martedì 30 aprile 2013

(Mt 13,54-58) Non è costui il figlio del falegname?



VANGELO
 (Mt 13,54-58) Non è costui il figlio del falegname?
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. 
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo, e veglia su di me; aiutami a capire ed a sentirmi parte di quel popolo che viveva Gesù.
Questa pagina del Vangelo ci viene raccontata  anche da Marco, che come Matteo, mette in risalto quanto proprio le persone per cui Gesù era venuto, per coloro che presiedevano il culto nel tempio,sia così difficile accettare di aprire il cuore e la mente al Cristo.
Era entrato lì appena dodicenne  e i dottori  del tempio si erano meravigliati di tanta sapienza.
Ora però Gesù non si limitava a dire loro quello che era giusto secondo il volere di Dio, non si fermava alla teoria, ma era passato alla pratica, e li spingeva alla pratica nel nome di Dio. La legge di Dio non è solo una legge scritta da imparare a memoria e decantare, ma è adesione alla parola e alla persona che è la parola stessa.
"In principio era il verbo,il verbo era presso Dio,il verbo era Dio" Gv 1,1
Ma quando uno non vuole aprire il suo cuore,non permette che il Signore apra la sua mente; tutti coloro che si oppongono a Dio, che gli parlano sopra, non ascoltano la sua voce e si fermano ai loro pre-giudizi.
Proprio così fecero i cosiddetti sapienti, che videro in Gesù, solo il figlio del falegname e non riuscirono ad andare oltre.
Oggi mi chiedo e vi invito a porvi la stessa domanda: che cosa è cambiato in me da quando Gesù è entrato nella mia vita? Quanto riesco a lavorare su me stessa per far si che la sua parola sia aderente con la mia vita? Comprendo che le parole di Gesù mi riguardano personalmente?

lunedì 29 aprile 2013

(Gv 14,27-31) Vi do la mia pace.


VANGELO
 (Gv 14,27-31) Vi do la mia pace.
 Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Parola del Signore

(Gv 14,27-31) Vi do la mia pace.


LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Ti prego o Santo Spirito, di scendere su di me, e illuminarmi con la tua sapienza per comprendere le letture della parola di Dio, per andare dal Figlio al Padre, attraverso di Te. Per Cristo nostro Signore. Amen.
 Dagli atti degli apostoli apprendiamo che già da 2000 anni la Chiesa è perseguitata, all’ epoca erano i giudei che non volevano riconoscere Gesù come il Messia, poi c’erano i pagani che non credettero e quelli che adoravano altri dei. In tutto questo marasma, Gesù ci parla di pace e,  specifica, che la pace di cui parla, non è come quella che si può cercare in questo mondo, ma è la pace che nasce dall’ anima, che ha chi vive in pace con se stesso e con i fratelli. Gesù dovrà tornare dal Padre, così 
com’ è venuto dal Padre, lo dice prima che avvenga, perché gli apostoli credano a quello che sentono e che vedono, profeta di se stesso. In questa terra ci sarà il male, creato e provocato dal principe di questa terra, e spesso ci domandiamo perché? Chi lo ha eletto principe di questa terra? Siamo stati noi uomini, che per vanità, per orgoglio, per brama di potere, per superbia, per voglia d’ avere tutto, lo abbiamo ascoltato e lo ascoltiamo ancora. Dio ci guarda scegliere a chi appartenere e soffre perché ci ama, soffre tanto da decidere di mandare a salvarci un redentore. Forse a qualcuno queste parole non piacciono, non riesce a comprendere come Dio, possa averci lasciato in balia di satana, e allora lo voglio dire più semplicemente. Siamo noi che scegliamo se credere che tutto sia qui sulla terra ed allora accumulare tesori e beni materiali, oppure fidarci della parola di Gesù Cristo, e sperare, ma più che sperare direi avere certezza, di una vita spirituale da vivere già da qui e continuare a vivere dopo la fine inesorabile dei nostri giorni. Si parla di fine del mondo, io preferisco e v’ invito, con molta umiltà, a pensare alla fine di quest’ ordine di cose, alla fine di una vita materialistica e al raggiungimento di una vita nella nuova Gerusalemme. Impariamo  a leggere l’apocalisse di Giovanni, non più come una catastrofe annunciata, ma come la vittoria del bene sul male, la vittoria del regno di Dio su quello di satana; ma per fare questo, bisogna che la vittoria avvenga prima di tutto nel nostro cuore 

domenica 28 aprile 2013

(Mt 11,25-30) Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.


