martedì 5 dicembre 2017

(Mt 15,29-37) Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.



VANGELO DI MERCOLEDì 6 DICEMBRE 2017
(Mt 15,29-37) Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.
Parola del Signore 


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Santo Spirito di Dio, aiutami, fa che quello che tu vuoi, si possa comprendere a chi legge le scritture, e aiutami ad aggiungere le briciole della tua sapienza a chi legge queste righe, perché tutto sia comprensibile anche a noi che siamo gli ultimi dei tuoi servi inutili. Te lo chiedo per Gesù Cristo nostro Signore…. grazie. Amen.
Questa pagina del vangelo, nella versione di Luca, l’ abbiamo trovata nel giorno del corpus Domini, quindi in uno dei tempi forti della liturgia. È un testo che ci fa vedere cosa intende Gesù per “condivisione”, che mette l’ accento su alcune piccole cose che potrebbero passare inosservate, ma che invece sono essenziali. Gesù è con il suo popolo, guarisce coloro che si sono radunati nel suo nome, e si preoccupa della loro stanchezza, del loro dover tornare a casa … Non può e non sa essere indifferente ai loro bisogni fisici, mentre i suoi discepoli invece, cercando di prevenire il problema, vorrebbero rimandarli a casa per tempo, (dal vangelo di Luca: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».) Proprio a loro Gesù chiede di usare tutto quello che avevano, di portarlo davanti a Lui perché lo benedica e di distribuirlo alla folla. Affidare al Signore le nostre povere forze, così come lui affida ai suoi discepoli il suo popolo, uno scambio di fiducia che deve essere reciproco, per essere concreto. Pensiamo che Gesù, pur essendo di natura Divina, non considerò se stesso un tesoro geloso, ma si spogliò divenendo servo per noi uomini, fino all’ estremo sacrificio della morte sulla croce. Pensiamo a quelle braccia aperte e abbracciamo il suo corpo, nutriamoci di Lui con tutto il rispetto e la devozione, chiediamo di vincere con Lui il nostro egoismo, portiamo con noi verso quell’ ostia i nostri fratelli, gli ammalati, i lontani, i deboli, ma in modo speciale, preghiamo Gesù per quelle mani consacrate che ci stanno offrendo il suo corpo e il suo sangue … Amiamo i nostri sacerdoti e la nostra Chiesa, preghiamo per loro. Non è facile vivere la carità, la condivisione, non sentiamoci santi, perché tutti nel nostro piccolo potremmo fare molto di più, ma la paura del domani spesso spezza le ali della carità; l’idea che quello che possiamo fare è inutile, perché non risolve i problemi del mondo, è una molla che scatta e toglie le ali alla speranza. Gesù c’ invita a prendere il poco che abbiamo ed a condividerlo con i fratelli, ci chiede di affidarci a Lui e come provò compassione per la folla e non la lasciò tornare digiuna alla loro vita, così anche noi potremo vivere con lui e di Lui, da ora e per sempre. È così facile sedersi sulle comodità, rilassarsi e poi diventare gelosi di tali beni e non volerli dividere con nessuno....Quando i poveri, gli afflitti, quelli che cercano di sopravvivere alla fame e all'ingiustizia, bussano alle porte dell'Italia, noi siamo spinti dall'egoismo e dalla paura a vedere solo il lato negativo della cosa; a vedere tutti come dei fanatici islamici assetati di sangue, come gente che ci ruba il pane ed il lavoro. Sono fratelli scomodi, hanno bisogno di tutto e noi abbiamo così poco, ma noi siamo gli stessi che non riescono a non sentire una morsa dentro quando vediamo in tv i bambini africani che muoiono di fame, noi siamo gli stessi che rabbrividiscono quando sentiamo che in India le bambine vengono violentate ed uccise.... noi siamo le mani che Gesù vuole usare per combattere l' egoismo e l'indifferenza. Proviamo ad affidare i bisogni di chi chiede aiuto al Signore, e Lui ci renderà capaci di tutto il bene del mondo e ci restituirà.
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COMMENTO DI :

