domenica 10 aprile 2016

(Gv 6,22-29) Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna.

VANGELO DI LUNEDì 11 APRILE 2016
(Gv 6,22-29) Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Parola del Signore 



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Illumina spirito di Dio, il mio cuore, donami la sapienza di saper capire le scritture, perchè io non prenda abbagli , ma viva nella luce! Amen.
Perché cerchiamo Gesù? Che cosa vogliamo da Lui? Gesù compie miracoli, è forse questo che cerchiamo? Un segno? A volte ci rivolgiamo a Lui solo perché le cose non vanno bene e magari vorremmo che le sistemasse a modo nostro... Ma se ci fermassimo un attimo a comprendere, chi è Gesù, che cosa è per noi, allora i mille altri interrogativi che avrebbero una sola risposta: Gesù è colui che ci cambia la vita! Non importa quanto dovremo soffrire, lui ha sofferto per noi. Se vogliamo seguirlo, sappiamo che saremo ostacolati, derisi, umiliati, in alcuni casi, persino uccisi, ma sappiamo che chi perde la vita per amore di Dio, la salverà nel regno di Dio. Questa è la nostra fede, che va oltre il miracolo, va
all' autore del miracolo più grande, va a chi ha saputo sacrificare la vita per tutti noi e questo non riesce a lasciarci indifferenti. La sua parola è pane di vita, un pane che non ci darà beni terreni, ma spirituali, di quelli che ci serviranno per saziare la nostra anima, ma al tempo stesso è fiducia che non ci abbandonerà mai e che, se sapremo fidarci pienamente di Lui, cambierà la nostra vita totalmente ed anche il dolore con lui sarà gioia. Non ci promette una vita facile, ma ci renderà più facile ogni cosa.
Gli apostoli, i discepoli, il popolo, tutti cerchiamo Gesù, ma è lui che si fa trovare, si fa presente nella nostra vita quando meno ce lo aspettiamo.
Non ci fermiamo davanti a Gesù uomo, non ci fermiamo davanti al pane per il nostro corpo, perché è come cominciare un cammino ed invece di raggiungere la meta, girare intorno a noi stessi. Gesù ci dice di credere, di avere fiducia in Lui, per riuscire ad andare con Lui, oltre i nostri limiti.
Molte persone cercano alternative alla nostra religione, al nostro essere Cristiani, cercano delle filosofie di vita che li sappiano condurre oltre, e spesso, si perdono nei meandri di molte religiosità, vedi ad esempio le filosofie Buddiste e new age, in cui s’ insegue una felicità che non comporta obblighi religiosi concreti, e che esalta una spiritualità in cui l' uomo si pone al centro dell'universo.
Cerchiamo di conoscere le altre religioni e perdiamo di vista la nostra, nella quale siamo testimoni che Gesù si è rivestito della nostra umanità per innalzarci alla sua divinità. Crediamo nell'opera di Dio e non cerchiamo sempre di sostituire Dio con il nostro Io. Con Gesù non seguiamo un guru qualsiasi, un profeta, ma Dio stesso, e lo facciamo con il suo aiuto. Non siamo mai soli, ma ogni sorta di aiuto ci viene dal cielo.
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sabato 9 aprile 2016

(Gv 21,1-19) Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce.

VANGELO DI DOMENICA 10 APRILE 2016
(Gv 21,1-19) Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».


Parola del Signore.




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore Gesù, vieni con il tuo Santo Spirito, a d illuminare la mia vita, la mia lettura, la mia riflessione ed il mio cammino, perché tutto sia secondo i tuoi insegnamenti.
I discepoli avevano ripreso la vita di tutti i giorni, erano impegnati nella pesca, ma senza frutto.
Ancora non avevano compreso a pieno il messaggio Messianico e pensavano di staccare la loro vita terrena da Gesù.
Sì certo, potevano farlo, erano liberi, ma avevano conosciuto Gesù, avevano vissuto con lui un rapporto vero ed ora il vuoto, la delusione, si facevano pesanti, e tornare alla normalità, come se niente fosse, era difficile. Ecco allora che Gesù interviene ancora nella loro vita, gli conferma che Lui non è stato l’avventura di un momento, ma l’ avvento di tutta una vita.
Ancora una volta è Gesù che gli va incontro e si fa riconoscere, è lui che gli dice dove gettare la rete, e solo ascoltando la sua parola, la pesca diventa fruttuosa. Gesù non è uscito dal mondo, non è tutto finito lì con la sua morte, ma anzi è da lì che tutto è ricominciato. Gesù è vivo e vuole che ce ne ricordiamo sempre, che viviamo in comunione con lui, che ci affidiamo a Lui, e che c’ incontriamo con lui sempre anche nelle cose più pratiche della nostra vita.
Lui non è il Signore ad ore, quello cui dedicare un’ora a settimana per la messa, o un' ora al giorno per la preghiera, Lui vuole la nostra adesione completa; non certo perché vuole essere servito e riverito da noi come molti scettici ci vogliono far pensare ma, al contrario, per servire e riverire noi.
Lui che si è fatto servo, che si è umiliato per noi, non sa veramente più come fare per farci capire che solo attraverso di Lui avremo la salvezza.
L’amore che prova per noi, lo porta a farsi ancora riconoscere, nonostante l’ indifferenza degli apostoli e nostra, e noi dobbiamo fare questo passo, senza più indugiare, dobbiamo mettere Gesù ed i suoi insegnamenti al primo posto nella nostra vita.
Gesù non è morto e basta, Gesù è risorto; è tra noi, e non possiamo fare come se nulla fosse.
Dio, ci ama tanto da dare la tua vita per salvare tutti noi suoi figli e tu hai accettato senza recriminare di offrirti per noi. Questo non riusciamo a farlo noi, non riusciamo ad amare come tu ci ami, insegnaci almeno a continuare a provare, anche contro le avversità, insegnaci ad amare i nostri fratelli ed in modo particolare i nostri nemici. Noi non siamo coraggiosi e spesso vorremmo vivere adeguandoci alle regole del mondo, molto più terrene che spirituali, ed è questo invece che dobbiamo imparare a scoprire, che la nostra anima può salvare il nostro corpo, se non vogliamo che il nostro corpo faccia perdere alla nostra anima la presenza di Dio.
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venerdì 8 aprile 2016

(Gv 6,16-21) Videro Gesù che camminava sul mare.

VANGELO
(Gv 6,16-21) Videro Gesù che camminava sul mare.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.
Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.
Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».
Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.


Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, aiutami, portami a vivere questa esperienza con i discepoli di Gesù, portami a sentire la grande differenza che fa la Sua presenza.


