lunedì 17 giugno 2013

http://www.santuarimariani.org/r-suor-maria-laura-m/10-smlaura-mainetti-tudevi-.htm
“TU DEVI FARE QUALCOSA DI BELLO PER GLI ALTRI”
  (a cura della Congregazione "Figlie della Croce")

Suor Maria Laura è stata uccisa con 19 coltellate la sera del 6 giugno del 2000.
Con un tranello, combinato per telefono, tre ragazze con la scusa che una di loro era in pericolo e aveva urgente bisogno di aiuto, l'hanno convinta a uscire di sera, l'hanno attirata in Via Poiatengo e l'hanno accoltellata.
Chi era Suor Maria Laura?
Maria Laura era il nome da suora. Il suo nome di battesimo era Teresina.
I suoi genitori, Stefano Mainetti e Marcellina Gusmeroli, erano di Tartano (SO)  e facevano i contadiniNel 1931 lasciarono Tartano e vennero ad abitare a Colico.
Nel 1939, all'età di appena 31 anni, Mamma Marcellina morì dopo aver dato alla luce la decima dei suoi figli, precisamente Teresina. La piccola veniva così ad aggiungersi ad altri  5 fratelli e una sorella, poiché tre erano già morti.
La mamma, morendo, lasciò Romilda, la maggiore, che contava 12 anni e Teresina, l'ultima, 12 giorni.
Con tutta la sua buona volontà, Romilda non era in grado di occuparsi anche della piccola, così fu portata a Tartano da una zia.
A 3 mesi una signora di Colico si offrì di prenderla in casa sua.
Nel 1940 il papà si risposò e Teresina, all'età di 8 mesi, potè rientrare in famiglia. Da quel momento fu Romilda ad occuparsi di lei, perché la seconda mamma, che pur le voleva bene, dovette ben presto dedicarsi ai suoi figli che nacquero, anno dopo anno, in numero di sette.
Teresina si rivelò subito molto gracile, tanto più che non trovavano il latte che le andasse bene. Alla fine provarono quello di capra e questo, con soddisfazione di tutti, funzionò. Così Teresina fu allevata col latte di capra.
Nel frattempo era scoppiata la guerra e le condizioni economiche della famiglia diventarono precarie: lavorava solo il papà e le bocche da sfamare erano tante.
II fratello Amedeo, il confidente di Teresina dopo Romilda, dice di lei: "Sentendola spesso piangere, speravo che morisse, così a tavola ci sarebbe stato un piatto in meno da riempire".
Ma la Provvidenza aveva disposto diversamente.
Col tempo si rinforzò e divenne grande, curata e protetta soprattuto dalla sorella maggiore. Anche gli altri le volevano bene, perché era sempre contenta e sorridente.
"Io non ricordo, dice Amedeo, d'aver ricevuto da lei il più piccolo sgarbo o la più piccola offesa. Era molto sensibile e timida e, se per caso il papà alzava la voce con noi o la rimproverava per qualche sbaglio, non rispondeva e non si difendeva, ma si appartava un momento a piangere , per poi ritornare a sorridere come se nulla fosse accaduto."
Il padre era molto severo e imponeva ai figli di andare a Messa tutte le mattine prima di recarsi a scuola. Teresina non frequentò la Scuola Materna, ma all'età di sei anni cominciò la scuola elementare. Anche lei, ogni mattina, doveva assistere alla Messa coi fratelli all'Istituto S. Cuore di Colico, che ospitava una trentina di Seminaristi, alcuni Preti e anche quattro Suore "Figlie della Croce."
La Superiora, Suor M. Amelia, era molto amica della mamma Marcellina e quando questa morì, rimase molta affezionata a tutti , ma specialmente a Teresina.
"Sono convinto, dice ancora Amedeo, che sono state le preghiere di mia mamma e di Suor M. Amelia a far sì che Teresina, dopo le elementari, scegliesse di andare a Parma nell'Istituto delle Figlie della Croce, per frequentarvi le Scuole Medie e le Magistrali".
"Durante le vacanze estive ci trovavamo tutti insieme in famiglia e io ricordo benissimo, racconta ancora Amedeo, che ogni anno la trovavo più buona e generosa.
Avevo scoperto che teneva un diario sul quale scriveva tutti i giorni il suo cammino spirituale. Un giorno, spinto dalla curiosità, approfittai della sua assenza, lo presi e lo lessi. Con meraviglia scoprii chesi impegnava quotidianamente in fioretti, rinunce, gesti di generosità e pratiche spirituali. Da quel momento la stimai ancor più e cominciai a provare per lei una santa invidia".
Verso la fine delle Magistrali comunicò alla famiglia la sua decisione: voleva farsi Suora! Prima però doveva sottoporsi ad una visita medica per accertarsi che fosse in buona salute. Il responso non si fece attendere e Teresina, piangendo, confidò al fratello che le sue Suore di Parma non l’avrebbero mai accettata, perché le avevano riscontrato dei focolai di tubercolosi. Aggiunse però che doveva sottoporsi a un'altra visita, con analisi più accurate.. "Tu prega, disse al fratello, il Signore farà il resto".
Era molto debole, mangiava pochissimo e non si capiva come facesse a stare in piedi.
Due mesi dopo, tutta contenta ed entusiasta, abbracciò il fratello e gli disse che non avevano più trovato tracce di tubercolosi. Il Signore l'aveva esaudita e poteva finalmente coronare il suo sogno!
Fu allora che Amedeo fece con lei un patto: pregare un’ Ave Maria, tutti i giorni, l'uno per l'altra.
Fin da piccola, Teresina dimostrò una grande sensibilità verso i sofferenti. Alla   signora Lilia, una sua vicina di casa, era morta la figlia unica, Laura, che aveva la sua stessa età e Teresina andava a trovarla per farle compagnia e consolarla. Tra loro nacque un rapporto molto bello e affettuoso, tanto che la signora avrebbe voluto adottarla, ma il papà non volle staccarsi da lei, adducendo comescusa che lui non vendeva i suoi figli.
Diventata Suora, Teresina volle chiamarsi Suor Maria Laura per riconoscenza alla signora Lilia e in ricordo di Laura.
Vicino a casa sua abitava anche una ragazza poliomielitica. Andava sempre a trovarla e continuò a farlo anche da Suora.
In casa e a scuola si faceva notare per la sua prontezza nell'obbedire, per la sua docilità e timidezza.
Aveva appena 10 anni quando Romilda si sposò con un giovane non troppo gradito al padre. Teresina ebbe la proibizione di andarla a trovare. Allora, passando davanti alla casa della sorella , si avvicinava alla finestra e la salutava con la mano. Confiderà più tardi a Romilda: "Quanto ho pianto per quella privazione"!
Quando disse ai fratelli che voleva farsi suora, questi provarono a farle cambiare idea  raccontandole  un sacco di fandonie... Ma lei fu irremovibile e non si lasciò influenzare, disse :"Le vostre sono tutte frottole e io mi farò suora."

