sabato 17 novembre 2012

4 IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE di LORENZO SCUPOLI


CAPITOLO III
La confidenza in Dio
Benché in questa battaglia, come abbiamo detto, sia tanto necessaria la diffidenza di sé, tuttavia,
se l'avremo sola, o ci daremo alla fuga o resteremo vinti e superati dai nemici; e perciò oltre a
questa ti occorre ancora la totale confidenza in Dio, da lui solo sperando e aspettando qualunque
bene, aiuto e vittoria. Perché siccome da noi, che siamo niente, non ci è lecito prometterci altro
che cadute, onde dobbiamo diffidare del tutto di noi medesimi, così grazie a nostro Signore
conseguiremo sicuramente ogni gran vittoria purché, per ottenere il suo aiuto, armiamo il nostro
cuore di una viva confidenza in lui. E questa parimenti in quattro modi si può conseguire.
Primo: col domandarla a Dio.
Secondo: col considerare e vedere con l'occhio della fede l'onnipotenza e la sapienza infinita di
Dio, al quale niente è impossibile (cfr. Lc 1,37) né difficile; e che essendo la sua bontà senza
misura, con indicibile amore sta pronto e preparato a dare di ora in ora e di momento in momento
tutto quello che ci occorre per la vita spirituale e la totale vittoria su noi stessi, se ci gettiamo con
confidenza nelle sue braccia. E come sarà possibile che il nostro Pastore divino, il quale trentatré
anni ha corso dietro alla pecorella smarrita con grida tanto forti da diventarne rauco e per via
tanto faticosa e spinosa da spargervi tutto il sangue e lasciarvi la vita, ora che questa pecorella va
dietro a lui con l'obbedienza ai suoi comandamenti oppure con il desiderio benché alle volte
fiacco di obbedirgli, chiamandolo e pregandolo, come sarà possibile che egli non volga ad essa
quei suoi occhi vivificanti, non l'oda e non se la metta sulle divine spalle facendone festa con
tutti i suoi vicini e con gli angeli del cielo? Che se nostro Signore non lascia di cercare con
grande diligenza e amore e di trovare nella dramma evangelica il cieco e muto peccatore, come
sarà possibile che abbandoni colui che come smarrita pecorella grida e chiama a suo Pastore? E
chi crederà mai che Dio, il quale batte di continuo al cuore dell'uomo per il desiderio di entrarvi e
cenarvi comunicandogli i suoi doni, faccia egli davvero il sordo e non vi voglia entrare qualora
l'uomo apra il cuore e lo inviti (cfr. Ap 3,20)? Il terzo modo per acquistare questa santa
confidenza è il ricorrere con la memoria alla verità della sacra Scrittura, la quale in tanti luoghi ci
mostra chiaramente che non restò mai confuso colui che confidò in Dio.
Il quarto modo, che servirà per conseguire insieme la diffidenza di te stessa e la confidenza in
Dio, è questo: quando ti capita qualcosa da fare e di intraprendere qualche battaglia e vincere te
stessa, prima che ti proponga o ti  risolva di volerla fare rivolgiti  con il pensiero alla tua
debolezza e, diffidando completamente, volgiti poi alla potenza, alla sapienza e alla bontà divina.
E in queste confidando, delibera di operare e di  combattere generosamente; ma come nel suo
luogo dirò, combatti e opera poi con queste armi in pugno e con l'orazione. E se non osserverai
quest'ordine, anche se ti parrà di fare ogni cosa nella confidenza in Dio, ti troverai in gran parte
ingannata: infatti è tanto sottile e tanto propria  all'uomo la presunzione di se medesimo, che
subdolamente quasi sempre vive  nella diffidenza che ci pare di avere di noi stessi e nella
confidenza che stimiamo di avere in Dio.
Perché tu fugga quanto più sia possibile la presunzione e operi con la diffidenza di te stessa e con
la confidenza in Dio, fa in maniera che la  considerazione della  tua debolezza preceda la
considerazione dell'onnipotenza di Dio e ambedue precedano le nostre opere.

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