sabato 16 maggio 2015

  • (Mc 16,15-20) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

    VANGELO 
     (Mc 16,15-20) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo. 
    + Dal Vangelo secondo Marco

    In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

    Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Ti prego, o Spirito Santo, di penetrare con tutta la tua forza nel mio cuore e di portarmi ai piedi di Gesù. Fa che io possa ascoltare la sua parola che scalda il cuore ed accende la mente, che sappia trasmetterla e più di ogni cosa, che io sappia viverla.

Il Vangelo di Marco è un pochino più brusco letteralmente degli altri, ma è certamente così concreto da scoraggiare qualsiasi persona voglia trovare scuse ancora, prima di fidarsi di Gesù. 
In ogni sua riga sembra dire: questo è Gesù, queste le parole che ha lasciato, questi i miracoli che ha fatto e questo è quello che ci ha comandato di fare: Andare in tutto il mondo ed annunciare il Vangelo. In eredità il regno di Dio, ma non solo in eredità futura. Essere in Cristo significa anche che Cristo è con noi.  Ai suoi discepoli egli assicura la sua presenza in tutto e per tutto. Conferma sua assistenza nelle difficoltà loro e degli uomini, e chiede loro solo di credere. Nel suo nome scacceranno i demoni, riceveranno i doni dello Spirito Santo e guariranno i malati imponendo su loro le mani; parole fino a pochi anni fa restavano un poco  nell' ombra, considerandole solo per i sacerdoti, o meglio ancora per i vescovi, ma oggi, con l' avvento dei vari movimenti carismatici, si è andati man mano alla riscoperta dei doni dello Spirito Santo.  
Sono di questi tempi le  parole di Papa Francesco che dice che si diventa apostoli per il solo fatto di ricevere il battesimo, quindi seguiamo le parole di Marco, che sono le parole che Gesù gli ha lasciato per  testimoniare la sua fede; per trasmettercela e darci la forza di diventare apostoli pienamente  perché la fede non è solo un vago sentimento, ma anche un impegno pratico a credere in  un contenuto di verità, che il credente deve conoscere sempre meglio, attraverso il Vangelo e non solo leggendolo, ma vivendolo in primis.

venerdì 15 maggio 2015

(Gv 16,23-28) Il Padre vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto.

VANGELO  
(Gv 16,23-28) Il Padre vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:«In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
 dalla preghiera di Colletta
 O Padre, il tuo unico Figlio, prima di salire al cielo, promise ai suoi apostoli lo Spirito Santo: tu che hai dato loro la multiforme ricchezza della sapienza eterna, concedi anche a noi di ricevere i doni del tuo Spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

Stavolta non c’è dubbio, ce l’ha proprio con noi, è a noi che Gesù sta parlando. Spesso non sappiamo pregare, non sappiamo chiedere, usiamo la preghiera come se andassimo in un negozio a fare spese. Ci mettiamo lì e diciamo:- dammi Signore ti prego, concedimi …. e siamo così convinti che ce lo deve, che poiché siamo bravi Cristiani ci deve accontentare. Dimentichiamo la parte più importante della nostra preghiera, dimentichiamo di proclamare la nostra fede in Cristo, che è il tramite tra noi e Dio stesso. E’ perché crediamo in Gesù Cristo, che facciamo parte del progetto di Dio, che adempiamo a questo progetto, ed è in nome di Gesù che possiamo chiedere e che quello che chiederemo ci sarà concesso, per l’amore che ci lega a Gesù e al Padre, per cui nulla ci sarà negato. Amare Gesù, sarà quel legame che ci farà amare dal Padre, perché Dio lo ha sacrificato per amore nostro, ed è importante  stare in comunione con Loro.


giovedì 14 maggio 2015

(Gv.16,20-23 ) Nessuno potrà togliervi la vostra gioia

VANGELO
 (Gv 16,20-23) Nessuno potrà togliervi la vostra gioia. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e guidaci con amore verso il regno di Dio.

La prima cosa che mi colpisce di questa pagina è quel “ un poco ” che Gesù dice …  questo tempo mi fa pensare a quello sulla terra che è relativamente breve rispetto all’ eternità alla quale Lui è abituato. Lo spazio e il tempo sono una cosa seconda me, tutta terrena, spesso penso a chi ha vissuto l’esperienza della pre-morte, che ci parla di un tempo diverso, di uno spazio diverso… anche i veggenti a Medjugorie quando sono portati dalla Madonna in Paradiso ci parlano di un tetto che si apre per passare e in un attimo sono giunti in paradiso. Noi non riusciamo a capire, possiamo però fidarci di Dio e della sua parola confermata da Gesù.Pensate a quanto restavano sbalorditi gli apostoli, che non avevano precedenti cui appellarsi per credere. E Gesù dice ancora una cosa molto importante, parla di una gran tristezza che prende i suoi amici, a cui ha preannunciato la sua morte, ma poi dice che la  tristezza sarà trasformata in gioia… quindi anche qui ci parla di qualcosa che sulla terra è in un modo diverso dal suo mondo. Il suo regno non è di questo mondo, ed il suo regno sarà il nostro, se riusciremo a credere in lui e a seguire i suoi passi, poi non fa niente se capiamo tutto quello che Gesù ci vuole dire, quello che più conta e che ci affidiamo a Lui e che lasciamo che ci plasmi con il suo amore; è importante la nostra scelta di essere amici di Gesù e non del mondo.
Giacomo dice nella sua lettera: Chi vuole essere amico del mondo, si costituisce nemico di Dio (Gc 4, 4). Ci stiamo preparando all'Ascensione? O pensiamo che sia un momento solo di Gesù che non ci riguarda? Che cosa abbiamo capito della nostra "comunione con Cristo? Nei versetti successivi, Gesù paragona il loro dolore che verrà a quello del parto, un esempio che vale mille parole. Ogni cristiano non è mai "arrivato" finché si trova su questa terra, perché il cammino spirituale non  finisce mai; va vissuto infatti, come un periodo di "gestazione" dal quale si deve partorire l'uomo nuovo, per arrivare al momento dell' incontro con Gesù pronti per ricevere la gloria che il Padre riserva agli eletti.

mercoledì 13 maggio 2015

(Gv 15,9-17) Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici.

VANGELO 
 (Gv 15,9-17) Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito del Signore,e portami con te nell' amore ,perchè io possa sentire quanto è immenso quello che Dio prova per noi. 

