lunedì 30 giugno 2014

PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESÙ

 
Il mese di Luglio è dedicato alla contemplazione del Preziosissimo Sangue di Cristo,
mistero insondabile di Amore e di Misericordia.
Il Sangue di Cristo è la prova inconfutabile dell'amore del Padre celeste
per ogni uomo, nessuno escluso.
Tutto questo è stato ben sottolineato dal Beato Giovanni XXIII, devoto al Sangue del Signore fin 
dall' infanzia, quando in famiglia ne sentiva recitare le speciali Litanie. Eletto Papa, scrisse una Lettera apostolica per promuoverne il culto (Inde a primis, 30 giugno 1959) invitando i fedeli a meditare sul valore infinito di quel Sangue, del quale "una sola goccia può salvare tutto il mondo da ogni colpa" (Inno Adoro Te, devote) di Aquinate.
Giovanni Paolo II
Inno "Adoro Te, devote"  in sottofondo musicale
1 Luglio
LA FESTA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE
Proprio all'inizio di questo mese, dedicato a celebrare le glorie e i benefici del Preziosissimo Sangue di Gesù, la Chiesa ci ha fatto cele­brare fino a qualche tempo fa, in onore di questo Sangue, una festa solenne, quasi a coronamento del mese del S. Cuore.
L'origine di questa festa non è antica: risale a Pio IX, il cui pontifi­cato fu una delle epoche più gloriose per lo sviluppo di questa devozione. Già si celebrava in qualche luogo una festa del Preziosissi­mo Sangue nel venerdì della quarta settimana di quaresima, ma fu Pio IX a voler istituire una festa universale alla prima domenica di luglio, come un monumento alle vicissitudini della S. Sede e come un "Te Deum" perpetuo di ringraziamento per l'ottenuta liberazione dall'esilio di Gaeta. La festa fu poi fissata da S. Pio X al primo luglio.
II significato di questa solennità che si celebrava è del tutto affine a quello del S. Cuore, con cui aveva in comune il Vangelo della Messa. C'è un'intima relazione tra il Cuore e il Sangue, non solo perché dal Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia, sgorgò acqua e Sangue: ma anche perché il primo calice nel quale quel Sangue divino fu consacrato e vivificato, fu proprio il Cuore dei Verbo incarnato. La S. Messa esalta l'efficacia redentrice del Preziosissimo Sangue e ci invita a dissetarci alle fonti divine delle piaghe di Gesù, affinché il suo Sangue sia pegno per noi di vita eterna.

