giovedì 13 aprile 2017

(Gv 18,1- 19,42) Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni

VANGELO DI VENERDì


(Gv 18,1- 19,42) Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni


- Catturarono Gesù e lo legarono
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cèdron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?».


- Lo condussero prima da Anna
Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo».


Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.


Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote.


- Non sei anche tu uno dei suoi discepoli? Non lo sono!
Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.


- Il mio regno non è di questo mondo
Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.


Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».


E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.


- Salve, re dei Giudei!
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.


Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!».


Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».


All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».


- Via! Via! Crocifiggilo!
Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.


- Lo crocifissero e con lui altri due
Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto».


- Si sono divisi tra loro le mie vesti
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato –, e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: «Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». E i soldati fecero così.


- Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.


(Qui si genuflette e di fa una breve pausa)


- E subito ne uscì sangue e acqua
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».


- Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli insieme ad aromi
Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di áloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parascève dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.


Parola del Signore





LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Oggi Signore ho bisogno di capire perchè hai dovuto soffrire! Ma non mi sarà mai rivelato se non condividendo quella sofferenza.


Io non so il perchè, non lo comprendo, ma so che in quel periodo quello era il tipo di morte più ingiuriosa che si potesse attuare su un uomo.
Per la cattiveria degli uomini, nessuna tortura è mai troppo atroce, per cancellarti alla faccia della terra tutto veniva messo in atto......allora come ora, chi non ti accetta, chi non crede in Te, ti mette in croce e chi ti ama, può solo seguirti sulla croce.
Andiamo in chiesa...andiamo a rivivere il triduo pasquale, non pensiamo al sontuoso pranzo da preparare, alle bocche da sfamare...andiamo per vedere che cosa abbiamo saputo offrire a Gesù in cambio di tanto amore, solo un boccone avvelenato da traditori.

13 commenti:

  1. VERSIONE IN INGLESE DI VENERDì 14 APRILE 2017
    Liturgical day: Good Friday (Celebration of the Lord’s Passion)
    Gospel text (Jn 18,1—19,42)
    : When Jesus had finished speaking, He went with his disciples to the other side of the Kidron Valley. There was a garden there where Jesus entered with his disciples. Now Judas, who betrayed him, knew the place since Jesus had often met there with his disciples. He led soldiers of the Roman battalion and guards from the chief priests and Pharisees, who went there with lanterns, torches and weapons. Jesus knew all that was going to happen to him; He stepped forward and asked, «Who are you looking for?». They answered, «Jesus the Nazarene». Jesus said, «I am he». Judas, who betrayed him, stood there with them. When Jesus said, «I am he», they moved back and fell to the ground. He then asked a second time, «Who are you looking for?» and they answered, «Jesus the Nazarene». Jesus replied, «I told you that I am he. If you are looking for me, let these others go». So what Jesus had said came true: «I have not lost one of those you gave me». Simon Peter had a sword; he drew it and struck Malchus, the High Priest’s servant, cutting off his right ear. But Jesus said to Peter, «Put your sword into its sheath; shall I not drink the cup which the Father has given me?».

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  2. The guards and the soldiers, with their commander, seized Jesus and bound him; and they took him first to Annas. Annas was the father-in-law of Caiaphas, who was the High Priest that year; and it was Caiaphas who had told the Jews: «It is better that one man should die for the people». Simon Peter with another disciple followed Jesus. Because this disciple was known to the High Priest, they let him enter the courtyard of the High Priest along with Jesus, but Peter had to stay outside at the door. The other disciple, who was known to the High Priest went out and spoke to the maidservant at the gate and brought Peter in. Then, this servant on duty at the door said to Peter, «So you also are one of his disciples?». But he answered, «I am not». Now the servants and the guards had made a charcoal fire and were standing and warming themselves, because it was cold. Peter was also with them warming himself. The High Priest questioned Jesus about his disciples and his teaching. Jesus answered him, «I have spoken openly to the world; I have always taught in places where the Jews meet together, either at the assemblies in synagogues or in the Temple. I did not teach secretly. Why then do you ask me? Ask those who heard me, they know what I said». At this reply one of the guards standing by gave Jesus a blow on the face, saying, «Is that the way to answer the High Priest?». Jesus said to him, «If I have spoken wrongly, point it out; but if I have spoken rightly, why do you strike me?». Then Annas sent him, bound, to Caiaphas, the High Priest. Now Simon Peter stood there warming himself. They said to him, «Surely you also are one of his disciples». He denied it and answered, «I am not». One of the High Priest’s servants, a kinsman of the one whose ear Peter had cut off, asked, «Did I not see you with him in the garden?». Again Peter denied it, and at once the cock crowed.