Le parole di Gesù, tornano anche oggi come pochi giorni fa, ed io vorrei  che queste parole fossero ripetute tutti i giorni per quanto ne percepisco l'importanza"vi ho chiamato amici"!
Anche con i  bambini del catechismo insisto molto su questo concetto, perchè Dio non ci ha voluto costringere, ma stringere in questo abbraccio cercando di farci capire a costo della sua vita, quanto ci ama,e quanto ama tutti noi, anche quelli che secondo il giudizio umano sono irrecuperabili.A volte mi sono trovata a parlare con delle persone che dicevano di non credere, di non voler avere nulla a che fare con Dio, e pur trovandoli ostili, ho cercato di vedere in loro quel qualcosa di buono, per fargli capire che anche in loro Dio vive, e per spingerli a socchiudere quella porta che per colpa della loro lontananza dalla fede, credevano fosse sbarrata per sempre.Amarci tra di noi per essere di sostegno l' uno con l' altro e non d' intralcio questo è uello che i cristiani da sempre cercano di fare.
Ci riusciamo poco e male, perchè vogliamo comunque sempre affermare noi stessi, le nostre ragioni e cercando la soddisfazione delle nostre ragioni, dimentichiamo che contano di più i meriti, ossia la preghiera, il silenzio e l'offerta di tutti i torti subiti ingiustamente, che sono vere e proprie pietre preziose per comperare le grazie di Dio che ci ha eletti per l'unico meritevole Gesù Cristo, a figli adottivi.

martedì 12 maggio 2015

(Gv 16,12-15) Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità.

VANGELO 
 (Gv 16,12-15) Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 
Ti prego o Santo Spirito, di assistermi come promesso da Gesù, nonostante le mie imperfezioni, perché vorrei essere come tu mi vuoi, e ti dono tutta me stessa perché tu mi possa plasmare. 

Dio è sapienza Divina e noi non potremmo mai arrivare a conoscere quello che lui sa, ma grazie allo Spirito che ci ha inviato anche noi possiamo cominciare a poco a poco a capire qualcosa, a secondo di quello che Lui giudicherà giusto farci capire. Il fatto che tutto è sapientemente dosato da Dio, è chiaro da tante cose, che se ci guardiamo un po' intorno sono molto chiare, e sicuramente un motivo c'è ed è per il nostro bene. Le varie apparizioni della Madonna ne sono comunque una prova, i veggenti ricevono messaggi goccia a goccia.. è chiaro che la verità tutta, non saremmo in grado di sopportarla, come dice in questa pagina Gesù, quindi poniamo alla parola di Dio la nostra attenzione, alla Chiesa e al Papa, successore di Pietro, prestiamo tutta la nostra fiducia e la nostra preghiera cercando di essere tutti in comunione con lo stesso Spirito, perché è Lui che guida la Chiesa tutta e noi cristiani che ne siamo membri.
Sappiamo che già dall’ inizio della creazione lo Spirito di sapienza era presente, molti problemi nacquero in base alla lingua nella quale la Bibbia era scritta, se in greco o in ebraico. Ma lo Spirito Santo è l’ultimo anello di una catena che mancava al compimento di una sequela che, se ci pensiamo bene, non è poi così complicata da capire. Alla vergine Maria, fu annunciato che la vita sarebbe nata in lei attraverso lo Spirito Santo, che rappresenta l’amore del Padre, e dalla madre al Figlio il dono della vita, legame d’amore tra Dio e gli uomini. Gesù disse: " ...Andate dunque, ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho ordinato. Ed ecco: io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo... " (Mt 28, 19-20) Il compito degli uomini è quello di affidarsi a Dio, riconoscendo il padre attraverso il Figlio e lo Spirito Santo,il resto verrà da Lui.Secondo me per vivere una vita da figli di Dio, bisogna saperlo diventare, saper mollare gli ormeggi e vivere lasciando che sia Dio stesso, attraverso lo Spirito Santo a guidare la nostra vita, a dirigere la nostra rotta, anche se non sappiamo dove ci condurrà, sappiamo che tutto sarà come Dio vorrà, e che il capitano sa dove ci sta conducendo, anche attraverso burrasche e maremoti, anche se a volte affonderemo, sopraffatti dalla nostra incredulità, saremo sempre risollevati alla mano portentosa di Dio e dalla sua divina misericordia. Vedo la mia pochezza, ma vedo anche la sapiente guida di Dio che non vuole in me una persona perfetta, ma fa di me una figlia solo se decido veramente per quel progetto più alto della mia vita. Vedo questa vita come un passaggio verso una vita più vera, verso quella che già da qui può essere e deve essere una scelta definitiva, senza rimpianti, ad abbandonare il peccato, per vivere alla luce, per essere rigenerata da figlia d'uomo a figlia di Dio.


lunedì 11 maggio 2015

(Gv 16,5-11) Se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito.

VANGELO 
(Gv 16,5-11) Se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidami, assistimi, consigliami, trasformami, plasmami, correggimi.

Quella che oggi leggiamo, non è una frase che deve passare inosservata: " dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato " questa è una delle tante profezie che ci vengono presentate nel testo sacro, ed indica indubbiamente la condanna del peccato e, in particolare, del culto idolatrico. La conseguenza di tale comportamento è l’ abbandonare il Signore, l’ allontanarsi da Lui. Pensiamo all’ efficacia di un testo come Ger. 2,13: «Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l'acqua». 
 La critica al comportamento di Israele ha uno scopo preciso: non si tratta di decretare la fine di un rapporto, un’insanabile rottura, ma di porre le premesse perché Israele possa tornare a Dio. Tali premesse sono date dal riconoscimento della gravità dei propri atti e dal conseguente pentimento rispetto a quanto compiuto.Sempre pronto al perdono, ma chiede la consapevolezza del peccato e il proponimento di cambiare rotta, chiede la conversione e lo fa sapendo bene, come dice il profeta in Ger. 6,10: «Perché dal piccolo al grande tutti commettono frode; dal profeta al sacerdote tutti praticano la menzogna».
Quanto ci ami Gesù, nonostante le nostre mediocrità, anzi quello che ci meraviglia è che ci ami proprio quando ci mostriamo così mediocri, quando ci lasciamo arricchire dal Tuo Santo Spirito, quando ci mettiamo ai tuoi piedi e ti chiediamo di trasformarci .Vieni dunque Spirito d’ amore e trasforma la nostra vita. Certe volte penso che per i primi apostoli doveva essere proprio difficile testimoniare la fede in Cristo . Essere in contatto con Gesù e chiedere aiuto a Lui era una cosa, ma credere in lui quando non c’ era, quando lo avevano visto morire sulla croce. Ma come potevano, umanamente parlando, credere, quando tutto sembrava essere finito con Lui in quel modo orrendo. Nessuno avrebbe potuto da solo farlo, come non è possibile neanche oggi, solo la grazia di Dio attraverso lo Spirito Santo, può compiere questo miracolo. Perché è di un miracolo che stiamo parlando, un miracolo che richiede si la nostra adesione, ma che si compie per la grazia di Dio. Andando via dalla terra, Gesù ci comunica che ha compiuto il suo compito e che è giusto che Lui torni al Padre e che verrà sulla terra lo Spirito Santo, per tutti coloro che crederanno e aderiranno al progetto di Dio che passa per Gesù Cristo. Potrebbe quindi Dio abbandonarci a noi stessi nelle varie vicissitudini della vita? Potrebbe lasciarci nel dolore se gli chiediamo aiuto? Potrebbe abbandonarci in balia del principe della terra che ha l’unico scopo di distruggerci e farci abbandonare la fede in Dio? Pensando a questo dobbiamo ricordare la frase di Gesù: “E chi è tra voi quel padre che, se il figlio gli chiede del pane, gli dà una pietra? O se gli chiede un pesce gli dà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli dà uno scorpione? Se voi dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il vostro Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono.” E' importante quindi non dimenticare mai che Dio ci ama, che non ci lascerà mai soli . Cerchiamolo quindi, chiamiamolo presso di noi, con la preghiera, e con la nostra scelta di vita, coerente e costante nel tempo.Il principe di questo mondo è già condannato, dice Gesù, e con lui è condannato il peccato; quindi basta con le indecisioni, abbiamo il coraggio di essere cristiani, di testimoniarlo con la nostra vita e fermamente, e se anche ci contesteranno,sappiamo che saremo nella via giusta e che Dio è con noi!