Meditazione di Padre Luigi Duilio Graziotti
Il mese di Luglio ci richiama a meditare sulla Passione di Gesù.
Infatti è dedicato al ricordo del Suo Sangue sparso per la nostra salvezza.
Quando Gesù sulla croce venne trafitto dalla lancia del soldato, uscì dal Suo Cuore un po’ di liquido, che non era solo sangue, ma sangue misto ad acqua.  
Da questo si capisce che Gesù ha donato tutto Se stesso per salvarci: non ha risparmiato proprio nulla. Inoltre è andato incontro alla morte volontariamente. Non era obbligato, ma l’ha fatto solo per amore verso gli uomini. Il Suo amore è stato veramente il più grande. E’ per questo che ha detto nel Vangelo: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Se Gesù ha sacrificato la propria vita per tutti gli uomini, ciò significa che per Lui sono tutti amici: nessuno escluso.  Gesù ritiene amico anche il più grande peccatore di questa terra.  Tanto è vero che ha paragonato il peccatore ad una pecorella del Suo gregge, che si è allontanato da Lui, che si è smarrito nel deserto del peccato. Ma appena si accorge che si è allontanato va a cercarlo dappertutto, fino a quando l’ha trovato.
Gesù ama tutti allo stesso modo, sia i buoni che i cattivi, e non esclude nessuno dal Suo grande amore. Non c’è nessun peccato che ci privi del Suo amore. Lui ci vuol sempre bene. Anche se tra gli uomini di questo mondo ci sono gli amici e i nemici, per Iddio no: siamo tutti Suoi amici.
Avviciniamoci a Lui con fiducia, senza paura, come ci dice San Paolo nella lettera agli Ebrei: “Accostiamoci con piena fiducia al trono della Grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati nel momento opportuno” (Ebr 4,16). Non dobbiamo perciò stare lontani da Dio: Lui è buono con tutti, lento all’ira e grande nell’amore, come dice la Sacra Scrittura. Lui non vuole il nostro male, ma solo il nostro bene, quel bene che ci rende felici su questa terra, e soprattutto dopo la nostra morte in Paradiso. Non chiudiamo il nostro cuore, ma ascoltiamo il Suo invito sincero e accorato quando ci dice: “Venite a Me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e Io vi ristorerò” (Mt 11,28). Che cosa aspettiamo ad avvicinarci a Lui, dato che è così buono e amabile? Se Lui ha dato la vita per noi, possiamo forse pensare che voglia il nostro male? No assolutamente! Chi si avvicina a Dio con fiducia e con semplicità di cuore acquista grande gioia, pace e serenità.
Purtroppo per tante persone lo spargimento del Sangue di Gesù è servito a nulla, perché hanno preferito il peccato e la dannazione eterna, piuttosto che la salvezza. Eppure Gesù vuole che tutti gli uomini si salvino, anche se molti fanno i sordi al Suo richiamo, e così senza accorgersi precipitano nell’inferno eterno.
A volte ci domandiamo: “Quanti sono coloro che si salvano?” Da ciò che Gesù ha detto si deduce che sono molto pochi. Infatti c’è scritto nel Vangelo: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa è la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano” (Mt 7,13). Un giorno Gesù disse ad una Santa: “Sappi, figlia mia, che su dieci persone che vivono nel mondo, sette appartengono al diavolo e solo tre a Dio. E anche queste tre non sono totalmente e completamente di Dio”. Se poi vogliamo sapere quanti sono quelli che si salvano, potremmo dire che su mille forse se ne salvano cento.
Rendiamo utile il Sangue di Cristo sparso per la nostra salvezza, e laviamo la nostra anima con la Santa Confessione. Gesù ci chiede la conversione, il miglioramento della nostra vita con l’osservanza dei Suoi Comandamenti. La Sua Grazia e il Suo aiuto, ricevuti dal Sacerdote, ci farà vivere felici e in pace su questa terra, e un giorno ci farà godere la felicità eterna in Paradiso.
Eterno Padre, io ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù,
 in unione con tutte le sante Messe celebrate oggi nel mondo,
per tutte le anime sante del Purgatorio,
per i peccatori di tutto il mondo,
della Chiesa Universale, della mia casa e della mia famiglia.
Amen.
"IL SANGUE DI CRISTO E' LA CHIAVE DEL PARADISO."
 (S. Tommaso d’Aquíno ) 

PAROLE DI GESÙ A SUOR ANTONIETTA PREVEDELLO

"Se al mio Sangue chiedi la purezza, ti purificherà l'anima, il cuore, l'occhio, lo spirito, trasfondendo in te la mia stessa purezza."
"L'anima che stabilisce la sua dimora nelle mie pia­ghe, e specialmente in quella del Costato, è difesa da ogni tentazione: a poco a poco si attutiscono in essa le esigenze della vita naturale, perde la conoscenza delle cose caduche per ricordare soltanto quelle eter­ne."
“Ogni volta che l'anima bacia le ferite del Crocifisso
merita che io baci le piaghe della sua miseria e dei suoi peccati”.
Io ricompenso con sette mistici doni, quelli dello Spirito Santo, atti a distruggere i sette peccati capitali, quelli che baciano per adorazione le piaghe sangui­nanti del mio Corpo."
"Immergi ogni preghiera, ogni azione, ogni pensie­ro, ogni palpito, ogni atto nel Sangue delle mie piaghe: usciranno santificati e saliranno come fiamma di amo­re a Dio, e scenderanno come pioggia di espiazione nel purgatorio."

O Piaghe,
o Sangue Prezioso del mio Signore,
che io Ti benedica in eterno.
O Amore del mio Signore divenuto piagato!
Quanto siamo lontani dalla conformità alla Tua Vita!
O Sangue di Gesù Cristo, 
balsamo delle nostre anime,
sorgente di ogni misericordia,
fa' che la mia lingua imporporata di sangue
nella quotidiana celebrazione della Messa,
Ti benedica adesso e sempre.
O Signore, 
chi non Ti amerà?
.
(San Gaspare del Bufalo)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

(Mt 8,23-27) Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.

