giovedì 2 dicembre 2010

AMAMI COME SEI - Parole di Gesù all'Anima (di Mons. Lebrun)

AMAMI COME SEI - Parole di Gesù all'Anima
(di Mons. Lebrun)
"Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo; so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: Dammi il tuo cuore, amami come sei... Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'amore, non amerai mai.
Anche se sei vile nella pratica del dovere e della virtù, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non ricommettere più, non ti permetto di non amarmi. Amami come sei. In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o nella infedeltà, amami... come sei...
Voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai. Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore? Non sono io l'Onnipotente? E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio amore? Figlio mio, lascia che io Ti ami, voglio il tuo cuore.
Certo voglio col tempo trasformarti, ma per ora ti amo come sei... e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore di poveri e dei miserabili; voglio che dai cenci salga continuamente un gran grido: "Gesù ti amo". Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno ne' della tua scienza, ne' del tuo talento.
Una cosa sola m'importa, di vederti lavorare con amore. Non sono le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così debole che alimenterebbero il tuo amor proprio; non ti preoccupare di questo. Avrei potuto destinarti a grandi cose; no, sarai il servo inutile; ti prenderò persino il poco che hai... perché ti ho creato soltanto per l'amore.

Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, io il Re dei Re! Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allargare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, moriresti di dolore. Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe di vederti dubitare di me e mancare di fiducia. Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l'azione più insignificante solo per amore.
Conto su di te per darmi gioia... Non ti preoccupare di non possedere virtù; ti darò le mie. Quando dovrai soffrire ti darò la forza. Mi hai dato l'amore, ti darò di saper amare al di là di quanto puoi sognare... Ma ricordati... amami come sei... Ti ho dato mia Madre; fa passare, fa passare tutto dal suo Cuore così puro.

Qualunque cosa accada, non aspettare di essere santo per abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai... Va..." 

(Gesù guarisce due ciechi che credono in lui)



  • (Gesù guarisce due ciechi che credono in lui) Venerdi 3 Dicembre 2010 San Francesco Saverio



    VANGELO (Mt 9,27-31)

    Gesù guarisce due ciechi che credono in lui.

    + Dal Vangelo secondo Matteo



    In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».

    Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».

    Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.

    Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione.



    Parola del Signore


    LA MIA RIFLESSIONE

    PREGHIERA

    Vieni o Spirito Santo, trova il posto che è Tuo di diritto nel mio cuore e nella mente; fa che tutto di me viva di Te, perché la fede che il Signore mi ha donato, possa essere luce riflessa e lampada per i momenti di buio dei nostri piccoli cuori infedeli ed umani.



    Gesù sì allontanava….Questa frase mi colpisce, perché Gesù non si allontana, ma certo noi spesso lo facciamo ed ecco che appena lontani, diventiamo come ciechi.

    Se viviamo fuori della visione del Cristianesimo, quindi limitandoci a vivere da uomini, tutto è ammesso, tutto è normale, anche il male che fa parte della nostra vita ha una sua ragione d’essere, perché l’unico scopo dell’essere umano è il raggiungimento del proprio benessere, anche a scapito degli altri; è questo che gli uomini cercano, con tutti i mezzi, leciti e non.

    La vita senza Cristo è veramente di un’aridità incredibile, quasi come se tutto dovesse essere vissuto velocemente e per forza, come se un istinto incontrollabile prenda possesso del nostro io e lo costringa a vivere incurante delle conseguenze dei propri gesti.

    In un mondo così non c’è spazio per nessun altro che non sia il nostro io, ma ci circondiamo di falsi amici e di cattivi maestri per non rendercene conto.

    In questi giorni si discute in televisione d’eutanasia e d’accanimento terapeutico, molti sono quelli che, essendo lontani dall’amore, non accettano l’idea che doversi occupare di corpi martoriati ed inermi, definendoli soltanto dei vegetali, e prego Dio che queste persone non siano costrette mai a stare dall’altra parte, non siano costrette a capire che essere favorevoli all’eutanasia equivale a chiudere il corpo di una persona viva dentro ad una bara e a sotterrarla.

    Forte come immagine, lo so, ma visto che oggi si sta imponendo silenziosamente il concetto d’eutanasia, dovete concedermelo, anzi, concedercelo, perché voglio parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo.

    Quando a ferragosto hanno ricoverato mia nipote Chicca per embolia celebrale, ci hanno chiesto di firmare un foglio per intervenire attaccandola alle macchine per mantenerla in vita, se ce ne fosse stato bisogno….Ma non dovrebbe essere sempre così? Non dovrebbe essere un nostro diritto essere aiutati a vivere in un ospedale? Silenziosamente hanno cambiato le regole ed ora dobbiamo chiedere di essere mantenuti in vita, solo perché siamo un costo aggiuntivo alle casse della previdenza sociale.Centinaia di famiglie sono abbandonate a se stesse nella triste esigenza di provvedere ad un parente invalido, ma lontani da Gesù, quelle famiglie non c’interessano, quelle persone non sono esseri umani, e questo che lo vogliamo o no, avviene anche per colpa nostra.

    Siamo Cristiani tiepidi, non ci sentiamo membra dello stesso corpo, non vogliamo vedere il dolore degli altri, ma solo le nostre privazioni, le nostre frustrazioni, facendoci accecare dall’egoismo.

    Gesù ci prende per mano e ci guida oltre tutto questo, ascoltiamolo, facciamoci aprire gli occhi dall’Amore assoluto, e viviamo alla luce della sua parola, perché solo con Gesù possiamo vivere una vita degna di essere chiamata tale.

    Gesù non ci permette di arrenderci davanti alla croce, ma ci aiuta a portarla; non ci fa schiacciare dall’egoismo e dalla cattiveria; non permette alla parte peggiore di noi di prevalere su quella buona, non ci fa vivere come bestie ascoltando solo i nostri istinti; Gesù ci dona la vista!










mercoledì 1 dicembre 2010

(Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.) Giovedi 2 Dicembre 2010 I settimana di Avvento

(Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.)
VANGELO (Mt 7,21.24-27)
Chi fa la volontà del Padre mio, entrerà nel regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

Parola del Signore
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Signore mio, aiutami con il tuo Santo Spirito a leggere la Tua parola e a viverla nel mondo d’oggi, come Gesù duemila anni fa, voglio vivere solo con Te e di Te. Ascoltami e Così sia.

Gesù ci mette in guardia da una cosa molto importante, non basta l’apparenza per entrare nel regno di Dio.
Per vivere in pieno la fede, infatti, perché sia salda e non cada alle prime intemperie, bisogna capire e vivere la parola di Dio. E’ inutile pronunciare con la bocca per esempio, una preghiera per i poveri, se poi quando ci passano accanto ci giriamo dall’altra parte schifati, non serve far vedere quanto si è bravi cristiani, ma occorre essere bravi cristiani, perché altrimenti alla prima tentazione forte, crolliamo.
La fede che Gesù c’invita ad avere è fondata sulle solide basi dell’amore che ci lega a Dio, ed è una cosa bellissima confidare, affidarsi, condividere la propria vita con Lui.
Troppo spesso noi preferiamo affidarci agli uomini, al politico potente, al personaggio pubblico e mettiamo Dio sul comodino, come un abat jour da accendere nel momento del bisogno.
Questo è quanto di più sbagliato possiamo fare perché Gesù è la luce che deve illuminare i nostri passi, la sua parola la via da seguire; il nostro cuore deve spogliarsi delle cose del mondo e appartenere totalmente a Dio.
Non è facile la via che il Signore c’indica, ma dobbiamo continuare a provare la via della perfezione, dobbiamo seguire la parola di Dio, perché quello che è scritto nelle sacre scritture, solo se praticato, renderà salda la nostra fede.
Oggi leggiamo nella preghiera di colletta: ridesta la tua potenza, Signore e con grande forza soccorri i Tuoi fedeli; la Tua grazia vinca le resistenze del peccato e affretti il momento della salvezza.
Non dobbiamo pensare di essere da soli, di dover fare cose impossibili, ma solo di chiedere al Signore la forza e la grazia necessarie per vivere cercando il più possibile di capire che l’amore che Dio ha riposto in noi, che il fatto di essere un solo corpo con Cristo, ci saprà condurre sempre sulla strada giusta.
Vivere il mondo e la nostra stessa vita, comunicando al Signore, la nostra accettazione di Figli Suoi, consapevoli di essere stati creati per amare quello che Lui ha creato per noi e per amarci l’uno con l’altro.

Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani. Mercoledi 1 Dicembre 2010 I settimana di Avvento

Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.

VANGELO (Mt 15,29-37)

Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.

+ Dal Vangelo secondo Matteo



In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.

Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».

Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.

Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.



Parola del Signore

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LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA

O Santo Spirito di Dio, aiutami, fa che quello che tu vuoi si possa comprendere a chi legge le scritture, e aiutami ad aggiungere le briciole della tua sapienza a chi legge queste righe, perché tutto sia comprensibile anche a noi che siamo gli ultimi dei tuoi servi inutili.Te lo chiedo per Gesù Cristo nostro Signore….grazie. Amen.



Questa pagina del vangelo, nella versione di Luca, l’abbiamo trovata nel giorno del corpus Domini, quindi in uno dei tempi forti della liturgia. E’ un testo che ci fa vedere cosa intende Gesù per “condivisione”, che mette l’accento su alcune piccole cose che potrebbero passare inosservate, ma che invece sono essenziali.

Gesù è con il suo popolo, guarisce coloro che si sono radunati nel suo nome, e si preoccupa della loro stanchezza, del loro dover tornare a casa…non può e non sa essere indifferente ai loro bisogni fisici, mentre i suoi discepoli invece, cercando di prevenire il problema, vorrebbero rimandarli a casa per tempo, (dal vangelo di Luca: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».)