Rev. D. Joan COSTA i Bou
(Barcelona, Spagna)
Oggi contempliamo nel Vangelo la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Molta gente —commenta l’evangelista Matteo— «si radunò» (Mt 15,30) al Signore. Uomini e donne che hanno bisogno di Cristo, ciechi, zoppi e malati di ogni genere, così come altri che lo accompagnano. Anche tutti noi abbiamo bisogno di Cristo, della sua tenerezza, del suo perdono, della sua luce, della sua misericordia,… In Lui si trova la pienezza umana.
Il Vangelo di oggi ci fa renderci conto allo stesso tempo della necessità di uomini che portino altri uomini verso Gesù Cristo. Coloro che conducono i malati da Gesù affinché li guarisca, sono immagine di tutti coloro che sanno che l’atto di carità più grande con il prossimo è avvicinarlo a Cristo, fonte di Vita. La vita di fede esige, quindi, la santità e l’apostolato.
San Paolo ci esorta ad avere gli stessi sentimenti di Gesù Cristo (cfr. Fl 2,5). Il Vangelo ci mostra com’è fatto il cuore: «Sento compassione di questa folla» (Mt 15,32). Gesù non può abbandonare così le persone: stanche ed affamate. Cristo cerca l’uomo nella necessità ma finge di incontrarlo per caso. Quanto è buono il Signore con noi! E come sono importante le persone ai suoi occhi! Solo col pensarlo, il cuore umano si dilata pieno di gratitudine, di ammirazione e di un sincero desiderio di conversione.
Questo Dio fatto uomo, che tutto può e che ci ama appassionatamente, e di cui abbiamo bisogno in tutto e per tutto —«senza di me non potete nulla» (Gv 15,5)— ha paradossalmente bisogno di noi: questo è il significato dei sette pani e dei pochi pesci che userà per sfamare a una moltitudine di persone. Se ci rendessimo conto di come Gesù ha bisogno di noi, e del valore che ha per Lui tutto ciò che facciamo, per poco che sia, ci sforzeremo di corrispondergli con tutto il nostro essere ogni giorno di più.

10 commenti:

  1. VERSIONE IN FRANCESE DI MERCOLEDI 6 DICEMBRE 2017.

    Jour liturgique : Temps de l'Avent - 1e Semaine: Mercredi

    Texte de l'Évangile (Mt 15,29-37): Jésus gagna les bords du lac de Galilée, il gravit la montagne et s'assit. De grandes foules vinrent à lui, avec des boiteux, des aveugles, des estropiés, des muets, et beaucoup d'autres infirmes; on les déposa à ses pieds et il les guérit. Alors la foule était dans l'admiration en voyant des muets parler, des estropiés guérir, des boiteux marcher, des aveugles retrouver la vue; et ils rendirent gloire au Dieu d'Israël. Jésus appela ses disciples et leur dit: «J'ai pitié de cette foule: depuis trois jours déjà, ils sont avec moi et n'ont rien à manger. Je ne veux pas les renvoyer à jeun; ils pourraient défaillir en route». Les disciples lui disent: «Où trouverons-nous dans un désert assez de pain pour qu'une telle foule mange à sa faim?». Jésus leur dit: «Combien de pains avez-vous?». Ils dirent: «Sept, et quelques petits poissons». Alors il ordonna à la foule de s'asseoir par terre. Il prit les sept pains et les poissons, il rendit grâce, les rompit, et il les donnait aux disciples, et les disciples aux foules. Tous mangèrent à leur faim; et, des morceaux qui restaient, on ramassa sept corbeilles pleines.