Nella prima lettura vediamo come già nelle prime comunità cristiane cominciava ad esserci del malcontento, come le diversità delle comunità che convergevano a Gesù erano subito in antagonismo tra di loro, ma poi c'erano persone di buona volontà che trovavano un punto d'accordo. Questa mi sembra una buona cosa da fare, perché stare a discutere tra di noi cristiani, è veramente una brutta cosa, e non fa onore a Dio. Spessissimo ci limitiamo a discutere ed a borbottare in gruppetti gli uni contro gli altri, perché non riusciamo ad abbandonare quella nostra parte umana che ci spinge ad essere contro, anziché farci incontro.
Questo è proprio l' opposto di quello che invece fa Gesù. Seguire Gesù nella sua strada, che lo ha portato alla croce, è andare contro corrente, in un mondo che è dominato da chi ha sete di potere e denaro, da chi si vuole sostituire a Dio, da chi non vuole sottostare a regole.
I discepoli vanno, ma vanno da uomini, per questo hanno paura, ed è Gesù che va in loro aiuto. Salgono sulla barca e cercano di andare verso l' altra sponda, molto probabilmente per andare a predicare nel nome di Gesù, ma non sono completamente inseriti nella loro missione, perché appena vedono che le acque del mare si cominciano ad agitare, hanno paura.
Ed è qui che Gesù si fa presente nella loro vita e dice:- non abbiate paura, sono io, non sono un fantasma! - Allora i discepoli capirono e lo fecero salire sulla loro barca, immediatamente le acque si calmarono e la disperazione e la paura scomparvero.
Vieni Signore accanto a me nella vita, aiutami a non cercare mai di guidare la mia barca, ma fammi sempre avere la consapevolezza che senza di te io non so andare da nessuna parte e rischio di sentirmi sola in mezzo alla tempesta.
Fa o mio amatissimo cuore che io non sappia vivere senza il tuo battito interno dentro di me; so che se io ti chiamo tu corri, potrò non vederti, ma saprò che ci sei ed io non avrò paura.
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giovedì 7 aprile 2016

(Gv 6,1-15) Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti, quanto ne volevano.

VANGELO
(Gv 6,1-15) Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti, quanto ne volevano.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, ad accendere la luce della mente, ad aprire le orecchie al verbo del Signore, a guidare il mio cuore verso la strada che lui ci ha indicato e percorso prima di noi.


Nella prima lettura, ci troviamo a vedere come anche chi dice di non credere comincia ad avere dubbi. I farisei ed i giudei, avevano già risolto il problema di chi si trascinava dietro le folle, come avevano fatto con Gesù, uccidendolo, e i loro discepoli si erano dispersi, ma stavolta era diverso, questi discepoli non si disperdevano, continuavano a predicare nel nome di Gesù, e se fossero stati veramente mandati da Dio ? Li fecero frustare e loro ne furono felici perché venivano colpiti per testimoniare come Gesù, e si sentivano conformi a lui.
Dal vangelo vediamo che cosa significa essere conformi a Gesù, vuol dire essere in comunione con i fratelli, affidare a Gesù anche la nostra materialità, i nostri bisogni fisici, condividere con gli altri, e collaborare con Gesù. Il miracolo che compie il Signore è il simbolo di come sia possibile sfamare tutti condividendo in nome dell' amore. Questa sembra che sia oggi la cosa più difficile, dire al Signore Gesù:- io ho solo questo, come posso aiutarti a sfamare il mondo intero?- Dire a Gesù: - Usami, fai Tu di me strumento delle tue mani. Dire:- Padre ho fame aiutami, ho fame di Te, abbracciami. Ho fame di giustizia, fammi essere giusto per primo; ho fame d' amore, fammi amare come tu ami i miei fratelli.-Abbiamo fame Signore, tu ci hai detto di chiedere a te ogni cosa, ci hai detto che se anche il padre che abbiamo sulla terra al posto del pane ci può dare un sasso, Tu non lo faresti mai, e noi ti crediamo Padre.
L’ amore non ha limiti, i limiti sono nell’ uomo, nel nostro modo di amare e di donarci.A volte diciamo di non aver tempo per pregare, per aiutare, per dedicarci alle opere di carità … questo ci deve far capire che siamo ancora troppo lontani dal Signore, troppo attaccati alla nostra umanità, perché Gesù, ci spinge a provare ad andare oltre i nostri limiti, oltre quello che pensiamo di poter fare, ci spinge ad essere comunione, ad essere testimoni della sua presenza nel mondo e dentro di noi.
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mercoledì 6 aprile 2016

(Gv 3,31-36) Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.

VANGELO
(Gv 3,31-36) Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.


Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o santo Spirito, e manda a noi dal cielo, un raggio della tua luce …. che illumini la tua parola e la faccia riflettere nel mio cuore e nella mia mente.


Dall’ alto viene l’aiuto, la luce dello Spirito, l’ amore del Padre per tutti noi figli. Dall' alto viene Gesù, per tutti noi, se lo accettiamo, se lo riconosciamo. Purtroppo noi, spesso, non comprendiamo e ci limitiamo a rinunciare a quello che ci sfugge.
La nostra vita, come quella di Nicodemo, si basa su valori terreni che oserei definire “ terra terra” e che non tengono conto della spiritualità che è comunque insita in ognuno di noi, ma che troppo spesso viene soffocata dalla materialità.
Riuscire a considerare invece la parte spirituale la più importante nella nostra vita, apre un nuovo scenario.
Riceviamo la forza dallo Spirito Santo, e grazie a questa ci possiamo affidare completamente a Dio. Sarebbe una grande conquista se riuscissimo a mettere sempre in pratica l’ affidamento al Signore, anche se mi rendo conto che è questa la cosa più difficile; perché tutto è facile quando va tutto bene, ma nelle difficoltà, quando occorre tutto il nostro coraggio, per difendere le nostre scelte cristiane, allora si che abbiamo bisogno di tutti i doni dello Spirito Santo… chiediamo e ci sarà dato.
Io leggo spesso la vita dei santi e mi rendo conto, che passano attraverso enormi sofferenze, spirituali e corporali, e questo è permesso da Dio per poter partecipare al pagamento del riscatto che va a completare il sacrificio di Gesù Cristo, proprio come dice San Paolo che conferma tale compiutezza e ne specifica la portata: “Completo quello che manca alla passione di Cristo” (Col 1,24) e nello stesso San Paolo leggiamo: “Come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (Rm 5,19).
Gesù chiede ai suoi discepoli:
“Siete pronti a bere il calice che io berrò ?” (Mt 20,22)
" E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’ anima” (Mt 10,28).
“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,11-12)
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martedì 5 aprile 2016

(Gv 3,16-21) Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

VANGELO
(Gv 3,16-21) Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».


Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, e donami la grazia di saper accogliere e vivere il mistero che celebriamo, con passione e senza cedimenti.
Il dialogo con Nicodemo prosegue nella notte, Gesù non si stanca di parlare con lui che cerca risposte.Il più importante concetto è l'amore immenso di Dio per noi, perchè la salvezza possa giungere attraverso di lui.Gesù si è dato tutto, non ci deve sfuggire quanto tutto sia stato fatto, pensato, ideato, solo per noi. In Romani 8:32 “Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?”Se ci rendessimo conto delle parole, del loro senso, di quanto è profondo il loro significato, forse capiremmo che chi ha dato la vita per noi, non potrà negarci nulla.Il Papa ha detto che " Gesù prega per ognuno di noi, mostrando al Padre le sue piaghe."Queste sue parole fanno eco a quelle dell'apostolo Giovanni "Non peccate, ma se qualcuno di voi pecca, sapete che abbiamo un avvocato davanti al Padre, uno che prega per noi, ci difende davanti al Padre, ci giustifica". Credo che dobbiamo riflettere su questa verità, su questa realtà.Giovanni sente e vive in maniera fondamentale il fatto che Gesù è il Verbo fatto carne, che viene a dare la vita agli uomini. Il mistero dell’incarnazione guida tutto il suo pensiero e cerca di guidare il nostro.Questo mistero che ci affascina e ci stupisce, ci spinge ad andare oltre quello che possiamo capire, ci porta attreverso lo sconvolgimento completo della nostra vita, a vivere qualcosa di enormemente importante nella sua semplicità... cercare di fare sempre la volontà di Dio, avendo la certezza che è l'unica via che ci conduce alla salvezza.Ritroveremo Nicodemo davanti ai componenti del Sinedrio che cerca di farli ragionare ed agire con saggezza; ad ascoltare Gesù prima di condannarlo e questo gli costerà quasi la vita. Gli esagitati, rispondono con scherno: “Saresti anche tu un Galileo? Cerca pure e ti renderai conto che dalla Galilea non sorge alcun profeta”. Infine lo ritroviamo ancora sul Golgota insieme a Giuseppe d’Arimatea, che provvede alla sepoltura di Gesù dopo la crocifissione. Dal Vangelo non sappiamo più nulla, nel 415 un prete, Luciano ne avrebbe scoperto le reliquie insieme a quello di s. Stefano, egli sarebbe stato battezzato dagli Apostoli Pietro e Giovanni e per questo maltrattato e scacciato dai Giudei e sarebbe stato ucciso senza l’intervento del parente Gamaliele; il quale lo accolse nel suo possedimento di Kêfaz-Gamla, dove dopo un certo tempo morì e lì sepolto. Sembra sia sua la prima incisione in legno d'olivo del crocefisso che ritrae il Volto Santo di Gesù.
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lunedì 4 aprile 2016

(Gv 3,7-15) Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo.