Proprio a loro Gesù chiede di usare tutto quello che avevano, di portarlo davanti a Lui perché lo benedica e di distribuirlo alla folla.Affidare al Signore le nostre povere forze, così come lui affida ai suoi discepoli il suo popolo, uno scambio di fiducia che deve essere reciproco, per essere concreto. Pensiamo che Gesù, pur essendo di natura Divina, non considerò se stesso un tesoro geloso, ma si spogliò divenendo servo per noi uomini, fino all’estremo sacrificio della morte sulla croce.Pensiamo a quelle braccia aperte e abbracciamo il suo corpo, nutriamoci di Lui con tutto il rispetto e la devozione, chiediamo di vincere con Lui il nostro egoismo, portiamo con noi verso quell’ostia i nostri fratelli, gli ammalati, i lontani, i deboli, ma in modo speciale, preghiamo Gesù per quelle mani consacrate che ci stanno offrendo il suo corpo e il suo sangue…amiamo i nostri sacerdoti e la nostra chiesa, preghiamo per loro.

Non è facile vivere la carità,la condivisione, non sentiamoci santi,perché tutti nel nostro piccolo potremmo fare molto di più,ma la paura del domani spesso spezza le ali della carità,l’idea che quello che possiamo fare è inutile,perché non risolve i problemi del mondo,è una molla che scatta e toglie le ali alla speranza.

Gesù c’invita a prendere il poco che abbiamo ed a condividerlo con i fratelli,ci chiede di affidarci a Lui e come provò compassione per la folla e non la lasciò tornare digiuna alla loro vita,così anche noi potremo vivere con lui e di Lui,da ora e per sempre.



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Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Martedi 30 Novembre 2010 SANT'ANDREA

Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.

VANGELO (Mt 4,18-22)

Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

Parola del Signore

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LA MIA RIFLESSIONE

PREGHIERA



Spirito di discernimento, aiutami a capire, spiegare, ed assimilare la parola di Dio fin nelle più profonde pieghe del mio cuore, perché il conoscere la parola sia anche riuscire a viverla intensamente.Te lo chiedo per l'amore misericordioso di Dio Padre, che tanto ci ama



In questa pagina del vangelo si parla di Pietro ed Andrea, due fratelli chiamati da Gesù ad evangelizzare, a seguirlo e portare la lieta novella alle genti...due fratelli che hanno


continuato l'opera di Gesù in due diversi posti; uno a Roma (Pietro) e l'altro a Costantinopoli (Andrea).Due chiese che ancora oggi sono divise, e non è la sola divisione tra i cristiani, tutti salgono sulla torre di babele della divisione, e nessuno cerca di andare incontro all'altro...eppure vogliamo tutti seguire Gesù, perché non proviamo ad essere più umili e a cercare di aiutarci a vicenda invece di continuare a trattare gli altri come dei nemici?


Un aspetto che mi piace rilevare è come la chiamata del Signore possa arrivare quando meno te lo aspetti, quando magari sei preso da altre faccende, quando pensi di avere già una tua realizzazione nella vita, ed ecco che ti accorgi che Gesù ti sconvolge, ti fa lasciare tutte quelle cose che pensavi ti dessero sicurezza, e ti fa partire per un'avventura senza programmi, senza schemi....ti farò pescatore d’uomini dice ad Andrea e a Pietro e loro lo seguono senza aver minimamente idea di cosa potesse voler dire pescare uomini, se non una semplice analogia con il loro lavoro di pescatori di pesci e mentre cercavano ancora di capire, erano pescati e catturati da quest'uomo singolare che li trascinava fuori dalla loro vita. I pesci vivono nel mare e trarli fuori significa farli morire, ma morire a se stessi per vivere nel Signore, vuol dire nascere a vita nuova, vuol dire avere il coraggio di fare cose che da soli non potremmo né oseremmo mai fare, vuol dire spingerci a gettare le nostre reti là dove non penseremmo mai di farlo, vuol dire fidarsi di Gesù, ancora più di se stessi.




Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli.Lunedi 29 Novembre 2010 I settimana di Avvento





  • Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli.
    VANGELO (Mt 8,5-11)

    Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli.

    Dal Vangelo secondo Matteo

    In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».

    Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

    Parola del Signore

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    LA MIA RIFLESSIONE



    PREGHIERA

    VIENI SPIRITO DI DIO Donaci una fede forte e autentica in GESù e guarisci tutte le nostre ferite. allontana da noi ogni dubbio, paura e indecisione, Mostraci le nostre vocazioni e rendici disponibili e generosi nel realizzarle. Apri i nostri occhi alla comprensione della tua parola e donaci la luce per capire quello che Tu vuoi che noi capiamo.A te ci affidiamo con fede,come il centurione si affidò a Gesù



    Spesso quando ci poniamo davanti al Signore,il nostro atteggiamento è incerto,dubbioso,e non assomiglia per niente a quello del centurione di questo brano narrato da Matteo,anzi,sembra quasi che siamo noi gli esseri superiori che si abbassano al livello di un Dio che troppo spesso mettiamo in discussione,nel quale non crediamo veramente…perché non ci accontenta subito,perché alla minima difficoltà lo mettiamo sotto accusa.

    Non sento altro intorno a me che frasi del tipo:Dio non mi ascolta-Se Dio esiste perché…..-Proprio a me doveva mandare…-Ringrazio Dio di darmi la forza di non esplodere,di non arrabbiarmi,perché capisco il dolore di chi soffre,ma certe volte,quando “sento”in tutto questo la provocazione,la stupidità di chi si sente superiore con la sua non fede,mi viene voglia di invitarli a fare un bagno nell’acqua santa,per liberarsi veramente dalla lebbra che hanno nell’anima.

    E' abbastanza frequente che si abbia di Dio un'immagine che non corrisponde alla realtà,anche gli ebrei parlano infatti di un Dio severo,geloso,che non perdona e quindi molto simile a loro caratterialmente. Ma il centurione sente parlare di Gesù,che sembra veramente un ebreo diverso dagli altri,uno che non solo compie dei miracoli,delle guarigioni,ma che non disdegna di fermarsi per parlare ed accontentare anche gli ultimi,e i lontani ,quelli che per la fede ebraica erano tagliati fuori ed allora si fa coraggio e chiede ad alcuni anziani di chiedere per lui a Gesù di salvare il suo servo che stava molto male. L'uomo era stato caritatevole verso il suo servo,e con molta umiltà,quando Gesù stava andando da lui,gli dice che così come non si era ritenuto degno di chiedere lui stesso questa grazia,non si riteneva degno di ospitarlo in casa sua,ma che era sicuro che con una sua parola,il suo servo sarebbe guarito. Una fede così non poteva non colpire Gesù,che non aveva certo preconcetti ,anche se aveva detto inizialmente di essere venuto solo per il popolo ebraico,ma da subito,non aveva rifiutato grazie a nessuno.


    Quest'uomo era un comandante dell'esercito romano,quindi un pagano,che mai e poi mai si sarebbe sognato di avvicinarsi a Dio nel tempio degli ebrei,proprio perchè questi tenevano la gente a distanza,considerando Dio una loro proprietà,un loro diritto. Lui ,che sa di non essere tra quelli che seguono Gesù,perché è preso dalla sua vita di soldato,dal considerarsi uno che ha potere,perché è comandante delle sue guardie,si rende conto,che tutto il potere terreno di cui dispone,non gli serve a nulla …e se ne accorge quando capisce di amare il suo servo e che vederlo soffrire lo fa star male a sua volta..E’ in quel momento che il suo cuore si apre e cerca l’aiuto di questo uomo buono di cui tutti parlano e non si aspettava che Gesù lo ascoltasse e subito intervenirsse.


    Allora si sente indegno di tanta grazia,di tanta accortezza,perché la sua casa non è degna di riceverlo,poi si rende conto che Gesù è veramente lì davanti a lui e sta accogliendo la sua preghiera.Non conosceva Gesù quel soldato,ma era disposto a credere,ad aprire il cuore,molto più di tanti figli di Israele che restavano duri di cuore e non volevano credere in Lui e per questo il Signore a loro aprirà le porte della nuova Gerusalemme .





  • (Vegliate, per essere pronti al suo arrivo)Domenica 28 Novembre2010 I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO A)

    (Vegliate, per essere pronti al suo arrivo)
    • VANGELO (Mt 24,37-44)

      Vegliate, per essere pronti al suo arrivo.

      Dal Vangelo secondo Matteo

      In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

      Parola del Signore

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      LA MIA RIFLESSIONE

      PREGHIERA



      Vieni o Santo Spirito e illumina il mio cure e la mia mente.Fa che oggi parola del Signore mi diventi chiara alla luce della tua sapienza,per Cristo nostro Signore. Amen.



      Il brano che oggi Matteo ci propone,è molto simile a quello che Luca ci propose il 12 novembre infatti i due vangeli di Luca e Matteo,insieme a quello di Marco vengono detti sinottici,ossia simili.

      Vengono chiamati così perché se si mette il testo dei tre vangeli su tre colonne parallele, in uno sguardo d'insieme (sinossi) si notano facilmente molte somiglianze nella narrazione, nella disposizione degli episodi evangelici, a volte anche nei singoli brani, con frasi uguali o con leggere differenze.

      Gesù dice non ci è dato di sapere come e quando Lui tornerà,ma che dobbiamo prepararci a quel giorno ,perchè sarà il giorno in cui saremo giudicati,in base a come avremo vissuto.

      Uno sarà preso e uno lasciato...in base a quale criterio non possiamo saperlo,vediamo che nel mondo muoiono uomini buoni e cattivi,vecchi e giovani,uomini e donne,e questo,per quanto umanamente ci possa mettere in aprrensione,ci deve far capire che il disegno del Padre per tutti noi figli,non è limitato come il nostro piccolo mondo,agli affetti più vicini,ma all'intera umanità.

      Per allargare i nostri orizzonti quindi viviamo come figli di Dio nel mondo,considerando la terra come una casa terrena messa a nostra disposizione e la nostra vita come un'opportunità per entrare a pieno diritto nella vota eterna offerta dal Padre.