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    1. REFLEXION DE LELLA

      ET PRIERE : "O Saint-Esprit de Dieu, aide-moi, fait que ce que tu veut peut être compris par ceux qui ont lu les
      Ecritures, et aide-moi à ajouter des miettes de ta sagesse pour ceux qui
      lisent ces lignes, pour que tout soit compréhensible pour nous qui
      sommes les derniers des tes serviteurs indignes. Je te le demande par
      Jésus-Christ notre Seigneur .... merci. Amen."

      - Cette page de l'évangile, dans la version de Luc, nous l'avons trouvée dans le jour du corpus Domini, donc en un des temps forts de la liturgie. C'est un texte qui nous fait voir ce que Jésus entend par "copartage", il met l'accent sur quelques-unes des petites choses qui pourraient passer
      inaperçues, mais qui par contre sont essentiels. Jésus est avec son
      peuple, il guérit ceux qui se sont réunis en son nom, et il se préoccupe
      de leur fatigue, et de devoir revenir chez eux. il ne peut pas et il ne
      sait pas être indifférent à leurs besoins physiques, pendant que ses
      disciples par contre, en cherchant à prévenir le problème, ils voudraient les renvoyer à la maison pour temps, (De l'Évangile de St Luc: «Il Renvoie la foule pour qu'ils aillent dans les villages et les fermes de la région, pour trouver un logement et de la nourriture: nous sommes ici dans une zone déserte.) Justement Jésus leur demande d'utiliser tout ce qu'ils avaient, de le porter devant Lui pour qu'il le bénisse et de le distribuer à la foule. Confier au Seigneur nos pauvres forces, comme lui confie à ses disciples son peuple, un échange de confiance qui doit être réciproque pour être concret. Nous pensons que Jésus, aussi en étant de nature Divine, ne considéra pas lui même un trésor jaloux, mais il se déshabilla en devenant serviteur pour nous les hommes, jusqu'à le l'extrême sacrifice de la mort sur la croix. Pensons à ces bras ouverts et enlaçons son corps, nourrissons-nous de Lui avec tout le respect et la dévotion, demandons lui de gagner avec lui notre égoïsme, portons avec nous vers cette hostie nos frères, malades, lointains, faibles, mais de manière spéciale, prions Jésus pour ces mains consacrées qui sont en train de nous offrir son corps et son sang.... aimons nos prêtres et notre église, prions pour eux. Ce n'est pas facile de vivre la charité, le copartage nous ne nous sentons pas saints, parce que tous dans notre petitesse nous pourrions faire beaucoup plus, mais la peur de l'avenir rompt souvent les ailes de la charité, l'idée que ce que nous pouvons faire est inutile, parce qu'elle ne résout pas les problèmes du monde, c'est un ressort qui se déclenche et enlève les ailes à l'espoir.

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    2. SUITE: Jésus nous invite à prendre le peu que nous avons et à le partager avec nos frères, il nous demande de nous fier à Lui et comme il éprouva de la compassion pour la foule, il ne la laissa pas revenir à jeun à leur vie, ainsi nous aussi nous pourrons vivre avec lui et par Lui, dés maintenant et pour toujours.
      Il est si facile de s'asseoir sur les commodités, se détendre et puis devenir jaloux de tels biens et ne vouloir les partager avec personne....Quand les pauvres, les affligés, ceux qui cherchent à survivre à la faim et à l'injustice frappent aux portes de l'Italie, nous sommes poussés à
      l'égoïsme et à la peur de voir seulement le côté négatif de la chose; de les voir tous comme des fanatiques islamistes assoiffés de sang, comme des gens qui nous volent le pain et le travail. Ce sont nos frères inconfortables, ils ont besoin de tout et nous nous avons si peu, mais nous sommes les mêmes qui ne réussissent pas à ne pas entendre l'étau intérieur quand nous voyons à la TV les enfants africains qui meurent de faim, nous sommes les mêmes qui grincent des dents quand nous entendons qu'en Inde les fillettes sont violentées et tuée....nous sommes les main que Jésus veut utiliser pour combattre l'égoïsme et l'indifférence. Essayons de confier les besoins à qui demande de l'aide au Seigneur, et Il nous rendra capables de tout le bien du monde et il nous le restitueras.

