martedì 30 settembre 2014

(Lc 9,57-62) Ti seguirò dovunque tu vada.

VANGELO
 (Lc 9,57-62) Ti seguirò dovunque tu vada. 
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Parola del Signore
(Lc 9,57-62) Ti seguirò dovunque tu vada.(Lc 9,57-62) Ti seguirò dovunque tu vada.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

O santo Spirito, aiutami a vedere tra le righe della parola da Te ispirata, quello che è importante che io veda, e dammi la forza di dire quello che è giusto che io dica, perché tutto quello che Gesù ha dato per noi, non vada per causa mia, speso invano.


Tutti  sono intorno a Gesù, ma quando decide di passare sull’ altra riva, solo uno scriba gli si avvicina e gli dice con convinzione:«  ti seguirò dovunue tu vada » e lo chiama Maestro.
Un altro discepolo invece, è un po’ più indeciso,  in fondo non ha ancora compreso bene il discorso di Gesù, e vorrebbe trattenersi ancora un po’ con la sua famiglia, avere il tempo di salutarla… questa indecisione, che è tipica di ognuno di noi, può allontanare da noi Gesù. Se vogliamo veramente entrare in comunione con Gesù, dobbiamo allontanare da noi tutto quello che ci trattiene.Seguire Gesù, non significa andare in un posto preciso, nè sapere esattamente cosa fare, ma vivere come Lui stesso ci ha insegnato, come lo Spirito ci guiderà a fare, seguendo mano a mano la missione che ci si presenterà, senza voltarci indietro, senza ripensamenti,proprio come un contadino che mette mano all'aratro e non cammina con la testa voltata, per non fare il solco tutto storto.
Seguire vuol dire accettare le sue regole e farle nostre, ma molto spesso la nostra teoria, la nostra buona predisposizione si scontra subito con la pratica della vita umana.
Lascia che i morti seppelliscano i morti…. questa frase per me significa che nulla di terreno, per quanto caro, va anteposto alla nuova realtà di cui siamo chiamati a far parte. Quello che è terreno finirà e per quanto attaccati ai nostri cari, dobbiamo imparare a vivere in una famiglia allargata, che è quella dell’umanità intera,  perché è Gesù stesso che ci chiama a farne parte e non una parte passiva, ma di esserne partecipi, perché siamo figli dello stesso Dio ed eredi del regno. Questo significa che non dobbiamo vivere la nostra chiamata  come un obbligo o un lavoro, perché non siamo servi, ma per amore e misericordia siamo resi coeredi con Cristo.

lunedì 29 settembre 2014

(Lc 9,51-56) Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme.

VANGELO 
(Lc 9,51-56) Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme.
+ Dal Vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Concedimi o Santo Spirito di comprendere quello che devo comprendere delle tue letture, per grazia Tua nel nome del Signore. Amen.

La terra di Samaria, era una terra di peccatori, e chi viveva a Gerusalemme non li vedeva di buon occhio. Quando sta per compiersi il suo destino, Gesù decide di andare a Gerusalemme, passando per questi territori, mandò avanti i suoi per annunciarlo, ma non venne accolto da quella popolazione di peccatori.I discepoli erano irritati e gli chiesero di poter invocare su quella gente, la maledizione di Dio, perché secondo la loro mentalità erano peccatori ed andavano puniti, ma Gesù non la pensa come loro, e non vuole che si sentano in diritto di giudicare nessuno, perché tale giudizio è solo di Dio.
Oggi noi viviamo in mezzo a delle persone che feriscono profondamente la nostra coscienza di cristiani; tra gente che bestemmia, delinque, approfitta dei più deboli, ecc; ci viene spontaneo di giudicarli indegni di entrare nel regno dei cieli, ma tale giudizio non spetta a noi, anzi, secondo il pensiero di Gesù, considerandoli tutti fratelli, dobbiamo impegnarci a pregare perché si convertano, sperando anche per loro la salvezza.Una terra di peccatori che si deve attraversare per arrivare a Gerusalemme, un terra che noi tutti attraversiamo per raggiungere la nostra patria celeste, la nuova Gerusalemme.

Santi Michele, Gabriele e Raffaele Arcangeli 29 settembre



Santi Michele, Gabriele e Raffaele
Arcangeli
29 settembre
Il Martirologio commemora insieme i santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele.
La Bibbia li ricorda con specifiche missioni:
 Michele avversario di Satana,
Gabriele annunciatore e
 Raffaele soccorritore.

