giovedì 30 giugno 2016

(Mt 9,9-13) Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici

VANGELO
(Mt 9,9-13) Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».


Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Spirito santo di penetrare in ogni ruga della mia pelle,in ogni piega del mio cuore.Fa che solo tua sia la voce che canta alle mie orecchie,che il tuo amore che mi circonda mi faccia esprimere con altrettanto amore,per Cristo nostro Signore, che col suo sangue ha purificato la mia colpa.


Tutti quelli che conoscono Gesù, vengono ogni volta stupiti da come si comporta, da come parla; specialmente quelli che sono i più colti, che credono di avere più diritto degli altri di parlare, quelli che si sentono sempre un gradino più su.
Ma Gesù ancora una volta stupisce tutti ed è lo stesso Matteo che ci racconta come fu chiamato a seguirlo.
Questa è quella che noi oggi potremmo chiamare testimonianza di una conversione.
Matteo era un esattore delle tasse e quasi sicuramente un po’disonesto, frequentava gente senza fede e disonesta come lui, ma proprio a lui il Signore dice :-Vieni e seguimi-
A Matteo, che era abituato ad esigere le imposte, viene chiesto di imparare dal Signore ad elargire misericordia, perché con quella verrà giudicato, e tanta ne userà agli altri, altrettanta ne sarà usata per lui. Quando sceglie Matteo, lo fa mentre era occupato ad incassare le tasse per i romani, un uomo che era abituato a far quadrare i conti, ad esigere quello che gli veniva chiesto di esigere, un uomo che infondo rendeva agli altri l’obbligazione che a lui stesso era fatta, perché dalla sua capacità ad esigere i pagamenti, dipendeva il suo lavoro e quindi la sua vita e quella della sua famiglia. Non gli doveva interessare molto, delle difficoltà che potevano avere i debitori,come un banchiere dei giorni nostri, uno strozzino, valutava tutto con aridità,senza un minimo di comprensione, anche se non era lui ad intascare le somme dovute, ma con una complicità aberrante con gli aguzzini dei poveri.Eppure davanti a Gesù rimane colpito, non ci pensa un attimo a seguirlo, forse attirato dalla dolcezza che c’è nei suoi occhi, lui certo non era guardato da nessuno con quella dolcezza, ne dai suoi padroni, né tanto meno dalle persone che opprimeva, ma forse è attirato anche dall’ idea di cambiare vita. Essere odiati, essere obbligati alla durezza di cuore con inflessibilità, non doveva piacergli poi molto in fondo, a chi piacerebbe far soffrire se non a chi ha un animo crudele e gode dell’infelicità altrui.
Racconta Matteo di una cena alla quale Gesù partecipò, in cui c’erano alcuni pubblicani, suoi colleghi e dei peccatori, e i farisei guardavano con il loro solito fare sospetto, mormorando contro Gesù,perché si accompagnava con questa gente, e per loro, che avevano una mentalità molto rigida, certo non era facile comprendere, quel Gesù che era sempre più vicino ai peccatori, a quelli che loro ritenevano gli impuri della società e che invece quando si rivolgeva a loro, che si ritenevano giusti, li chiamava sepolcri imbiancati… ed anche adesso Gesù li gela, riportando una frase del profeta Osea presa dall’ antico testamento e gli dice: per fargli capire che pur conoscendo bene la legge di Dio, non sapevano interpretarla. Dio non voleva sacrifici, ma misericordia e nella loro ottusità non volevano capirlo, e tanto meno essere messi allo stesso livello per il Signore di pubblicani, peccatori e reietti della società. Ancora oggi molti Cristiani, che rispettano secondo loro le regole, ritengono di dover essere considerati degni agli occhi di Dio, molto di più di tanti peccatori, e forse sarebbe bene che ascoltassero questa parola,ma sul serio, fino a farla entrare nel più profondo del loro cuore.
Gesù non chiede tasse, non si paga con il denaro quello che Lui offre, ma con quella che chiameremo “la stessa moneta”
Perdona e sarai perdonato…
Abbi pietà dei fratelli ed il Signore avrà pietà di te….
Ma quello che forse non salta subito agli occhi, ma che ci richiede un momento di riflessione e di silenzio interiore, è CHE PER PRIMO LUI FA QUESTO CON NOI… ci dona la sua misericordia; a noi miseri e peccatori di tutte le razze; a noi che siamo assenti mentre ha bisogno di noi; a noi che non vogliamo pensare ad altro che alle cose materiali; a noi che non ci sediamo mai vicino a lui raccolti in preghiera; a noi che giudichiamo il prossimo; a noi che portiamo rancore per ogni torto subito, ed ancora potrei continuare per ore elencando quelli che sono tutti i nostri peccati…
Cerchiamo di riflettere su quanto siamo immeritevoli di tanto amore e cominciamo a provare ad essere migliori, ad avere più amore e misericordia fra di noi, chiediamo a Lui che è il Maestro di aiutarci.
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mercoledì 29 giugno 2016

(Mt 9,1-8) Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

VANGELO
(Mt 9,1-8) Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Parola del Signore .


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di sapienza: donami lo sguardo e l'udito interiore, perchè non mi attacchi alle cose materiali, ma ricerchi sempre le realtà spirituali.

Gesù passa da una parte all’ altra, si muove da una riva all’ altra ed opera miracoli.
Scaccia demoni, ma più che altro parla, spiega, insegna. Molti sono quelli che ascoltano ed accorrono, ma non tutti quelli che si avvicinano hanno voglia di conoscerlo veramente. Tanti hanno voglia di avvicinarsi a lui, ma non tutti riescono a riconoscerlo come il Signore della vita, ed allora questi intralciano il cammino di chi ha voglia di abbracciarlo, di chi vuole venire a lui, anche da molto lontano, passando da vie traverse, aiutato da amici che hanno fede in Gesù e che lo accompagnano per essere guarito.
Noi possiamo essere questi amici, che si prendono carico dei fratelli ammalati e, con le nostre preghiere presentarli al Signore, perché non c’ è ostacolo che ci può fermare quando c’ è la fede.
Il discorso della nostra fede, di quanto sia forte o meno, ci porterà a comprendere che se Gesù può guarire il nostro corpo, tanto più potrà guarire la nostra anima.
C’ è un passo del vangelo che dice:-“ là dove due o tre si incontreranno nel mio nome, io sarò in mezzo a loro ”-
Ricordiamoci di questo, quando preghiamo; ricordiamoci di unirci spiritualmente agli altri fratelli del mondo che pregano e di unire le nostre mani in un unico abbraccio intorno ai fratelli più bisognosi, di non dimenticare nessuno fuori da questo cerchio, di non escludere nessuno per non essere a nostra volta esclusi dall’ abbraccio dell’amore
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martedì 28 giugno 2016

(Mt 16,13-19) Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.