domenica 10 maggio 2015

(Gv 15,26-16,4) Lo Spirito della verità darà testimonianza di me.

VANGELO 
 (Gv 15,26-16,4) Lo Spirito della verità darà testimonianza di me. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O mio amato Signore, non lasciarmi mai sola, anche se non merito la tua  grazia, stammi vicino sempre, per non permettere che io sbagli e che mi senta mai sola senza il tuo aiuto.

Credo che ognuno di noi leggendo questa pagina possa ritrovarsi un po’ timoroso ed impaurito.
Era sicuramente un messaggio per i primi discepoli di Gesù, ma ormai siamo abituati a leggere anche nell’attualità le pagine del vangelo,  perché ci siamo ormai resi conto che non è un libro antico, ma sempre attuale, specialmente se pensiamo a tutto quello che succede al giorno d’oggi, a quanto la Chiesa ed i cristiani in genere siano perseguitati; alla pacifica invasione da parte dell’islam che avviene in ogni paese d’Europa, e quanto pericoli essa in fondo nasconda.
Siamo dei Cristiani strani noi, litighiamo addirittura tra di noi, ma in fondo non siamo peggiori di altri, solo che a volte sembra quasi che ci vergogniamo rispetto al mondo di avere fede .
Gesù non è certo un malvivente di cui ci dobbiamo vergognare, ma quello che ci fa essere così tiepidi è che ci vergogniamo di noi stessi, di non essere capaci di amare allo stesso modo, neanche i parenti più stretti,  mentre l’amore che Lui ci ha dimostrato è immenso.
Ma l’orgoglio umano è stupido, e pur di non riconoscere le proprie mancanze,  preferisce pensare di tutto, così la mente spazia dall’ateismo alla new age, dall’islam al buddismo e così via…
Ma la cosa più importante che abbiamo lette nelle pagine di questi ultimi giorni, è che lo Spirito Santo viene mandato da Dio anche sui pagani,quasi a voler dire che è grazie allo Spirito che la Chiesa di cristo continua a vivere.
Anche nel nostro paese la Chiesa è perseguitata, anche se il martirio al quale è sottoposta è meno visibile. Tutti questi attacchi al crocefisso, al Papa e poi anche gli scandali di  alcuni sacrdoti che hanno profondamente ferito la Chiesa stessa con delle condotte non solo sbagliate, ma molto gravi che creano un grande dissenso anche nei credenti. Questo è sicuramente opera del principe di questa terra, che ha reso schiavi molti di noi con la sua seduzione e la sua falsità. Ancora di più allora dobbiamo essere fedeli a Cristo,e stringerci intorno al Papa e alla Chiesa,  perché lo Spirito che ci anima è lo spirito di Dio, spirito di verità. Mai come oggi, in cui regna una grande confusione, è necessario essere coerenti e dare testimonianza della parola di Dio, perché l' ipocrisia e l' ambiguità, non prendano il sopravvento. Lo Spirito viene a compiere l'ultimo atto della comunione tra gli uomini ed il Padre. È spesso così difficile essere testimoni di fede, perchè noi, il più delle volte, non abbiamo una fede vera, costante, sincera; non stabiliamo un rapporto vero con Dio, ed anche se diciamo il contrario, non ci affidiamo completamente a Lui. 

sabato 9 maggio 2015

(Gv 15,9-17) Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.

VANGELO DI DOMENICA
(Gv 15,9-17) Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni su di me o Santo Spirito, vieni a portare luce nel mio cuore perché la parola del Divin Maestro, mi si stampi indelebilmente nell’ anima e sia luce che guida i miei passi.
Questa pagina riassume quello che nei giorni scorsi Gesù ci ha insegnato, e allora ripetiamo la lezione con Lui.
Come il Padre ha amato me, io ho amato voi: quindi è il medesimo amore che lega il Padre al Figlio e Gesù a noi, un amore immenso che ha portato Dio a chiedere al suo figlio prediletto di scendere sulla terra e di soffrire in modo indicibile, fino alla morte in croce per salvare tutta l’umanità e Gesù lo ha fatto per noi e per il Padre, perché l’amore che li unisce è amore infinito, che li lega e ci lega a loro in maniera indissolubile.
Ora sta a noi cercare di imparare ad amare in questo modo indissolubile i nostri fratelli, ad amarci tra noi e a sentirci un tutt’uno con Loro.
Se seguiamo bene la lezione di Gesù, vediamo che da come parla, non dovrebbe essere poi così difficile, perché Lui ci sta trattando da amici e come il nostro migliore amico è pronto a condividere con noi quest’amore.
La libertà degli amici che inseguono lo stesso ideale , è questo che dovremmo cercare di raggiungere, non solo seguendo le orme di Cristo, ma facendole nostre, vivendo in Lui e facendo vivere in noi la parte divina che ci è stata data per affiliazione gratuita.
Quindi come con gli amici più cari dividiamo tutto, anche con lui possiamo fare lo stesso, essere amici nel bene e nel male, nella gioia e nel pianto, ed essere sicuri che da parte sua non ci mancherà mai una spalla su cui piangere o una mano per rialzarci, che avrà sempre un buon consiglio da darci e che ci starà sempre vicino e inonderà con il suo Spirito Santo. Non siamo noi che scegliamo di diventare Cristiani, ma siamo chiamati da Dio, al quale possiamo chiedere tutto nel nome di Gesù, e tutta la lezione si racchiude in un comandamento: amiamoci.Non è facile se ci fermiamo al nostro modo d’amare, così imperfetto e così terreno, che spesso è frainteso anche da noi stessi, ma quando ci mettiamo nelle mani di Maria, vediamo che nel silenzio Lei stessa c’ istruisce e ci porta alla comprensione di questo sentimento. Dare la vita per un altro, volere il suo bene sopra al nostro bene, anche se non solo spesso non si è ricambiati, ma addirittura si è offesi o peggio.
È in questi momenti che la nostra umanità è messa alla prova, ed una frase affiora sui bordi del cuore… ma chi ce lo fa fare? Gesù l’ ha fatto e se noi vogliamo seguirlo, dobbiamo andare fino in fondo, anche se non comprendiamo, e se saremo umiliati e derisi… Gesù c’insegna e noi non dobbiamo avere paura di continuare ad amare, anzi, dobbiamo amare ancora di più chi non ci ama, perché forse attraverso il nostro amore riusciremo a rivelargli il volto di Gesù Cristo. Voglio offrirti Gesù il mio amore per chi non ti ama, le mie lacrime per chi non ha capito, la mia vita per la sua. Amen.
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venerdì 8 maggio 2015

