sabato 14 maggio 2011

(Gv 10,1-10) Io sono la porta delle pecore.



VANGELO
 (Gv 10,1-10) Io sono la porta delle pecore.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: 
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 

Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 

Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 

Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni O Spirito Santo, perché siamo stati battezzati nel nome di Cristo Gesù. Vieni fuoco d’amore e guida la nostra vita attraverso la porta che ci condurrà direttamente nella casa del Padre, perché noi seguiremo il pastore buono che ci ha inviato.

L’immagine che oggi ci si presenta è quella del pastore attraverso il quale si può entrare in Paradiso. Molti sono quelli che vogliono guidare la nostra vita, ci danno”consigli” pronti ad emarginarci se non facciamo parte della maggioranza, se non ci allineiamo. A Gesù non importa nulla di quelle che sono le nostre origini, ci conosce, sa che siamo nati dalle varie etnie e famiglie del mondo, sa che siamo umani, e solo umani, ed è per questo che si è fatto uomo, per essere come noi e mettersi al nostro livello, per dimostrare che anche se Lui è nato giudeo, la salvezza di cui è venuto a farci partecipi è per tutti quelli che crederanno in lui ed ascolteranno la sua parola…capiamoci bene, ascoltare la sua parola significa anche metterla in pratica, farla diventare parte integrante della nostra vita, non certo ascoltare e poi fare tutto il contrario, seguiamo docilmente il pastore buono, perché solo andando dietro a lui, impareremo la docilità, l’umiltà, la forza di arrivare fino in fondo nel nostro cammino, fino alla porta del regno di Dio, seguendo quello che è stato prima di noi agnello immolato per amore nostro, tanto da essere l’unico degno di essere il conduttore di tutti noi al Padre.

venerdì 13 maggio 2011

mi perderei per te

Voglio legarmi alla tua rabbia e sparire dal mondo
E vederti finalmente libero
Volteggiare e sbattere leali
Libero di aver voglia di gridare e volare
Rincorrere altri gabbiani
Buttarti in picchiata sicuro di saperti fermare
Senza pesi legati alle caviglie
Solo tu e il vento
Ed in alto e dentro te
La luce di Dio.

(Gv 15,9-17) Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici.

VANGELO 
(Gv 15,9-17) Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ ho fatto conoscere a voi. 
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Vieni su di me o Santo Spirito, vieni a portare luce nel mio cuore perché la parola del Divin Maestro, mi si stampi indelebilmente nell’anima e sia luce che guida i miei passi.
 Questa pagina riassume quello che nei giorni scorsi Gesù ci ha insegnato, e allora ripetiamo la lezione con Lui. Come il Padre ha amato me, io ho amato voi: quindi è il medesimo amore che lega il Padre al Figlio e Gesù a noi, un amore immenso che ha portato Dio a chiedere al suo figlio prediletto di scendere sulla terra e di soffrire in modo indicibile, fino alla morte in croce per salvare tutta l’umanità e Gesù lo ha fatto per noi e per il Padre, perché l’amore che li unisce è amore infinito, che li lega e ci lega a loro in maniera indissolubile. Ora sta a noi cercare di imparare ad amare in questo modo indissolubile i nostri fratelli, ad amarci tra noi e a sentirci un tutt’uno con Loro. Se seguiamo bene la lezione di Gesù, vediamo che da come parla, non dovrebbe essere poi così difficile, perché Lui ci sta trattando da amici e come il nostro migliore amico è pronto a condividere con noi quest’amore. Quindi come con gli amici più cari dividiamo tutto, anche con lui possiamo fare lo stesso, essere amici nel bene e nel male, nella gioia e nel pianto, ed essere sicuri che da parte sua non ci mancherà mai una spalla su cui piangere o una mano per rialzarci, che avrà sempre un buon consiglio da darci e che ci starà sempre vicino e inonderà con il suo Spirito Santo. Non siamo noi che scegliamo di diventare Cristiani, ma siamo chiamati da Dio, al quale possiamo chiedere tutto nel nome di Gesù, e tutta la lezione si racchiude in un comandamento: amiamoci.
Non è facile se ci fermiamo al nostro modo d’amare, così imperfetto e così terreno, che spesso è frainteso anche da noi stessi, ma quando ci mettiamo nelle mani di Maria, vediamo che nel silenzio Lei stessa c’istruisce e ci porta alla comprensione di questo sentimento.Dare la vita per un altro, volere il suo bene sopra al nostro bene, anche se non solo spesso non si è ricambiati, ma addirittura si è offesi o peggio.E’ in questi momenti che la nostra umanità è messa alla prova, ed una frase affiora sui bordi del cuore…ma chi ce lo fa fare???  Gesù l’ ha fatto e se noi vogliamo seguirlo, dobbiamo andare fino in fondo, anche se non comprendiamo, e se saremo umiliati e derisi…Gesù c’insegna e noi non dobbiamo avere paura di continuare ad amare, anzi, dobbiamo amare ancora di più chi non ci ama, perché forse attraverso il nostro amore riusciremo a rivelargli il volto di Gesù Cristo. Voglio offrirti Gesù il mio amore per chi non ti ama, le mie lacrime per chi non ha capito, la mia vita per la sua. Amen.

giovedì 12 maggio 2011

Gv 6,52-59 La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

VANGELO
Gv 6,52-59 La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Parola del Signore
------------------------------------
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ascolta Signore la mia preghiera, fammi conoscere il tuo volere, fa che attraverso il tuo Santo Spirito, io sappia come agire, per essere in perfetta comunione con te.