VANGELO
 (Mt 8,23-27) Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. 
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. 
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

Parola del Signore
(Mt 8,23-27) Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.

LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA
Vieni o Signore con il tuo Spirito, per illuminare la mia mente e scrivere con me questa riflessione, nel tuo Santo nome, ora e sempre. Amen.
Questo brano è uno di quelli che mi da più sensazioni, sia nella versione di Matteo che in quella di Marco.
Questi poveri apostoli che seguono Gesù senza neanche poter fare preparativi, che si trovano a passare da una riva all’ altra, con nella testa le parabole che raccontava, che ancora oggi per molti sono incomprensibili.
Il mare in tempesta li atterriva, come ci atterriscono i vari momenti in cui la vita ci assale con i suoi problemi; come ci atterrisce una malattia; come quando vorremmo azzerare tutto e far finta che non sia successo niente!!!
Ma non si può, siamo in mezzo a quel mare di sensazioni e abbiamo paura di affondare, di non farcela. Dove sei Gesù? Io ti sento vicino a me, ma Tu che fai? Perché non intervieni? Perché non mi aiuti?
O quante volte ci siamo trovati in queste situazioni! 
Quante volte abbiamo cercato il Tuo aiuto Signore!
 Già solo saperti vicino ci fa sperare… ti imploriamo, e tu ci stupisci, perché anche la più grave tempesta con te vicino, si placa.
Cosa ci aspettiamo da te Signore? E Tu cosa ti aspetti da noi? Siamo spesso  messi  alla prova, questo forse ci aiuterà a capire che non ci abbandoni mai? Ci farà  diventare più fiduciosi? Più coraggiosi? Spero veramente, con tutto il cuore, di sì.

domenica 29 giugno 2014

PREGHIERA PER I SACERDOTI STANCHI

Voglio chiederti Signore di aiutare i sacerdoti a vincere la stanchezza!
Spesso è colpa nostra,sembriamo indifferenti a tutto,a volte è colpa loro perchè non capiscono i nostri limiti,ma succede....siamo uomini e succede.
Nulla è più triste di un prete stanco,che si trascina sull'altare mentre vorrebbe essere altrove.
Isaia dice “Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi” (Is 40,31).
Dagli la forza di sperare in te, di pregare,di ricordare le tue parole."“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero” (Mt 11,28-30).
Fatti incontrare Signore,fatti riconoscere da loro come dai discepoli di Emmaus che avevano perduto la speranza,accompagnali e ridona a loro la tua presenza viva,la gioia del risorto.
Mettigli accanto persone che li stimolino senza criticarli e soprattutto che li amino per quello che sono!
Amali e facceli amare!


(Mt 8,18-22) Seguimi.

VANGELO 
(Mt 8,18-22) Seguimi. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

Parola del Signore
(Mt 8,18-22) Seguimi.(Mt 8,18-22) Seguimi.

LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
O santo Spirito, aiutami a vedere tra le righe della parola da te ispirata, quello che è importante che io veda, e dammi la forza di dire quello che è giusto che io dica, perché tutto quello che Gesù ha dato per noi, non vada speso invano.