Teresina si fa Suora
Era ancora molto giovane quando un sacerdote, in confessione, le disse: "Tu devi fare qualcosa di bello per gli altri".
Quella frase la riempì di gioia.... Da quel momento pensò che doveva dare uno scopo alla sua vita e capì che le Suore del suo Collegio le offrivano questa possibilità.
Nell'agosto 1957, all'età di 18 anni e con altre 10 giovani ragazze come lei, iniziò il cammino di preparazione alla vita religiosa e , due anni dopo, Suor Maria Laura era pronta per la sua missione di Figlia della Croce.
Fu per molti anni insegnante elementare a Chiavenna, a Roma, a Parma. E' difficile dire quanti bambini e quante famiglie ha avvicinato e accompagnato   con bontà, pazienza e severità quando occorreva.
I suoi alunni la ricordano con profondo affetto e stima.
Nutriva una predilezione particolare per i giovani. Con loro si sentiva a suo agio e amava intrattenerli sia negli incontri di catechesi come negli incontri casuali.
Durante tutti gli anni della sua permanenza all'Istituto Immacolata di Chiavenna, si è occupata delle giovani Convittrici della Scuola Alberghiera e, negli ultimi anni, le fu affidata anche la responsabilità di Superiora.
Conservava sempre nel suo cuore il ricordo di quella confessione: "Tu devi fare qualcosa di bello per gli altri"!
Tutta la sua vita è stata spesa per gli altri, con particolare attenzione ai piccoli, ai poveri, agli ultimi.
Chi può dire quante cose belle ha realizzato? Non amava farsi pubblicità, parlare di sé, della sua famiglia, del suo lavoro, dei suoi progetti: si donava e basta!
Non era mai stanca... sempre pronta, sempre svelta, leggera, contenta.
Una Suora della comunità la ricorda così: "Era come una pallina che rimbalza da una parte all'altra della casa. La sua ombra ti seguiva ovunque... non facevi in tempo a vederla al primo piano che già la dovevi cercare al secondo".
La sua camera era tutta tappezzata di foglietti-promemoria sparsi un po' ovunque. Appena riceveva una telefonata o una richiesta, la scriveva, perché non voleva dimenticare niente e nessuno. Era solita dire che la memoria ormai cominciava a fare cilecca e bisognava prendere i mezzi per non dimenticare".
Un'altra Suora dice: "Passava tra la gente distribuendo saluti e sorrisi come una buona sorella che si interessa di tutti".
Era molto attenta ai poveri, non per mestiere ma per amore. In loro trovava la "perla preziosa" e dava tutto per averla.
Niente era banale per lei, tutto era amore.
Amava sostare in preghiera nella Cappella dell'Istituto e, quando le era possibile, partecipava con gioia alle celebrazioni in Parrocchia.
Se veniva a conoscenza di qualche ammalato in ospedale o nelle famiglie, si faceva un dovere di andarlo a visitare.
Era felice di essere Ministro Straordinario dell'Eucaristia e lo esercitava volentieri tutte le volte che si presentava l'occasione, sia distribuendo la Comunione in chiesa, sia portandola agli anziani e ammalati nelle case.
(Potrei continuare ancora a lungo, ma termino con questo ricordo) Due o tre giorni prima di morire, incontrando una Suora, esclamò: "Sono felice... Gesù è contento di me. Sì, ho ancora qualcosa da migliorare, ma sono contenta lo stesso".
A me e a voi consegno l’impegno che ha fatto scattare Teresina e che ha sempre avuto presente anche da Suora.
Oggi lei stessa lo ripete a ognuno di noi: "Tu devi fare qualcosa di bello per gli altri"!