VANGELO
 (Mt 11,25-30) Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: 
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Parola del Signore
(Mt 11,25-30) Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Donami o Signore la piccolezza di chi si mostra senza difese davanti a Te, perché solo in te confido e nel Tuo amore.
Questa si che è preghiera ragazzi!!!!!
Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra…Gesù non si stanca mai di ringraziare il Padre, di lodare le meraviglie del creato …e guarda caso, oggi ricordiamo Santa Caterina da Siena che assieme a San francesco D'Assisi è eletta patrona dell'Italia e che cercava Dio in se stessa e se stessa in Dio. Quello che in questa pagina mi colpisce è quello che Gesù afferma, in preghiera, proprio mentre tutti cercano di avere con Dio un rapporto speciale, mentre tutti credono di averlo.
Gesù ci dice di andare a lui, ossia di fare come lui, mite ed umile, per imparare ad avere con Dio un rapporto filiale. Lui prega, adora e si dona in riscatto dei nostri peccati, per restituirci la libertà di figli .
Non siamo obbligati all'obbedienza, non siamo schiavi, ma figli. Possiamo stabilire con Cristo, quel rapporto d'amore che ci unisce al Padre. Niente è più bello e semplice di un gesto fatto con amore e per amore, è questo che Gesù vuole insegnarci; questo che rende il giogo leggero.

sabato 27 aprile 2013

(Gv 13,31-35) Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.




VANGELO
 (Gv 13,31-35) Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.
 Dal Vangelo secondo Giovanni

Quando Giuda fu uscito , Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Spirito Santo a fare di me quello che Dio vuole!

Come comincia male questo brano, Gesù se n'è andato,è uscito dal cenacolo; Gesù sa che è andato a tradirlo, gli ha detto anche di fare in fretta a fare quello che doveva fare, ed allora perché parla di gloria?
Sembra assurdo, ma solo per la nostra mentalità umana, che la gloria di Cristo e della Chiesa stessa,passino attraverso la croce, eppure è proprio questo che afferma Gesù.
Dio si è compiaciuto di dare questo suo Figlio prediletto in riscatto dei nostri peccati, di vederlo soffrire e torturare pur di salvarci, ma quanto è grande l'amore di Dio? Quanto è amore? Che cosa intende Dio per AMORE?
Dobbiamo fare questo passo, dobbiamo comprendere la grandezza infinita di questo amore, per poter fare il passo successivo che ci viene chiesto: amarci tra di noi è il minimo che possiamo fare per chi ci ha dato tanto.
certo possiamo anche scegliere di tradire le aspettative di Dio, di uscire dalla casa del Padre, da quella casa in cui Gesù è tornato a prepararci un posto, ma sappiamo che proprio per questo amore,ci saranno perdonate anche le nostre piccole infedeltà.
Non siamo perfetti, e non siamo capaci di amare in questo modo incondizionato, anzi sempre più il nostro modo di amare è egoistico e condizionato dal senso di possesso, proprio perché siamo impastati di peccato.
Vorrei usare la metafora dei chiodi della croce, con cui trafiggere il nostro amor proprio, il nostro egoismo, la nostra mediocrità per rendere anche il nostro corpo glorioso, un corpo vincente.
Sconfiggere con Gesù tutto quello che ci fa dire no a Dio, abbracciare quella croce per imparare che solo attraverso l'amore, si può superare ogni lotta, solo attraverso il desiderio di vivere sempre in pace e letizia, possiamo imparare a perdonare. Essere cristiani è una grande sfida, non è una cosa facile, ma è una sfida meravigliosa,che se riusciamo a vincere può regalarci la  pace vera.
Coeredi del regno di Dio, per amore e attraverso l'amore.


venerdì 26 aprile 2013

(Gv 14,7-14) Chi ha visto me, ha visto il Padre.