VANGELO
(Gv 3,7-15) Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».


Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o spirito Santo, nel mio cuore e nella mia mente ed illumina con la luce del Signore la sua parola.
Nicodemo incalza Gesù con le sue domande, Gesù cerca di spiegare a Nicodemo che cosa significa rinascere dallo spirito, e lo fa cercando di mettersi al suo stesso livello. Egli è un uomo colto, ma non deve attingere dal suo sapere per capire come rinascere dall’ alto, ma affidarsi allo Spirito. Noi abbiamo la fortuna di avere chi ha studiato che ha tradotto le scritture per noi, e l’ unica cosa che dobbiamo fare è fidarci. Fidarci ed affidarci allo Spirito Santo, per dargli la possibilità di agire in noi, e allora vedremo come agisce, come trasforma la nostra vita. Nel discorso con Nicodemo Gesù fa chiaramente capire che solo se si crede in lui, si può essere salvati, perché nelle scritture è scritto che è dall' alto che viene la salvezza, ossia da Gesù, inviato dal padre sulla terra. Dio mandò serpenti per punire coloro che avevano peccato, poi, disse a Mosè di fare un serpente di bronzo perché chi lo guarderà, vivrà. Così chi guarderà al Cristo come al salvatore, avrà la vita eterna.Nella veglia di Pasqua, Papa Francesco ha detto una frase emblematica, che spiega meglio di ogni altra quanto è importante lasciarsi sopraffare dall' amore per Dio, dal desiderio di entrare in contatto con il fascino di questo mistero.- "Non si può vivere la Pasqua senza entrare nel mistero. Non è un fatto intellettuale, non è solo conoscere, leggere… È di più, è molto di più! “Entrare nel mistero” significa capacità di stupore, di contemplazione; capacità di ascoltare il silenzio e sentire il sussurro di un filo di silenzio sonoro in cui Dio ci parla."-
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domenica 3 aprile 2016

(Lc 1,26-38) Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.



VANGELO DI LUNEDì 4 APRILE 2016
(Lc 1,26-38) Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidaci come facesti con Maria alla conoscenza del volere di Dio, e come lei, fa che sappiamo accettarlo.
Quello che oggi ascoltiamo e il vangelo dell’ annunciazione dell’ Arcangelo Gabriele a Maria, proviamo a capire che cosa succede tra gli uomini e Dio.
Maria è una giovanissima ebrea, vive la sua adolescenza come tutte le brave ragazze di buona famiglia della sua regione. Chi ha letto L'Evangelo come mi è stato rivelato " della mistica Maria Valtorta," sa che Gesù la definisce la secondogenita del Padre.
Dio interviene nella sua vita e lei, che già faceva tutto quello che era in suo potere, per compiacere Dio, si trova a dire un si che stravolge tutta la sua vita e quella delle persone che sono legate a lei.
Appartenere a Dio, non esclude la Vergine dalla sua vita terrena, ma questa deve fare i conti con questa nuova dimensione di vita. Essere nel mondo, ma non essere del mondo, così come ci ripete Gesù.
Gli ebrei che non l’ hanno riconosciuto, la speranza non è ancora nata, e la salvezza non è stata riconosciuta, ma per noi cristiani questo piccolo bambino firmerà con il suo sangue il nostro perdono.
Gesù è il cambiamento che avviene, l’ uomo nuovo che nasce per noi e per farci vivere non più come semplici uomini, ma per riconoscerci in lui figli dello stesso Dio.
Con Lui siamo riscattati dal peccato, ma dobbiamo essere anche coerenti con la nostra nuova condizione.
Nulla è impossibile a Dio, nulla è impossibile all’ uomo che ha fede, spesso Gesù ci ripeterà che è la fede che salva, che guarisce, e noi dobbiamo fare tesoro di ogni attimo di vita di Gesù, per farlo nostro, cominciando proprio dalla semplicità nella quale è nato, che getta le basi sulle quali fondare la nostra fede, nell’ umiltà.
Imitazione di Cristo e di Maria....non un libro da leggere, ma la nostra storia da vivere. So benissimo quanto è facile a dirsi e difficile da farsi, ma credo che per vivere in comunione con Gesù, dobbiamo proprio fare come tanti santi prima di noi, per non restare inermi ad aspettare l’unione, dobbiamo incamminarci verso di essa ; procedere sulla via della santità, invece di fermarci ad ogni passione....e fare che l’unica grande passione, sia raggiungere l’unione con Dio!
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sabato 2 aprile 2016

(Gv 20,19-31) Otto giorni dopo venne Gesù.

VANGELO
(Gv 20,19-31) Otto giorni dopo venne Gesù.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Signore di soffiare anche su di me il tuo Spirito, per darmi la conoscenza sempre del tuo volere che debbo e voglio fare e per il quale chiedo a te tutto l' aiuto necessario.

Notiamo come nel vedere Gesù i discepoli gioiscono increduli. Cominciamo con il notare che è sera,come ad indicare che il sole è sceso,la speranza sta per lasciare il posto alla notte, al buio.
Le porte erano chiuse per paura dei giudei, e noi sappiamo che la paura spesso impedisce di ragionare, di vedere, di camminare;
la paura ci blocca e ci rende inermi. Per paura Pietro lo aveva rinnegato, gli altri erano fuggiti... solo Giovanni era rimasto accanto a Maria in quel dolore.Eppure Gesù non li rimprovera per questo, gli mostra le ferite per fargli vedere che è proprio lui, quello che è salito sulla croce, e ha vinto la morte.
È normale che qualcuno abbia dei dubbi, Tommaso che non era presente, resta sbigottito, incredulo, ma disponibile a ricredersi.
La nostra umanità ci porta a credere solo a quello che possiamo vedere, anche se con Gesù ormai abbiamo capito che non può bastare. Ha compiuto miracoli davanti ai loro occhi, è entrato in una casa con le porte chiuse, ma è proprio Lui? Nulla lo può dividere da noi, perché il suo amore lo spinge a cercarci sempre e a darci tutto di se, così come fa con gli apostoli, ai quali dona lo Spirito Santo. Chi fa l’esperienza di Gesù nella propria vita, non ha più dubbi, e non serve che lo veda fisicamente o no, anzi proprio perché si fida della sua parola, riesce a sentire la sua azione tramite lo Spirito Santo. Nel dolore spesso ci sentiamo distrutti sia fisicamente sia moralmente, ma quando chiediamo al Signore aiuto, vediamo che siamo subito alleviati dalla cosa più atroce del dolore, la disperazione. È importante stare vicini a chi soffre, per un motivo o per l’altro, perché noi possiamo essere la parola che Gesù vuole dire, la mano di Gesù che sa accarezzare, noi possiamo essere la testimonianza che Gesù non abbandona i suoi figli, perché seguire il Signore vuol dire amare il nostro prossimo come Dio ama noi.
Amore è la parola d’ordine per entrare nella famiglia celeste, e per tornare nella casa del Padre, dove Gesù è andato a preparare un posto.
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venerdì 1 aprile 2016

(Mc 16,9-15) Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo.