(Mt 5,43-48) Amate i vostri nemici.

VANGELO
 (Mt 5,43-48) Amate i vostri nemici.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Parola del Signore

(Mt 5,43-48) Amate i vostri nemici.

LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 
O Dio, fortezza di chi spera in Te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
 La logica che ci lega alla terra è fatta di simpatie e di antipatie, di cose belle e cose brutte, di odio e di amore.  Tutti siamo capaci di provare dei sentimenti, anche gli animali, che sicuramente sono migliori di noi anche in questo. In genere i nostri sentimenti debbono essere corrisposti, ricambiati, perché non siamo proprio abituati a dare gratuitamente, e siamo più inclini all’indifferenza e al rancore che all’amore. Ma noi non siamo solo uomini, siamo anche Cristiani e nella logica di Cristo, l’ amore supera i nostri limiti. 
Ama il tuo nemico, perché Dio lo ama, è tuo fratello.  Se ami Dio, se vuoi condividere con lui il sogno, non puoi essere tu a decidere chi amare, devi fidarti di Dio. Io sono sicura che molte persone che per noi non hanno speranza, saranno invece davanti a noi sulla via del paradiso. Il Signore sa come e quando chiamarci,  ricordate la frase: “ non siete voi che avete scelto me, ma io che ho scelto voi “? 
Poi si,  è vero,  abbiamo il libero arbitrio; la scelta è la nostra, se dire si o no a quella chiamata, ma come con Paolo, così fa con tutti noi, sono solo i tempi ed i modi che differenziano. 
Gesù ci invita ad amare, sempre e nonostante tutto, perché è da questo che si riconosce il Cristiano,  anche i pagani sanno amare chi li ama, ma il Cristiano deve tendere ad amare anche il suo nemico. Abbiamo tanti esempi di gente che ha saputo amare e perdonare come ha fatto Gesù ,un esempio è suor Maria Laura Mainetti.http://www.youtube.com/watch?v=aQB8Pl-CvCM
Dal gesto insano di tre ragazze, all’amore incondizionato della piccola suora, e da allora, tanti piccoli fiori sono fioriti da quel seme d’amore. I disegni del Signore non sono i nostri, ma noi possiamo farne parte nel bene o nel male. Satana propone ma Dio con il nostro aiuto Dispone!
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per leggere e inserire post e  commenti e le versioni in francese -inglese e spagnolo  :http://www.facebook.com/group.php?gid=136929857240 

domenica 16 giugno 2013

Ricucire gli strappi non è un optional.

L'amore è qualcosa che si costruisce insieme all'altro,non è facile,ma quando si ama come vuole il Signore,ci si lascia guidare dalla sua voce e non da quella del rancore,del giudizio o della superbia.
Ricucire gli strappi non è un optional per il cristiano,ma è quella tela che se non si tenta almeno in tutti i modi possibili di ricucire,sarà quella con cui ci presenteremo davanti al Signore.
Fa o Amore Divino,che nel mio abito,quando sarò davanti a te,ci siano rammendi anche grossolani,anche imperfetti,ma fatti con amore e fatica,e non buchi e lacerazioni,con la scusa del "non sono capace".
Io so che non sono capace,per questo chiedo a te di aiutarmi!