Gesù continua a parlare con i Giudei, e rincara la dose,
-chi non mangia la mia carne e non beve il mio sangue, non ha in se la vita…
-chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna…
-chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me ed io in lui…
Lo dice in tutti i modi, ma i Giudei si mettono a discutere aspramente tra di loro….Eppure Gesù era lì, insieme con loro, non potevano mettersi ai suoi piedi e parlare con Lui, chiedere a Lui stesso di fargli capire quello che non riuscivano interpretare?Perché stavano lì a discutere tra loro?
Quante volte non capiamo i progetti di Dio su di noi, ed ecco che subito ci mettiamo a dire tutto quello che non va, perché proprio a noi, che cosa abbiamo fatto di male, e parliamo…continuiamo a discutere, ma non ci mettiamo ai suoi piedi per parlare con Lui.
Io non so Signore cosa vuoi da me, aiutami a capire, manda su di me il tuo Spirito e fammi trascinare dove tu vuoi che vada, fammi capire la tua parola, quella che oggi tu hai per me, io sono qui, voglio fare un unico corpo con te, voglio amarti come te mi ami, voglio sentirti carne della mia carne ed essere così unita a te da sentirmi al sicuro tra le tue braccia, dal sentire che sei tu che vivi la mia vita, perché solo a te io la voglio affidare, Tu unica via che porta al Padre nostro che è nei cieli.Dammi la tua mano, ed io ti seguirò?

mercoledì 11 maggio 2011

E se un giorno

E se un giorno

e se un giorno
mi vedrai piangere
ricorda che in ogni lacrima
c’è scritto il tuo nome..

(Gv 6,44-51) Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

VANGELO 
(Gv 6,44-51)  Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù alla folla:

«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Prendiamo la bellissima preghiera di Colletta
O Dio, che in questi giorni pasquali ci hai rivelato la grandezza del tuo amore, fa’ che accogliamo pienamente il tuo dono, perché, liberi da ogni errore, aderiamo sempre più alla tua parola di verità. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Mettendo in relazione la prima lettura ed il vangelo di oggi, vediamo come è Dio che ci si fa incontro, per farsi conoscere. L’etiope può essere ognuno di noi, che va in chiesa, aderisce alla lettura della parola, ma non sa riconoscere Gesù, perché non basta leggere, ma bisogna farsi coinvolgere nell’amore di Dio.
Io spesso parto dalla preghiera di colletta per capire il senso della parola del Signore, oggi l’ ho scelta come invocazione iniziale, perché in essa è contenuto tutto quello che possiamo e dobbiamo fare.
La fede è un dono di Dio, fatto a chi sceglie di accoglierlo, ma credere in Dio, non basta, non possiamo dire di credere in Dio, se non riconosciamo il figlio che Lui ha mandato. Qui sta il nocciolo della questione, accettare il Figlio perché si ascolta la parola del Padre, che con Gesù si compie, trasformando questo Figlio in amore che nutre la nostra fame di verità.Anche i giudei onorano Dio, ne conoscono le letture, se le tramandano ancora, ma non hanno adempiuto pienamente la sua parola, perché non hanno riconosciuto in Gesù il Messia promesso. Non lo hanno accettato perché non era quello che loro speravano, non era un vincitore, un re ricco e potente, non veniva a portare gloria sulla terra, ma diceva che il suo regno non era di questo mondo…era difficile accettare di conoscere qualcuno, quando quello che ci propone non ci interessa.
 Noi Signore invece ti vogliamo conoscere, vogliamo che tu ci parli, che c’indichi la via da percorrere, perché ci fidiamo di Dio e di Te, Signore nostro Gesù Cristo, perché solo attraverso di te, potremo entrare nel progetto di Dio per la nostra salvezza

martedì 10 maggio 2011

(Gv 6,35-40) Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna.

VANGELO 
(Gv 6,35-40) Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.
Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di assistermi nella lettura della parola da Te ispirata, perché mi possa giungere in tutta la sua verità, per Cristo nostro Signore.
Mentre i cristiani sono perseguitati, gli apostoli, pieni di Spirito Santo, continuano ad operare prodigi nel nome di Gesù. Quando Gesù parla, come vediamo nel vangelo di oggi, non parla per conto suo ma perché mandato dal Padre, e quello che ci dice non da' adito ad equivoci.  Dio ci ama e ha scelto di farci partecipi del progetto di salvezza per noi attraverso il suo inviato, il suo figlio prediletto Gesù Cristo, il quale è morto in croce per noi, per dimostrare che con la sua morte e resurrezione, ci coinvolgeva tutti nel progetto di salvezza del Padre. Eppure nelle parole di Gesù c'è un campanello d'allarme che suona come una condanna, chi non riconosce Gesù come figlio di Dio, non si inserisce nel progetto di salvezza del Padre.

lunedì 9 maggio 2011

(Gv 6,30-35) Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.

VANGELO
 (Gv 6,30-35) Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
Spirito di verità, forma in noi un'anima innamorata della verità. Di tutta la verità, della verità infinita. Donaci l'amore alla verità oggettiva, e preservaci dalla tentazione di accaparrarla, di riformarla a nostro talento. Ispiraci il rispetto per la verità, la sollecitudine di custodirla in tutta la sua purezza, nella sua integrità. Rendici appassionati della verità, disposti a fare qualunque sforzo per cercarla e raggiungerla. Abbatti in noi tutte le muraglie che ci costruiamo istintivamente e che rischiano di nasconderci il vero. Difendici da tutte le rivendicazioni dell'amor proprio che fanno ostacolo alla nostra adesione alla verità. Fa' che abbiamo sempre il coraggio di preferire la verità ai nostri gusti personali, alle nostre idee preconcette, ai nostri desideri più nascosti. Donaci una intelligenza disposta ad aprirsi largamente, ad accogliere la verità e farla nostra con gioia. Aumenta il nostro zelo per diffondere la verità e renderle testimonianza. Fa' che scopriamo l'assoluto della verità nella persona di Cristo. Attirandoci alla verità, stringici più intimamente a Colui che ha detto: " Io sono la verità".
 ---------------------
 Leggendo la pagina di oggi, vediamo che i giudei cercavano ancora segni, come quelli dati da Mosè, e non si rendevano conto che la loro ottusità gli impediva di capire che dovevano andare oltre quello che vedevano, quello che era tangibile ai loro occhi.
 Mosè, li aveva salvati e portati fuori dell’Egitto, dove erano tenuti schiavi, e saziati con la manna caduta dal cielo. Come allora dovevano rendere grazie a Dio per questo, oggi devono vedere a Gesù come il pane vivo mandato da Dio, quel pane che è verità e che sazierà la loro fame e sete di salvezza.
 Dacci Signore questo pane…diciamolo anche noi, ma non facciamo come loro, ascoltiamo la parola che Lui ci da, perché la sua parola è verità e per noi è l’unica possibilità di vita eterna.
Quanto sono impegnative per noi le parole di Gesù, dobbiamo veramente credere in Lui per essere saziati, per riempirci di quella fede che Lui stesso ha.Dobbiamo rivestirci di Cristo per non avere paura, e anche se sembra facile quando le cose vanno bene, ci accorgiamo di quanto è difficile nelle difficoltà.
Preghiamo per essere sempre più disponibili a seguire veramente Gesù. 