    Then they led Jesus from the house of Caiaphas to the court of the Roman governor. It was now morning. The Jews didn’t enter lest they be made unclean (by coming into the house of a pagan) and be unable to eat the Passover meal. So Pilate went out and asked, «What charge do you bring against this man?». They answered, «If He were not a criminal, we would not be handing him over to you». Pilate said, «Take him yourselves and judge him according to your own law». But they replied, «We ourselves are not allowed to put anyone to death». It was clear from this what kind of death Jesus was to die, according to what Jesus himself had foretold. Pilate then entered the court again, called Jesus and asked him, «Are you the King of the Jews?». Jesus replied, «Does this word come from you, or did you hear it from others?». Pilate answered, «Am I a Jew? Your own nation and the chief priests have handed you over to me. What have you done?». Jesus answered, «My kingship does not come from this world. If I were king like those of this world, my guards would have fought to save me from being handed over to the Jews. But my kingship is not from here». Pilate asked him, «So you are a king?». And Jesus answered, «Just as you say, I am a king. For this I was born and for this I have come into the world, to bear witness to the truth. Everyone who is on the side of truth hears my voice». Pilate said, «What is truth?». Pilate then went out to the Jews again and said, «I find no crime in this man. Now, according to a custom, I must release a prisoner of yours at the Passover. With your agreement I will release for you the King of the Jews». But they insisted and cried out, «Not this man, but Barabbas!». Now Barabbas was a robber.

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  3. Then Pilate had Jesus taken away and scourged. The soldiers also twisted thorns into a crown and put it on his head. They threw a cloak of royal purple around his shoulders and began coming up to him and saluting him, «Hail, king of the Jews», and they struck him on the face. Pilate went outside yet another time and said to the Jews, «Look, I am bringing him out and I want you to know that I find no crime in him». Jesus then came out wearing the crown of thorns and the purple cloak and Pilate pointed to him saying, «Here is the man!». On seeing him the chief priests and the guards cried out, «Crucify him! Crucify him!». Pilate replied, «Take him yourselves and have him crucified, for I find no case against him». The Jews then said, «We have a Law, and according to the Law this man must die because He made himself Son of God». When Pilate heard this he was more afraid. And coming back into the court he asked Jesus, «Where are you from?». But Jesus gave him no answer. Then Pilate said to him, «You will not speak to me? Do you not know that I have power to release you just as I have power to crucify you?». Jesus replied, «You would have no power over me unless it had been given you from above; therefore the one who handed me over to you is more guilty». From that moment Pilate tried to release him, but the Jews cried out, «If you release this man, you are no friend of Caesar. Anyone who makes himself king is defying Caesar». When Pilate heard this, he had Jesus brought outside to the place called the Stone Floor —in Hebrew Gabbatha— and there he had him seated in the tribune. It was the Preparation Day for the Passover, about noon. So Pilate said to the Jews, «Here is your king». But they cried out, «Away! Take him away! Crucify him!». Pilate replied, «Shall I crucify your king?». And the chief priests answered, «We have no king but Caesar». Then Pilate handed Jesus over to them to be crucified.