Quanta folla intorno a Gesù, tanta che per non essere soffocato, decide di passare sull’altra riva… Tutti gli sono intorno, ma quando decide di passare sull’altra riva, solo uno scriba gli si avvicina e gli dice con convinzione, ti seguirò in ogni luogo tu vada e lo chiama Maestro. Un altro discepolo, un po’ più indeciso, che in fondo non ha ancora compreso bene il discorso di Gesù e vorrebbe trattenersi ancora un po’ con la sua famiglia, avere il tempo di salutarla, di seppellire i suoi morti, ma questa indecisione, che è tipica di ognuno di noi, può allontanare da noi Gesù. Se vogliamo veramente entrare in comunione con Lui, dobbiamo allontanare da noi tutto quello che ci trattiene. Seguire vuol dire accettare le sue regole e farle nostre, ma molto spesso la nostra teoria, la nostra buona predisposizione si scontrano subito con la pratica dell’attuazione.
Vediamo nella prima lettura come Abramo implora Dio di salvare le città di Sodomia e Gomorra, in fede magari di qualche uomo giusto e timorato di Dio, e come il Signore acconsenta alla preghiera di Abramo, ma poi sappiamo come la storia si è svolta, e come nessun giusto poté fermare la mano di Dio. Allora fratelli, accettiamo di essere corretti, ben venga chi ci ammonisce se lo fa con vero affetto cristiano, perché si comporta da fratello che vuole il nostro bene, ma quando la presunzione ed il giudizio animano il suo cuore, il suo ammonimento non darà frutto, perché verrà con prepotenza e non con amore; d’altra parte invece vorrei dire, che se sappiamo di non essere buoni discepoli, non dobbiamo continuare a tirare la corda della pazienza del nostro pastore, che continua a chiamarci ed a cercarci, ma ci vuole dietro a Lui per amore, non per obbligo.
Smettiamo di portarci dietro i nostri cadaveri da seppellire, i nostri problemi passati, la nostra educazione, le nostre ferite.... lasciamo tutto e seguiamo Gesù, che non ci promette la risoluzione dei nostri problemi materiali, ma ci promette la forza di affrontare e superare tutto perchè Lui sarà insieme a noi. 

sabato 28 giugno 2014

(Mt 16,13-19) Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.

VANGELO 
 (Mt 16,13-19) Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
 Vieni o Santo Spirito, dolce compagno, vienimi accanto ed insieme a te sarà tutto più comprensibile, tutto più semplice, tutto più giusto. Fa che niente di me permanga nel cuore e riempi il vuoto con la tua presenza, per Cristo nostro Signore. Amen.

Un brano questo, in cui Gesù ci pone un interrogativo importante, ci mette alla prova, così come fa con Pietro: - Tu chi dici che io sia?- Noi oggi, come cristiani, siamo molto più fortunati di Pietro, perché in duemila anni, Gesù ci ha fornito tante prove della sua presenza in mezzo a noi, ma quello di credere in Gesù figlio di Dio, non è il solo problema che oggi il Vangelo ci presenta. Pietro riconosce, per grazia Divina, in Gesù il Figlio di Dio, ma ancora non è pronto a comprendere del tutto. Vediamo che Pietro non è migliore di noi, nonostante la conoscenza e l’ amicizia che lo legano a Gesù.
-Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente ! -
-Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra, sarà sciolto nei cieli.-Queste parole le dice dopo aver avvertito Pietro del fatto che lo avrebbe rinnegato, quindi nonostante questo,lo sceglie per dare inizio alla sua Chiesa.
Poche parole, ma essenziali per noi Cristiani. Seguire Pietro perché scelto da Gesù, ed è tutto.
Pietro è un uomo che ha paura? Sembrerebbe di sì perché negherà di conoscere Gesù quando fu catturato, ma da questa risposta che dà al Signore ancora prima che questo succedesse, si capisce che già lo Spirito agisce in lui, tanto da fargli dire quelle parole che solo la grazia di Dio poteva mettergli sulle labbra.  Allora perché tace?
 Perchè nega di conoscere Gesù? I disegni del Signore sono giusti, noi non li conosciamo, ma se Pietro fosse stato subito catturato e ucciso, come avrebbe potuto servire il Signore? Pietro era un uomo come noi, ma scelse Gesù, fino in fondo. Non era colto, aveva anche un carattere burbero, era un bel capoccione come diremmo oggi, ma si fece trascinare dall’ amore che quell’ uomo sprizzava da tutti i pori, per gli ultimi, per i bisognosi, per gli ammalati, per tutti quelli che considera fratelli, anche se lo crocifiggeranno  anche se non lo vogliono accettare. Certo anche Pietro come noi, avrebbe voluto farsi un Gesù un po’ più su misura, un po’ meno idealista e più combattivo, un po’ più umano e meno obbediente a Dio, un po’ più terreno e meno irreale. Ma Gesù è Gesù, è Dio stesso e non può essere qualcun altro, nemmeno per farci contenti.
Il suo amore è immenso per noi, ma non scende a compromessi con la nostra umanità, sa perdonare perché è misericordioso, ma quello che ci dice di fare è legge. Seguirlo significa prendere la nostra croce, come ha fatto Lui e seguirlo su questa strada. Possiamo essere imperfetti, ce lo perdonerà, possiamo cadere e ci aiuterà ad alzarci, ma la strada è solo questa, attraverso la porta stretta delle sue parole possiamo seguirlo, non facendoci un Dio su misura, più consono ai nostri desideri.
 Scegliere tra Dio o mammona, Tra un  Dio vero o idealizzato, adattato. Questo non è permesso a nessuno, neanche a Pietro, infatti, ricordiamo che anche per lui c’ è subito il rimprovero di Gesù, che addirittura lo apostrofa chiamando figlio di satana. E’ facile sbagliare strada, se quella che vogliamo percorrere non parte direttamente dal cuore di Cristo. Prima di tutto questo, capire che è lui la porta per la salvezza e la vita eterna, e non tutte quelle altre uscite di sicurezza che apriamo con la nostra umanità. Abbiamo forse paura di affrontare il mondo con Gesù oppure la nostra non è paura, ma negazione dell’ appartenenza a Cristo? Non è una domanda da poco!


