(Lc 16,1-8) I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Giorno liturgico: Venerdì, XXXI settimana del Tempo OrdinarioSantorale 10 Novembre: San Leone Magno, papa e dottore della Chiesa
Testo del Vangelo (Lc 16,1-8): In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: «Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare». L’amministratore disse tra sé: «Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua» Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: «Tu quanto devi al mio padrone?». Quello rispose: «Cento barili d’olio». Gli disse: «Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta». Poi disse a un altro: «Tu quanto devi?”. Rispose: «Cento misure di grano». Gli disse: «Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta». Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Commento di Mons. Salvador CRISTAU i Coll Vescovo Auxiliare de Terrassa
(Barcelona, Spagna)
«I figli di questo mondo (...) sono più scaltri dei figli della luce»
Oggi, il Vangelo ci presenta una
questione apparentemente sorprendente. In effetti, il testo di San Luca
dice: «Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva
agito con scaltrezza» (Lc 16,8). Evidentemente, qui non ci viene proposto l’essere ingiusti nelle nostre
relazioni, e ancor meno con il Signore. Non si tratta, quindi, di un
elogio alla frode commessa dall’amministratore. Quel che Gesù vuole
sottolineare con questo esempio è denunciare l’abilità nel risolvere gli
affari di questo mondo e la mancanza di vero ingegno da parte dei figli
della luce nella costruzione del Regno di Dio: « I figli di questo
mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce»
(Lc 16,8). Tutto questo ci dimostra –ancora una volta- che il cuore dell’uomo
continua ad avere gli stessi limiti e povertà di sempre. Oggi giorno
parliamo del traffico d’influenza, di corruzione, di improvviso
arricchimento, di falsificazione di documenti... più o meno come
all’epoca di Gesù. Ma la questione che da questo ne deriva è doppia: Pensiamo forse di
poter ingannare Dio con la nostra apparenza, con la nostra mediocrità di
cristiani? E, parlando di astuzia, dovremmo parlare anche di interesse.
Siamo davvero interessati nel Regno di Dio e della Sua giustizia? È
frequente la mediocrità nelle nostre risposte come figli della luce?
Gesù disse anche, lí dove ci sia il tesoro ci sarà il nostro cuore (cf.
Mt 6,21). Qual’è il nostro tesoro nella vita? Dobbiamo esaminare i
nostri desideri per conoscere dove si trovi questo nostro tesoro... A
questo proposito, Sant’Agostino ci dice: «Il tuo anelito continuo è la
tua voce continua. Se smetti di amare, tacerà la tua voce, tacerà il tuo
desiderio». Forse oggi, dinnanzi al Signore dovremmo chiederci quale debba essere la
nostra astuzia come figli della luce, cioè la nostra sincerità nelle
relazioni con Dio e con i nostri fratelli. «In verità, la vita è sempre
una scelta: tra onestà e ingiustizia, tra fedeltà e infedeltà, tra bene e
male (...). In definitiva –dice Gesù- dobbiamo deciderci» (Benedetto
XVI).