    They took charge of him. Bearing his own cross, Jesus went out of the city to what is called the Place of the Skull, in Hebrew: Golgotha. There He was crucified and with him two others, one on either side, and Jesus was in the middle. Pilate had a notice written and fastened to the cross that read: Jesus the Nazorean, King of the Jews. Many Jewish people saw this title, because the place where Jesus was crucified was very close to the city. It was, moreover, written in Hebrew, Latin and Greek. The chief priests said to Pilate, «Do not write: ‘The king of the Jews’; but: ‘This man claimed to be king of the Jews’». Pilate answered them, «What I have written, I have written». When the soldiers crucified Jesus, they took his clothes and divided them into four parts, one part for each of them. But as the tunic was woven in one piece from top to bottom, they said, «Let us not tear it, but cast lots to decide who will get it». This fulfilled the words of Scripture: They divided my clothing among them; they cast lots for my garment. This was what the soldiers did. Near the cross of Jesus stood his mother, his mother’s sister Mary, who was the wife of Cleophas, and Mary of Magdala. When Jesus saw the Mother, and the disciple whom He loved, He said to the Mother, «Woman, this is your son». Then He said to the disciple, «There is your mother». And from that moment the disciple took her to his own home.

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  4. With that Jesus knew all was now finished and He said, «I am thirsty», to fulfil what was written in Scripture. A jar full of bitter wine stood there; so, putting a sponge soaked in the wine on a twig of hyssop, they raised it to his lips. Jesus took the wine and said, «It is accomplished». Then He bowed his head and gave up the spirit.

    As it was Preparation Day, the Jews did not want the bodies to remain on the cross during the Sabbath, for this Sabbath was a very solemn day. They asked Pilate to have the legs of the condemned men broken, so they might take away the bodies. The soldiers came and broke the legs of the first man and of the other who had been crucified with Jesus. When they came to Jesus, they saw that He was already dead; so they did not break his legs. One of the soldiers, however, pierced his side with a lance and immediately there came out blood and water. The one who has seen here gives his witness so that you may believe: his witness is true and he knows that he speaks the truth. All this happened to fulfill the words of Scripture, «Not one of his bones shall be broken». Another text says: «They shall look on him whom they have pierced».

    After this, Joseph of Arimathea approached Pilate, for he was a disciple of Jesus, though secretly, for fear of the Jews. And he asked Pilate to let him remove the body of Jesus. Pilate agreed, so he came and took away the body. Nicodemus, the man who earlier had come to Jesus by night, also came and brought a jar of myrrh mixed with aloes, about a hundred pounds. They took the body of Jesus and wrapped it in linen cloths with the spices, following the burial custom of the Jews. There was a garden in the place where Jesus had been crucified, and, in the garden, a new tomb in which no one had ever been laid. As the tomb was very near, they buried Jesus there because they had no time left before the Jewish Preparation Day.

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    1. MY REFLECTION
      PRAYER.
      Today Lord I need to understand why you had to suffer! But it will never be revealed if you do not share that pain.
      I do not know why, do not understand it, but I know that at that time it was the most outrageous kind of death that could be implemented on a man.
      For the wickedness of men, no torture is never too atrocious to unsubscribe to the face of the earth everything was put in place …… then as now, who does not accept you, whoever does not believe in you, puts you on the cross and who loves you, can only follow you on the cross.
      We go to church … let’s relive the Paschal Triduum, we do not think the sumptuous lunch to prepare, the mouths to feed … let’s see what we have been able to offer to Jesus in exchange for so much love, just a bite poisoned by traitors .