(Gv 6,30-35) Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.

VANGELO
 (Gv 6,30-35) Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
Spirito di verità, forma in noi un'anima innamorata della verità. Di tutta la verità, della verità infinita. Donaci l'amore alla verità oggettiva, e preservaci dalla tentazione di accaparrarla, di riformarla a nostro talento. Ispiraci il rispetto per la verità, la sollecitudine di custodirla in tutta la sua purezza, nella sua integrità. Rendici appassionati della verità, disposti a fare qualunque sforzo per cercarla e raggiungerla. Abbatti in noi tutte le muraglie che ci costruiamo istintivamente e che rischiano di nasconderci il vero. Difendici da tutte le rivendicazioni dell'amor proprio che fanno ostacolo alla nostra adesione alla verità. Fa' che abbiamo sempre il coraggio di preferire la verità ai nostri gusti personali, alle nostre idee preconcette, ai nostri desideri più nascosti. Donaci una intelligenza disposta ad aprirsi largamente, ad accogliere la verità e farla nostra con gioia. Aumenta il nostro zelo per diffondere la verità e renderle testimonianza. Fa' che scopriamo l'assoluto della verità nella persona di Cristo. Attirandoci alla verità, stringici più intimamente a Colui che ha detto: " Io sono la verità".
 ---------------------
 Leggendo la pagina di oggi, vediamo che i giudei cercavano ancora segni, come quelli dati da Mosè, e non si rendevano conto che la loro ottusità gli impediva di capire che dovevano andare oltre quello che vedevano, quello che era tangibile ai loro occhi.
 Mosè, li aveva salvati e portati fuori dell’Egitto, dove erano tenuti schiavi, e saziati con la manna caduta dal cielo. Come allora dovevano rendere grazie a Dio per questo, oggi devono vedere a Gesù come il pane vivo mandato da Dio, quel pane che è verità e che sazierà la loro fame e sete di salvezza.
 Dacci Signore questo pane…diciamolo anche noi, ma non facciamo come loro, ascoltiamo la parola che Lui ci da, perché la sua parola è verità e per noi è l’unica possibilità di vita eterna.
Quanto sono impegnative per noi le parole di Gesù, dobbiamo veramente credere in Lui per essere saziati, per riempirci di quella fede che Lui stesso ha.Dobbiamo rivestirci di Cristo per non avere paura, e anche se sembra facile quando le cose vanno bene, ci accorgiamo di quanto è difficile nelle difficoltà.
Preghiamo per essere sempre più disponibili a seguire veramente Gesù. 

domenica 8 maggio 2011

(Gv 6,22-29) Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna.

VANGELO 
(Gv 6,22-29) Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Parola del Signore
-------------------------------.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Illumina spirito di Dio, il mio cuore, donami la sapienza di saper capire le scritture. Amen.

Perché cerchiamo Gesù? Che cosa vogliamo da Lui?  Gesù compie miracoli, è forse questo che cerchiamo? Un segno?
A volte ci rivolgiamo a Lui solo perché le cose non vanno bene e magari vorremmo che le sistemasse a modo nostro...
Ma se ci fermassimo un attimo a comprendere, chi è Gesù, che cosa è per noi, in che modo lo cerchiamo e  perché; allora i mille altri interrogativi che avrebbero  una sola risposta.
Gesù è Dio, è il figlio di Dio, è lo Spirito di Dio; Lui è il Signore assoluto della nostra vita, luce per illuminare le genti, la sua parola è verità e tutto il resto non conta. Non importa quanto dovremo soffrire,  lui ha sofferto per noi,  se vogliamo seguirlo, sappiamo che saremo ostacolati, derisi, umiliati, in alcuni casi, persino uccisi, ma sappiamo che chi perde la vita per amore di Dio, la salverà nel regno di Dio.
Questa è la nostra fede, che va oltre il miracolo, va all'autore del miracolo più grande, va a chi ha saputo sacrificare la vita per tutti noi. La sua parola è pane di vita, un pane che non ci darà beni terreni, ma spirituali, di quelli che ci serviranno per saziare la nostra anima, ma al tempo stesso è fiducia che non ci abbandonerà mai e che,  se sapremo fidarci pienamente di Lui, la nostra vita cambierà totalmente ed anche il dolore con lui sarà gioia.
Non ci fermiamo davanti a Gesù uomo, non ci fermiamo davanti al pane per il nostro corpo, perché è come cominciare un cammino ed invece di raggiungere la meta, girare intorno a noi stessi.
Gesù  ci dice di creder, d’avere fiducia in Lui, per riuscire ad andare con Lui, oltre i nostri limiti.
Molte persone cercano alternative alla nostra religione, al nostro essere Cristiani, cercano delle filosofie di vita che li sappiano condurre oltre, e spesso, si perdono nei meandri  di molte religiosità, vedi ad esempio le filosofie  Buddiste  e new age, in cui s’insegue una felicità che non comporta obblighi religiosi concreti, e che esalta una spiritualità in cui l'uomo si pone al centro dell'universo.Cerchiamo di conoscere le altre religioni e perdiamo di vista la nostra, nella quale siamo testimoni che  Gesù si è rivestito della nostra umanità per innalzarci alla sua divinità.
Crediamo nell'opera di Dio e non cerchiamo sempre di sostituire Dio con il nostro Io.

sabato 7 maggio 2011

(Lc 24,13-35) Lo riconobbero nello spezzare il pane.

VANGELO 
(Lc 24,13-35)  Lo riconobbero nello spezzare il pane.
+ Dal Vangelo secondo Luca

Ed ecco, in quello stesso giorno due dei erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 

Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egl! i è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 

Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 

Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 

Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Parola del Signore

-----------------------------------------------------
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Da quando abbiamo visto che Cristo è risorto, dobbiamo renderci conto che è ora di guardarlo in un altro modo.Basta col non sentirlo presente nella nostra vita, col camminargli di fianco senza riconoscerlo, con l’ascoltare la sua parola senza metterla in pratica.Eccolo è qui, cammina insieme a noi, pronto a rispondere a tutte le nostre domande, a dirci che tutto quello che vogliamo sapere è scritto nella Bibbia, che tutto si è avverato come i profeti avevano scritto.