      Viviamo cercando di uscire dal nostro concetto di umanità,che è sempre ,purtroppo,molto limitato a quello che conosciamo,e cerchiamo di affidare tutto il nostro essere al Signore.Questo non significa non vivere,non farsi una famiglia,non lavorare ecc,ma farlo tenendo presente che siamo inseriti in un progetto più grande d'amore,e che per comprenderlo dobbiamo cominciare a viverlo già da qui.Parafrasando,cerchiamo di entrare nell'arca dell'alleanza per essere salvati.

    Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere.Sabato 27 Novembre 2010XXXIV settimana del T.O.

    Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere.
    VANGELO




    Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

    «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.

    Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

    Parola del Signore

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    LA MIA RIFLESSIONE

    PREGHIERA

    

    Vieni Signore Gesù,restami accanto,perchè come Tu sei fedele a me,io lo sia a Te nell'ora della prova.

    

    Gesù ci torna a chiedere di vegliare e di pregare.Le prove che si succedono nel mondo sembrano sempre annunciare la fine dei tempi,ma ormai abbiamo capito che ognuno di noi ha solo il tempo della sua vita per prepararsi all'incontro con il Signorecome leggiamo nell'ultima frase...comparire davanti al figlio dell'uomo.

    Cosa vogliamo fare della nostra vita?Spenderla in bagordi?Farci trascinare dai vizi?Distruggere il nostro corpo svilendolo e disprezandolo?

    Ma questi non sono i soli pericoli che possiamo incontrare,quello che mette a dura prova la nostra fedeltà al Signore è proprio quella croce che anche a Gesù mise addosso una grande angoscia.

    Stamattina parlando con un'amica che sta affrontando la prova della malattia in famigli,io ,prendendo in prestito le parole di Gesù,ho detto :-prega,fino a consumare il rosario,prega incessantemente per avere non solo la grazia,ma prima di tutto,la forza di affrontare la prova.-

    preghiamo fratelli,lo so che sono ripetitiva,ma senza preghiera,non possiamo fare molta strada,senza preghiera crolleremmo presto,senza preghiera,non cerchiamo il Signore,ma cerchiamo di farcela da soli,e da soli restiamo al palo,non andiamo da nessuna parte,se non tra le braccia del nemico.



    (Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.)Venerdi 26 Novembre 2010XXXIV settimana t.o.

     
    (Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.)
    VANGELO (Lc 21,29-33)

    Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.

    Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

    Parola del Signore

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    LA MIA RIFLESSIONE

    PREGHIERA





    O Spirito Santo,che distingui il vero dal falso,aiutami a riconoscerlo.Aiutami a riconoscere gli insegnamenti che mi vuoi dare,non per i miei meriti,ma per Cristo,nostro Signore.Amen



    Nella fede che Dio ci chiede non ci deve essere disperazione,per questo ci fa notare la pianta del fico che germoglia,ma vuole l’attenzione,la perseveranza,l’accortezza e la ricerca della verità,per essere sempre pronti al giudizio divino,se Gesù ci dice che le sue parole non passeranno,è chiaro che ci invita a seguire i comandamenti e alla luce del suo vangelo ci insegna anche come seguire correttamente il volere di Dio perché si possano adempiere le sua parole:” Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino”.ed il regno di Dio sia veramente presente nel nostro cuore.




    mercoledì 24 novembre 2010

    Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Giovedì 25 della XXXIV

    Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
    VANGELO


    • Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 21,20-28.

      Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia. Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

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      la mia riflessione

      preghiera



      Vieni o Spirito Santo e non lasciarci mai,uniscici nell'amore di Dio,e insegnaci ad affidarci solo a Te.



      Sembra un annuncio di catastrofe vero?Ma andate oltre amici,quello che leggiamo è quello che è successo e risuccesso nella storia,non vuol dire che siamo alla fine dei tempi,perchè la fine dei tempi nessuno sa quando verrà e come ho spesso ripetuto ,non è importante,perchè per ognuno di noi,la fine dei tempi è la fine della nostra vita.Abbiamo solo questo di tempo,non ne avremo altri,e quindi via dai nostri occhi scenari di disperazione o paura,e facciamo posto alla visione della vittoria,che si legge chiaramente anche nell'ultima riga e che Gesù spesso ci ripete.Il bene vincerà sul male,perchè la gloria del Signore sarà un giorno visibile a tutti,e lui tornerà in tutta la sua gloria e libererà la terra dal male.

      Allora anche noi saremo liberati dalla morte,apriamo la Bibbia e leggiamo in Eb. 9:27 “ E come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola,dopo di che viene il giudizio,così anche Cristo,dopo essere stato offerto per una volta sola, per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a quelli che l’aspettano per la loro salvezza.” Ho aperto la Bibbia perché solo essa ci dice cosa avviene e non vi è altro luogo all’infuori di essa dove noi possiamo trovare una risposta all’interrogativo “ chi sono, cosa sarò, cosa diventerò, dove andrò ?”.Non sta a noi scegliere l’ora della nostra morte ma è Dio che chiama il giusto e l’ingiusto. Non fa Egli stesso piovere nello stesso tempo sul campo del buono che su quello del malvagio? Raccogliamo quindi il Suo insegnamento “Vegliate, vegliate! Non sapetene il giorno né l’ora.”. Mt.25:13- Beati gli invitati albanchetto delle nozze dell'agnello!

    Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perdutoMercoledi 24 Nov. 2010

    • VANGELO (Lc 21,12-19)
      Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
      + Dal Vangelo secondo Luca

      In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
      «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
      Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
      Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
      Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

      Parola del Signore
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      la mia riflessione
      preghiera
      Vieni o Santo Spirito e assistici,a me che rifletto sulla parola del Signore ed a chi la legge.Fa che la Tua forza,vada a toccare le corde del cuore di ognuno di noi,per Cristo nostro Signore.Grazie amen.

      Sembra incredibile come Gesù ci chieda di seguirlo senza neanche addolcirci la pillola,non ci fa nessuna promessa di gioia e benessere materiali,ma continua a mettere in risalto le difficoltà che si incontrano nel seguirlo.La croce che aspetta Lui,aspetta anche noi, ma non ci lascia soli ad affrontare le difficoltà,sarà con noi in questa lotta e se ci affideremo a Lui ,non ne saremo delusi.
      I segni delle persecuzioni contro il popolo di Dio,ci sono sempre stati,molti sono i martiri che hanno pagato con il loro sangue la loro fede,ma questo non ci deve intimorire,perchè quella che può sembrare una morte terrena ,è solo l'inizio di una nuova vita.A queste parole di Luca,possiamo aggiungere quelle di Marco"appena l’inizio dei dolori di parto!" (Mc 13,8) che pur essendo molto dolorosi per la madre, non sono segno di morte, bensì di vita! Non sono motivo di timore, bensì di speranza!
      Impariamo a fidarci di Dio,più di quanto ci fidiamo dei nostri figli,dei nostri parenti e di ogni altro essere umano, considerando che le persecuzioni sono un'occasione per dimostrare al Signore la nostra fedeltà,infatti Gesù dice:-questo vi darà occasione di render testimonianza.-Pensiamo al povero Giobbe che fu provato fino all'inverosimile ma si mantenne fedele,perchè la persecuzione non va intesa solo come un atto di violenza,ma come un perseverare nella fede anche di fronte alle difficoltà.

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    Non sarà lasciata pietra su pietra. Martedì 23 novembre della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

    • VANGELO (Lc 21,5-11)
      Non sarà lasciata pietra su pietra.
      Dal Vangelo secondo Luca
      In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
      Parola del Signore
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      LA MIA RIFLESSIONE
      PREGHIERA
      Vieni o Spirito del signore a fare nuove tutte le cose vieni e mostraci come interpretare la parola, i segni di cui il Signore ci parla, e più d’ogni altra cosa, insegnaci ad essere pronti per il giorno del giudizio.Fa che non vi preoccupiamo di salvare solo noi stessi, ma che siamo capaci come Gesù di rinunciare a noi stessi, per la salvezza dei fratelli. Grazie, amen.

      In quei tempi, in questi tempi, in ogni tempo, l'uomo cerca di capire e d’essere pronto per quel momento, per quando l'inevitabile fine della nostra vita sulla terra, si compirà.
      Ci preoccupiamo di noi, della nostra famiglia, e già ci sembra d’essere buoni e giusti se arriviamo a temere il giorno del giudizio, se ci preoccupiamo di poter essere graditi a Dio.
      Eppure non era questo che Gesù faceva, non si preoccupava di se stesso, né pregava solo per la sua famiglia, ma voleva e predicava per la salvezza di tutti i suoi fratelli, di tutti i figli di Dio.
      Spesso si sente parlare della croce da portare, ma non si comprende bene il senso di questa croce.La croce è una sofferenza che si deve riuscire a comprendere per sentire l'amore che l' ha fatta accettare a Gesù, per poterlo condividere sul serio, per arrivare a non giudicare chi fa del male, chi è in peccato, perché noi non siamo migliori di nessuno, ma viviamo solo situazioni e tempi diversi.
      E' proprio il nostro attaccamento a quello che è materiale che è sbagliato, ma fa parte del nostro essere terreni, e per uscire da questo dannato equivoco, dobbiamo capire che il tempio non è seguire gli uomini, ma seguire Cristo.
      Gesù ha lasciato che gli strappassero la vita, che lo umiliassero, lo ingiuriassero, per farci capire che neanche il suo corpo di carne doveva essere un freno all'amore che prova per noi, neanche la sofferenza più atroce gli avrebbero impedito di donarci la salvezza.Quindi il tempio che gli uomini debbono venerare è Cristo, che si fa corpo per noi nel tabernacolo, Cristo che diventa Eucaristia, e non il tempio fatto di pietra e oro, perché del tempio non rimarrà pietra su pietra, dice il Signore.Una chiesa costruita sull'apparenza, non porta la verità; una chiesa attaccata all'oro, non vive la carità; una chiesa che esercita il potere, non parla di comunione.Gli uomini che vogliono essere pastori di Cristo, e con Cristo, devono camminare nell'amore di Cristo, non di se stessi e delle loro organizzazioni. Gesù non ci ha promesso una vita facile, né ci propone di credere a chi ci parla di catastrofi, a chi si spaccerà per Lui, ci mette in guardia dal cercare i segni di un’imminente fine del mondo, ma c’invita a vivere la nostra umanità pensando che ha una fine inevitabile e che deve e può essere vissuta ,non come se fosse fine a se stessa, ma in funzione della nostra appartenenza alla famiglia di Dio e alla gioia che ci aspetta nel riunirci a Lui.