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  5. Pilato entonces tomó a Jesús y mandó azotarle. Los soldados trenzaron una corona de espinas, se la pusieron en la cabeza y le vistieron un manto de púrpura; y, acercándose a Él, le decían: «Salve, Rey de los judíos». Y le daban bofetadas. Volvió a salir Pilato y les dijo: «Mirad, os lo traigo fuera para que sepáis que no encuentro ningún delito en Él». Salió entonces Jesús fuera llevando la corona de espinas y el manto de púrpura. Díceles Pilato: «Aquí tenéis al hombre». Cuando lo vieron los sumos sacerdotes y los guardias, gritaron: «¡Crucifícalo, crucifícalo!». Les dice Pilato: «Tomadlo vosotros y crucificadle, porque yo ningún delito encuentro en Él». Los judíos le replicaron: «Nosotros tenemos una Ley y según esa Ley debe morir, porque se tiene por Hijo de Dios». Cuando oyó Pilato estas palabras, se atemorizó aún más. Volvió a entrar en el pretorio y dijo a Jesús: «¿De dónde eres tú?». Pero Jesús no le dio respuesta. Dícele Pilato: «¿A mí no me hablas? ¿No sabes que tengo poder para soltarte y poder para crucificarte?». Respondió Jesús: «No tendrías contra mí ningún poder, si no se te hubiera dado de arriba; por eso, el que me ha entregado a ti tiene mayor pecado». Desde entonces Pilato trataba de librarle. Pero los judíos gritaron: «Si sueltas a ése, no eres amigo del César; todo el que se hace rey se enfrenta al César». Al oír Pilato estas palabras, hizo salir a Jesús y se sentó en el tribunal, en el lugar llamado Enlosado, en hebreo Gabbatá. Era el día de la Preparación de la Pascua, hacia la hora sexta. Dice Pilato a los judíos: «Aquí tenéis a vuestro Rey». Ellos gritaron: «¡Fuera, fuera! ¡Crucifícale!». Les dice Pilato: «¿A vuestro Rey voy a crucificar?». Replicaron los sumos sacerdotes: «No tenemos más rey que el César». Entonces se lo entregó para que fuera crucificado.

    Tomaron, pues, a Jesús, y Él cargando con su cruz, salió hacia el lugar llamado Calvario, que en hebreo se llama Gólgota, y allí le crucificaron y con Él a otros dos, uno a cada lado, y Jesús en medio. Pilato redactó también una inscripción y la puso sobre la cruz. Lo escrito era: «Jesús el Nazareno, el Rey de los judíos». Esta inscripción la leyeron muchos judíos, porque el lugar donde había sido crucificado Jesús estaba cerca de la ciudad; y estaba escrita en hebreo, latín y griego. Los sumos sacerdotes de los judíos dijeron a Pilato: «No escribas: ‘El Rey de los judíos’, sino: ‘Éste ha dicho: Yo soy Rey de los judíos’». Pilato respondió: «Lo que he escrito, lo he escrito». Los soldados, después que crucificaron a Jesús, tomaron sus vestidos, con los que hicieron cuatro lotes, un lote para cada soldado, y la túnica. La túnica era sin costura, tejida de una pieza de arriba abajo. Por eso se dijeron: «No la rompamos; sino echemos a suertes a ver a quién le toca». Para que se cumpliera la Escritura: «Se han repartido mis vestidos, han echado a suertes mi túnica». Y esto es lo que hicieron los soldados. Junto a la cruz de Jesús estaban su madre y la hermana de su madre, María, mujer de Cleofás, y María Magdalena. Jesús, viendo a su madre y junto a ella al discípulo a quien amaba, dice a su madre: «Mujer, ahí tienes a tu hijo». Luego dice al discípulo: «Ahí tienes a tu madre». Y desde aquella hora el discípulo la acogió en su casa.

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  6. Después de esto, sabiendo Jesús que ya todo estaba cumplido, para que se cumpliera la Escritura, dice: «Tengo sed». Había allí una vasija llena de vinagre. Sujetaron a una rama de hisopo una esponja empapada en vinagre y se la acercaron a la boca. Cuando tomó Jesús el vinagre, dijo: «Todo está cumplido». E inclinando la cabeza entregó el espíritu.

    Los judíos, como era el día de la Preparación, para que no quedasen los cuerpos en la cruz el sábado —porque aquel sábado era muy solemne— rogaron a Pilato que les quebraran las piernas y los retiraran. Fueron, pues, los soldados y quebraron las piernas del primero y del otro crucificado con Él. Pero al llegar a Jesús, como lo vieron ya muerto, no le quebraron las piernas, sino que uno de los soldados le atravesó el costado con una lanza y al instante salió sangre y agua. El que lo vio lo atestigua y su testimonio es válido, y él sabe que dice la verdad, para que también vosotros creáis. Y todo esto sucedió para que se cumpliera la Escritura: «No se le quebrará hueso alguno». Y también otra Escritura dice: «Mirarán al que traspasaron».

