lunedì 13 febbraio 2017

(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.

VANGELO
(Lc 10,1-9) La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Parola del Signore  



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore Gesù, che hai aiutato l’ apostolo Luca a scrivere con tanto amore di Te attraverso lo Spirito Santo, aiuta anche me ti prego, fammi conoscere ogni minima cosa tu ritenga io debba conoscere, secondo la tua volontà. Grazie amen.
Su questa pagina ho già scritto molto, ma ancora una volta voglio tornare a vedere con voi quanto è difficile per Gesù trovare "operai " e lega la parola operai alla "messe" che è il raccolto del seme piantato.
Il seme di cui Gesù parla non è stato piantato dagli operai, che ancora debbono intervenire nell'opera, è quindi un seme che deve essere prima cresciuto in loro, riconosciuto, accolto e raccolto; chi sono dunque questi operai?
Sono tutti quelli che hanno ricevuto e accolto nella loro vita l'amore di Dio rivelato in Gesù e vogliono partecipare alla testimonianza di come l'amore gratuito che gli è stato donato, può essere riversato verso tutta l'umanità, in cui si riconosce fratello con Cristo e figlio del Padre.
Gli operai del vangelo sono tutti i cristiani che avendo accolto l'amore di Dio Padre, accogliendo il Figlio Gesù, vivono illuminati, fortificati e sostenuti dallo Spirito Santo, Spirito di Verità e Carità.
Ancora oggi gli operai della vigna sono chiamati a testimoniare attraverso vari canali la loro fede e a far conoscere Gesù e la parola di Dio, ognuno secondo il suo stato sociale di vita, io come catechista, alcuni come sacerdoti, altri come genitori, o semplicemente perchè battezzati , vivendo in modo totale il proprio battesimo.
Oggi c'è un pò di confusione su quello che significa essere cristiani, spesso la serietà di questo fatto diventa integralismo e porta non alla predicazione, ma all'esclusione, rigettando e delegittimando tutte le posizioni diverse dalla propria.
Invece quello che si deve fare è vivere con integralità il nostro cristianesimo, ossia essere cristiani in ogni ambito della vita, nelle relazioni famigliari, sociali, politiche, economiche, e così via. Totalità, significa essere cristiano con tutto me stesso, essere cristiano nei sentimenti, nel corpo, nella mente, nello spirito, nella volontà, nella libertà.
L'esempio e l'amore quindi devono lasciare che il nostro vivere parli agli altri di Dio.
Spesso ci troviamo in lotta con altre religioni, proprio perchè integraliste, vedi l'islamismo; ma questo non deve portarci ad avere gli stessi comportamenti, quello che invece dobbiamo fare è cercare di essere veramente seguaci di Cristo, percorrere la sua stessa via, facendo morire in noi l'uomo e la donna vecchi, e portando alla luce sempre il figlio di Dio, fratello dell'intera umanità.
Non solo in chiesa, non solo nelle ore di lezione, non solo in preghiera, non solo in alcuni ambiti, ma in tutto l'arco della nostra giornata.

domenica 12 febbraio 2017

(Mc 8,11-13) Perché questa generazione chiede un segno?

VANGELO
(Mc 8,11-13) Perché questa generazione chiede un segno?
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno».
Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.


Parola del Signore.  


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Signore, fa che io sia una testimonianza sincera e vera dell' incontro con te, fa che io sia purificata interamente e che nessun male mi contamini, per essere degna di portarti nel mio cuore.
Noi uomini non siamo abituati a credere in ciò che non vediamo, cerchiamo prove, ragioni visibili, prima di fidarci.... eppure al tempo stesso siamo dei creduloni, pronti a cadere tra le braccia di tutto ciò che "appare" buono per noi. Crediamo nelle pillole miracolose che fanno dimagrire mangiando; nella droga che offre paradisi artificiali; nei politici che ci fanno promesse mai esaudite...La nostra è una stupida malizia, come quella dei farisei, perchè fingiamo di cercare ragioni per credere, ma in realtà, non abbiamo nessuna voglia neanche di provarci.Gesù sa cosa c'è nel cuore falso ed ipocrita di quegli uomini che chiedono un segno visibile, ma che non lo cercano per credere in lui, perché il loro cuore è duro e chiuso.Anche oggi molti cercano segni, messaggi, apparizioni, e spesso lo fanno con tanta malizia che satana li accontenta. Saranno segni che divideranno, che non porteranno conversione vera, ma superstizione, eppure ancora oggi, dopo 2000 anni, tanti chiedono segni. Gesù si rattrista per questi uomini che non riescono ad aprire il cuore, e se ne va. In quel tempo, allora come oggi, noi abbiamo solo questo tempo per aprire il cuore e se non riusciamo a farlo, terremo Gesù lontano da noi.Gesù li lasciò ed andò oltre! Quanti vogliono conoscere Gesù veramente, quanti chiedono segni e poi rispondono NO quando il segno è :amare i propri nemici; dar da mangiare agli affamati; sopportare le persone moleste...Qual' è il segno se non l'amore, ma come i farisei, se non ci piace, se è faticoso, preferiamo ignorarlo e cercare altro.

sabato 11 febbraio 2017

(Mt 5,17-37) Così fu detto agli antichi; ma io vi dico.

VANGELO
(Mt 5,17-37) Così fu detto agli antichi; ma io vi dico.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».
Parola del Signore.  



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Fammi conoscere Signore le tue vie ed illuminami perché possa sempre seguirle con tutta me stessa.


Gesù dice delle cose in questo brano, molto importanti; ci annuncia che è venuto con parole nuove, ma non per abolire la legge di Dio proclamata da Mosè e dai profeti, ma per portarla a compimento. Infatti quello che porta Gesù, non è contro Dio, ma è l’amore di Dio, che si incarna e si fa olocausto fino alla morte in croce, per la nostra salvezza.
Ricordiamo il passo che dice:“ Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura”. Tutto era dunque scritto e tutto è stato rispettato da Gesù,fino all'ultima riga, quindi, non ha annullato il vecchio testamento,ma lo ha completato con la sua vita come insegnamento e la sua morte come olocausto.
Ora questo è stato fatto perché tutti potessimo comprendere e testimoniare e spesso, mi chiedo, se riusciremo a non fare gli errori che hanno fatto i giudei,i farisei ed anche (purtroppo) alcuni membri della chiesa. Mi chiedo se riusciremo a vedere tutti gli uomini come fratelli e a perdonare chi non farà altrettanto e cercherà di ucciderci...forse non tutti fisicamente, ma è certo che ormai siamo alla lotta aperta contro satana e i suoi accoliti, nemici di Cristo e della Chiesa; vediamo che ormai non c’è più il minimo ritegno neanche ad attaccare il Papa.
Sembra che faticosamente, ma inesorabilmente, tra gli uomini di fede,non si riesca più a stabilire un contatto,basato sulla fede e l'amore per Dio.
Perché questo succeda, bisogna imparare a vivere la parola, e non a usarla per continuare a creare divisioni anche fra noi .
Tutto passerà, ma la parola di Dio è una sola, ed è a questa che dovremo fare riferimento.
Tutto è compiuto, dice Gesù, ora tocca a noi discepoli proseguire verso Dio Padre, dove Lui ci prepara un posto, ma per farlo dobbiamo seguire i suoi insegnamenti, ed elevare lo spirito al di sopra della carne. Quanti Santi prima di noi l’ hanno fatto, sono riusciti ad entrare talmente in comunione con Gesù Spirito da riuscire ad avere anche nel corpo i segni della Sua passione. Certo sarebbe grande diventare Santi….poter aiutare il Signore con grandi carismi a riportare le pecorelle smarrite all’ ovile, ma intanto accontentiamoci di entrare noi stessi in quest’ovile che è la casa del Padre, cerchiamo di vivere amando Dio ed il nostro prossimo.
Non sto a prendere i comandamenti ad uno a d uno ma ci tengo solo a notare insieme a voi come Gesù ci confermi che tutto è impostato sull’ amore per Dio e per i nostri fratelli e che l’uno non può esistere senza l’altro.