VANGELO
 (Gv 14,7-14) Chi ha visto me, ha visto il Padre.
 Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Parola del Signore

(Gv 14,7-14) Chi ha visto me, ha visto il Padre.


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA

Vieni o Spirito Di Dio ad insegnarmi quello che è giusto che io oggi sappia, Tu che sai dosare per me la sapienza il dolore e l' amore, tu che sai quello che è giusto per me. Grazie di assistermi.

In questo brano, come negli ultimi che abbiamo letto, Gesù torna a sottolineare la sua unicità col Padre, quindi non ci soffermeremo a ripetere le stesse cose, ma voglio invece sottolineare come stare in comunione con Gesù significa stare in comunione col Padre.
 Gesù stesso che lo afferma e ci dice che attraverso questa comunione il Padre compie le sue opere, ma quello che mi colpisce è che ci dice che chiunque entrerà in questa comunione, farà opere altrettanto grandi .
Quindi Gesù ci spinge a considerarci importanti agli occhi di Dio, perché credendo in Lui, crederemo in colui che l’ ha mandato, e qualunque cosa chiederemo nel suo nome ci verrà concessa.
Sono parole importanti e poiché sappiamo che le parole di Gesù sono verità, non vedo perché dovremmo comportarci come chi non crede o  crede solo in parte alle sue parole.
Spesso infatti, siamo portati a credere che solo a Lui siano stati concessi certi privilegi, dimentichiamo forse che gli apostoli compivano miracoli nel suo nome.
 Ancora oggi persone che erano esattamente come noi, ma che da noi differenziavano per la grande fede e    l’ abbandono alla volontà di Dio, riescono a vivere questa comunione, siamo abituati a chiamarli Santi, e a vederli come qualcosa di irraggiungibile, dimenticando che tutti siamo chiamati alla santità e che non dipenderà certo dalla nostra bravura, ma dall'affidamento che faremo sulla grazia di Dio e sul nostro " SI ".  Abbiamo tanti esempi da imitare,tocca cominciare a fare sul serio,non credete?

giovedì 25 aprile 2013

(Gv 14,1-6) Io sono la via, la verità e la vita.



VANGELO
 (Gv 14,1-6) Io sono la via, la verità e la vita.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Illuminami Signore con la tua parola, ed attraverso lo Spirito dammi le parole giuste per la mia riflessione. 

Una volta ancora i discepoli di Gesù pongono domande e hanno dubbi e incertezze... ma è normale che li abbiano, com’è normale che noi siamo pieni di domande... ma non dobbiamo chiedere sempre e solo risposte a queste domande, secondo me dobbiamo chiedere un dono più grande, quello della fede.
 Se avessimo fede non avremmo dubbi, una fede piccola come un granello di senape può far rimuovere i dubbi più grandi. 
Una volta era Filippo che chiedeva: Gesù mostraci il Padre... ora Tommaso: mostraci la via... Come facciamo a non fidarci di chi compie prodigi non perché è un mago, con la bacchetta magica, che sono poi inganni o illusioni, ma veri e propri prodigi di guarigione, sia corporale sia spirituale...basta guardarsi intorno, quanta gente si è trasformata in santa gente per opera di una conversione e questo è un miracolo!
A me basta guardare dentro di me, sono stata amata da Gesù a tal punto che se osassi oggi dirgli anche il più piccolo "no" mi andrei a nascondere. Il mondo stesso è un miracolo di Dio,o vogliamo veramente pensare che una cosa così ben compiuta, con degli" ingranaggi "che si assimilano tra loro così perfettamente sia un caso...vediamo che quando l'uomo ci mette le mani per fare meglio qualcosa, prima o poi ne distrugge sempre un'altra....l'uomo vuole fare da solo e rischia; purtroppo satana lo aiuta in questo, di distruggere il prodigio di Dio sulla terra e nell'uomo stesso. Quante volte iniziamo una preghiera e parlando con Gesù ci accorgiamo che stiamo parlando al Padre e allo Spirito Santo...credo che anche a voi sia capitato..non credo proprio d’essere l'unica fortunata della terra ad avere questa sensazione, allora eccoci a casa, al cospetto della nostra famiglia celeste. In questa situazione,come si possono avere dubbi della presenza di Dio in Cristo Gesù e dello Spirito Santo che opera con loro, per loro ed in Loro, ed attraverso di loro anche in noi. Avere fede... solo questo ci chiede Gesù, avere verso di lui la fiducia che si ha in un amico che è venuto per darci una mano a tornare a casa dal Padre nostro, questa è la via che c’invita a percorrere, perché non è lontano chissà dove, ma qui in mezzo a noi, basta saper guardare con gli occhi dell’amore,  riconoscerci membri della stessa famiglia, fratelli del mondo, in Gesù, figli di Dio, come Lui stesso ci ha annunciato.