    Después de esto, José de Arimatea, que era discípulo de Jesús, aunque en secreto por miedo a los judíos, pidió a Pilato autorización para retirar el cuerpo de Jesús. Pilato se lo concedió. Fueron, pues, y retiraron su cuerpo. Fue también Nicodemo —aquel que anteriormente había ido a verle de noche— con una mezcla de mirra y áloe de unas cien libras. Tomaron el cuerpo de Jesús y lo envolvieron en vendas con los aromas, conforme a la costumbre judía de sepultar. En el lugar donde había sido crucificado había un huerto, y en el huerto un sepulcro nuevo, en el que nadie todavía había sido depositado. Allí, pues, porque era el día de la Preparación de los judíos y el sepulcro estaba cerca, pusieron a Jesús.

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    1. Mi reflejo
      ORACIÓN.
      Hoy Señor lo necesario para comprender por qué tuvo que sufrir! Pero nunca se dará a conocer si usted no comparte ese dolor.
      No sé por qué, no lo entienden, pero sé que en ese momento era el tipo más atroz de la muerte que podría implementarse en un hombre.
      Por la maldad de los hombres, sin la tortura nunca es demasiado atroz darse de baja de la faz de la tierra todo lo que se puso en marcha …… entonces como ahora, que no te acepta, que no cree en ti, te pone en la cruz y que te quiere, sólo le puede seguir en la cruz.
      Vamos a la iglesia … vamos a revivir el Triduo Pascual, no creemos que el suntuoso almuerzo para preparar, las bocas que alimentar … vamos a ver lo que hemos sido capaces de ofrecer a Jesús a cambio de tanto amor, sólo un bocado envenenado por traidores .

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  7. VERSIONE IN FRANCESE DI VENERDì 14 APRILE 2017

    ( JEAN 18,1- 19,42 ) LA PASSION DU SEIGNEUR.

    Évangile de Jésus Christ selon saint Jean 18,1-40.19,1-42.
    En ce temps-là, après le repas, Jésus sortit avec ses disciples et traversa le torrent du Cédron ; il y avait là un jardin, dans lequel il entra avec ses disciples.
    Judas, qui le livrait, connaissait l’endroit, lui aussi, car Jésus et ses disciples s’y étaient souvent réunis.
    Judas, avec un détachement de soldats ainsi que des gardes envoyés par les grands prêtres et les pharisiens, arrive à cet endroit. Ils avaient des lanternes, des torches et des armes.
    Alors Jésus, sachant tout ce qui allait lui arriver, s’avança et leur dit : « Qui cherchez-vous ? »
    Ils lui répondirent : « Jésus le Nazaréen. » Il leur dit : « C’est moi, je le suis. » Judas, qui le livrait, se tenait avec eux.
    Quand Jésus leur répondit : « C’est moi, je le suis », ils reculèrent, et ils tombèrent à terre.
    Il leur demanda de nouveau : « Qui cherchez-vous ? » Ils dirent : « Jésus le Nazaréen. »
    Jésus répondit : « Je vous l’ai dit : c’est moi, je le suis. Si c’est bien moi que vous cherchez, ceux-là, laissez-les partir. »
    Ainsi s’accomplissait la parole qu’il avait dite : « Je n’ai perdu aucun de ceux que tu m’as donnés ».
    Or Simon-Pierre avait une épée ; il la tira, frappa le serviteur du grand prêtre et lui coupa l’oreille droite. Le nom de ce serviteur était Malcus.
    Jésus dit à Pierre : « Remets ton épée au fourreau. La coupe que m’a donnée le Père, vais-je refuser de la boire ? »
    Alors la troupe, le commandant et les gardes juifs se saisirent de Jésus et le ligotèrent.
    Ils l’emmenèrent d’abord chez Hanne, beau-père de Caïphe qui était grand prêtre cette année-là.
    Caïphe était celui qui avait donné aux Juifs ce conseil : « Il vaut mieux qu’un seul homme meure pour le peuple. »
    Or Simon-Pierre, ainsi qu’un autre disciple, suivait Jésus. Comme ce disciple était connu du grand prêtre, il entra avec Jésus dans le palais du grand prêtre.
    Pierre se tenait près de la porte, dehors. Alors l’autre disciple – celui qui était connu du grand prêtre – sortit, dit un mot à la servante qui gardait la porte, et fit entrer Pierre.
    Cette jeune servante dit alors à Pierre : « N’es-tu pas, toi aussi, l’un des disciples de cet homme ? » Il répondit : « Non, je ne le suis pas ! »