venerdì 10 febbraio 2017

(Mc 8,1-10) Mangiarono a sazietà.


VANGELO
Dal Vangelo secondo Marco

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano».
Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette».
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.
Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.

Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O buon Gesù, che ci inviti ad essere tuoi discepoli, spezza con me il pane della tua parola, perché in vera comunione con te io sia in comunione con tutti i miei fratelli e possa aiutarti a distribuirla. Santo Spirito possiedimi. Amen-
Ancora una volta Gesù, moltiplica il pane per la folla che lo segue; questa volta lo fa tra i pagani, proprio per significare che lui è il messia di tutti i popoli della terra, nessuno escluso. Siamo noi che cerchiamo altri dei, che cerchiamo di non seguire la parola di Dio, noi che ci costruiamo altri altari a cui dare adorazione, ma non solo.Siamo troppo spesso vittime di una vita frenetica, in cui il lavoro, il benessere, la politica, il divertimento prendono il sopravvento.Tutto per soddisfare il bisogno di cose materiali e corporali, ma mentre facciamo tutto questo, non ci rendiamo conto che la nostra anima inaridisce....siamo nel deserto, mentre crediamo di vivere a pieno la nostra vita, ci incamminiamo verso il deserto dell'anima e, verrà il giorno, che ci renderemo conto di avere fame e sete, il giorno in cui tutto quello che abbiamo, non ci basterà più, perché non ci ha saziati e, ci manca qualcosa.Quel giorno,Gesù avrà compassione di noi, quel giorno cercherà di parlare ancora al nostro cuore, come fa da sempre, ma chissà se ci degneremo di ascoltarlo.
Egli non ci chiede di fare miracoli, ma di avere fiducia in lui, di metterci al cospetto della sua parola e di lasciare che lui faccia il resto, ma vuole la nostra collaborazione, ci spinge a cercare un modo per risolvere il problema quando si presenta, con quello che abbiamo, anche con la nostra piccolezza.
Siamo poco,forse si, ma anche una briciola nelle mani del Signore, può sfamare una moltitudine di gente e, allora, eccomi qui, con le mie briciole d'amore che cerco di distribuire, perché tutti possano conoscere Gesù come io lo conosco e anche per grazia sua, andare oltre.
Spesso mi chiedo se chi mi legge capisce, non quello che dico, perché per questo mi affido allo Spirito di Dio, ma perché lo faccio. Non è presunzione, ne voglia di apparire, credetemi, io sono qui, sempre piena di paura di sbagliare, di ferire qualcuno, di colpire nel centro di una ferita aperta, né mi sento eletta a farlo, ma penso che tutti dovremmo essere così umili da accettare di essere briciole nelle mani di Gesù e di lasciarci distribuire, perché Lui, che nella sua immensa Misericordia, ha avuto compassione di noi, possa essere riconosciuto anche attraverso noi, che siamo un suo miracolo.
Per questo motivo oggi chiudo con una preghiera:
Apri Signore gli occhi e le orecchie di tutti noi alla tua parola e sciogli la nostra lingua per benedirti e ringraziarti; mostraci con tutta la forza del tuo amore, come solo tu hai parole di vita eterna,che saziano l'anima e rendono meravigliosa la nostra vita. Amen.

giovedì 9 febbraio 2017

(Mc 7,31-37) Fa udire i sordi e fa parlare i muti.

VANGELO
(Mc 7,31-37) Fa udire i sordi e fa parlare i muti.

 Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».


Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, nella mia mente ottusa; aprila alla comprensione della tua parola. Apri i miei occhi e le mie orecchie, come hai fatto con il sordomuto del Vangelo, ma sopratutto ti imploro, apri il mio cuore all'amore!
Nel tempo che ci è concesso... vorrei cominciare così oggi, perché il Vangelo non è un racconto di storie antiche.
Il miracolo che opera sul sordomuto, è significativo di quello che opera in noi quando ci avviciniamo a Lui. Noi speriamo in una sua azione guaritrice, ed è per questo che chiediamo l'imposizione delle mani, ma Gesù non opera come noi vogliamo, ha sempre qualcosa da dirci di più, ed infatti ecco che non esegue quello che noi aspettiamo, ma ci invita anche all'ascolto e alla parola.
Quel suo non dire a nessuno del miracolo operato, non vuole dire non parlarne, secondo me, ma vuole dire: Non parlare del miracolo che io ho operato in te, ma di quello che tu sei diventato grazie a questo miracolo.
Parla della grazia che è in te, della bellezza che vedi nel tuo cuore grazie alla fede, parla con le tue opere oltre che con le tue parole, in questo modo porterai la luce del Signore intorno a te e, a tua volta aprirai gli occhi e gli orecchi dei tuoi fratelli.
Aderire al progetto di Gesù per la salvezza degli uomini; è questo il vero rapporto che il Signore vuole con noi, un amore reciproco e consapevole, che non aspetta solo di essere donato, ma che a sua volta si dona all'altro, con la stessa intensità.

mercoledì 8 febbraio 2017

(Mc 7,24-30) I cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli.