    Vide una vedova povera, che gettava due monetine. Lunedi 22 Novembre 2010

    Vide una vedova povera, che gettava due monetine. 
    • VANGELO (Lc 21,1-4)
      Vide una vedova povera, che gettava due monetine.
      Dal Vangelo secondo Luca
      In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
      Parola del Signore
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      LA MIA RIFLESSIONE
      PREGHIERA
      Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l' hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione. Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.

      Gli occhi di Gesù si posano su una vedova che timidamente entra nel tempio e fa la sua offerta, frettolosamente, mestamente, come chi sa che sta dando poco al Signore, ma che può dare solo quello, perché non ha altro.
      Non voglio soffermarmi con voi a riflettere su chi da di più, su chi non da mai abbastanza, ma voglio essere con voi la povera vedova che non sa neanche come arriverà alla fine della giornata, ma mette tutto quello che è a disposizione di Dio.
      Non sappiamo cosa è scritto nel libro della vita per noi.Noi a volte ci sentiamo miseri di tutto, senza nessuna possibilità, senza nulla da poter donare...ma non è così, non lo è mai.
      In ognuno di noi c'è un miracolo vivente, che può trasformarsi in grazia per un altro fratello. A volte basta un sorriso, una carezza, un orecchio prestato all'ascolto, una mano a portare la busta della spesa, un passaggio in auto...mille piccole cose che possono rompere il muro della solitudine di tante persone.
      Siamo qui, su internet e mai come in questo network, troviamo delle persone che hanno bisogno di non sentirsi sole, chi per un motivo chi per l'altro, e che trovano qui un po' di compagnia.
      La povera vedova rappresenta la parte debole di una società che spesso emargina chi è meno fortunato, e noi sappiamo che c'è anche chi vive proprio fuori dei margini, c'è chi ha fame, quella vera, quella che per la quale un pugno di riso rappresenta la sopravvivenza, ma noi siamo distratti da un altro tipo di mondo, quello sfavillante delle luci e degli addobbi che si prepara al Natale, siamo attirati dalle vetrine piene di bell'abbigliamento e di regali e se vediamo un barbone coperto di stracci, volgiamo lo sguardo altrove.
      Come siamo poveri Signore mio,abbiamo un animo arido ed impregnato del nostro egoismo,posa il tuo sguardo su di noi e trasforma il nostro piccolo cuore di pietra in un cuore di carne per imparare ad amare ,per riempirci del tuo amore. Grazie, amen.

    Signore, ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno. XXXIV Domenica 21 Novembre 2010

    Signore, ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno. 
    • VANGELO (Lc 23,35-43)

      Signore, ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno.

      Dal Vangelo secondo Luca

      In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

      Parola del Signore

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      LA MIA RIFLESSIONE

      PREGHIERA

      Dalla preghiera di colletta:

      O Dio Padre, che ci hai chiamati a regnare con te nella giustizia e nell’amore, liberaci dal potere delle tenebre; fa’ che camminiamo sulle orme del tuo Figlio, e come lui doniamo la nostra vita per amore dei fratelli, certi di condividere la sua gloria in paradiso. Egli è Dio, e vive e regna con te...



      Cristo re!

      Perché re, quando Gesù è venuto si è fatto uomo e non ha cercato il potere sulla terra?

      Perché Cristo vuole regnare, non nel mondo, ma nel nostro cuore.L’ ha fatto intendere chiaramente quando ci ha detto che non dovevamo amare nessuno più di Lui, né la madre, né il padre, né il fratello, né le cose del mondo, né gli altri dei del mondo, come il denaro ed il potere, ma solo a Lui dobbiamo piegarci in ginocchio.

      Noi uomini cerchiamo la gloria,cerchiamodi essere stimati e amati,e rifiutiamo di farlo con l'unico che ha saputo amare infinitamente,sopra ad ogni logica terrena,per obbedire ad un' ESIGENZA D'AMORE.

      Noi siamo veramente piccoli,come il cattivo ladrone che continua ad insultare Gesù,dicendogli:

      -Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi.-

      Non ci credete,vi sembra che non sia così,eppure sono sicura che anche voi come me,avete detto almeno una volta nella vita:-Se Dio c'è,perchè permette questo?perchè non salva il mondo dal male?-

      Attribuire la colpa di tutto a Dio è la cosa che a molti uomini riesce meglio,e questo Gesù lo sa bene,per questo chiede perdono per noi al Padre,e ci perdona con il Padre,per la nostra incapacità di saper capire.

      Questo nostro re non ha un trono visibile ai nostri occhi, ma una croce per trono; è un uomo che poteva fare veramente a meno di tutta quella sofferenza ma l’ha accettata per amore, per la nostra debolezza di saper resistere al male, quest’uomo meraviglioso non chiede di essere seguito per forza, ma per amore, il nostro è il Dio dell’amore universale.

      Cristo non ci chiede di aver paura di Lui, di aver timore di Dio perché ci punirà se sbagliamo, ma di aver timore di perdere tutto quello che Dio rappresenta per noi, tutto quello che Dio ha preparato per noi. Vivere su questa terra non è facile, si può scegliere come vivere mio Signore? A volte si, a volte no, ma quello che conta è non perdere di vista come io voglio vivere, ed io voglio vivere con Te nel cuore, voglio seguire i tuoi insegnamenti, voglio vivere la tua parola che è parola di vita ETERNA.

      Non mi chiedo come sarà il tuo regno, ma ti chiedo la forza per resistere alle tentazioni di allontanarmi dalla tua via, di saper resistere ai soprusi, alle malattie, alle ingiustizie; ti chiedo d’essere la mia forza Signore, perché io sono un granello di polvere dell’universo e Tu sei il MIO RE.

    Dio non è dei morti, ma dei viventi.Sabato 20 Novembre 2010 XXXIII settimana

    Dio non è dei morti, ma dei viventi.

    • VANGELO (Lc 20,27-40)
      Dio non è dei morti, ma dei viventi.
      + Dal Vangelo secondo Luca

      In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
      Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
      Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

      Parola del Signore
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      LA MIA RIFLESSIONE
      PREGHIERA
      Ti prego Signore,di aiutarmi ad entrare con te nel mistero della vita dopo la morte,per vivere con te la resurrezione così come una figlia di Dio deve riuscire a vivere.

      Questo brano del vangelo sembra difficile ai più,ma io devo dirvi con molta onestà di non aver problemi nel credere all’immortalità dell’anima e alla vita dopo la morte,e questo sicuramente per grazia di Dio.Nonostante questo mi riesce difficile pensare a come sarà la vita nell’aldilà,un po’ come credo che sia per tutti,ma non come per i sadducei, che poiché non credevano nella resurrezione, provocavano Gesù con domande sibilline.
      Chiaramente siamo attaccati alle persone con le quali condividiamo la nostra vita,il nostro cammino sulla terra,e questo ci porta,molto umanamente,a desiderare di poterci ritrovare anche nell’aldilà,con le stesse persone e gli stessi affetti,ma da questo brano si evince che questi sono ragionamenti terreni e che non sarà così;allora mi sembra di capire che l’amore di cui Dio ci darà modo di vivere è qualcosa di molto più spirituale e meno carnale di quello che viviamo oggi;un amore per l’altro come per noi stessi, per la vita di ogni essere vivente come dono di Dio e che quando finalmente avremo la conoscenza della magnificenza del regno che il Signore ha preparato per noi,la gioia di vivere a contatto con tutto questo ci darà delle sensazioni che neanche riusciremmo mai ad immaginare..
      Una cosa che io ho avuto la grazia di sapere è che tutto ha in se la vita,anche quelle cose che per noi hanno qui pochissimo senso,come un filo d’erba o una goccia d’acqua, perché tutto ha in se l’impronta di Dio.

    Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri.Venerdì 19 NOVEMBRE 2010 della XXXIII settimana

    • VANGELO (Lc 19,45-48)
      Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri.
      + Dal Vangelo secondo Luca

      In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
      Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

      Parola del Signore
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      LA MIA RIFLESSIONE
      PREGHIERA

      Il tempio è la casa di Dio,la casa di preghiera per tutte le nazioni,ma Gesù vede che nel suo tempio si fa commercio, che ci sono venditori di colombe, che pensano ai loro interessi invece che al Signore…
      Come sembra attuale questa parola….dopo quello che anche il Papa ha detto….ma come in questa pagina,Gesù verrà,tornerà nel tempio e sbatterà fuori i nemici della chiesa.Come vorrei che si potesse trovare nelle nostre chiese chi insegna a pregare,chi si occupa dei fratelli,chi è disponibile all'ascolto,chi non giudica,chi aiuta gli anziani e i poveri;oggi,eccetto alcune eccezzioni,lachiesa è tutt'altro,ma non dobbiamo avere paura,dobbiamo pregare e credere nella forza dello Spirito Santo,che molti purtroppo sottovalutano.Avere fede….chiedere…implorare il Signore e Lui farà di noi dei coraggiosi Cristiani,pronti a tutto,che saranno in grado di vincere sulle forze del male….ma dobbiamo volerlo e più di tutto accettare che le sue regole sono giuste,che sono per il nostro bene,quindi combattere con tutte le nostre forze e con il Suo aiuto,contro tutto quello che è sbagliato secondo la legge di Dio,non secondo le nostre.

    Se avessi compreso quello che porta alla pace! Giovedi 18 Novembre 2010 XXXIII settimana

    • VANGELO (Lc 19,41-44)
      Se avessi compreso quello che porta alla pace!
      + Dal Vangelo secondo Luca

      In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
      «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
      Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

      Parola del Signore
      LA MIA RIFLESSIONE
      PREGHIERA
      Vieni o Spirito di Dio, e illumina il mio cuore e la mia mente, fa che la parola del Signore sia presente in tutto il suo significato, come tu vuoi. Per Cristo nostro Signore.