VANGELO
(Mt 16,13-19) Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, dolce compagno, vienimi accanto ed insieme a te sarà tutto più comprensibile, tutto più semplice, tutto più giusto. Fa che niente di me permanga nel cuore e riempi il vuoto con la tua presenza, per Cristo nostro Signore. Amen.


Un brano questo, in cui Gesù ci pone un interrogativo importante, ci mette alla prova, così come fa con Pietro: - Tu chi dici che io sia?- Noi oggi, come cristiani, siamo molto più fortunati di Pietro, perché in duemila anni, Gesù ci ha fornito tante prove della sua presenza in mezzo a noi, ma quello di credere in Gesù figlio di Dio, non è il solo problema che oggi il Vangelo ci presenta. Pietro riconosce, per grazia Divina, in Gesù il Figlio di Dio, ma ancora non è pronto a comprendere del tutto. Vediamo che Pietro non è migliore di noi, nonostante la conoscenza e l’ amicizia che lo legano a Gesù.
-Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente ! -
-Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra, sarà sciolto nei cieli.-Queste parole le dice dopo aver avvertito Pietro del fatto che lo avrebbe rinnegato, quindi nonostante questo,lo sceglie per dare inizio alla sua Chiesa.
Poche parole, ma essenziali per noi Cristiani. Seguire Pietro perché scelto da Gesù, ed è tutto.
Pietro è un uomo che ha paura? Sembrerebbe di sì perché negherà di conoscere Gesù quando fu catturato, ma da questa risposta che dà al Signore ancora prima che questo succedesse, si capisce che già lo Spirito agisce in lui, tanto da fargli dire quelle parole che solo la grazia di Dio poteva mettergli sulle labbra. Allora perché tace?
Perchè nega di conoscere Gesù? I disegni del Signore sono giusti, noi non li conosciamo, ma se Pietro fosse stato subito catturato e ucciso, come avrebbe potuto servire il Signore? Pietro era un uomo come noi, ma scelse Gesù, fino in fondo. Non era colto, aveva anche un carattere burbero, era un bel capoccione come diremmo oggi, ma si fece trascinare dall’ amore che quell’ uomo sprizzava da tutti i pori, per gli ultimi, per i bisognosi, per gli ammalati, per tutti quelli che considera fratelli, anche se lo crocifiggeranno anche se non lo vogliono accettare. Certo anche Pietro come noi, avrebbe voluto farsi un Gesù un po’ più su misura, un po’ meno idealista e più combattivo, un po’ più umano e meno obbediente a Dio, un po’ più terreno e meno irreale. Ma Gesù è Gesù, è Dio stesso e non può essere qualcun altro, nemmeno per farci contenti.
Il suo amore è immenso per noi, ma non scende a compromessi con la nostra umanità, sa perdonare perché è misericordioso, ma quello che ci dice di fare è legge. Seguirlo significa prendere la nostra croce, come ha fatto Lui e seguirlo su questa strada. Possiamo essere imperfetti, ce lo perdonerà, possiamo cadere e ci aiuterà ad alzarci, ma la strada è solo questa, attraverso la porta stretta delle sue parole possiamo seguirlo, non facendoci un Dio su misura, più consono ai nostri desideri.
Scegliere tra Dio o mammona, Tra un Dio vero o idealizzato, adattato. Questo non è permesso a nessuno, neanche a Pietro, infatti, ricordiamo che anche per lui c’ è subito il rimprovero di Gesù, che addirittura lo apostrofa chiamando figlio di satana. É facile sbagliare strada, se quella che vogliamo percorrere non parte direttamente dal cuore di Cristo. Prima di tutto questo, capire che è lui la porta per la salvezza e la vita eterna, e non tutte quelle altre uscite di sicurezza che apriamo con la nostra umanità. Abbiamo forse paura di affrontare il mondo con Gesù oppure la nostra non è paura, ma negazione dell’ appartenenza a Cristo? Non è una domanda da poco!
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lunedì 27 giugno 2016

(Mt 8,23-27) Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.



VANGELO
(Mt 8,23-27) Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Signore con il tuo Spirito, per illuminare la mia mente e scrivere con me questa riflessione, nel tuo Santo nome, ora e sempre. Amen.
Questo brano è uno di quelli che mi da più sensazioni, sia nella versione di Matteo che in quella di Marco.
Questi poveri apostoli che seguono Gesù senza neanche poter fare preparativi, che si trovano a passare da una riva all’ altra, con nella testa le parabole che raccontava, che ancora oggi per molti sono incomprensibili.
Il mare in tempesta li atterriva, come ci atterriscono i vari momenti in cui la vita ci assale con i suoi problemi; come ci atterrisce una malattia; come quando vorremmo azzerare tutto e far finta che non sia successo niente!!!
Ma non si può, siamo in mezzo a quel mare di sensazioni e abbiamo paura di affondare, di non farcela. Dove sei Gesù? Io ti sento vicino a me, ma Tu che fai? Perché non intervieni? Perché non mi aiuti?
Oh quante volte ci siamo trovati in queste situazioni!
Quante volte abbiamo cercato il Tuo aiuto Signore!
Già solo saperti vicino ci fa sperare… ti imploriamo, e tu ci stupisci, perché anche la più grave tempesta con te vicino, si placa.
Cosa ci aspettiamo da te Signore? E Tu cosa ti aspetti da noi? Siamo spesso messi alla prova, questo forse ci aiuterà a capire che non ci abbandoni mai? Ci farà diventare più fiduciosi? Più coraggiosi? Spero veramente, con tutto il cuore, di sì.
Questo è uno di quei brani che ci aiuta a capire quanto e come pregare, che ci fa considerare attraverso il libero arbitrio che Dio ci ha donato, tutta l'importanza della nostra ricerca di Dio.
Chi mi legge da tempo,si accorgerà che man mano abbiamo fatto insieme qualche passo di più, proprio perchè stiamo mettendo tutto il nostro impegno per cercare di cambiare. Non è il numero delle preghiere, non è un esercizio intellettuale, ma è un cercare di accogliere il mistero che ci viene incontro; è un riscoprire le nostre origini di figli di Dio; è un imparare a fidarsi, a ridimensionare il nostro io e farci umili per Dio.
Pregare è amare e lasciarci amare, ma per impararlo dobbiamo imparare ad essere umili, ad umiliarci , a chiedere , implorare... desiderare l'intervento di Dio! Questa è la fede!
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domenica 26 giugno 2016

(Mt 8,18-22) Seguimi.

VANGELO
(Mt 8,18-22) Seguimi.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».


Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O santo Spirito, aiutami a vedere tra le righe della parola da te Ispirata, quello che è importante che io veda, e dammi la forza di dire quello che è giusto che io dica, perché tutto quello che Gesù ha dato per noi, non vada speso invano.
Quanta folla intorno a Gesù, tanta che per non essere soffocato, decide di passare sull’ altra riva… Tutti gli sono intorno, ma quando decide di passare sull’ altra riva, solo uno scriba gli si avvicina e gli dice con convinzione, ti seguirò in ogni luogo tu vada e lo chiama Maestro.
Un altro discepolo, un po’ più indeciso, che in fondo non ha ancora compreso bene il discorso di Gesù e vorrebbe trattenersi ancora un po’ con la sua famiglia, avere il tempo di salutarla, di seppellire i suoi morti, ma questa indecisione, che è tipica di ognuno di noi, può allontanare da noi Gesù.
Se vogliamo veramente entrare in comunione con Lui, dobbiamo allontanare da noi tutto quello che ci trattiene; far venire per primo l’amore per il nostro prossimo. Seguire, vuol dire accettare le sue regole e farle nostre, ma molto spesso la nostra teoria, la nostra buona predisposizione si scontrano subito con la pratica dell’attuazione.
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sabato 25 giugno 2016

(Lc 9,51-62) Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.

VANGELO
(Lc 9,51-62) Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada.
+ Dal Vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Parola del Signore.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e fatti posto nel mio cuore, svuotalo da tutto quello che non viene da te, riempilo di quello che mi serve secondo Te e presentalo al cuore di Gesù e Maria, perché io possa essere benedetta e servire.

Scegliere di seguire Gesù, non è facile, è faticoso e complicato, perché non è il Sì di un momento, ma di un milione di momenti. Il Sì di Gesù è stato un atto
d’ amore infinito, ci ha amato più d’ ogni altra cosa, per noi ha lasciato la casa del Padre, ha lasciato la Mamma, gli amici fedeli, a tutto ha rinunciato, per noi, e noi?
Saremo mai in grado di fare altrettanto?
Certe volte ci sentiamo pronti e scegliamo di dire il nostro si, ma cerchiamo la via comoda, quella in cui gli onori sono più dei sacrifici… Lo vediamo in tutte le cose, nel campo della medicina, nella chiesa, nella scienza… in tutte le cose cerchiamo la nostra gratificazione, e dimentichiamo che i nostri maestri hanno vissuto nel silenzio, ogni sorta di dubbio e paura. Maria conservava tutto nel suo cuore, Giuseppe si ritirava in silenzio, Gesù cercava conforto nella preghiera, i santi ricevevano ogni sorta di persecuzione ringraziando il Signore d’essere degni di soffrire per Lui e con Lui… noi non vorremmo rinunciare a niente, vorremmo che il Signore ci desse il benessere, vorremmo la salute…. e sì... forse a queste condizioni lo seguiremmo!
Ma Gesù non ci promette questo, anzi , afferma che lo dovremo seguire senza pensare a dove andiamo, perché anche lui non ha dove appoggiare il capo…bellissima questa frase… Gesù ci chiede di seguirlo e basta, di non cercare sicurezza in lui, ma di affrontare anche le incertezze che la fede presenterà. Quante volte cerchiamo di educare, per esempio i nostri figli; i nostri ragazzi in parrocchia…e vorremmo dare loro delle sicurezze,delle cose concrete per andare avanti, per prepararli al futuro…cerchiamo frasi, parole, esempi…. Eppure è tutto molto più semplice di così, non dovremmo abituarli a vivere per quello che hanno, ma a vivere di quello che hanno. É l’ essere figli di Dio che da senso alla nostra vita, non cercare di vivere alla continua ricerca di una tappa, di uno scopo… ma vivere per quello per cui siamo stati creati. Se non lo facciamo noi per primi, come possiamo dirlo ai nostri figli? Per questo forse il nostro SI tarda a venire e ad essere definitivo.
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venerdì 24 giugno 2016

Mt 8,5-17) Molti verranno dall’oriente e dall’occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe.

VANGELO
(Mt 8,5-17) Molti verranno dall’ oriente e dall’ occidente e sederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’ io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fà questo!”, ed egli lo fà».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’ oriente e dall’ occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Và, avvenga per te come hai creduto». In quell’ istante il suo servo fu guarito.
Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva.
Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
“Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.
Parola del Signore .



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA


VIENI SPIRITO DI DIO, donaci una fede forte e autentica in Gesù e guarisci tutte le nostre ferite. Allontana da noi ogni dubbio, paura e indecisione. Mostraci le nostre vocazioni e rendici disponibili e generosi nel realizzarle. Apri i nostri occhi alla comprensione della tua parola e donaci la luce per capire quello che Tu vuoi che noi capiamo. A te ci affidiamo con fede, come il centurione si affidò a Gesù.


Spesso quando ci poniamo davanti al Signore, il nostro atteggiamento è incerto, dubbioso, e non assomiglia per niente a quello del centurione di questo brano narrato da Matteo, anzi, sembra quasi che siamo noi gli esseri superiori che si abbassano al livello di un Dio che troppo spesso mettiamo in discussione, nel quale non crediamo veramente… perché non ci accontenta subito, perché alla minima difficoltà lo mettiamo sotto accusa.Non sento altro intorno a me che frasi del tipo: Dio non mi ascolta - Se Dio esiste perché….. - Proprio a me doveva mandare… - Ringrazio Dio di darmi la forza di non esplodere, di non arrabbiarmi, perché capisco il dolore di chi soffre, ma certe volte, quando percepisco in tutto questo, solo la provocazione, la stupidità di chi si sente superiore con la sua non fede, mi viene voglia di invitarli a fare un bagno nell’acqua santa, per liberarsi veramente dalla lebbra che hanno nell’anima.E' abbastanza frequente che si abbia di Dio un'immagine che non corrisponde alla realtà, anche gli ebrei parlano infatti di un Dio severo, geloso, che non perdona e quindi molto simile a loro caratterialmente. Ma il centurione sente parlare di Gesù, che sembra veramente un ebreo diverso dagli altri, uno che non solo compie dei miracoli, delle guarigioni, ma che non disdegna di fermarsi per parlare ed accontentare anche gli ultimi e i lontani , quelli che per la fede ebraica erano tagliati fuori dalla loro cerchia di popolo eletto. Allora si fa coraggio e chiede ad alcuni anziani di chiedere per lui a Gesù di salvare il suo servo che stava molto male. L'uomo era stato caritatevole verso il suo servo, e con molta umiltà, quando Gesù stava andando da lui, gli dice che così come non si era ritenuto degno di chiedere lui stesso questa grazia, non si riteneva degno di ospitarlo in casa sua, ma che era sicuro che con una sua parola, il suo servo sarebbe guarito. Una fede così non poteva non colpire Gesù, che non aveva certo preconcetti ,anche se aveva detto inizialmente di essere venuto solo per il popolo ebraico, ma da subito, non aveva rifiutato grazie a nessuno. Quest'uomo era un comandante dell'esercito romano, quindi un pagano, che mai e poi mai si sarebbe sognato di avvicinarsi a Dio nel tempio degli ebrei, proprio perché questi tenevano la gente a distanza, considerando Dio una loro proprietà, un loro diritto. Lui ,che sa di non essere tra quelli che seguono Gesù, perché è preso dalla sua vita di soldato, dal considerarsi uno che ha potere, perché è comandante delle sue guardie, si rende conto, che tutto il potere terreno di cui dispone, non gli serve a nulla … e se ne accorge quando capisce di amare il suo servo e che vederlo soffrire lo fa star male a sua volta. E’ in quel momento che il suo cuore si apre e cerca l’aiuto di questo uomo buono di cui tutti parlano e non si aspettava che Gesù lo ascoltasse e subito intervenisse.Allora si sente indegno di tanta grazia, di tanta accortezza, perché la sua casa non è degna di riceverlo, poi si rende conto che Gesù è veramente lì davanti a lui e sta accogliendo la sua preghiera. Non conosceva Gesù quel soldato, ma era disposto a credere, ad aprire il cuore, molto più di tanti figli di Israele che restavano duri di cuore e non volevano credere in Lui .
Gesù mette in risalto come aprirà le porte della nuova Gerusalemme a coloro che sono disposti a credere e lascerà fuori i duri di cuore, indipendentemente dalla loro origine terrena.
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giovedì 23 giugno 2016