VANGELO
(Mc 7,24-30) I cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.
Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.
Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia».
Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
Parola del Signore   



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di entrare nel mio cuore, ed aiutarmi a capire e vivere la tua parola, perchè la tua luce possa riflettere attraverso di essa nella mia vita.
Questo brano ci fa vedere un Gesù che non è disponibile a donarsi a chi no sa cosa vuole.
La donna del Vangelo, non sta cercando Gesù perchè crede che sia il Messia, ma solo perchè è disperata, per la malattia della figlia, si rivolge a Lui come si rivolgerebbe a un altro qualsiasi dio, o a un mago. Ma Gesù non è come gli altri, non cerca affermazioni per se e per il suo potere, che viene dal Padre, ma si commuove per questa donna che soffre nel vedere la figlia posseduta ,la tratta con amore ed è proprio qui che la differenza la sconvolge e le apre gli occhi.
Chiunque si sarebbe fatto grande ai suoi occhi, approfittando della sua disperazione, vuole che la donna capisca la differenza tra lui e gli altri. Gli dice che lui non è il suo dio, ma è il Dio degli ebrei, e che è per loro che è venuto; ma noi che stiamo imparando a conoscere Gesù, sappiamo che non è così che lui ragiona, anzi, è sempre in rotta con loro perchè compie guarigioni e si intrattiene con i pagani. Allora la sua è una provocazione, vuole colpire la donna costringendola a rendersi conto, del fatto che la fede va riposta solo nel vero Dio, perchè gli altri dei non sono veri dei, ma solo proiezione dei desideri dell'uomo, che si aggrappa a tutto pur di trovare qualcosa in cui poter credere.
La fede che Lui vuole, non è una fede di comodo, ma una fede scomoda; che ci fa mettere tutto in discussione, anche le cose in cui crediamo. Quante volte mi sono trovata avanti a situazioni disperate, dove anche pregare è difficile, perchè l'evidenza della morte è così prossima che posso solo chiedere di non farlo soffrire... e quante volte il Signore mi ha stupito con un miracolo!
La fede nel Dio vero, è quello che compie miracoli, e solo quando vede che la donna è disposta alla fede, che per fede vera gli chiede di aiutarla, solo allora, le dice di andare e vedere il miracolo che è stato compiuto grazie alla sua fede.
Ti imploro Signore, aumenta la mia fede, vinci le mie resistenze, dammi tu la forza di viverla con consapevolezza. Io so solo di essere tanto piccola e di avere una fede ancor più piccola di me, aiutami Tu che sai, Tu che puoi, tu che non vuoi che io rimanga con la mia piccola fede, ma che cresca e parli di Te al mondo.

martedì 7 febbraio 2017

(Mc 7,14-23) Ciò che esce dall’ uomo è quello che rende impuro l’uomo.

VANGELO
(Mc 7,14-23) Ciò che esce dall’ uomo è quello che rende impuro l’uomo.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».
Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti.
E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Parola del Signore.   


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Spirito Santo, confortami; aiutami e dammi la possibilità di comprendere la vera parola che tu vuoi che entri nel mio cuore, perché solo quello che tu vuoi, esca dalla mia bocca.
Gesù dopo aver parlato del modo giusto di concepire le letture, spiega ai discepoli che non sono le cose esterne che possono inquinare il corpo dell'uomo, perché così come entrano queste escono, ma che è quello che è insito dentro al cuore dell'uomo, che può danneggiarlo veramente. È inutile pensare che ci sono dei cibi impuri, delle persone impure e non vedere che sono i sentimenti divisione, di odio ed altri cattivi pensieri che sono nel nostro cuore che ci allontanano dalla serenità dell’animo.
C'è un altro passo del Vangelo che dice di guardare il trave nel nostro occhio e non la pagliuzza nell'occhio del nostro fratello, tutto questo per far capire che la fede, non è apparenza, non può essere una cosa che sembra quella più giusta, ma deve essere quella giusta. Non possiamo farci una religione su misura, come i farisei, fatta di simbolismi e di ipocrisie, né possiamo pensare di essere credibili se predichiamo bene e razzoliamo male. Con questo non voglio dire che non possiamo sbagliare, siamo essere umani, sicuramente facciamo molti errori, ma io non credo che si possa capire il discorso evangelico se non lo si vive.
Gesù spiega alla folla e poi torna a ripetere ai suoi discepoli quello che vuol dire, proprio perché vuole che abbiano bene in mente e nel cuore quello che intende. Potremmo dire che Gesù ci sta mostrando un libretto di istruzioni per l’amore assoluto e totale, perché possiamo riconoscere quali sono le cose che fanno bene e quelle che fanno male. Vivere con onestà la fede, ci porta a non essere ipocriti, a non dover mentire per apparire migliori, proprio perché la libertà che ci ha donato Dio è quella di chi non cerca di costringerci, ma vuole che capiamo qual è il nostro bene!
È incredibile come vediamo chiaramente i peccati degli altri, come siamo propensi alla critica ed al giudizio e quanto siamo indulgenti verso noi stessi; proprio per questo io spesso penso che il primo passo per migliorare noi stessi, è imparare dagli errori altrui, per evitare di farli anche noi. Mi piace usare la lingua come un semaforo, che mi avverte pronunciando cattiverie, di quanta malizia ho nel cuore. C'è un detto che dice “La lingua batte dove il dente duole” che vuol dire che quello che ci infastidisce a volte ci intriga, e spesso sono solo le situazioni che viviamo che fanno la differenza tra noi e chi tanto critichiamo.

lunedì 6 febbraio 2017

(Mc 7,1-13) Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.

VANGELO
(Mc 7,1-13) Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini.


+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».


Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Vieni o Santo Spirito di Dio, a guidarmi nella parola di Dio; vieni ed indicami cosa scrivere perché possano parlare ai nostri cuori, troppo aridi e sordi.
Intorno a Gesù, c' era tanta gente; anche i farisei e i giudei del tempio, che si accostavano a lui, ma più per criticarlo che per ascoltarlo. Erano infatti molto legati alle tradizioni, ma il problema non era la tradizione in se stessa, ma il fatto che rispettando le regole che loro stessi avevano imposto, trascuravano quello che era il messaggio fondamentale dell'amore di Dio. Non ci scandalizziamo molto però, perché ancora oggi c'è chi si nasconde dietro alle regole per escludere i fratelli dalla comunità religiose, come se fossimo noi a dettarle e dimenticando spesso che Dio non ama il peccato, ma ama il peccatore, come ci ripete spesso Papa Francesco, che per questo viene così duramente attaccato.
Gesù non accetta che queste regole vengano usate per selezionare, per dividere e per escludere dalla vita di tutti i giorni la parola di Dio, per imporre la nostra. Quello che portava in quei contesti, non era solo il messaggio dell'amore di Dio, ma anche un nuovo olocausto, che poneva fine a tutte quelle regole antiche, era Lui che si offriva, per volere del Padre, come olocausto sulla croce, per la salvezza di tutti gli uomini. Riflettiamo se anche noi per esempio, mentre ci rechiamo in chiesa, non facciamo finta di non vedere il povero che chiede l' elemosina vicino alla porta; si è vero, spesso sono zingari che approfittano della nostra bontà, ma se invece di irrigidire il nostro cuore, pensassimo a quanto noi siamo più fortunati e quanto non saremmo più poveri, se dessimo anche una piccola moneta,e forse entreremmo in chiesa con più predisposizione all' ascolto della parola. Stiamo andando veramente a fare la comunione con Cristo, o solo un rito senza senso? Quali sono i nostri criteri di umanità e fratellanza con gli altri? Siamo disposti per esempio nelle scuole, ad accettare che qualche bambino che non conosce bene la nostra lingua, abbia il tempo di assimilarla? Siamo disponibili ad aiutare le donne in gravidanza che vivono in difficoltà ad avere il loro bambino, ad aiutare i malati ad avere la giusta assistenza, o semplicemente ci trinceriamo dietro ad un freddo” ci debbono pensare le istituzioni” lasciando queste persone sole con i loro problemi?
Il discorso è molto ampio e Gesù spera che tocchi il cuore di chi si trincera dietro a regole ottuse, dietro a ricchezze accumulate egoisticamente, come succede troppo spesso.
- Ascoltatemi tutti e comprendete bene - dice il Signore. Vale per me, per te, per i sacerdoti e persino per chi non ha mai pensato di fermarsi ad ascoltarlo. Spesso, troppo spesso diamo la colpa agli altri, agli accadimenti della vita, per giustificare certi nostri comportamenti. Pur se è vero che ad ogni azione, corrisponde una reazione, è anche vero, che la reazione non può essere scontata.... e molto... tutto, dipende da quello che vive dentro di noi e nutre la nostra anima. Sono convinta che le dieci parole dettate a Mosè e abbondantemente riviste da sempre dagli uomini, non servano per costringerci, ma per donarci indicazioni sempre più precise sulla via da percorrere per essere felici, ma a volte tra questi paletti , per mancanza di amore, si sono eretti reticolati, e questo non ha aiutato e non aiuta nessuno a camminare dietro al Signore. Tanto per cominciare, ci voltiamo troppo qua e la per vedere cosa fanno gli altri , ci soffermiamo per giudicarli, e diciamo di loro tutto il male possibile. Il nostro modo di vivere ruota intorno agli altri, il nostro io si pavoneggia e spera di riflettere una bella immagine di se stesso. Sant' Agostino urla, dopo tanto vagare :" Tu eri dentro di me e io fuori " ...è un brano di una dolcezza struggente, quasi disperata che ci invita, per questo lo collego al Vangelo di oggi, a trovare la bellezza di Dio in noi, anche se sepolta dalle nostre umane nefandezze. Questo contatto va cercato, desiderato, vissuto... e invece di cercare le direttive da "fuori" potremo con Agostino concludere: " mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace."

domenica 5 febbraio 2017

(Mc 6,53-56) Quanti lo toccavano venivano salvati.

VANGELO DI LUNEDì 6 FEBBRAIO 2017
(Mc 6,53-56) Quanti lo toccavano venivano salvati.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono.
Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.
E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.


Parola del Signore.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore dammi la possibilità di toccare il tuo mantello, fa che il tuo Spirito mi sfiori e sarò salva.
In questa pagina Marco, pone l'accento sul fatto che la gente accorre da tutte le parti presentandosi a Gesù, per essere guariti. Riconoscere di aver bisogno del Signore è la prima cosa che ci serve per cominciare a creare un buon rapporto con Lui. È la voglia di fede che li spinge a cercarlo, a voler toccare almeno un lembo del suo vestito, perché quelli che riuscivano a farlo, venivano salvati. Vediamo di capire che cosa può voler dire questo: certamente che per essere salvati bisogna cercare di conoscere Gesù, bisogna avvicinarsi a Lui, fino a toccarlo, per riconoscerlo tra tutti gli altri, avere quella fede sana che ci fa muovere verso di lui, la fede di chi si riconosce peccatore, indegno dell' amore di Dio. Gli ultimi, gli emarginati, gli ammalati, tutte le persone alle quali nessuno dà retta, nessuno dà fiducia, si rivolgono a Gesù e Lui è sempre disponibile per loro, sempre pronto a servire, a insegnare, perché per questo è venuto. Rivolgiamoci quindi con fiducia al Signore, non pensiamo di essere sufficienti a noi stessi, non cerchiamo i potenti terreni, ne maghi e stregoni, la cronaca insegna che non ci porteranno da nessuna parte se non all'insoddisfazione o alla rovina. Abbiamo Gesù il più grande dei guaritori dell'anima e del corpo, vediamo quanto la santità di chi si fida ciecamente di Lui, si veda nelle opere e nel cuore, quanto neanche la più grande sofferenza smorzi quella fede, imitiamo i santi, ma più di tutti, e per primo imitiamo Gesù, seguiamo il maestro e potremo avvicinarci tanto da poter toccare il suo mantello.

sabato 4 febbraio 2017

(Mt 5,13-16) Voi siete la luce del mondo.

VANGELO
(Mt 5,13-16) Voi siete la luce del mondo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami o Santo Spirito, a leggere la tua parola e a viverla per prima, per non dispiacere al mio Signore; fammela comprendere con la tua sapienza e togli tutto quello che è mio.
-Voi siete il sale della terra-
Le parole di Gesù ai suoi discepoli, hanno per me il sapore di un invito ad agire, ma non solo a muoversi verso Gesù, ma anche verso i nostri fratelli, perché a che serve riconoscere in Gesù il Salvatore, il Messia se poi non lo annunciamo?
L’esempio del sale che da sapore alle nostre pietanze, ci da l’idea di come l’annuncio del vangelo da sapore alla nostra vita, di come aver trovato Gesù abbia cambiato in maniera decisiva tutto quello che ci circonda, anche le più piccole azioni.
Questo modo di vivere, con Gesù nel cuore, non può passare inosservato a chi ti è accanto, perché quando ami il tuo prossimo, aiuti, sostieni, ascolti e parli con le persone di questo gran miracolo d’amore che t’infiamma il cuore.
La luce della fede splende nel tuo sguardo, nelle tue parole e quest’amore che ti lega a Dio e agli uomini da valore alla tua vita e da gloria a Dio.Vivi da innamorata, perché è questo che ti rende viva, avere uno scopo, che infiamma il cuore; è la condivisione con Gesù che da sapore al nostro vivere da cristiani; è il sapore di Cristo che entra a far parte di noi, che ci porta ad avere un’altra visione che va oltre la sofferenza, oltre la morte, oltre il male. A volte mi guardo indietro e vedo come grazie all’ aiuto di Dio, ho superato delle fasi della mia vita incredibilmente difficili e questo mi da la certezza che non sono mai stata da sola, ma che sempre Gesù ha condiviso con me questi momenti, altrimenti non si spiegherebbe il non essere crollata sotto al peso delle croci che si sono susseguite. La fede è fidarsi, vivere insieme, aiutarsi a vicenda, rispecchiare la stessa luce, altrimenti non ha senso….Non trasmetto speranza se non spero per prima, né posso far vedere la bellezza dell’abbraccio del Signore se non ne sono affascinata. Penso che siamo dei contenitori che trasmettono quello che hanno dentro
Sia che siamo freddi, tiepidi o bollenti, che facciamo luce per quanto sappiamo vedere, altrimenti, possiamo anche vivere, ma di vivo non abbiamo niente.

venerdì 3 febbraio 2017

(Mc 6,30-34) Erano come pecore che non hanno pastore.