mercoledì 24 aprile 2013

(Mc 16,15-20) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.



VANGELO
 (Mc 16,15-20) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. 
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Parola del Signore

(Mc 16,15-20) Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

Ti prego, o Spirito Santo, di penetrare con tutta la tua forza nel mio cuore e di portarmi ai piedi di Gesù. Fa che io possa ascoltare la sua parola che scalda il cuore ed accende la mente, che sappia trasmetterla e più di ogni cosa, che io sappia viverla.

Il Vangelo di Marco è un pochino più brusco letteralmente degli altri, ma è certamente così concreto da scoraggiare qualsiasi persona voglia trovare scuse ancora, prima di fidarsi di Gesù.

In ogni sua riga sembra dire: questo è Gesù, queste le parole che ha lasciato, questi i miracoli che ha fatto e questo è quello che ci ha comandato di fare: Andare in tutto il mondo ed annunciare il Vangelo.
In eredità il regno di Dio, ma non solo in eredità futura.
Essere in Cristo significa anche che Cristo è con noi.  Ai suoi discepoli egli assicura la sua presenza in tutto e per tutto.
Conferma sua assistenza nelle difficoltà loro e degli uomini, e chiede loro solo di credere.
Nel suo nome scacceranno i demoni, riceveranno i doni dello Spirito Santo e guariranno i malati imponendo su loro le mani.
Queste parole fino a pochi anni fa restavano un poco  nell' ombra, considerandole solo per i sacerdoti, o meglio ancora per i vescovi, ma oggi, con l' avvento dei vari movimenti carismatici, si è andati man mano alla riscoperta dei doni dello Spirito Santo.  Sono di questi giorni le  parole di Papa Francesco che dice che si diventa apostoli per il solo fatto di ricevere il Sacramento del Battesimo, che io oso dire anche un pochino di più in piena sintonia con lui, perché l' importante è avere fede e condurre una vita in base ad essa. 
Quindi seguiamo le parole di Marco, che sono le parole che Gesù gli ha lasciato per  testimoniare la sua fede; per trasmettercela e darci la forza di diventare apostoli pienamente  perché la fede non è solo un vago sentimento, ma anche un impegno pratico a credere in  un contenuto di verità, che il credente deve conoscere sempre meglio, attraverso il Vangelo e non solo leggendolo, ma vivendolo in primis.

martedì 23 aprile 2013

(Gv 12,44-50) Io sono venuto nel mondo come luce.


VANGELO 
(Gv 12,44-50) Io sono venuto nel mondo come luce.
 Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Parola del Signore


LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA 
Vieni o Spirito Santo, luce per la mia anima,  aiutami a capire, a leggere e seguire ogni virgola della parola del Signore Gesù - Dio mio, Signore e maestro della mia vita. 