      Quanta tristezza nel cuore di Gesù, quanto dolore, vedersi rifiutato, vedere che è tutto inutile, che non riesce ad entrare nel cuore degli uomini ed in particolar modo, in quelli del tempio, lo riempie d’angoscia.Non capiscono che non sarà nel tempio costituito tra le mura di Gerusalemme che troveranno la salvezza, perché, come tutto ciò che è materiale, sarà distrutto, ma in quello che sarà costituito dal suo corpo offerto sulla croce che non sarà mai distrutto, ma risorgerà dopo la morte.
      Essere membra di quel corpo, vuol dire vivere con il Signore anche questa sofferenza per i fratelli che sì perdono, che si oppongono a Lui, che non riescono a vivere la salvezza che da Dio c’è proposta.
      Non è rifugiandosi in una chiesa di mattoni che ci salveremo,ma vivendo in comunione con Cristo,e questo dobbiamo tenerlo presente, sempre, perché troppo spesso vediamo atteggiamenti di chiusura alla comprensione e alla carità, proprio da quelle persone che frequentano assiduamente il tempio,e che invece di servire la comunità, amano essere considerati importanti,e questo è sintomo di estrema superbia.
      Certi integralismi degli uomini, hanno allontanato i fedeli a loro affidati, come pecore ai pastori, dal cuore di Dio e non per rispetto al nome del Signore, ma per non voler perdere il potere e non saper vedere con quanto amore Dio è sceso tra i suoi figli e non sentire quanta e quale misericordia c’è nelle parole di Gesù che grazie alla sua chiesa ci sono state riferite dagli evangelisti.
      Mi sembra di leggere questa grande amarezza nel cuore di Gesù, quella di chi parla d’amore, cerca di salvarci e riceve solo ingiurie e ostilità, perché sembra quasi che noi uomini di tutti i tempi, non riusciamo a capire che in quello che il Signore ci dice, non c’è un desiderio di sottometterci al suo nome, ma di elevarci nel suo Spirito.
      Senza di Lui noi siamo preda del nostro nemico, che ci può distruggere e solo con Gesù potremo salvarci, col suo aiuto.Ho spesso davanti agli occhi la scena dei due ladroni crocefissi accanto a Gesù, quello che rifiuta fino alla fine di riconoscere in Cristo il figlio di Dio e muore da solo e quello che salva la sua vita morendo con lui e dicendo semplicemente, ricordati di me, quando sarai in paradiso.


    Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca?Mercoledi 17 Novembre 2010

    Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca?
    • VANGELO (Lc 19,11-28)

      Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca?

      + Dal Vangelo secondo Luca



      In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.

      Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.

      Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”.

      Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”.

      Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».

      Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.




      Parola del Signore


      LA MIA RIFLESSIONE

      PREGHIERA

      Vieni o Spirito di Dio e illumina la mia mente, metti la tua sapienza al mio servizio, perché io possa servirti.



      Prima di tutto, dobbiamo considerare chi i talenti che il Signore ci mette a disposizione, a volte non sono così chiari neanche a noi stessi, infatti, spesso facciamo della nostra vita un groviglio di cose senza senso, commettendo errori che ci portano a perdere gran parte del nostro tempo a rimpiangere quello che abbiamo perduto ed a commiserarci o arrabbiarci per quello che non abbiamo.

      Cominciamo a capire qualcosa sempre troppo tardi, e ad apprezzarci per quello che siamo, solo se ci guardiamo con gli occhi di chi ci apprezza per le nostre doti, ma spesso sono falsi apprezzamenti, rispetto a false doti.

      Quello che invece in questa parabola si vuole rilevare, è l’aspetto cristiano della cosa, quello che ci fa considerare, anche con nostro estremo disappunto, che noi non siamo niente e non abbiamo niente senza il nostro Dio.

      Diamo per scontato che quello che abbiamo è nostro, che ci appartiene, ma non è vero, è tutto dono di Dio, perché la vita stessa è dono.

      Nella parabola dopo aver distribuito i doni, il nobile parte e lascia i suoi servi da soli per tornare ad esprimere il suo giudizio.Ci chiediamo perché ad ognuno dono diversi, perché a chi più e a chi meno, ma nessuno di noi fa quella che è l’unica cosa giusta da fare: guardare al nostro dono, cercare di far crescere quel seme che il Signore ha messo nel nostro cuore, semplicemente cercando di svilupparlo così come facciamo con tutti i nostri sensi, con tutta la nostra persona.

      Impariamo ad usare la parola, ma non tutto quello che diciamo è uguale, e nessuno se ne meraviglia.

      Abbiamo la vista e sappiamo grazie a questa leggere, ma non tutti sappiamo leggere nello stesso modo.

      Pochi giorni fa leggevo la storia di un grande attore che fu chiamato a leggere una pagina del vangelo e la lesse in modo perfetto, fermandosi nei punti giusti, con la giusta intonazione, ma quando tocco’ al piccolo prete di campagna, alla gente che ascoltava, quella pagina non riempì solo le orecchie, ma il cuore e i sentimenti vibrarono come corde di violino….

      Il piccolo seme di figlio di Dio cresce in noi, cerchiamo di non farlo avvizzire, di non farlo soffocare dalla gramigna, cerchiamo di mettere tutto nelle mani di Dio, cominciando dalla nostra vita, saprà lui come farli fruttare.


    Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. Martedì 16 Novembre 2010

    Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto. 
    • VANGELO (Lc 19,1-10)

      Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto.

      + Dal Vangelo secondo Luca



      In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.

      Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».

      Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».

      Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».


      LA MIA RIFLESSIONE

      PREGHIERA

      Vieni Spirito Di Dio e fa che la mia mente non sia offuscata dalle mie idee, ma fa che io possa veramente svuotarmi di me stessa per fare posto a quello che Tu imprimi nella mia mente e nel mio cuore.

      Prima che Gesù passasse di lì, Zaccheo era solo un uomo che viveva la sua vita secondo gli schemi del mondo, in fondo come tutti quelli che si sono ben inseriti, che hanno un bel lavoro, che hanno raggiunto un certo benessere e che non guardano tanto per il sottile, pur di raggiungere il loro scopo.

      Era un piccolo uomo che in fondo aveva tutto, ed era riuscito ad apparire soddisfatto, ma evidentemente non era poi così.

      La sua insoddisfazione era latente e si percepisce anche dal fatto che si rende subito conto di dover fare qualcosa per rimettersi in riga, come restituire il maltolto e fare la carità ai bisognosi. A Gesù non è sfuggito al bisogno di pace di Zaccheo, lo ha scorto e lo ha chiamato, ed ecco che tutto quello che contava prima per Zaccheo, non conta più nulla, è disposto a rinunciare a tutto pur di diventare suo discepolo.

      La risposta del Signore è immediata, alla chiamata accorata del pentimento, è la salvezza, che è per tutti i figli di Dio che si smarriscono nel mondo e vogliono essere riaccolti nella casa del Padre, anche per i più ostinati peccatori, perché Gesù è venuto per offrire se stesso per la salvezza di chi si è perduto.







      LA MIA RIFLESSIONE (di Domenica 31 Ottobre 2010)



      PREGHIERA



      Vieni o Spirito Santo nel mio cuore, prendilo e riempilo con ciò che Dio vuole.





      Come spesso mi trovo a ripetere, l’amore di Gesù è veramente singolare, non ha schemi prefissati, ma è veramente a 360°, è per tutti.



      Zaccheo è un uomo che nonostante sia appagato dal suo lavoro che gli rende bene (esattore dei tributi) cerca di nascosto Gesù, forse un po’ per curiosità, forse per gelosia verso chi vede guarito dall’incontro col Signore, ma non vuole essere lui ad andare a chiedere e si nasconde tra le foglie di un sicomoro, come per osservare senza essere visto.



      Ma Gesù lo vede e legge nel suo cuore, perché quello che non è possibile agli uomini, è possibile a Dio e la sua risposta non si fa attendere: - «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua»._Come la trova non importa, sa che è la casa di un peccatore, è il cuore di una persona che non ha certo vissuto un’esistenza pulita, ma a Gesù non importa, non è venuto per i giusti, ma per i peccatori, l’ ha detto tante volte.



      Zaccheo era una strana persone, che in fondo ci somiglia, perché trova giustificazione a tutto quello che compie, anche ai soprusi e alle azioni disoneste, quasi legittimandole, ma di fronte alla luce di Dio, si arrende. Il fatto di sentirsi accettato da Gesù, abbracciato nonostante, come tutti i peccatori, non se ne senta degno, lo riempie di gioia e lo fa capitolare; immediatamente si converte e promette di riparare al male compiuto restituendo il maltolto ed aiutando i poveri


      Quest’uomo ha capito che la vera conversione viene da Gesù e che in lui si resta soltanto vivendo da fratelli, e amando il prossimo così come siamo amati e perdonati dal Signore.



