergine Maria, che portava in grembo il tuo Figlio, di visitare sant'Elisabetta, concedi a noi di essere docili all'azione del tuo Spirito, per magnificare con Maria il tuo santo nome. Per il nostro Signore Gesù...
Quella di oggi è la pagina più bella che riguarda la Madonna che sia mai stata scritta. È il canto d' amore di Maria che appena è stata scelta dal Signore come Madre di Gesù, capisce, nonostante la preoccupazione che la sua condizione le procura, che la sua non può essere una condizione di immobilità, e parte immediatamente per servire.L' incontro è con Elisabetta, la cugina anziana, alla quale Dio aveva donato una gravidanza in tarda età; che avrebbe contribuito con lei, attraverso il suo figlio Giovanni il Battista a far conoscere Gesù, salvezza del mondo. Maria è abbagliata dalla grandezza di quello che il Signore ha compiuto in lei, che si sente così esaltata da un lato e così umile dall'altro, diviene immediatamente serva del Signore, ma anche consapevole che quello che avverrà nel mondo, sarà un prodigio che darà al mondo la salvezza promessa da Dio attraverso le sacre scritture. Forse Maria non sapeva quanto questa scelta l' avrebbe fatta soffrire, ma attraverso questa sua accettazione di ogni cosa venisse da Dio, diventa partecipe della nostra salvezza, e ancora oggi, ci accompagna al Figlio suo e ci ripete - "fate quello che lui vi dirà"- Grazie del tuo si madre dell'umanità. – La storia di Maria può essere la nostra storia, certamente non ai suoi livelli, ma anche noi possiamo dire " si " a Dio e lasciare che sia Lui a dirigere la nostra vita, attraverso lo Spirito Santo. Per riuscire a comprendere bene cosa sia lo spirito Santo, se vi sembra di non saperlo ascoltare, lasciatevi trasportare nell'amore per tutti i fratelli, perché nell' amore sarà più facile riconoscere la sua voce.
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domenica 29 maggio 2016

(Mc 12,1-12) Presero il figlio amato, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.