VANGELO DI SABATO 2 APRILE 2016
(Mc 16,9-15) Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo.
+ Dal Vangelo secondo Marco
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».
Parola del Signore  




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, conducimi verso la luce, e fa che la mia parola sia conforme alla Tua.
Maria di Magdala capisce che cosa vuol dire passare da una vita di peccato alla redenzione; fa l'esperienza del passaggio e del risorto, è ormai proiettata verso la santità e questo neanche i discepoli riescono a capirla del tutto,tanto che non le credono.A volte penso a Maria di Magdala e alla confusione che ancora oggi si fa e non è mai stata chiarita del tutto sulla sua persona, alcuni dicono che lei e la Maddalena erano due persone diverse, altri che fosse la stessa persona, perchè credo che il fatto che una donna in qualche modo venisse messa da Gesù al pari loro, in fondo ,non sia mai andato tanto giù agli uomini dell'epoca.Gesù è così, non eleva in base al sesso o alla posizione, ma in base a quanto si aderisce al suo progetto di salvezza.La Maddalena è sempre stata giudicata per ciò che di peccaminoso aveva compiuto, persino la sorella Marta la critica anche se la sua intenzione era solo mettersi all'ascolto di Gesù; questo per me rappresenta il nostro umano e fallace modo di vedere.Amo questa figura forse più di ogni altra nei Vangeli, la unisco alla figura di Giovanni evangelista,che vive come lei l'amore puro verso il Signore Gesù.La frase "vai e non peccare più" è uno stile di vita che la donna sceglie di seguire e ce la mette tutta ....dagli scritti della Valtorta,vi invito a leggere : 
http://www.scrittivaltorta.altervista.org/testi/conversione_di_maria_maddalena.pdf
Il messaggio di Gesù non può essere fermato dal pregiudizio degli uomini, per questo Gesù torna a farsi vedere anche da loro, anche dai più increduli... perchè tutti possiamo fare l'esperienza della Pasqua e del risorto, e lo possiamo testimoniare con la nostra conversione e con la nostra vita,come la Maddalena.Non importa se per gli uomini conterà sempre di più il nostro passato, quello che conta è il giudizio di Dio.
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giovedì 31 marzo 2016

(Gv 21,1-14) Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.

VANGELO
(Gv 21,1-14) Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.


Parola del Signore.







LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore Gesù, vieni con il tuo Santo Spirito, a d illuminare la mia vita, la mia lettura, la mia riflessione ed il mio cammino, perché tutto sia secondo i tuoi insegnamenti.
I discepoli avevano ripreso la vita di tutti i giorni, erano impegnati nella pesca, ma senza frutto. Ancora non avevano compreso a pieno il messaggio Messianico e pensavano di staccare la loro vita terrena da Gesù. Sì certo, potevano farlo, erano liberi, ma avevano conosciuto Gesù, avevano vissuto con lui un rapporto vero ed ora il vuoto, la delusione, si facevano pesanti, e tornare alla normalità, come se niente fosse, era difficile. Ecco allora che Gesù interviene ancora nella loro vita, gli conferma che Lui non è stato l’avventura di un momento, ma l’ avvento di tutta una vita. Ancora una volta è Gesù che gli va incontro e si fa riconoscere, è lui che gli dice dove gettare la rete, e solo ascoltando la sua parola, la pesca diventa fruttuosa. Gesù non è uscito dal mondo, non è tutto finito lì con la sua morte, ma anzi è da lì che tutto è ricominciato. Gesù è vivo e vuole che ce ne ricordiamo sempre, che viviamo in comunione con lui, che ci affidiamo a Lui, e che c’ incontriamo con lui sempre anche nelle cose più pratiche della nostra vita. Lui non è il Signore ad ore, quello cui dedicare un’ora a settimana per la messa, o un' ora al giorno per la preghiera, Lui vuole la nostra adesione completa; non certo perché vuole essere servito e riverito da noi come molti scettici ci vogliono far pensare ma, al contrario, per servire e riverire noi.
Lui che si è fatto servo, che si è umiliato per noi, non sa veramente più come fare per farci capire che solo attraverso di Lui avremo la salvezza.
L’amore che prova per noi, lo porta a farsi ancora riconoscere, nonostante l’ indifferenza degli apostoli e nostra, e noi dobbiamo fare questo passo, senza più indugiare, dobbiamo mettere Gesù ed i suoi insegnamenti al primo posto nella nostra vita.
Gesù non è morto e basta, Gesù è risorto; è tra noi, e non possiamo fare come se nulla fosse.
Dio, ci ama tanto da dare la tua vita per salvare tutti noi suoi figli e tu hai accettato senza recriminare di offrirti per noi. Questo non riusciamo a farlo noi, non riusciamo ad amare come tu ci ami, insegnaci almeno a continuare a provare, anche contro le avversità, insegnaci ad amare i nostri fratelli ed in modo particolare i nostri nemici. Noi non siamo coraggiosi e spesso vorremmo vivere adeguandoci alle regole del mondo, molto più terrene che spirituali, ed è questo invece che dobbiamo imparare a scoprire, che la nostra anima può salvare il nostro corpo, se non vogliamo che il nostro corpo faccia perdere alla nostra anima la presenza di Dio.
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mercoledì 30 marzo 2016

(Lc 24,35-48) Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.

VANGELO
(Lc 24,35-48) Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Di Dio, ti prego, a far luce nel mio cuore e nella mia mente, vieni a dirmi cosa vuoi che io comprenda, e dammi la capacità di trasmetterlo.


Non è un fantasma! Perchè non lo capivano? Avevano letto le scritture, avevano vissuto accanto a lui , ma non avevano ascoltato veramente, non avevano fatto loro il messaggio che Gesù aveva portato a loro, per loro e con loro... ed ora attraverso di loro voleva fosse trasmesso nel mondo.
Cristo vivo attraverso l'esperienza del risorto, non è un personaggio del passato, ma è colui che permette all'uomo nuovo, la donna nuova che vivono in noi, di ricominciare a vivere in Lui. Credo che Gesù può far questo per me? Che può farmi rinascere? Ascolto la sua parola? " Effetà apriti! " Viviamo la nostra nuova missione.
A volte penso che Dio poteva stupirci con "effetti speciali" tipo un grande personaggio che usciva da una nuvola di fumo, come il genio della lampada e forse avrebbe ottenuto di più la nostra attenzione!
Questa parola "ATTENZIONE" è quella sulla quale vorrei fermarmi.
La Bibbia è un libro che ho imparato a leggere con il cuore, ad amare e mi sembra a volte di vivere tra quei personaggi del passato, tra re e pastori, tra uomini e donne che cercano di vivere rispettando le leggi mosaiche, ed altri che cercano di usarle per i loro interessi.
Se scribi e farisei, dottori della legge e appartenenti alle varie tribù e sette, avessero prestato attenzione alla coerenza di Gesù, a come il suo sguardo era amorevole verso tutti, invece di sentirsi preoccupati di perdere il loro potere sul popolo, avrebbero potuto con la loro cultura, aiutare Gesù invece di contrapporsi a Lui.
Provare a capire, non chiudersi, imparare a dialogare anche con idee diverse, può arricchire sia gli uni che gli altri; ma l' uomo ha paura di concedere, come se donando perdesse qualcosa, perché è abituato a non voler perdere nulla, a non fare niente per niente.Dobbiamo imparare a prestare attenzione agli altri, ai loro bisogni, e non pensare che ci tolgono qualcosa, ma che possiamo scambiarci delle cose. L' amore di Dio dovrebbe riempirci il cuore e dovremmo averne in abbondanza da riversare, invece spesso siamo così chiusi da sembrare aridi ed egoisti, presuntuosi e prepotenti. Ci preoccupiamo della cattiveria altrui e perdiamo d' occhio la nostra. Facciamo attenzione!
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martedì 29 marzo 2016

(Lc 24,13-35) Riconobbero Gesù nello spezzare il pane.