      Mettere immediatamente le nostre scarpe nelle sue impronte per seguire ogni suo passo, per non sbagliare strada, perché Dio ci cerca con amore, ci perdona per amore e non ci giudica, ma ci aiuta a diventare migliori. L’idea che noi abbiamo prevalente di un Dio che giudica è dovuta ai nostri sensi di colpa, verso chi sentiamo come un Padre buono, ma non riusciamo a ricambiare e sappiamo di non meritare. LA MIA RIFLESSIONEPREGHIERAVieni o Spirito Santo nel mio cuore, prendilo e riempilo con ciò che Dio vuole.Come spesso mi trovo a ripetere, l’amore di Gesù è veramente singolare, non ha schemi prefissati, ma è veramente a 360°, è per tutti.Zaccheo è un uomo che nonostante sia appagato dal suo lavoro che gli rende bene (esattore dei tributi) cerca di nascosto Gesù, forse un po’ per curiosità, forse per gelosia verso chi vede guarito dall’incontro col Signore, ma non vuole essere lui ad andare a chiedere e si nasconde tra le foglie di un sicomoro, come per osservare senza essere visto.Ma Gesù lo vede e legge nel suo cuore, perché quello che non è possibile agli uomini, è possibile a Dio e la sua risposta non si fa attendere: - «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua»._Come la trova non importa, sa che è la casa di un peccatore, è il cuore di una persona che non ha certo vissuto un’esistenza pulita, ma a Gesù non importa, non è venuto per i giusti, ma per i peccatori, l’ ha detto tante volte.Zaccheo era una strana persone, che in fondo ci somiglia, perché trova giustificazione a tutto quello che compie, anche ai soprusi e alle azioni disoneste, quasi legittimandole, ma di fronte alla luce di Dio, si arrende. Il fatto di sentirsi accettato da Gesù, abbracciato nonostante, come tutti i peccatori, non se ne senta degno, lo riempie di gioia e lo fa capitolare; immediatamente si converte e promette di riparare al male compiuto restituendo il maltolto ed aiutando i poveri.Quest’uomo ha capito che la vera conversione viene da Gesù e che in lui si resta soltanto vivendo da fratelli, e amando il prossimo così come siamo amati e perdonati dal Signore.Mettere immediatamente le nostre scarpe nelle sue impronte per seguire ogni suo passo, per non sbagliare strada, perché Dio ci cerca con amore, ci perdona per amore e non ci giudica, ma ci aiuta a diventare migliori. L’idea che noi abbiamo prevalente di un Dio che giudica è dovuta ai nostri sensi di colpa, verso chi sentiamo come un Padre buono, ma non riusciamo a ricambiare e sappiamo di non meritare.




    Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo! Lunedi 15 Novembre 2010 XXXIII

    Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo! 
    • VANGELO (Lc 18,35-43)
      Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!
      + Dal Vangelo secondo Luca

      Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
      Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
      Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
      Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

      Parola del Signore
      La mia riflessione
      Preghiera
      O Dio che mi ha voluto in questo mondo, per partecipare alla vita, fa che io possa sempre camminare al tuo fianco e che mi lasci condurre sempre e solo dal Tuo Santo Spirito.Per Cristo nostro Signore. Amen.
      Voglio seguirti Signore, dammi la mano, guidami se io sono cieca, fa che io sappia sempre riconoscere la tua mano che mi guida e non mi lasci condurre da chi mi tira da tutte le parti.
      Spesso siamo costretti a gridare: dove sei Signore?Vieni a salvarmi, perché ci sembra che Dio ci perda di vista, ma siamo noi che non riusciamo a vederlo, noi che passiamo sotto alla croce come se la cosa non ci riguardasse, noi che non vogliamo condividere il dolore, ma solo la gloria.Eppure la gloria passa dalla croce, e se io sono così fortunata di sentire che la mia è leggera, voglio gridare ancora Gesù, per la croce di quei fratelli che sembrano soccombere sotto al suo peso.Siamo ciechi se siamo insensibili al dolore dei fratelli, se non sappiamo aiutare chi si sta facendo trascinare verso la perdizione.Essere cristiano, vuol dire essere corpo di Cristo, non mi stancherò mai di ripeterlo, quindi tutti siamo indispensabili gli uni agli altri, per far vivere questo corpo, e tutti dobbiamo fare la nostra parte, come se fossimo dei piccoli medici che sanano le parti ferite e la medicina è la nostra preghiera, che se urlata con la voce del cuore, arriverà al Signore.Amiamo fratelli, amiamo chi è lontano, chi sbaglia, chi non sa perdonare, chi ha il cuore ferito, chi non conosce il Signore; amiamo e chiediamo al Signore di donare anche a loro la fede, amiamo e con amore sincero andiamo controcorrente e cerchiamo di combattere contro l’indifferenza, ma di saper aiutare nel bisogno i fratelli invece di mettere a tacere la nostra coscienza, cerchiamo di saper ascoltare più che parlare, cerchiamo di sentirci tutti parte dello stesso corpo.
      Fa questo per me Signore mio,fa che io veda!


    sabato 13 novembre 2010

    Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

    Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.


    VANGELO (Lc 21,5-19)


    Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

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    LA MIA RIFLESSIONE

    PREGHIERA

    O Santo Spirito,luce portentosa che mi assisti,ti prego di dimorare in me e di parlare con me della parola del Signore,fammela entrare nel cuore e fammela sentire in tutta le sue sfaccettature.



    Essere cristiani non sembra veramente facile,non mi sembra neanche che ci si possa fidare di chi dovrebbe guidarci,almeno non di tutti ,perchè a volte ,forse per troppo zelo,chi ci dovrebbe condurre,finisce con lallontanarci.

    Non voglio dare la colpa di questo solo alla chiesa,intesa nel senso della parte ecclesiale (non so neanche se si dice esattamente così) anche noi fedeli siamo troppo intolleranti,troppo critici,troppo permalosi e questo crea delle incomprensioni enormi.

    Pensiamo alla fine del mondo ed in qualche modo,mentre lo facciamo,speriamo che venga,ma solo per gli altri,solo per i cattivi ,ergendoci a giudici e, forse inconsapevolmente, sbagliamo anche noi.

    Gesù ci avverte che non avremo vita facile come cristiani,quindi ,io credo che invece di giudicare,dovremmo stare attenti a non cadere in trappola anche noi.Non è facile essere veri cristiani,andare avanti con fede mentre tutti vanno controcorrente,è molto più facile sbagliare.

    Pensando a Pietro che rinnegò Gesù per paura,penso che se avessimo la possibilità di scegliere in molti faremmo come lui,e poi penso che a molti non è stata data la possibilità di scegliere....le scelte che facciamo nella vita, dovrebbero in linea di massima essere per sempre,ma sembra che gli uomini cambino idea molto spesso.Signore accresci la nostra fede,dacci la forza di essere CRISTIANI senza tregua,infiammaci d'amore,fa che non indietreggiamo mai davanti alle scelte che la fede ci impone,come non hai indietreggiato tu davanti alla croce.

    Ci sono dei posti sulla terra in cui gli sconvolgimenti vengono definiti naturali,altri in cui le guerre distruggono tutto,ed altri ancora in cui si uccide in nome di un Dio che inorridisce ad essere chiamato in causa ,ma quello che io vorrei invitare voi e me stessa a fare,è cercare di conquistare e di difendere la pace nel nostro cuore,perchè è da qui,da questo piccolo posto che si può ricominciare ad avere speranza.parlare della pace del mondo è un'utopia,se non siamo capaci per primi a difenndere la pace nel nostro cuore,anche verso il fratello che ci colpisce o ci offende.Oggi sentivo il telegiorale,la mamma della piccola Sara Scazzi,che diceva di essere cristiana e di non portare odio,ma di non poter perdonare,perchè ci sono dei passi necessari per il perdono.Con tutta la tenerezza che provo per la signora Concetta,vorrei riflettere sul fatto che il pentimento è una cosa che può richiedere Gesù,non noi uomini;noi dobbiamo essere capaci di perdonare anche se l'altro non è pentito,perchè non sta a noi giudicare se degno o no di perdono.Gesù ci ha redento dal peccato,e essere cristiani vuol dire anche questo,lasciare che sia lui a giudicare chi è degno o no di perdono,a lui che sa leggere nel cuore di ognuno di noi.Rimetti a noi i nostri debiti,come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

    Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.

    .Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.
    VANGELO (Lc 18,1-8)

    Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.

    Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

    Parola del Signore

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    la mia riflessione

    preghiera

    Vieni o Spirito di sapienza,a illuminare la mia mente rivolta al Signore e non mi abbandonare mai.

    Gesù insiste sulla necessità di pregare e questo non è comprensibile a mio avviso,se una persona non lo prova,se non sa che cosa significa immergersi nella preghiera,fare della stessa il sottofondo musicale della tua giornata.

    Una volta Gesù disse che dobbiamo tornare come bambini,ed io vorrei che veramente guardassimo i bambini,quando vogliono ottenere qualcosa,con quanta passione ce la chiedono,con quanta insistenza,e a volte noi li accontentiamo per stanchezza,come fece il giudice della parabola che Luca ci racconta.Ma il nostro giudice non è corrotto,non è annoiato,nè ingiusto,il nostro è un giudice retto e giusto e ci ama,quindi nelle sue decisioni non potremo trovare altro che amore,altro che il nostro bene.A volte non riusciamo a riconoscerlo,ma se abbiamo fede sapremo capire e sapremo fidarci di lui.

    COSI' ACCADRA' NEL GIORNO IN CUI IL FIGLIO DELL'UOMO SI MANIFESTERA'

    Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà
    VANGELO (Lc 17,26-37)
    Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
    + Dal Vangelo secondo Luca

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
    Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
    In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
    Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
    Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
    Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

    Parola del Signore
    LA MIA RIFLESSIONE
    PREGHIERA

    Vieni o Santo Spirito e illumina il mio cure e la mia mente.Fa che oggi parola del Signore mi diventi chiara alla luce della tua sapienza,per Cristo nostro Signore. Amen.

    Gesù continua a richiamare la nostra attenzione al momento in cui verrà il suo regno,ma non lo fa cercando di addolcirci la pillola,perché tutte le sue parole sono già un avvertimento,e non dobbiamo pensare di dover cercare i segni e gli avvertimenti,ma dobbiamo invece cercare di essere pronti in qualunque momento ,per quel giorno,perché è questo che conta e da questo dipende la nostra salvezza.
    L’esempio che ci fa Luca è molto chiaro,Lot è stato avvisato dall’angelo che avrebbe distrutto quella città che era dedita al vizio e al peccato,come ai tempi di Noè facevano gli abitanti della terra,e dice a Lot come fare per mettersi in Salvo.Pone il punto sul fatto di non avere desideri per le cose terrene,né rimpianto per una vita smodata,né curiosità su come e quando verrà quel giorno ,ma attenzione a non pensare di essere giusti e di non aver bisogno di mantenere salda la nostra fede,perché sarà facile cadere se non sapremo mantenere vivo il nostro amore per il Signore,se non sapremo morire a noi stessi e vivere in Cristo Gesù.


    venerdì 12 novembre 2010

    prima di cominciareSTORIA BELLISSIMA DI UN MALATO DI SLA CHE CI INSEGNA A VIVERE

    http://www.facebook.com/note.php?note_id=174713976418


    Prima di cominciare a scrivere qualcosa, vi voglio mettere al corrente di un dato importante: io non so scrivere; non l’ho mai fatto se non per un mio libero sfogo, né ho mai pensato che a qualcuno potesse interessare quello che scrivevo, ma stavolta è diverso.