VANGELO.
(Mc 12,1-12) Presero il figlio amato, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]:
«Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?».
E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Spirito di Dio, insegnami a stare in ascolto della tua parola, per comprendere l’ essenza del tuo messaggio e saperlo rendere attuale nella mia vita.
Nella confusione di questi ultimi tempi,si dice di tutto ed il contrario di tutto.
Molte le voci che cercando di dimostrare le loro ragioni, si levano contro Papa Francesco.
Stamattina leggendo l’ultima profezia elaborata per dire che il trono di Pietro è in mano allo anticristo, ho avuto un sussulto...
Analogie con quello che accadde 50 anni fa dopo il concilio vaticano 2° fanno pensare!
Ma poiché io non credo nella sapienza dell’uomo, mi sono affidata anche oggi alla sapienza di Dio; e dopo aver pregato lo spirito Santo, mi si è aperta la pagina del vangelo di oggi...
Meglio di così non mi poteva rispondere, per questo anche oggi che mi fido solo di Lui.
Ancora una parabola sulla vigna, il padrone la lascia in mano ai contadini perché la coltivino, a coloro quindi che detenevano il potere di amministrare la parola di Dio. A loro è stata affidata la parola, ma questi la vogliono gestire a modo loro e non vogliono accettare Gesù, perché non vogliono accettare le sue regole, ma vogliono essere loro il popolo eletto, solo loro il popolo prescelto da Dio, e questo Gesù che parla con i pagani, che sana i lebbrosi, e che accoglie gli emarginati, proprio non gli piace, e non potendo accettare di sentirsi in colpa, di avere qualcuno che pesa sulla loro coscienza, decidono di ucciderlo.
Ma quel Gesù che loro hanno scartato, è stato la nostra salvezza, la salvezza di ogni uomo che non vuole un Dio su misura, come gli fa più comodo, ma ascolta la voce di Dio per quella che è, ed accetta Gesù ed il suo messaggio,anche se questo significa accettare la croce nella sua vita, accetta di servire e non di essere servito.Troppo spesso noi uomini, abbiamo una visione spirituale della fede, ma poi nei fatti, non riusciamo a viverla concretamente, perché mettiamo noi stessi al centro della nostra vita, e non Gesù. E' difficile vivere una vita basata sull' imitazione di Cristo.
Questo è quello che l’uomo fa quando diventa superbo e vuole fare a meno di Dio, vuole guidare la propria vita, senza riconoscerla come un dono, perdendo di vista che quella vigna è già sua, che non ha bisogno di uccidere e rubare niente, perché tutto quello che il è del Figlio è per lui.
Ma Gesù che è stato ucciso, è diventato la pietra su cui poggia la Chiesa.
Questa Chiesa che spesso noi non vediamo come la nostra casa, ma come un’ istituzione che ci è estranea, come un regno di pochi, questa Chiesa che alcuni credono di loro proprietà, e che altri non accettano…
Chi è stato chiamato a coltivare la vigna, lo fa nel nome di Dio, o lo fa nel suo interesse? Lavora su se stesso per poter portare frutti al regno di Dio, con la parola e l’esempio, o segue i propri interessi?
Ognuno di noi dovrebbe farsi un esame di coscienza per scoprire come ci comportiamo, per capire se questo atteggiamento del " tutto ci è dovuto " ci appartiene, e fino a che punto vogliamo continuare a rifiutare di essere partecipi eredi con Cristo, del regno dei cieli.
Cosa altro deve fare Dio per farci comprendere quanto è grande il suo amore più che dare la vita del suo Figlio per la nostra redenzione? Quanto ancora vogliamo essere sordi e ciechi? Per rincorrere cosa stiamo rifiutando la nostra partecipazione al progetto di Dio? Vogliamo continuare a credere di poter gestire la vigna del Padre senza di Lui? per farne cosa?Non possiamo trasformare la Chiesa di Cristo in una proprietà privata e pretendere di averlo soltanto per noi. Cristo implica anche la scomodità della sua famiglia e siamo tutti noi,noi che dobbiamo imparare a vivere in comunione tra noi e con Lui,non possiamo fare altro. Chi ha conosciuto Cristo non può distinguerlo dalla Chiesa, deve vivere Cristo dentro la Chiesa.
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sabato 28 maggio 2016

(Lc 9,11-17) Tutti mangiarono a sazietà.

VANGELO DI DOMENICA 29 MAGGIO 2016
(Lc 9,11-17) Tutti mangiarono a sazietà.
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.


Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Spirito Santo,che ci doni la forza e la grazia di comprendere , dona a tutti la forza di vivere questo incontro con il tuo corpo ed il tuo sangue, fa che possiamo condividere la fede, la parola, la grazia e la croce con i fratelli, per Cristo nostro Signore. Amen.
Quella del Corpus Domini è la ricorrenza del messaggio principale di Gesù; è un giorno che nella liturgia ricorda quello che è il momento cruciale di ogni messa,che è il centro dell'Eucarestia: Gesù!
Molti di noi si recano a fare la comunione senza pensare veramente a quello che stiamo facendo, distratti e per niente partecipi alla comunione con il corpo e il sangue di Gesù. Questo mi mette addosso una grande tristezza,e penso a Gesù, triste e disperato che ci guarda da quell’ altare e che è ancora una volta disprezzato e ignorato. Il suo sacrificio, il suo farsi uomo e donarsi per la nostra salvezza, passa per molti, quasi inosservato, ma non nella storia. Da duemila anni questo uomo di un piccolo paese della Galilea fa parlare di Lui. In questo racconto Gesù divide il pane e i pesci che servono per sfamare la gente che lo segue, preannuncia quella condivisione, quella comunione che deve esserci tra lui, i suoi discepoli e il suo popolo. Un popolo affamato della sua parola, che lo segue e si raduna intorno a lui, non vuole andarsene e i suoi discepoli sono preoccupati per questo popolo stanco ed affamato, non sanno come fare per gestirlo e si affidano a Gesù. Chissà quanti sono i sacerdoti che nella chiesa di oggi, si affidano a Gesù, che ascoltano con fiducia quella parola…”voi stessi date loro da mangiare”, con la quale Gesù li invita a muoversi verso il popolo, a condividere con loro quello che hanno.
Noi laici non siamo certo migliori, non ci teniamo forse per noi tutti i pani e i pesci che abbiamo? Che importa se altri hanno fame… peggio per loro!
Anche spiritualmente siamo abbastanza tirati, raramente offriamo una mano, un consiglio cristiano, portiamo la parola di Dio là dove manca, dedichiamo il nostro tempo per accompagnare anche solo moralmente un anziano verso la morte, un malato nell’ angoscia della sua malattia.
Noi siamo moderni, adeguiamo la nostra fede ai nostri tempi, e neanche ce ne accorgiamo…. quanti nostri amici, se non noi stessi, viviamo una crisi matrimoniale, domandiamoci solo questo: cosa faccio per un matrimonio in crisi, sia il mio o di un amico o uno sconosciuto…. consiglio? Aiuto? Prego?
Eccoci moderni fedeli che non sanno più riconoscere Gesù neanche nello spezzare del Pane… figuriamoci nel condividerlo. Nell’ adorazione eucaristica, nella comunione, guardando Gesù fattosi pane per noi, chiediamogli di aiutarci ad annullare il nostro orgoglio, per essere con lui dono d’ amore per i fratelli e gustare la vera gioia che nasce dal condividere.
Pensiamo che Gesù, pur essendo di natura Divina, non considerò se stesso un tesoro geloso, ma si spogliò divenendo servo per noi uomini ,fino all’ estremo sacrificio della morte sulla croce.
Pensiamo a quelle braccia aperte e abbracciamo il suo corpo, nutriamoci di lui con tutto il rispetto e la devozione, chiediamo di vincere con Lui il nostro egoismo, portiamo con noi verso quell’ Ostia i nostri fratelli, gli ammalati, i lontani, i deboli, ma in modo speciale, preghiamo Gesù per quelle mani consacrate che ci stanno offrendo il suo corpo e il suo sangue… amiamo i nostri sacerdoti e la nostra Chiesa, preghiamo per loro.
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venerdì 27 maggio 2016

(Mc 11,27-33) Con quale autorità fai queste cose?

VANGELO
(Mc 11,27-33) Con quale autorità fai queste cose?
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?».
Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo».
E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, e svelaci le parole di Gesù; fa che il nostro animo e la nostra mente siano puri davanti al Signore, e che la malizia umana non ci impedisca di capire e di riconoscere il Messia.
Certo che la sapienza di Gesù a volte, ci lascia senza parole; il fatto che ci stupisce è che, senza neanche innervosirsi, riesce a trovare le parole giuste per far chiudere nella trappola da soli quelli che gli tendono la trappola.
I sadducei ed i capi dei sacerdoti, non riconobbero in Giovanni un profeta, coloro che dovevano guidare il popolo verso Dio; non seppero leggere i segni delle sacre scritture ed ora che Giovanni era morto, i loro dubbi non si erano per niente chiariti, eppure già il loro pensiero era di insidiare Gesù.
Chi è Gesù? Chi lo autorizza a fare quello che fa?
La malizia che mettono nella domanda, gli si ritorce contro e non riescono a dare una risposta che nasconda il tranello che vogliono tendere a Gesù.
Questo brano ci deve portare a fare una riflessione semplice.
Forse è il momento di domandarci chi è per noi Gesù? Se noi lo autorizziamo a guidare la nostra vita o se facciamo come chi si sente più giusto, più saggio, più importante, e cerchiamo di metterlo a tacere.
Oggi voglio leggere in queste parole anche un altro messaggio; voglio chiedere a Gesù di vivere con me in questo particolare momento, di insegnarmi ad essere prudente, a saper discernere l’ inganno e chiedergli di mettermi in bocca parole e silenzi, secondo quello che è più giusto per il progetto di Dio.
Gesù ha detto: non vi preoccupate del modo di difendervi, né di ciò che dovete dire: *lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che conviene dire. (Lc 12,12)
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giovedì 26 maggio 2016

(Mc 11,11-25) La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni. Abbiate fede in Dio!