Prima della riforma del 1969 si ricordava in questo giorno solamente san Michele arcangelo in memoria della consacrazione del celebre santuario sul monte Gargano a lui dedicato.
Martirologio Romano: Festa dei santi Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli. Nel giorno della dedicazione della basilica intitolata a San Michele anticamente edificata a Roma al sesto miglio della via Salaria, si celebrano insieme i tre arcangeli, di cui la Sacra Scrittura rivela le particolari missioni: giorno e notte essi servono Dio e, contemplando il suo volto, lo glorificano incessantemente. 
Il 29 di settembre la Chiesa commemora la festa liturgica dei santi Arcangeli:

 
San MICHELE
 San GABRIELE
 San RAFFAELE
Michele (Chi è come Dio?) è l’arcangelo che insorge contro Satana e i suoi satelliti (Gd 9; Ap 12, 7; cfr Zc 13, 1-2), difensore degli amici di Dio (Dn 10, 13.21), protettore del suo popolo (Dn 12, 1).

Gabriele (Forza di Dio) è uno degli spiriti che stanno davanti a Dio (Lc 1, 19), rivela a Daniele i segreti del piano di Dio (Dn 8, 16; 9, 21-22), annunzia a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista (Lc 1, 11-20) e a Maria quella di Gesù (Lc 1, 26-38).

Raffaele (Dio ha guarito), anch’egli fra i sette angeli che stanno davanti al trono di Dio (Tb 12, 15; cfr Ap 8, 2), accompagna e custodisce Tobia nelle peripezie del suo viaggio e gli guarisce il padre cieco.
La Chiesa pellegrina sulla terra, specialmente nella liturgia eucaristica, è associata alle schiere degli angeli che nella Gerusalemme celeste cantano la gloria di Dio (cfr Ap 5, 11-14; Conc. Vat. II, Costituzione sulla sacra liturgia, «Sacrosanctum Concilium», 8).
Il 29 settembre il martirologio geronimiano (sec. VI) ricorda la dedicazione della basilica di san Michele (sec. V) sulla via Salaria a Roma.
 
L'appellativo «angelo» designa l'ufficio, non la natura

Dalle «Omelie sui vangeli» di san Gregorio Magno, papa
(Om. 34, 8-9; PL 76, 1250-1251)

È da sapere che il termine «angelo» denota l'ufficio, non la natura. Infatti quei santi spiriti della patria celeste sono sempre spiriti, ma non si possono chiamare sempre angeli, poiché solo allora sono angeli, quando per mezzo loro viene dato un annunzio. Quelli che recano annunzi ordinari sono detti angeli, quelli invece che annunziano i più grandi eventi son chiamati arcangeli.

Per questo alla Vergine Maria non viene inviato un angelo qualsiasi, ma l'arcangelo Gabriele. Era ben giusto, infatti, che per questa missione fosse inviato un angelo tra i maggiori, per recare il più grande degli annunzi.

A essi vengono attribuiti nomi particolari, perché anche dal modo di chiamarli appaia quale tipo di ministero è loro affidato. Nella santa città del cielo, resa perfetta dalla piena conoscenza che scaturisce dalla visione di Dio onnipotente, gli angeli non hanno nomi particolari, che contraddistinguano le loro persone. Ma quando vengono a noi per qualche missione, prendono anche il nome dall'ufficio che esercitano.

Così Michele significa: Chi è come Dio?
Gabriele: Fortezza di Dio
Raffaele: Medicina di Dio.

Quando deve compiersi qualcosa che richiede grande coraggio e forza, si dice che è mandato Michele, perché si possa comprendere, dall'azione e dal nome, che nessuno può agire come Dio. L'antico avversario che bramò, nella sua superbia, di essere simile a Dio, dicendo: Salirò in cielo (cfr. Is 14, 13-14), sulle stelle di Dio innalzerò il trono, mi farò uguale all'Altissimo, alla fine del mondo sarà abbandonato a se stesso e condannato all'estremo supplizio. Orbene egli viene presentato in atto di combattere con l'arcangelo Michele, come è detto da Giovanni: «Scoppiò una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago» (Ap 12, 7).

A Maria è mandato Gabriele, che è chiamato Fortezza di Dio; egli veniva ad annunziare colui che si degnò di apparire nell'umiltà per debellare le potenze maligne dell'aria. Doveva dunque essere annunziato da «Fortezza di Dio» colui che veniva quale Signore degli eserciti e forte guerriero.