(Gv 15,18-21) Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo.

VANGELO 
(Gv 15,18-21) Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di essere con me nella lettura e riflessione di questo brano del vangelo, per testimoniare attraverso la tua sapienza, quello che tu vuoi che io comprenda e riporti qui.
Ci ha avvertito Gesù, che non sarebbe stato facile, perchè il mondo tante cose non riesce ad accettarle. L'amore poi... non sembra proprio che al mondo interessi.Se ne parla tanto, è vero, ma di quale amore si parla se poi per nulla si discute, ci si scontra e si fanno le guerre? Per essere seguaci di Cristo, bisogna abbandonare quello che ci lega alla terra, rinunciare alla prepotenza, per far posto alla gentilezza, vincere sui propri istinti per imparare a dominarli e poter fare dei vizi virtù.Già questo è difficile, ma ancor di più lo è in un mondo che  predica bene e razzola male. Sant' Agostino dice  che l’ uomo che è buono volontariamente è migliore di chi lo è per necessità. Era pertanto necessario concedere all’ uomo una volontà libera. Questa è sicuramente la chiave di lettura del libero arbitrio, perchè, come diceva nel vangelo di ieri Gesù, non ci ha chiamato servi per obbedire ciecamente, ma amici per vivere consapevolmente  il nostro rapporto con Dio.

giovedì 7 maggio 2015

(Gv 15,12-17) Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

VANGELO
 (Gv 15,12-17) Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Parola del Signore

(Gv 15,12-17) Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.(Gv 15,12-17) Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Oggi voglio pregare con una preghiera di   R. Follereau che mi piace e che sento tantissimo.

Cristo non ha più mani, ha solo le nostre mani per fare il suo lavoro oggi.
Cristo non ha più piedi,ha solo i nostri piediper guidare l'umanità lungo la sua strada.
 Cristo non ha mezzi,ha solo il nostro aiuto per condurre a sè l'umanità.
 Noi siamo la sola Bibbia che l'umanità legge ancora.
Siamo l'ultimo messaggio di Dio,scritto in opere e in parole"

Amare e amarsi, per incontrare l'amore ed imparare a conoscerlo.
La dimensione verticale è il dono gratuito che Dio realizza rivelandosi nella storia umana e donandoci il suo Figlio.Per amore Dio è sceso sulla terra e si è caricato i nostri peccati sulle spalle per aiutarci con la croce a dare un senso alla nostra travagliata esistenza umana.
Il palo orizzontale è quella parte della Croce che  dall’alto apre le braccia del Redentore su tutta l’umanità.
Gesù ci comunica lo Spirito di fratellanza, lo Spirito Santo che inchioda a quel legno santo le divisioni dell’odio, e ci rende una cosa sola, perché figli dello stesso Padre e fratelli di Gesù.
Perciò, le ferite più dolorose le arrechiamo al Signore quando non amiamo il fratello che vediamo (1 Gv. 4,19). E così, come ci rimprovera l’Apostolo Giovanni, dimostriamo di non amare Dio.
Gesù quella croce l'ha amata perchè rappresentava la nostra salvezza non la sua fine, ma il suo fine, il suo scopo, la sua missione... ora sta a noi volgere a quella croce il nostro sguardo ed imparare ad abbracciarla, perchè solo riconoscendo l'amore impareremo a costruirlo. 
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mercoledì 6 maggio 2015

(Gv 15,9-11) Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena.

VANGELO
 (Gv 15,9-11) Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
 Vieni o Santo Spirito e guida la mia anima, io non saprò mai essere riconoscente come dovrei!

"Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena".
Quando Gesù parla, non parla per se, ma il Padre nostro che è nei cieli parla con lui! 
Io leggo queste parole mi viene davanti la legge consegnata a Mosè  che troviamo sia in Esodo che in Deuteronomio, in cui io possiamo leggere nel 4° comandamento, il primo che regola i rapporti tra gli uomini,si legge molto chiaramente perchè tali leggi sono state prescritte, (perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio.-perché la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che il Signore tuo Dio ti dà.-)
Osservare i comandamenti ed amarci tra noi, rispettarci e rispettare noi stessi è fondamentale per vivere in armonia con la creazione .
Ancor meglio ci riuscirà di restare nell'osservanza e nell'ubbidienza a Dio Padre, vivere questo rapporto, valutandolo non come una negazione,ma come un'affermazione della nostra appartenenza alla natura divina , e alla nostra famiglia,non solo terrena ma anche celeste.

Non a caso Gesù vive la sottomissione ai propri genitori (Lc 2,51), in obbedienza al comandamento e rimprovera i farisei (in Marco 7,8-13 Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».  E aggiungeva: «Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione.  Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte.  Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me,  non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre,  annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».)
Restare in collegamento con il Padre attraverso il rapporto col Figlio che è la massima prova d'amore che poteva mai essere concessa per ognuno di noi.

martedì 5 maggio 2015

(Gv 15,1-8) Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto.