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  8. Les serviteurs et les gardes se tenaient là ; comme il faisait froid, ils avaient fait un feu de braise pour se réchauffer. Pierre était avec eux, en train de se chauffer.
    Le grand prêtre interrogea Jésus sur ses disciples et sur son enseignement.
    Jésus lui répondit : « Moi, j’ai parlé au monde ouvertement. J’ai toujours enseigné à la synagogue et dans le Temple, là où tous les Juifs se réunissent, et je n’ai jamais parlé en cachette.
    Pourquoi m’interroges-tu ? Ce que je leur ai dit, demande-le à ceux qui m’ont entendu. Eux savent ce que j’ai dit. »
    À ces mots, un des gardes, qui était à côté de Jésus, lui donna une gifle en disant : « C’est ainsi que tu réponds au grand prêtre ! »
    Jésus lui répliqua : « Si j’ai mal parlé, montre ce que j’ai dit de mal ? Mais si j’ai bien parlé, pourquoi me frappes-tu ? »
    Hanne l’envoya, toujours ligoté, au grand prêtre Caïphe.
    Simon-Pierre était donc en train de se chauffer. On lui dit : « N’es-tu pas, toi aussi, l’un de ses disciples ? » Pierre le nia et dit : « Non, je ne le suis pas ! »
    Un des serviteurs du grand prêtre, parent de celui à qui Pierre avait coupé l’oreille, insista : « Est-ce que moi, je ne t’ai pas vu dans le jardin avec lui ? »
    Encore une fois, Pierre le nia. Et aussitôt un coq chanta.
    Alors on emmène Jésus de chez Caïphe au Prétoire. C’était le matin. Ceux qui l’avaient amené n’entrèrent pas dans le Prétoire, pour éviter une souillure et pouvoir manger l’agneau pascal.
    Pilate sortit donc à leur rencontre et demanda : « Quelle accusation portez-vous contre cet homme ? »
    Ils lui répondirent : « S’il n’était pas un malfaiteur, nous ne t’aurions pas livré cet homme. »
    Pilate leur dit : « Prenez-le vous-mêmes et jugez-le suivant votre loi. » Les Juifs lui dirent : « Nous n’avons pas le droit de mettre quelqu’un à mort. »
    Ainsi s’accomplissait la parole que Jésus avait dite pour signifier de quel genre de mort il allait mourir.
    Alors Pilate rentra dans le Prétoire ; il appela Jésus et lui dit : « Es-tu le roi des Juifs ? »
    Jésus lui demanda : « Dis-tu cela de toi-même, ou bien d’autres te l’ont dit à mon sujet ? »
    Pilate répondit : « Est-ce que je suis juif, moi ? Ta nation et les grands prêtres t’ont livré à moi : qu’as-tu donc fait ? »
    Jésus déclara : « Ma royauté n’est pas de ce monde ; si ma royauté était de ce monde, j’aurais des gardes qui se seraient battus pour que je ne sois pas livré aux Juifs. En fait, ma royauté n’est pas d’ici. »
    Pilate lui dit : « Alors, tu es roi ? » Jésus répondit : « C’est toi-même qui dis que je suis roi. Moi, je suis né, je suis venu dans le monde pour ceci : rendre témoignage à la vérité. Quiconque appartient à la vérité écoute ma voix. »
    Pilate lui dit : « Qu’est-ce que la vérité ? » Ayant dit cela, il sortit de nouveau à la rencontre des Juifs, et il leur déclara : « Moi, je ne trouve en lui aucun motif de condamnation.
    Mais, chez vous, c’est la coutume que je vous relâche quelqu’un pour la Pâque : voulez-vous donc que je vous relâche le roi des Juifs ? »