VANGELO
(Lc 24,13-35) Riconobbero Gesù nello spezzare il pane.


+ Dal Vangelo secondo Luca


Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.


Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e insegnami a pensare come Te, insegnami a vivere con Te ed aiutami a guardare con Te questa pagina del Vangelo.


Da quando abbiamo visto che Cristo è risorto, dobbiamo renderci conto che è ora di guardarlo in un altro modo. Basta col non sentirlo presente nella nostra vita, col camminargli di fianco senza riconoscerlo, con l’ ascoltare la sua parola senza metterla in pratica. Eccolo è qui, cammina insieme a noi, pronto a rispondere a tutte le nostre domande, a dirci che tutto quello che vogliamo sapere è scritto nella Bibbia, che tutto si è avverato come i profeti avevano scritto.
Il vangelo ci parla di Gesù e l’antico testamento ce l’ aveva annunciato. Nella vita di Gesù si compie quello che era stato scritto, si completa così un quadro che va dalla creazione del mondo alla salvezza degli abitanti della terra oltre la morte. Dice Gesù ai discepoli che camminano sulla strada di Emmaus, che era necessario che Gesù morisse sulla croce per poterci far entrare nella sua gloria, come era scritto, ma ancora questi non riconobbero in lui il Signore fino a quando, la sera egli spezzò con loro il pane e li benedisse. È nella comunione del suo amore, in quel condividere la croce, nello spezzare il pane e condividerlo con i fratelli che noi ritroviamo Gesù e che viviamo con Gesù.
I due poveri discepoli, mi fanno veramente tenerezza. Quando uomini di potere agiscono, danno l'impressione di schiacciare il piccolo credente, lo vediamo anche in questi tempi, in cui le leggi sembrano voler spazzar via tutto quello che è Cristiano. Gesù da fastidio, la Chiesa da fastidio a chi non vuole avere nessuno che gli indichi come vivere. A volte anche nella Chiesa stessa Gesù da fastidio, specialmente quando indica l' amore verso i nemici, verso chi ci perseguita, l' amore per la giustizia e non la vendetta.
Capire che la morte non ha fermato nulla, ma anzi, che ha dato un senso alla sofferenza presente sulla terra, non è ancora facile, neanche per noi, figuriamoci per i primi cristiani, anche se erano stati vicini a Gesù e per questo mi sento proprio come loro. Gesù è risorto, lo hanno visto alcuni discepoli, di loro ci si può fidare? Nella Bibbia troviamo il profeta Geremia che dice: Così dice il Signore: " Maledetto l’uomo che confida nell’ uomo, e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore. " E ancora: " Benedetto l’ uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia."
Noi generalmente pensiamo al peccato come ad una trasgressione della legge o di un precetto fissati dalla Chiesa, anche perchè così in fondo ci è stato insegnato e, quindi, come il fare o il non fare una determinata azione. Questo ragionamento non solo è riduttivo, ma anche distruttivo, perché tralascia la radice teologica del peccato, la sua vera causa, ci conduce ad una vita "quasi" cristiana, ma mai del tutto.
Il peccato è proprio ridurre Dio alla bassezza dell' uomo e giudicare che ci abbia indicato delle scelte per la nostra esistenza, a cui umanamente, possiamo dare un nostro senso, senza valutare l'aspetto Divino dei suoi comandamenti, della sua parola. È Dio che parla e cerca con noi un dialogo, un vero rapporto d'amore e di fedeltà; cerca di guidare la nostra vita, proprio come chi ci insegna a tirare una freccia e a fare centro; il peccato infatti in ebraico si dice " amartia" che si traduce con un termine sportivo, tirare l'arco e sbagliare il centro. Questa è la radice del peccato ed è per questo che, quando ciò accade, non andiamo mai letteralmente a segno nelle nostre scelte, perché appunto abbiamo sbagliato mira.
Se i discepoli di Emmaus hanno avuto bisogno di un nuovo incontro con il Signore, per tornare indietro, verso Gerusalemme, verso la città santa, di quanti nuovi incontri anche noi abbiamo bisogno? Quante volte cercheremo di seguire altre vie, ci lasceremo allontanare pensando che è più giusto essere moderni, stare nel mondo, seguire gli uomini che gestiscono il potere e, anche se in fondo non ne siamo convinti del tutto, ci lasciamo trascinare nella vita, pensando solo al nostro presente e non alla nostra resurrezione. L'incontro con Cristo è l' occasione per cambiare la nostra vita, per vivere in comunione con lui, sia nella sofferenza, che nella morte e ancora nella resurrezione.
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lunedì 28 marzo 2016

(Gv 20,11-18) Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.

VANGELO DI MARTEDì 29 MARZO 2016
(Gv 20,11-18) Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.


Parola del Signore.





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, come Gesù ci ha promesso, a illuminare la mia mente e la mia vita, perchè possa sempre capire e vivere alla Tua luce, anche se non comprendo in pieno i disegni di Dio, ma mi fido di Lui.


Il giorno di pentecoste era il giorno che rappresentava per i giudei il ricordo del dono della legge data a Mosè sul monte Sinai, in quel giorno, Pietro si fa coraggio e con una forza nuova, esce allo scoperto. Parla ai giudei, e gli dice che quel Gesù che loro avevano rigettato e messo in croce, era stato mandato da Dio. Ora che Gesù li aveva lasciati per gli apostoli comincia un lavoro duro e pericoloso. Si fanno incontro a chi non riconosceva Gesù e si contrapponeva ad accettarlo come Signore e re della loro vita. Lo fanno con una forza nuova, che li esalta e li sconvolge, con la forza dello Spirito Santo e dell'amore per tutti i fratelli, che Gesù aveva promesso loro, e che li porta a rischiare la propria vita, pur di annunciare la salvezza che viene dall’ adesione a Cristo.
Maria di Magdala cerca Gesù e non vedendolo nella tomba, si chiede dove sia. Rimane lì, vicino al sepolcro e non riesce a muoversi. In questo io vedo l’immobilità dell’ essere umano che, attaccato agli schemi della terra, non riesce ad andare oltre. Il dolore e lo sconforto ci bloccano, là dove quel corpo non c’è più. Proprio in quel dolore, il Signore invia i suoi angeli ai quali chiedere aiuto, poi arriva e chiamandoci per nome come chi ci conosce profondamente, si fa riconoscere. Lui ci conosce e sa che staremmo immobili nel nostro dolore per questo ci spinge ad andare oltre la morte, per farci comprendere che la vita su questa terra non termina con la morte, ma come Lui, anche noi saliremo al Padre; è Gesù stesso che ce lo dice: ”PADRE MIO E PADRE NOSTRO - DIO MIO E DIO NOSTRO.”
Invita Maria ad andare da quelli che Lui definisce i suoi fratelli, perché possa annunciare loro di averlo visto e quello che Lui aveva detto. Se riconosciamo in Gesù il nostro maestro, il nostro fratello e ci riconosciamo figli di Dio, non possiamo rimanere fermi davanti a una tomba vuota, ma annunciare a tutti i nostri fratelli che Cristo è vivo, è in mezzo a noi, che la sua morte non è un qualcosa che ci ha separato per sempre, ma anzi, è servita per permetterci di poter salire dopo di Lui al Paradiso, nella casa del Padre.
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domenica 27 marzo 2016

(Mt 28,8-15) Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno. + Dal Vangelo secondo Matteo

VANGELO
(Mt 28,8-15) Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Spirito Santo, che scendi su chi ti invoca con cuore puro e sincero, vieni a confortare il mio cuore, che sempre ti cerca per vivere con te, di te, nel nome di Cristo , Signore della mia vita.