Gesù cerca di farci capire con parole semplici che è stato mandato da Dio stesso, con lo scopo, non di condannare, ma di illuminare la strada che porta alla salvezza, per non farci rimanere nelle tenebre. 
Quante volte ci fermiamo a ringraziarlo per questo? Ben poche, dando per scontato che tutto questo era un nostro diritto forse?  Anche nelle varie apparizioni sia di Gesù sia della Madonna, tanti sono quelli che si preoccupano di sapere, di parlare, di discutere sui veggenti…. ma qualcuno di noi, si ferma a ringraziare?
Ben pochi, anche in questo diamo tutto per scontato! Il mio non vuole essere un rimprovero, che farei prima di tutti a me stessa, ma una constatazione, e come tale vorrei che la leggessimo insieme. 
Se diamo per scontato che tutto quello che è ed è stato, viene da Dio, ed è per il nostro bene, accettiamo con questo che Dio si riveli attraverso Gesù per amore, e con lo stesso amore Maria cerca di portarci a Gesù. 
Ora sta a noi capire che non si può rimanere indifferenti a tutto questo amore meraviglioso, come si fa a pensare che i comandamenti di Dio siano stati dati per condannare. Se un padre ed una madre ci vedessero bambini giocare con il fuoco e non ci avvertissero che possiamo ustionarci e poi soffrire, o addirittura morire, quel padre e quella madre sarebbero due cattivi genitori, distratti da chissà cosa ed incoscienti.
Se invece ci amano con giudizio, sono attenti ai nostri bisogni e si preoccupano dei pericoli che possiamo incontrare, perché ci educano ad affrontare la nostra vita. Questo amore porta Dio a darci delle regole da seguire per il nostro bene, per non rovinare questo capolavoro che è la nostra vita, il nostro mondo, tutto questo ben di Dio che Lui ci ha donato. Cerchiamo di renderci conto veramente di quanto è grande il suo amore e ricambiamolo con tutto il cuore. Grazie Signore di amarci così!

lunedì 22 aprile 2013

(Gv 10,22-30) Io e il Padre siamo una cosa sola.


VANGELO
 (Gv 10,22-30) Io e il Padre siamo una cosa sola.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’ incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Parola del Signore

(Gv 10,22-30) Io e il Padre siamo una cosa sola.



LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vienio Spirito Santo, assistimi, concedimi di comprendere, e di saper discernere la tua verità dalla mia mentalità terrena, fa che io sappia leggere solo le tue parole che scrivi nel mio cuore. Amen.

Nasce la prima chiesa dei “cristiani” ad Antiochia, in terra straniera, e invece nella sua terra Gesù non era riconosciuto. Perché? Forse perché non basta essere vicini a Gesù, ascoltarlo, bisogna credere in lui, riconoscerlo come mandato dal Padre e quindi accettare di farsi guidare da lui, proprio come pecore docili che seguono il buon pastore. Quante volte ci avviciniamo a Gesù per stare con lui? Per seguirlo? E quante volte invece cerchiamo solo di farci belli alla sua ombra… di dire io sono una brava persona perché credo, perché vado in Chiesa, perché faccio parte di questa o quella comunità…  e questo non fa di noi dei buoni cristiani, o almeno non solo questo.
Come riconosciamo che Gesù si distingue dagli altri pastori perché ha parole di verità e di vita eterna, noi dobbiamo distinguerci per come viviamo la nostra fede. Penso sempre a San (Padre) Pio, che dicevano, si confessasse tutti i giorni, e che si dichiarava umilmente peccatore, e poi vedo noi credenti, tutti presi ad evangelizzare gli altri (io per prima) tutti ad insegnare e troppo spesso ad apparire migliori di quello che siamo. E’ così bello amici, quando la sera, facendo un esame di coscienza in modo serio,chiediamo perdono di tutto quello che avremmo potuto fare meglio, di quello che abbiamo sbagliato, magari per distrazione, non per cattiveria, e ci sentiamo poi in pace con Dio, come quando dopo aver fatto involontariamente uno sgarbo ad un’amica, chiediamo scusa e facciamo pace, vincendo sulle incomprensioni e sullo stupido orgoglio. A me succede spesso, perché non sono perfetta, e sono felice di saperlo, perché almeno ho qualcosa di serio su cui lavorare, per essere migliore e per rendere grazie al Signore di tutte le grazie che Lui mi ha concesso.

domenica 21 aprile 2013

(Gv 10,1-10) Io sono la porta delle pecore.


VANGELO
 (Gv 10,1-10) Io sono la porta delle pecore.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Parola del Signore






LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni O Spirito Santo, perché siamo stati battezzati nel nome di Cristo Gesù. Vieni fuoco d’amore e guida la nostra vita attraverso la porta che ci condurrà direttamente nella casa del Padre, perché noi seguiremo il pastore buono che ci ha inviato.