venerdì 27 giugno 2014

(Lc 2,41-51) Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo.+(Gv 21,15-19) Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.(SABATO 28 E MESSA DELLA VIGILIA)

Sabato 28 Giugno 2014:
 - Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria
- SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI (Messa della Vigilia)
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Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria
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VANGELO DI SABATO 28 GIUGNO
(Lc 2,41-51) Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo.
+ Dal Vangelo secondo Luca
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Spirito d’amore, abbracciami, e fammi comprendere il senso delle scritture, ma ancor di più che cosa tu vuoi che io comprenda, e sarò serena tra le tue braccia ad ascoltare la tua parola. Mi affido a te, illuminami!
Gesù cresce e dal fanciullo che era affidato alle cure di Maria e Giuseppe, sta diventando un uomo. Possibile che Gesù si perda? Che Maria e Giuseppe dimentichino questo loro figlio e se ne rendano conto solo a sera, quando la carovana aveva già percorso molta strada?
Sì forse si, ma io ho sempre pensato che non doveva essere un bambino facile da crescere, eppure se guardiamo bene, ci vediamo il segno di quello che sarebbe accaduto qualche anno dopo. Maria e Giuseppe sono angosciati, preoccupati e oserei dire arrabbiati con Gesù, se non avessi imparato leggendo i vangeli che né Maria né Giuseppe non si fanno mai prendere dall’ ira.
Forse cominciano a capire i poveri genitori di questo bambino così particolare, perché cresce in lui la consapevolezza di appartenere a Dio più che a loro, e anche se non riescono ad afferrare bene il senso della cosa, intuiscono che c’ è una verità che va oltre la loro comprensione. Riprendono il cammino cercando di essere guida di quel figlio che già non gli apparteneva più, e lui stava loro sottomesso.
Mi vengono in mente tante cose… che i figli sono prima di Dio e poi nostri, che la vita è dono di Dio, ce l’ affida per un tratto di strada, perché possiamo attraverso questa vita che ci affida, contemplare il suo amore. Siamo tutti figli, belli e brutti, sani e malati, giusti e peccatori, siamo entrati nel mondo e siamo con Gesù, tra i dottori della legge, per parlare del nostro Padre celeste. Gesù li ascoltava e li interrogava, e li stupiva con la sua intelligenza e le sue risposte. Noi cosa facciamo amici? I nostri maestri che fanno?Forse è vero che i sacerdoti sono pochi, ma diventa sempre più difficile trovarne uno che ti dedichi un po’ del suo tempo per parlare. Ricordo che quando ero bambina la chiesa era sempre aperta, ed un sacerdote sempre pronto per confessare ed aiutare; ci fermavamo dopo la messa e il prete ci faceva fare colazione con lui dalle suore, che preparavano il latte e la cioccolata calda d’inverno. Si parlava del vangelo che era stato spiegato a messa, e così anche per i grandi, c’ era chi chiedeva un consiglio, una parola buona, una preghiera. Oggi le donne preparano l’altare, il sacerdote arriva, in genere 5 minuti prima della messa, fortunati quelli che hanno a disposizione due sacerdoti, ma poi… arrivano insieme… e o senti la messa o ti confessi…. e poi dopo la messa?
Tutti via di corsa… saluti e baci e si va via… e mi dispiace dirlo, ma i sacerdoti sono quelli che hanno più fretta… dove sono finiti i pastori?
Prima camminavi dietro a loro, ora devi quasi rincorrerli. Maria, Madre della Chiesa, non capisce e piange, piange sulla Chiesa, sui suoi figli, su quello che vede e sente. Nelle nostre famiglie poi non va meglio…dove stiamo portando questi nostri figli? Siamo talmente allo sbando noi che non sappiamo neanche guidarli e loro vanno dove il mondo li porta, seguono il progresso… l’ ultimo dei loro pensieri è andare a messa la domenica, perché avrebbero dovuto impararlo da noi… ma noi ci andiamo? Dopo una settimana di lavoro siamo troppo stanchi per il Signore….. Piange Maria e ci invoca di convertirci, di tornare sui nostri passi, il suo cuore immacolato, provato dal dolore, continua a soffrire per noi.