(Mt 5,38-42) Io vi dico di non opporvi al malvagio.

VANGELO 
(Mt 5,38-42) Io vi dico di non opporvi al malvagio.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. 
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

Parola del Signore
(Mt 5,38-42) Io vi dico di non opporvi al malvagio.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
O Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, e col tuo Spirito illuminaci. 
Porgi l'altra guancia... non vendicarti, aiuta chi è in difficoltà, sopporta le ingiustizie con pazienza.... certo che poteva dire ancora Gesù. Certo che pretende veramente molto da noi! Eppure tutto ha una sua logica, solo che non è umana. Ma che potevamo aspettarci da chi ha per amore dato la sua vita per noi, da chi mette l'amore e l’obbedienza a Dio, al primo posto.... ma che ne sa Lui? 
Che ne sa di quando ti accusano di essere colpevole di un reato e non lo sei?... lo sa! 
Che ne sa di quando ti fanno un torto, ti tradiscono?... lo sa!
Che ne sa di quando ti schiaffeggiano e ti umiliano davanti a tutti?...... lo sa! 
Che ne sa di quando ti senti solo e tutti gli amici ti abbandonano?... lo sa! 
Gesù non parla per sentito dire, ha provato tutto sulla sua pelle, si è umiliato, fatto uomo per portarci nel suo regno, che è quello dell'amore incondizionato, dove c' è amore vero, per tutti gli uomini, e non ci può essere altro. 
Se negli uomini è insito il desiderio di prevalere, in Gesù quello di far prevalere e la cosa che deve essere prevalente è proprio l'amore. - Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno -   è stata la sua ultima preghiera.... 
Come poter seguire Gesù senza accettare di fare quello che lui ha fatto, non ha senso, perché non riusciremmo a fare molta strada, anzi ,rischieremmo di sbagliare completamente direzione, perché significherebbe mettere il proprio orgoglio davanti all’amore per Dio e per il prossimo.
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Concordanza con “ l’evangelo come mi è stato rivelato di Maria Valtorta “

sabato 15 giugno 2013

(Lc 7,36-8,3) Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.

VANGELO
 (Lc 7,36-8,3) Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». 
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Parola del Signore.

(Lc 7,36-8,3) Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.

LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 
O Dio, che non ti stanchi mai di usarci misericordia, donaci un cuore penitente e fedele che sappia corrispondere al tuo amore di Padre, perché diffondiamo lungo le strade del mondo il messaggio evangelico di riconciliazione e di pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo... 
Una donna entra nella stanza. Tutti la guardano e la giudicano, solo Gesù non la sta giudicando, perché lui non vede la peccatrice, ma la donna che ha molto amato, che ama…
Gesù va dritto al cuore,vede questa donna che piange e che si getta ai suoi piedi, non sa neanche chiedere perdono, sta lì muta e piangente, con i suoi profumi, che esalano, come la sua anima è lì, che esala al Signore la sua preghiera. Gesù mette ancora una volta al centro l’ amore, quando uno ama è più importante di tutto, e ogni cosa può essere perdonata in nome dell’ amore. La parabola dei due debitori a cui veniva condonato il debito, serve a Gesù per spiegare che non fa differenza se il debito è poco o tanto per il creditore, ma è la risposta che è diversa, a chi è condonato di più, sarà più riconoscente. Quanto dobbiamo essere riconoscenti noi che siamo peccatori a Gesù che ci ha perdonato prima ancora che gli chiedessimo perdono. Quanto vorrei mio Signore lavare i tuoi piedi insanguinati dai miei peccati con le lacrime del mio pentimento… ma forse non sono capace neanche di questo amore mio, non sono neanche cosciente di quanto ho peccato e, di  quanto continuo a peccare. Perdonami, tu che sai leggere il mio cuore, fa che a te esali il mio pentimento come profumo, sopra alle brutture del mio cuore.

venerdì 14 giugno 2013

(Mt 5,33-37) Io vi dico: non giurate affatto.

VANGELO 
(Mt 5,33-37) Io vi dico: non giurate affatto.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno».