(Lc 1,57-66.80) Giovanni è il suo nome.

VANGELO.
(Lc 1,57-66.80) Giovanni è il suo nome.  
Dal Vangelo secondo Luca
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’ istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, ed aiutami a conoscere la tua parola, fa che io possa capire ogni cosa tu vuoi che capisca, e che sappia scrivere secondo il tuo consiglio.
Una cosa che mi salta all'occhio è come sia stato Dio a decidere tutto, anche il nome del bambino; incredulo il povero Zaccaria aveva dubitato, mentre offriva incenso sull'altare del Signore... Quanti di noi sono come Zaccaria, compiamo dei gesti senza una vera convinzione, preghiamo senza credere veramente... andiamo a messa distratti, facciamo la comunione incoscienti.
Ma quando l'amore di Dio nasce, come viene alla luce il piccolo Giovanni, ecco la grazia. Giovanni, il precursore di Gesù, Giovanni il profeta, un uomo che era stato nel deserto per molti anni, e che aveva al suo seguito molti discepoli, un uomo che parlava nel nome del Signore, annunciava la venuta del Messia, ed era temuto per la sua predicazione quasi come Gesù stesso.
Bellissime le parole di Gesù nei suoi confronti, quando dice: non c'è figlio d'uomo più grande di Giovanni. Da prima della sua nascita all'ultimo dei suoi giorni, Giovanni è stato il filo conduttore tra Dio e Gesù e tra questo e gli uomini.. Oggi vediamo che lo Spirito Santo agisce su di noi in maniera mirabile, tanti profeti sorgono, profeti dei giorni nostri, che anche se non sono veggenti, vivono nella vita di tutti i giorni il loro rapporto con il Signore in umiltà e sono motivo di conversione per molti... piccoli semi di senape nel solco dell'amore di Dio che danno frutti copiosi e neanche se ne accorgono, piccole persone che pregano da tantissimi anni, col rosario in mano, ne ricordo una col suo latino sbiascicato, che seguiva la messa senza capirla, ma con una fede che anche se era seduta tra i banchi della chiesa, io la ricordo in ginocchio.... una donna da sempre vecchia, con le mani rugose di terra e la schiena china dai panni lavati al fiume... una vecchia così io l' ho sempre vista nella mia vita... e mi ha fatto sempre tanta tenerezza e rispetto.. noi che vogliamo sempre conoscere, sapere, scrutare....lei che si affidava alla corona del rosario!
Cerchiamo anche noi, di lasciare un segno semplice del nostro passaggio sulla terra, di essere finalmente figli di Dio più che uomini.
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mercoledì 22 giugno 2016

(Mt 7,21-29) La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

VANGELO
(Mt 7,21-29) La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.


Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio, aiutami con il tuo Santo Spirito a leggere la Tua parola e a viverla nel mondo d’oggi, come Gesù duemila anni fa, voglio vivere solo con Te e di Te. Ascoltami e Così sia.
Gesù ci mette in guardia da una cosa molto importante, non basta l’ apparenza per entrare nel regno di Dio.
Per vivere in pieno la fede, infatti, perché sia salda e non cada alle prime intemperie, bisogna capire e vivere la parola di Dio. E’ inutile pronunciare con la bocca per esempio, una preghiera per i poveri, se poi quando ci passano accanto ci giriamo dall’ altra parte schifati, non serve far vedere quanto si è bravi cristiani, ma occorre essere bravi cristiani, perché altrimenti alla prima tentazione forte, crolliamo.
La fede che Gesù c’invita ad avere è fondata sulle solide basi dell’amore che ci lega a Dio, ed è una cosa bellissima confidare, affidarsi, condividere la propria vita con Lui.
Troppo spesso noi preferiamo affidarci agli uomini, al politico potente, al personaggio pubblico o al prete e mettiamo Dio sul comodino, come un abat jour da accendere nel momento del bisogno.
Questo è quanto di più sbagliato possiamo fare perché Gesù è la luce che deve illuminare i nostri passi, la sua parola la via da seguire; il nostro cuore deve spogliarsi delle cose del mondo e appartenere totalmente a Dio.
Non è facile la via che il Signore c’ indica, ma dobbiamo continuare a provare la via della perfezione, dobbiamo seguire la parola di Dio, perché quello che è scritto nelle sacre scritture, solo se praticato, renderà salda la nostra fede.
Molto spesso viviamo il cristianesimo come una un vestito troppo stretto, non riusciamo mai a indossarlo completamente, c'è sempre qualche parte che proprio non riusciamo a far entrare.
Chiediamo aiuto, ma cerchiamo di imparare a rivestirci completamente di Cristo, perchè se lasciamo troppe parti scoperte, satana farà presto a lacerarci la veste.
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martedì 21 giugno 2016

(Mt 7,15-20) Dai loro frutti li riconoscerete.

VANGELO
(Mt 7,15-20) Dai loro frutti li riconoscerete.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

Parola del Signore 

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, guidami ancora una volta tra i filari della parola di Dio, perché voglio passeggiare con Te nella vigna del Signore.