Il vangelo ci parla di Gesù e l’antico testamento ce l’aveva annunciato.Nella vita di Gesù si compie quello che era stato scritto,si completa così un quadro che va dalla creazione del mondo alla salvezza degli abitanti della terra oltre la morte.
Dice Gesù ai discepoli che camminano sulla strada di Emmaus,che era necessario che Gesù morisse sulla croce per poterci far entrare nella sua gloria,come era scritto,ma ancora questi non riconobbero in lui il Signore fino a quando,la sera egli spezzò con loro il pane e li benedisse.
E’ nella comunione del suo amore,in quel condividere la croce,nello spezzare il pane e condividerlo con i fratelli che noi ritroviamo Gesù e che viviamo con Gesù.
Se andiamo un attimo alla prima lettura,vediamo come I discepoli che vivono Gesù pienamente,come Pietro e Giovanni,riescono attraverso lo Spirito del Signore a sanare uno storpio,perché non agivano per conto loro,ma abbandonando loro stessi,agivano nel nome di Gesù Cristo,il Nazareno.
Ora sta a noi decidere se continuare a stare immobili a parlare di Gesù,o cominciare a vivere effettivamente con Gesù e come Gesù,come fecero Abramo,Isacco, Giacobbe,Mosè,e molti altri prima di noi anche dopo la sua venuta,san Francesco,san Benedetto,Padre Pio,Giovanni Paolo 2° e tanti altri,uomini e donne alla sequela del Signore.

venerdì 6 maggio 2011

(Gv 6,16-21) Videro Gesù che camminava sul mare.

VANGELO
 (Gv 6,16-21) Videro Gesù che camminava sul mare.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.
Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.
Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».
Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

Parola del Signore
----------------------------------------------------

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Nella prima lettura vediamo come già nelle prime comunità cristiane cominciava ad esserci del malcontento,come le diversità delle comunità che convergevano a Gesù erano subito in antagonismo tra di loro,ma poi c'erano persone di buona volontà che trovavano un punto d'accordo.Questa mi sembra una buona cosa da fare,perchè stare a discutere tra di noi cristiani,è veramente una brutta cosa,e non fa onore a Dio.
I discepoli salgono sulla barca e cercano di andare verso l'altra sponda,molto probabilmente per andare a predicare nel nome di Gesù,ma non sono completamente inseriti nella loro missione,perchè appena vedono che le acque del mare si cominciano ad agitare,hanno paura.
Seguire Gesù nella sua strada,che lo ha portato alla croce,è andare contro corrente,in un mondo che è dominato da chi ha sete di potere e denaro,da chi si vuole sostituire a Dio,da chi non vuole sottostare
a regole.
I discepoli vanno,ma vanno da uomini, per questo hanno paura,ed è Gesù che va in loro aiuto,è Gesù che si fa presente nella loro vita e che dice,non abbiate paura,sono io,non sono un fantasma; allora i discepoli capirono e lo fecero salire sulla loro barca,immediatamente le acque si calmarono e la disperazione,e la paura scomparvero.
Vieni Signore a guidare la mia barca,a condurre la mia vita,anche in mezzo alla tempesta ed io non avò paura.

giovedì 5 maggio 2011

Atto di speciale affidamento a Maria

Maria, Madre di Gesù e Madre mia, in questo giorno io, piccolo figlio tuo, mi consacro totalmente a te, per vivere una vita santa, per essere tuo piccolo servo, perché tu, dolce Madre, possa contare sempre su di me, e possa aiutarti a portare a compimento in me il disegno d'amore che il Padre ha su ognuno di noi. Donami, o Madre di Gesù e Madre mia, la grazia di essere sempre fedele alla Chiesa e al santo Padre e, unito a te, amare e adorare il Signore Gesù.
Amen.

(Gv 6,1-15) Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti, quanto ne volevano.

VANGELO
 (Gv 6,1-15) Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti, quanto ne volevano.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Parola del Signore
---------------------------------------
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o Spirito Santo ,ad accendere la luce della mente,ad aprire le orecchie al verbo del Signore,a guidare il mio cuore verso la strada che lui ci ha indicato e percorso prima di noi.

Nella prima lettura, ci troviamo a vedere come anche chi dice di non credere comincia ad avere dubbi, i farisei ed i giudei, avevano già risolto il problema di che si trascinava dietro le folle, come avevano fatto con Gesù, uccidendoli, e i loro discepoli si erano dispersi, ma stavolta era diverso, questi discepoli non si disperdevano, continuavano a predicare nel nome di Gesù, e se fossero stati veramente mandati da Dio?Li fecero frustare e loro ne furono felici perché venivano colpiti per testimoniare come Gesù, e si sentivano conformi a lui.
Dal vangelo vediamo che cosa significa essere conformi a Gesù, vuol dire essere in comunione con i fratelli, affidare a Gesù anche la nostra materialità, i nostri bisogni fisici, condividere con gli altri, e collaborare con Gesù.
Il miracolo che compie il Signore è il simbolo di come sia possibile sfamare tutti condividendo in nome dell'amore.Questa sembra che sia oggi la cosa più difficile, dire al Signore Gesù, io ho solo questo, come posso aiutarti a sfamare il mondo intero?Dire a Gesù usami, fai Tu di me strumento delle tue mani, dire Padre ho fame aiutami, ho fame di Te, abbracciami, Ho fame di giustizia, fammi essere giusto per primo, ho fame d'amore, fammi amare come tu ami i miei fratelli.
Abbiamo fame Signore, tu ci hai detto di chiedere a te ogni cosa, ci hai detto che se anche il padre che abbiamo sulla terra al posto del pane ci può dare un sasso, Tu non lo faresti mai, e noi ti crediamo Padre.

mercoledì 4 maggio 2011

(Gv 3,31-36) Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.

VANGELO
 (Gv 3,31-36) Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui, infatti, che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

Parola del Signore
---------------------------------------------------------------------------
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o santo Spirito, e manda a noi dal cielo, un raggio della tua luce….Che illumini la tua parola e la faccia riflettere nel mio cuore e nella mia mente.