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SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI (Messa della Vigilia)
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VANGELO DI SABATO 28 MESSA DELLA VIGILIA
(Gv 21,15-19) Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
[Dopo che si fu manifestato risorto ai suoi discepoli,] quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Parola del Signore
(Gv 21,15-19) Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.(Gv 21,15-19) Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Dio, nostro Padre, che ci hai aperto il passaggio alla vita eterna con la glorificazione del tuo Figlio e con l' effusione dello Spirito Santo, fà che, partecipi di così grandi doni, progrediamo nella fede e ci impegniamo sempre più nel tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Uno strano dialogo questo, tra Gesù e Pietro, sembra quasi che Gesù voglia mettere alla prova il povero Pietro, che si mortifica e non sa più come ribattere al maestro. Mi ami? Come mi ami? Quanto mi ami? Ma sei sicuro che mi vuoi bene?Che cosa vuoi da Pietro Signore, cosa vuoi da noi? Vuoi che ci rendiamo conto della nostra pochezza? Della nostra fragilità? Tu ci conosci e ci scruti e a te non possiamo mentire, come facciamo persino con noi stessi.Facile sentirsi giusti, in un mondo in cui il male è tangibile, basta non rubare e non uccidere e ci sentiamo giusti; se poi andiamo anche in Chiesa ancora meglio, ci sentiamo quasi Santi,come se il nostro dovere si esaurisse in qualche pratica religiosa.Ecco perché Gesù insiste, ci chiede di guardarci veramente dentro, di spingerci oltre, di diventare proprio come lui, Pastori delle sue pecore. Può sembrare una cosa per i soli sacerdoti, ma non è così, perché se anche loro sono chiamati a fare di più e meglio, anche noi siamo i pastori delle nostre famiglie, e siamo chiamati a testimoniare la nostra fede, non solo con le parole ma prima di tutto con la nostra vita.Una parola per chi poi frequenta la Chiesa: è importante che noi testimoniamo l' amore per i fratelli, che viviamo in coerenza con quello che la Chiesa predica, perché se ci comportiamo da IPOCRITI, saremo anche noi colpevoli dell' allontanamento di molti fratelli.Il Papa ha messo l'indice sul carrierismo, ed ha fatto benissimo secondo me, ma il discorso riguarda un po' tutti noi, ricordiamoci che il centro della Chiesa è Cristo, e nessun altro.Gesù lascia a Pietro il compito di guidare il suo popolo la sua Chiesa, lo elegge pastore delle anime, ma non si limita a questo, lo invita a riflettere sulla sua umanità, per far sì che non se ne dimentichi mai, e che non conti sulle sue forze, ma sulla sua affiliazione a Dio.L'invito a riconoscersi che Gesù fa a Pietro, lo vuole portare a capire che tutto con Gesù è condivisione con Lui, che non deve mai pensare di poter essere pronto, arrivato, fedele, santo; ma dovrà sempre ricominciare da capo, sempre combattere con la sua piccola umanità alla quale è legato.Gli indica la sua vecchiaia, in cui dovrà affidarsi all' amore di chi lo curerà e lo vestirà, perché in questo gesto umano, pieno di amore, c' è l' essenza dell' uomo, che con pazienza si affida, non potendo far altro. Ed ancora io leggo tra queste righe che sarà l'amore di Dio che ci porterà dove noi non sapremo di andare... per questo Gesù ci dice ,SEGUIMI!

giovedì 26 giugno 2014

(Mt 11,25-30) Io sono mite e umile di cuore.