Oggi prendendo in mano la parola, voglio viverla come se veramente stessi passeggiando nella vigna del Signore.
Le insidie naturali che possono danneggiare la coltivazione, arrivano da tutte le parti, ed in effetti la nostra fede incerta ed insicura, viene messa alla prova continuamente.
Le insicurezze vengono spesso alimentate dai discorsi ben preparati di chi cerca di manipolare la nostra mente, di chi usa tutti i mezzi per sedurci, e a questo proposito, sarà bene ricordare il contrasto con Dio, che invece non ci obbliga, ma ci lascia liberi di scegliere e ci guida verso una fede sicura e vera.
Ogni giorno vengono scoperte vere e proprie sètte mascherate da movimenti religiosi; bisogna stare molto attenti, perchè molte si autodefiniscono chiese.
Una cosa essenziale è saper fare discernimento, ma sarebbe presunzione pensare di esserne completamente capaci se non preghiamo.
La preghiera è la chiave che apre tutte le porte, anche quelle in cui è nascosto il tesoro, ed il tesoro che dobbiamo scoprire è Gesù, nessun altro.
La scrittura ci parla di lupi travestiti da agnelli, e spesso sono persone mascherate che si infiltrano nel popolo di Dio... ecco perché non dobbiamo meravigliarci se tanto male serpeggia proprio tra le persone di chiesa, perché sono persone coinvolte col peccato che non riescono ad abbandonarlo.
Nella vigna del Signore si vive d’amore, e l’amore produce amore!
Dai loro frutti li riconoscerete!
Niente ci darà mai la serenità, se non vivere nella grazia di Dio; se non vivere continuamente alla sua presenza, perché anche se il mondo ci si presenta con mille ostacoli e pericoli, noi sappiamo che possiamo camminare alla presenza del Signore,per questo ripetiamo le parole del Salmo:
“Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore.
Guidami sul sentiero dei tuoi comandi, perché in essi è la mia felicità.
Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti e non verso il guadagno.
Distogli i miei occhi dal guardare cose vane,fammi vivere nella tua via. “
Amen.
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lunedì 20 giugno 2016

(Mt 7,6.12-14) Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

VANGELO
(Mt 7,6.12-14) Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».


Parola del Signore




LA MIA  RIFLESSIONE


PREGHIERA
Spirito Santo, nostra guida Guida intima, tu non ci mostri solo all'esterno la volontà divina, ma la traduci per noi in una illuminazione interiore: aiutaci, dunque, ad accogliere pienamente la tua direzione.


La prima parte del brano evangelico, mi fa pensare a quando ci avviciniamo all’ Eucarestia senza un minimo di preparazione,alle messe ascoltate come per dovere, ma con la testa altrove, alle grazie che Dio ci fa e non sappiamo apprezzare.
L’ immagine delle due porte… tutti si accalcano verso quella larga, quella facile da raggiungere, agevole da superare, ed è nella mia mente, come se quasi tutti gli uomini si incamminino attraverso quella, convinti di essere verso la strada giusta. Ma la strada per il paradiso, quella che ha percorso Gesù e attraverso la quale dobbiamo entrare è quella stretta, quella che non è certo agevole, quella che è fatta di sacrifici fatti per amore.
Questo per amore che ho aggiunto, non è un “di Più”, ma è la chiave della vita del Cristiano.
Cristo ci ama e ci chiede di amare, per essere con lui, perché quella porta stretta è il suo cuore pieno d’amore . Se gli chiediamo di entrare di condividere con lui questo amore, sarà lui a darci la chiave, a spalancarci le braccia ed a stringerci al suo cuore, ma dobbiamo decidere di amare, di abbandonare il nostro ego e di vivere solo per essere figli di Dio, fratelli di Cristo e tra di noi.
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domenica 19 giugno 2016

(Mt 7,1-5) Togli prima la trave dal tuo occhio.

VANGELO DI LUNEDì 20 GIUGNO 2016
(Mt 7,1-5) Togli prima la trave dal tuo occhio.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’ occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’ occhio del tuo fratello».


Parola del Signore .



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni Signore ad assistermi con la presenza del Tuo Santo Spirito, per non farmi perdere neppure una tua orma, ma per far si che il mio “ti Seguirò”, sia totale , come tu lo vuoi.


Se c’è una cosa che ci riesce bene è giudicare il comportamento degli altri, in tutto e per tutto; noi donne poi, siamo delle vere maestre in questo.
Gli uomini ci seguono a ruota, ma quando si va oltre il semplice pettegolezzo, quando il nostro è un vero e proprio giudizio che diamo nei confronti dell’altro, allora faremmo meglio a ricordare che il giudizio non spetta a noi, ma a Dio. Una volta Gesù ci raccontò di una peccatrice che stava per essere lapidata perché adultera, una terribile usanza che purtroppo in alcuni paesi ancora permane. Quella donna era sicuramente colpevole, ma chi la stava giudicando, non era certo migliore di lei, tanto che Gesù disse a chi era senza peccato di scagliare la prima pietra e tutti se ne andarono senza colpirla. In questo passo ci invita a fare un buon esame di coscienza prima di guardare la colpa del fratello, la pagliuzza che è nel suo occhio, ma di guardare quante e quali sono le colpe che noi commettiamo ogni volta, ossia quanto è grande il trave che è nel nostro occhio e che ci offusca la vista. Torna ancora una volta il metro con il quale Gesù ci misurerà quando sarà la nostra ora, che è lo stesso con il quale noi giudicheremo gli altri. Perdonerà i nostri debiti come noi li perdoneremo agli altri, ci giudicherà secondo come noi giudicheremo gli altri, infatti ci dice Dio, fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te!
Questo passo uno dei più importanti del Vangelo, fa un pò effetto vedere con quanta facilità siamo pronti a condannare e invece grandi peccatori sono diventati grandi santi. Gesù ha un modo di correggere i nostri sbagli, che si chiama AMORE, avete mai provato a dare fiducia a chi si sente respinto da tutti? Quella donna restò con Gesù fino all' ultimo istante della sua vita e non peccò più.
Noi spesso diamo fiducia a chi non dovremmo e rifiutiamo l'amore a chi è emarginato, senza curarci del dolore che brucia nel suo cuore.
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sabato 18 giugno 2016

(Lc 9,18-24) Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.

VANGELO DI DOMENICA 19 GIUGNO 2016
(Lc 9,18-24) Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.
+ Dal Vangelo secondo Luca


Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà».


Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA


Vieni o mio Signore, aiutami, con il tuo Santo Spirito, infuocami, con il tuo amore; guariscimi, con la tua sapienza; illuminami e fa che io possa essere per i miei fratelli una lucina... piccolissima lucina che li conduca a Te anima della mia anima.Ti amo!