     Da tanto tempo mi chiedo qual è lo scopo per il quale il Signore mi ha voluta su questa terra;io credo in Dio,lo amo con tutte le mie forze,penso che ci sia tra me e lui un rapporto quasi famigliare,ma non è importante per la stesura di questo lavoro,è fondamentale invece il fatto che se non sentissi che questo  è il mio scopo nella vita ,non vi avrei imposto il sacrificio di leggere queste righe.

    Oggi il progresso ha creato un fenomeno inafferrabile che è internet,con tutti i suoi risvolti,un filo immaginario lungo il quale camminano tutte le informazioni del mondo,basta collegarsi e sei in comunicazione con chi vuoi.Io fino a tre mesi fa,ero stata immune da questa malattia, ma per un puro caso sono stata contagiata. Mia figlia di 23 anni usciva da una disavventura sentimentale durata sei lunghi anni,e dato che per tutto questo tempo era stata un pò isolata dagli amici e dal resto del mondo,ho deciso di regalarle un computer portatile per andare su facebook come facevano tante persone che lei conosceva,alcuni delle quali,dall’altra parte del mondo e dato che né io né lei avevamo una grande cognizione di come funzionasse il sistema, ci siamo messe insieme per aprire questo benedetto account. Era carino,ci si potevano mettere le fotografie e poi c’erano tanti link che facevano ridere; Voi mi direte: che c’è di strano?!?! Fin qui niente, ma seguitemi e capirete….. Un giorno mio marito disse:_guarda un po’ se su facebook c’è Fausto Patrizi?!?! Era un suo amico di infanzia,di cui non aveva più notizie.

    Digitai quel nome e mi apparvero un pò di profili, alcuni con foto, altri senza; li aprii tutti , fino a che ne trovai uno senza immagine,che, tra le informazione accennava al lavoro nei supermercati,forse era lui, mio marito si ricordava che aveva aperto una di queste aziende a Fano, nelle Marche, così gli mandai un messaggio chiedendo se era lui il Fausto Patrizi che conosceva mio marito. Il giorno dopo, nella posta di facebook, trovai la sua risposta affermativa e cominciammo a mandarci piccoli messaggi, poi lui mi scrisse una cosa “strana” che io ,lì per lì, non capii bene, ma che mi mise in allarme. Mi disse:_ “Vi scrivo con gli occhi, vi leggo col cuore”.

    Gli chiesi il suo numero di telefono per parlarci a voce, e fu a quel punto che mi informò che era malato di S.L.A (sclerosi laterale amiotrofica), ma me lo disse in un modo…come se fosse la cosa più naturale del mondo, ricordo perfettamente le sue parole, perché le ho lette e rilette fino a che non mi sono rimaste stampate nel cuore

    -Purtroppo Faustino non sono in grado di telefonare, mettiti seduto,ti racconto un po’ di me, della mia storia. Sai in questo momento sto scrivendo con gli occhi, sono uno dei pochi fortunati che sono malati di S.L.A, sono fortunato perché ho vissuto a mille, dopo il fallimento dei miei genitori con la lavanderia abbiamo passato momenti difficili, poi finalmente finito di pagare i debiti, mi sono trasferito a Fano.In 20 anni sono riuscito ad aprire diverse societa’,sei supermercati,tre punti vendita di telefonia ed un ristorante,tutte attività che erano fallite non senza difficoltà.Ho dovuto combattere con commercialisti e avvocati,ma ho sempre vinto;te lo immagini il tuo amico con la quinta elementare che è riuscito in questo?
    Ho tre figli,una moglie impagabile,perché molte impazziscono con un malato nelle mie condizioni,sono paralizzato,respiro con una macchina,per mangiare ho un cannello nello stomaco,e quando dico paralizzato è perché muovo solo gli occhi.Sono comunque felice,mi devi credere,sono in pace,forse ho lavorato troppo;spero di non averti avvilito.

     

    che si chiama anche lui Fausto,è più piccolo e quindi Faustino.Il suo carattere gioioso,viene fuori,nonostante tutto,quando parla dei ricordi d’infanzia,delle pazzie fatte insieme da ragazzi ,quando si divertivano con poco,una macchina scassata,una tenda e tanta voglia di avventura. Lui  era il più socievole, il più simpatico tra tutti gli amici di mio marito, aveva sempre voglia di scherzare,aveva un cuore enorme, sempre pronto ad aiutare tutti. Mi raccontò della sua vita, del fatto che il lavoro lo aveva assorbito completamente; per caso, si era trovato nel 1995 ad aiutare cinque suoi colleghi che erano sull’orlo del fallimento con i loro supermercati e che dovevano alla CONAD centinaia di milioni, e che con la sua gestione si erano risollevati e passati in attivo in soli cinque anni,un vero miracolo. Mi raccontò di come nel 1990 entrò a far parte del cammino neocatecumunale della parrocchia di S. Marco di Fano, per seguire uno dei figli,Flaviano, che era molto credente per capire e magari per cuor suo allontanare questo figlio dalla chiesa, perché tante cosa allora non le capiva.

    Eppure già fino a li si poteva vedere come in Signore stesse lavorando su di lui, già da come, figlio di un fallimento, aveva imparato a lottare, pur nella sua semplicità , con avvocati e commercialisti, tanto da diventare bravissimo.

    La malattia cominciò a manifestarsi nel 1999,dieci anni fa, quando era in piena attività, ma lui non dava importanza alla cosa, non riusciva più a fischiare alla pecoraia quando rientrava a casa come faceva sempre, era sempre più stanco, ma non si voleva fermare  neanche per il tempo di andare a fare le visite necessarie. Ma poi arrivarono le prime difficoltà di parola, ed Elena, la moglie, una donna dolcissima ma ferma e risoluta, lo portò quasi di peso dall’otorinolaringoiatra per una visita specialistica. Quest’ultimo gli disse di consultare un buon neurologo, e lui ci rise su.Pensava che il neurologo era il medico dei matti,ma non disse nulla. Il giorno di ferragosto del 2000, lavorava ed era l’anniversario del suo matrimonio, aveva preparato per festeggiare in un bel ristorante.Ama moltissimo Elena, ma come tutti gli uomini, pensa di aver tanto tempo per dimostrarglielo, e magari rimanda, una cena, un regalo, un abbraccio, ma Elena , è una donna solida, non si preoccupa di questo e prosegue nel suo operato di moglie affettuosa e madre esemplare senza preoccuparsi se suo marito è sempre al lavoro e se un po’ la trascura; lei non si annoia davvero con tre figlioli, e poi c’è questo gruppo neocatecumenale con il quale continuano a studiare la Bibbia e a credere nella fede. Ma Elena è pratica, e dopo il ristorante, tirò fuori un borsone con della biancheria che aveva preparato di nascosto e lo accompagnò in ospedale  a Pesaro, nel reparto di neurologia, dove con un elettromiografia e un sacco di esami gli venne diagnosticata la malattia degenerativa.

    Il responso fu terribile,praticamente l’aspettava la morte,piano piano si sarebbe paralizzato del tutto,fino a diventare come un burattino senza fili, fino a che non sarebbe stato più in grado di respirare ed allora, avrebbe potuto essere attaccato,sempre se si faceva in tempo, ad un respiratore artificiale.

    Faustone non era una persona istruita,nel senso corrente della parola, se per istruzione si intende scuola, diploma ecc. ecc. ma la vita gli aveva insegnato tanto, così appena tornò a casa si mise davanti al computer e lesse tutto quello che c’era da sapere sulla malattia.

    La botta fu tremenda, e ancora non si rendeva conto bene di  niente, quello che aveva saputo e che gli girava per la testa ,era solo che avrebbe avuto al massimo tre anni di vita davanti  a se. Piangeva e cercava di ragionare, ma i pensieri si accavallavano nella mente, creando solo una grande confusione..Tutto questo aveva un nome: disperazione; e quando la bestia ti prende, non ti permette di ragionare lucidamente e tutto diventa ancora più difficile.

    Non era solo, ma si sentiva addosso tutto il peso della sua malattia, come se tutto dipendesse da lui. L’unica cosa che fece lucidamente, fu prendersi un periodo di ferie e andare via con Arianna, la più piccola, la luce dei suoi occhi, per cercare di spiegarle cosa sarebbe successo.

    Ma come spiegare quello che sarebbe accaduto veramente, se nemmeno lui lo sapeva,per sommi capi poteva dirle che si sarebbe paralizzato,che non avrebbe potuto accompagnarla nella vita come avrebbe voluto, le fece le “raccomandazioni di rito”: fai la brava, aiuta la mamma, stai attenta ai ragazzi, trovane uno bravo e sposati, non frequentare i, e invece il tempo era tiranno, ne aveva troppo poco e faticosamente cercava di dire tutto e subito.

    Intanto Elena iniziava ad acquisire consapevolezza su cosa volesse dire combattere contro la S.L.A , vivere nella paura che tutto potesse precipitare da un momento all’altro, dover prendere in mano le briglie e condurre la situazione, sempre con il sorriso sulle labbra.

    Per fare un grande uomo,ci vuole una grande donna,si dice sempre così,ma credo che non sia mai stato indicato come in questo caso,quella piccola donna fragile,ma risoluta,sembra diventare ogni giorno più forte,certamente  grazie alla preghiera il Signore sembra darle sempre le armi necessarie.