Dall’alto viene l’aiuto, la luce dello Spirito, l’amore del Padre per tutti noi figli, com’è venuto per Gesù, viene per tutti noi, se lo chiediamo. Quello che purtroppo molti di noi non comprendono è proprio questo, perché tendono a giudicare le cose dal loro punto di vista terreno, e non capiscono come si può pensare che morire innalzati su una croce tra atroci sofferenze ed umiliazioni, possa essere considerato essere innalzati nella gloria.
Questo perché la nostra vita, come quella di Nicodemo, si basa su valori terreni che oserei definire “terra terra”e che non tengono conto della spiritualità che è in ogni modo insignita in ognuno di noi, ma che troppo spesso è soffocata dalla materialità.
Considerare invece la parte spirituale la più importante nella nostra vita, apre un nuovo scenario.
Riceviamo la forza dallo Spirito Santo, e grazie a questa ci possiamo affidare completamente a Dio. Sarebbe una grande conquista se riuscissimo a mettere in pratica l’affidamento al Signore, anche se mi rendo conto che è questa la cosa più difficile; perché tutto è facile quando va tutto bene, ma nelle difficoltà, quando occorre tutto il nostro coraggio, per difendere le nostre scelte cristiane, allora sì che abbiamo bisogno di tutti i doni dello Spirito Santo…chiediamo e ci sarà dato.

martedì 3 maggio 2011

(Gv 3,16-21) Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

VANGELO
 (Gv 3,16-21) Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Parola del Signore
---------------------------------------
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o Santo Spirito,e assistimi con la tua sapienza,lascia che io possa lasciarmi andare veramente alla volontà di Dio,che con cuore sincero,impari da te e da Maria tutto quello che devo ancora imparare per essere come Dio mi vuole.

Con questa pagina del vangelo, torniamo al discorso che Gesù fa a Nicodemo, per fargli capire cosa significa rinascere dall'alto. Gli spiega che solo un amore immenso per gli uomini poteva portare Dio a sacrificare la vita del suo figlio prediletto, in cambio di quella nostra, che pazzi, incoscienti e ingrati, continuiamo a vivere nelle tenebre senza non solo non apprezzare questo gesto, ma addirittura vanificandolo.
Cerchiamo di capire qual è il discorso che Gesù ci fa quando parla di luce e di tenebre ed anche in maniera semplice, ma facciamolo una volta per tutte, altrimenti non usciremo mai da questo tunnel.
Noi non siamo santi, e questo è certo, ma forse pensiamo di essere abbastanza bravi, di piacere al Signore, ma questo amici miei, non è vero....
Mi dispiace dover dire questo, e tanto di più mi dispiace sapere che neanche io che vi parlo e che credo di aver compreso almeno in parte cosa vuole il Signore da noi, sono esonerata da questo fatto.
Gesù non ama le mezze misure, ci ha sempre detto di fare una scelta tra Dio e mammona, ma nessuno di noi, riesce mai a dare un taglio netto alla sete di potere, al desiderio del denaro, e addirittura alla superstizione, perché magari credendo di non fare niente di male, leggiamo l'oroscopo....non ci crediamo?
E allora perché lo leggiamo? C'è sempre qualcosa che ci impedisce di andare fino in fondo.
E se un fratello ci offende e ci fa del male, qual'è la nostra reazione? Bhè a dirla tutta, nella migliore delle ipotesi, lo cancelliamo dalla nostra vita ed in questo gesto, che sembra innocuo, o in ogni caso il minore dei mali, noi invece ci mettiamo allo stesso livello di peccatori, di chi ci ha offeso. Pensiamo se Gesù sulla croce ha detto qualche parola contro i suoi carnefici, o se in tutta la vita, ha risposto al male che gli è stato fatto, alle offese ricevute, con rancore o altre offese. E se noi dobbiamo seguire la strada maestra, ossia la via del maestro, la dobbiamo percorrere fino in fondo. 

lunedì 2 maggio 2011

(Gv 14,6-14) Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?

VANGELO
 (Gv 14,6-14) Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
 Vieni o Spirito Di Dio ad insegnarmi quello che è giusto che io oggi sappia,Tu che sai dosare per me la sapienza il dolore e l'amore,tu che sai quello che è giusto per me.Grazie di assistermi.

 In questo brano,come negli ultimi che abbiamo letto,Gesù torna a sottolineare la sua unicità col Padre,quindi non ci soffermeremo a ripetere le stesse cose,ma voglio invece sottolineare come stare in comunione con Gesù significa stare in comunione col Padre. E’ Gesù stesso che lo afferma e ci dice che attraverso questa comunione il Padre compie le sue opere,ma quello che mi colpisce è che ci dice che chiunque entrerà in questa comunione,farà opere altrettanto grandi.
 Quindi Gesù ci spinge a considerarci importanti agli occhi di Dio, perché credendo in Lui, crederemo in colui che l’ ha mandato, e qualunque cosa chiederemo nel suo nome ci verrà concessa. Sono parole importanti, e poiché sappiamo che le parole di Gesù sono verità, non vedo perché dovremmo credere solo in parte alle sue parole…Quando pensiamo che Gesù ha dato la vita per noi, dovremmo accompagnare questo pensiero alla consapevolezza che in Gesù c’è il Padre ed il suo immenso amore.Questo è importante perché credendo in questo ,noi affidiamo le nostre certezze a Dio. Dimentichiamo forse che gli apostoli compivano miracoli nel suo nome…e i Santi, ancora oggi persone che erano esattamente come noi, ma che da noi differenziavano per la grande fede e l’abbandono alla volontà di Dio. Abbiamo tanti esempi da imitare,tocca cominciare a fare sul serio,non credete?

domenica 1 maggio 2011

PRIMA DI COMINCIARE(PRIGIONIERO DEL SISTEMA)