Raffaele, come abbiamo detto, significa Medicina di Dio. Egli infatti toccò gli occhi di Tobia, quasi in atto di medicarli, e dissipò le tenebre della sua cecità. Fu giusto dunque che venisse chiamato «Medicina di Dio» colui che venne inviato a operare guarigioni.

 
Invocazione ai Tre Arcangeli
Glorioso San Michele arcangelo, principe delle milizie celesti, difendici contro tutti i nostri nemici visibili ed invisibili, affinché nessun male ci possa colpire.
San Gabriele arcangelo, tu che giustamente sei chiamato la forza di Dio, poiché sei stato scelto per annunciare a Maria il mistero dell’incarnazione, svelaci i tesori racchiusi nella persona del Figlio di Dio, perché come te possiamo adorare il Verbo incarnato nel seno di Maria Vergine.
San Raffaele arcangelo, guida sicura dei viaggiatori, tu che, con la potenza divina, operi miracolose guarigioni, guidaci nel corso del nostro pellegrinaggio terreno e suggeriscici i veri rimedi che possono guarire le nostre anime e i nostri corpi.

San Michele arcangelo
Michele vuol dire "Chi come Dio". Fu questo il grido di battaglia con cui debellò Lucifero e gli angeli ribelli suoi seguaci e riunì sotto la sua bandiera tutti gli angeli fedeli. Il suo stesso nome è perciò una protesta di fedeltà, un grido di amore, un programma di vita. "Chi come Dio?" sia anche per noi la divisa di fedele servitore di Cristo per opporlo al "non serviam" degli schiavi di Satana, del mondo, delle passioni. San Michele era il grande protettore della sinagoga ed ora è il protettore della Chiesa.
PREGHIERA A SAN MICHELE
San Michele arcangelo, difendici nella lotta: sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio.
Supplichevoli preghiamo che Dio lo domini e tu, Capo della Milizia Celeste, con il potere che ti viene da Dio, incatena nell’inferno satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo per perdere le anime. Amen.
 
San Gabriele arcangelo 
Gabriele significa forza di Dio ed è l’angelo dell’incarnazione.
Egli annuncia a Zaccaria la nascita del Battista, a Maria santissima ed ai pastori quella di Cristo, a san Giuseppe svela il mistero della Maternità di Maria e, quale custode della divina Famiglia, avverte in sogno san Giuseppe di fuggire e poi di ritornare in Palestina.
Si pensa che sia l’angelo apparso a Gesù nella sua Passione nel Getsemani, per con fortarlo.
  
PREGHIERA A SAN GABRIELE
O glorioso arcangelo san Gabriele, mi unisco alla gioia che hai provato nel recarti come celeste messaggero a Maria: ti sei presentato a lei con rispetto, l’hai salutata con devozione e con amore, e primo fra gli angeli, hai adorato il Verbo incarnato nel suo seno.
Ti prego di ottenermi di ripetere, con gli stessi tuoi sentimenti, il saluto che allora hai rivolto a Maria e di manifestare lo stesso amore con cui hai accolto il Verbo fatto uomo.
San Raffaele arcangelo
 "Rafa-EI" significa: "Dio guarisce".
 Egli si è fatto conoscere dalla storia di Tobia nell’Antico Testamento; la tradizione gli attribuisce uffici specifici: Raffaele presiede agli spiriti degli uomini, è patrono dei viaggiatori che ne invocano la custodia e veglia su tutte le ferite e le malattie degli uomini.
PREGHIERA A SAN RAFFAELE
Glorioso arcangelo san Raffaele, grande principe della corte celeste, illustre per i doni di grazia e saggezza, guida dei viandanti per terra e per mare, consolatore degli infelici e rifugio dei peccatori, voglio supplicarti di assistermi in tutte le mie necessità e pene di questa vita, come hai sostenuto il giovane Tobia nelle sue peregrinazioni.
Poiché tu sei il rimedio di Dio, voglio pregarti umilmente di guarire la mia anima dalle sue numerose infermità e il mio corpo dai mali che lo affliggono, se questa grazia mi è concessa.
Voglio chiedere in particolare un’angelica purezza così da poter meritare di essere il tempio vivente dello Spirito Santo.
  • " Gli angeli "  di don Giuseppe Tomaselli 
    • " Gli Angeli ribelli "  di don Giuseppe Tomaselli  
    •  "Gli angeli " di Padre Angel Peña 
    • "Gli Angeli,una verità di fede
  • I santi e gli angeli
  • Cosa dicono i santi sull’angelo custode

per approfondire i pdf scaricabili qui :
     