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  9. Alors ils répliquèrent en criant : « Pas lui ! Mais Barabbas ! » Or ce Barabbas était un bandit.
    Alors Pilate fit saisir Jésus pour qu’il soit flagellé.
    Les soldats tressèrent avec des épines une couronne qu’ils lui posèrent sur la tête ; puis ils le revêtirent d’un manteau pourpre.
    Ils s’avançaient vers lui et ils disaient : « Salut à toi, roi des Juifs ! » Et ils le giflaient.
    Pilate, de nouveau, sortit dehors et leur dit : « Voyez, je vous l’amène dehors pour que vous sachiez que je ne trouve en lui aucun motif de condamnation. »
    Jésus donc sortit dehors, portant la couronne d’épines et le manteau pourpre. Et Pilate leur déclara : « Voici l’homme. »
    Quand ils le virent, les grands prêtres et les gardes se mirent à crier : « Crucifie-le ! Crucifie-le ! » Pilate leur dit : « Prenez-le vous-mêmes, et crucifiez-le ; moi, je ne trouve en lui aucun motif de condamnation. »
    Ils lui répondirent : « Nous avons une Loi, et suivant la Loi il doit mourir, parce qu’il s’est fait Fils de Dieu. »
    Quand Pilate entendit ces paroles, il redoubla de crainte.
    Il rentra dans le Prétoire, et dit à Jésus : « D’où es-tu ? » Jésus ne lui fit aucune réponse.
    Pilate lui dit alors : « Tu refuses de me parler, à moi ? Ne sais-tu pas que j’ai pouvoir de te relâcher, et pouvoir de te crucifier ? »
    Jésus répondit : « Tu n’aurais aucun pouvoir sur moi si tu ne l’avais reçu d’en haut ; c’est pourquoi celui qui m’a livré à toi porte un péché plus grand. »
    Dès lors, Pilate cherchait à le relâcher ; mais des Juifs se mirent à crier : « Si tu le relâches, tu n’es pas un ami de l’empereur. Quiconque se fait roi s’oppose à l’empereur. »
    En entendant ces paroles, Pilate amena Jésus au-dehors ; il le fit asseoir sur une estrade au lieu dit le Dallage – en hébreu : Gabbatha.
    C’était le jour de la Préparation de la Pâque, vers la sixième heure, environ midi. Pilate dit aux Juifs : « Voici votre roi. »
    Alors ils crièrent : « À mort ! À mort ! Crucifie-le ! » Pilate leur dit : « Vais-je crucifier votre roi ? » Les grands prêtres répondirent : « Nous n’avons pas d’autre roi que l’empereur. »
    Alors, il leur livra Jésus pour qu’il soit crucifié. Ils se saisirent de Jésus.
    Et lui-même, portant sa croix, sortit en direction du lieu dit Le Crâne (ou Calvaire), qui se dit en hébreu Golgotha.
    C’est là qu’ils le crucifièrent, et deux autres avec lui, un de chaque côté, et Jésus au milieu.
    Pilate avait rédigé un écriteau qu’il fit placer sur la croix ; il était écrit : « Jésus le Nazaréen, roi des Juifs. »
    Beaucoup de Juifs lurent cet écriteau, parce que l’endroit où l’on avait crucifié Jésus était proche de la ville, et que c’était écrit en hébreu, en latin et en grec.
    Alors les grands prêtres des Juifs dirent à Pilate : « N’écris pas : “Roi des Juifs” ; mais : “Cet homme a dit : Je suis le roi des Juifs”. »
    Pilate répondit : « Ce que j’ai écrit, je l’ai écrit. »
    Quand les soldats eurent crucifié Jésus, ils prirent ses habits ; ils en firent quatre parts, une pour chaque soldat. Ils prirent aussi la tunique ; c’était une tunique sans couture, tissée tout d’une pièce de haut en bas.