Prima di cominciare a scrivere qualcosa, vi voglio mettere al corrente di un dato importante: io non so scrivere; non l’ho mai fatto se non per un mio libero sfogo, né ho mai pensato che a qualcuno potesse interessare quello che scrivevo, ma stavolta è diverso.
Da tanto tempo mi chiedo qual è lo scopo per il quale il Signore mi ha voluta su questa terra;io credo in Dio,lo amo con tutte le mie forze,penso che ci sia tra me e lui un rapporto quasi famigliare,ma non è importante per la stesura di questo lavoro,è fondamentale invece il fatto che se non sentissi che questo è il mio scopo nella vita ,non vi avrei imposto il sacrificio di leggere queste righe.
Oggi il progresso ha creato un fenomeno inafferrabile che è internet,con tutti i suoi risvolti,un filo immaginario lungo il quale camminano tutte le informazioni del mondo,basta collegarsi e sei in comunicazione con chi vuoi.Io fino a tre mesi fa,ero stata immune da questa malattia, ma per un puro caso sono stata contagiata. Mia figlia di 23 anni usciva da una disavventura sentimentale durata sei lunghi anni,e dato che per tutto questo tempo era stata un pò isolata dagli amici e dal resto del mondo,ho deciso di regalarle un computer portatile per andare su facebook come facevano tante persone che lei conosceva,alcuni delle quali,dall’altra parte del mondo e dato che né io né lei avevamo una grande cognizione di come funzionasse il sistema, ci siamo messe insieme per aprire questo benedetto account. Era carino,ci si potevano mettere le fotografie e poi c’erano tanti link che facevano ridere; Voi mi direte: che c’è di strano?!?! Fin qui niente, ma seguitemi e capirete….. Un giorno mio marito disse:_guarda un po’ se su facebook c’è Fausto P.?!?! Era un suo amico di infanzia,di cui non aveva più notizie.
Digitai quel nome e mi apparvero un pò di profili, alcuni con foto, altri senza; li aprii tutti , fino a che ne trovai uno senza immagine,che, tra le informazione accennava al lavoro nei supermercati,forse era lui, mio marito si ricordava che aveva aperto una di queste aziende a F..... così gli mandai un messaggio chiedendo se era lui il Fausto P. che conosceva mio marito. Il giorno dopo, nella posta di facebook, trovai la sua risposta affermativa e cominciammo a mandarci piccoli messaggi, poi lui mi scrisse una cosa “strana” che io ,lì per lì, non capii bene, ma che mi mise in allarme. Mi disse:_ “Vi scrivo con gli occhi, vi leggo col cuore”.
Gli chiesi il suo numero di telefono per parlarci a voce, e fu a quel punto che mi informò che era malato di S.L.A (sclerosi laterale amiotrofica), ma me lo disse in un modo…come se fosse la cosa più naturale del mondo, ricordo perfettamente le sue parole, perché le ho lette e rilette fino a che non mi sono rimaste stampate nel cuore
-Purtroppo Faustino non sono in grado di telefonare, mettiti seduto,ti racconto un po’ di me, della mia storia. Sai in questo momento sto scrivendo con gli occhi, sono uno dei pochi fortunati che sono malati di S.L.A, sono fortunato perché ho vissuto a mille, dopo il fallimento dei miei genitori con la lavanderia abbiamo passato momenti difficili, poi finalmente finito di pagare i debiti, mi sono trasferito a F...... In 20 anni sono riuscito ad aprire diverse societa’,sei supermercati,tre punti vendita di telefonia ed un ristorante,tutte attività che erano fallite non senza difficoltà.Ho dovuto combattere con commercialisti e avvocati,ma ho sempre vinto;te lo immagini il tuo amico con la quinta elementare che è riuscito in questo?
Ho tre figli,una moglie impagabile,perché molte impazziscono con un malato nelle mie condizioni,sono paralizzato,respiro con una macchina,per mangiare ho un cannello nello stomaco,e quando dico paralizzato è perché muovo solo gli occhi.Sono comunque felice,mi devi credere,sono in pace,forse ho lavorato troppo;spero di non averti avvilito.
Ecco questo è Fausto,detto Faustone,solo perche' mio marito che si chiama anche lui Fausto,è più piccolo e quindi Faustino.Il suo carattere gioioso,viene fuori,nonostante tutto,quando parla dei ricordi d’infanzia,delle pazzie fatte insieme da ragazzi ,quando si divertivano con poco,una macchina scassata,una tenda e tanta voglia di avventura. Lui era il più socievole, il più simpatico tra tutti gli amici di mio marito, aveva sempre voglia di scherzare,aveva un cuore enorme, sempre pronto ad aiutare tutti. Mi raccontò della sua vita, del fatto che il lavoro lo aveva assorbito completamente; per caso, si era trovato nel 1995 ad aiutare cinque suoi colleghi che erano sull’orlo del fallimento con i loro supermercati e che dovevano all' azienda centinaia di milioni, e che con la sua gestione si erano risollevati e passati in attivo in soli cinque anni,un vero miracolo. Mi raccontò di come nel 1990 entrò a far parte di un cammino di fede, per seguire uno dei figli, che era molto credente per capire e magari per cuor suo allontanare questo figlio dalla chiesa, perché tante cosa allora non le capiva.
Eppure già fino a li si poteva vedere come in Signore stesse lavorando su di lui, già da come, figlio di un fallimento, aveva imparato a lottare, pur nella sua semplicità , con avvocati e commercialisti, tanto da diventare bravissimo.
La malattia cominciò a manifestarsi nel 1999,dieci anni fa, quando era in piena attività, ma lui non dava importanza alla cosa, non riusciva più a fischiare alla pecoraia quando rientrava a casa come faceva sempre, era sempre più stanco, ma non si voleva fermare neanche per il tempo di andare a fare le visite necessarie. Ma poi arrivarono le prime difficoltà di parola, ed E..., la moglie, una donna dolcissima ma ferma e risoluta, lo portò quasi di peso dall’otorinolaringoiatra per una visita specialistica. Quest’ultimo gli disse di consultare un buon neurologo, e lui ci rise su.Pensava che il neurologo era il medico dei matti,ma non disse nulla. Il giorno di ferragosto del 2000, lavorava ed era l’anniversario del suo matrimonio, aveva preparato per festeggiare in un bel ristorante.Ama moltissimo E...., ma come tutti gli uomini, pensa di aver tanto tempo per dimostrarglielo, e magari rimanda, una cena, un regalo, un abbraccio, ma lei , è una donna solida, non si preoccupa di questo e prosegue nel suo operato di moglie affettuosa e madre esemplare senza preoccuparsi se suo marito è sempre al lavoro e se un po’ la trascura; lei non si annoia davvero con tre figlioli, e poi c’è questo gruppo di preghiera con il quale continuano a studiare la Bibbia e a credere nella fede. Ma E.... è pratica, e dopo il ristorante, tirò fuori un borsone con della biancheria che aveva preparato di nascosto e lo accompagnò in ospedale a P...., nel reparto di neurologia, dove con un elettromiografia e un sacco di esami gli venne diagnosticata la malattia degenerativa.