VANGELO 
 (Gv 15,1-8) Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA

Ti prego unica ragioione di vita E TE ,io CON TE,perchè mai io possa vivere SENZA DI TE.Essere parte della stessa pianta, per noi deve essere un segnale di quello che Dio vuole da noi, essere un tutt' uno con Lui e con i nostri fratelli, vivere per ascoltarci, per capire i bisogni degli uni e degli altri; esserci per chi è in difficoltà.... Conoscendo la parola di Dio, capiamo che cosa dovremmo fare, ma spesso è così difficile il rapporto con gli altri e pensiamo di poter ci dire Cristiani anhe se non andiamo d'accordo con tutti, se coviamo rancori, se pensiamo solo a noi stessi e se magari non andiamo neanche in chiesa.Inventiamo un rapporto personale con Dio, staccandoci dalla comunità e viviamo un po' da selvatici il nostro rapporto con la fede e siamo come i tralci staccati dalla pianta. 

lunedì 4 maggio 2015

(Gv 14,27-31) Vi do la mia pace

VANGELO
(Gv 14,27-31) Vi do la mia pace.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di scendere su di me, e illuminarmi con la tua sapienza per comprendere le letture della parola di Dio, per andare dal Figlio al Padre, attraverso di Te. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Dagli atti degli apostoli apprendiamo che già da 2000 anni la chiesa è perseguitata, all’ epoca erano i giudei che non volevano riconoscere Gesù come il Messia, poi c’ erano i pagani che non credettero e quelli che adoravano altri dei. In tutto questo marasma, Gesù ci parla di pace e, specifica che la pace di cui parla, non è come quella che si può cercare in questo mondo, ma è la pace che nasce dall’anima, che ha chi vive in pace con se stesso e con i fratelli.
Gesù dovrà tornare dal Padre, così com’è venuto dal Padre, lo dice prima che avvenga, perché gli apostoli credano a quello che sentono e che vedono, profeta di se stesso. In questa terra ci sarà il male, creato e provocato dal principe di questa terra, e spesso ci domandiamo perché? Chi lo ha eletto principe di questa terra?…Siamo stati noi uomini, che per vanità, per orgoglio, per brama di potere, per superbia, per voglia d’avere tutto, lo abbiamo ascoltato e lo ascoltiamo ancora.
Dio ci guarda scegliere a chi appartenere e soffre perché ci ama, soffre tanto da decidere di mandare a salvarci un redentore, che con il suo sacrificio, ci redimerà dal peccato originale. Forse a qualcuno queste parole non piacciono, non riesce a comprendere come Dio, possa averci lasciato in balia di satana, e allora lo voglio dire più semplicemente.
Siamo noi che scegliamo se credere che tutto sia qui sulla terra ed allora accumulare tesori e beni materiali, oppure fidarci della parola di Gesù Cristo, e sperare, ma più che sperare direi avere certezza, di una vita spirituale da vivere già da qui e continuare a vivere dopo la fine inesorabile dei nostri giorni. Si parla di fine del mondo, io preferisco e v’invito, con molta umiltà, a pensare alla fine di quest’ordine di cose, alla fine di una vita materialistica, e al raggiungimento di una vita nella nuova Gerusalemme, imparando a leggere l’apocalisse di Giovanni, non più come una catastrofe annunciata, ma come la vittoria del bene sul male, la vittoria del regno di Dio su quello di satana; ma per fare questo, bisogna che la vittoria avvenga prima di tutto nel nostro cuore
QUANTO GIOVA ALL'UOMO FARE CHIACCHIERE? QUANTO GIOVA ALLA CHIESA? QUANTO GIOVA A DIO? QUANTO TEMPO PERDIAMO NEL CRITICARCI A VICENDA? Potrei andare avanti così con tante domande simili.
CHI CI SPINGE L'UNO CONTRO L'ALTRO? Paolo nella lettera ai romani cap.8 ci dice che quando lo Spirito opera in noi "non viviamo più nella debolezza,ma siamo fortificati dallo Spirito" e continua( 7 Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo.) (9 Se lo Spirito di Dio abita in voi, non siete più nella carne ma nello Spirito. Ma se uno non ha lo Spirito di Cristo, non appartiene a lui.)E ancora in Rom.12
"Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.
La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda."
FRATELLI, SE NOI NON DECIDIAMO VERAMENTE PER CRISTO NELLA CHIESA E CERCHIAMO TUTTE LE COSE CHE DA SEMPRE HANNO CREATO LA DIVISIONE, SIAMO IN GRAVE PERICOLO, PERCHÉ SE È PUR VERO CHE LO SPIRITO SOFFIA DOVE VUOLE, È ANCHE VERO CHE NON SOFFIA SU CHI DECIDE PER IL SUO IO E NON PER DIO. SE I GIORNI CONTINUANO A SCORRERE E LEGGENDO IL VANGELO NIENTE CAMBIA NELLA NOSTRA VITA, SIAMO IN PERICOLO. 

domenica 3 maggio 2015

( Gv 14,21-26 )Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome vi insegnerà ogni cosa

VANGELO

( Gv 14,21-26 )Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome vi insegnerà ogni cosa.
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l'Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, amore di Dio, luce per noi uomini inesperti e dubbiosi, vieni. Unisciti al nostro debole corpo con il tuo Spirito e rendici saldi e forti nella fede.

"SE uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre l’ amerà"….   È tutto legato a quel SE. È la nostra scelta che ci permetterà di stare in contatto col Padre e col Figlio e di ricevere da loro lo Spirito Santo Paraclito che ci aiuterà per la contemplazione e la conoscenza, perché attraverso questa unione le opere del Padre possano essere compiute anche in noi discepoli.
Spesso mi succede di parlare con persone che sono piene di dubbi, di incredulità per quanto concerne la nostra fede.
Mi dicono di credere a modo loro, ma non c’ è un modo nostro per credere, o crediamo o non crediamo.
La fede vera non vuole dubbi, non si può fermare davanti ai peccati e agli errori di qualcuno, come non si è fermato l’ amore di Dio per noi a causa del peccato, e non si ferma neanche davanti ai delitti più orribili.
Potevamo essere tutti condannati alla perdizione eterna, se era uno di noi al suo posto lo avrebbe fatto…  irriconoscenti come siamo, presuntuosi e pieni d’orgoglio.
Ma Dio è Dio, da lui viene solo amore e per questo amore è disposto a tutto, anche a donare la vita del suo figlio prediletto. Per questo amore Gesù è venuto sulla terra per redimerci ed è tornato al Padre ad aspettarci, a preparare per noi un posto.Nella nostra grande  libertà possiamo  decidere di amarlo e tutto diventerà più facile, tutto sarà trasformato, e ci chiederemo che cosa abbiamo aspettato per fare della nostra vita un progetto di eternità.Gli uomini spendono anni, soldi e studi inutili per cercare di costruire qualcosa che non riescono a vedere,ma che è già in noi, la vita eterna!Dio mio aiutaci a vedere con gli occhi dello Spirito!
"NON ABBIATE TIMORE" Non temete quando tutto sarà difficile, quando tutto sarà incredibilmente faticoso, quando dai vostri occhi scenderanno copiose le lacrime….. NON ABBIATE TIMORE, Dio è con noi, ora e sempre e questa lotta la vinceremo, anche a forza di lacrime e di dolore, satana non ci farà suoi schiavi, resteremo aggrappati alla croce e con questa saremo innalzati al cielo. Amen.

sabato 2 maggio 2015

(Gv 15,1-8) Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto.