L’immagine che oggi ci si presenta è quella del pastore attraverso il quale si può entrare in Paradiso. 
Molti sono quelli che vogliono guidare la nostra vita, ci danno ” consigli ” pronti ad emarginarci se non facciamo parte della maggioranza, se non ci allineiamo.A Gesù non importa nulla di quelle che sono le nostre origini, ci conosce, sa che siamo nati dalle varie etnie e famiglie del mondo, sa che siamo umani, e solo umani, ed è per questo che si è fatto uomo, per essere come noi e mettersi al nostro livello, per dimostrare che anche se Lui è nato giudeo, la salvezza di cui è venuto a farci partecipi è per tutti quelli che crederanno in lui ed ascolteranno la sua parola. Capiamoci bene, ascoltare la sua parola significa anche metterla in pratica, farla diventare parte integrante della nostra vita, non certo ascoltare e poi fare tutto il contrario. Seguiamo docilmente il pastore buono, perché solo andando dietro a lui, impareremo la docilità, l’ umiltà, la forza di arrivare fino in fondo nel nostro cammino, fino alla porta del regno di Dio, seguendo quello che è stato prima di noi agnello immolato per amore nostro, tanto da essere l’unico degno di essere il conduttore di tutti noi al Padre.

sabato 20 aprile 2013

(Gv 10,27-30) Alle mie pecore io do la vita eterna.


VANGELO 
(Gv 10,27-30) Alle mie pecore io do la vita eterna.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

Parola del Signore



LA MIA RIFLESSIONE
 PREGHIERA
 Ti prego Gesù di stendere su di me la tua mano santa e di imporre lo Spirito di sapienza che mi darà la possibilità di capire tutto quello che Tu vuoi che io capisca, e di vivere in coerenza con la tua parola. 

Spesso quando leggiamo l’ apocalisse, abbiamo un senso di smarrimento per le cose che troviamo che parlano della lotta tra il bene ed il male, ma nelle righe di oggi leggiamo solo amore, quell’ amore che ha riunito i figli col Padre e che attraverso la profezia dell’ apostolo che Gesù amava, Dio permette anche a noi di conoscere. Possiamo legare la lettura al vangelo, perché in ambedue si parla di Gesù come dell’ agnello che è messo sul trono da Dio e che sarà il pastore per tutti noi.  E’ lui che per primo ha accettato di essere sacrificato, di donare la sua vita, con una rassegnazione che è tipica di questo animale, che va incontro alla morte senza neanche un lamento, con docile accettazione. 
Gesù ha accettato di servire fino alla morte il progetto di Dio e per questo sarà ritenuto degno di diventare il pastore di tutti, quello che ci indicherà la via da seguire . 
 Dio ci chiama, ascoltiamo la sua voce prima che sia troppo tardi, seguiamo il buon pastore, e lui ci condurrà a casa.

venerdì 19 aprile 2013

VANGELO (Gv 6,60-69) Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.


VANGELO
 (Gv 6,60-69) Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’ era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Parola del Signore




LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito, e degnami del tuo aiuto, vieni per dare un senso all’ amore di Dio, che si fa parola in Gesù Cristo nostro Signore, verbo incarnato, morto e risorto per noi, e fa che grazie al Tuo immenso aiuto, in noi possa morire l’uomo vecchio, pieno di difetti e attaccato alle cose terrene, e rinascere l’uomo nuovo, più conforme al figlio che Dio vorrebbe veder nascere in noi, che porta in se il seme di Dio.

Gesù è mandato da Dio, ed è Dio, per questo conosce il pensiero dei suoi discepoli, ed anche la sorte che lo attende; sa anche che l’ intelletto dei suoi uomini non riesce ancora a concepire un pensiero basato sulla fede nello Spirito Santo, è come chiedere qualcosa a qualcuno che non è ancora pronto, ne è stato dotato dei mezzi necessari. Eppure Pietro, con tutti i suoi dubbi e le sue indecisioni, capisce che è quella di Cristo la strada da seguire, che non ce ne sono altre … Possiamo insieme con lui dire: - Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna, e noi ti riconosciamo come il Signore della nostra vita, tu sei colui che Dio ci ha mandato per la nostra salvezza, colui le cui orme devono ripercorrere se vogliamo salvarci, se vogliamo che la nostra vita sulla terra abbia un senso e non sia abbandonata all’ effimero piacere che è dettato solo da cose terrene e carnali, che allontana dalla fonte dello Spirito Divino.