Il rapporto intimo di ognuno di noi con il Signore, è conosciuto solo a noi e a Lui. Pietro, toccato dallo Spirito Santo, riconosce in Gesù il CRISTO di Dio,
l’ UNTO, il MESSIA.
Tutto questo non può avvenire se non per Grazia di Dio, una grazia che non è stata fatta solo a Pietro, ma a molti uomini. Per ricevere queste grazie, c’è bisogno però della nostra adesione, del nostro SI.
Nei vangeli noi impariamo a riconoscere il modo di fare di Dio attraverso il comportamento di Gesù.
Non si comporta come un capo che comanda, ma che è venuto per soffrire, per essere umiliato, per essere rifiutato dagli scribi, dai sacerdoti, dagli anziani, insomma da tutti quelli che tenevano all’ epoca il potere del governo e se lo spartivano, cercando di assoggettare le persone a questo potere.
I sacerdoti di allora, i governanti di allora, non sono poi per nulla dissimili dai governanti di oggi, vediamo che in molti hanno piegato il loro capo davanti al potere terreno, alla cupidigia, all’ apparenza, anche la Chiesa di oggi come quella di ieri, è immersa nel peccato.
Dei governanti del mondo, meglio non parlarne… ci sono duemila organizzazioni che dovrebbero organizzare gli aiuti per il terzo mondo (e già questa è una bestemmia, il mondo è uno) e invece organizzano solo cose appariscenti e i loro stipendi.
Siete mai stati al palazzo della F.A.O….io ci lavoravo vicino e quello che vedevo erano delle persone belle, in carne e pieni di boria… di umanitario ho visto ben poco!
Alla CARITAS qualcuno si dà da fare, sì i volontari… gli altri, i capi… bhè lasciamo stare, non ci facciamo il sangue amaro, così va il mondo.
Non sta certo a noi il giudizio, ma spesso quello che vediamo, ci sconsiglia quando stiamo per fare un gesto ,anche piccolo.
Allora mettiamoci in testa che nessuno può essere delegato a fare quello che noi dobbiamo fare, e che non c’è niente che ci può fermare se siamo pieni di Spirito Santo. Forza, non abbiamo paura, seguiamo Gesù e abbandoniamo tutto quello che è vano e inutile, questi sono momenti molto difficili, se la Madonna viene in nostro soccorso, se lo Spirito ci Parla e si fa sempre più insistente, ascoltiamolo, seguiamo Gesù, nella parola, nelle opere, nella croce e nella resurrezione.
Il nostro è un Dio vivo, risorgiamo a vita nuova con lui.
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venerdì 17 giugno 2016

(Mt 6,24-34) Non preoccupatevi del domani.

VANGELO


Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».


Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Grazie o Gesù delle tue sante parole, grazie di ogni respiro che hai emesso per noi, concedimi di respirare del tuo respiro e di vivere di Te.
Non si può servire Dio se la ricchezza diventa il nostro Dio. Questo deve essere ben vivo nel nostro cuore e nella nostra mente, se vogliamo salvare la nostra anima, se non vogliamo fare scelte sbagliate.
Spesso ci occupiamo più del nostro corpo che della nostra anima, come se le due cose fossero scollegate, ma non ci rendiamo conto che separando l’una dall’ altra, noi ci separiamo dal creatore, ci allontaniamo da Dio.
Matteo mette in risalto le parole di Gesù con le quali ci dice con una chiarezza sconcertante, che nella vita è una questione di scelta d’appartenenza.
Non si può vivere nel mondo ed essere del mondo e allo stesso tempo servire Dio.
Appartenere a Dio vuol dire confidare che da Lui ti verrà tutto quello che ti serve per vivere.
Molte persone appena perdono le loro sicurezze terrene si preoccupano e disperano, e questo, anche se umanamente è comprensibile, è segno che non è nel Signore che confidano.
Penso agli apostoli che sulla barca, in mezzo alla tempesta avevano paura, ma appena anno invocato il nome di Gesù, hanno visto con loro stupore che comandò alle acque di calmarsi e queste si calmarono.
Abbiamo visto come con pochi pani e pochi pesci, sfamò una moltitudine di gente e ne avanzò.
Abbiamo visto che resuscitò i morti.
Di Dio noi abbiamo attraverso Gesù una rivelazione d’onnipotenza senza pari, ma non ci rivolgiamo a Lui se non in caso d’estrema necessità, e spesso, troppo spesso, lo consideriamo un talismano, un banco dei pegni, al quale dire una preghierina con la speranza di ottenere tutto e subito.
Crediamo di valere solo in base a quello che abbiamo, alla posizione sociale, al nostro aspetto fisico, ma forse questo è vero solo perché anche noi giudichiamo gli altri da questo.
Agli occhi del Signore invece contano le nostre piccole opere buone, la nostra mano tesa verso i fratelli più bisognosi, il nostro amore per lui, per la nostra famiglia; l’amore che riusciamo a dare è più importante di tutto quello che possiamo avere.
Nella vita passiamo molti esami, qualcuno riusciamo anche a truccarlo, con l’aiuto di altri uomini corruttibili…. ma quando passeremo il nostro ultimo esame, non potremo barare, ne comperarne l’ esito.
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giovedì 16 giugno 2016

(Mt 6,19-23) Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.

VANGELO DI VENERDì 17 GIUGNO 2016
(Mt 6,19-23) Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, a parlare con noi di Gesù e di quello che viene ad insegnarci sulla terra, perché a Te affidò noi uomini.
Creati liberi, ci siamo ridotti in schiavitù di tutto e di tutti!
Continuiamo a cercare il benessere del corpo, la bellezza, la sensualità, assecondando i nostri desideri, anche a scapito degli altri.
Se almeno questo ci desse la felicità!
Invece no, anzi, più abbiamo e più desideriamo altro, siamo degli eterni insoddisfatti.
Guai poi se perdiamo qualcosa che pensiamo ci spetti di diritto....
In questa pagina del Vangelo c’è una sfida che possiamo e dobbiamo vincere; lasciare la cupidigia e l’egoismo per tornare ad essere liberi, per riuscire a vedere la bellezza del mondo, attraverso la nostra anima, con la luce dell’amore di Dio.
Solo allora riusciremo ad essere felici, quando ci svuoteremo delle cose del mondo e ci riempiremo delle cose di Dio.
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mercoledì 15 giugno 2016

(Mt 6,7-15) Voi dunque pregate così.