VANGELO
(Gv 15,1-8) Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
Parola del Signore.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Spirito Santo di starmi vicino e di assistermi con la tua sapienza nella lettura e nella riflessione della tua parola.

Spesso uso l’espressione, siamo operai della vigna del Signore e oggi il vangelo ci spiega proprio questo passo.
Quella della vite e dei tralci è una delle immagini più belle che Gesù ci propone, addirittura ci fa l'esempio di come il Padre ci tiene a che la vite produca buoni frutti.
La pianta della vite è una pianta che si aggroviglia, si arrampica e si attorciglia tutta intorno alla madre vite, dalla quale riceve la linfa, e l'agricoltore la cura, taglia i rami inutili, che non portano frutto e la pota perché sia più robusta.
I ruoli sono chiari, il raccolto va a Dio, è di Dio la vigna, di cui Cristo è la madre vite da cui partono i tralci, che siamo noi tutti.
L' importante quindi è rimanere aggrappati alla pianta madre, a Gesù, e alla Chiesa da lui istituita, di cui lo Spirito Santo è la linfa. Tante sono le immagini che mi vengono alla mente, una è quella delle sofferenze che nella vita ognuno di noi passa, che in qualche modo, anche se sono difficili da accettare, sembrano arrivare per distruggerci e invece ci fanno crescere e ci rendono più forti, e l'altra è l'immagine della Chiesa, che per quanto imperfetta e divisa è in ogni modo la parte portante della vite.Giorni fa rispondendo ad una catechesi stupenda di don Vincenzo Carone, mi sono trovata a dire:
"Non si può amare Dio e non amare la Chiesa,perchè la missione di Cristo è la Chiesa. Essere Chiesa è molto più difficile però, perchè essere Chiesa vuol dire anche essere casa,conforto,aiuto,perdono,condivisione….fratelli. Qui qualcosa si inceppa,e sento che non riusciamo ad amarci,siamo malati di presupponenza e di egocentrismo e questo è la prova tangibile che non riusciamo ad amare neanche Dio, perchè le nostre promesse si infrangono nella nostra incapacità. Allora mi dico che la Chiesa sembra più una famiglia di separati che una santa famiglia, ma credo che valga sempre la pena di continuare a credere che si può rinsaldare qualcosa, che ci si può voler bene anche se in maniera imperfetta, anche sbagliando tutto, anche se a tratti sembriamo veramente troppo lontani… anche se a volte non ci sopportiamo proprio."
Restiamo quindi attaccati a questa Chiesa, e lasciamo a Dio il giudizio e la potatura dei tralci, lui sa quello che è giusto, noi non sappiamo vedere più in là del nostro naso, se vogliamo essere un tralcio e non d’intralcio, affidiamoci alla parola di Dio e abbracciamo con fiducia Cristo Gesù.
Aggiungiamo una nota che mi sembra molto importante cogliere, Gesù dice molto chiaramente che senza di lui, cercando di fare le cose a modo nostro, non potremo fare nulla , questo non vuol dire che da soli non sappiamo fare niente, ma che da soli, non sappiamo fare niente di buono, ma posso dire anche di più, noi da soli, non sappiamo neanche riconoscere quello che è buono e quello che non lo è.

venerdì 1 maggio 2015

(Gv 14,7-14) Chi ha visto me, ha visto il Padre.

VANGELO
 (Gv 14,7-14) Chi ha visto me, ha visto il Padre. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o Spirito Di Dio ad insegnarmi quello che è giusto che io oggi sappia,Tu che sai dosare per me la sapienza il dolore e l'amore, tu che sai quello che è giusto per me. Grazie di assistermi.

In questo brano, come negli ultimi che abbiamo letto, Gesù torna a sottolineare la sua unicità col Padre, quindi non ci soffermeremo a ripetere le stesse cose, ma voglio invece sottolineare come stare in comunione con Gesù significa stare in comunione col Padre.E’ Gesù stesso che lo afferma e ci dice che attraverso questa comunione il Padre compie le sue opere, ma quello che mi colpisce è che ci dice che chiunque entrerà in questa comunione, farà opere altrettanto grandi .Quindi Gesù ci spinge a considerarci importanti agli occhi di Dio, perché credendo in Lui, crederemo in colui che l’ha mandato, e qualunque cosa chiederemo nel suo nome ci verrà concessa.Sono parole importanti e poiché sappiamo che le parole di Gesù sono verità, non vedo perché dovremmo credere solo in parte alle sue parole…spesso infatti,siamo portati a credere che solo a Lui siano stati concessi certi privilegi, dimentichiamo forse che gli apostoli compivano miracoli nel suo nome…e i santi, ancora oggi persone che erano esattamente come noi, ma che da noi differenziavano per la grande fede e l’abbandono alla volontà di Dio. Abbiamo tanti esempi da imitare,tocca cominciare a fare sul serio,non credete?

RITIRO ONLINE MAGGIO 2015

RITIRO ONLINE                                                                                                    
maggio 2015  

Venero la Parola di Dio, l’Icona ed il Crocifisso.   Traccio sulla mia persona il Segno della mia fede, il Segno della Croce, mi metto alla presenza del Signore che vuole parlarmi. 

Nella mia comunità

Signore aiutami ad amare,

ad essere come il filo

di un vestito.

Esso tiene insieme

i vari pezzi

e nessuno lo vede se non il sarto

che ce l'ha messo.

Tu Signore mio sarto,

sarto della comunità,

rendimi capace di

essere nel mondo

servendo con umiltà,

perché se il filo si vede tutto è

riuscito male.

Rendimi amore in questa

tua Chiesa, perché

è l'amore che tiene

insieme i vari pezzi.

 (Madeleine Delbrel)

 Veni, Sancte Spiritus, Veni, per Mariam.


Facciamoci “provocare” da alcune considerazioni di

don Paolo Scquizzato della comunità dei sacerdoti

del Cottolengo, che analizza alcuni brani evangelici

 noti ma li rilegge sotto una luce un po’ diversa da

quella alla quale siamo in genere abituati.

Buona meditazione e buona preghiera.







LECTIO  Apro la Parola di Dio e leggo in piedi il brano che mi viene proposto. (Lc 5,27-35)
27Dopo questo egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». 28Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
29Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. 30I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 31Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; 32io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
33Allora gli dissero: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». 34Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? 35Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». 








MEDITATIO   Seduto, rileggo la Parola per più volte, lentamente. Anche la lettura della Parola di Dio è preghiera. Siamo entrati in quella zona più sacra e più lunga del nostro Ritiro On Line: il grande silenzio !   Il protagonista è lo Spirito Santo.
 Il modo migliore per assaporare un brano delle Scritture è accoglierlo in noi come un cibo nutriente per il nostro spirito, è avere la certezza che sia Dio a volerci parlare per farci entrare nelle dimensioni del suo disegno di amore e di salvezza. Se ascoltiamo attentamente la Parola potremo entrare in un rapporto vivo con il Padre, per lasciarci plasmare dal suo stesso "cuore".