Parola del Signore

(Mt 5,33-37) Io vi dico: non giurate affatto.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito ed impregnami di umiltà, fammi conoscere la giustizia dei tuoi insegnamenti e fammela aderire al corpo come una seconda pelle.
Fa che quest' alleanza che faccio con te, sia sincera e duratura, e che mai io venga meno all'aderire ai tuoi comandamenti. Proteggimi dalla voglia di agire come io voglio e imprimimi in me l'azione del Tuo Santo pensiero.
Il nostro parlare sia si,si;no,no.
Ripetuto due volte perché al parlare corrisponda l'azione,che ad esso è legata.
Una delle più comuni accuse che si fa alle persone che frequentano le varie chiese,è proprio quella dell'incoerenza tra il dire ed il fare, ed è una critica che condivido in pieno, perché tutti parliamo bene,ma razzoliamo male.
Ogni giorno mi trovo a combattere con questa incoerenza che esce fuori in ogni occasione, noi spesso estrapoliamo dalla Bibbia quello che ci fa comodo ed omettiamo di ricordare quello che invece ci riesce poco e niente.
"Il di più viene dal maligno" tremenda affermazione,ma da prendere molto sul serio. Non si deve neanche cercare di alterare la verità per convincere o per convincerci che quello che diciamo è giusto,ma semplicemente attenerci ai fatti e alla parola di Dio.

(Mt 5,27-32) Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio.

VANGELO 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’ adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

Parola del Signore

(Mt 5,27-32) Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio.


LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA
Eccomi Signore, sono qui per conoscere le tue vie ed illuminarmi all'ascolto della tua parola. Fa che io  possa sempre seguirle con tutta me stessa.
 
Dio non si accontenta di avere le briciole del nostro amore, vuole che decidiamo per donarci completamente a Lui.
La nostra scelta non può essere sempre fatta solo in base a quello che ci conviene, a quello che ci riesce più facile.
Spesso ascoltiamo la parola di Dio e poi pensiamo che in fondo non ci riguarda, perché non dobbiamo diventare santi, perché non siamo in grado di vincere tutti i nostri vizietti e abitudini. Perché dovremmo cambiare, in fondo non facciamo niente di male,non uccidiamo nessuno, se ci siamo lasciati con la moglie o il marito, era perché era impossibile sopportarci, e se a volte facciamo cattivi pensieri sulle donne degli altri, che male c'è, guarda come vanno in giro...con tutto di fuori!!!
Giorni fa, mi è capitato di parlare con un vecchietto che andava spesso a prostitute, senza minimamente rendersi conto che faceva peccato. Lui pensava nella sua piccola testolina, che bastasse usare le dovute precauzioni per non prendere le malattie per stare al sicuro. Ho pregato con lui e gli ho spiegato che quelle donne che si prostituiscono, non sono degli oggetti che si possono usare, solo perché disponibili; che anche se Dio ha creato l' uomo e la donna,gli ha detto di unirsi per formare una famiglia, non per fare i loro comodi e dare libero sfogo ai loro istinti.Se prima fingeva di ignorarlo,ora non potrà più farlo.
Oggi purtroppo, siamo andati un po' troppo oltre nella ricerca della libertà, quanti Adamo ed Eva disobbedienti ci sono in noi, Dio solo lo sa; vedere alcune cose come permesse, come il male minore,ci porta spesso a sbagliare strada,e questo può andare bene per il nostro corpo,ma certamente non va bene per la nostra anima. Credetemi, non voglio fare il solito discorso condito dal  bigottismo più sfrenato, so benissimo quanto sia invitante il peccato,apposta si chiama "tentazione", ma quello che invece voglio ricordare con voi, è che si può vincere sul peccato e ci si può sentire ancora più appagati che nel commetterlo.
La pace che il Signore ci offre, vale molto più di tante inutili lotte con noi stessi; decidere per Dio significa vincere sul peccato, chiedere a Gesù di assisterci, e di perdonarci se non riusciamo ad essere migliori,ma di darci la forza di insistere, perché non possiamo sempre rimanere a metà,tra bene e male,tra Dio e mammona,tra cielo e terra. Non importa cosa abbiamo fatto fino ad oggi,è quello che decidiamo di fare ogni giorno che ci cambia la vita.
San Paolo uccideva i cristiani,ma divenne uno degli apostoli più grandi di Gesù; Sant'Agostino lottava per non lasciarsi andare all'amore di Dio....poi scelse per Dio ed abbandonò la sua vita dissoluta.
Sono le scelte definitive che danno un senso alla vita, non il sopravvivere a noi stessi.

mercoledì 12 giugno 2013

(Mt 5,20-26) Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.

VANGELO
 (Mt 5,20-26) Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Parola del Signore

(Mt 5,20-26) Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego Spirito Santo, di non mancarmi mai, mentre cerco di scrivere questa mia riflessione alla tua parola,
perché voglio esserti fedele e togliere da me tutto quello che non è tuo. Te lo chiedo per nostro Signore Gesù Cristo. Amen.