VANGELO 
(Mt 6,7-15) Voi dunque pregate così.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Parola del Signore
.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Gesù,aiutami a rivolgermi sempre a voi con fede e rispetto, ad aprire il mio cuore come Tu ci hai insegnato e sotto l'azione dello Spirito Santo, a creare un vero rapporto che mi possa istruire per entrare e rimanere sempre in comunicazione con voi.
Gesù in questa pagina ci parla molto chiaramente e ci spinge a considerare con serietà il fatto di essere figli di Dio e di rivolgerci a Lui proprio come un Padre . Ci dice di non cercare di abbindolare Dio, con vane parole che non corrispondono alla realtà, per cercare di convincerlo ad esaudire le nostre richieste, ma di metterci veramente a nudo, davanti a Lui e di offrirci per quello che siamo; tanto Lui ci conosce,e non possiamo mentire a Dio, perciò è meglio non mentire neanche a noi stessi, credendo di avere un rapporto con Lui.
Mettiamoci veramente al cospetto del Signore , con tutto il nostro cuore, meditando sulle parole del Padre nostro. Questo è un esempio di quello che si può fare, mettendoci al cospetto di Dio, poi chiaramente ognuno potrà fare la sua esperienza, che è sicuramente unica e personale per ognuno di noi.
PADRE NOSTRO : perdonaci se non riusciamo ad essere migliori, aiutaci a non arrenderci davanti alle difficoltà.
CHE SEI NEI CIELI: tu che sei risorto per la nostra speranza, vivi in noi e noi saremo già da questa terra nel tuo regno.
SIA SANTIFICATO IL TUO NOME: fa o mio Dio che chi ci vede, conosca attraverso di noi la tua grandezza, il tuo Santo Nome, le meraviglie che Tu hai compiuto in noi e non ci abbandonare mai.
VENGA IL TUO REGNO: Nella speranza di poter sempre vivere con te già da questa terra, ci gettiamo ai tuoi piedi ed ascoltiamo la tua parola.
SIA FATTA LA TUA VOLONTÁ: ti seguiremo Signore, sulla via dell' amore per i nostri fratelli, insegnaci e perdona se a volte i nostri cuori sono duri, ti chiediamo di aprirli con la tua grazia, di aprire le nostre menti, i nostri occhi e le nostre orecchie al grido del tuo amore misericordioso.
COME IN CIELO,COSI' IN TERRA: Ti riconosciamo Signore re del cielo e della terra, e rinunciamo a tutte le seduzioni di satana.
DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO: facci conoscere le tue vie, e fa che camminando verso di te, possiamo lasciare briciole del tuo pane per indicare la via ai nostri fratelli.
E RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI: fa che quando verremo da te, il nostro possa essere un ritorno a casa pieno di gioia, che abbiamo già scontato le nostre colpe su questa terra e che nulla ci possa più separare da te. Fa che abbiamo sempre piena coscienza dei nostri peccati.
COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI: fa che sappiamo sempre mettere il perdono davanti al giudizio anche verso i nostri fratelli, ti preghiamo, concedici la grazia di saper sempre perdonare e capire e perdonare ancora, anche se non capiamo.
E NON CI INDURRE IN TENTAZIONE: proteggici dalle apparenti gioie del mondo, facci vedere il vero volto della tentazione, fa che satana non possa ingannarci né attirarci lontano da Te amore infinito.
MA LIBERACI DAL MALE: aiutaci e proteggici dalle insidie di un apparente normalità, facci conoscere solo le tue vie e strappaci dal cuore le seduzioni terrene, fa cerchiamo il tuo Pane e non il pane del mondo.
COSI' SIA: contiamo su di te, ci fidiamo di Te, sappiamo che ascolterai questa preghiera che viene dal cuore.
Per sempre con Te.
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martedì 14 giugno 2016

(Mt 6,1-6.16-18) Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

VANGELO
(Mt 6,1-6.16-18) Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di illuminarmi con la tua sapienza, di benedirmi con il Tuo amore e di non farmi mancare mai il tuo appoggio. Per Cristo nostro Signore . Amen.

L’ arte dell’apparire non è dei figli di Dio, ma piuttosto lo è quella del silenzio, del fare senza voler ricevere niente in cambio, quella del perdonare anche chi offende. Essere Cristiani, diventa sempre più faticoso, Gesù scava sempre più dentro di noi, per fare piazza pulita di quello che può deviare la nostra spiritualità, la nostra condotta, che deve essere veramente sincera per arrivare all’ essenza della fede.
Il vero credente non fa di tutto per sembrare buono, ma è buono… ed è buono perché ama il suo Dio ed il suo prossimo. Se noi viviamo in una famiglia unita e ci vogliamo bene, ci aiutiamo gli uni con gli altri; se vediamo che nostra Madre o nostro Padre sono preoccupati, addolorati per il comportamento dei nostri fratelli, cerchiamo di parlare con loro, di fargli capire dove sbagliano, non li cacciamo da casa e non chiediamo di chiuderli fuori; se a nostro fratello serve aiuto, non stiamo neanche ad aspettare che lo chieda, ma senza voler sembrare più in gamba, solo perché abbiamo di più, lo aiutiamo.
Purtroppo tanti nostri atteggiamenti sono sbagliati, perché mentre con una mano aiutiamo, con l’altra pretendiamo di avere riconoscimenti per il nostro gesto.
Come possiamo pensare di fare parte della stessa famiglia, di essere legati all’ amore di Dio, che ha dato la vita per noi e non ci chiede altro che amore.
Lui è stato martoriato, in silenzio, è morto su una croce di legno ruvida che graffiava il suo corpo piagato, e chi lo avrebbe mai sospettato che da duemila anni ancora nessuno riesca a dimenticare quel gesto.
La piccola Teresa Madre di Calcutta, per fare un esempio fra tanti, non cercava gli onori, anzi, era là tra i poveri, i lebbrosi e gli emarginati e cercava solo di alleviare le loro ferite, ma più di tutto, cercava di abbracciare i suoi ammalati, molti dei quali in fin di vita, per non farli sentire soli nel momento del trapasso.
Quello che lei iniziò a fare non aveva evidentemente lo scopo di farla apparire, anzi, gli unici che la avvicinavano erano proprio loro, gli ultimi del mondo, ma il Signore guardava la piccola madre, ed aveva in serbo per lei grandi cose e così, lei che non fece nulla per apparire, divenne nel mondo l’ immagine stessa della carità.
Fa o Signore, che possiamo somigliare sempre più alla piccola Madre Teresa, che sappiamo come lei riconoscerti nel fratello bisognoso, di un sorriso, di una parola, di un aiuto… fa che possiamo essere le tue mani ed il tuo cuore, belli, puri e mai vanitosi, perché tutto quello che ci viene da te viene direttamente dal cuore. La pratica del digiuno, non è un optional che abbellisce il nostro aspetto esteriore di bravi cristiani, anzi, deve essere concepita proprio nel senso opposto.
Abbiamo spesso affermato, che quello che il Signore vuole da noi, è una vera fede, non fatta di apparenza e di esteriorità e, quello che deve essere il nostro intento, è proprio entrare nella profondità della fede.
Il digiuno serve per capire quanto siamo schiavi delle cose materiali, quanto quello che ci succede intorno in fondo non ci tocca l'anima perchè non ci tocca personalmente. Non cerchiamo di sembrare migliori, cerchiamo di diventarlo, per noi stessi, per poter godere delle grazie che il Signore ci elargirà, solo in base a quanto noi ci affideremo a Lui, provando ad entrare nel mistero della comunione con Cristo, e se veramente riusciremo a viverla in profondità, ci darà talmente tanto, che nessun sacrificio ci sembrerà tale.
La gioia di avvicinare il nostro spirito al Signore, nel silenzio, nell'umiltà, nella verità, e non come i farisei, per seguire le regole, ci potrà riempire di consapevolezza; ci potrà far capire quanto siamo fragili, quanto senza la forza dello Spirito Santo noi non siamo niente.

lunedì 13 giugno 2016

(Mt 5,43-48) Amate i vostri nemici.