Il pubblicano
Nel Vangelo la figura del pubblicano (dal latino publicanus, dalla radice publicum che significa  tesoro  pubblico,  imposte)  assume una caratterizzazione fortemente negativa. Nell'antica Roma, era detto pubblicano un dipendente del governo d'occupazione romano. In ambito evangelico, la loro cattiva fama era dovuta anzitutto al fatto che fossero alleati e collusi col dominatore romano, quindi con la forza d'occupazione, e inoltre al fatto che godevano della fama di persone dedite ad abusi e sfrenatezze. Si può capire come queste persone, lontane da Dio, non fossero proprio l'immagine della correttezza e della santità immaginata dalla mentalità religiosa del  tempo.
Nell'Antico Testamento si afferma che chi si allontana da Dio subisce l'annientamento da parte di Dio: «Tu distruggi chiunque ti è infedele».
Ora, leggendo con attenzione il Vangelo, si può notare  come Gesù avesse una passione proprio per questo tipo di persone. Levi-Matteo il pubblicano contribuirà a formare quel gruppo improbabile di apostoli del Cristo, e poco  più  avanti Gesù si fermerà proprio dinanzi ad un ricco capo dei pubblicani, dicendogli: «Oggi devo fermarmi a casa tua» (Lc 19,2).

Una vicinanza maggiore
E questo perché il Vangelo è buona notizia, e non può che affermare che l'essersi allontanati da Dio ha provocato una vicinanza maggiore e straordinaria da parte di Dio stesso. Con l'incarnazione di Dio, con l'avvento di Gesù di Nazareth, l'amore va a cercare proprio questi casi disperati. La misericordia è sempre e solo attratta dalla miseria, come i chiodi dalla calamita.
Ma, d'altra parte, l'uomo si è allontanato da Dio - perdendosi - fìn dalle origini. Adamo è stato il primo perduto della storia, rappresentando così l'umanità intera. L'uomo, fatto per la comunione con Dio, paradossalmente vive lontano da Dio fìn da quando andò a nascondersi da lui per paura.
È la paura di Dio l'origine di ogni  male.

Allontanarsi da Dio
Ci s'allontana  da lui,  che è la vita e il fondamento,  perché se ne ha  timore, se non  il terrore,  e ci si dispera nel  cercare vita da un'altra  parte.
Il peccato, infatti, altro non è che ricerca di vita, di felicità, di compimento fuori dalla relazione con Dio, un volersi dissetare a pozzanghere insalubri. Un amore infinito per qualcosa di finito.
«Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché  sono nudo, e mi sono nascosto»: il vero peccato consiste dunque nel nascondersi da Dio, nel non farsi trovare da lui che viene a cercarci, nel non credere alla misericordia.
È disperare dell'amore.
L’unico nostro vero male è non credere all'amore.
«Adamo, dove sei?»: ognuno metta il suo nome al posto di quello di Adamo.
«Sono qui, abbracciami!»: in questo grido sta la nostra salvezza.
Questa è la vita!

Dove possiamo incontrare Dio
Quando Gesù dirà all'adultera: «Va' e non peccare più», vuole dirle di non disperare più dell'amore, perché quando cadrà di nuovo, quando peccherà, quando scenderà all'inferno, sappia che lui è già lì ad attenderla per abbracciarla e farla sentire  figlia.
Per questo noi crediamo che l'unico luogo dove possiamo incontrare Dio è il nostro peccato, il nostro inferno, il nostro sepolcro.
Il peccato diviene perciò il luogo dove viviamo l'epifania di Dio: «Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri».  Se non ci sentiamo mai all'inferno, se non abbiamo la consapevolezza di esservi entrati, e lì dimorare, non potremo mai fare esperienza di Dio, non potremo mai conoscere Dio.
Levi, il pubblicano,  era un daziere: raccoglieva le tasse per conto dei Romani. Era perciò considerato un venduto, un traditore, un collaborazionista degli invasori. E, ovviamente, faceva la cresta sulle tasse, quindi era anche ladro. Una somma di caratteristiche tali da attirare su di sé inequivocabilmente la maledizione di Dio.
Eppure Gesù lo chiama tra i suoi.

Il seguito di Gesù
Diamo uno sguardo d'insieme al seguito di Gesù: c'è Pietro, che lo rinnegherà; troviamo Giuda, che lo tradirà; Simone lo Zelota, che ha sempre il pugnale con sé; ci sono tutti gli altri, che lo abbandoneranno sotto la croce. I suoi discepoli sono così, e ciò è bellissimo, perché ci permette di identificarci pienamente in essi. Anch'io sono dei suoi, anch'io son stato scelto per essere tra i suoi, così come sono.

Lo sguardo di Gesù
Narra l'evangelista: «Gesù uscì e vide un pubblicano  di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi!"» (v. 27). Gesù vede e chiama.
Lo sguardo di Gesù raccolto dai Vangeli  è di  una  portata straordinaria.
Gesù guarda Levi e non vede un ladro, un approfittatore, un venduto, bensì un uomo bisognoso di fiducia.
D'altronde nella casa di Giàiro, il capo della  sinagoga  di Cafarnao, tutti vedono una bambina morta; Gesù vede semplicemente una bambina addormentata. Quando gli portano una donna scoperta in flagrante adulterio, tutti la vedono peccatrice meritevole di morte; Gesù vede una donna già nella sua riacquisita dignità e libertà. Mentre cena in casa del fariseo, entra una prostituta che gli lava i piedi: lui vi vede una santa. E, davanti alla tomba di Lazzaro morto, Egli vede già l'amico risuscitato.
Il suo sguardo vede sempre oltre. L’amore vede sempre oltre.
Ciò significa che anche noi siamo visti così. Quando ci guardiamo dentro e vi troviamo soltanto sporcizia, cattiveria, ingratitudine, incapacità, Dio ci sta guardando in maniera diversa, come i figli prediletti, amati!
Se imparassimo a guardarci con gli occhi di Dio, impareremmo anche ad accettarci, ad amarci un po' di più, a stimarci un po' di più, trasformando così la nostra vita.

Le parole di Gesù
Nelle parole di Gesù, Dio dice e trasforma, perché Dio compie ciò che dice, la sua Parola è creatrice: «Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu».
Dio pronuncia la Parola e le cose sono!
«Seguimi», ed egli lo seguì: Levi è stato ricreato.
La Parola di Dio pronunciata su di noi ha il potere di ricrearci. Per quanto malvagi, cattivi, sporchi possiamo essere, la Parola ci fa nuovi, ogni giorno.
Nei Vangeli, alla chiamata di Gesù segue quasi sempre una risposta immediata. È naturale: quando ci si sente amati, si cambia vita. L'amore trasforma. Gesù guarda Levi, lo fissa, lo ama ed egli cambia vita. «Si alzò» è il verbo della risurrezione: l'amore fa risorgere.
Nell'alzarsi di Levi si rispecchia l'alzarsi del paralitico. È uscire dal blocco del peccato per tornare a stare in piedi, in piena dignità.