VANGELO
(Mc 6,30-34) Erano come pecore che non hanno pastore.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Parola del Signore  



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego, Signore mio, di vivere dentro di me, di imprimerti nel mio cuore e di esprimerti attraverso la mia persona per aiutarci a capirti e a viverti.
Stiamo assistendo ad uno dei tanti episodi in cui Gesù e gli apostoli, sono attorniati dalla folla. Questo è narrato da tutti e 4 gli evangelisti, anche se con delle diversità, e questi versetti precedono la descrizione da parte di Marco della prima moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Quello che voglio notare insieme a voi però, non è il miracolo che seguirà, ma quello che genererà in Gesù il desiderio di operare il miracolo. Si era incontrato con gli apostoli e loro gli avevano raccontato tutto quello che avevano fatto da quando lui li aveva inviati in missione a due a due.
La stanchezza era evidente, e anche gli apostoli come Gesù, provarono cosa voleva dire prendersi cura degli altri più che di se stessi; ricordate quando di Gesù dicevano che era folle perché non si fermava neanche per mangiare e per stare con i suoi parenti?
Lui li guarda e prova compassione per loro, ossia soffre insieme a loro della loro stanchezza, e decide di allontanarsi insieme a loro da quel posto pieno di gente, per trovare un posto per riposare. Nel brano si dice che Gesù cerca un luogo deserto, ma spesso la parola deserto serve per far capire che non ci sono sicurezze su cui basare la propria vita, per questo cercano qualcuno che li conduca fuori dal deserto. E come Mosè, che ricevette dal cielo la manna per saziare il popolo d'Israele, Gesù come un nuovo Mosè, darà loro quello che cercano proprio come un buon pastore che vede le sue pecore che hanno paura perché non sanno dove andare.
Pochi tra noi sanno che le pecore non vedono molto bene, che belano per tenersi in contatto e per questo si stringono tra di loro. Gesù le ama e non vuole farle ripartire da lì senza aver donato loro la sua parola.
Gesù ha compassione dei suoi uomini e della gente che vuole ascoltare la sua parola; la stessa che dobbiamo provare per noi stessi e per i nostri fratelli; " la compassione di Cristo" ed è con questa che noi dobbiamo confrontarci.
Fermiamoci e rimaniamo con Gesù, isoliamo il nostro animo in contemplazione della parola, raccogliamoci in preghiera, non solo opere, non solo esposizione, non solo testimonianza, ma anche ritrovarsi nella pace del Signore, per avere anche il tempo di ascoltare la sua voce.
Non perdiamo la pazienza dietro alle richieste di chi ha bisogno di noi, del nostro aiuto, della nostra comprensione, ma cerchiamo sempre di ricavare un piccolo spazio per noi stessi e per il nostro colloquio con il Signore, come se innaffiassimo una piantina che altrimenti seccherebbe e non potrebbe più fare fiori.

giovedì 2 febbraio 2017

(Mc 6,14-29) Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto.

VANGELO
(Mc 6,14-29) Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto.


+ Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!».
Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.


Parola del Signore.

   



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di illuminare la mia mente, e far penetrare la tua parola nel mio cuore.
Non ci sono mezze misure, il Cristianesimo non è una teoria, ma una condizione di vita.
Non ci si può definire cristiani e adattare il cristianesimo alle nostre esigenze. È una scelta seria, perché ne va la nostra salvezza, per questo risulta difficile. Anche Erode, che non aveva nessuna intenzione di convertirsi, temeva Dio, ma più per superstizione che per fede. Lo incuriosiva Giovanni Battista, perché aveva il coraggio di parlare, anche contro di Lui, infatti Giovanni denunciava la sua ambiguità.
Erode passava per un buon regnante, addirittura per un benefattore, perché ci teneva molto a rimanere al suo posto, quindi lo fece arrestare temendo che dalle sue parole potesse scaturire una ribellione del popolo. Il potere è una tentazione continua, allora come ora .
La vita di corte era all'insegna della lussuria, delle orge e del libertinaggio, Erodiade era la moglie legittima del fratello di Erode, ma viveva in peccato con il cognato e tutte le sollecitazioni di Giovanni Battista ad una vita onesta e correttamente morale le davano proprio fastidio.
Aveva già provato a convincere l' amante ad ucciderlo, ma non c' era riuscita, perché in fondo anche lui temeva Dio e la sua ira, ricordiamo, più per superstizione che per sacro timore di fare del male.
Ma quando uno accetta di vivere con la corruzione, col male, col peccato, perde sempre il controllo della situazione e per un ballo eccitante della figlia di Erodiade, per una promessa fatta giurando sul male, per non passare da bugiardo davanti agli altri; ecco che lo scempio si compie e la testa di Giovanni cade, servita su un vassoio alla richiesta della vergognosa figlia di Erodiade, conformata a quella della madre.
Anche oggi compromessi e ricatti, per chi al potere usa la sua posizione per vivere una vita di lussi e vizi, invece che per amministrare onestamente .
Non accettiamo il compromesso tra bene e male perché non esiste, è solo una illusione che satana insinua nelle nostre menti per farci abituare al male fino a legittimarlo ai nostri occhi.
Quando Erode sente parlare di Gesù, la coscienza di quello che aveva fatto a Giovanni ancora gli rimorde e dato che non lo conosceva, che era così estraneo alla sua figura, lo associa a quest' ultimo e teme che sia risorto dai morti.
Un comportamento retto, non teme lo sguardo del Signore, per questo Gesù ci ha detto in altre occasioni che chi serve Dio, non può servire mammona, ossia satana.

mercoledì 1 febbraio 2017

(Lc 2,22-40) I miei occhi hanno visto la tua salvezza.

VANGELO
(Lc 2,22-40) I miei occhi hanno visto la tua salvezza.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Parola del Signore.