VANGELO
(Mt 5,43-48) Amate i vostri nemici.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Abbi pietà di me Signore, della mia incapacità di amare, e fatti a me vicino per guidarmi nel cammino.
Parlo di un cammino, che non ha un percorso semplice, ma è un continuo cammino di conversione.
Rileggendo il Vangelo di oggi , voglio partire dalla fine:
“ Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. “
Perché è da qui che bisogna partire, dal cercare per noi il bene assoluto, la perfezione!
Noi spesso trasciniamo per generazioni convinzioni ed idee che bloccano il desiderio di conoscere l’ altro, e per quanto l’ altro faccia, non riusciamo a vedere oltre il suo lato ostile, come due nemici che si fronteggiano.
Il mondo sembra un campo di battaglia, tutti contro tutti e credo che sarà sempre peggio; perché come nei tempi più remoti, non ci basta mai quello che abbiamo e vogliamo di più, costi quel che costi!
Il Signore invece ci suggerisce di fare il contrario di quello che il nostro istinto ci spinge a fare... a non aver paura di amare, a deporre le armi, anche quelle di difesa.
Il nostro nemico non è un altro uomo, ma l’ idea che abbiamo di non riuscire a sottometterlo, il fatto che non la pensi come noi, come se il nostro piccolo regno fosse messo a rischio.
Viviamo in funzione degli altri.... cosa pensano di noi....cosa pensiamo di loro; così facendo dimentichiamo che la vita è tutt’ altro.
Crediamo di stringere amicizie, alleanze, da cui puntualmente veniamo delusi, perchè ci siamo illusi.
Cerchiamo di non aspettare, ma di agire!
Non aspettiamo che l’altro ci ami... amiamolo!
Non aspettiamo che l’altro ci chieda scusa.... perdoniamolo!
Non aspettiamo una ragione per amare contando quelle che ci spingono ad odiare, alla vendetta, ma cerchiamo mille motivi per vivere l’ amore.
A volte imploriamo giustizia.... ma non veniamo ascoltati; e questo mondo è sempre più ingiusto.
Proviamo ad essere superiori alla giustizia, proviamo ad amare oltre ogni ragionevole motivo; forse allora riusciremo a capire che Dio ci ama al di sopra di quanto meritiamo, e che quello che riceviamo è amore gratuito, che deve essere restituito, perché è l’unico modo che abbiamo per distinguerci dai discepoli di satana.
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domenica 12 giugno 2016

(Mt 5,38-42) Io vi dico di non opporvi al malvagio.

VANGELO
(Mt 538-42) Io vi dico di non opporvi al malvagio.
+ Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».


Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, e col tuo Spirito illuminaci.
Porgi l'altra guancia... non vendicarti, aiuta chi è in difficoltà, sopporta le ingiustizie con pazienza.... certo che poteva dire ancora Gesù. Certo che pretende veramente molto da noi! Eppure tutto ha una sua logica, solo che non è umana. Ma che potevamo aspettarci da chi ha per amore dato la sua vita per noi, da chi mette l' amore e l’ obbedienza a Dio, al primo posto.... ma che ne sa Lui?
Che ne sa di quando ti accusano di essere colpevole di un reato e non lo sei?... lo sa!
Che ne sa di quando ti fanno un torto, ti tradiscono?... lo sa!
Che ne sa di quando ti schiaffeggiano e ti umiliano davanti a tutti?...... lo sa!
Che ne sa di quando ti senti solo e tutti gli amici ti abbandonano?... lo sa!
Gesù non parla per sentito dire, ha provato tutto sulla sua pelle, si è umiliato, fatto uomo per portarci nel suo regno, che è quello dell'amore incondizionato, dove c' è amore vero, per tutti gli uomini, e non ci può essere altro.
Se negli uomini è insito il desiderio di prevalere, in Gesù quello di far prevalere e la cosa che deve essere prevalente è proprio l'amore. - Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno - è stata la sua ultima preghiera....
Come poter seguire Gesù senza accettare di fare quello che lui ha fatto, non ha senso, perché non riusciremmo a fare molta strada, anzi ,rischieremmo di sbagliare completamente direzione, perché significherebbe mettere il proprio orgoglio davanti all’amore per Dio e per il prossimo.
Quanto è difficile seguire una strada che non capiamo, che non riusciamo a sentire nostra, ma questo succede perchè ancora non riusciamo a capire che il Signore non ci sta chiamando ad obbedire a lui come soldatini ad un capitano, ma a vivere una vita autonoma, a scegliere liberamente di non rispondere alle provocazioni dell'odio con altro odio, perchè noi non dobbiamo essere quello che gli altri vogliono che siamo, ma siamo chiamati ad essere santi come il Padre nostro è santo.
Al di là delle nostre reazioni umane, delle nostre strategie politiche, della nostra visione per cambiare il mondo, Gesù ci provoca con la logica del non resistere al male che non è una logica di passività,nè ci garantisce il successo, ma è la sua logica, è la logica alternativa del Vangelo.
In una delle riflessioni precedenti, mi sembra di aver già detto che cosa rappresentano la tunica e il mantello, torno solo a ricordare che la tunica è l'abito che copre la nostra pelle ed il mantello serviva per proteggersi dal freddo ed a secondo della sua foggia, serviva a far riconoscere la dignità della persona che lo indossava.Il malvagio compie l'azione cattiva con lo scopo di prevalere su di noi, magari cerca di toglierci la nostra dignità con chiacchiere e giudizi ingiusti,per appropiarsi di una dignità che non gli appartiene.Spesso infatti chi parla male di qualcuno lo fa per sembrare migliore, ma invece di reagire nello stesso modo, lasciamo che il tempo ci renda merito, lasciamo che sia il Signore a farci giustizia, e senza preoccuparci del giudizio del mondo, vinciamo su noi stessi per non appartenere al mondo, ma per conquistare e conservare la dignità di figli di Dio.
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Concordanza con “ l’evangelo come mi è stato rivelato di Maria Valtorta “
http://bricioledivangelo.blogspot.it/2014/06/estratto-dellevangelo-come-mi-e-stato.html
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