Abbiamo già visto come gli uomini, adattino le leggi a loro piacimento, anche gli uomini di chiesa, quindi non dobbiamo essere come loro, (spesso falsi e ipocriti) ma migliori e non ci dobbiamo fermare alle apparenze ma andare nella profondità delle cose, dobbiamo cercare in verità, nel nostro rapporto con Dio le risposte che ci servono, perché noi in coscienza sappiamo qual è la verità.
Quando Gesù dice che non è venuto per abolire la legge di Dio, ma per darne compimento, intende dire che non è sufficiente dire:  io non uccido per essere a posto. La legge di Dio, non deve essere vista come un insieme di regole, da rispettare alla lettera, ma come un modo di vivere che mette tutto sotto alla lente d'ingrandimento dell'amore.
Non fare del male agli altri, perché sono i nostri fratelli e quindi come il nostro padre terreno ci chiede di non litigare con i nostri fratelli di sangue, così il nostro padre celeste ci esorta ad andare d’accordo con tutti i nostri fratelli spirituali.
Non ci dice di guardare chi ha torto o chi ha ragione, ma  di fare pace; di tendere in ogni caso la mano verso gli altri, di non ferire nessuno con le nostre parole ed i nostri comportamenti, perché anche questo è male.
Ci esorta a migliorare ed a cambiare seriamente il nostro atteggiamento per cercare la salvezza attraverso il rispetto della legge morale dettata da un vero amore, verso tutti, in particolar modo, verso quei fratelli che sentiamo più lontani, più difficili da raggiungere, più difficili da amare.
A questo proposito vorrei aggiungere che là dove non riusciamo da soli a farlo, non dobbiamo arrenderci, ma con il cuore veramente sincero, possiamo chiedere al Signore di donarci la forza del SUO amore perché sinceramente aderiamo al Suo progetto d’amore.
Spesso non è facile, con tutta la cattiveria che si vede intorno a noi, riuscire ad amare e a perdonare chi ci fa del male o fa del male ad un nostro famigliare, ma dobbiamo riuscire a farlo, perché il rancore, è un tarlo che distrugge quel ponte che ci lega a Dio, e sul quale anche noi dovremo passare un giorno per essere perdonati e poter entrare nel regno dei cieli.
Impariamo dunque ad amare come ci ha amato Gesù, a mettere le ali al nostro amore per  farlo volare al di sopra delle divisioni,  delle guerre, delle diverse etnie, religioni, differenze politiche; impariamo a perdonare, perché il perdono deve nascere da dentro al nostro cuore e non dipendere dalla gravità della cattiva azione subita. Prima di presentarsi in chiesa, a celebrare con il sacerdote la messa, è giusto presentarsi davanti a Dio, chiedere perdono delle nostre mancanze, ma in modo veramente sincero, con il cuore contrito e il desiderio di non ripetere i nostri errori, ma ancor di più, con la voglia di stare in pace con tutti, quindi cercare di rappacificarsi con i fratelli con cui abbiamo discusso e perdonare chi ci ha ferito. Benediciamo chi ci maledice e perdoniamo chi ci fa del male.Tutto quello che non riusciremo a perdonare non ci sarà perdonato, siamo quindi noi gli artefici del nostro destino, perché secondo come vivremo saremo alla fine giudicati da Gesù.

martedì 11 giugno 2013

(Mt 5,17-19) Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.

VANGELO
 (Mt 5,17-19) Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Parola del Signore

(Mt 5,17-19) Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e parlami come Gesù mi parlerebbe oggi, parlami che io possa capire, che sappia spiegare, ma più di tutto, perché possa vivere questa parola.


Gesù dice delle cose in questo brano, molto importanti, ci annuncia che è venuto con parole nuove, ma non per abolire la legge di Dio proclamata da Mosè e dai profeti, ma per portarla a compimento. Infatti, quello che porta Gesù,non è contro Dio, ma è l’ amore di Dio, che s’ incarna e si fa olocausto fino alla morte in croce, per la nostra salvezza. Tutto è compiuto, dice Gesù, ora tocca a noi discepoli proseguire verso Dio Padre, dove Lui ci prepara il posto,ma per farlo dobbiamo seguire i suoi insegnamenti, ed elevare lo spirito al disopra della carne.
Quanti Santi prima di noi l’ hanno fatto, sono riusciti ad entrare talmente in comunione con Gesù Spirito da riuscire ad avere anche nel corpo i segni della passione di Cristo.
Certo sarebbe bello diventare Santi…. Poter aiutare il Signore con grande carisma,tanto da sapere  riportare le pecorelle smarrite all’ ovile, ma intanto accontentiamoci di entrare noi stessi in quest’ovile che è la casa del Padre, cerchiamo di vivere amando Dio ed il nostro prossimo.
Una cosa che in questi giorni mi colpisce molto, è come ci si senta ricordare da queste pagine di vangelo che scorriamo, che il Signore chiama ognuno di noi a muoverci, a fare, a camminare, prima dentro di noi,poi verso di lui e verso i fratelli.
Fare comunione! 