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    3. Commentaire de l'Abbé Joan COSTA i Bou
      (Barcelona, Espagne)

      Aujourd'hui nous contemplons dans l'Evangile la multiplication des pains et des poissons. «De grandes foules —nous raconte l'évangéliste Matthieu— vinrent à lui» (Mt 15,30) au Seigneur. Des hommes et des femmes qui ont besoin du Christ, des aveugles, des boiteux et beaucoup d'autres infirmes, ainsi que ceux qui les accompagnent. Nous aussi nous avons besoin du Christ, de sa tendresse, de son pardon, de sa lumière, de sa miséricorde... En Lui nous trouvons la plénitude de tout ce qui est humain. L'Évangile d'aujourd'hui nous fait aussi nous rendre compte qu'il est nécessaire que des hommes conduisent les autres vers Jésus-Christ. Ceux qui amènent les infirmes à Jésus pour qu'Il les guérisse sont l'image de tous ceux qui savent que la plus grande preuve de charité envers le prochain c'est de l'approcher du Christ, source de toute Vie. Une vie de foi exige, donc, la sainteté et l'apostolat. Saint Paul nous exhorte à avoir les mêmes dispositions que le Christ Jésus (cf. Ph 2,5). Notre récit nous montre son cœur: «J'ai pitié de cette foule» (Mt 15,32). Il ne peut pas les abandonner car ils sont affamés et fatigués. Le Christ cherche l’homme dans le besoin et il feint de le rencontrer par hasard. Que le Seigneur est bon! Et que nous sommes importants à ses yeux! Quand il y songe, le cœur humain se dilate plein de gratitude, d'admiration et d'un désir sincère de conversion. Ce Dieu fait homme, tout-puissant et qui nous aime passionnément, et dont nous avons besoin en tout et pour tout —«car, en dehors de moi, vous ne pouvez rien faire» (Jn 15,5)— a aussi, paradoxalement, besoin de nous: telle est la signification des sept pains et des quelques petits poissons dont il se servira pour nourrir une grande foule. Si nous savions à quel point Jésus s'appuie sur nous, et la valeur que possède à Ses yeux tout ce que nous faisons, pour aussi peu que ce soit, nous lui montrerions chaque fois mieux notre plus entière reconnaissance.

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  2. VERSIONE IN SPAGNOLO DI MERCOLEDì 6 DICEMBRE 2017

    Evangelio según San Mateo 15,29-37.
    Jesús llegó a orillas del mar de Galilea y, subiendo a la montaña, se sentó.
    Una gran multitud acudió a él, llevando paralíticos, lisiados, ciegos, mudos y muchos otros enfermos. Los pusieron a sus pies y él los curó.
    La multitud se admiraba al ver que los mudos hablaban, los inválidos quedaban curados, los paralíticos caminaban y los ciegos recobraban la vista. Y todos glorificaban al Dios de Israel.
    Entonces Jesús llamó a sus discípulos y les dijo: "Me da pena esta multitud, porque hace tres días que están conmigo y no tienen qué comer. No quiero despedirlos en ayunas, porque podrían desfallecer en el camino".
    Los discípulos le dijeron: "¿Y dónde podríamos conseguir en este lugar despoblado bastante cantidad de pan para saciar a tanta gente?".
    Jesús les dijo: "¿Cuántos panes tienen?". Ellos respondieron: "Siete y unos pocos pescados".
    El ordenó a la multitud que se sentara en el suelo;
    después, tomó los panes y los pescados, dio gracias, los partió y los dio a los discípulos. Y ellos los distribuyeron entre la multitud.
    Todos comieron hasta saciarse, y con los pedazos que sobraron se llenaron siete canastas.