Il responso fu terribile,praticamente l’aspettava la morte,piano piano si sarebbe paralizzato del tutto,fino a diventare come un burattino senza fili, fino a che non sarebbe stato più in grado di respirare ed allora, avrebbe potuto essere attaccato,sempre se si faceva in tempo, ad un respiratore artificiale.
Faustone non era una persona istruita,nel senso corrente della parola, se per istruzione si intende scuola, diploma ecc. ecc. ma la vita gli aveva insegnato tanto, così appena tornò a casa si mise davanti al computer e lesse tutto quello che c’era da sapere sulla malattia.
La botta fu tremenda, e ancora non si rendeva conto bene di niente, quello che aveva saputo e che gli girava per la testa ,era solo che avrebbe avuto al massimo tre anni di vita davanti a se. Piangeva e cercava di ragionare, ma i pensieri si accavallavano nella mente, creando solo una grande confusione..Tutto questo aveva un nome: disperazione; e quando la bestia ti prende, non ti permette di ragionare lucidamente e tutto diventa ancora più difficile.
Non era solo, ma si sentiva addosso tutto il peso della sua malattia, come se tutto dipendesse da lui. L’unica cosa che fece lucidamente, fu prendersi un periodo di ferie e andare via con la bimba più  più piccola, la luce dei suoi occhi, per cercare di spiegarle cosa sarebbe successo.
Ma come spiegare quello che sarebbe accaduto veramente, se nemmeno lui lo sapeva,per sommi capi poteva dirle che si sarebbe paralizzato,che non avrebbe potuto accompagnarla nella vita come avrebbe voluto, le fece le “raccomandazioni di rito”: fai la brava, aiuta la mamma, stai attenta ai ragazzi, trovane uno bravo e sposati, non frequentare i, e invece il tempo era tiranno, ne aveva troppo poco e faticosamente cercava di dire tutto e subito.
Intanto E... iniziava ad acquisire consapevolezza su cosa volesse dire combattere contro la S.L.A , vivere nella paura che tutto potesse precipitare da un momento all’altro, dover prendere in mano le briglie e condurre la situazione, sempre con il sorriso sulle labbra.
Per fare un grande uomo,ci vuole una grande donna,si dice sempre così,ma credo che non sia mai stato indicato come in questo caso,quella piccola donna fragile,ma risoluta,sembra diventare ogni giorno più forte,certamente grazie alla preghiera il Signore sembra darle sempre le armi necessarie.
Lei si rivolge a Lui,prega continuamente ,condivide con il gruppo di fede la sua avventura,e la Madonna la protegge con tutta la sua famiglia sotto al suo manto.Fausto peggiora e si dispera,non vuole essere di peso,vuole morire,ci prova in tutti i modi;lo chiede ad uno dei  figli, ma neanche lui se la sente di assecondarlo,non poteva chiedergli una cosa del genere,non se lo sarebbe mai potuto perdonare,forse lo capiva,ma non ce la faceva proprio,quel padre che si sentiva inutile in fondo non lo era,era importante per la sua famiglia,lo amavano al di la di tutto,della malattia ,degli sforzi fisici che dovevano fare per trasportarlo con la carrozzina,per aiutarlo nelle pulizie quotidiane,la vita di tutti loro sta cambiando,ma piano piano,ogni giorno,si affrontava tutto insieme.
Ogni tanto riaffiorava il desiderio di farla finita,si vergognava per questo,perché sapeva in cuor suo che era sbagliato,ma sentiva così pressante quella situazione che cercava in tutti i modi di sfuggirla;ancora una volta il ruolo di E... diventa fondamentale nella storia.quando sembrava che non ci pensasse più,che si fosse messo il cuore un pace,ha l’occasione di restare solo con lei e ci riprova,ma lei oltre ad essere contro ogni forma di violenza,è anche una donna di fede e gli parla con dolcezza e trova le parole giuste per dissuaderlo.Gli parlò dell’educazione che avrebbe dato ai figli con un gesto del genere,che cosa voleva insegnarli?Ad arrendersi e a fuggire di fronte alle difficoltà,voleva che pensassero di lui che era un vigliacco e che se non gli riusciva di affrontare qualcosa ,avrebbero potuto togliersi la vita come il padre?
La fede della moglie lo contagiò,comincio’ ad accettare la malattia ed il destino avverso e a pregare in maniera diversa,non chiedeva più al Signore di liberarlo della croce,gli chiedeva aiuto per sopportarla e questo aiuto arrivava puntuale,come Gesù aveva promesso:”chiedi e ti sarà dato”tutto stava nell’imparare a pensare come Gesù e non a pretendere che sia Gesù a pensarla come noi.La forza che gli viene dall’amore per Gesù,sembra già arrivata al massimo,quando arriva al crisi respiratoria che lo sta per portar via,anzi lo porta via!
Le parole che usa per descrivermi l’avvenimento sono gioiose,se penso quanto deve essere strano per lui aprirsi in questo modo con me,ma tra noi ormai si è stabilito un contatto spirituale,e sembra che ci conosciamo da anni.Ancora una volta mi rendo conto che la chiave di lettura di questo rapporto è tutta nell’amore di Dio,io prego per lui,senza vergogna,nonostante la mia timidezza,scrivo nella posta che gli invio le preghiere più belle e semplici che mi escono dal cuore,cerco di capire la sua sofferenza,di incutere in lui la forza che sento a volte può mancargli,ma poi sono io che ne acquisto da lui,ogni volta.
E così mi racconta di quando è andato di là e me lo dice con queste semplici e splendide parole:
-Ciao bella,finalmente è finito il dolore agli occhi e posso scrivere di nuovo,bellissime parole quelle che mi hai scritto,mi sono state di conforto;tu hai voluto con queste parole,donarmi un angolo del tuo cuore,grazie.So benissimo che non c’è bisogno di ringraziare un cuore che si dona,però è più forte di me perché bene o male,vivi la mia sofferenza,ma devi sapere che dopo la mia morte fisica e la rinascita io non ho più dolore,quello vero,dell’esistenza;non mi pongo più quelle domande che l’uomo si pone dalla notte dei tempi,io le ho vissute e credimi,è meraviglioso!
La luce che avvolge le anime è indescrivibile,senti solo la felicita’,siamo soli con Dio,soli e insieme ad altre anime.E’ tutto vero sai,siamo parte del creato e le anime dell’universo devono ricomporsi in Dio,come se Dio ci ha donato un po’ di Sé,almeno quando andiamo in viaggio,non ci perdiamo.Cara Lella ,io da allora non vedo l’ora di rifare quel viaggio,non sono un vigliacco,ma so ciò che ci attende;le sofferenze fisiche non mi spaventano più,certo so che ne soffriranno i miei famigliari,anche se sono credenti,in fondo in loro qualche dubbio resta,ma io so solo che non ho dubbi,col cuore gonfio di gioia ti auguro di non avere dubbi,c’è Lui,c’è Dio e non ci manda croci che non possiamo sopportare,lo ha fatto con me,aveva solo questo modo per farmi credere,io come Tommaso,mi ha fatto toccare con mano.-
Rispondo:
-Io non ho paura,non ho dubbi,ho ricevuto dal Signore la grazia di avere la certezza che Lui c’è,mi ha dimostrato tante volte la sua onnipotenza,il suo amore,la meraviglia di ciò che ha creato,quegli ingranaggi della natura così intersecati tra di loro,come ingranaggi di un’unica macchina che fa girare il mondo.So che tante cose non le possiamo capire,ma mi dico sempre che se accadono,ci sarà un motivo,ora a noi sconosciuto,ma forse solo per colpa nostra,perché credo che se riuscissimo ad isolarci nella preghiera,saremmo così vicini a Lui da poter addirittura entrare in contatto con il paradiso,lo credo veramente,a volte sono tentata da quelle filosofie ,che ti permettono di isolarti e concentrarti meglio,ma poi mi dico che sono solo una stupida pigra,che basterebbe che mi concentrassi un po’ di più nella preghiera,che facessi più posto al Signore,ma la perfezione non mi appartiene.-
Io gli parlo di tutto,delle nuove amicizie,fatte su internet,di quanta gente triste ho incontrato,la vita per molta gente è difficile,spesso si sentono soli e disperati,e allora lui mi dice che è fortunato,perché a una famiglia favolosa,che gli sta vicino,ed io confermo,è vero noi siamo fortunati!Io non so cosa vuole da me il Signore,ancora non l’ho capito,certo è che ho una certa predisposizione nell’aiutare gli altri,forse perché la vita non mi ha regalato niente,ho sofferto veramente tanto,certe volte mi sembra quasi assurdo che sia successo tutto a me.Ricordo che una volta, ero molto giovane,e piangevo disperata,quando mi si avvicinò un amico,che per quanto faccia non riesco a ricordare chi fosse,e mi piace pensare che fosse un angelo.Mi disse che la vita
non andava guardata tutta insieme ,ma vissuta giorno per giorno…un po’ come una grande e difficile espressione matematica,che a prima vista poteva sembrare impossibile,ma che poi si svolgeva mettendo insieme le quattro operazioni +,-,x e : che tutti sappiamo fare,e questa è diventata un po’ la mia filosofia di vita. Eppure mi risuonano quelle parole nel cervello:_E’ vero che siamo parte del creato e le anime dell’universo devono ricomporsi in Dio,come se Dio ci abbia donato un pò di lui, almeno quando andiamo in viaggio non ci perdiamo”.
Mi chiedo quanto io sia in grado di capire questa frase, vorrei scomporla, analizzarla per guardare parola per parola, e poi tornare indietro ed entrare nelle righe, ma poi la vedo, la leggo tutta come se si fosse dispiegata davanti ai miei occhi, siamo figli di Dio, siamo tutti parte delle stesso corpo divino ecc perché dobbiamo amarci, perché dobbiamo amare il Padre nostro,perché se dalle parti dello stesso corpo si mettono in contrasto tra loro,il corpo non può funzionare bene, come se un sassolino si frappone tra gli ingranaggi; ecco perché Lui ci ama cosi tanto da donarci il suo figlio prediletto in sacrificio per salvarci. Dio è il creatore, ama la natura prima del creato, il resto è tutto conseguente. Questo sulla terra è un viaggio, torneremo al Padre e se ci comporteremo con giustizia e amore, se sapremo essere degni di chiamarci figli di Dio,potremo accedere al paradiso e alla nuova vita che Lui ha predisposto per noi.Gesù ci ha dimostrato che lo possiamo fare,che dobbiamo solo fare una scelta tra il bene e il male e mantenerci saldi fino in fondo,tenendo presente che quello che sarà il risultato della nostra scelta,sarà per l’eternità’.Io non cerco di andare oltre,anzi forse ho già pensato troppo,d’altronde anche Fausto prima non credeva del tutto,come posso fargli capire che io non ho dubbi e che in fondo questa mia fede mi porta a non desiderare di conoscere i dettagli.C’era un periodo in cui mi facevo tante domande,in cui contestavo ,ma forse mai ho contestato Dio.
Da quello che gli scrivo,Fausto mi dice che ho una fede che mi fa volare,ma poi quando gli racconto che in fondo vivo come tutti,ho le mie piccole beghe in famiglia con mio marito e mia figlia,lo sento sorridere,sa che faccio un po’ di casino ,ma poi mi passa,e mentre mi incita a mantenere la calma,lo sento sorridere perché già sa che l’ho già fatto.
La cosa più strana di questa amicizia,e’ che mio marito è uno di quelli che staccherebbe la spina,ed è convinto di questo,tanto che quando si parlava del caso di Eluana Englaro mi ci facevo tante di quelle litigate,perchè naturalmente io non ero d’accordo,tanto che dico sempre a tutti che se toccasse a me essere attaccata a una macchina,non vorrei che mi staccassero la spina,solo Dio può decidere se devo vivere o morire.
Fausto è la prova che una persona è viva nonostante il suo corpo non risponda più,anzi,quando gli ho detto che avrei cercato di raccontare la sua storia,per far capire questi concetti ,ne è stato contento,gli ho chiesto se il titolo “prigioniero del mio corpo “ gli piaceva e lui mi ha risposto che prima era prigioniero del sistema ora è libero!
GRAZIE FAUSTO!