LA MIA RIFLESSIONE PREGHIERA Ti prego Spirito del Signore, vienimi accanto, ispira il mio cuore all'ascolto della parola di Dio, fa che mi percuota dentro e rimuova in me le scorie della mia subdola umanità. Tutte le letture oggi, ci mettono di fronte a quello che sta per accadere; il profeta Malachia annuncia che verrà il messaggero di Dio e che porterà un messaggio di salvezza, che solo allora, solo attraverso di lui potremo essere liberati. Dio che si fa uomo, non rifugge la legge, anzi Luca nomina per ben 5 volte la parola legge, proprio per farci comprendere quanto sia importante la legge che Mosè aveva lasciato per il popolo ebraico, che era anche la legge della società civile oltre alla legge morale. Aveva atteso tanto il vecchio Simeone; Anna anche era anziana e sembra quasi che sia la loro saggezza che gli fa riconoscere in quel bambino, il redentore. Giuseppe e Maria si stupivano delle cose che dicevano di Lui, non capivano cosa sarebbe stato di loro e di quel figlio donato da Dio. L'offerta che si faceva al tempio, era per comperare i figli primogeniti, che erano offerti a Dio, ma quel figlio, era veramente un dono speciale del Signore che non costò solo due tortore, ma che offrì la sua vita in cambio della nostra salvezza. Egli fu definito da Simeone " luce per rivelarti alle genti" perché Dio si rivela all'uomo attraverso Gesù Cristo, e noi celebriamo con le candele benedette la giornata della "candelora" e dobbiamo come quella luce accesa, essere luce per i nostri fratelli, rispondendo all'invito che Papa Francesco ci fa, nell' Evangeli Gaudium, di essere una Chiesa in uscita, che porta la luce del Signore nel mondo. Ma oggi possiamo anche aggiungere che non è il rituale che ci trasforma in figli di Dio, ma è quella luce che ci colpisce al centro del cuore e ci fa vedere chi seguire, ci fa vivere illuminati dalla sua parola e ci fa portare nel mondo quella luce

martedì 31 gennaio 2017

1 minuto tra noi e Dio.


Manipolare la verità a nostro piacimento non ci farà persone migliori
A volte ci può succedere di sbagliare, di interpretare male, o magari semplicemente capire male qualcosa.
Ecco che come ce lo fanno notare, scatta una molla dentro di noi che ci spinge a trovare giustificazioni
Ma la verità non è solo non mentire, è vivere comunicando se stessi, le proprie idee ed anche la possibilità di cambiarle.
Saper cambiare idea, accettare i propri limiti, fa parte della consapevolezza di non poter essere perfetti, di non poter piacere a tutti, ma comunque di cercare di fare sempre del nostro meglio per fare la cosa giusta
La verità costa fatica e spesso non conviene, ne sa qualcosa Gesù, che davanti a Pilato che gli chiedeva se fosse vero che lui era re rispose: "Tu lo dici. Io sono re, e per questo sono nato e sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chi appartiene alla verità ascolta la mia voce."
Pilato come tutti noi, voleva qualcosa di tangibile, che si potesse vedere e capire, ma la verità rivelata in Gesù Cristo non è qualcosa che si possa toccare; ad essa si deve aprire il cuore e ci si deve solo affidare, sottomettendo perfino l'intelletto e la volontà. In altre parole è la fede che ce la fà conoscere.
La nostra verità è quindi riassumibile in queste parole siamo veri se viviamo cercando di essere quello in cui crediamo! Siamo liberi se siamo veri.
Ed ora proviamo a chiederci quanto viviamo da cristiani!
n. 9 Mingardi Lella  

(Mc 6,1-6) Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.

VANGELO
(Mc 6,1-6) Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Donami Signore la prudenza e l' umiltà necessarie per poter parlare di Te con giustizia e verità, perché quello che io scrivo possa far comprendere, non confondere.
Ho dato un' occhiata ad altre riflessioni che ho fatto in precedenza su questa pagina, ma questa immagine che ho scelto oggi, mi ha portato via e come al solito, a me non resta altro che seguire questa ispirazione.
Gesù torna a Gerusalemme, tra i suoi, che conoscevano la sua storia, le sue origini, e la sua famiglia. Erano quindi convinti di sapere tutto di lui, di conoscerlo a fondo.... di sapere chi era e cosa potevano aspettarsi da lui!!! Ecco che la foto dimostra come non lo conoscevano affatto, perché, come nella foto, erano fermi, immobili sulla porta delle loro credenze. Gesù resterà sempre motivo di scandalo se non ci si immedesimerà con Lui, e mai come in questo periodo, vedo sacerdoti confusi, che cercano di allontanare le pecore dal pastore, creando altro scandalo. Ho più di 60 anni e ho vissuto la crisi della chiesa degli anni 70, che portò molti a dividersi, perché non riuscivano ad accettare le aperture del concilio vaticano 2°. La più famosa è quella dei cosiddetti cattolici tradizionalisti o lefevriani, ma non da meno furono i sedevacantisti che credono che dal Concilio Vaticano II ad oggi non ci siano più stati Papi legittimi e quindi la sede papale sia vacante: da quelli che sostengono che Giovanni XXIII fosse un eretico a quelli che ritengono il Concilio un complotto dei nemici della Chiesa – massoni od ebrei. Non voglio spaccare il capello in 4, né tornare ai motivi che li spinsero ad uscire dalla Chiesa Madre, o a restarne in seno minandone continuamente la credibilità, perché se andiamo a studiare un pò la storia della Chiesa, vediamo che di scismi ce ne sono stati molti, voglio solo dire che 50 anni fa la Chiesa vide il cambiamento, vi si avvicinò e lo ostacolò insieme, come fa tuttora. Io credo che l'unico cambiamento sarebbe l'unità di tutti i credenti, senza che si cerchi di omologare quello che per alcuni deve essere in un modo e per altri in un altro. Mi è capitato di ascoltare un intervento di una pastora protestante battista sull'argomento "salvaguardiamo la terra" lo scorso anno, e trovo che il discorso di Papa Francesco molto simile; per questo io penso che se essere cristiano è un valore , questo lo è ancor più, nella dimensione della capacità dei cristiani di svolgere una funzione positiva nei confronti della società e della storia. Non arrendersi significa ascoltare la parola di Dio, farla propria, ognuno a modo suo e non restare immobili aspettando che il mondo cambi, ma iniziare il cambiamento smettendola di dividerci. Il sogno di Dio è anche il nostro, e non è un ideale di fantasia, come alcuni filosofi pensano, ma un ideale della ragione e non posso né voglio arrendermi a pensarla come Hegel che disse: "Può anche accadere, certo, che così resti sacrificato il diritto dell'individuo: ma ciò non riguarda la storia del mondo, a cui gli individui servono solo come mezzo per il suo progresso." No io non posso considerarmi un mezzo per il progresso, ma voglio pensare che il mondo è la mia casa, creata da Dio per la mia felicità, e non per la ricchezza di pochi a scapito di altri. Delinquenti che avvelenano la terra, assassini che uccidono senza pietà nei modi più svariati... questo sicuramente nessuno lo vuole accettare, ed allora usciamo dai preconcetti, sia che siamo battezzati o che non lo siamo, sia che siamo cattolici o no, riconosciamo che il mondo non migliora facendoci le guerre, e specialmente distruggendo ogni valore.

