sabato 17 novembre 2012

5 IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE di LORENZO SCUPOLI


CAPITOLO IV
Come possa conoscersi se l'uomo opera con la diffidenza di sé e con la confidenza in Dio
Alle volte pare assai al servo presuntuoso d'aver ottenuto la diffidenza di sé e la confidenza in
Dio, ma non sarà così. E di ciò ti darà chiarezza l'effetto che produrrà in te la caduta.
Se tu dunque, quando cadi, t'inquieti, ti rattristi e ti senti chiamare a un certo che di disperazione
di poter andare più innanzi e di far bene, è segno certo che tu confidavi in te e non in Dio. E se
molta sarà la tristezza e la disperazione, molto tu confidavi in te e poco in Dio: infatti colui che
in gran parte diffida di se stesso e confida in Dio, quando cade non si meraviglia, non si rattrista
né si rammarica conoscendo che ciò gli capita per sua debolezza e poca confidenza in Dio. Anzi
più diffida di sé, assai più umilmente confida in Dio; e avendo in odio sopra ogni cosa il difetto e
le passioni disordinate, causa della caduta, con un dolore grande, quieto e pacifico per l'offesa di
Dio, segue poi l'impresa e perseguita i suoi  nemici fino alla morte con maggior animo e
risoluzione.
Queste cose vorrei che fossero ben considerate da certe persone che si dicono spirituali. Quando
esse sono incorse in qualche difetto, non possono né vogliono darsi pace; e alle volte, più per
liberarsi dall'ansietà e dall'inquietudine dovute all'amor proprio che per altro, non vedono l'ora di
andare a trovare il padre spirituale, dal quale dovrebbero andare principalmente per lavarsi dalla
macchia del peccato e prendere forza contro di esso con il santissimo sacramento dell'eucaristia.

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