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    1. MI REFLEXIÓN

      ORACIÓN

      Oh Espíritu Santo de Dios, ayúdame, haz lo que tu quieres porque podemos entender para los que que leen las Escrituras, y ayúdame a añadir las migajas de tu sabiduría a los que leen estas líneas, para todo sea comprensible también para nosotros que somos los últimos de tus siervos inútiles. Les pido por Jesucristo nuestro Señor .... gracias. Amén.
      .Esta página del Evangelio, en la versión de Lucas, es lo mismo que leímos el día del Corpus Domini, a continuación, en uno de los puntos altos de la liturgia. Es un texto que nos muestra lo que Jesús quiere decir por "compartir", que pone el énfasis en algunas pequeñas cosas que pueden pasar desapercibidas, pero que son esenciales.

      Jesús está con su pueblo, el que sana a los que están reunidos en su nombre, y se preocupa acerca de su fatiga, que tengan que ir a casa ...y no sabe, no puede ser indiferente a sus necesidades físicas, mientras sus discípulos en su lugar, en busca para evitar el problema, que iban a enviar de vuelta a casa las gentes (desde el Evangelio de Lucas: "Despide a la gente para que vayan a las aldeas y las granjas en la zona, para encontrar la vivienda y los alimentos:. aquí estamos en una zona desierta") Así que Jesús les pidió usar todo lo que tenían, y llevarles delante de él, para que él les bendiga y distribuir a la multitud.

      Jesús los pide usar todo lo que tenían, para traerlo porque él lo bendiga y lo distribuirá a la multitud. Encomendar al Señor nuestros pobres esfuerzos, tan bien como él confía a sus discípulos a su pueblo, un intercambio de confianza debe ser mutua, para ser concretos. Creemos que Jesús, aunque la forma de lo Divino, no se consideraba como cosa a que aferrarse, sino que se despojó de convertirse en un siervo por nosotros los hombres, hasta que el "sacrificio supremo de la muerte en la cruz.
      Pensamos en esos brazos abiertos y abrazamos su cuerpo, alimentamos nosotros mismos a Él con todo el respeto y devoción, tratamos de ganar con él contra nuestro egoísmo, traemos con nosotros a ese host a nuestros hermanos, a los enfermos, los distantes, a los débiles pero de una manera especial, oramos a Jesús por esas manos consagradas que estan ofreciendo su cuerpo y su sangre ... amamos a nuestros sacerdotes y nuestra Iglesia, oramos por ellos. No es fácil vivir la caridad, el compartir, no vamos a ser santo, porque todo el mundo en nuestro pequeño que podríamos hacer mucho más, pero el miedo al mañana menudo rompe las alas de la caridad, la idea de que lo que hacemos es inútil, ya que no resuelve los problemas del mundo, es un manantial que se separe y las alas de la esperanza.
      Jesús nos invita a tomar lo poco que tenemos y compartirlo con sus hermanos, él nos pide que confiemos en Él, y lo que sentía compasión por la multitud y no la dejó ir rápido a sus vidas, por lo que también nos va a vivir con Él ahora y para siempre.
      Es tan fácil sentarse en la comodidad, relax y luego convertido en celoso de esos bienes y no quiere que ellos compartan con nadie ....Cuando los pobres, los afligidos, los que tratan de sobrevivir al hambre y la injusticia, ven a tocar puertas de Italia, nos son impulsados por el egoísmo y el miedo de ver sólo el lado negativo de las cosas; para ver todos los musulmanes como fanáticos sedientos de sangre, como las personas que roban el pan y el trabajo. Son hermanos que se sienten incómodos, necesitan todo y tenemos tan poco, pero son los que no puede no sentirse un dolor dentro en cuando nos vemos en la televisión los niños africanos que mueren de hambre, somos las mismas personas que estremezco cuando nos enteramos de que en India niñas son violadas y asesinadas ....nos estamos manos que Jesús quiere usar para combatir el "egoísmo y la indiferencia. Probamos a encomendar a las necesidades de aquellos que buscan ayuda para el Señor, y Él nos permitirá todo el bien en el mundo y Él lo volverá por nosotros.