Celebrare la vita
Questa è l'ora di celebrare la vita! Infatti la scena successiva si svolge intorno a una tavola imbandita, per fare festa. E ciò avviene in un luogo impuro: la casa di Levi. Intorno a quella mensa non siedono i santi, ma i colleghi di Levi, disgraziati come lui, con Gesù in mezzo a loro.
La salvezza è sedersi alla tavola dei peccatori, l'essenziale è che al centro vi sia Cristo.
Nella sacra Scrittura, fin dall'Antico Testamento, il banchetto è segno della realizzata comunione di Dio con gli uomini. Lì si consumano le nozze tra l'umanità e la divinità. Ebbene, se Gesù si siede alla tavola dei peccatori vuol dire che la salvezza è giunta, è a portata di mano. Le nozze si sono finalmente celebrate: Dio s'è finalmente potuto unire al suo amato, l'uomo. Il fatto che nei Vangeli Gesù venga descritto spesso seduto a tavola, è perché questo testimoniava l'avvenuta comunione tra l'uomo e la divinità.

Commensale di Dio
Levi, quell'uomo maledetto  da tutti, è diventato commensale di Dio,  «concittadino  dei santi e familiare  di Dio», dirà Paolo. Ma i pii, i giusti, non solo non son seduti a tavola, a far festa con Dio; essi si trovano  a parte,  ingrugniti,  divorati  dal  livore,  tristi  e giudicanti:  «Come mai  mangiate  e bevete insieme  ai  pubblicani  e ai  peccatori?»  (v. 30). È la  tentazione perenne  degli  uomini religiosi : arrogarsi  il diritto  di  dividere  tutti  tra  buoni  e cattivi, tra giusti e ingiusti. Neanche i discepoli  ne erano esenti; pensiamo alle loro  parole  in  Lc 9,54:  «Signore, vuoi  che diciamo  che  scenda  un fuoco dal cielo e li consumi?». Di fronte a questi atteggiamenti, Gesù  replica  con  grande  chiarezza, senza lasciare equivoci:  «Non  sono  i  sani  che  hanno  bisogno  del  medico,  ma  i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
C'è poco da fare, l'unico modo per non essere salvati è non lasciarci salvare! È rinunciare al banchetto che è già imbandito per me, è voler stare fuori perché si considera impossibile che Dio "funzioni" così.

Se ti senti giusto…
Gesù ha fatto molta fatica con i farisei, perché erano impenetrabili. Ha avuto a che fare con indemoniati, con peccatori di ogni sorta, ma gli unici che lo hanno fatto veramente penare sono stati i pii e i religiosi, gli osservanti, quelli puliti, a posto.
Paradossalmente Dio fa più fatica con questi che con i grandi disgraziati. Perché se ti senti giusto, a posto, ti chiuderai sempre alla grazia: pensi  che siano  le tue opere a salvarti e non la fede.

Creatura “altra” da come Dio l’aveva pensata
Se Dio è "dispiaciuto" del mio peccato, è perché vede la sua creatura ferita, infangata, abbrutita, "altra” da come l'aveva pensata e sognata. Il peccato è un  male che  faccio  a me stesso, perché il male mi fa male. Il peccato mi consuma, è il grande inganno che, invece di donarmi la vita promessa, me la toglie distruggendomela. In questo senso l'uomo è malato e ha bisogno del medico; Gesù è venuto a togliere il peccato perché l'uomo possa tornare a rialzarsi e risorgere, a respirare e a risplendere.

Festa
Gesù è venuto a portare la festa. Dio è per l'uomo gioia, festa, ebbrezza, sovrabbondanza. 
Il dono che il Cristo risorto elargisce ai suoi, e quindi a ciascun uomo su questa terra, è gioia e pace, benevolenza, libertà, il frutto dell'amore insomma, quello che ha vinto la morte.

La presenza di Dio
Il regno di Dio, la presenza del Dio vivo nel mondo, è questione di giustizia, ovvero di un amore riabilitativo nei confronti dei fratelli. Lì si fa presente Dio e se ne fa esperienza. Dove si è costruttori di pace, lì c'è Dio. Dove si vive nella gioia, lì Dio è presente. Dove si è disposti a sacrificarsi per l'uomo, lì s'incontra il Dio della vita, il Risorto.



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ORATIO    Domando umilmente di poter essere coerente con le indicazioni emerse dalla meditatio. Esprimo fede, speranza, amore. La preghiera si estende e diventa preghiera per i propri amici, per la propria comunità, per la Chiesa, per tutti gli uomini. La preghiera si può anche fare ruminando alcune frasi del brano ripetendo per più volte la frase/i che mi hanno fatto meditare.

Dove sei andato, Dio?
Fino ad un attimo fa
eri qui al mio fianco
e sulle mie labbra il tuo nome
suonava bene, come una parola familiare,
come una nota al posto giusto.
Ti sentivo vicino, Padre, amico.
Poi, tutto ad un tratto,
mi sono voltato
e non ti ho visto più.
Dove sei andato, Dio?
Mi hai forse abbandonato?
Ti cerco.
E' una fatica, ora, crederti qui.
ma sarebbe straziante
non continuare a cercarti:
mi perderei ancora di più.
Aspettami, Signore.
Sto arrivando.
Ma se mi smarrisco,
non arrenderti,
vieni tu a cerare me.
Se un pò ti conosco,
anche se non ti vedo,
anche se non ti sento,
so che lo farai.

(spunti da una preghiera di Eric Pearlman)





CONTEMPLATIO     Avverto il bisogno di guardare solo a Gesù, di lasciarmi raggiungere dal suo mistero, di riposare in lui, di accogliere il suo amore per noi. È l’intuizione del regno di Dio dentro di me, la certezza di aver toccato Gesù.
 È Gesù che ci precede, ci accompagna, ci è vicino, Gesù solo! Contempliamo in silenzio questo mistero: Dio si fa vicino ad ogni uomo!

Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre Onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli

 dei secoli.

Amen



ACTIO     Mi impegno a vivere un versetto di questi brani, quello che mi ha colpito di più.
Si compie concretamente un’azione che cambia il cuore e converte la vita. Ciò che si è meditato diventa ora vita!
Prego con la Liturgia delle Ore, l’ora canonica del giorno adatta al momento.
Concludo il momento di lectio recitando con calma la preghiera insegnataci da Gesù: Padre Nostro...
Arrivederci!

(spunti da una riflessione di don Paolo Scquizzato)