VANGELO
(Mc 11,11-25) La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni. Abbiate fede in Dio!
+ Dal Vangelo secondo Marco
[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.
La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono.
Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:
“La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le nazioni”?
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.
La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
vieni o Santo Spirito e fa che possiamo comprendere pienamente le parole del Vangelo.La folla lo acclamava,ma Gesu`non per questo cercava compromessi e di piacere…anzi,le sue parole ed i suoi gesti diventano severi.
Spesso dico nei miei poveri scritti,che dobbiamo cercare di avere un rapporto vero con Dio, non basato su falsita’ e fermo nella mediocrita’; Dio non deve diventare per noi un re di burla,ma l’aspirazione massima della nostra anima ed il corpo e la mente debbono essere il mezzo con cui perseguire questa aspirazione.
Il mondo e’ basato su falsi dei,sul denaro, il successo,l’io smisurato…ma a Dio riserviamo gli avanzi!
Questa e’ amici,perdonatemi la franchezza,la nostra triste realta’!
La fede non si incentiva recando doni all’ altare che si comprano col vile denaro,ma facendosi dono per il Signore,e nella sua volontà, diventando dono per gli altri.
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mercoledì 25 maggio 2016

(Mc 10,46-52) Rabbunì, che io veda di nuovo!

VANGELO
(Mc 10,46-52) Rabbunì, che io veda di nuovo!
+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.


Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Gesù fa che io veda! Fa che attraverso il tuo Santo Spirito, io sappia riconoscere la Tua luce dal buio profondo del mio essere, fa che tutto sia luce e possa illuminare anche chi mi ascolta e mi segue, perché guidati dalla tua luce, non abbiamo a perderci.
Gesù passa, è vicino a noi, c’ è tanta gente intorno a lui, alcuni dicono al cieco di tacere, di non gridare…perché, chi lo ha stabilito che a Gesù quel grido, quella richiesta d’aiuto diano fastidio? Forse li stessi che hanno stabilito di pensare ai ciechi come ad emarginati….
Questa cosa mi fa pensare a quanti di noi, ritenendosi dei buoni cristiani, dei seguaci di Cristo D.O.C. tendono ad emarginare chi non ha fede, chi non ha conosciuto ancore la luce del Signore, ritenendoli colpevoli e condannandoli già a priori, ad una vita senza speranza di conversione.
Certo il signore con molti di noi è stato veramente buono, ci ha donato la grazia di una conversione senza merito da parte nostra, e sarà che io sono tra questi fortunati, che penso spesso che forse qualcuno ha pregato tanto per me…e poiché non ricordo nella mia famiglia grandi esempi di preghiera, penso alle suorine da cui andavo a scuola, oppure a qualche buon cristiano, che senza sapere per chi, pregava per chi era lontano dal Signore.
Ed eccomi qui, a parlare con voi, di questo miracolo che è avvenuto tanti anni fa e che si ripete ogni giorno. Per questo io non smetterò mai di credere nella forza della preghiera, nella voce che implora, che sale fino a Dio, che commuove il suo cuore e lo fa aprire anche alle persone più lontane.Lui sa come fare, ha i suoi mezzi, i suoi sistemi, per ognuno di noi ha una parola diversa, ci conosce tutti, così bene, come neanche noi ci conosciamo.
Dio interviene nella nostra vita, se lo chiamiamo, cambia le tenebre in luce, e ci fa vedere tutto sotto ad un’altra prospettiva.
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