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    2. Rev. D. Joan COSTA i Bou
      (Barcelona, España)
      Hoy contemplamos en el Evangelio la multiplicación de los panes y peces. Mucha gente —comenta el evangelista Mateo— «se le acercó» (Mt 15,30) al Señor. Hombres y mujeres que necesitan de Cristo, ciegos, cojos y enfermos de todo tipo, así como otros que los acompañan. Todos nosotros también tenemos necesidad de Cristo, de su ternura, de su perdón, de su luz, de su misericordia... En Él se encuentra la plenitud de lo humano.

      El Evangelio de hoy nos hace caer en la cuenta, a la vez, de la necesidad de hombres que conduzcan a otros hacia Jesucristo. Los que llevan a los enfermos a Jesús para que los cure son imagen de todos aquellos que saben que el acto más grande de caridad para con el prójimo es acercarlo a Cristo, fuente de toda Vida. La vida de fe exige, pues, la santidad y el apostolado.

      San Pablo exhorta a tener los mismos sentimientos de Cristo Jesús (cf. Fl 2,5). Nuestro relato muestra cómo es el corazón: «Siento compasión de la gente» (Mt 15,32). No puede dejarlos porque están hambrientos y fatigados. Cristo busca al hombre en toda necesidad y se hace el encontradizo. ¡Cuán bueno es el Señor con nosotros!; y ¡cuán importantes somos las personas a sus ojos! Sólo con pensarlo se dilata el corazón humano lleno de agradecimiento, admiración y deseo sincero de conversión.

      Este Dios hecho hombre, que todo lo puede y que nos ama apasionadamente, y a quien necesitamos en todo y para todo —«sin mi no podéis nada» (Jn 15,5)— necesita, paradójicamente, también de nosotros: éste es el significado de los siete panes y los pocos peces que usará para alimentar a una multitud del pueblo. Si nos diéramos cuenta de cómo Jesús se apoya en nosotros, y del valor que tiene todo lo que hacemos para Él, por pequeño que sea, nos esforzaríamos más y más en corresponderle con todo nuestro ser.

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  3. VERSIONE IN INGLESE DI MERCOLEDì 6 DICEMBRE 2017

    Holy Gospel of Jesus Christ according to Saint Matthew 15:29-37.
    At that time: Jesus walked by the Sea of Galilee, went up on the mountain, and sat down there.
    Great crowds came to him, having with them the lame, the blind, the deformed, the mute, and many others. They placed them at his feet, and he cured them.
    The crowds were amazed when they saw the mute speaking, the deformed made whole, the lame walking, and the blind able to see, and they glorified the God of Israel.
    Jesus summoned his disciples and said, "My heart is moved with pity for the crowd, for they have been with me now for three days and have nothing to eat. I do not want to send them away hungry, for fear they may collapse on the way."
    The disciples said to him, "Where could we ever get enough bread in this deserted place to satisfy such a crowd?"
    Jesus said to them, "How many loaves do you have?" "Seven," they replied, "and a few fish."
    He ordered the crowd to sit down on the ground.
    Then he took the seven loaves and the fish, gave thanks, broke the loaves, and gave them to the disciples, who in turn gave them to the crowds.
    They all ate and were satisfied. They picked up the fragments left over--seven baskets full.