lunedì 10 giugno 2013

(Mt 10,7-13) Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

VANGELO 
(Mt 10,7-13) Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. 
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. 
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Spirito Santo, vieni con la tua luce ad illuminare la mia piccola mente con la tua parola, donami la sapienza per capire e la forza per viverla, per Cristo, nostro Signore che ti ha inviato in nostro eterno aiuto.


Nel Vangelo  Matteo ci racconta con quali parole Gesù  affidò loro la missione di andare tra le genti ed avvertire tutti quelli che incontravano che la venuta del regno di Dio era vicina.
La salvezza era lì, a portata di mano, tutta in quell’ uomo che era venuto sulla terra per portare il messaggio del Padre; quell’ uomo che era Dio stesso, che proprio per questo suo immenso amore per i suoi figli, scende sulla terra e si incarna nel seno della Vergine Maria.
Le istruzioni per gli apostoli sono chiare, tutte racchiuse in una frase se vogliamo, che è la frase con la quale viene sottolineato il vangelo di oggi: ” gratuitamente avete ricevuto, e gratuitamente date ”.
Il segno che si è uomini mandati dal Signore è nella predicazione, nella guarigione, nell’ aiuto, nell’ accoglienza degli emarginati e nella fiducia che sarà Dio stesso a provvedere che si vada avanti nel cammino, proprio come operai nella vigna che sanno che il loro Signore li sosterrà nel lavoro.
Il messaggio di Gesù è chiaro, comunione con Dio = condivisione con i fratelli.
Una frase che mi colpisce è l’ultima, portate la pace e se quella casa non ne è degna ritorni a voi; doniamo sempre la nostra pace, perché a noi tornerà quello che doniamo e anche se non tutti saranno disposti all’ accoglienza, questo non deve turbare la nostra pace.

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Concordanza con “ l’evangelo come mi è stato rivelato di Maria Valtorta “

domenica 9 giugno 2013

(Mt 5,1-12) Beati i poveri in spirito.

VANGELO
(Mt 5,1-12) Beati i poveri in spirito.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».

Parola del Signore

(Mt 5,1-12) Beati i poveri in spirito.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Ti prego o Spirito Santo, stammi vicino, fin dentro il cuore e insegnami Gesù; dammi la chiave per aprire alla comprensione la mia mente, perché tutto quello che vuoi che io capisca possa entrare in questo mio cervellino striminzito.

Questa pagina è una delle più belle del vangelo...io la definisco quella dei comandamenti di chi vive la fede.
Quella dei comandamenti di Dio è una bellissima pagina in cui Lui ci detta delle regole per la nostra vita, dettate dall'amore che ha per noi, che come un Padre buono ha istituito perché non facessimo cose pericolose per la nostra vita e per la nostra serenità, ma quelle delle beatitudini sono una dichiarazione d'amore da parte nostra a Gesù e ai nostri fratelli.
Infatti, anche se ad un primo sguardo può sembrare che dovremmo essere poveri, affamati e perseguitati per essere graditi a Dio, leggendo meglio vediamo è essere Cristiani che ci fa diventare beati.
Essere Cristiani vuol dire appartenere a Cristo, condividere con Lui il progetto che Dio ha per noi, essere suoi amici e accettare come Lui il volere di Dio.
Non è il potere e la gioia della terra che ci danno la beatitudine, perché tutto va bene fino a che non ci succede niente di spiacevole, poi che facciamo?
Come accettare una malattia o una disgrazia quando il metro con il quale misuriamo la nostra beatitudine è così terreno?
Si può farsene una ragione, o arrabbiarsi, ma niente è paragonabile a quando il metro con il quale misuriamo tutto è quello dell'amore di Dio.
Accettare la propria condizione ed offrire al Signore ogni cosa della nostra vita è una grande Grazia, vivere attimo dopo attimo in compagnia della nostra famiglia celeste ed affidare ogni cosa, anche la più piccola al Signore, è una dolcissima abitudine.
I cristiani non sono dei pazzi, né dei masochisti, ma imparano ogni giorno di più ad amare i propri fratelli e questo è molto bello e da' gioia.
Proprio nelle difficoltà affinano le loro qualità con l'aiuto di Dio e ricevono grazie su grazie.
Certo per qualcuno può suonare strano sentire che si considera una malattia come una GRAZIA e non una DISGRAZIA, ma certe cose ci sono e insegnano.
Gira qui su fb un video di un certo Nick 
ci sono cose che non si possono spiegare senza gli occhi della fede....ditemi come qualcuno di noi avrebbe potuto convincere questo ragazzo a vivere la sua vita e a provare la gioia che lui prova nell'essere strumento di Dio se non Dio stesso. 
Potrei portare mille altri esempi di persone che hanno saputo vincere il limite umano e sono riuscite ad andare oltre quello che è comprensibile ai più.
Non vi nego che provo una sana invidia per chi riesce ad avvicinarsi alla figura del Cristo e ad abbracciare la croce in questo modo meraviglioso, mentre la maggior parte di noi prova solo dolore, stanchezza, e rifiuto per ogni minima cosa non gradita.
Il nostro non accettare quello che Dio ci dona, solo perché non è quello che vorremmo, è un  rifiuto di amarci e di scoprirci meravigliosi, così come lo siamo agli occhi di Dio. Ognuno di noi è un prodigio, un capolavoro d’amore che a volte sfugge ai nostri e agli altrui occhi distratti ,ma il nostro metro di valutazione si ferma solo all’apparenza; eppure in fondo in fondo, siamo poi talmente soddisfatti di noi che la cosa più difficile è cambiare, imparare a vivere da figli di Dio e non del mondo, in parole povere, convertirci.