giovedì 18 aprile 2013

(Gv 6,52-59) La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

VANGELO 

(Gv 6,52-59) La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Parola del Signore


(Gv 6,52-59) La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. MIRACOLO EUCARISTICO DI LANCIANO


LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ascolta Signore la mia preghiera,fammi conoscere il tuo volere, fa che attraverso il tuo Santo Spirito, io sappia come agire, per essere in perfetta comunione con te.

Gesù continua a parlare con i Giudei, e rincara la dose,
-chi non mangia la mia carne e non beve il mio sangue, non ha in se la vita…
-chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna…
-chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me ed io in lui…
Lo dice in tutti i modi, ma i Giudei si mettono a discutere aspramente tra di loro.
Eppure Gesù era lì, insieme a loro, non potevano mettersi ai suoi piedi e parlare con Lui, chiedere a Lui stesso di fargli capire quello che non riuscivano interpretare? Perché stavano lì a discutere tra di loro? Perché non volevano capire, ma solo contestare e rifiutare.
Quante volte non capiamo i progetti di Dio su di noi, ed ecco che subito ci mettiamo a dire tutto quello che non va, perché proprio a noi, che cosa abbiamo fatto di male, e parliamo… continuiamo a discutere, ma non ci mettiamo ai suoi piedi per parlare con Lui.
Io non so Signore cosa vuoi da me, aiutami a capire, manda su di me il tuo Spirito e fammi trascinare dove tu vuoi che vada, fammi capire la tua parola, quella che oggi tu hai per me. Io sono qui, voglio fare un unico corpo conte, voglio amarti come tu mi ami, voglio sentirti carne della mia carne ed essere così unita a te da sentirmi al sicuro tra le tue braccia, dal sentire che sei tu che vivi la mia vita, perché solo a te io la voglio affidare. Tu unica via che porta al Padre nostro che è nei cieli dammi la tua mano,ed io ti seguirò?
Una piccola nota:per chi non conosce nulla sui miracoli Eucaristici,ne ho scelto uno che è senz'altro un segno per i dubbiosi. http://www.miracoloeucaristico.eu/



mercoledì 17 aprile 2013

SANTO ROSARIO IN ONORE DI SAN GIUSEPPE


SANTO ROSARIO IN ONORE DI SAN GIUSEPPE






Ecco come avvenne la na­scita di Gesù Cristo: sua madre Maria essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insie­me si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, deci­se di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei vie­ne dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chia­merai Gesù: egli infatti salve­rà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo avvenne per­ché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partori­rà un figlio che sarà chiama­to Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.
San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia divina, e soccorrici nell'ora della nostra morte. Amen.
  






SECONDO MISTERO:
Si contempla S. Giuseppe LO SPOSO VERGINALE di Maria SS. (Lc 1,34-38.)
Allora Maria disse all'ange­lo: "Come è possibile? Non conosco uomo” Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te sten­derà la sua ombra la poten­za dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua paren­te, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Ma­ria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l'angelo partì da lei.
Riflessione: Il matrimonio, tra Battezzati, può essere vis­suto cristianamente, degnamente in due sole maniere, sempre, evidentemente, di comune accordo degli sposi (la comunione degli spiriti è necessaria assolutamente negli sposi): può essere vis­suto responsabilmente aper­te alla procreazione o vergi­nalmente, per una speciale missione per il Regno di Dio. Gli sposi cristiani, secondo S. Paolo, 1 Cor. 7,29, non do­vrebbero più considerarsi di questo mondo.


San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia divina, e soccorrici nell'ora della nostra morte. Amen.
  