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    1. MY REFLECTION

      PRAYER

      O Holy Spirit of God, help me, is that what you want, because the reader can understand the scriptures, and help me to add the crumbs of your wisdom to those who read these lines, because everything is understandable to us that we are the last of thy servants unnecessary.
      I ask through Jesus Christ our Lord .... thank you. Amen.
      This page of the Gospel, in the version of Luke, we found it on the day of Corpus Domini, then in one of the high points of the liturgy.
      It is a text that shows us what Jesus means by "sharing", which puts the emphasis on a few small things that may go unnoticed, but that are essential.
      Jesus is with his people and heals those who are gathered in his name, and is concerned about their fatigue, their having to go home ...and does not know can not be indifferent to their physical needs, while his disciples instead, looking to prevent the problem, they would send them back home for a long time (from the Gospel of Luke: "Send the crowd away to go into the villages and farms in the area, to find housing and food: here we are in a deserted area.").Just Jesus asks them to use everything they had, to bring before Him because bless him and distribute to the crowd. Entrust to the Lord our poor powers, as he entrusts to his disciples his people, an exchange of trust that must be mutual, to be concrete. We believe that Jesus, while being divine in nature, did not consider himself a thing to be grasped, but emptied himself and became a servant for us men, to the ultimate sacrifice of death on the cross. Think of those open arms and embrace her body, nourish ourselves to Him with all respect and devotion, try to win with Him our egoism, we bring with us to that host our brothers, the sick, the distant, the weak but in a special way, we pray Jesus to those consecrated hands we are offering his body and his blood ... we love our priests and our Church, we pray for them. It is not easy to live charity, sharing, do not let us be holy, because everyone in our little we could do much more, but the fear of tomorrow often breaks the wings of charity, the idea that what we do is useless, because it does not solve the problems of the world, is a spring that snaps off and the wings of hope.
      Jesus invites us to take the little we have and share it with his brothers, he asks us to trust Him, and how he felt compassion for the crowd and did not let her go fast to their lives, so we too will live with Him and Him now and forever.
      It is so easy to sit on the comfort, relax and then become jealous of those goods and does not want them to share with anyone ....
      When the poor, the afflicted, those who try to survive hunger and injustice, knocking on doors of Italy, we are driven by selfishness and fear to see only the negative side of the thing; to see how all of the bloodthirsty Islamic fanatics, as people who steals bread and work.
      Brothers are uncomfortable, they need everything and we have so little, but we are the ones who can not not hear a vise inside when we see on TV that African children die from hunger, we are the same people who cringe when we hear that in India girls are raped and killed .... we are the hands that Jesus wants to use to fight the selfishness and indifference.
      We try to entrust the needs of those seeking help to the Lord, and He will enable us to all the good in the world and we will return

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    2. Fr. Joan COSTA i Bou
      (Barcelona, Spain)
      Today we reflect on the multiplication of the bread and fish in the Gospel. Many people —Matthew states— «came to him» (Mt 15:30). Men and women who were in need of Christ: blind people, cripples and sick people of every kind, together with those who accompanied them. We are all in need of Christ. Of his tenderness, his forgiveness, his light, his mercy... In him, the fullness of all that is human can be found.

      Today's Gospel makes us aware of the need for men who will lead others to Christ. Those who bring Jesus the sick so that he can cure them are the image of all those who know that the greatest act of charity towards their fellow man is to get them close to Christ, the source of our life. A life of faith demands holiness and apostolate.

      Saint Paul urges us (Phil 2:5) to have the same feelings as Christ. This story shows what Jesus' heart is like: «I am filled with compassion for these people». He cannot leave them, because they are hungry and tired. Christ searches man out in his necessity and manages to be there for us to find. How good he is to us!; and how important we people are for him! Our hearts swell with gratitude, admiration and a sincere wish for conversion.

      This God made man, all-powerful, who loves us passionately, and whom we need in everything and for everything —«apart from me you can do nothing» (Jn 15:5)— paradoxically requires something from us as well: this is the meaning of the seven loaves of bread and the few fish that he will use to feed a crowd. If we really realized how much Jesus counts on us, and of the value of all we do for him, as small as it is, we would try all the harder to correspond to him with all our being.

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