lunedì 30 gennaio 2017

1 minuto tra noi e Dio

LA PRUDENZA
La prudenza è quel modo di fare di chi riesce a non farsi travolgere dagli eventi.
É una delle virtù cardinali ossia di quelle che riguardano l'animo umano, di chi cerca di fare il bene.
Probabilmente è così difficile da esercitare,che spesso pensiamo di non poterne essere capaci,anche se la vita dei Santi ci insegna che può essere acquisita con la pratica. Ma quello che non è possibile all'uomo che spesso non agisce in conformità con la fede può essere infuso da Dio .
Allora impariamo a chiedere a Dio quello che ci manca, quello che non è solo utile, ma necessario per vivere e fare bene.
Preghiera
Signore, tu hai detto che chi non manca nel parlare è un uomo perfetto:
fa’ che io possa tenere a freno la mia lingua.
Con la mia lingua ti voglio sempre benedire, Signore:
fa’ che con essa non maledica mai gli uomini fatti a tua somiglianza.
Mettiamo il morso ai cavalli perché obbediscano:
metti in noi, Signore, il rimorso tutte le volte che siamo maldicenti.
Le navi, spinte da venti gagliardi, sono guidate da un piccolo timone:
fa’ che con la mia lingua io guidi i miei cari a te.
Un piccolo fuoco può incendiare una foresta:
fa’ che io possa incendiare con il tuo amore i cuori di quelli che amo.

n. 8 Mingardi Lella
                                

(Mc 5,21-43) Fanciulla, io ti dico: Alzati!.

VANGELO

(Mc 5,21-43) Fanciulla, io ti dico: Alzati!.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.

E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.

Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

Parola del Signore.  





LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

O mio Santo Spirito, confortami.Con la Tua sapienza, consigliami.Con il Tuo amore, riempimi.Con la Tua luce, illuminami.Fa che ogni tua parola diventi la mia parola, per testimoniare la parola che porta luce e vita eterna in ogni cuore.

Marco in questo 5° capitolo del suo Vangelo ci ha accompagnato in questo andare e tornare di Gesù e degli apostoli da una riva all’ altra del mar Morto.

Gesù acclamato dalla folla e Gesù scacciato da chi ha altri interessi; come abbiamo visto nel vangelo di ieri, quindi possiamo vedere come l’incontro con lo stesso uomo sia accolto in maniera diversa, come nulla cambi nell’ accoglienza del figlio di Dio in base a quello che Lui offre, ma in base a quanto il cuore dell’uomo è disposto ad aprirsi.

Torna quindi sull’ altra riva con i suoi discepoli e trova la folla che lo aspetta, si accalca e lo tocca. Immaginate quante mani lo abbiano sfiorato, si siano aggrappate a Lui, ma c’è un tocco che non gli sfugge, che si distingue dagli altri: il tocco di chi l’ ha cercato con la spasmodica attesa di chi crede il Lui, di chi ha fiducia cieca, di chi vuole essere salvato e immerge con quel suo tocco tutta la sua anima in quell’ incontro.

La donna rappresenta tutte quelle persone con delle ferite interiori che cercano la guarigione, ma quelle ferite così intime, che a volte non si vedono, ci debbono far pensare a quanto possano sanguinare, quanto possano indebolire e rendere fragili, specialmente quando ci troviamo davanti ad una persona che reagisce alle cose della vita, in maniera che ci può sembrare errata.

Anche Giairo si fa presso Gesù, crede sicuramente in Lui, nei suoi poteri di guaritore, altrimenti non si esporrebbe così (lui è uno dei capi della Sinagoga) e sappiamo bene che Gesù non era accettato dalla maggior parte di loro come il Messia.Hanno appena comunicato che la figlia è morta, ma Gesù dopo aver guarito la donna si rivolge a lui e dice: «Non temere, soltanto abbi fede!».Si reca a casa sua e trova la gente che piangeva disperata, allontana tutti ed alla presenza della mamma e del papà assicurò che la piccola non era morta, ma dormiva e le ordinò di alzarsi.

La fanciulla immediatamente si alzò e si mise a camminare.

Una cosa ancora per analizzare il comportamento di Gesù, chiede all’ uomo d’avere fede e ai parenti perché si agitano e piangono, sembra quasi una domanda senza senso, la bambina è morta, ed il dolore umano sfoga nel pianto, ma è evidente che Gesù lega tra loro vari elementi, ma non si esprime operando il miracolo apertamente, come fa in altre occasioni, perché?

Lo deridevano…alcuni dei presenti, che molto probabilmente era lì a piangere a pagamento (cosa in vigore all’ epoca) e che quindi non era spinto dall’ amore per la fanciulla a quelle lacrime, non essendo effettivamente addolorato non era interessato al fatto che la ragazza si salvasse, quindi non avendo niente che gli stesse a cuore da chiedere a Gesù, si permetteva di deriderlo e di rifiutarlo. Vediamo che quello che chiede è una nuova visione della vita e della morte, un superare le idee terrene della morte come la fine di tutto, perché Gesù che dice perché piangete, non è morta, sta dormendo è colui che crede nella resurrezione. Gesù quindi fa distinzione tra chi lo prega con cuore sincero e chi no, scaccia via chi finge dolore, allontana gli ipocriti; torniamo a scoprire che nessun peccatore è allontanato da Gesù, neanche il peggiore, ma l’ipocrita si.

domenica 29 gennaio 2017

(Mc 5,1-20) Esci, spirito impuro, da quest’uomo.



VANGELO

(Mc 5,1-20) Esci, spirito impuro, da quest’uomo.


+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro.
Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese.
C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.
I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