Una bellissima pagina questa del Vangelo, una pagina che ci fa vedere come, alle donne, viene dato il compito di annunciare che Gesù è risorto; come queste donne che hanno seguito ed amato Gesù, che continuano a cercarlo con cuore sincero, egli si rivela.
A loro chiede di dire ai discepoli di tornare in Galilea, come per dire di tornare alle origini, lì dove tutto è cominciato, per ricominciare a vivere tutto quello che Gesù stesso ha insegnato, alla nuova luce della sua resurrezione.
Maria sotto la croce è stata nominata madre dell’umanità, e lei più di ogni altro ci guiderà alla scoperta di Gesù, morto e risorto per noi.
Le donne educatrici, le donne fedeli e devote, le donne che sanno stare in attesa, che sanno soffrire per dare la vita e che sanno che dopo la sofferenza del parto, avranno la gioia di stringere tra le braccia il loro bambino. A quelle donne oggi si chiede come allora, la testimonianza della bellezza di un amore che va oltre la sofferenza.
Troppo spesso capiamo solo dopo un dolore quanto è stato grande l’amore perduto, ma il messaggio che Gesù ci trasmette è quello di andare oltre la terrena umanità che ci tiene legati al dolore e di vedere oltre la vita, alla resurrezione dei morti, perché li ci ritroveremo tutti insieme.
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sabato 26 marzo 2016

(Gv 20,1-9) Egli doveva risuscitare dai morti.

VANGELO DELLA DOMENICA DI PASQUA 27 MARZO 2016
(Gv 20,1-9) Egli doveva risuscitare dai morti.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni


Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.


Parola del Signore. 



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ora,per ora e da ora e per sempre, rendimi capace di amare, di essere amore per poterti trasmettere con tutto il cuore.


Corrono tutti .. meravigliati ed increduli… Giovanni e Pietro al richiamo di Maria di Magdala..... come non c’è più? Chi ha preso il suo corpo?
Erano stati vicino a Te Gesù e ancora non avevano capito!
Mi consola questo, perché sono tante le cose che di Te mi sfuggono, ma tu non aspetti che io capisca, mi chiedi solo di fidarmi e non aver paura, che Tu sarai sempre con me e ricostruirai in tre giorni quello che verrà distrutto.
Per questo Amore mio, mi lascio abbracciare e convincere che tutto in Te è possibile e ti chiedo di donarmi sempre la grazia della fede, di far si che tutto quello che ricevo da te io sappia donarlo senza avere paura.
Speranza mia , resta in me anche quando io sarò incredula e avrò paura.
Solo così saprò risorgere con Te anima mia!
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venerdì 25 marzo 2016

Novena alla Divina Misericordia
















Novena alla Divina Misericordia








dal Diario di Santa Faustina Kowalska









Il Signore mi ha detto di recitare questa coroncina per nove giorni prima della


festa della Misericordia. La novena deve cominciare il Venerdì Santo.






« Durante questa novena elargirò alle anime grazie di ogni genere ».


(Diario 796)






Novena alla Divina Misericordia che Gesù mi ha ordinato di scrivere


e di fare prima della festa della Misericordia.













Ha inizio il Venerdì Santo.


«Desidero che durante questi nove giorni tu conduca le anime alla fonte della Mia Misericordia, affinché attingano forza, refrigerio ed ogni grazia, di cui hanno bisogno per le difficoltà della vita e specialmente nell’’ora della morte.






Ogni giorno condurrai al Mio Cuore un diverso gruppo di anime


e le immergerai nel mare della Mia Misericordia.






E Io tutte queste anime le introdurrò nella casa del Padre Mio.


Lo farai in questa vita e nella vita futura.






E non rifiuterò nulla a nessun’’anima che condurrai alla fonte della Mia Misericordia. Ogni giorno chiederai al Padre Mio le grazie per queste anime per la Mia dolorosa Passione ».






Risposi: « Gesù, non so come fare questa novena e quali anime introdurreprima nel Tuo misericordiosissimo Cuore.






E Gesù mi rispose che me l’’avrebbe detto giorno per giorno


quali anime dovevo introdurre nel Suo Cuore.













Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.


Amen.







Primo giorno (Venerdì Santo)









Meditare su Gesù Crocifisso e sul valore delle anime (costano tutto il sangue di Gesù....)


Parole di nostro Signore: "Oggi portami l’’umanità intera, specialmente tutti i peccatori, ed immergili nell’’oceano della mia Misericordia. Così tu addolcirai la mia amarezza per la perdita delle anime".


Chiediamo misericordia per l’umanità intera.


Misericordioso Gesù, poiché tua prerogativa è d’’aver compassione di noi e di perdonarci, non guardare i nostri peccati, ma alla fiducia che nutriamo nella tua infinita bontà. Ricevi tutti nel tuo Cuore compassionevole e non respingere mai nessuno. Te lo chiediamo per l’’amore che ti unisce al Padre ed allo Spirito santo.


Pater... Ave... Gloria...


Eterno Padre, volgi il tuo sguardo di Misericordia sull’’umanità intera, specialmente sui peccatori, la cui unica speranza è il Cuore pietoso di tuo Figlio. Per la sua dolorosa Passione, dimostra la tua Misericordia, affinché noi possiamo insieme eternamente lodare la tua potenza. Amen.


Segue coroncina alla Divina Misericordia









Sabato santo: un giorno di silenzio e di conversione


Secondo giorno (Sabato Santo)


Meditare su Gesù-Verbo e Gesù-Carne e sull’intima unione di amore tra noi e Dio.


Parole di nostro Signore: "Oggi portami le anime dei sacerdoti e dei consacrati ed immergile nella mia imperscrutabile Misericordia. Esse mi hanno dato la forza di sopportare la mia dolorosa Passione. Per mezzo di queste anime, come attraverso dei canali, la mia Misericordia si riversa sull’’umanità".


Preghiamo per il clero e per i consacrati.


Misericordiosissimo Gesù, fonte di ogni bene, moltiplica sui consacrati la grazia, affinché con la parola e l’’esempio compiano degnamente le opere di misericordia, in modo che tutti coloro che li vedono glorifichino il Padre che è nei cieli.


Pater... Ave... Gloria...


Eterno Padre, dà uno sguardo compassionevole agli eletti della tua vigna,


i sacerdoti ed i religiosi, colmandoli della pienezza della tua benedizione.


Per i sentimenti del Cuore di tuo Figlio concedi loro luce e forza, affinché possano condurre gli uomini sulla via della salvezza e glorificare per sempre con loro la tua Misericordia infinita. Amen.


Segue coroncina alla Divina Misericordia





Terzo giorno (Domenica di Pasqua)


Meditare sulla grande manifestazione della Divina Misericordia: il dono pasquale del Sacramento della Penitenza che, nell’’azione liberatrice dello Spirito Santo, reca risurrezione e pace ai nostri spiriti.