    «L’angelo custode ha molto più desiderio di aiutarvi di quanto voi ne abbiate nell’essere aiutati da lui …
     In ogni afflizione accorrete a lui con fiducia ed egli vi aiuterà». 
    San Giovanni Bosco

    «Abbi confidenza con il tuo angelo custode.
    Trattalo come un amico intimo ed egli saprà renderti
    mille servizi nelle faccende ordinarie di ogni giorno».  
    San JosèMaria Escribà de Balaguer

    "L'intera città celeste ci guarda e ci sprona: gli angeli ed i santi ci sono compagni...
    Il nostro compito è preciso: consegnare alle generazioni venture ed ai secoli venturi una città,
     una civiltà ed una storia che riflettano, da tutte le parti ed in tutte le strutture,
     la bellezza di Cristo, l'amore di Cristo, la pace e la gioia di Cristo.
    Giorgio La Pira, laico domenicano
     
     



    LODATE DIO SCHIERE BEATE
    Lodate Dio, schiere beate del cielo.
    Lodate Dio, genti di tutta la terra.
    Cantate a lui, che l'universo creò,
    somma sapienza e splendore.
    Lodate Dio, Padre che dona ogni bene.
    Lodate Dio, ricco di grazia e perdono.
    Cantate a lui, che tanto gli uomini amò
    da dare l'unico Figlio.
    Lodate Dio, uno e trino Signore.
    Lodate Dio, meta e premio dei buoni.
    Cantate a lui, sorgente d'ogni bontà,
    per tutti i secoli.
    Amen.

    "... - ELL "

    MICHELE........."...- ELL"
    GABRIELE......."...- ELL"
    RAFFAELE......"...- ELL"
    Angeli che esprimono la stessa radice del nome di Dio
    nella radice del loro nome.

    Come a dire che loro sono l'emanazione di una particolare e diversa
    per ciascuno realtà di Dio.

    Lo stesso Dio attraverso gli Angeli si manifesta in modo diverso;
    la stessa Trinità diventa manifestazione di un identica angelicità
     rivissuta in Dio in modo triplice e diverso,
    pur restando sempre angelicità.

    E così, questi Angeli che sono l'immagine riflessa della Trinità riportano a noi l'esperienza di Dio nella loro intercessione e manifestazione particolare.

    Andare e venire da Dio e da noi: questo è il loro compito e la loro identità: angeli come messaggeri tra Dio e l'umanità: salire e scendere, dalla terra al cielo, da Dio all'uomo e viceversa: un continuo movimento vissuto quasi come un gioco, nella gioia, nella vivacità, nella potenza dell'amore che arde: serafini di particolare importanza, questi tre, quasi dei segretari della Trinità, dei "Vice" della potenza divina, ad esprimere che Dio non lo si incontra mai di persona, ma nel rispetto di un Mistero amoroso.
    dalle omelie di don Luciano Sanvito
               


    domenica 28 settembre 2014

    (Gv 1,47-51) Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo.

    VANGELO
     (Gv 1,47-51) Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo.
    + Dal Vangelo secondo Giovanni

    In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

    Parola del Signore


    LA MIA RIFLESSIONE
    PREGHIERA
    Vieni o Santo Spirito e illuminami,donami la luce necessaria per comprendere la Tua parola.

    Quella che stiamo vedendo nella prima lettura, è una scena dell’apocalisse, descritta da Giovanni, che ci parla della lotta degli angeli fedeli con gli angeli ribelli che si combatte in cielo, ed è una scena che ci rammenta la lotta tra il bene ed il male. Quello che mi piace farvi notare, è come questa lotta avvenga ogni giorno nella nostra vita, come le forze del bene e quelle del male cerchino  di imporsi nel nostro destino, per questo  occorre tutta la nostra forza per non sbagliare strada.
    Natanaele era  una santa persona e a Dio non era sfuggito mentre aspetta la venuta del Messia e ne scruta i segni, allora il Signore gli parla di quando lo vedeva da solo, sotto l’albero del fico  a leggere le sacre scritture, e alla meraviglia di lui, gli dice che ben altre sono le cose di cui dovrà meravigliarsi, e gli parla appunto della scena descritta nella profezia di Giovanni, in cui gli angeli mostreranno la loro presenza e Gesù si rivelerà nel giorno della sua venuta .
    Impariamo a conoscere Gesù, impariamo a  lasciarci guidare da Lui e vedremo meraviglie sgorgare in noi.
    Egli vede il nostro desiderio di incontrarlo, molto più e molto meglio di noi stessi e degli uomini che ci circondano.Spesso mi trovo a pensare cosa ha visto in me il Signore in quella grande confusione che avevo dentro , ma oggi vorrei rispondermi con le parole che  ha scritto don Giò (don Giovanni Bertocchi):"A un certo punto della mia vita,ho incontrato Gesù,che ha ricreato armonia in ciò che apparentemente sembrava confuso:ora vorrei cantare con Lui una musica nuova."