Parola del Signore  





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni, o Spirito di Consiglio e di Fortezza, e rendici coraggiosi testimoni del Vangelo ricevuto. Fa che tutto quello che è mio non conti più nulla e quello che viene da Dio si impossessi della mia mente e del mio cuore.
Questa scena descritta da Marco, ci racconta il seguito della scena precedente, quando Gesù sulla barca con i discepoli, calma la tempesta. Eccoli, finalmente sull’ altra riva, che è descritta piena di sepolcri tra i quali si aggira un uomo posseduto dagli spiriti impuri. Una terra di morti e spiriti immondi, che avevano provato a contrastare l’arrivo di Gesù su quella spiaggia, provocando la tempesta, perché sapevano che con il suo arrivo sarebbero dovuti andare altrove.
Proviamo a mettere in relazione questo posto così inospitale, con qualcosa che invece conosciamo bene, tipo la nostra vita, la nostra cerchia d’amicizie, le nostre serate passate cercando di divertirci ad ogni costo, i nostri giri tra lazzi e vizi. Quell’ essere indemoniato gridava e si percuoteva con delle pietre, perché è così che il diavolo agisce; ti fa fare cose che ti fanno del male, ti fa compiere azioni distruttive perché il suo godimento e vederti schiavo dei tuoi peccati, dei tuoi vizi.
Appena vede Gesù, lo riconosce e si getta ai suoi piedi, pregandolo di non scacciarlo da lì. Non pensate ad un diavolo poverino che può far pena, ma piuttosto alla falsità con la quale si pone. Non sta cercando com’ essere umano di sopravvivere, ma com’ essere diabolico, di continuare a colpire, di fare del male all’ uomo per colpire Dio e quello che succede dopo, ci deve far riflettere e non poco, sulla capacità del male di insinuarsi nella nostra vita.
Infatti, non è un solo spirito maligno, ma addirittura una legione di diavoli che si schiera davanti a Gesù, i quali, non potendo lottare contro di lui, lo implorarono di mandarli nei corpi d’alcuni porci che erano lì vicino.
Questo chiedere a Gesù il permesso per entrare in quei corpi mi porta a considerare che Dio permette le prove e per quanto scomodo sia dire questo, mi sembra e non solo in base a questa scrittura, ma anche ad altri passi della Bibbia, come il libro di Giobbe che io leggo ogni giorno, che questa sia una realtà con la quale dobbiamo fare i conti. Così fece e subito i porci si buttarono in mare e perirono.
Ed ecco che gli abitanti dell’ isola, avvisati dai mandriani, accorsero per vedere quello che era successo, e non ne furono per nulla felici, anzi, in un mondo in cui tutto è basato sugli interessi, quei maiali rappresentavano la ricchezza, ed allora, della salvezza di quell’ uomo non interessa a nessuno.
Gesù non riceve ringraziamenti e tutti gli chiedono di andarsene, perché non accettano la perdita dei loro averi . Nessuno è disposto a perdere le cose alle quali tiene, gli interessi valgono più della vita umana e questa è, purtroppo la vita di tutti i giorni. La triste realtà con la quale ci scontriamo nel mondo d’oggi, ma che a quanto pare, di sempre!
Quando pensiamo ai comandamenti di Dio, ci viene naturale dire di essere cristiani, in fondo non ammazziamo, non rubiamo, andiamo a messa.... ma già al primo comandamento, se siamo onesti e sinceri, sappiamo di avere molti altri idoli che vengono prima di Dio, proprio come i Geràseni.

1 minuto tra noi e Dio



Uno dei doni più grandi che abbiamo ricevuto da Dio è quello della libertà!
Essere liberi di scegliere come comportarci spesso però è un lusso che non tutti possono permettersi, perché ancora oggi, in questo mondo così democratico, esistono varie forme di schiavitù,sotto gli occhi e l'indifferenza di molti.
L'uomo libero prende decisioni, che a volte comportano anche dei rischi.
Rischiare per rimanere liberi, è la decisione di chi sceglie di seguire Dio.
Dio libera....queste parole sembrano un paradosso quando penso agli schiavi di oggi...ai bambini soldato, alle vittime della fame e delle mafie, alle vittime di altri uomini che decidono di fare nella loro libertà, tante cattiverie e soprusi.
Chi non ha rispetto per la vita umana, pensa di poter avere diritto sulla vita degli altri... ma noi sappiamo che non è giusto e possiamo scegliere di non appoggiare questi comportamenti.
Libera Signore chi non è amato dal prossimo, libera chi ha paura, libera chi è abusato,  liberaci dal male che noi stessi facciamo.

n.7  Mingardi Lella   

sabato 28 gennaio 2017

(Mt 5,1-12) Beati i poveri in spirito.

VANGELO
(Mt 5,1-12) Beati i poveri in spirito.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Vieni o Santo Spirito a guidare il mio pensiero, vieni a camminare con me mentre ascolto la tua parola e aiutami a capire il senso che Gesù volle dare a queste parole.

Certo che è difficile capire la parola di Dio se non ci fermiamo ad ascoltarla, ad assimilarla, a digerirla.
Ma spesso il Signore, conoscendo le nostre difficoltà, ci viene in soccorso e ci invia quelle immagini che aprono a mente alla comprensione.
I Beati sono coloro che hanno la grande gioia di essere e sentirsi amati da Dio.
Dio ci rende ricchi di tutto ciò che ci serve, Dio ci sostiene, ci viene in aiuto, ci dà la forza che ci rende invincibili, anche quando sembra che la vita ci schiacci; e come dice Paolo: “ Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi,portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. “
* Beati… I poveri di spirito:
non sono coloro che sono limitati intellettualmente, ma le persone coscienti della loro miseria spirituale.
* Beati ....Quelli che piangono:
se gli “afflitti” sanno confidare a Dio il proprio dolore e consegnarlo a Lui. In questa consegna di fede e fiducia è già la loro consolazione.
* Beati... i miti; perché erediteranno la terra:
questa è la promessa che il Signore ci fa, ma Gesù ha fatto ben più che darci un esempio di mitezza e pazienza eroica; ha fatto della mitezza e della non violenza il segno della vera grandezza.
* Beati... quelli che hanno fame e sete della giustizia,perché saranno saziati:
con la fame e la sete Matteo ci introduce in un più ampio desiderio che la fame dell' uomo è fame di Dio, il solo che può saziarlo pienamente.
* Beati... I misericordiosi, perché troveranno misericordia:
essere misericordiosi diventa così un aspetto essenziale dell’essere “a immagine e somiglianza di Dio”.“Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6, 36) è una parafrasi del famoso: “Siate santi perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo” (Lev 19, 2).
* Beati ... I puri di cuore, perché vedranno Dio:
nella discussione sul puro e l' impuro Gesù dice che non sono le cose esterne e materiali che rendono impuri, dichiara che la purezza è un fatto interiore e spirituale. Ciò che corrompe e rende impuri, non sono le cose materiali, ma il peccato; non è ciò che viene a contatto con l'uomo dal di fuori, ma ciò che dall'interno determina i comportamenti personali di ciascuno .
* Beati ...gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio:
significa coloro che lavorano per la pace, che “fanno la pace”. Non tanto, però, nel senso che si riconciliano con i propri nemici, quanto anche nel senso che aiutano i nemici a riconciliarsi. Si tratta di persone che amano molto la pace, tanto da non temere di compromettere la propria pace personale intervenendo nei conflitti al fine di procurare la pace tra quanti sono divisi .
* Beati... i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli:
Cristo non ha illuso i suoi discepoli, non ha promesso successi e trionfi, ma ha additato con chiarezza la stessa via battuta da lui: contraddizioni, odi, persecuzione, morte di croce. Chi si mette alla sequela di Cristo, se vuol essere nel vero, non può aspettarsi altro.
* Beati... Quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e diranno, mentendo, ogni sorta di male contro di voi » (Mt 5,11). Anzi è questa l’unica beatitudine ripresa e sviluppata in più versetti quasi per persuadere i discepoli di quello che
all’ occhio umano è un vero controsenso: ritenersi beati quando si soffre. Certo l’essere beati non consiste direttamente nella persecuzione, che è sempre reale sofferenza fisica e morale, ma nel fatto che questo patire è pegno di beatitudine eterna. « Rallegratevi ed esultate , dice Gesù , perché grande è la vostra ricompensa ».