sabato 8 giugno 2013

(Lc 7,11-17) Ragazzo, dico a te, alzati!

VANGELO
 (Lc 7,11-17) Ragazzo, dico a te, alzati!

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. 
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. 
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. 
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». 
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego, o Santo Spirito, di essermi amico, compagno fedele, nonostante le mie infedeltà. Perfezionami, perché sono piena di mancanze,  non guardare le mie colpe, ma la mia voglia di appartenerti veramente e per sempre. Fa che questo mio sogno, diventi realtà.

Mentre continua il peregrinare di Gesù, seguito dai discepoli, ecco che alle porte della città di Nain, incontrano un funerale. C’ era una madre che piangeva il figliolo morto, ed era un dolore che schiacciava la donna, che non aveva più altro motivo apparentemente per vivere, perché oltre al suo unico figlio, aveva perso già anche il marito.
Gesù passava di lì e si commosse davanti a tanto dolore! Vediamo ancora una volta, come successe con Lazzaro, che davanti alla morte e al dolore Gesù si commuove, che la fede deve superare il dolore attraverso la speranza della resurrezione.
Questo ragazzo può simboleggiare ognuno di noi, o dei nostri figli, morto alla vita eterna a causa del peccato. 
Gesù va oltre la morte, perché il suo amore e la sua misericordia, lo legano alla nostra salvezza come un bene inscindibile, neanche la nostra adesione al peccato, ferma il suo perdono.
Questo brano mi porta, da mamma, a pensare a quanti nostri figli, si perdono per le strade del mondo, dietro a quelle luci che li attirano, dietro a  quella che si spaccia per libertà, ma che è spesso una trappola mortale. Quanti genitori perdono la speranza di vedere i loro figli tornare verso la retta via? Quanti genitori potrebbero con la loro preghiera attirare sui figli la mano salvifica del Signore, ma  non lo fanno, perché anche loro sono lontani dal Signore, oppure la loro fede è inconsapevole, tiepida, o addirittura inerte.
In questo li vedo che accompagnano i loro figli ormai morti alla grazia, e neanche si rendono conto della misericordia di Gesù.
Ieri abbiamo visto la supplica del centurione pagano, ricordiamo quella della figlia del capo della sinagoga e quella delle sorelle di  Lazzaro…di questa vedova non leggiamo la supplica, ma vediamo le lacrime di dolore,  che commossero Gesù. Credo che non servano parole per spiegare che la salvezza è una grazia che Gesù brama di concedere, perché la nostra vita è la sua gioia.
La madre gioisce per il ritorno in vita del figlio, come la Madonna, Madre della Chiesa, esulta per la conversione dei peccatori, figli strappati alla morte.
Non limitiamoci ad andare nei Santuari a fare i turisti, ma riportiamo con noi, impressi nel nostro cuore, i messaggi della Madonna. Preghiera e digiuno per la salvezza dei peccatori, senza dimenticare MAI, che noi siamo tra questi, e che dobbiamo amare il nostro prossimo come Dio ci ama.