Parole di nostro Signore: "Oggi portami tutte le anime fedeli e pie; immergile nell’’oceano della mia Misericordia. Queste anime mi hanno confortato sulla via del Calvario; esse erano una goccia di consolazione in mezzo ad un oceano di amarezze".


Preghiamo per tutti i cristiani fedeli.


Misericordiosissimo Gesù, che concedi abbondantemente le tue grazie a tutti gli uomini, accogli nel tuo Cuore infinitamente buono tutti i cristiani fedeli e non permettere che ne escano mai più. Te lo chiediamo per il tuo profondo amore verso il Padre Celeste.


Pater... Ave... Gloria...


Eterno Padre, volgi uno sguardo compassionevole alle anime fedeli, eredità del Figlio tuo; per i meriti della sua dolorosa Passione, concedi loro la tua benedizione e proteggile sempre, affinché non perdano l’’amore e il tesoro della santa fede, ma lodino con tutta la schiera degli Angeli e dei Santi per l’’eternità la tua infinita Misericordia. Amen.


Segue coroncina alla Divina Misericordia









Quarto giorno (Lunedì in Albis)


Meditare sulla Paternità di Dio, sulla confidenza ed il pieno abbandono che dobbiamo avere in Lui sempre e dovunque.


Parole di nostro Signore: "Oggi portami quelli che non mi conoscono ancora. Anche ad essi ho pensato nella mia amara Passione e il loro futuro zelo confortava il mio Cuore. Immergili ora nell’’oceano della mia Misericordia".


Preghiamo per i pagani e gli increduli


Misericordiosissimo Gesù, tu che sei la luce del mondo, accogli nella dimora del tuo Cuore pietoso le anime di coloro che non ti hanno ancora conosciuto; siano illuminati dai raggi della tua grazia, affinché glorifichino con noi i prodigi della tua Misericordia.


Pater... Ave... Gloria...


Eterno Padre, dà uno sguardo compassionevole alle anime dei pagani e degli increduli, perché Gesù tiene anch’’essi nel suo Cuore. Portale alla luce del Vangelo: che capiscano quanto grande è la felicita di amarti; fa’ che tutte glorifichino eternamente la generosità della tua Misericordia. Amen


Segue coroncina alla Divina Misericordia









Quinto giorno (Martedì in Albis)


Meditare sulle parabole del buon Pastore e dei pastori infedeli (cfr. Gv. 10,11-16; Ez 34,4.16), mettendo in risalto la responsabilità che tutti abbiamo verso il prossimo vicino e lontano; in più soffermarsi a considerare attentamente gli episodi del rinnegamento e della conversione di S. Pietro (cfr. Mt 26,6975; Lc 22,31-32), dell’adultera (cfr. Gv 8,111) e della peccatrice (cfr. Lc 7,30-50).


Parole di nostro Signore: "Oggi portami le anime dei fratelli separati, immergile nell’’oceano della mia Misericordia. Sono quelle che nella mia amara agonia laceravano il mio Corpo ed il mio Cuore, cioè la Chiesa. Quando si riconcilieranno con la mia Chiesa, si rimargineranno le mie ferite e avrò sollievo nella mia Passione".


Preghiamo per quelli che s’ingannano nella fede


Misericordiosissimo Gesù, che sei la Bontà stessa e non rifiuti mai la tua luce a chi la chiede, accogli nella dimora del tuo Cuore pietoso le anime dei nostri fratelli separati. Attirale con il tuo splendore all’’unità della Chiesa e non permettere che ne escano mai più, ma adorino anch’’esse la generosità della tua Misericordia.


Pater... Ave... Gloria...


Eterno Padre, dà uno sguardo compassionevole alle anime degli eretici e degli apostati che, perseverando ostinatamente nei loro errori, hanno sprecato i tuoi doni ed abusato della tua grazia. Non guardare la loro cattiveria, ma l’’amore di tuo Figlio e i dolori della Passione che Egli accettò per loro. Fa’ si che ritrovino al più presto l’’unità e che, insieme a noi, esaltino la tua Misericordia. Amen.


Segue coroncina alla Divina Misericordia





Sesto giorno (Mercoledì in Albis)


Meditare su Gesù bambino e sulle virtù della mitezza e dell’’umiltà di cuore (cfr. Mt 11,29), sulla dolcezza di Gesù (cfr. Mt 12,1521) e sull’’episodio dei figli di Zaccheo (cfr. Mt 20,20-28; 18,1-15; Lc 9,46-48).


Parole di nostro Signore: "Oggi portami le anime miti ed umili e quelle dei fanciulli: immergile nell’’oceano della mia Misericordia. Somigliano di più al mio Cuore, e sono esse che mi davano forza nella mia dolorosa agonia. Le ho viste allora come degli angeli terrestri, vigilanti sui miei altari. Sopra di loro verso i fiumi delle mie grazie, poiché soltanto un’’anima umile, in cui metto tutta la mia fiducia, è capace di accettare i miei doni".


Preghiamo per i fanciulli e le anime umili


Misericordiosissimo Gesù, che hai detto: "Imparate da me, che sono mite ed umile di Cuore" (Mt 11,29), ricevi nella dimora del tuo Cuore pietoso le anime miti ed umili e quelle dei fanciulli. Poiché danno gioia al Cielo, esse sono fatte segno dell’’affetto speciale del Padre Celeste: sono un mazzo di fiori profumati davanti al trono divino, dove Dio si compiace del profumo delle loro virtù. Concedi loro la grazia di lodare perennemente l’’Amore e la Misericordia di Dio


Pater... Ave... Gloria...


Eterno Padre, dà uno sguardo compassionevole alle anime miti ed umili e a quelle dei fanciulli che sono particolarmente care al Cuore del Figlio tuo. Nessuna anima assomiglia più di loro a Gesù; il loro profumo si alza dalla terra per giungere al tuo trono. Padre di Misericordia e di Bontà, per l’’amore che porti a queste anime e per la gioia che provi nel guardarle, ti supplichiamo di benedire il mondo intero, affinché noi possiamo glorificare eternamente la tua Misericordia. Amen.


Segue coroncina alla Divina Misericordia












Settimo giorno (Giovedì in Albis)


Meditare sul S. Cuore di Gesù e sull’’immagine di Gesù Misericordioso, sui due fasci di luce bianca e rossa, simbolo di purificazione, di perdono e di sollievo spirituale.


Inoltre riflettere attentamente sulla tipica caratteristica messianica di Cristo: la Divina Misericordia (cfr. Lc 4,16-21; 7,18-23; Is 42,1-7; 61,1-6.10), soffermandoci sulle opere di misericordia spirituale e corporale ed in particolare sullo spirito di disponibilità verso il prossimo comunque bisognoso.


Parole di nostro Signore: "Oggi portami le anime che onorano e glorificano particolarmente la mia Misericordia. Sono anime che più di ogni altra hanno partecipato alla mia Passione e penetrano più profondamente nel mio Spirito, trasformandosi in copie viventi del mio Cuore Misericordioso.


Esse splenderanno nella vita futura di un particolare fulgore, e nessuna di loro cadrà nel fuoco dell’’inferno; ciascuna avrà la mia assistenza all’’ora della morte".


Preghiamo per quelli che venerano la Divina Misericordia e diffondono la sua devozione.


Misericordiosissimo Gesù, il tuo Cuore è Amore; accogli in esso le anime che onorano e diffondono in modo speciale la grandezza della tua Misericordia. Dotate della potenza stessa di Dio, sempre fiduciose nella tua imperscrutabile Misericordia e abbandonate alla santa volontà di Dio, esse portano sulle loro spalle l’’intera umanità, ottenendo continuamente per essa dal Padre Celeste perdono e grazie. Che esse perseverino fino alla fine nel loro zelo iniziale; nell’’ora della morte non venire loro incontro da Giudice, ma da Redentore Misericordioso.