    Lei si rivolge a Lui,prega continuamente ,condivide con il gruppo dei neocatecumeni la sua avventura,e la Madonna la protegge con tutta la sua famiglia sotto al suo manto.Fausto peggiora e si dispera,non vuole essere di peso,vuole morire,ci prova in tutti i modi;lo chiede a Ivano,il figlio più lontano dal Signore,ma neanche lui se la sente di assecondarlo,non poteva  chiedergli una cosa del genere,non se lo sarebbe mai potuto perdonare,forse lo capiva,ma non ce la faceva proprio,quel padre che si sentiva inutile in fondo non lo era,era importante per la  sua famiglia,lo amavano al di la di tutto,della malattia ,degli sforzi fisici che dovevano fare per trasportarlo con la carrozzina,per aiutarlo nelle pulizie quotidiane,la vita di tutti loro sta cambiando,ma piano piano,ogni giorno,si affrontava tutto insieme.

    Ogni tanto riaffiorava il desiderio di farla finita,si vergognava per questo,perché sapeva in cuor suo che era sbagliato,ma sentiva così pressante quella situazione che cercava in tutti i modi di sfuggirla;ancora una volta il ruolo di Elena diventa fondamentale nella storia.quando sembrava che non ci  pensasse più,che si fosse messo il cuore un pace,ha l’occasione di restare solo con lei e ci riprova,ma Elena oltre ad essere contro ogni forma di violenza,è anche una donna di fede e gli parla con dolcezza e trova le parole giuste per dissuaderlo.Gli parlò dell’educazione che avrebbe dato ai figli  con un gesto del genere,che cosa voleva insegnarli?Ad arrendersi e a fuggire  di fronte alle difficoltà,voleva che pensassero di lui che era un vigliacco e che  se non gli riusciva di affrontare qualcosa ,avrebbero potuto togliersi la vita come il padre?

    La fede della moglie lo contagiò,comincio’ ad accettare la malattia ed il destino avverso e a pregare in maniera diversa,non chiedeva più al Signore di liberarlo della croce,gli chiedeva aiuto per sopportarla e questo aiuto arrivava puntuale,come Gesù aveva promesso:”chiedi e ti sarà dato”tutto stava nell’imparare a pensare come Gesù e non a pretendere che sia Gesù a pensarla come noi.La forza che gli viene dall’amore per Gesù,sembra già arrivata al massimo,quando arriva al crisi respiratoria che lo sta per portar via,anzi lo porta via!

    Le  parole che usa per descrivermi l’avvenimento sono gioiose,se penso quanto deve essere strano per lui aprirsi in questo modo con me,ma tra noi ormai si è stabilito un contatto spirituale,e sembra che ci conosciamo da anni.Ancora una volta mi rendo conto che la chiave di lettura di questo rapporto è tutta nell’amore di Dio,io prego per lui,senza vergogna,nonostante la mia timidezza,scrivo nella posta che gli invio le preghiere più belle e semplici che mi escono dal cuore,cerco di capire la sua sofferenza,di incutere in lui la forza che sento a volte può mancargli,ma poi sono io che ne acquisto da lui,ogni volta.

    E così mi racconta di quando è andato di là e me lo dice con queste semplici e splendide parole:

    -Ciao bella,finalmente è finito il dolore agli occhi e posso scrivere di nuovo,bellissime parole quelle che mi hai scritto,mi sono state di conforto;tu hai voluto con queste parole,donarmi un angolo del tuo cuore,grazie.So benissimo che non c’è bisogno di ringraziare un cuore che si dona,però è più forte di me perché bene o male,vivi la mia sofferenza,ma devi sapere che dopo la mia morte fisica e la rinascita io non ho più dolore,quello vero,dell’esistenza;non mi pongo più quelle domande che l’uomo si pone dalla notte dei tempi,io le ho vissute e credimi,è meraviglioso!
    La luce che avvolge le anime è indescrivibile,senti solo la felicita’,siamo soli con Dio,soli e insieme ad altre anime.E’ tutto vero sai,siamo parte del creato e le anime dell’universo devono ricomporsi in Dio,come se Dio ci ha donato un po’ di Sé,almeno quando andiamo in viaggio,non ci perdiamo.Cara Lella ,io da allora non vedo l’ora di rifare quel viaggio,non sono un vigliacco,

    ma so ciò che ci attende;le sofferenze fisiche non mi spaventano più,certo so che ne soffriranno i miei famigliari,anche se sono credenti,in fondo in loro qualche dubbio resta,ma io so solo che non ho dubbi,col cuore gonfio di gioia ti auguro di non avere dubbi,c’è Lui,c’è Dio e non ci manda croci che non possiamo sopportare,lo ha fatto con me,aveva solo questo modo per farmi credere,io come Tommaso,mi ha fatto toccare con mano.-

    Rispondo:

    -Io non ho paura,non ho dubbi,ho ricevuto dal Signore la grazia di avere la certezza  che Lui c’è,mi ha dimostrato tante volte la sua onnipotenza,il suo amore,la meraviglia di ciò che ha creato,quegli ingranaggi della natura così intersecati tra di loro,come ingranaggi di un’unica macchina che fa girare il mondo.So che tante cose non le possiamo capire,ma mi dico sempre che se accadono,ci sarà un motivo,ora a noi sconosciuto,ma forse solo per colpa nostra,perché credo che se riuscissimo ad isolarci nella preghiera,saremmo così vicini a Lui da poter addirittura entrare in contatto con il paradiso,lo credo veramente,a volte sono tentata dalle filosofie orientali,tipo Reiki o Joga,che ti permettono di isolarti e concentrarti meglio,ma poi mi dico che sono solo una stupida pigra,che basterebbe che mi concentrassi un po’ di più nella preghiera,che facessi più posto al Signore,ma la perfezione non mi appartiene.-

    Io gli parlo di tutto,delle nuove amicizie,fatte su internet,di quanta gente triste  ho incontrato,la vita per molta gente è difficile,spesso si sentono soli e disperati,e allora lui mi dice che è fortunato,perché a una famiglia favolosa,che gli sta vicino,ed io confermo,è vero noi siamo fortunati!Io non so cosa vuole da me il Signore,ancora non l’ho  capito,certo è che ho una certa predisposizione nell’aiutare gli altri,forse perché la vita non mi ha regalato niente,ho sofferto veramente tanto,certe volte mi sembra quasi assurdo che sia successo tutto a me.Ricordo che una volta, ero molto giovane,e piangevo disperata,quando mi si avvicinò un amico,che per quanto faccia non riesco a ricordare chi fosse,e mi piace pensare che fosse un angelo.Mi disse che la vita

    non andava guardata tutta insieme ,ma vissuta giorno per giorno…un po’ come una grande e difficile espressione matematica,che a prima vista  poteva sembrare impossibile,ma che poi si svolgeva mettendo insieme le quattro operazioni +,-,x e : che tutti sappiamo fare,e questa è diventata un po’ la mia filosofia di vita. Eppure mi risuonano quelle parole nel cervello:_E’ vero che siamo parte del creato e le anime dell’universo devono ricomporsi in Dio,come se Dio ci abbia donato un pò di lui, almeno quando andiamo in viaggio non ci perdiamo”.

    Mi chiedo quanto io sia in grado di capire questa frase, vorrei scomporla, analizzarla per guardare parola per parola, e poi tornare indietro ed entrare nelle righe, ma poi la vedo, la leggo tutta come se si fosse dispiegata davanti ai miei occhi, siamo figli di Dio, siamo tutti parte delle stesso corpo divino ecc perché dobbiamo amarci, perché dobbiamo amare il Padre nostro,perché se dalle parti dello stesso corpo si mettono in contrasto tra loro,il corpo non può funzionare bene, come se un sassolino si frappone tra gli ingranaggi; ecco perché Lui ci ama cosi tanto da donarci il suo figlio prediletto in sacrificio per salvarci. Dio è il creatore, ama la natura prima del creato, il resto è tutto conseguente. Questo sulla terra è un viaggio, torneremo al Padre e se ci comporteremo con giustizia e amore, se sapremo essere degni di chiamarci figli di Dio,potremo accedere al paradiso e alla nuova vita che Lui ha predisposto per noi.Gesù ci ha dimostrato che lo possiamo fare,che dobbiamo solo fare una scelta tra il bene e il male e mantenerci saldi fino in fondo,tenendo presente che quello che sarà il risultato della nostra scelta,sarà per l’eternità’.Io non cerco di andare oltre,anzi forse ho già pensato troppo,d’altronde anche Fausto prima non credeva del tutto,come posso fargli capire che io non ho dubbi e che in fondo questa mia fede mi porta a non desiderare di conoscere i dettagli.C’era un periodo in cui mi facevo tante domande,in cui contestavo ,ma forse mai ho contestato Dio.

    Da quello che gli scrivo,Fausto  mi dice che ho una fede che mi fa volare,ma poi quando gli racconto che in fondo vivo come tutti,ho le mie piccole beghe in famiglia con mio marito e mia figlia,lo sento sorridere,sa che faccio un po’ di casino ,ma poi mi passa,e mentre mi incita a mantenere la calma,lo sento sorridere perché già sa che l’ho già fatto.

    La cosa più strana di questa amicizia,e’ che  mio marito è uno di quelli che staccherebbe la spina,ed è convinto di questo,tanto che quando si parlava del caso di Eluana Englaro mi ci facevo tante di quelle litigate,perchè naturalmente io non ero d’accordo,tanto che dico sempre a tutti che se toccasse a me essere attaccata a una macchina,non vorrei che mi staccassero la spina,solo Dio può decidere se devo vivere o morire.

    Fausto è la prova che una persona è viva nonostante il suo corpo non risponda più,anzi,quando gli ho detto che avrei cercato di raccontare la sua storia,per far capire questi concetti ,ne è stato contento,gli ho chiesto se il titolo “prigioniero del mio corpo “ gli piaceva e lui mi ha risposto che prima era prigioniero del sistema ora è libero!

    GRAZIE FAUSTO!