VANGELO
 (Mt 11,25-30) Io sono mite e umile di cuore. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore

(Mt 11,25-30) Io sono mite e umile di cuore.(Mt 11,25-30) Io sono mite e umile di cuore.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
O Dio che nel tuo immenso amore hai dato prova della più grande umiltà perdonaci. Se solo ci rendessimo conto di non meritare niente e tanto meno la salvezza, forse capiremmo che questo amore ha costretto Dio a difenderci con la sua stessa vita. Lui che è il più grande, ha donato la sua vita per non perdere neanche il più piccolo dei suoi figli... e noi disprezziamo la vita, come se non avesse nessun valore... 

Questa sì che è preghiera ragazzi!!!!! Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra…… Gesù non si stanca mai di ringraziare il Padre, di lodare le meraviglie del creato … e guarda caso, il piccolo per eccellenza, San Francesco, sapeva vedere in ogni angolo del mondo Dio. Tanti sono i Santi che attraverso l’ amore di Dio hanno saputo comprendere, che solo amando la croce riescono ad amare Cristo.
Quelle parole di Gesù li colpiscono e glielo fanno amare in tutta la sua bellezza. Bellezza della croce, perché solo una cosa bella si può amare in questo modo… e questo ci porta mille miglia lontani da loro e dalla loro santità, simile a quella di Gesù, il Santo di Dio, il Figlio prediletto…
Ci pensate … il figlio prediletto di Dio….
Come vorremmo raggiungere anche solo l’ idea di essere graditi agli occhi di Dio, sarebbe già qualcosa, ma Francesco e Paolo hanno capito che solo attraverso l’imitazione di Cristo avrebbero potuto sperare di vedere Dio, attraverso i suoi occhi, le sue piaghe, il suo dolore…IL SUO AMORE.
Nella grande umiltà di riconoscersi ancora imperfetti, ci si lascia andare tra le braccia di Gesù e ci si lascia plasmare dal suo amore.
Lui sì che sa amare e perdonare, non ci sono regole da imparare, né riti da eseguire, non è importante essere ebrei, circoncisi, preti o monache, quello che conta è diventare suoi, amarlo e accettare di amare in quel modo sublime, assurdo si, ma trascinante, che non si ferma a riflettere, a guardare      l’ oggetto del suo amore, se merita o no…. Ama e basta, ama anche il dolore che gli dai, come una madre ed un padre insieme, che amano il figlio che li trascura, li ferisce, che bramano un suo sguardo, una sua carezza, che aspettano solo di vederlo tornare sano e salvo per stare bene, che sono in ansia se è lontano…l’ amore di Dio è quello di tutte le madri e i padri del mondo e tanto, tanto di più……Ancora un accenno  un accenno a questa frase:- le hai rivelate ai piccoli. -
I piccoli di Dio sono secondo me tutti coloro che si affidano semplicemente per quello che sono, con i loro difetti, le loro paure e la loro voglia di diventare come Dio vuole.
Per farlo abbiamo bisogno di riconoscerci indegni di tanto amore e tante grazie, perché solo capendo che tutto quello che c’è di buono in noi viene da Dio, sapremo metterci davanti a Lui con il cuore sincero. A volte credersi arrivati, perfetti, porta a sentirsi superiori agli altri….  Questo è il primo segno di trovarsi su una strada sbagliata. I piccoli che Dio ama, sono quelli che sanno di essere nulla senza di Lui e di ricevere tutto per grazia. - Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero.- Solo amando si sopporta il peso delle difficoltà e delle malattie, solo amando le disgrazie, diventano grazie che Gesù ci fa dono di condividere con noi. Lui ha preso la nostra croce per amore, è inchiodato per amore, si fa pane per restare con noi per amore…e noi? Che aspettiamo amici a diventare un tutt’uno tra noi e con Cristo?
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mercoledì 25 giugno 2014

(Mt 7,21-29) La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

VANGELO 
(Mt 7,21-29) La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni  E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

Parola del Signore

(Mt 7,21-29) La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio, aiutami con il tuo Santo Spirito a leggere la Tua parola e a viverla nel mondo d’oggi, come Gesù duemila anni fa, voglio vivere solo con Te e di Te. Ascoltami e Così sia.