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  10. Alors ils se dirent entre eux : « Ne la déchirons pas, désignons par le sort celui qui l’aura. » Ainsi s’accomplissait la parole de l’Écriture : ‘Ils se sont partagé mes habits ; ils ont tiré au sort mon vêtement.’ C’est bien ce que firent les soldats.
    Or, près de la croix de Jésus se tenaient sa mère et la sœur de sa mère, Marie, femme de Cléophas, et Marie Madeleine.
    Jésus, voyant sa mère, et près d’elle le disciple qu’il aimait, dit à sa mère : « Femme, voici ton fils. »
    Puis il dit au disciple : « Voici ta mère. » Et à partir de cette heure-là, le disciple la prit chez lui.
    Après cela, sachant que tout, désormais, était achevé pour que l’Écriture s’accomplisse jusqu’au bout, Jésus dit : « J’ai soif. »
    Il y avait là un récipient plein d’une boisson vinaigrée. On fixa donc une éponge remplie de ce vinaigre à une branche d’hysope, et on l’approcha de sa bouche.
    Quand il eut pris le vinaigre, Jésus dit : « Tout est accompli. » Puis, inclinant la tête, il remit l’esprit.
    Comme c’était le jour de la Préparation (c’est-à-dire le vendredi), il ne fallait pas laisser les corps en croix durant le sabbat, d’autant plus que ce sabbat était le grand jour de la Pâque. Aussi les Juifs demandèrent à Pilate qu’on enlève les corps après leur avoir brisé les jambes.
    Les soldats allèrent donc briser les jambes du premier, puis de l’autre homme crucifié avec Jésus.
    Quand ils arrivèrent à Jésus, voyant qu’il était déjà mort, ils ne lui brisèrent pas les jambes,
    mais un des soldats avec sa lance lui perça le côté ; et aussitôt, il en sortit du sang et de l’eau.
    Celui qui a vu rend témoignage, et son témoignage est véridique ; et celui-là sait qu’il dit vrai afin que vous aussi, vous croyiez.
    Cela, en effet, arriva pour que s’accomplisse l’Écriture : ‘Aucun de ses os ne sera brisé.’
    Un autre passage de l’Écriture dit encore : ‘Ils lèveront les yeux vers celui qu’ils ont transpercé.’
    Après cela, Joseph d’Arimathie, qui était disciple de Jésus, mais en secret par crainte des Juifs, demanda à Pilate de pouvoir enlever le corps de Jésus. Et Pilate le permit. Joseph vint donc enlever le corps de Jésus.
    Nicodème – celui qui, au début, était venu trouver Jésus pendant la nuit – vint lui aussi ; il apportait un mélange de myrrhe et d’aloès pesant environ cent livres.
    Ils prirent donc le corps de Jésus, qu’ils lièrent de linges, en employant les aromates selon la coutume juive d’ensevelir les morts.
    À l’endroit où Jésus avait été crucifié, il y avait un jardin et, dans ce jardin, un tombeau neuf dans lequel on n’avait encore déposé personne.
    À cause de la Préparation de la Pâque juive, et comme ce tombeau était proche, c’est là qu’ils déposèrent Jésus.

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    1. REFLEXION DE LELLA

      PRIERE : Aujourd'hui Seigneur j'ai besoin de comprendre pourquoi tu as dû souffrir! Mais cela ne me sera révélé qu'en partageant cette souffrance.

      - Je ne sais pas le pourquoi, je ne le comprends pas, mais je sais qu'en cette période c'était le type de mort plus injurieuse que l'on pût réaliser sur un homme.
      Pour la méchanceté des hommes, aucune torture n'est jamais trop atroce, pour l'effacer de la figure de la terre tout venait mis en acte.....alors comme maintenant, celui qui ne t'accepte pas, qui ne croit pas en Toi, te met en croix et celui qui t'aimes, peut seulement te suivre sur la croix. Allons à l'église...revivre le Triduum pascal, ne pensons pas aux somptueux déjeuner à préparer, aux bouches à nourrir ..allons voir ce que nous avons été en mesure d'offrir à Jésus en échange de tant d'amour, juste une morsure empoisonnée par des traîtres.

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