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    per ricevere il diario ed il libricino una vita firmata di don Giò,scrivere a don Arturo Bellini https://www.facebook.com/arturo.bellini.54?ref=ts&fref=ts

    sabato 27 settembre 2014

    (Mt 21,28-32) Pentitosi andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.

    VANGELO
     (Mt 21,28-32) Pentitosi andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 
    + Dal Vangelo secondo Matteo

    In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

    Parola del Signore


    LA MIA RIFLESSIONE
    PREGHIERA
    Spirito di Dio, luce e sapienza, assistimi in questo commento, perché Tu possa esprimerti attraverso di me.

    Grazie Signore di avermi dato la libertà di sbagliare….
    Può sembrare strano, ma mai come oggi, ringrazio Dio di essere stata peccatrice. Non che ora non lo sia più, resta ben inteso, ma con la stessa tenacia e disinvoltura con la quale ero orgogliosa di essere peccatrice, oggi sono orgogliosa di essere convertita.
    Perché questo pensiero? Che c’entra con il vangelo di oggi?
    Spesso mi trovo a parlare con altri cristiani, gente che magari ha sempre avuto fede… che non ha grossi sbagli da portarsi dietro come macigni; l’aver sempre praticato la Chiesa, rientra nella loro normalità, una normalità che non hanno mai perduto.
    Io invece mi ero persa… io dicevo di essere cristiana, ma solo perché battezzata; io correvo dietro a tutti gli altri dei che promettevano libertà, fino a che il giorno di San Pietro e Paolo, in un Santuario, qualcuno butto giù la porta del mio cuore, ed io mi stupii.
    Lo stupore della grazia oggi mi da la forza di essere quella che sono, una persona imperfetta, che  lotta per crescere, che come uno dei figli, aveva risposto no… non ho voglia di essere cristiana, non ho voglia di seguire delle regole, ma poi, mi sono pentita di quel no, mi sono alzata dal mio torpore e ho cominciato a camminare verso il Signore.
    Faticosa questa scelta, nessuno immagina neanche quanto lo sia se non comincia a camminare, ma la cosa più bella, è continuare dopo 30 anni a camminare sempre nella stessa direzione, io che non sono nata credente, ma che ho provato a fidarmi ed ora non tornerei indietro per niente al mondo.

    venerdì 26 settembre 2014

    Voglio essere un libro aperto



    Voglio essere un libro aperto
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    Come posso riuscire ad amare
    come il Crocifisso?
    Lasciandomi amare da Lui!
    Continuo a dire che è fondamentale,
    ma non m'impegno a farlo;
    non  prego molto
    soprattutto non mi confesso...
    Voglio essere un libro APERTO
    (aperto come le braccia e le mani 
    di Cristo sulla croce!)
    Voglio migliaia di pagine bianche
    su cui sia tu a scrivere
    il resto della mia storia...
    Voglio che sia Tu a completare
    le pagine della mia esistenza,
    le frasi della mia vita...
    Voglio davvero che 
    i miei puntini di sospensione
    siano i tuoi punti esclamativi
    visti dal basso!
    Ti prego, Signore,
    dammi Tu la forza di volontà
    necessaria a seguirti.
    So che non mi chiedi nulla
    di superiore alle mie forze.
    So,ho capito che mi chiedi solo
    di essere me stesso,di essere uomo.
    Ma io sono così bravo a complicare le cose!
    Senza di te non posso far nulla.
    Proprio nulla.
    Spezza questo coccio d'argilla.
    perchè ne possa uscire il profumo
    che tu vi hai deposto,
    e riempia così tutta la casa!

    ( Don Giò 17 agosto 1995 )