Pater... Ave... Gloria...


Eterno Padre, volgi uno sguardo di benevolenza sulle anime che adorano e glorificano specialmente il tuo principale attributo: l’infinita Misericordia. Rinchiuse nel Cuore Misericordioso di tuo Figlio, queste anime sono come un Vangelo vivo: le loro mani sono piene di atti di misericordia e la loro anima esultante canta l’’inno della tua gloria. Noi ti preghiamo, Dio benigno, di manifestare loro la tua Misericordia secondo la speranza e la fiducia che hanno riposto in te, affinché così si adempia la promessa di Gesù, cioè che proteggerà durante la vita e nell’’ora della morte chiunque adorerà e propagherà il mistero della tua Misericordia". Amen.


Segue coroncina alla Divina Misericordia





Ottavo giorno (Venerdì in Albis)


Meditare sulle parabole della Divina Misericordia (cfr. Lc 10,29-37;15,11-32;15,1-10) puntualizzando sia il sollievo della sofferenza verso i vivi e i defunti, come anche la promozione integrale dell’’uomo e la necessità di avvicinare i lontani.


Parole di nostro Signore: "Oggi portami le anime che si trovano nel Purgatorio ed immergile nell’’abisso della mia Misericordia, affinché gli zampilli del mio sangue ristorino la loro arsura. Tutte queste povere anime sono da me immensamente amate; esse soddisfano la Giustizia Divina. È in tuo potere portar loro sollievo offrendo tutte le indulgenze e le offerte espiatorie prese dal tesoro della mia Chiesa. Se tu conoscessi il loro tormento, non smetteresti di offrire l’’elemosina delle tue preghiere e di pagare i debiti che esse hanno contratto con la mia Giustizia".


Preghiamo per le anime del Purgatorio.


Misericordiosissimo Gesù, che hai detto: "Misericordia io voglio" (Mt 9,13), accogli, ti preghiamo, nella dimora del tuo Cuore infinitamente pietoso le anime del Purgatorio, che ti sono molto care, ma che devono tuttavia soddisfare alla Giustizia Divina. I torrenti di sangue e di acqua, che sgorgano dal tuo Cuore, spengano le fiamme del fuoco del Purgatorio, affinché anche là si manifesti la potenza della tua Misericordia.


Pater... Ave... Gloria...


Eterno Padre, dà uno sguardo compassionevole alle anime che soffrono nel Purgatorio. Per i meriti della dolorosa Passione di tuo Figlio e per l’’amarezza che riempì il suo Cuore sacratissimo abbi pietà di quanti si trovano sotto lo sguardo della tua Giustizia.


Ti chiediamo di guardare queste anime solo attraverso le Piaghe del tuo Figlio prediletto, perché siamo convinti che la tua Bontà e Misericordia non hanno limiti. Amen.


Segue coroncina alla Divina Misericordia









Nono giorno (Sabato in Albis)


Meditare sulla Madonna ed in particolare sull’’ Ecce, Fiat, Magnificat e Adveniat, caratteristiche indispensabili per vivere un’’autentica vita sacerdotale, tutta amore verso Dio e prestazione misericordiosa verso il prossimo, comunque bisognoso.


Parole di nostro Signore: "Oggi portami le anime tiepide e immergile nell’’oceano della mia Misericordia. Sono esse che feriscono il mio Cuore nella maniera più dolorosa. Nell’’Orto degli ulivi la mia anima provò verso di loro una grande avversione. Fu per causa loro che pronunciai quelle parole: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà"(Lc 22,42). Il ricorso alla mia Misericordia resta per loro l’’ultima ancora di salvezza".


Preghiamo per le anime tiepide


Misericordiosissimo Gesù, che sei la Bontà stessa, accogli nella dimora del tuo Cuore le anime tiepide. Fa’ che si riscaldino al fuoco del tuo puro Amore queste anime gelide, che sono simili a cadaveri e ti ispirano tanta avversione. Gesù pietosissimo usa l’’onnipotenza della tua Misericordia e attirale nelle fiamme più ardenti del tuo Amore, affinché, accese di nuovo zelo, siano esse pure al tuo servizio.


Pater... Ave... Gloria...


Eterno Padre, guarda con occhio pietoso le anime tiepide che sono oggetto d’’amore del Cuore di tuo Figlio. Padre di Misericordia, per i meriti della dolorosa Passione di tuo Figlio e delle tre ore di agonia sulla Croce, permetti che, accese d’’amore, esse glorifichino di nuovo la grandezza della tua Misericordia. Amen.


Preghiamo: O Dio, infinitamente pietoso, moltiplica in noi l’’azione della tua Misericordia, affinché nelle prove della vita non disperiamo, ma ci conformiamo con una fiducia sempre più grande alla tua santa Volontà e al tuo Amore. Per nostro Signore Gesù Cristo, Re di Misericordia nei secoli. Amen.


Segue coroncina alla Divina Misericordia












O giorno solennissimo, giorno luminoso,


In cui l’’anima conoscerà Dio nella Sua potenza


E s’’immergerà tutta nel Suo amore


Constatando che sono finite le miserie dell’’esilio.






O giorno felice, o giorno benedetto,


Nel quale il mio cuore arderà per Te di amore eterno


Poiché fin d’’ora Ti sento, sia pure attraverso i veli.






Tu, o Gesù, in vita e in morte sei per me estasi ed incanto.


O giorno che attendo da tutta la vita, Ed attendo Te, o Dio


Poiché desidero soltanto Te.






Solo Tu sei nel mio cuore,


tutto il resto è nulla per me giorno di delizie,


di eterne dolcezze


O Dio di grande Maestà, o Mio Sposo,


Tu sai che nulla soddisfa il cuore di una vergine.


Poserò il mio capo sul Tuo dolce Cuore.























PREGHIERE PER LIBERARE ANIME


DAL PURGATORIO
















TI ADORO O CROCE SANTA









Ti adoro, o Croce Santa, che fosti ornata del Cor­po Sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del suo Preziosissimo Sangue. Ti adoro, mio Dio, posto in croce per me. Ti adoro, o Croce Santa, per amore di Colui che è il mio Signore.


Amen.






Recitata 33 volte il Venerdì Santo,


libera 33 Anime del Purgatorio.






Recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5










Venne confermata dai Papi Adriano VI,


Gregorio XIII e Paolo VI).


da: Il libro delle Novene - Ed. Ancilla










ORAZIONE


da recitarsi davanti al Crocifisso





Adoro te, Croce preziosa, che con le venerabili membra


del mio Signore Gesù Cristo foste ador­nata,


e col suo preziosissimo san­gue tinta.


Adoro te mio Dio, posto su quella Croce per amor mio.






Pater, Ave, Gloria e Requiem






Con questa Orazione si liberano tre anime dal Purgatorio ogni venerdì che si recita, e 33 al Venerdì Santo.






CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA






PER COLORO CHE MUOIONO OGNI GIORNO


Si potrebbero salvare dall'inferno molte anime se mattino e sera si recitasse questa preghiera indulgenziale con tre Ave Maria per coloro che muoiono il giorno stesso.






“O Misericordiosissimo Gesù, che bruciate di un sì ardente amore per le anime, Vi scongiuro, per l'agonia del Vostro Santissimo Cuore e per i dolori della Vostra Madre Immacolata, di purificare con il Vostro Sangue tutti i peccatori della terra che sono in agonia e che devono morire oggi stesso, Cuore agonizzante di Cristo, abbiate pietà dei morenti”


Tre Ave Maria







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