Gesù ci mette in guardia da una cosa molto importante, non basta l’ apparenza per entrare nel regno di Dio.
Per vivere in pieno la fede, infatti, perché sia salda e non cada alle prime intemperie, bisogna capire e vivere la parola di Dio. E’ inutile pronunciare con la bocca per esempio, una preghiera per i poveri, se poi quando ci passano accanto ci giriamo dall’ altra parte schifati, non serve far vedere quanto si è bravi cristiani, ma occorre essere bravi cristiani, perché altrimenti alla prima tentazione forte, crolliamo.
La fede che Gesù c’invita ad avere è fondata sulle solide basi dell’amore che ci lega a Dio, ed è una cosa bellissima confidare, affidarsi, condividere la propria vita con Lui.
Troppo spesso noi preferiamo affidarci agli uomini, al politico potente, al personaggio pubblico o al prete e mettiamo Dio sul comodino, come un abat jour da accendere nel momento del bisogno.
Questo è quanto di più sbagliato possiamo fare perché Gesù è la luce che deve illuminare i nostri passi, la sua parola la via da seguire; il nostro cuore deve spogliarsi delle cose del mondo e appartenere totalmente a Dio.
Non è facile la via che il Signore c’indica, ma dobbiamo continuare a provare la via della perfezione, dobbiamo seguire la parola di Dio, perché quello che è scritto nelle sacre scritture, solo se praticato, renderà salda la nostra fede.
Molto spesso viviamo il cristianesimo come una un vestito troppo stretto, non riusciamo mai a indossarlo completamente, c'è sempre qualche parte che proprio non riusciamo a far entrare.
Chiediamo aiuto ,ma cerchiamo di imparare a rivestirci completamente di cristo,perchè se lasciamo troppe parti scoperte, satana farà presto a lacerarci la veste

martedì 24 giugno 2014

(Mt 7,15-20) Dai loro frutti li riconoscerete.

VANGELO 
(Mt 7,15-20) Dai loro frutti li riconoscerete. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

Parola del Signore

(Mt 7,15-20) Dai loro frutti li riconoscerete.




LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
SPIRITO ETERNO di DIO LUCE DI SPLENDORE, vieni e illumina le nostre menti e il nostro cuore; dà senso nuovo alla nostra vita e facci conoscere ciò che è BUONO E GIUSTO.

 Gesù, ci continua a mettere in guardia, dai pericoli che sono ben nascosti nelle pieghe della vita.
 In tante cose che sembrano solo moderne o segno d’evoluzione, si nasconde il male, e non è sempre facile rendersene conto, perché le cose ci sono presentate in modo falso ed è facile essere tratti in inganno. 
In questi tempi, vediamo che nascono sette come i funghi dopo una giornata di pioggia, e in molte di queste, è tutto camuffato dalla fede, dalla preghiera.
È di questi giorni la notizia di una setta che è stata scoperta, dietro alla quale si nascondeva un santone, che approfittava delle persone e le plagiava, e faceva ogni tipo di violenza su donne e bambini. Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, dice Gesù, dai loro frutti li riconoscerete.  
Non seguiamo MAI l'uomo, anche se viaggia con il Vangelo in mano, neanche se è vestito da prete o da cardinale... seguiamo sempre e solo la parola di Dio!
Questo è molto indicativo di come l’astuta bestia può trarci in inganno facilmente, quello che dobbiamo sempre invece guardare è Gesù, la sua vita, la sua parola, che non dobbiamo mai perdere di vista, e difenderci con la preghiera dagli attacchi del nemico. Preghiamo sempre, perché Gesù non ci abbandonerà nelle mani del nemico, chiediamo a Lui di illuminarci con il suo santo Spirito, su quello che vuole da noi, su quello che è giusto e quello che è sbagliato, di farci scoprire quello che viene da Lui e quello che invece non ci viene da Lui.
Teniamo presente che Gesù è verità, ed è unione, quindi quello che è falsità e divide, non viene da Lui. Quando la grazia viene da Dio, produce frutto.