TERZO MISTERO:
Si contempla S. Giuseppe IL FIDENTE PROFUGO nella terra di Egitto (Mt 2,13-15.) Fuga in Egitto e strage de­gli innocenti.
Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signo­re apparve in sogno a Giu­seppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avver­tirò, perché Erode sta cer­cando il bambino per uc­ciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua ma­dre nella notte e fuggì in Egit­to, dove rimase fino alla mor­te di Erode, perché si adem­pisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: dall'Egitto ho chia­mato il mio figlio.
Riflessione: Per difendere i propri figli nella loro vita materiale, non solo, ma soprattutto nella lo­ro vita morale e spirituale, i genitori cristiani debbono af­frontare ogni sacrificio. Troppi "erodi" circolano, oggi, nel mondo con sommo pericolo, soprattutto, per i piccoli. 



San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia divina, e soccorrici nell'ora della nostra morte. Amen.
  





QUARTO MISTERO:
Si contempla S. Giuseppe IL SAGGIO CAPO della Santa Famiglia di Nazareth (Mt 13,53-55a; Mc 6,1-3a; Lc 2.51-52.)
Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il saba­to, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascol­tandolo rimanevano stupiti e dicevano: «Donde gli vengo­no queste cose? E che sa­pienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodi­gi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di loses, di Giuda e di Simeone? E le sue sorel­le non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui. Partì dunque con loro e tor­nò a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre ser­bava tutte queste cose nel suo amore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia da­vanti a Dio e agli uomini.
Riflessione: Una famiglia si regge sulla saggezza del ca­po: quando c'è dialogo per illuminarsi a vicenda, e quan­do c'è preghiera comune per essere illuminati dall'alto. 

San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia divina, e soccorrici nell'ora della nostra morte. Amen.
  





QUINTO MISTERO:
Si contempla S. Giuseppe IL FEDELE OSSERVANTE delle feste religiose. (Lc 2,41-43.)
"I suoi genitori si recava­no tutti gli anni a Gerusalemme per la festa della Pa­squa. Quando ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo se­condo l'usanza; ma trascor­si i giorni della festa, men­tre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù ri­mase a Gerusalemme, sen­za che i genitori se ne accorgessero.
Riflessione: Dunque anche la religione va vissuta "insie­me" in famiglia. I genitori non debbono dire ai figli: "Và a messa... va in chiesa... và a confessarti. ..dì le preghiere! (quando i genitori compiono ancora questo dovere di ri­chiamare i figli). I genitori debbono invece dire ai figli: 'Andiamo a Messa... 'Andia­mo a confessarci... diciamo insieme le preghiere". La vi­ta familiare è una vita d'insie­me, è qualche cosa di forte­mente sentito e vissuto co­munitariamente. 



San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, custodisci le nostre famiglie nella pace e nella grazia divina, e soccorrici nell'ora della nostra morte. Amen.
  





LITANIE

Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, pietà Cristo, pietà
Signore, pietà Signore, pietà
Cristo, ascoltaci Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici Cristo, eSaudiscici
Padre celeste, Dio pietà di noi
Figlio redentore del mondo, Dio pietà di noi
Spirito Santo, Dio pietà di noi
Santa Trinità, unico Dio pietà di noi
Santa Maria prega per noi
S.Giuseppe prega per noi
Inclita prole di Davide prega per noi
Luce dei Patriarchi prega per noi
Sposo della Madre di Dio prega per noi
Custode purissimo della Vergine prega per noi
Tu che nutristi il Figlio di Dio prega per noi
Solerte difensore di Cristo prega per noi
Capo dell'Alma Famiglia prega per noi
O Giuseppe giustissimo prega per noi
O Giuseppe castissimo prega per noi
O Giuseppe prudentissimo prega per noi
O Giuseppe obbedientissimo prega per noi
O Giuseppe fedelissimo prega per noi
Specchio di pazienza prega per noi
Amante della povertà prega per noi
Esempio agli operai prega per noi
Decoro della vita domestica prega per noi
Custode dei vergini prega per noi
Sostegno delle famiglie prega per noi
Conforto dei sofferenti prega per noi
Speranza degli infermi prega per noi
Patrono dei moribondi prega per noi
Terrore dei demoni prega per noi
Protettore della S.Chiesa prega per noi
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo perdonaci, o Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, esaudiscici, o Signore Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi
Alla fine delle litanie preghiamo per il Papa: Il Signore Lo conservi, Gli doni vigore, Lo renda felice sulla terra e Lo preservi da ogni male. Amen.